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Io Amo La Mia Chiesa Perché Mi Assumo Le Mie Responsabilità - ADI-Media - Libri Cristiani, Bibbia, Ebook, Musica, DVD

Il documento discute l'importanza delle responsabilità dei membri della chiesa, sottolineando che l'appartenenza a una comunità di credenti implica doveri specifici. Viene evidenziato che i membri devono riunirsi, difendere il Vangelo, amarsi reciprocamente, sottomettersi ai responsabili e evangelizzare. Infine, si invita a non rimanere passivi, ma a impegnarsi attivamente nella vita della chiesa.

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Io Amo La Mia Chiesa Perché Mi Assumo Le Mie Responsabilità - ADI-Media - Libri Cristiani, Bibbia, Ebook, Musica, DVD

Il documento discute l'importanza delle responsabilità dei membri della chiesa, sottolineando che l'appartenenza a una comunità di credenti implica doveri specifici. Viene evidenziato che i membri devono riunirsi, difendere il Vangelo, amarsi reciprocamente, sottomettersi ai responsabili e evangelizzare. Infine, si invita a non rimanere passivi, ma a impegnarsi attivamente nella vita della chiesa.

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Io amo la mia chiesa … perché mi

assumo le mie responsabilità


Tutti abbiamo fantasticato, almeno una volta, di far parte di un gruppo
esclusivo. Potremmo aver sognato di far parte di una squadra di calcio, di
un gruppo musicale, di un circolo prestigioso. Ma le nostre fantasie non
hanno mai preso in considerazione tutte le implicazioni che derivano
dall’appartenere a un gruppo di persone.

Un buon giocatore deve dedicarsi completamente agli allenamenti,


all’alimentazione… un buon musicista deve conoscere i brani alla
perfezione e impegnarsi nelle prove e nello studio. Ogni buon socio deve
partecipare alle riunioni, come da calendario, e provvedere materialmente
per sostenere la propria associazione o club di appartenenza. Queste
responsabilità definiscono il nostro ruolo come membri di questi, come di
ogni altro gruppo. Se non sono osservate, il nostro ruolo è insignificante,
anzi inesistente.

In una cultura individualistica e consumistica, l’idea stessa che i membri


della Chiesa abbiano delle responsabilità cui assolvere è una sorpresa per
alcuni credenti, ma la responsabilità e l’appartenenza alla comunità locale
vanno di pari passo: non si può avere l’una senza l’altra. In effetti, ovunque
ci sia un gruppo definito di persone, vengono in essere, necessariamente,
delle responsabilità da assolvere per il semplice fatto che tale gruppo si è
costituito e deve svolgere delle attività.

Quali sono dunque le responsabilità di un membro di chiesa?

Il volere prima del dovere?


Prima di rispondere a questa domanda, è necessario precisare che cosa è
la chiesa locale. Una comunità di credenti non è un edificio o un luogo,
bensì è un insieme variegato di persone. Più specificamente, una chiesa
locale è costituita da persone nate di nuovo per opera dello Spirito Santo,
che si riuniscono regolarmente nel nome del Signore Gesù, e seguono gli
insegnamenti della Parola di Dio per viverla quotidianamente e affermare
la propria cittadinanza celeste attraverso una condotta irreprensibile e la
pratica degli ordinamenti del Signore Gesù. Questa definizione può
sembrare un po’ lunga e complicata, ma ci mostra due cose importanti
sulla Chiesa e sui suoi membri: la Chiesa ha un’identità unica e la Chiesa
ha un’autorità unica.

La chiesa è composta da uomini e donne rigenerate e ripiene di Spirito.


Questi hanno una nuova identità, non sono più spiritualmente morti nel
peccato, ma sono stati vivificati in Cristo. Sono una nuova creazione, sono
perdonati dei loro peccati e adottati come figli di Dio (Geremia 33:31-34; II
Corinzi 5:17; Efesini 1:7, 13, 22; 2:5; Romani 8:15; Colossesi 2:13). Ogni
membro di Chiesa ha la responsabilità di diventare ciò che Cristo ha
predisposto per ciascuno di noi (Efesini 2:10), camminando in modo
degno del Vangelo (Efesini 4:1). L’essere porta al fare. In altre parole, i
doveri espressi nel Nuovo Testamento derivano dai presupposti stessi
dell’Evangelo. Essendo nuove creature noi vogliamo servire il Signore (II
Corinzi 8:10, 11; Filippesi 2:13).

