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Sulle Tracce Del Nazareno. Introduzione Al Gesù Storico. PP 1-87

Il documento esplora la ricerca del Gesù storico, analizzando come il deismo e il razionalismo tra il XVI e il XVIII secolo abbiano influenzato la percezione di Gesù nei testi evangelici. Viene discussa l'opera di vari pensatori, come Reimarus e Strauss, che hanno messo in dubbio la veridicità dei racconti evangelici e hanno cercato di distinguere tra il Gesù storico e quello della fede. La ricerca ha portato a una varietà di interpretazioni, che spaziano dall'idea di un Gesù mitico a quella di un predicatore morale distorto dalla tradizione cristiana.

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Sulle Tracce Del Nazareno. Introduzione Al Gesù Storico. PP 1-87

Il documento esplora la ricerca del Gesù storico, analizzando come il deismo e il razionalismo tra il XVI e il XVIII secolo abbiano influenzato la percezione di Gesù nei testi evangelici. Viene discussa l'opera di vari pensatori, come Reimarus e Strauss, che hanno messo in dubbio la veridicità dei racconti evangelici e hanno cercato di distinguere tra il Gesù storico e quello della fede. La ricerca ha portato a una varietà di interpretazioni, che spaziano dall'idea di un Gesù mitico a quella di un predicatore morale distorto dalla tradizione cristiana.

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PARTE PRIMA La ricerca del Gest: storico LAPRIMAELASECONDA RICERCA DELGESU STORICO LA PRIMA E LA SECONDA RICERCA DEL GESU STORICO! Dal deismo inglese a Schweitzer Chi era veramente Gest di Nazaret? Che cosa sappiamo di lui? Quanto é affidabile il suo ritratto che troviamo nei vangeli? Tali domande hanno una lunga storia e risalgono probabilmente agli albori del cristianesimo stesso. Queste sono perd emerse con particolare insi- stenza in epoca moderna, dando vita a quella che viene detta la ricerca del Gesit storico. Tra il XVI e il XVIII secolo nel pensiero europeo emersero € si affermarono alcune idee che spinsero gli intellettuali e gli studiosi ad interrogarsi in modo profondo sulla consistenza storica del ritratto del Nazareno che emerge dal Nuovo Testamento e che per secoli era stato al centro della predicazione dei cristiani. In particolare, il razionalismo e il meccanicismo imperanti nella speculazione filosofica di questo pe- riodo portarono alla formulazione di quella posizione filosofico-teolo- gica che é detta deismo. Secondo la stessa, pur non potendosi negare Pesistenza di Dio quale creatore ¢ ordinatore del cosmo, questo doveva essere concepito come una sorta di potentissimo orologiaio che, una volta messo insieme il perfetto meccanismo del mondo, non aveva pit ragione di intervenire nello stesso. Cid ovviamente portava a porre in dubbio l’accuratezza delle narrazioni evangeliche, cosi piene di miracoli 1 Riprenderd jn questo mio lavoro la ripartizione classica della ricerca del Gest storico in ales con una fase di stallo tra la prima e la seconda di queste. Oggi molti studiosi, e non senza delle buone ragioni, contestano tale modo di ricoseruire la storia di detta disciplina. Dato lo scopo che mi propongo in questo scritto, perd, mi ¢ sembrato necessario attenermi (anche se in un modo un po’ diverso dal consueto) ad un collaudato schema di tipo manualistico che ha git dato buona prova di sé nell’introdurre i neofiti alla materia. PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO. e di fenomeni sovrannaturali, e di conseguenza ad interrogarsi Sulla ye. rosimiglianza storica dell’immagine di Gest di Nazaret cos} come tradi. zionalmente tramandata. Dagli storici della filosofia la nascita del deismo viene fatta fj. salire alla pubblicazione del De veritate (1624) di Edward Herbert (1582 - 1648), in cui ’autore perora l’idea di una religione naturale ba. sata unicamente sulla conoscenza razionale di Dio, Nella seconda edi- zione (1645), questi giunge ad attaccare esplicitamente la teligione rive. lata. Di ispirazione deista fu anche Charles Blount (1654 — 1693). Egli tradusse in inglese i primi due libri della Vita dz Apollonio di Tiana di Filostrato (1680), dando l’avvio ad una lunga tradizione (giunta prati- camente fino ai nostri giorni) che vede in questo filosofo greco una sorta di rivale di Gest di Nazaret quale “uomo divino”, intendendo questa espressione come indicante una Categoria storico-religiosa che avrebbe goduto di ampia popolarita nel paganesimo antico. Blount fu anche probabilmente l’autore di un trattato pubblicato in forma ano- nima nel 1683 dal titolo di Mzracoli. Nessuna violazione delle leggi della natura, una lunga parafrasi di Spinoza con qualche citazione da Hobbes. Un’altra tappa fondamentale nella storia del deismo fu se- gnata da John Toland (1670 — 1722), il quale in Il cristianesimo noné musterioso, alla luce del suo panteismo materialistico, sostenne che non € possibile per l’'uomo avere delle credenze concernenti un qualcosache superi quanto pud essere Taggiunto con l’uso della ragione, in quanto non si pud dare il proprio assenso a cid che non si comprende. Toland affermava che il cristianesimo aveva commesso ’errore di tollerare ty maginario pagano, il quale Pero aveva finito per distorcerne il vero s- gnificato. Era quindi necessario purificare immagine di Gesis fara propria dalla cristianita per giungere a quella di un predicatore di unt morale rigorosa ¢ pura, Nel suo libro Nazareno. O il gue ebraico, gentile ¢ maomettano, pubblicato nel 1718, asseri che i pr " cristiani di origine ebraica erano nazareni o ebioniti. Questi Dom aa gli “eretici” descritti dalla tradizione cristiana successiva, ma degli on LAPRIMAELA SECONDA RICERCA DEL GESU STORICO credenti, i quali seguivano gli insegnamenti morali di Gest: (dipinto come un umanista illuminato), insegnamenti poi distorti dalla chiesa. Anthony Collins (1676 — 1729) si concentrd in modo parti- colare sulle profezie presenti nell’Antico Testamento che, secondo l’in- segnamento classico del cristianesimo, sarebbero state adempiute da Gesii, notando come invece queste spesso si riferissero ad altri eventi gia verificatisi quando il fondatore del cristianesimo era venuto al mondo. Ad esempio, Isaia 7,14 (cfr. Mt 1,22-23) non riguardava il concepi- mento miracoloso di Gest, bensi un segno a favore della generazione propria del profeta concernente la nascita di un bambino. Osea 11,1 (cfr. Mt 2,15) non era una predizione riguardante il ritorno della Sacra Famiglia dall’Egitto in Palestina, ma si riferiva all’esodo di Israele. Col- lins concluse che questi esempi erano indicativi dell’interpretazione al- legorica della Bibbia portata avanti dalle scuole rabbiniche e di come quindi il cristianesimo si fondasse su un puro parto della fantasia. Un pilastro fondamentale dell’apologetica del tardo XVII se- colo erano i miracoli compiuti da Gest, tema a cui si dedicé Thomas Woolston (1670 — 1731). Quest’ultimo, tra il 1717 e il 1729, pubblicd una serie di sei Discorsi sui mtracoli del nostro Salvatore in vista dell’at- tuale controversta tra infedeli e apostati, nei quali