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Uno Sguardo Sull

Il documento analizza la storia dell'insegnamento della lingua italiana in Serbia, evidenziando le sue origini nel XIX secolo e l'evoluzione fino ai giorni nostri. Viene sottolineato il ruolo di pionieri e istituzioni che hanno contribuito alla diffusione della lingua e cultura italiana, nonché l'importanza delle relazioni storiche tra Italia e Serbia. Infine, si evidenzia l'attuale offerta formativa nelle università serbe, dove l'italiano è una lingua di crescente interesse.
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Uno Sguardo Sull

Il documento analizza la storia dell'insegnamento della lingua italiana in Serbia, evidenziando le sue origini nel XIX secolo e l'evoluzione fino ai giorni nostri. Viene sottolineato il ruolo di pionieri e istituzioni che hanno contribuito alla diffusione della lingua e cultura italiana, nonché l'importanza delle relazioni storiche tra Italia e Serbia. Infine, si evidenzia l'attuale offerta formativa nelle università serbe, dove l'italiano è una lingua di crescente interesse.
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UNO SGUARDO SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO DELL’ITALIANO IN SERBIA

IERI E OGGI Il presente contributo vuole illustrare le principali tappe dello sviluppo
della presenza della lingua italiana in Serbia evidenziando le prime tracce di questi
studi nell’ambito universitario. L’insegnamento dell’italiano in Serbia ha una
tradizione lunga più di un secolo e in questo lavoro presenteremo una cronografia
sintetica a partire dalla prima lezione d’italiano agli inizi del Novecento fino ai
tempi odierni. Questo contributo vuole essere anche un modesto omaggio ai
pionieri dell’insegnamento della lingua e letteratura italiana in Serbia, per cui
accenneremo ai primi insegnanti alle Università di Belgrado, Kragujevac e Novi Sad
e ai primi enti istituzionali che inserirono la lingua italiana nel regolare piano di
studi. Si tratta, quindi, della storia dell’insegnamento della lingua italiana nelle
università in Serbia e di coloro che, secondo la loro funzione e le loro attività
pedagogiche e didattiche, hanno promosso e trasmesso la lingua e la cultura
italiana. Parole chiave: lingua italiana, insegnamento della lingua italiana, italiano
nelle università in Serbia, rapporti tra Italia e Serbia. 1. Introduzione 1.1 La lingua
italiana in Serbia: Un breve sguardo storico sui rapporti tra l’Italia e la Serbia
nell’Ottocento Per comprendere la posizione della lingua italiana nell’attuale
Repubblica di Serbia, è molto importante guardare agli eventi storici in cui la
Serbia e l’Italia sono state coinvolte e che, in larga misura, hanno influenzato le
loro reciproche relazioni storiche, politiche e culturali. In questo lavoro, per via del
poco spazio a disposizione, non tratteremo in dettaglio le ragioni storiche e
politiche che condizionarono le relazioni tra i due Paesi, ma accenneremo ad
alcuni eventi che hanno avvicinato molto, in senso politico, l’Italia e la Serbia e che
hanno contribuito a dar vita a legami reciproci e solidali tra il popolo italiano e il
popolo serbo, influenzando di conseguenza la posizione e l’importanza della
lingua italiana in Serbia. Un’attenzione particolare viene posta alle relazioni
serboitaliane della seconda metà dell’Ottocento. Tamara Stanić 14 Dopo la guerra
di Crimea1 (1853–1856), il Regno di Sardegna, divenne una delle potenze garanti e
strinse importanti rapporti con l’allora Principato di Serbia nell’ambito della sua
politica estera (Stipčević, 1995: 28). I politici italiani, portatori di aspirazioni
risorgimentali, iniziarono a inviare consoli molto capaci in Serbia (Stipčević, 1995:
28). In questo periodo le relazioni diplomatiche tra il piccolo principato e l’Italia,
prima e dopo l’unificazione del Paese, entrano in una nuova fase, dedita alla
reciproca collaborazione. Negli ultimi decenni dell’Ottocento entrambi i Paesi
vedevano nell’Austria un forte nemico e un ostacolo per il loro ulteriore sviluppo e
unificazione. Questo comune interesse rafforzò l’amicizia tra l’Italia e la Serbia e
fece nascere la necessità di aprire un consolato a Belgrado con l’arrivo del primo
console, Francesco Astenga (Banjanin, 2012: 5). In questo modo Belgrado, nella
prima metà dell’Ottocento, divenne uno dei posti più importanti della politica
italiana. Dopo secoli di dominio turco, una delle cose fondamentali per il recupero
della Serbia sud-orientale fu la costruzione della linea ferroviaria Belgrado-Niš. I
lavori per la sua realizzazione attirarono anche maestranze di origine italiana. La
non invidiabile situazione economica in cui si trovò l’Italia dopo l’unificazione, nel
1861, costrinse molte famiglie italiane a emigrare. Alcune di queste giunsero
anche in Serbia. Nel 1884, grazie alla prosperità economica della città, fu aperto il
vice-consolato italiano a Niš (Genovesi-Bogićević, 2012: 58–59). La presenza degli
italiani a Niš ha un'origine lontana: alla fine dell'Ottocento, nella città natale
dell'imperatore Costantino viveva una colonia abbastanza numerosa di italiani,
composta da circa 800 persone. La Chiesa cattolica di Niš è il risultato della
