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Inserto1 - Gerolamo e L'hebraica Veritas

Il documento discute l'importanza della figura di Gerolamo nella traduzione della Bibbia latina, in particolare attraverso la creazione della Vulgata. Si evidenzia come la diffusione della stampa nel XV secolo abbia cambiato la percezione dei manoscritti e delle loro varianti, rendendo difficile comprendere la situazione dei secoli precedenti. Inoltre, il testo analizza il confronto di Gerolamo con le versioni ebraiche e greche, sottolineando la sua ricerca di un'accurata rappresentazione del testo originale.

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Inserto1 - Gerolamo e L'hebraica Veritas

Il documento discute l'importanza della figura di Gerolamo nella traduzione della Bibbia latina, in particolare attraverso la creazione della Vulgata. Si evidenzia come la diffusione della stampa nel XV secolo abbia cambiato la percezione dei manoscritti e delle loro varianti, rendendo difficile comprendere la situazione dei secoli precedenti. Inoltre, il testo analizza il confronto di Gerolamo con le versioni ebraiche e greche, sottolineando la sua ricerca di un'accurata rappresentazione del testo originale.

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321

Inserto 2

Gerolamo e l'hebraica veritas

L'invenzione e la diffusione della stampa nel XV secolo ha reso la questione


dello stato dei manoscritti nn problema da esperti e da filologi, tale da rendere
oggi. difficilmente comprensibile la-situazione dei,secoli pi-écedenti.ho La fra­
gilità e la dispendiosa replicabilità dei papiri e delle pergamene aveva molte
conseguenze, una delle quali era il' prolife-Ì-are di varianti anche nei testi più
coi1trollati e importanti, quali le versioni dell,a Scrittura, sia in ambito ebraico
che in ambito cristiano. Dopo il dibattito nei confronti di Marciane (che avreb­
be proposto solo testi cristiani · e. fondamentalmente di matrice paolina) e di
qnei gruppi cristiano giudaici che avrebbero al contrario espunto proprio tale
ispirazione, gli scritti cristiani in lingua greca sono preceduti nelle liste 8.ntesi­
gnane del Canone dagli scritti ebraici, dando così vita alla partizione dell'unica
raccolta in Antico e Nuovo Tèstamento. I codici che riportano integralmente
questa Scrittura ebraico cristiana (Alessandrino, Sinaitico) sono del V Secolo e
per l'Antico TestamentO"privilègiano la versione alessandrina, .detta LXX a se­
guito della leggenda che la vorrebbe tradotta simultaneamente da settanta sa­
pienti. Questa fo11na greca è evidentemente precedent!-'! all'opera dei masoreti,
che hanno vocalizzato il testo ebraico a partire dall'VIII secolo dell'era volgare.
Non è tuttavia l'uriica tra duzione greca: Origene nel III secolo d,C. aveva re-:­
datto con 1'aiuto di copisti una sinossi su sei colonne detta Esapla, nella quale
accanto a una colonna dl ebraicçi e una -di ebraico traslitterato (cioè scritto in
caratteri greci) aveva messo a ·confrorito quattro diverse versioni greche (LXX,
Aquila, Simmaco e Teodozione). Le Chiese tuttavia erano diffuse ben al di là
d eirambito ellenistico, e peì.-ciò si.hanno molte traduzioni, in contesto siriaco
(importante la versione detta Peshitta) e latino, e progressivamente nelle lin­
gue copta, et�ope ge,ez, armena, georgiana, gotica (cap. 4, parr. 1,7 e 18).
322
17 L S
In ambito latino, in particolare, si erano diffuse deJle traduzionivicine a
una versione antiochena, detta Lucianea, dfversa da quella alessandrinri ai)ch¢