vengono analizzati cinquantacinque racconti relativi ai miracoli, che vengono bocciati come assurdi, incredibili e immorali. Contro la pretesa che i miracoli descritti nel Nuovo Testamento abbiano un elevato contenuto morale, Woolston osserva come, se Apollonio di Tiana avesse mutato l’acqua in vino, come si dice che avrebbe fatto Gesii, avremmo esecrato la sua memoria, Quella relativa alla stella di Betlemme ¢ semplicemente una storia assurda e la risurrezione di Gesii la pit evidente impostura della storia umana. Tra i deisti inglesi, ultimo che vale la pena di menzionare in questo contesto ¢ Matthew Tindall (1655 — 1733), che si definiva un “deista cristiano” e che scrisse il saggio Il cristianesimo vecchio quanto la creazione: 0 tl Vangelo, una riedizione della religione della natura, che éstato da molti definito come la “Bibbia del deismo” ¢ che una lunga PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO tirata sconclusionata contro l’Antico Testamento, con vivaci Conside, razioni in merito alla moralita di tanti suoi brani. Il primo a tentare una rilettura sistematica della storia dj Ges alla luce del deismo razionalistico ¢, potremmo dire quasi incidental. mente, a fondare il moderno studio del Gest: storico, fu pers il tedesco Hermann Samuel Reimarus (1694 - 1768), professore di lingue orien. tali all’Universita di Amburgo. Questi scrisse un libro dal titolo Apolo. gia di coloro che adorano Dio secondo ragione, che pero non publica in vitae che fu edito solo in modo parziale, diversi anni dopo lasua morte, da Lessing. In tale scritto ?autore pone in questione la moralita degli apostoli ¢ la veridicita dei racconti evangelici, tracciando di conse- guenza una netta distinzione tra il Gestt della storia e il Gesit della fede. Egli sostiene che il Nazareno vedeva se stesso come un devoto giudeo, paladino di una forma particolarmente illuminata di dottrina morale,¢ che non aveva alcuna intenzione di rigettare la Legge e proporre nuovi articoli di fede. Questi avrebbe incontrato una notevole opposizione dal momento in cui si dichiard il Messia, con l’obbiettivo di liberare po- liticamente il popolo di Israele. Gest non era affatto un operatore di miracoli, né pretendeva per sé il titolo di Figlio di Dio. Dopo la sua morte, gli apostoli ordirono un complotto atto a mantenerli nella posi- zione di potere € privilegio che avevano raggiunto come discepoli di Gesit; cosi rubarono il suo corpo dalla tomba e proclamarono Jasuari- surrezione dai morti, asserendo altresi che sia la Bibbia che il Nazareno stesso avessero profetizzato tale evento. Secondo Reimarus, le contrad- dizioni che incontriamo confrontando i vari racconti neotestamentati relativi alla risurrezione sarebbero proprio la testimonianza chesi trattd diuna pura messinscena. Per rafforzare ulteriormente la loro posiz ono jone, poi, gli apostoli cominciarono a predicare anche l’imminente rit del loro maestro al fine di stabilire il suo regno sulla terra. Lidea di Reimarus relativa all’impostura degli apostoli sh scitd una forte indignazione tra i cristiani, ma non ebbe molto seguito tra coloro che, dopo di lui, si impegnarono nella ricerca attorno al Gest storico. Costoro fecero comunque proprio il suo proposito di ee fino a che punto i vangeli ci descrivano accuratamente Ia figura de LAPRIMAELASECONDA RICERCA DEL GESU STORICO Gesii della storia e di analizzare le differenze presenti tra i vari racconti evangelici per verificare cosa possiamo da queste dedurre in merito alla suddetta. Con la sua opera, quindi, si pud ben dire che Reimarus dettd Pagenda di gran parte dei duecento successivi anni di ricerca attorno al Gest storico. Se Reimarus aveva liquidato i racconti dei miracoli come frutto di fantasia, aveva comunque salvato la credibilita dei vangeli nel loro complesso e quindi aveva comunque ritenuto Gest un personag- gio storico di cui fosse in linea di principio possibile ricostruire la vita. Molto pitt in la si spinsero due autori francesi a lui di poco posteriori, il filosofo e orientalista Constantin Francois Volney (1757 — 1820) e l'in- tellettuale e retore Charles Francois Dupuis (1742 - 1809). Costoro as- serivano che il cristianesimo non fosse che una fusione di varie mitolo- gieantichee che quindi quella di Cristo non fosse che una figura mitica. Dupuis sosteneva che le antiche religioni siriana, egizia persiana ave- vano influenzato la narrazione biblica, che era quindi un’allegoria del mito solare; ne derivava che le Scritture ebraiche ¢ cristiane potevano essere interpretate secondo il modello solare: ad esempio, la caduta del?’'uomo narrata nella Genesi doveva essere interpretata come un’alle- goria delle difficolta causate dall’inverno e la risurrezione di Gest come un/allegoria della crescita della forza del sole nel segno dell’Ariete nell’equinozio di primavera. Volney era dell’opinione che le figure di Abramo e Sara fossero derivate da quelle di Brahma e di sua moglie Sa- raswati, e che la figura di Cristo fosse derivata da quella di Krishna. Cio- nonostante, quest’ultimo pensava che non fosse da escludersi che Gest. di Nazaret fosse realmente esistito, ma riteneva che i vangeli ci restituis- sero di lui un’immagine completamente trasfigurata dal mito. Di tutt’altro tipo fu la linea interpretativa lungo cui si mosse Heinrich Eberhard Gottlob Paulus (1761 — 1851), nel suo voluminoso libro La vita di Gesit come base di un racconto puramente storico del cri- stianesimo antico, In questo scritto, ritenendo fondamentalmente affi- dabili i racconti dei vangeli, ’autore cerca di trovare una spiegazione tazionale per i miracoli in essi narrati. C’% da dire che, in realta, il tema ‘dei miracoli non rappresenta il fulcro del suo scritto, ma é cid per cui il PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO suo autore attrasse maggiormente l’attenzione sia trai suoi conte; ranei che tra i posteri ed il motivo per cui si guadagnd un Posto si cativo nella storia della ricerca del Gest: storico. Mpo. gnif. Secondo Paulus, per esempio, quando i vangeli ci Patlano g Gest che risuscita dei morti, in verita ci desctivono degli episodi in cui delle persone che erano in coma furono rianimate. E la stessa cosa Var- rebbe per la risurrezione di Gest: questi non sarebbe davvero motto sulla croce, ma ridotto ad uno stato di morte apparente, dal quale in seguito si sarebbe ripreso. E quando il Nazareno sfamé le moltitud , non lo fece moltiplicando realmente il cibo a disposizione (cost comei cristiani da sempre pensano che sia accaduto), ma, molto pitt semplice- mente, cominciando a condividere quanto aveva con i Presenti, i quali poi si misero ad imitarlo, cosi che i meno abbienti poterono mangiare di quanto avevano con sé i pit: abbienti, e tutti furono saziati. Linterpretazione offerta da Paulus dei miracoli di Gest cos come vengono descritti nel Nuovo Testamento fu fermamente re- spinta come altamente improbabile da David Friedrich Strauss (1808- 1874), che ne offri invece una di tipo mitico. Piuttosto che seguire ira zionalisti, i quali pensavano di poter comunque