missione cattolica del sacerdote Cesare Tondini de Quarengi, venuto a Niš per
fornire sostegno spirituale a tutti gli italiani che in quel momento stavano
lavorando alla costruzione della ferrovia2 . Oggi a Niš, la lingua e la cultura italiana
1 La guerra di Crimea fu un conflitto combattuto dal 4 ottobre 1853 al 1º febbraio
1856 fra l’Impero russo da un lato e un’alleanza composta da Impero ottomano,
Francia, Gran Bretagna e Regno di Sardegna. 2 Le informazioni a riguardo sono
state prese dall’intervista del giornalista italiano Giorgio Fruscione con Gaetano
Paolilo, l’imprenditore italiano che ha sposato la fondatrice serba della Società di
Dante Alighieri di Niš, Slavica Mitić Paolilo.(https://euinfo.rs/italijani-usrbiji-jedna-
stara-ljubavna-prica, visitato il 15 giugno 2021) UNO SGUARDO
SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO … 15 vengono promosse anche grazie
all’associazione culturale italiana Dante Alighieri3 . Sulla base di fonti autorevoli
(Stipčević, 1995; Aleksić Pejković, 1979; Banjanin, 2012), si può concludere che i
rapporti fra l’Italia e la Serbia nei secoli XIX e XX fino alla prima guerra mondiale
abbiano lasciato un segno significativo nella storia serba, definendo le relazioni
politiche tra i due Paesi. Fino alla fine degli anni '60 dell’Ottocento, l’Italia e la
Serbia avevano obiettivi politici comuni. Finché perseguì una politica
antiaustriaca, l’Italia instaurò forti relazioni politiche con la Serbia, ma quando
l’Italia si avvicinò all’Austro-Ungheria, la sua attenzione verso la Serbia si indebolì.
Nonostante il periodo in cui le relazioni tra i due Paesi non furono positive e non
caratterizzate da reciproco interesse, tra gli intellettuali serbi, quasi da sempre, era
ed è ancora viva la comprensione di quelle idee che un tempo avevano avvicinato
l’Italia e la Serbia (Stipčević, 2012: 35). Un altro importante indicatore delle buone
relazioni italo-serbe è, di sicuro, la presenza della comunità serba in Italia. La
grande maggioranza dei serbi in Italia vive nel Nord Italia, principalmente nella
città di Trieste. Oggi i serbi a Trieste sono 6.800, secondo il dato più recente, ma il
picco si è registrato nel 2011 con oltre 11.000 presenze tra residenti e non4 .
Questi fatti ed eventi sono solo alcuni dei tanti che testimoniano nella storia la
collaborazione tra l'Italia e la Serbia. C’è da chiedersi quale sarebbe stata la sorte
di duecentosessantacinquemila soldati e civili serbi, nell’inverno del 1915, se la
Marina italiana non li avesse portati sulla costa adriatica salvandoli dall’offensiva
austro-ungarica5 . Questo grande esempio di solidarietà da parte dell’Italia nei
confronti del popolo serbo sottolinea tutti quegli sforzi congiunti tra i due Paesi
nell’ambito della reciproca collaborazione. 3 La Società, fondata da Slavica Mitić
Paolillo insieme al marito Gaetano Paolillo, ha lo scopo di tutelare e diffondere la
lingua e la cultura italiana a Niš ravvivando i legami storici e culturali dei due Paesi.
4 Dal quotidiano triestino Il Piccolo:
https://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/12/01/ news/i-settemila-serbi-di-
trieste-festeggiano-260-anni-di-storia-1.14498213 (visitato il 9 settembre 2021). 5
Alla fine del 1915, in pieno inverno, l'esercito serbo era nella morsa degli eserciti
degli Imperi Centrali sotto il fuoco incessante del nemico che cercava di
distruggerlo completamente. Sulle rive dell'Adriatico furono salvati i soldati serbi
che si trovavano già sulla costa adriatica. Grazie all'operazione della Regia Marina
italiana e con la partecipazione di navi francesi e inglesi, i soldati serbi furono
trasferiti a Corfù. Tamara Stanić 16 2. Gli albori dell’insegnamento dell’italiano in
Serbia I primi insegnamenti dell’italiano risalgono alla seconda metà
dell’Ottocento. Le prime personalità che trasmisero e diffusero la lingua e
letteratura italiana in Serbia, prima della Grande Guerra, furono Matija Ban e il
lettore Bruno Guyon (Klajn 2000, Vučo 2003 in Šuvaković, 2009: 476). I primi dati
registrati sull’apprendimento istituzionalizzato della lingua italiana riguardano il
Liceo di Belgrado, dove le prime lezioni di letteratura italiana vennero tenute da
Matija Ban. Sebbene più noto per le sue attività politiche, Matija Ban è anche citato
come uno dei primi divulgatori della lingua e della letteratura italiana a Belgrado. I
primi tentativi dell’insegnamento di questa lingua presso gli enti scolastici non
ebbero grande successo. Le prime lezioni di italiano ebbero inizio nel lontano
1927. Secondo Ignjačević, nella prima scuola professionale, la Scuola superiore di
commercio di Belgrado, oltre al tedesco e al francese veniva insegnato anche
l’italiano, che era una delle materie obbligatorie per tutti gli alunni (Ignjačević,
2012: 694). Dodici anni dopo, nel 1939, alla Scuola di Economia e Commercio di
Belgrado, gli alunni dovevano studiare due lingue straniere, scegliendo tra inglese,
italiano, tedesco, francese, spagnolo, bulgaro, russo e ceco. La prima lingua
straniera veniva studiata per tre anni, mentre la seconda per un anno, e le lingue
slave potevano essere scelte solo come seconda lingua (Ignjačević, 2012: 694).