per la forma ]argamente paratattica (cioe con mplte frasi coordinate invece
che subordinate secondo l'uso classico latino e greco), vicina alle modaliia
sem.itiche. L'insieme di queste · traduzioni·viene indicato come VetuS latinci
(frequentemente distinta inAfra e Itala), i cui codici piu antichi e colnurrque:
non completi sono posteriori al v s.ecolo. Gli autori che dalla fine de! II secolo; IIsecalcuni
soprattutto in contesto africano, citano la Scrittura in·Iatino forniscono div�r13{
esempi delle varie forme di antica versione, dando uu senso di grande insta­
bilitit e.incertezza de! testo. Diquesta difficoltit e consapevole anche Agostino· IIIEzza
(La dottrina cristiana, n,11,16); nia l'�pproccio specifico che verrll a. caratte�
rizzare la Bibbialatina:nei-secoli successivi si deve.soprattutto all'opera.di Ge:...
rolamo. Nato aStridone, in .Dalmazia, .Gerolamo acquisisce una culttira h1tiua·
5
sofisticata, visstit8. forse anche. Cott qualche ·Senso di col pa, se si deve · accetta1-e"
quanto egli stesso riferisce nella l.eitera a Eustochio, secondo la quale ii Cri�to
e in sogno l'avrebb_e rimproverato di · essere pill ciceroniano che c,ristian0.·ConQi·
s·ce inoltre molto. bene anche 'ii .g�eco e. vanta ConosCenza delrebraico, cosL,d_a:. FILINGUS
aver meritato la fama di vfr trilinguis,a anche se nel XX secolo l'ampiezza della
sua conoscenza delle lingue semitiche e stata revocata in dubbio soprattutto
da Nautin, che ipotizzava piuttosto la sua dipendenza dalle traduzioni appre'
st'ate da Origene. Seppllr ridimensionata� tale conoscenza Ilon pu0 es·sere del
ttitto ignorata, Oltre a quanto_ ._ si rileva nei sllol Iavori es¢getici, resta t�sti•
yen
monianza di famHiaritit con l'ebraicoanche nell'epistolario, ad esempio nelle
lettere scritte alle sue corrispondenti dell'Aventino, in particqlare a Marcella,
d.onna di vasta cultura anche biblica, con la quale discute de! significato di ter­2
mini ebraici e-nella cui casa, stando ·all'epistola 127; i salmi veniVano pregati
in latino, greco ed ebraico .(par. 2g-4).
DAMASO E soprattutto nella collaborazione con papa Damaso, tuttavia, che prende
avvio un articolato lavoro di revisicine dei co.dici biblici latini, che progressiva'
1 lllente si amplfa fino a comprende:r� un ·complesso fapporto con i testi ebrclici.
Nasce cosi ii progetto che porterit allatedazione deJla Vulgata, che compren.de. A
ULGATA
GA
siaEla reVisione delle Vecchie_ verSionfl3:tine, sia·fa nuoVa tradUZi_one· dal gre_co
LXX
della .e de! Nuovo Testamento, siaILparti tradotte dall'ebraico o almeno
ti
c0nfrontate con i. Inanoscritt_i:_in tale _li_ngua·: Si deve _ tuttavia _ 0s$ervare ·che l'ilf�
fermazione deHa Vulgata non fu ne immediata ne totale, e che nel Medioevo •.
n:e cfrcolavano codici contenellti anche· sezioni secondb la Vetus: latina. Coll
f
l'avvento della stampa ne arono prodottidiversi esemplari, ma senza a]cuna
edizione critica, come . lamentbil. concilio di Trento, A questa carenza vollero.
.
oyviare le revis,ioni moderne, cfo � quella v0h.1ta da Sisto V; con-in:terpolazionf
o inserti
323

che ne snaturavano diversi passi, e poi quella di migliore qualita redatta Sotto
Clemente VIll (da qui ilnome di Sisto-clementina) (vol. III, cap. 4, par. 16,4).
Nel 1907, su suggerimento della Pontificia Commissione Biblica, una vera edi­
zione critica fu affidata da Pio X a un'equipe di stndiosi benedettini.
L'impresa della Vulgata r�st� commJque legata alla_memoria di Gerolamo
p
Yoncetto