ricavare un nucleo sto- tico nelle tradizioni relative a Gesti raccolte nei vangeli, infatti, Strauss sostenne che queste avevano un carattere puramente mitico ed erano nate solo dopo la morte di Gesu. I primi cristiani, perd, non avevano avuto l’intenzione di ingannare nessuno. Al contrario, essi si erano I mitati a comunicare nella lingua e con gli strumenti messi a dispost Zione dalla propria cultura la loro convinzione che il Nazareno foseil Messia profetizzato dalle Scritture ebraiche. Di conseguenza, Straus credeva che tutti gli elementi soprannaturali, come la nascita verginale di Cristo, i miracoli e la risurrezione, non avessero alcun fondament storico. Strauss mirava a costruire una nuova interpretazion¢ deivan” geli che potesse avere una qualche importanza per un lettore 4 tuicor femporaneo. Secondo lui, Pessenza del cristianesimo era distint® questioni legate ai fatti storici telativi alla vita di Gesit. Di consent Propose di leggere i vangeli in modo astorico, come un insieme dim” LAPRIMAELASECONDA RICERCA DELGESU STORICO nella speranza di scoprire la “verita” su Gest. Decifrando appunto que- sti miti era possibile raggiungere il nucleo veritativo del cristianesimo. Sia Pinterpretazione mitologica che quella naturalistica dei miracoli continuano ad avere un certo sostegno ancora oggi. Solo che gli studiosi contemporanei tendono a far proprie entrambe le spiega- zioni, trovando alcuni miracoli facili da spiegare in termini naturalistici (come ad esempio le guarigioni operate da Gesti, che avrebbero potuto avere una causa psicosomatica) ed altri (come i miracoli sulla natura) bisognosi invece di una spiegazione in termini mitici. Il tentativo di spiegare Gest: facendo a meno del sovrannatu- rale é andato di pari passo con l’intenzione di farlo apparire come un uomo illuminato e razionale. Nel XIX secolo la tendenza fu quella di minimizzare gli elementi pit marcatamente emotivi dell’immagine evangelica del Nazareno e di purgare la stessa da ogni aspetto legato al pensiero apocalittico, attribuito ai suoi discepoli, che, in questo senso, ne avrebbero distorto il messaggio. La volonta era quella di ritrarre Gesii come un maestro saggio e amorevole il cui messaggio si concen- trava su Dio come Padre, sull’amore e sulla fratellanza umana. Su tali presupposti furono prodotte in questo periodo numerose biografie del profeta di Nazaret dal taglio spesso romanzesco, la pit famosa delle quali fu quella del francese Ernest Renan (1823-1892). Nativo del piccolo comune bretone di Tréguier, Renan aveva studiato in seminario, ma si era sottratto all’ordinazione sacerdotale avendo maturato molti dubbi relativamente alla sua fede. Si era poi di- stinto negli studi semitici all’Universita di Parigi, dedicandosiin seguito all’archeologia in Siria e nel Vicino Oriente. Incoraggiato dalla sorella Henriette, scrisse la sua Vita di Gest che, pubblicata originariamente nel 1863, divenne rapidamente uno dei libri pik popolari della sua €poca, tanto da conoscere numerose traduzioni ed essere ristampato ed apprezzato ancora oggi soprattutto in ragione della sua qualita lettera- ria, Metodologicamente, Renan utilizzé non solo fonti canoni- che, ma anche materiale extra-canonico, come il Primo libro di Enoc (che avrebbe fornito lo spunto per l’auto-designazione di Gest: come PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO “Figlio dell’uomo”), cosi come Flavio Giuseppe, Filone di Ales eil Talmud. Al contrario fu piuttosto prudente nell’utilizzare tiale proveniente dai vangeli, in quanto in questi & Prepon Paspetto miracoloso del ministero di Gesit. Pur infatti non asserendy mai una vera e propria impossibilita metafisica dei miracoli, Renan fermé che nessun evento miracoloso sembrava essersi Verificato in modo inoppugnabilmente documentato in epoca moderna, per cyj uno studioso come lui era tenuto a considerare come storicamente inat. Sandrig il mate. derante tendibili tutti i racconti infarciti di elementi sovrannaturali. Trale font evangeliche, lo studioso francese giudicd maggiormente affidabil Marco, per la narrazione, e Matteo, per le parole di Gesis. Egli tentd di penetrare nella psicologia di Gest, descrivendolo come un individuo in conflitto con le autoriti religiose a lui contemporanee. Questi si era op- posto alla religiosita dei farisei, che Renan vedeva come esteriore € 1i- tualistica, proponendo una teligione del cuore, spogliata da tutto quanto vi é di esteriore ¢ superficiale. La prova di questa proposta s- tebbe fornita dai resoconti evangelici relativi all’atteggiamento di Gest nei confronti dell’osservanza del sabato e alle sue interazioni con ist maritani ei non ebrei. Con il passare del tempo, l’opposizione delle au- torita religiose ebraiche si era intensificata sempre pit, culminando in un complotto per ucciderlo, complotto che aveya portato alla sua ese: cuzione. In contrasto rispetto al tentativo di ricostruire un ritratto p* cologico di Gesit si presenta invece opera di Johannes Weiss (1863 1914). Contrariamente ad una linea di pensiero all’epoca imperan'® Weiss capi che la nascita della teologia cristiana non andaya letta nei te mini di una sintesi di carattere sincretistico tra giudaismo ed ellenism ma nei termini di un movimento messianico escatologico che dove essere compreso nel contesto del profetismo ebraico. Secondo cost alla base dell’annuncio di Gest stava la sensazione che l’era messi fosse imminente. Gest si aspettava ’avvento del regno di Dio nel os mediato futuro, insegnando ai suoi discepoli a pregare per Ja sua e nuta. Il regno sarebbe stato realizzato esclusivamente per opera di a non dagli esseri umani, i quali doveyano rimanere in attesa del su 10 LAPRIMAELASECONDA RICERCA DEL GESU STORICO avyento praticando la rettitudine. In particolari momenti di intuizione profetica, il Nazareno percep) che il pit grande ostacolo per l’arrivo del regno di Dio (il regno di Satana) era gia stato superato; @ in questi mo- menti che egli parlé con fede audace dell’avvento del regno di Dio come un qualcosa di talmente certo da poter essere gid quasi presente. Queste affermazioni del Nazareno sulla presenza del regno di Dio devono es- sere comprese nel contesto dei suoi specifici sentimenti religiosi; non devono essere valutate in termini di conclusioni che sostituiscano la fede di Gesit (in Dio enel regno di Dio) con una fede implicita in Gest. Lanozione moderna di uno sviluppo graduale del regno di Dio che ini- zia nel presente o quella relativa ai vari stadi dello stesso non devono essere confuse con la comprensione totalmente escatologica che di que- sto aveva il profeta di Nazaret. La fiducia di Weiss e di altri nel Vangelo secondo Marco come fonte principale per la predicazione di Gesii per i dettagli biografici della sua vita subi perd un duro colpo da parte di William Wrede (1859 - 1906). Nato in una piccola citta chiamata Bucken, vicino ad Hanno- ver, questi studio teologia a Lipsia. Fu influenzato e prese parte alla Re- ligionsgeschichtliche Schule (Scuola di Storia delle Religioni), che cer- cava di comprendere il Nuovo Testamento e i suoi scritti nel loro contesto storico-religioso. Nel 1895 fu nominato professore ordinario universita di Breslau, dove rimase fino alla sua prematura scom- legato alla sua famosa teoria ii sinottici, e in modo parti- presso!’ parsa a soli 46 anni. Il nome di Wrede é | relativa al “segreto messianico”. Nei vangel colare in Marco, il Nazareno é dipinto come tendente a voler mante- nere segreta la propria identita messianica, imponendo a tutti di tacerla ¢,al contempo, viene stigmatizzata Pincapacita dei suoi di comprendere chi egli sia realmente. Ora, nota Wrede, se Gest si fosse considerato il Messia, non si potrebbe spiegare un tale fenomeno. Questi, quindi, non si proclamé mai tale e fu per giustificare questo suo silenzio a tal pro- posito che la chiesa primitiva fu costretta a dipingerlo come impegnato avoler mantenere segreta la sua jdentiti messianica. Wrede intese ilcon- cetto di segreto messianico, includendo l’incomprensione dei discepoli ___ el’insegnamento esoterico di Gesit in parabole, come uno strumento 11 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO ermencutico premarciano per risolvere il problema di come un autore cristiano potesse presentare una tradizione relativa a Gest che non era messianica e al contempo proporre costui come il Messia atteso da Israele. La campana a morto della prima fase della ricerca del Gest storico fu suonata dallo studioso alsaziano Albert Schweitzer (1875 - 1965), il quale pubblicd nel 1906 e, in una versione rinnovata, nel 1913 lasua famosa Storia della ricerca sulla vita di Gesit.In questo testo Pau- tore analizzé la ricercaalui precedente relativa alla figura storica di Gest, (facendola iniziare con Reimarus e limitandosi per lo pita prendere in considerazione solo autori di lingua tedesca) giungendo alla conclu. sione che il Gest: di Nazaret che si sarebbe Ptesentato pubblicamente come il Messia, che avrebbe predicato Petica del regno di Dio, che avrebbe fondato il regno dei cieli sulla terra e sarebbe morto per dare alla sua opera la consacrazione finale non sarebbe mai esistito. Secondo Schweitzer, tutto cid che possiamo recuperare da un punto di vista storico a riguardo di Gest & Yescatologia apocalittica di cui egli si fece promotore. Gli autori ottocenteschi delle vite di Gest hanno tentato di comprenderlo come un maestro di verita senza tempo. Un tale Gest non poteva essere un profeta escatologico galileo. Eppure, afferma lo studioso alsaziano, Gest deve essere compreso principal- mente in termini escatologici, in un modo tale perd da non poterci ri- sultare molto familiare, in quanto lui si aspettava veramente che con il suo ministero iniziasse il regno di Dio sulla terra quindi, da questo punto di vista, era in errore. Da Bultmann alla nuova ricerca Le potenti critiche di Schweitzer a tutta la ricerca del Get storico svolta fino a quel momento portarono molti studiosi wel chiedersi se fosse possibile ricostruire una qualche immagine ate mente attendibile del Nazareno. Nel frattempo, il panorama reo 12 LAPRIMA ELA SECONDA RICERCA DEL GESU STORICO era cambiato considerevolmente, cosi che ora era il Cristo della fede piuttosto che il Gesit storico ad essere visto come centrale dagli studiosi. Ilpensatore pitt influente in questo periodo éV’illustre teologo Juterano Rudolf Bultmann (1884 — 1976). Ispirato dal pensiero di M. Heidegger, Bultmann sostiene che gli esseri umani sono al cospetto di una decisione critica rispetto al divino e che l’esistenza autentica di- penda dalla fede di una persona nell’atto salvifico di Dio attraverso Gest. Non é che questi non abbia interesse per il Gest: storico, ma ri- tiene che non sia possibile sapere praticamente nulla della sua vita ¢ della sua personalita. Sottolinea come non ci siano dubbi sul fatto che il Nazareno sia stato un personaggio storico reale, la cui vita ¢ aperta alPindagine degli studiosi, ¢ arriva anche ad abbozzare uno schema di base della sua biografia e del suo insegnamento; tuttavia, é dell’idea che la fede non possa dipendere dalle sabbie mobili dell’indagine storica. Non é il Gesti storico, ma il Cristo kerygmatico, il Signore risorto dell’annuncio cristiano, ad essere importante per il credente. Bultmann é uno dei grandi esponenti della scuola della “cri- tica delle forme” (0 “storia delle forme”), il cui proposito fondamentale é quello di analizzare la formazione dei vangeli. Egli sostiene che le storie relative a Gesu circolarono oralmente per un discreto lasso di tempo, assumendo rapidamente un certo numero di “forme” chiaramente de- finite (detti, miracoli, storie di conflitti, leggende e cosi via), le quali fu- rono elaborate in seno alla chiesa primitiva prima di essere modificate e collocate in modo arbitrario all’interno della struttura dei vangeli dai loro vari autori. Secondo Bultmann, alcune di queste unita della tradi- zione, una volta spogliate delle aggiunte successive, potrebbero risalire al Gesit storico, ma molte sarebbero state inventate dalla chiesa e riflet- terebbero il particolare Sitz im Leben (posto nella vita) delle prime co- munit’ cristiane, testimoniando il loro kerygma (la loro “proclama- zione”). I vangeli doyrebbero quindi essere letti pits come l’espressione della fede delle prime comunita cristiane che come resoconti storici della vita di Gesis, vale a dire come testi in cui il “proclamatore” (il Gesit storico) é diventato il “proclamato” (il Signore risorto). Proprio questo Ges proclamato, plasmato da geni teologici come Paolo e Giovanni e 13 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO demitizzato (cio’, spogliato dalla vetusta visione del mondo di questi ultimi), sarebbe il gusto centro della fede cristiana ¢ sarebbe questo che Pesegeta dovrebbe cercare di recuperare. Tale fu Pinfluenza di Bultmann, in particolare in Germania, che i decenni successivi videro praticamente eclissarsi gli studi attorno al Gesit storico. Seguendo il suo esempio, gli studiosi del Nuovo Testa. mento si rivolsero allo studio dei vangeli ¢ dello sviluppo della fede cri. stiana primitiva. Naturalmente, non tutti rinunciarono alla ricerca sto- rica in senso stretto e gli studiosi fuori dalla Germania non smisero del tutto di scrivere delle vite di Gest. Proprio al periodo di massima diffu- sione ed influenza delle teorie bultmanniane, per esempio, risale la for- tunatissima Vita di Gestt Cristo del biblista italiano Giuseppe Ricciotti, pubblicata per la prima volta nel 1941 e continuamente ristampata pra- ticamente fino ad oggi. Ma, in generale, c’era un atteggiamento pi guardingo nei confronti del Gest: storico. Piuttosto che tentare di rico- struirne la sua “vita”, gli studiosi tendevano a studiare elementi discreti della tradizione: C. H. Dodd studid le parabole, T. W. Manson Vinse- gnamento di Gest, e in Germania, Joachim Jeremias scrisse libri sulle parabole, sulle parole pronunciate da Gest: durante leucaristia, sulla teologia del Nuovo Testamento e su Gerusalemme nel I secolo. Questi studiosi presero sul serio i problemi storici esposti dai critici delle forme e resistettero