Già nel secondo dopoguerra l’italiano veniva insegnato in maniera continuativa,
ma soprattutto in ambito universitario. Poco dopo la fine della Seconda Guerra
Mondiale, i dirigenti scolastici, seguendo l’esempio della politica linguistica russa
dell’epoca, sentirono la necessità di offrire agli alunni più lingue straniere. Nella
Jugoslavia del dopoguerra, il russo veniva insegnato come prima lingua straniera
mentre l’inglese e il francese erano offerti come seconda lingua. L’italiano e il
tedesco avevano una connotazione negativa, in quanto lingue imposte dal regime
di occupazione (Prosvetni pregled, 1945: 2)6 . 2.1 Il contesto di apprendimento
della lingua italiana in Serbia 6 La traduzione dal serbo in italiano è stata realizzata
dall’autrice dell’articolo: (...) okupacija je nametala školi prednost nemačkom i
italijanskom jeziku, ostali su jezici odbacivani ili zanemarivani (...). UNO SGUARDO
SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO … 17 L’anno chiave per l’insegnamento
delle lingue straniere in Serbia è il 2000, quando è stato avviato un grande progetto
per riformare il curriculum del Ministero dell’Istruzione e dello Sport della
Repubblica di Serbia. L’obiettivo del progetto era modernizzare l’intero sistema
educativo serbo, mentre il nuovo curriculum per le lingue straniere è stato adottato
seguendo il Quadro comune europeo di riferimento per la conoscenza delle lingue,
documento descrittivo per l’insegnamento e la valutazione delle lingue, l’ultimo di
una serie di documenti pubblicati dal Consiglio d’Europa dal 1971. Il Consiglio
d’Europa, continuando la sua riflessione teorica e metodologica
sull’insegnamento delle lingue comunitarie e delle lingue “vive”, ha pubblicato nel
2001 questo importante documento (Common European Framework of Reference
for Languages: Learning, Teaching, Assessment) 7 che è diventato il punto di
riferimento comune per quanti operano sui temi dell’insegnamento/
apprendimento delle lingue in Europa. Il documento è rivolto in particolare a
coloro che insegnano le lingue nell’ambito dell’ apprendimento scolastico e
formale. Si ispira a un approccio pragmatico-comunicativo trattando i vari aspetti
dell’apprendimento, dell’insegnamento e della valutazione delle lingue. I nuovi
programmi di studio per le lingue straniere nell’istruzione primaria e secondaria
prevedono che l’apprendimento linguistico raggiunga un certo livello di
competenza conforme ai sei livelli prescritti dal Quadro europeo comune del
Consiglio d’Europa (A1, A2, B1, B2, C1, C2). Così, ad esempio, si propone che gli
studenti della scuola primaria di primo grado raggiungano il livello di competenza
linguistica corrispondente al livello A1, per la prima lingua straniera che
cominciano a studiare dal primo anno e, alla fine della terza media, il livello A2. Per
quanto riguarda la seconda lingua straniera, che in Serbia si comincia a studiare
dalla quinta elementare in più ore settimanali, al termine dell’istruzione primaria,
deve raggiungere anch’essa il livello A2. Nel secondo ciclo di istruzione, gli
studenti dovrebbero continuare a imparare le lingue straniere della scuola
primaria per arrivare al livello B1 al termine della loro istruzione, il che
consentirebbe loro di integrarsi facilmente nel mondo universitario e professionale
europeo (Đorović, Zavišin, Guglielmi, 2008: 1). In questo contesto la lingua
italiana, a partire dal 2001, insieme allo spagnolo, è stata inserita nel curriculum
scolastico della Serbia tra le quattro possibili opzioni linguistiche già presenti: 7 In
serbo venne pubblicato nel 2003, a Podgorica, dal Ministero dell’istruzione e della
scienza del Montenegro. Tamara Stanić 18 inglese, tedesco, russo, francese. In
questo periodo nasce un’offerta più ricca di lingue straniere nelle scuole pubbliche
in Serbia, in seguito alle richieste degli alunni e dei loro genitori, che riconoscono il
bisogno di apprendimento della lingua italiana per una collaborazione sempre più
intensa nel contesto di legami culturali ed economici tra i due Paesi (Vučo, 2007:
112). 3. L’italiano nell’ambito universitario Sebbene la lingua italiana, rispetto al
numero di parlanti nativi, non sia tra le lingue più diffuse, risulta comunque essere
al quinto posto per interesse allo studio nel mondo (Vučo, 2018: 37). Gli atenei più
importanti per lo sviluppo e lo studio dell’italiano nella Serbia del Duemila sono le
università di Belgrado, Novi Sad e Kragujevac, che offrono corsi di studio della
lingua e letteratura italiana. 3.1 Facoltà di Filologia dell’Università di Belgrado
Dalle origini ai tempi odierni l’insegnamento dell’italiano ha attraversato un
percorso pieno di sfide. Prima della Grande Guerra le mosse iniziali per fondare il
Lettorato d’italiano non ebbero successo. Nel 1927 viene adottato un programma
di corsi di studio alla Facoltà di Filosofia. A quel tempo, c’erano già 28 corsi, di cui
8 filologici, compresi anche gli studi romanistici. Le prime lezioni universitarie di
lingua italiana vengono tenute dal lettore Ilija Maričić, nel semestre estivo
dell’anno accademico 1929–1930. Il professor Maričić teneva due corsi: Il Corso
d’italiano per principianti e Il Corso d’italiano avanzato. Le lezioni venivano svolte