suo
n
e alla sua stima per l'hebraica veritas, espressionetratta dall'introduzione de!
suoCommento a Michea.(1,1,16), ma che )mo interpretare piu ampiamente la
sua prassi costante di confronto_-con le antiche versioni, siano esse_ricostruite
attraVerso 1'Esapla ie origeniana, ·attraVerso gli insegnamenti di maestri-.e ami�
ci ebrei, come Baranina, o attraverso il ricQrso alle biblioteche sinagogali. La
Lettera 36 a Damaso, sia stata realmente inviata nel 384 mentre entrambi
�i trbvavano a Roma o sia ima _riCostruzione postuma di Gerolamo, consente
una approccio interessante a tale modalita di lavoro: «Appena ho ricevuto la
tettera della vostra santita, ho..snbito fatto chiamare lo scrivano ordinandogli
di Stendere la risposta. lo intanto, mentre Jui si preparava per questo lavoro,
_andavo col mio pensiero a quanta avrei dovuto esprimere dettando. Ma pro­
prio mentre stavamo per muovere io la.lingua e Jui la penna, s'e fatto avanti
all'improvviso un ebreo che mi portava. non pochi volumi presi dalla sinago­
ga. Sotto- pretesto di .sttidio. ·M( disse senza pre_ambcili: "eccoti quanta avevi
domandato". Io ero esita_nte_ e no:g sa:pevo-.che decisione prendete; _ma la sua
fretta mi impauri, al punto da-farmi trafasciate ogni altra cosa per darmi alla
trascrizione di essi. E ancora attualmente la sto facendo» (Lettera 36,1).
Poe() pill av3.nti,tuttavia, Per ;ispondere ai quesiti che gli e·rano·stati·pro­
posti, si sofferma sul significato di «Chiunque 11ccidera Caino.saril punito set­
te yolte tanto» (Gen 4,15), affermando che g]i sembra giusto «raffrontare le
trad�zioni di ogni interprete con l'originale ebraico per poter capire piu facil­
mente il senso della Scrittura: vaiomer lo adonai lochen chol orec cain soba­
thaim i�ccamo» (Lettera 36,2: la traslitterazione e inserita cosi da_ Gerolamo
nel!a lettera), Prosegue infatti confrontando Aquila, Simmaco, Settanta e Teo­
dozfone., seguendo cioe l'ordine della Esapla di Origene, per riportare poi an­
che Un 'insegnamento ricevuto; da· <. <1:1n ebreo >> • che: riferiva dati .provenienti da
akuni «libri apocrifi» (Lettera 3(i,5).
Nelle . sue traduzioni cerca.pertanto di dare al testoI unaform_a latina let­
teraria1mmte _elegante, .Pllr: ce�GB.ndo ·i. �- alc�ni casi una �aggiore· vicinanza
ail'ebraico, anche se i criteri ado.ttati h_an.no ovviamenteIIun taglio .personale
e. opinabile. Un esempio e la comparsa sull;i .scena de! nome dj Eva, utilizzato Era
• anche daTertulliano, ma diffoso,s9praltl!tto a opera di Gero]amo. .In Genesi
3;20 infatti l'ebraico hawwti e res.a dalla LXX con zoe e dalla Vetus latina con
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vita (.,.4d!lm imposuit 11.pmen vx;orf. suae Vit� quia .ma_ter. est-"C>nJ.nium vivO.�
324

rum), cioe «Adamo chiamO sua moglie Vita, perche e madre di tutti i viventi»,
ma Gel'olamo in quest.a caso preferl,una trB.slittetazione piuttosto clie una tra­
duzione, per ·cui rese «chiamO sua moglie Hava/Eva», rendendo cosi di diffi­
·n
cile comprensione motivo che legava i1 name al s'ignificato. Aveva utilizzato
invece un altro criteria quiindo si eratrattato di r·endere «sara chiamata donna
1515A perche dall'uomo e stata tratta».(Gen 2,23: in ebraico is/issa), cercando ii so­
stantivo raro e piuttosto dispregia:tivo di virago in quanta vicino a vir. Anche
a
questi • particolari aiutano a comprendere «le antich8 versioni bibliche come
interpretazioni» (Rizzi,12).

Nota bibliografica

Fonti

Biblia· §'a.era iuxta latinam vulgatam version�m, a cura della Commissfone


pontificia per la revisione ed emendazione della Vulgata, Tipografia Poli­
glotta Vaticana, Roma 1926-1995.
Vetus Lqtina. Die Reste der altlateinischen Bibel nach Petrus Sabatier, a cura
dell'Abbazia di Beuron, Herder, Friburgo 1949.
Gerolamo (san), Le lettere, a cura di S. Cola, Citta Nuova, Roma 1997'.

Studi

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