alla tentazione di integrare il loro lavoro in ricostruzioni pit ampie del Gesii storico. onti della Alcuni dei tentativi pit: interessant di scrivere resoc ‘ iosi ebrel- vita di Gest in questo periodo vennero curiosamente da stud: Claude Montefiore, in una serie di pubblicazioni, lo descrive cong 4 profeta; Joseph Klausner, nel primo lavoro accademico su Gest 9 ebraico, lo vede come un ebreo largamente osservante della Legge < si caratterizza in particolare per il suo insegnamento etico (la ae parte del quale, tuttavia, si trova gia nelle Scritture ebraiche)s ¢R° a Eisler, basandosi in gran parte sulle testimonianze su Gest Sains in un’antica versione slava degli scritti dello storico ebre0 del 1 24 Flavio Giuseppe, lo vede come un rivoluzionario. LA PRIMA ELA SECONDA RICERCA DEL GESU STORICO Una conseguenza estrema dell’enfasi di Bultmann sul Cristo proclamato fu la proliferazione di studi che sostenevano, come gia av- venuto due secoli prima con Dupuis, che il Nazareno non era mai esi- stito (studi che comunque lo stesso Bultmann avversd in modo molto duro). Il principale propugnatore di questo punto di vista fu Arthur Drews, un filosofo tedesco, il quale sosteneva che l’intera storia di Gest noneraaltro che un mito. Le sue opinioni causarono una considerevole controversia, al punto che lo stesso Schweitzer dedicd un intero capi- tolo a controbatterle nella seconda edizione del suo opus magnum. Questo periodo fu testimone anche di una serie di pubblicazioni a dir poco discutibili influenzate dall’ideologia nazista. Un primo esempio di cid fu il lavoro di H. S. Chamberlain, che in un libro al tempo molto popolare sostenne che il Nazareno apparteneva a un gruppo etnico mi- sto portato in Galilea dopo la deportazione assira ¢ che probabilmente era di origine “ariana”. L’opera fu un bestseller e nel 1944 era alla sua ventinovesima edizione tedesca. Un’aberrazione simile ¢ quella che tro- viamo negli scritti di Walter Grundmann, nei quali viene esposta la teo- tia secondo cui Gesii si sarebbe opposto strenuamente all’ebraismo della sua epoca e, per quanto provenisse da una famiglia che professava a religione ebraica, questa non era etnicamente ebrea. Ovviamente, oggi come oggi, queste opere non godono pitt di alcun credito, ma ci offrono un’indicazione davvero esemplare di come i pregiudizi dei sin- goli ricercatori possano influenzare l’immagine che questi propongono del Gest storico e di come l’indagine storica sia sempre soggetta alle di- storsioni ideologiche. La nuova ricerca (o seconda ricerca) L’impulso per un riavvio della ricerca storica sulla figura di Gest: fu dato da una conferenza tenuta da Ernst Kasemann (1906 - 8) in un raduno di ex studenti di Bultmann nel 1953, intitolata J del Gesit storico. In questa egli sostenne che una distinzione neta tra il Gest: della storia ¢ il Cristo della fede non era 15 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO sostenibile. Dissociare in modo completo il Cristo della fede dal Gest. della storia voleva dire lasciare campo libero a coloro che volevano im- Possessarsi della figura di Gesit per perseguire i propri scopi ideologici (come era sucesso al tempo del nazismo). Inoltre, il tagliare completa- mente i ponti tra il Gest kerygmatico e l’uomo concretamente vissuto nella Palestina del I secolo voleva dire andare incontro ad una qualche forma di docetismo, cio’ all’idea che il Cristo non fosse pienamente umano. II contenuto stesso dei vangeli, invece, mostrava abbastanza chiaramente che i primi cristiani consideravano la storia della vita di Gesit importante per la fede. Kasemann non chiedeya un titorno all’ap- Proccio biografico del XIX secolo ed era ancora profondamente scet- tico sul valore storico dei vangeli, ma credeva che fosse metodologica- mente possibile stabilire alcuni fatti innegabili su Gest, La “nuova ricerca”, come venne battezzata questa seconda fase della ricerca del Gesit storico, segui questa chiamata alle armi. Se la prima ricerca aveva spesso mostrato una spiccata motivazione antidog- matica, la nuova ricerca (o “seconda ticerca”) aveva un’agenda molto pitt teologica, proponendosi di stabilire la continuita tra il Cristo della fede ¢ lo specifico uomo storico alle sue spalle. La nuova ricerca fu portata avanti quasi interamente da stu- diosi di confessione protestante, con una Ppreponderanza di contributi da parte di coloro che erano associati alle facolt teologiche tedesche. Questi ricercatori continuarono a lavorare all’interno dei confini della scuola della critica delle forme, la quale presupponeva che la maggior parte della documentazione evangelica fosse opera della chiesa primi- tiva offtisse poco aiuto nella ricerca del Gest storico. Entro quattro anni dalla conferenza di Kasemann, un altro degli studenti di Bult- mann, Gunther Bornkamm (1905 — 1990), pubblicd il suo ormai clas- sico Gesit di Nazareth, libro che inizia con una frase Poco promettente: “Nessuno é pitt in grado di scrivere una vita di Gesty”, Bornkamm rico- nosceva l’impossibilita di poter scrivere una vera ¢ propria vita del Na- zareno, cosi come avevano tentato di fare molti dei protagonisti della prima ricerca, ciononostante pensaya che fosse possibile mettere in- sieme una ragionevole raccolta di dati attorno a Gesti: che era un ebreo 16 ee a LAPRIMAELASECONDA RICERCA DEL GESU STORICO di Nazaret, che parlava aramaico, che fu battezzato da Giovanni, ecc. I membri della scuola della critica delle forme avevano classificato parec- chi degli eventi della vita di Gest: come “aggiunte leggendarie” ed erano stati molto scettici sulla cronologia della stessa cosl come appariva nei vangeli; di conseguenza, Bornkamm mise|’accento soprattutto sui detti del Nazareno. Costui, suger, era un uomo di grande autorita che aveva predicato il regno di Dio, un regno che era sia presente che immi- nente. Egli aveva sfidato la Legge in modo radicale, era stato visto come una minaccia dalle autorita giudaiche ed era stato crocifisso dopo quell’azione svolta nel Tempio di Gerusalemme ¢ comunemente nota come “cacciata dei mercanti”. Cosa Gesit avesse potuto pensare del suo ruolo o anche della sua morte imminente era per Bornkamm impossi- bile da sapere. Non c’era nulla di particolarmente nuovo in tutto que- sto, ma il lavoro di Bornkamm divenne l’opera di riferimento su Gest per diversi decenni a venire. La caratteristica pit sorprendente della nuova ricerca é la sua attenzione alla metodologia. Gli studiosi che la animano sono mossi dallintento di tornare alle parole di Gesit, gli ipsissima verba. Ma come lo si pud fare? Per costoro, l’analisi dei vangeli sinottici pud identificare la forma primitiva di una tradizione, ma cid non é necessariamente una garanzia che questa risalga a Gesit. Nel tentativo di dare alla ricerca un carattere scientificamente pit solido, vengono quindi introdotti una se- rie di criteri per determinare quali detti possano effettivamente risalire al suddetto. Il pit importante di questi é il criterio della dissomiglianza, che Pamericano Norman Perrin (1920 — 1970) sintetizza in questi