due volte alla settimana (Pregled predavanja, 1929/30)8 . Cinque anni dopo,
nell’anno accademico 1935–1936, nel Seminario di lingua e letteratura italiana,
grazie a uno dei più eminenti professori d’italiano, il professor Stanko Škerlj9 ,
presso la Facoltà di Filosofia di Belgrado, incomincia il futuro sviluppo
glottodidattico della lingua e letteratura italiana dando avvio alle nuove materie:
Grammatica storica di lingua italiana, Analisi sintattiche sui testi antichi italiani,
Lettura e interpretazione degli scrittori italiani contemporanei, Letteratura italiana
del Settecento (Pregled predavanja, 1935/36). 8 Le informazioni che riguardano
l’insegnamento dell’italiano presso la Facoltà di Filosofia di Belgrado, dal 1929 al
1960, si trovano nei volumi della rivista “Rassegna delle lezioni” (Pregled
predavanja) stampata dall’editore Naučna knjiga di Belgrado. 9 Stanko Škerlj
(Lubiana, 7 febbraio 1893 – Lubiana, 21 luglio 1975) fu tra i primi insegnanti di
lingua italiana all’Università di Belgrado. UNO SGUARDO SULL’INSEGNAMENTO
UNIVERSITARIO … 19 Due anni dopo il professor Škerlj tiene lezioni su Dante e
sulla fonetica storica. Nel 1940 il Seminario di lingua italiana si consolida. Il
personale docente si arricchisce di due insegnanti, Frano Nakić Vojnović ed
Edgardo Giorgi Alberti (Pregled predavanja, 1940/41). Tutti gli sforzi iniziali per
rafforzare il Seminario di Lingua Italiana presso la Facoltà di Filosofia di Belgrado,
purtroppo, falliscono in quel cupo 1941. Inizia la Seconda Guerra Mondiale che,
con la sua distruzione in tutti i campi, interrompe diversi anni di insegnamento
nell’università serba. Già tra le due guerre, nella Facoltà di Filosofia, si erano
istituite nuove discipline filologiche, principalmente filologia di altre lingue (studi
orientali, albanologia e studi italiani). Nonostante gli sforzi per svolgere un’attività
regolare, nel 1942 l’Università di Belgrado deve chiudere. Nel 1947 riprendono le
lezioni di italiano; anzi, in quell’anno accademico vengono offerti ben tre corsi di
lingua italiana: il primo corso per gli studenti dal primo al quarto semestre, il
secondo corso, invece, per gli studenti dal quinto all’ottavo semestre e il terzo
corso, comprendente Le lezioni di lingua italiana ma anche Gli esercizi della
grammatica storica della lingua italiana (Prosvetni pregled, 1947/48). L’anno 1948
rappresenta un anno importante per la didattica dell’italiano presso il
Dipartimento di Romanistica. Al personale docente si aggiunge la professoressa
Rajna Živković-Mandolfo (1903– 1998), assumendo un incarico d’insegnamento
completamente nuovo fino a quell’anno. La professoressa Živković-Mandolfo
insegna nuovi corsi riguardanti la letteratura italiana: Il Rinascimento nella
letteratura italiana da Goldoni a Carducci e Il teatro moderno italiano. Dal 1949 la
professoressa ŽivkovićMandolfo tiene anche il corso Dante e i suoi tempi, riservato
agli studenti del terzo e quarto anno, arricchendo il loro percorso formativo
(Prosvetni pregled, 1949/50). Il seguente anno accademico ha un valore
particolare per l’insegnamento dell’italiano in Serbia quando, per la prima volta, la
lingua italiana viene offerta agli studenti fuori dalla Facoltà di Filosofia. Presso la
Facoltà di Economia di Belgrado il professor Panta Mandić tiene le prime lezioni di
lingua italiana (Prosvetni pregled, 1950/51: 127). A partire dall’anno 1953 la
Cattedra di Romanistica apre le sue porte a eminenti nomi dell’insegnamento di
lingua italiana, tra i primi, certamente, il grande italianista, storico della letteratura
e intellettuale, Nikša Stipčević (1929– 2011). Membro ordinario dell’Accademia
Serba delle Scienze, l’accademico Stipčević ha lasciato un’eccezionale e vasta
produzione scientifica a tutti i docenti di lingua italiana. Tre anni dopo, nel 1956, un
altro grande studioso di lingua e letteratura italiana inizia il suo lavoro al Seminario
di italianistica, Eros Sequi Tamara Stanić 20 (1912–1995), raffinato cultore di studi
letterari. Per molti anni dirige il Dipartimento di Italianistica della Facoltà di
Filologia della capitale serba. Insegna Letteratura italiana dalle origini fino al
Trecento e tiene il Seminario della letteratura italiana (Pregled predavanja,
1956/57). Oltre all’attività didattica, seguita con molto interesse e molta
attenzione dagli studenti, il professor Sequi ha pubblicato centinaia di saggi e
articoli, principalmente in serbo-croato e italiano, ha scritto anche testi poetici, e
ha pubblicato diversi libri in entrambe le lingue (Eravamo in tanti, La casa di Pothia,
Memorialisti garibaldini, Mudre izreke, ecc.). Sarebbe lungo descrivere
dettagliatamente tutto ciò che ha fatto il professor Eros Sequi. Oggi, nella
biblioteca della Facoltà di Filologia, si trova il Fondo Eros Sequi, che raccoglie
centinaia di volumi che un tempo facevano parte della sua biblioteca privata, oltre
ai suoi manoscritti, lettere e documenti. Nello stesso anno il corpo docente viene
potenziato con i lettori di italiano Vera Bakotić, Đorđina Milošević, Erio Franchi,
Miroslava Brunetti e Milica Popović. Per la prima volta si introduce l’insegnamento
