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26 Febbraio 2025
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CULTURALMENTE
Torture medievali: gli
strumenti e i metodi più
crudeli del Medioevo
4 Dicembre 2024 - di Federica Grimaldi - 2 Commenti
Il Medioevo è spesso ricordato come un’epoca
oscura, caratterizzata da violenza e crudeltà. Tra
le pratiche più terribili di quel periodo, le torture
medievali occupano un posto di rilievo.
Utilizzate per punire, estorcere confessioni o
semplicemente per infliggere sofferenza, queste
pratiche rappresentano un capitolo
agghiacciante della storia dell’umanità. In questo
articolo, esploreremo alcune delle torture
medievali più diffuse e gli strumenti di tortura
utilizzati, con un focus particolare sul contesto
storico e sulle vittime di queste atrocità.
Torture medievali: un’epoca di terrore e
punizioni
Collocata tra la legge del taglione e l’abolizione
della pena di morte, l’epoca delle torture
medievali rappresenta un periodo oscuro della
storia. Così come le istituzioni e i costumi di una
società segnano il progresso – o il regresso – di
un popolo, anche il modo di punire gli uomini è un
indice di civiltà. Durante il Medioevo, gli infedeli,
le streghe e i debitori erano spesso condannati a
una sorte peggiore della morte, inflitta tramite
strumenti di tortura progettati per infliggere il
massimo dolore possibile.
L’Inquisizione e l’uso della tortura
Nel 1252, Papa Innocenzo IV autorizzò
ufficialmente l’uso della tortura nei processi
contro gli eretici durante l’Inquisizione. Chi
confessava doveva pentirsi e pronunciare
pubblicamente un atto di fede. Per i casi più
gravi, il rogo era una delle pene più conosciute:
bruciando il corpo della vittima, si negava la
possibilità di resurrezione dopo il Giudizio
Universale.
Gli strumenti di tortura medievali più utilizzati
Tra le torture medievali più diffuse vi erano:
La Vergine di Norimberga: una morte lenta e
dolorosa
Tra i più noti figura la Vergine di Norimberga o
“Fanciulla di ferro”. Questo contenitore a forma
umana era foderato internamente di lame
progettate per colpire organi non vitali, come
fegato, occhi e reni, mantenendo la vittima
cosciente il più a lungo possibile, prolungandone
l’agonia fino alla morte.
La tavola e la ruota: stirare e spezzare le ossa
Molto diffusi erano anche la tavola e la ruota.
Con la tavola, la vittima veniva legata a una
struttura di legno, mentre le funi, collegate a
rulli, tiravano mani e piedi fino a causare la
slogatura o la rottura delle ossa. La ruota, invece,
prevedeva che il condannato fosse legato a una
ruota di carro, mentre un boia spezzava braccia e
gambe con un bastone. Il corpo martoriato era
poi esposto al pubblico.
La sega: una morte atroce
Tra le pratiche più terribili si annovera la sega,
utilizzata per dividere il corpo del condannato
lungo l’asse longitudinale. Appeso a testa in giù, il
sangue fluiva verso la testa, prolungando la vita e
la sofferenza.
L’impalamento: una tortura estrema
L’impalamento, altra tortura estrema, consisteva
nel conficcare un palo appuntito attraverso il
corpo della vittima, solitamente dall’ano alla
bocca. La vittima veniva poi lasciata morire
lentamente, tra atroci sofferenze.
Lo strappaseno: una tortura riservata alle
donne
Per le donne, una delle torture più crudeli era lo
strappaseno, uno strumento con uncini che
letteralmente strappava il seno di adultere o
donne accusate di aborto.
Lo spaccaginocchia e lo spappolatesta:
distruggere il corpo
Lo spaccaginocchia veniva utilizzato per
distruggere le articolazioni delle ginocchia,
mentre lo spappolatesta schiacciava
progressivamente il cranio della vittima,
causando una morte lenta e dolorosa.
L’asino spagnolo e il cavallo di Giuda: torture
basate sul peso
Un altro strumento inquietante era l’asino
spagnolo, un palo di legno triangolare su cui la
vittima era costretta a sedersi, con pesi legati alle
caviglie per aumentare il dolore. Una variante
era il cavallo di Giuda, una piramide di legno su
cui il condannato veniva posizionato legato per
braccia e piedi, con il peso del corpo che gravava
sull’apice della piramide.
La pera del tormento: un dispositivo di indicibile
crudeltà
Infine, la pera del tormento era un dispositivo di
metallo a forma di pera che veniva inserito in
bocca, nell’ano o nella vagina della vittima.
Grazie a un meccanismo a vite, il dispositivo si
apriva progressivamente, causando lacerazioni e
fratture.