ter- mini; la forma pitt antica di un detto che possiamo raggiungere pud es- considerata autentica se si pud dimostrare che é dissimile dagli in- amenti peculiari sia dell’antico giudaismo che della chiesa itiva. Cid che @ pits caratteristico di Gest, quindi, ¢ quel materiale ‘non ha paralleli nel suo background giudaico ¢ che, al contempo, corrisponde alle principali preoccupazioni teologiche della chiesa empi di cid potrebbero essere il comando di Gest di “la- orti seppelliscano i morti” (Le 9,60), 0 la necessiti di 17 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO ticevere il regno di Dio come un bambino (Mc 10,15 e parr.). Dietro il criterio della dissomiglianza ci sono due presupposti: che il Nazareno sj distingueva dal contesto giudaico in cui visse, vale a dire che cid che Proviene genuinamente da lui deve distinguerlo dai suoi contempora- nei ebrei; che, dato il carattere spiccatamente creativo dellinsegna- mento della chiesa primitiva, bisogna presupporre un alto grado di di- Scontinuita tra Gesit e quanto di lui ci dicono i vangeli. Al criterio della dissomiglianza, Perrin ne aggiunge altri due. Il primo é il criterio della coerenza, secondo cui “il materiale prove- niente dagli strati pitt antichi della tradizione pud essere accettato come autentico se si pud dimostrare che é coerente con il materiale stabilito come autentico mediante il criterio della dissomiglianza”. Cios, il ma- teriale che non pud superare gli ostacoli tigorosi del criterio della disso- miglianza pud ancora essere giudicato autentico se 2 in ampio accordo con il materiale gia giudicato come autenticamente gesuano. Il secondo é il criterio dell’attestazione multipla, che giudica come pit probabil- mente originale quel materiale che @ attestato da pit di una fonte in pendente. In pratica, quest’ultimo si presta meglio a giudicare la stori- cita dei temi generali pit: che dei detti specifici, pochi dei quali sono riprodotti in pitt di un filone della tradizione. Un ulteriore criterio, so- stenuto in modo particolare da Joachim Jeremias (1900 — 1979), pone Paccento sugli “aramaismi” contenuti nella tradizione evangelica. Ter- mini come abba, amen e rabbi risalgono probabilmente a Gesu stesso, insieme a quei detti che suonano particolarmente bene quando li si tra- duce dal greco dei vangeli all’aramaico (e che quindi lasciano supporre che siano stati originariamente concepiti ¢ tramandatiin questa lingua). Ovviamente, questi criteri sono tutt’altro che privi di punti deboli. In modo particolare il criterio della dissomiglianza, che sembra quasi progettato per produrre un Gesii stranamente distaccato sia dal suo ambiente ebraico che dalla chiesa che lo segui. Inoltre, questo, per poter essere applicato correttamente, presuppone una conoscenza esaustiva del contesto culturale e religioso della Palestina del I secolo, che ovviamente non abbiamo. Anche il criterio della coerenza é proble- matico. Dato che si basa su materiale dichiarato genuino dal criterio 18 a. LAPRIMAELASECONDA RICERCA DELGESU STORICO precedente, la coerenza potrebbe solo perpetuare un’immagine distorta di Gest. Quanto riportato in un detto di Gest: non é necessariamente reso pil probabilmente autentico in ragione del fatto che altri detti di Gest: dicono la stessa cosa, in quanto, per cid che ne sappiamo, questi ulteriori detti potrebbero essere delle fabbricazioni redazionali ispirate ad un unico detto tramandato dalla tradizione. Anche il criterio dell’at- testazione multipla, per quanto sia ancora oggi considerato abbastanza affidabile, non pud da solo garantire che una qualche notizia rimonti effettivamente al Gest della storia, ma, al massimo, che ci troviamo al cospetto di una tradizione particolarmente antica e radicata. La pre- senza di aramaismi in sé, poi, non indica necessariamente che un detto sia da attribuire al Gesii storico, in quanto potrebbe tranquillamente essere nato all’interno della primissima comunitA gesuana, i cui membri parlavano in gran parte aramaico come lingua madre. E giusto sottolineare comunque il fatto che molti studiosi operanti nell’ambito della nuova ricerca erano ben consapevoli della difficolta che P'utilizzo di questi criteri comportava, ma ritenevano che laloro applicazione rigorosa fosse ’unico modo possibile per cercare di ricostruire i tratti storici della figura di Gest. 19 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO LATTUALE DIBATTITO SUL GESU STORICO La terza ricerca A partire dalla fine degli anni Settanta del XX secolo viene collocata la nascita di una nuova fase degli studi sul Gesii storico nota come “terza ricerca”. Tale ricerca é fortemente influenzata dai risultati davvero ragguardevoli conseguiti nello studio pit recente del cosid- detto “giudaismo del Secondo Tempio” e sul mondo culturale e reli- gioso in cui visse Gest (studio a cui hanno dato un contributo di im- portanza capitale anche diversi specialisti italiani, come Giuseppe Ricciotti, Paolo Sacchi e Gabriele Boccaccini). A differenza di quanto non si ritenesse precedentemente, oggi il giudaismo del I secolo ¢ con- siderato estremamente eterogeneo, con una varietd di modi diversi di vivere la fede nel Dio di Israele, alcuni dei quali influenzati in maniera abbastanza marcata dalla cultura ellenistica, In particolare, E. P. San- ders ha respinto la visione prima dominante anche tra gli studiosi (e che in buona parte ancora resiste, purtroppo, nel grande pubblico) di un giudaismo legalistico, cioé di una fede giudaica che poneva l’accento esclusivamente sulla giustizia delle opere, e ha sottolineato invece ’im- portanza primaria della grazia all’interno del credo ebraico. Un migliore apprezzamento del giudaismo del I secolo ci permette oggi di leggere la figura storica di Gest in un modo molto pit accurato e fondato di quanto non si potesse fare precedentemente. Quelli che seguono sono alcuni degli elementi distintivi di questa nuova fase della ricerca: 1) La recente ricerca del Gesii storico € caratterizzata dalla preva- lenza non pit di studiosi di lingua tedesca, bensi di lingua in- glese, essendo il grosso della stessa ormai appannaggio delle uni- Versita statunitensi e, in minor misura, britanniche. Se poi le 20 L'ATTUALE DIBATTITO SUL GESUSTORICO precedenti fasi della ricerca sono state dominate da specialisti di confessione protestante, oggi invece questa é praticata da stu- diosi di ogni provenienza confessionale e anche da diversi atei e agnostici. Cid significa che gli attuali sviluppi dell’indagine sto- tica attorno a Gest: tendono ad essere meno influenzati da una specifica agenda teologica. 