di traduzioni dal serbo all’italiano e viceversa e si presta attenzione alla
conversazione e all’analisi dei testi in italiano. Nel periodo successivo, l’alto livello
dell’insegnamento linguistico viene assicurato anche dalla presenza di due lettrici,
Tatjana Jeremić e Mara Krmpotić. Durante questo periodo si assiste al graduale
aumento del numero delle lezioni, prova dell’accresciuto prestigio
dell’insegnamento dell’italiano. Già nel 1961 la Facoltà di Filologia di Belgrado
comincia a svilupparsi indipendentemente separandosi dalla Facoltà di Filosofia
di Belgrado. La lingua e letteratura italiana riprende la sua strada presso il
Seminario di italiano che, in quel periodo, fa parte del Dipartimento di lingua e
letteratura francese. I primi passi degli studi di lingua e letteratura italiana presso
l’attuale Facoltà di Filologia di Belgrado si devono, indubbiamente, a Srđan Musić
(1927–1989), insieme a un altro grande italianista dell’epoca, Momčilo Savić
(1921–2008). In questo clima favorevole, nel 1966 i due professori fondano la
Cattedra di lingua e letteratura italiana presso la Facoltà di Filologia dell’Università
di Belgrado. Nell’ormai decennale percorso, molti professori sono maturati presso
il Dipartimento, accrescendone la reputazione e la qualità: dal già citato professor
Škerlj, attraverso il professor Miodrag Ibrovac, Frano Nakić-Vojnović, nei primi
decenni del dopoguerra, a Eros Sequi, la gestione a lungo termine della Cattedra è
stata preziosa per la sua stabilizzazione e avanzamento. A quel punto, si era già
UNO SGUARDO SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO … 21 formata una nuova
generazione di insegnanti e collaboratori che ha modernizzato e migliorato
ulteriormente il lavoro della Cattedra10. Da allora ad oggi, molti nomi eminenti
degli studi italianistici in Serbia sono maturati accrescendo il prestigio della
Cattedra. Lo spazio limitato di questo articolo non ci consente di soffermarci su
ciascuno di essi, ma alcuni nomi sono comunque degni di nota. Nell’anno 1964
comincia a lavorare uno dei più importanti e autorevoli filologi in Serbia,
l’accademico Ivan Klajn (1937–2021), membro ordinario dell’Accademia serba
delle Scienze e delle Arti. La sua dedizione, cura e amore per la lingua italiana
hanno contribuito, tra le altre cose, all’alta qualità dell’insegnamento di questa
lingua e di conseguenza al gran numero di studenti interessati a quel corso di
studi. Per anni la Cattedra di Italianistica contava un altissimo numero di iscritti
nell’ambito della Facoltà di Filologia dell’Università di Belgrado. Il professor Klajn
insegnava diversi corsi: Morfologia e sintassi dell’italiano contemporaneo e Lingua
della poesia italiana presso la Cattedra di Italianistica, Grammatica storica dello
spagnolo presso il Dipartimento di Spagnolo, Linguistica applicata presso il
Dipartimento di Linguistica generale e Grammatica comparativa negli studi
accademici di secondo grado. Uno dei nomi più stimati è autorevoli che la
Cattedra di Italianistica abbia potuto vantare è Sergio Turconi (1928–2019). Questo
grande studioso di letteratura neorealista insegnava alla Facoltà di Filologia di
Belgrado dagli anni ’70 fino a metà anni ’90. Attualmente la Cattedra di Italianistica
è arricchita della presenza di giovani forze tra assistenti e docenti, che
all’insegnamento e alla divulgazione della lingua e letteratura italiana
conferiscono uno zelo, un’energia e un’apertura peculiari. La Cattedra di oggi offre
gli studi di italiano, glottodidattica, letteratura e metodologia dell’insegnamento
della lingua italiana a tre livelli di studio universitario, quindi una completa offerta
formativa. Oltre alle materie riguardanti la lingua italiana (morfologia, sintassi,
lessicologia, fraseologia, grammatica storica, traduzione) gli studenti hanno la
possibilità di conoscere la letteratura e la cultura italiana dagli inizi fino ai tempi
moderni, nonché di approfondire le loro conoscienze nell’ambito del secondo
livello11 (Luigi Pirandello, CLIL, Lingua italiana parlata, Cinema e letteratura
italiana, Pratica metodica, ecc.). La Cattedra 10 Dal sito ufficiale della Facoltà di
Filologia: http://www.fil.bg.ac.rs/lang/sr/katedre/ italijanistika/istorijat/ visitato il
25 maggio 2021. 11 Gli studi accademici in Serbia si suddividono in: studi
accademici di base (primo grado), laurea magistrale (secondo grado) e studi
accademici specialistici (secondo grado), studi accademici di dottorato (terzo
grado). Tamara Stanić 22 di Belgrado ancor’oggi è il principale punto di riferimento
per lo sviluppo di futuri italianisti in Serbia. 3.2 Facoltà di Lettere e Filosofia
dell’Università di Novi Sad La fondazione ufficiale del Lettorato di lingua italiana a
Novi Sad risale al 19 ottobre del 197812 . In seguito alla proposta della
professoressa Draginja Pervaz, allora direttrice dell’Istituto di Lingue e Letterature
Straniere, sulla necessità ma anche sulla volontà di aprire un Lettorato di lingua
italiana presso il Dipartimento di Lingua e Letteratura francese, il Consiglio dei
docenti approvò la proposta all’unanimità. I primi lettori di italiano furono i pionieri
dell’insegnamento della lingua italiana a livello universitario della città di Novi Sad.
