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il pregiudizio viene logicamente prima ma storicamente dopo. È solo alla fine del Seicento,
infatti, che la parola ha assunto il significato con cui è usata in questo libro. Ed è grazie
alle idee illuministe importate dalla Francia che nel corso del Settecento è diventata una
parola chiave del dibattito intellettuale. Ma anche una parola alla moda nel chiacchiericcio
salottiero, come testimonia fuso e l’abuso che ne fanno - all’epoca - le eroine dei romanzi
d’amore e d’avventura... Così quello che in latino era un giudizio anticipato in senso giuri
dico (il praeiudicium era una sorta di accertamento preventivo) e nell’italiano medievale era
già diventato un danno, un inconveniente, uno svantaggio, passa a indicare un preconcetto
un “antigiudizio”. Ovvero, come riassume la definizione di un vocabolario ottocentesco:
una “opinione falsa che previene il maturo e retto giudizio, prodotta da cattiva educazione
o da altro mezzo vizioso”» (pp. XIII-XIV).
Affidàti ad autori diversi, i singoli paragrafi si leggono con crescente interesse. Ognuno
a suo modo coinvolge il lettore in un rientro in se stesso “senza pregiudizi”, per illuminare
i propri retroterra culturali. Per un’occhiata di scorcio nel contenuto dell’agile volumetto,
citiamo qui alcuni esempi di trattazioni: Labito non fa il monaco; I bambini sono buoni; Con
la cultura non si mangia; La democrazia è un governo delpopolo; Le donne non sanno guidare;
L giovani non leggono; Le ideologie sono morte-, Gli immigrati ci rubano il lavoro; Gli insetti
sono bestie schifose-, Lislam è intollerante, Iljazz è difficile, La letteratura italiana è morta-, La
mafia è invincibile, Di mamma ce riè una sola; Non ci sono più le mezze stagioni; La musica
classica va ascoltata in silenzio-, Il Nord ha colonizzato il Sud; Il pesce fa bene alla memoria
perché contienefosforo; Ipolitici sono tutti ladri; Ilpubblico ha sempre ragione, La rete non ha
padroni; La salute non ha prezzo; Il Sud vive alle spalle del Nord; Gli uomini sono tutti uguali.
Remo Bracchi
Pastoralia
Marchetto Agostino, Parise Giovanni
Riforma nella continuità. Riflessioni a cinquanta anni dal Concilio Vaticano II su Pre
sbyterorum Ordinis e Optatam Totius per la formazione sacerdotale e un fecondo
ministero presbiterale (= Nova et Vetera 2). Solfanelli, Chieti 2016,80 p., ISBN 978-
88-7497-986-8.
Libro di piccola mole, ma di contenuto importante ed attuale in quanto tratta della
corretta interpretazione del Concilio Vaticano II. Conosciamo che dopo di questo è nata
una corrente ermeneutica, diventata quasi una scuola, che facendo una astratta distinzione
fra testi conciliari e spirito del concilio, afferma che eredità del grande avvenimento è la
linea di profondo rinnovamento che deve permeare tutta la vita della Chiesa nel pensiero e
nelle opere, creando testi nuovi perché quelli” vecchi”, cioè quelli del Concilio sono datati,
corrispondono ai bisogni del secolo scorso, sono più orientamento che norma.
Si può intuire la gravità di questa posizione dal punto di vista teologico, ecclesiologico,
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pastorale, in quanto espone al rischio di una soggettivizzazione incontrollata della fede e
alla debolezza fino all’insignificanza delazione dello Spirito Santo, di cui il Concilio è
creatura.
È ben noto l’intervento chiaro e decisivo di Papa Benedetto che parlando alla Curia nel
dicembre del 2005 sceglie l’espressione di “rinnovamento nella continuità” entro cui capire
il rapporto tra Concilio e post-Concilio.
Di questo binomio si fanno interpreti due autori competenti. Anzitutto va menzionato
il primo autore, il Vescovo Agostino Marchetto che possiamo qualificare come “interprete
storico del Vaticano II”, riconosciuto da Giovanni Paolo II come «il migliore ermeneuta
del Concilio Vaticano II».
Il loro lavoro è consistito - come dice il sottotitolo del libretto - nel mostrare concreta
mente il «rinnovamento nella continuità» analizzando due documenti conciliari sulla figura
del presbitero, sia nell’esercizio del ministero (P.O.) sia nella formazione di esso (O.T.).
L’analisi, partendo da affermazioni nodali del Concilio, mostra la continuità rinnovata
soprattutto nel magistero papale di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Teniamo conto
che il commento di mons. Marchetto riprende una relazione tenuta al clero di Ferrara nel
2015. Sono dunque testi assertivi, con un tono vivace, che realizzano l’intento di indicare
la corretta saldatura tra il Concilio e i tempi nostri. Rimane il delicato e grave problema
di capire e collocare in relazione al Concilio la crisi profonda attuale del clero e il modo di
intervento, certamente innovativo di Papa Francesco (v. Evangelii Gaudium) e della Ratio
fundamentalis, Il dono della vocazione presbiterale, da parte della Congregazione per il clero
del 2016. In questi riferimenti il binomio di «rinnovamento nella continuità» manifesta
un processo di crescita e di cambio pur nella fedeltà. È giusto dunque il binomio «rinno
vamento nella continuità», ma esso stesso va riletto e riadattato continuamente. Ecco il
problema che fa discutere: dal Vaticano II come archeologia al Vaticano II come profezia.
Cesare Bissoli
Melesi Luigi
Memorie di una casa di rieducazione. Don Bosco edizioni, Milano 2016, 310 p., ISBN
978-88-909959-2-7.
Questo libro è come un gioiello dalle molte facce.
È biografia e autobiografia: è biografia fotografica (tante sono le foto quasi sempre di
volti) di ragazzi residenti in una casa di rieducazione ad Arese (Milano) affidata ed animata
da salesiani di don Bosco; è autobiografia dell’autore, don Luigi Melesi, salesiano, ora ot
tantenne e acciaccato che ad Arese prima e poi a S. Vittore, ha dato la sua vita per queste
persone (giovani) ferite. Questo volume è l’ultimo di una serie di dieci dell’autore, tutti
scritti su questi ragazzi, o meglio con essi. Una ricca bibliografia allarga l’orizzonte e offre il
contesto vivo di questa originale esperienza (v. pp. 299-302).
È memoria di vita. La memoria si manifesta simbolicamente nelle due pagine di coper
tina nelle foto di ragazzi dietro le sbarre, e prosegue nella narrazione sul come le sbarre sono
saltate lungo un processo di liberazione che è iniziato nel 1954 e continua ancora oggi. Ciò
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