2) Forse lo sviluppo pit importante degli attuali studi sul Gest: sto- tico é il fatto che ad occupare un ruolo centrale é la sua ebrai- cita. Cid che caratterizza maggiormente gli stessi infatti ¢ il fatto che non si tende pit: (come invece si faceva prima) a porre il Nazareno in contrasto rispetto al suo contesto religioso, ma si cerca di comprenderlo come un ebreo del suo tempo, come parte integrante del mondo giudaico del I secolo e delle sue spe- cifiche caratteristiche. Una conseguenza dell’attenzione che gli studiosi del Gest: storico oggi dedicano al suo contesto cultu- tale ¢ religioso é pertanto la produzione da parte degli stessi di numerose € corpose indagini sul mondo ebraico del I secolo. Queste si sono focalizzate non solo sugli aspetti esclusivamente religiosi, ma anche sugli aspetti sociali, culturali, economici dello stesso. Sono proliferati in modo particolare gli studi sulla Galilea, i quali si sono incentrati su una serie di questioni molto importanti per inquadrare la critica sociale di Gesi:: il grado in cui questa regione era influenzata dalla cultura ellenistica, la portata e l’effetto dei lavori di costruzione di Erode Antipa, le relazioni villaggio/citta, i modelli di insediamento, la tassa- zione, il commercio, i legami con Gerusalemme e cosi via. 3) Una terza caratteristica del lavoro degli studiosi contemporanei che si dedicano alla ricerca del Gesti storico consiste nel fatto che questi focalizzano i loro sforzi nel tentativo di ricostruire un ritratto complessivo di costui. Piuttosto che cercare gli ip- sissima verba, i ricercatori si pongono domande pit: ampie: quali erano gli obiettivi di Gesii? In che modo é possibile collo- carlo alinterno del giudaismo del Secondo Tempio? Come si 21 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO fapportava ai suoi contemporanei? Perché & morto? E come Possiamo spiegare il movimento che lo segui? L’enfasi tende ad essere posta sui temi generali piuttosto che sulle minuzie della tradizione. Anche gli approcci interdisciplinari hanno assunto un ruolo fondamentale. In Italia, per esempio, hanno dato un enorme contributo alla ricerca sul Gestt storico ¢ sulle origini cristiane le scrupolose indagini congiunte dello storico Mauro Pesce e dell’antropologa culturale Adriana Destro. Data la natura di questo scritto, non é mia intenzione Ppresen- tare qui una panoramica esauriente dei Protagonisti della terza ricerca del Gesit storico (cosi come non ho fatto del resto nemmeno per le pre- cedenti due). Gli ultimi quarant’an: vegni, ecc. dedicati alla figu: smisura, dietro a ni le pubblicazioni, i seminari, i con- ra del Gesit storico si sono moltiplicati a di- tanto che anche per gli specialisti ¢ diventato complicato star tutto quanto viene prodotto in questo ambito di ricerca. An- che diversi studiosi italiani hanno dato il] fase della ricerca sul Gest storico, raj screta visibilita a livello internazional le. Tra questi, oltre ai gia citati De- stro e Pesce, almeno le figure di Giorgio Jossa, ‘Urtroppo, come accennavo poche non mi é possibile trattare qui di costoro, né della stra- devono essere ricordate Paolo Sacchi e Giuseppe Barbaglio. P tighe sopra, uti. Tratterd quindi nellordine di: Geza Vermes, E. P. Sanders, Richard Horsley, J. D. Crossan, J. P. Meier, N. T. Wright, J.D. G. Dunne Dale Allison, 22 L'ATTUALE DIBATTITO SUL GESUSTORICO. cattolicesimo, per tornare a quella che era stata la fede dei suoi avi. Fu docente di studi ebraici all’Universita di Oxford. I principale contributo di Vermes allo studio del Gesti storico & probabilmente la sua ripresa della teoria secondo cui il Nazareno deve essere inteso come un hasid, un uomo santo, piuttosto che come un rabbi, un maestro della Legge. Un hasid era, secondo Vermes, un ebreo pio ecarismatico al quale era attribuita la capacita di compiete miracoli. Figure storicamente note di hasidim (il plurale di hasid) sono Hanina ben Dosa Honi il disegnatore di cerchi. Honi, attivo nel I secolo a.C., era famoso per la sua capacit’ di impetrare la pioggia (m. Ta’an. 3.8; Flavio Giuseppe, Antichita giudaiche 14.2.1-2), mentre Hanina ben Dosa, attivo nel I secolo d.C., 2 descritto come un uomo pio con il po- tere di operare guarigioni attraverso la preghiera (b. Ber. 34b). Queste figure, nella tradizione di Elia e di Eliseo, rappresenterebbero un giudai- smo carismatico tipico della Galilea rurale, distinto dal giudaismo fari- saico della Giudea. Lidentificazione di Gesti come di un hasid é stata criticata da molti studiosi per diverse ragioni: a differenza di Honi e Hanina, Ges non pregava per ottenere miracoli e parlava e agiva in nome proprio; é poi difficile sostenere che il giudaismo carismatico fosse un fenomeno specifico della Galilea, tanto @ vero che solo Hanina pué essere collo- cato in Galilea. Pit in generale, proprio V’idea della Galilea come un ter- ritorio culturalmente e religiosamente isolato rispetto alla Giudea é cid che nella teoria di Vermes genera maggiore opposizione. Senza contare che una distinzione cosi netta come quella tracciata dallo studioso di origini ungheresi tra la figura di hasid e quella di rabbi risulta essere per molti versi artificiosa. Altri specialisti hanno fatto notare come Vermes fondi le sue teorie a partire da accenni che appartengono a materiale tabbinico molto pit tardo rispetto al tempo di Gest. Un’altra questione alla quale Vermes ha dato un contributo articolarmente importante é l’interpretazione dell’espressione “figlio Puomo”, che si trova frequentemente nei vangeli. In aramaico (la parlata da Gesit), questa significa essenzialmente “essere umano” Pesso serve come pronome indefinito. Secondo Vermes tale 23 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO espressione era anche usata come una circonlocuzione con cui l’oratore si riferiva a se stesso in contesti che implicavano soggezione, riserva 0 modestia; mentre in aramaico questa non fu mai usata come titolo. Le sue occorrenze autentiche nei vangeli devono essere interpretate in modo simile. I passi che si riferiscono direttamente (Mc 13,26; 14,62) 0 indirettamente a Daniele 7,13 (un testo che nel corso del tempo ha acquisito una precisa associazione messianica) non sono autentici, ma riflettono un’interpretazione secondaria dell’espressione _“figlio dell’'uomo” nella comunita gesuana. Sebbene linterpretazione di Vermes abbia riscosso un certo consenso tra gli studiosi, non pochi sono stati coloro che I’hanno al- meno parzialmente criticata. In primo luogo, l’espressione aramaica “fi- glio del?'tuomo” é chiaramente generica; inoltre, le prove della circonlo- cuzione per “io” sono molto pit: tarde del I secolo e alcuni dei dati addotti da Vermes non sembrano essere rilevanti rispetto alla sua tesi. In secondo luogo, I'uso che il Nazareno fa nei vangeli della locuzione pud anche essere interpretato alla luce della lingua aramaica. Nei van- geli Gesti parla sempre de “il Figlio dell’uomo” (con Particolo determi- nativo), con Pintento di richiamarsi alla specifica figura biblica che ap- pare nel libro di Daniele, con un probabile riferimento alla sua reinterpretazione enochica. Ci sono buone ragioni per credere che que- sto uso abbia avuto origine con Gesit stesso, dato che lespressione non viene quasi mai usata nel Nuovo Testamento a parte che da Gest nei vangeli, il che indica chiaramente che questa non é stata introdotta come espressione teologica dalla chiesa primitiva. Secondo Vermes il Nazareno non si presentd mai come Mes- sia. Anche se i suoi seguaci erano convinti che lo fosse. Alla fine del I secolo, il cristianesimo aveva perso di vista il vero Gest e il significato originale del suo messaggio. Paolo, Giovanni ele loro chiese lo sostitui- rono con il Cristo ultraterreno della fede. Secondo Vermes, questo cambiamento fu dovuto ad un cambiamento di prospettiva culturale quando il movimento dei seguaci di Gest abbandoné I’ambiente semi- tico per diffondersi nel mondo greco. 