A dare avvio alle lezioni di italiano agli studenti di lingua e letteratura francese fu
Luigi Della Gatta. Dopo di lui, nel 1982 Elida Ricobon insegnò fino al 1987.
Successivamente hanno insegnato Alessandra Taliani, Giovanni Bini, Giuseppina
Paoloni, Isabella Meloncelli, Aleksandra Stojanović. La professoressa Meloncelli,
nella sua considerevole carriera accademica, prima a Belgrado e poi a Novi Sad
(1995– 2009), ha svolto un ruolo importante nell’ambito della disseminazione della
lingua e cultura italiana, organizzando inoltre molte attività insieme agli studenti
fuori dal regolare programma didattico, come per esempio le serate del cinema
italiano, vari incontri tra studenti serbi e illustri professori delle università italiane,
gestendo anche le borse di studio per i migliori studenti. Grazie a un clima
favorevole dell’insegnamento della lingua italiana il numero degli studenti
interessati alla materia aumentava ogni anno accademico. Nell’ambito di una
rinnovata concezione del dipartimento che comprese gli studi di italiano e
spagnolo, oltre al francese, Milorad Arsenijević, noto romanziere e cultore delle
lingue romanze, introdusse negli anni ’90 un corso dedicato appositamente alla
grammatica della lingua italiana13 . L’insegnamento dell’italiano si consolida con
l’arrivo della professoressa Aleksandra Blatešić, apprezzata studiosa della
fonodidattica della lingua italiana, della fraseologia e dell’etnolinguistica. La
prof.ssa Blatešić dal 2004 presta particolare attenzione al corpo docente del
Lettorato di lingua italiana e alle 12 L’archivio dei verbali della Facoltà di lettere e
filosofia dell’Università di Novi Sad. 13 Ha tradotto dal francese e dall'italiano il
Corso di linguistica generale di Ferdinand de Saussure. UNO SGUARDO
SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO … 23 numerose attività didattiche e
scientifiche. Nello stesso anno il corpo docente si arricchisce con l’arrivo di Mario
Liguori, docente di lingua e letteratura italiana, apprezzato insegnante come pure
letterato e scrittore noto in tutta la Serbia (Sedam jesenjih priča, Vedi Napoli e poi
muori, Prva ljubav, ecc). Nel 2004 viene assunto Olimpio di Mambro, che insegna
Cultura e elementi di civiltà italiana fino al 2011. Un altro importante docente al
Lettorato di italiano di Novi Sad è il prof. Christian Eccher, che dal 2007 fino a oggi
dà il suo prezioso contributo all’insegnamento della cultura e della civiltà italiana.
Laureatosi in letteratura italiana all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e
conseguendo il dottorato di ricerca sulla letteratura degli italiani d’Istria e di Fiume,
il professor Eccher ha contribuito, in larga misura, alla comprensione della
letteratura italiana nell'ex Jugoslavia. Il lettorato, negli anni successivi, aumenta
progressivamente il numero degli studenti, prova dell’accresciuto prestigio
dell’insegnamento dell’italiano, grazie anche ai lettori ministeriali Tamara Delli
(2005–2010), Marco Zagnoli (2010–2015), già dottore di ricerca presso l’Università
Ca’ Foscari di Venezia, e ai lettori del concorso “Laureati per l’italiano” Carmelina
Lonigro (2016–2017) e Amerigo Zanetti (2017–2018). Sulla base dei risultati di un
sondaggio condotto dai professori Blatešić e Zagnoli tra gli studenti del primo e del
secondo anno di apprendimento dell'italiano come seconda lingua straniera e
materia a scelta presso la Facoltà di Filosofia di Novi Sad, è stato rilevato che gli
studenti sentono una forte affinità personale con la cultura italiana, lingua e il
paese in cui si parla tale lingua (Blatešić, Zagnoli, 2015: 127–150). La lingua
italiana insegnata alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Novi Sad
risulta come quarta lingua straniera del programma biennale. Gli studenti di tutti e
ventidue i dipartimenti della facoltà possono scegliere l’italiano come L2. Oggi il
numero degli iscritti si aggira intorno a 250-280 nel complesso, ma bisogna tener
presente che gli studenti per accedere all’Università devono sostenere esami di
ammissione e il punteggio necessario per l’ingresso, il che insieme al numero di
insegnanti limitato, esclude molti aspiranti. L’insegnamento della lingua italiana
agli studenti di lingua e letteratura francese prevede un programma quadriennale.