La corda e le tenaglie roventi: dolore e strazio
Tra le pratiche più diffuse c’era la corda, che
prevedeva il sollevamento del sospettato legato
per i polsi e il successivo rilascio da altezze
diverse, causando dolori lancinanti alle
articolazioni delle spalle. Anche le tenaglie
roventi, utilizzate per strappare la carne, e la
stanghetta, che comprimeva la caviglia tra due
pezzi di metallo, erano strumenti comuni.
La tortura dell’acqua: il waterboarding
Una tortura medievale molto nota era il
waterboarding, che consisteva nel versare litri
d’acqua nella bocca della vittima, con un panno a
coprire il volto, provocando la sensazione di
annegamento. Questa pratica, utilizzata anche in
tempi moderni nel carcere di Guantanamo,
trovava origine nei metodi medievali per
purificare l’anima di streghe ed eretici. Una
variante prevedeva l’uso di sapone, da cui il detto
“sciacquare la bocca col sapone”.
Torture medievali: fisiche e psicologiche
Le torture medievali non si limitavano al dolore
fisico. L’esposizione pubblica della vittima, spesso
accompagnata da umiliazioni, mirava a infliggere
una sofferenza psicologica altrettanto
devastante. Supplizi come la bollitura o la
friggitura del prigioniero in acqua o olio bollente
avevano lo scopo di intimidire e controllare la
popolazione.
Come venivano punite le donne nel Medioevo?
Le donne erano particolarmente vulnerabili alle
torture medievali. Le punizioni variavano in base
alla classe sociale e alle leggi locali. Le donne di
alta statura sociale potevano essere esiliate o
multate, mentre quelle di basso rango erano
spesso condannate a lavori forzati, schiavitù o
morte. Per crimini come adulterio o stregoneria,
le pene includevano la lapidazione o la
flagellazione pubblica. Talvolta, venivano
costrette a indossare simboli di vergogna, come
una lettera “A” per adulterio o “W” per
prostituzione.
Nonostante queste atrocità, alcune donne
riuscirono a emergere come figure di potere,
influenzando la società e sfidando le norme del
tempo. Tuttavia, la maggior parte delle donne
medievali subì le ingiustizie di un sistema
profondamente patriarcale e oppressivo.
Domande frequenti sulle torture medievali
Quali erano le torture nel Medioevo?
Nel Medioevo, le torture includevano metodi
quali l’uso della corda, la stanghetta, le tenaglie
roventi, la fanciulla di ferro, la tavola, la ruota, la
sega, l’impalamento, lo strappaseno, lo
spaccaginocchia, lo spappolatesta, l’asino
spagnolo, il cavallo di Giuda e la pera del
tormento.
Quali sono le peggiori torture?
Le peggiori torture medievali includevano la
sega, utilizzata per segare il condannato lungo
l’asse longitudinale del suo corpo, l’impalamento,
un metodo in cui un palo acuminato veniva fatto
penetrare nel corpo del condannato, e lo
strappaseno, un metodo particolarmente crudele
utilizzato su donne adultere o che avevano
abortito.
Cosa è la pera del tormento?
La pera del tormento era uno strumento di
tortura medievale, un ordigno di ferro a forma di
pera che veniva inserito nella bocca del
condannato e aperto lentamente fino a rompere
la mandibola, causando un dolore insopportabile.
Come venivano impalate le donne?
L’impalamento delle donne era un metodo
barbaro di tortura in cui un palo acuminato
veniva fatto penetrare nell’ano o nella vagina
della vittima, risalendo attraverso il corpo fino a
fuoriuscire dalla bocca o dal torace. La vittima
veniva lasciata soffrire fino alla morte.
Quali Paesi usano ancora la tortura medievale?
Nonostante sia stata bandita da molti paesi, la
tortura è ancora utilizzata in alcune nazioni come
metodo di punizione o per estrarre informazioni.
Tra queste nazioni vi sono la Corea del Nord,
l’Iran, la Siria e il Sudan.
Quando è stata vietata la tortura?
La tortura venne abolita in Europa tra il XVII e il
XVIII secolo. A livello internazionale, la tortura è
stata proibita dalla Dichiarazione Universale dei
Diritti dell’Uomo delle Nazioni Unite nel 1948.
Conclusione: ricordare per non ripetere gli
orrori del passato
Le torture medievali rappresentano un capitolo
buio e doloroso della storia umana. Ricordare
queste atrocità è fondamentale per
comprendere l’evoluzione del concetto di
giustizia e per ribadire l’importanza del rispetto
dei diritti umani. Oggi, la tortura è
universalmente condannata e vietata, ma la sua
memoria deve servire da monito contro ogni
forma di violenza e sopraffazione.
Fonte immagine in evidenza sulle torture
medievali: Wikipedia
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