24 LATTUALE DIBATTITO SUL GESUSTORICO Contro questa descrizione dello sviluppo della cristologia sono state sollevate molte obiezioni ed oggi sono in pochi a sostenerla. In primo luogo, nonostante che Vermes sia persuaso del contrario, & difficile sostenere una dicotomia cosi forte tra la cultura ebraica e quella ellenistica. Inoltre, questi sembra trascurare l’indiscutibile ebraicita sia di Paolo che di Giovanni, una caratteristica sottolineata dalle ricerche pit recenti. Nonostante i limiti del suo approccio e dei risultati delle sue ticerche, Vermes é uno studioso che continua ad essere apprezzato dagli specialisti della ricerca del Gesit storico. La sua influenza pit duratura rispetto a questa disciplina é senza dubbio il suo contributo alla diffu- sione dell’idea, oggi ampiamente accettata, che la figura storica di Gest, in quanto ebreo, deve essere ricostruita sullo sfondo del giudaismo del Isecolo d.C. Ed Parish Sanders (nato nel 1937) é uno dei pitt influenti so- stenitori contemporanci della tesi secondo cui la figura del Gesit storico bbe essere inquadrata come quella di un profeta apocalittico. Ol- per le sue ricerche su Gesit, ¢ particolarmente noto ed apprez- suoi studi sul giudaismo del I secolo (i cui risultati godono apprezzamento assai ampio nel mondo accademico) e su Come gia accennato sopra, la caratteristica fondamentale de- li Sanders sul Gesit storico, quegli studi che in qualche modo Atribuito ad inaugurare la terza ricerca, consiste (come per nel tentativo di collocare la figura di Gest all’interno del ico a lui contemporaneo. Enfatizzando l’ebraicita di iders reagisce contro un’antica tradizione interpretativa che gione ebraica come meramente legalistica e Pinsegna- in quanto incentrato sulla grazia, come contrapposto lers sostiene in modo assai convincente che i giudei do Tempio credevano in un Dio benevolo e mise- ene l’esistenza di un “giudaismo comune”, vale a ze e di pratiche di base condivise da tutti i 25 PARTE PRIMA: LA RICERCA DEL GESU STORICO giudei contemporanei di Gesit. Tutti gli ebrei condividevano: lidea che Dio aveva eletto il popolo d’Israele dandogli la Legge; idea del vincolo dialleanza di Israele con Dio che si misurava nella fedelta del primo alla Legge, la quale includeva disposizioni per l’espiazione delle trasgres- sioni; idea che la fedelta alla Legge era lo strumento che il singolo aveya per persistere nell’alleanza con Dio; l’idea che coloro che appartene- vano all’alleanza sarebbero stati salvati. Egli sostiene altresi che non do- vrebbe essere sopravvalutato, come hanno fatto tanti autori del passato, Pinflusso della cultura greco-romana in quella Galilea rurale in cui il Nazareno visse ed operd ¢ la cui popolazione era invece profondamente radicata nella cultura ebraica. Sanders critica aspramente il tentativo fatto da molti studiosi appartenenti alla nuova ricerca di analizzare i vari detti di Ges: per de- terminare quali di questi sarebbero stati effettivamente pronunciati dallo stesso. Egli piuttosto scettico rispetto all’idea di poter indivi- duare allinterno delle testimonianze di cui disponiamo relativamente al Nazareno un nucleo di spsissima verba Jesu. Questi si concentra, in- vece, su quelli che considera “fatti inattaccabili” relativi all’esistenza ter- rena di Gesit (che predicd in Galilea, che fu battezzato da Giovanni Bat- tista, che fu crocifisso dai romani come pretendente al trono, ecc.) dando peré diverse liste di questi fatti nelle sue diverse opere. Il pit importante di questi fatti, secondo Sanders, sarebbe quello che é oggi noto come la “cacciata dei mercanti dal Tempio”. Tale azione di Gesit, a suo avviso, non fu una protesta contro il culto sacrifi- cale, gli aspetti commerciali legati allo stesso, oppressione o la corru- zione sacerdotale. Questa aveva in realti la funzione di essere un atto profetico simboleggiante l’imminente distruzione del Tempio stesso € lasua sostituzione con un ‘Tempio escatologico. Sanders si appellaa una varieta di fonti ebraiche (per es. Isaia, 1 Enoch, Giubilei, Salmi di Salo- mone, Rotolo del Tempio, Oracoli Sibillini) per sostenere che le aspetta- tive di un nuovo Tempio erano Piuttosto diffuse nel giudaismo del 1 secolo. Lo studioso americano ritiene che Gest, probabilmente, pre- dicé la distruzione del Tempio, anche se la tradizione cristiana succes- siva cercd di occultare la cosa. Fu questa azione di Gest nel Tempio, 26 LATTUALEDIBATTITO SUL GESUSTORICO vista come provocatoria sia dalle autorita giudaiche che romane, che portd al suo arresto e alla sua esecuzione. I regno di Dio annunciato da Gesit, secondo Sanders, impli- cava non solo listituzione di un nuovo Tempio, ma anche la restaura- zione delle dodici tribii d’Israele, indicata dalla selezione di un nucleo pit ristretto di dodici discepoli. L’arrivo del regno sarebbe stato prece- duto dalla venuta del “Figlio dell’uomo”, che non é chiaro perd se il Nazareno considerasse una figura distinta da sé o meno (sul tema la po- sizione dello studioso americano é variata negli anni). A prescindere da questo, Gesit credeva comunque che lui stesso avrebbe avuto un ruolo centrale nel regno, anche se le nostre fonti non ci permettono di capire esattamente quale egli ritenesse che questo sarebbe stato. Su tale punto, quindi, lo studioso americano in linea di massima é d’accordo con altri specialisti, come Bart D. Ehrman e Paula Fredriksen, e in continuita con una tradizione che risale almeno ad Albert Schweitzer. L’aspetto certamente pitt controverso della ricostruzione sto- tica della figura di Gest: proposta da Sanders consiste nel fatto che, a suo avviso, costui insegnd che i peccatori impenitenti sarebbero stati inclusi nel regno. Sebbene il Vangelo di Luca sottolinei Pimportanza del pentimento, Sanders sostiene che molto probabilmente Gesit stesso non lo faceva. Predicare il pentimento, sottolinea, non sarebbe stato un qualcosa di strano. II fatto che il Nazareno si accompagnasse con i pec- catoried i pubblicani, tuttavia, contrarid molti dei suoi contemporanei. Alcuni critici hanno fatto notare che questo contraddice l’idea, soste- nuta dallo stesso Sanders, che Gesti non si oppose mai alla Legge, la quale invece richiede che i peccatori si pentano perché possano essere salvati. sostiene altresi chei vangeli canonici dipingano il rap- rrente dei farisei in modo assai pit conflittuale di sse nella realta. A suo parere, la situazione di con- i farisei di cui leggiamo nei vangeli riflette la ten- esuiano successivo alla morte di Gesii e questo e delle reminiscenze di eventi storici legati al quanto in questa vi é di autentico, invece, 27

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