Oltre alle lezioni di lingua italiana, gli studenti del terzo anno seguono il corso di
Cultura italiana, e in seguito, al quarto anno, il corso di Cultura italiana per
l’insegnamento. Lo studio della lingua italiana all’Università di Novi Sad si
caratterizza per l’attenzione alla linguistica funzionale, che studia le strutture della
lingua alla luce della loro funzione nella Tamara Stanić 24 comunicazione.
Particolare attenzione è rivolta allo studio delle varietà dell’italiano
contemporaneo che si differenziano a seconda del mezzo e della situazione
dell’enunciazione. Dal 2013 è previsto anche il corso di italiano facoltativo (B1.1–
B1.2) per gli studenti che desiderino proseguire lo studio della lingua oltre i due
anni previsti dai corsi opzionali. Dall’anno accademico 2015/2016 è attivo il corso
di Master in Lingua e letteratura francese con un’altra lingua e cultura romanza
(italiano o spagnolo), con quattro materie relative all’italianistica: Fraseologia
contrastiva dell’italiano e del serbo, Fonodidattica della lingua italiana, Letteratura
e musica italiana del Cinquecento e Seicento, La cultura italiana e la cultura serba
in contatto. Oggi al Lettorato di italiano sono presenti due assistenti, due docenti e
un professore associato. Il Lettorato di lingua italiana svolge anche un’importante
attività scientifica. I professori pubblicano articoli scientifici sulla lingua e
letteratura italiana, mirando ad aprire nuovi spiragli su metodologie di indagine e
percorsi di ricerca nell’ambito linguistico e letterario. Inoltre, un’importante attività
del Lettorato è legata alla promozione della lingua e cultura italiane. Gli insegnanti
d’italiano, sempre insieme agli studenti, svolgono altre attività che promuovono
sia la lingua e letteratura italiana sia l’arte italiana nelle sue diverse forme. La
divulgazione dell’italiano viene realizzata anche tramite la partecipazione del
Lettorato ai vari eventi organizzati dall’Università di Novi Sad: il Festival delle
Scienze, la Giornata europea delle lingue, la Settimana della lingua italiana nel
mondo. Il lettorato partecipa anche agli eventi legati alla Settimana del cinema
italiano e alla Mostra dei libri e dell’arte italiani. Il lettorato apre le sue porte anche
ai più piccoli, organizzando incontri di lingua italiana destinati ai bambini, segno
tangibile dell’attenzione dell’Ateneo per la divulgazione dell’italiano anche tra i più
giovani. Ultimamente si sono aperte nuove strade all’insegnamento dell’italiano
attraverso tecniche e metodologie didattiche innovative. Nomineremo solo alcune
di esse: Primena teletandem metoda u univerzitetskom kontekstu između
srbofona i italofona (Blatešić, Guglielmi, 2010: 81–89) (Applicazione dei metodi del
teletandem in ambito universitario tra serbofono e italofono); Apprendere le
microlingue in teletandem, tra teoria e pratica (Guglielmi, Blatešić, 2011: 83–95);
E-nastava stranih jezika na Mudl platformi u univerzitetskom kontekstu (E-learning
delle lingue straniere sulla piattaforma Moodle in contesto universitario) (Blatešić,
Borljin, 2021: 27– 31). UNO SGUARDO SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO …
25 Come risultato della collaborazione tra professori e studenti è stato pubblicato
il libro intitolato: ,,Sve ptice ovoga sveta-bajke romanskih naroda” 14 nel 2020. I
professori e gli studenti del Dipartimento di Romanistica e del Dipartimento di
Studi rumeni hanno selezionato e tradotto in serbo fiabe francesi, italiane,
spagnole, rumene e portoghesi. 3.3. Facoltà di Filologia e delle Arti di Kragujevac
La Facoltà di Filologia e delle Arti dell’Università di Kragujevac (FILUM) è stata
fondata il 23 aprile 2002, come trasformazione dei dipartimenti precedenti della
Facoltà di Filologia di Belgrado e dell’Università delle Arti di Belgrado. Allo sviluppo
complessivo del lavoro di ricerca scientifica presso la Facoltà di Filologia e delle
Arti di Kragujevac ha contribuito significativamente, nell’anno accademico
2013/2014, l’istituzione del corso di studio di Lingua e Letteratura italiana e del
corso di studi di dottorato. Il corso di studi quadriennali accademici di base di
Lingua e Letteratura italiana segue i principi della Dichiarazione di Bologna e gli
standard prescritti dalla Commissione per l’Accreditamento e l’Assicurazione
della Qualità della Repubblica di Serbia come anche i corsi di studio delle
università di Belgrado e Novi Sad. Il corso prevede l’offerta delle conoscenze
teoriche e pratiche necessarie per il lavoro di docente di lingua italiana (dopo aver
completato gli studi accademici di master), di traduttore di lingua italiana e di varie
attività in istituzioni culturali (biblioteche, centri culturali, editoria) e di
informazione pubblica (stampa e media elettronici). Al termine degli studi, lo
studente acquisisce il titolo di filologo laureato di Lingua e Letteratura italiana15. I
primi insegnamenti di italiano sono stati realizzati grazie ai contributi della prof.ssa
Julijana Vučo e del prof. Saša Moderc di Belgrado, della prof.ssa Aleksandra
Šuvaković e delle profosseresse Danijela Janjić e Tijana Kukić. Per quanto riguarda
la situazione dei lettori di madrelingua italiana, già nel 2014 hanno prestato
servizio Maria Argentiero e il docente di letteratura italiana Vincenzo Fiore, mentre
oggi la lettrice Cristina Santochirico fa parte dell’attuale corpo docente del
Dipartimento di Italianistica. A dare un grande contributo alla 14 In italiano:,,Tutti
gli uccelli di questo mondo - fiabe dei popoli romani” 15 Le informazioni a riguardo
sono prese dal sito ufficiale FILUM, visitato il 10 maggio 2021:
http://www.filum.kg.ac.rs/index.php?option=com_content&view=article&
id=34&Itemid=110&lang=sr Tamara Stanić 26 qualità dell’insegnamento della
lingua italiana presso la Facoltà di Filologia e delle Arti di Kragujevac sono stati
anche Luca Vaglio e Danilo Capasso, entrambi professori associati di lingua e
linguistica italiana. Il corpo docente attuale è costituito da nove insegnanti, sotto
la direzione di Aleksandra Šuvaković, prof.ssa di lingua e glottodidattica italiana.
Oltre alle attività didattiche la prof.ssa Šuvaković si occupa di linguistica applicata,
di didattica della lingua italiana e di metodologia di insegnamento delle lingue
straniere. 4. La collaborazione interuniversitaria delle Cattedre di italianistica La
necessità di una più forte collaborazione tra i docenti di diverse Facoltà serbe e
straniere, in cui si insegna l’italiano, è partita dal Dipartimento di Italianistica della
Facoltà di Filologia di Belgrado che, insieme all’Istituto Italiano di Cultura, ha
organizzato il primo convegno scientifico con una Tavola rotonda dal titolo:
“L’italiano fuori dall’Italia. Prospettive della collaborazione interuniversitaria
regionale”. Il convegno si è svolto il 28 novembre del 2018 dando vita a un serio e
profondo interesse scientifico per la lingua e la letteratura italiana. Il primo
incontro, aperto dai saluti del vicerettore dell’Università di Belgrado e dal direttore
dell’Istituto Italiano di Cultura, moderato dalla prof.ssa Julijana Vučo e dalla
prof.ssa Snežana Milinković, ha suscitato un grande interesse dei partecipanti. Nel
corso del convegno sono intervenuti vari relatori presentando le attività principali
dell’insegnamento e della ricerca della lingua italiana presso le loro istituzioni
universitarie. I docenti d’italiano sono intervenuti con passione, competenza, idee,
proposte e visioni future, dimostrando una grande e ampia disponibilità nel
settore. L’organizzazione della Tavola rotonda segna un importante passo per la
collaborazione tra i Dipartimenti di italianistica di Serbia, Croazia, Bosnia ed
Erzegovina, Repubblica Serba e altri paesi europei (Slovenia, Ungheria, Albania,
Italia, Austria). L’anno successivo il gruppo di lavoro della Tavola rotonda si è dato
appuntamento a Capodistria, sede dell’Università del Litorale. In occasione della
XIX settimana della Lingua Italiana nel Mondo, il 15 ottobre 2019, la Facoltà di
Studi Umanistici di tale università, in collaborazione con il Consolato Generale
d’Italia a Capodistria, ha organizzato il secondo incontro tra i docenti d’italiano
provenienti da Serbia, Croazia, Italia, Austria, Brasile, Albania, Slovenia, Ungheria
ecc. Questi due convegni hanno fornito occasioni d’incontro e di confronto fra
studiosi e docenti, stimolando curiosità scientifica di tipo teorico e UNO
SGUARDO SULL’INSEGNAMENTO UNIVERSITARIO … 27 applicativo, confrontando
le esperienze didattiche, problemi e prospettive dell’insegnamento dell’italiano in
Serbia e all’estero. 5. Conclusione Il compito maggiore dei Dipartimenti e Lettorati
di italianistica in Serbia consiste nella formazione di futuri insegnanti di italiano
chiamati a diffondere la lingua e la cultura dell’Italia. Contemporaneamente i
Dipartimenti devono curare la formazione delle nuove leve, con una solida
preparazione scientifica e stimolare iniziative di collaborazione anche
interdisciplinare con altri dipartimenti e strutture universitarie a livello nazionale e
internazionale. Starà ai docenti di italiano, impegnati nel compito di una diffusione
di qualità della lingua italiana, superare le difficoltà, sperimentare varie forme di
scambio e di collaborazione, intraprendere modi nuovi di studiare e confrontarsi,
sperimentare forme di intervento per l’italiano come lingua straniera avvalendosi
anche delle esperienze svolte in Italia per i parlanti nativi. La tutela della lingua
italiana impone il recupero della lingua scritta, del lessico, della cultura e della
letteratura, puntando ai valori forti, trasmettendo agli studenti la ricchezza che un
idioma come l’italiano, con otto secoli di ricchissima storia culturale, può
esprimere.

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