Dio ha anche affidato a ogni comunità locale l’autorità e l’influenza


spirituale per agire sulla terra per conto del regno dei cieli (Matteo 18:18).
Le chiese locali sono ambasciate del regno di Dio. Con il battesimo, la
Cena del Signore e l’opera di discepolato, una chiesa locale esercita
l’autorità di affermare la cittadinanza dei suoi membri nel regno di Dio.

Sei responsabilità di un membro di chiesa


Dopo aver fatto luce sull’identità e sull’autorità della Chiesa, come
definiamo le responsabilità dei membri di Chiesa? Questi sei punti
riassumono l’insegnamento biblico sulle responsabilità di ognuno di essi.

Riunirsi insieme

Se i membri della Chiesa non si riuniscono, allora non c’è Chiesa. In altre
parole, riunirsi nel nome di Gesù fa parte di ciò che rende una comunità la
Chiesa del Signore (Atti 2:42). Lo scrittore della lettera agli Ebrei ha
ordinato ai suoi lettori di non rinunciare alla “comune adunanza” (Ebrei
10:25). Ogni membro di Chiesa dovrebbe dare priorità alle riunioni di culto,
a quelle di preghiera e di studio biblico, per incontrarsi con il Signore e con
il Suo popolo. Esattamente come alle origini della chiesa.

Naturalmente, i membri possono avere bisogno di incontrarsi per altri


motivi. Se una chiesa stabilisce di fare una riunione dei membri per
l’approvazione della relazione finanziaria, un’assemblea di chiesa dove si
presentano nuovi membri, al pari di un incontro di evangelizzazione…,
anche in questi casi i membri della chiesa hanno la responsabilità di
partecipare a quelle riunioni.

Difendere il Vangelo

Assicurare la fedeltà al Vangelo non è responsabilità soltanto dei pastori.


Ogni membro di Chiesa ha la responsabilità di sostenere e affermare gli
insegnamenti biblici. Quando l’apostolo Paolo scrisse alle chiese della
Galazia, rimproverò le chiese, non i conduttori, per essersi rivolti a un
“altro vangelo” o un “vangelo diverso” (Galati 1:6-8). Egli riteneva l’intera
comunità responsabile per aver permesso all’errore di insinuarsi e di
distorcere il Vangelo (Galati 1:7). Certo, non tutti i membri possono
padroneggiare le complessità della teologia sistematica, o
dell’apologetica, ma ogni membro dovrebbe essere in grado di articolare e
difendere la sostanza del Vangelo. Gli apostoli presumevano che ogni
credente dovesse crescere in Cristo, consentendo loro di discernere la
verità dall’errore (Efesini 4:13, 14; Filippesi 1:9, 10; I Giovanni 4:1-6).

A livello pratico, proteggere il Vangelo significa che i membri di Chiesa


devono almeno conoscere e comprendere gli articoli di fede su cui la
propria comunità si fonda. Ogni membro, inoltre, ha la responsabilità di
assicurarsi che l’insegnamento della propria comunità sia in accordo con
la Parola di Dio. I membri che si assumono questa responsabilità
considereranno lo studio della Parola come qualcosa di più di un atto di
devozione ed edificazione personale. Avranno anche un impulso
ecclesiologico: “Studio la Bibbia per crescere nella fede e nella
conoscenza e aiutare la comunità a mantenere l’integrità dottrinale” (cfr.
Ebrei 5:14). Quando ogni membro accetta la responsabilità individuale di
proteggere il Vangelo, l’intera Chiesa ne beneficia (cfr. Giuda 3, 4).
Insieme, maturano nella verità e si edificano nella conoscenza del Figlio di
Dio (Efesini 4:13).

Definire il significato di appartenenza alla Chiesa

Gesù istruì la chiesa a considerare un fratello impenitente come un


idolatra e un peccatore per aver rifiutato di ravvedersi dal proprio peccato
e dal sottomettersi ai richiami ricevuti: non resta che “dirlo alla chiesa”
(Matteo 18:15-20). In I Corinzi 5:1-13, l’apostolo Paolo rimprovera la
comunità di Corinto per aver tollerato il male in mezzo a loro. Quando “si
riunivano nel nome del Signore Gesù” come Chiesa, dovevano considerare
l’uomo immorale come perduto e allontanarlo dalla comunione affinché
non contaminasse la santità del corpo di Cristo (I Corinzi 5:4, 5) perché, in
questo caso, la verità di Dio viene disonorata, allora l’unità e la pace non
dureranno a lungo; perciò bisogna allontanare costoro o allontanarsi da
loro (Romani 16:17; II Tessalonicesi 3:6, 14; II Timoteo 3:5; Tito 3:10).

I membri di Chiesa, inoltre, sono responsabili di garantire la partecipazione


ai nuovi membri. Ricevendo nuovi credenti con il battesimo o accogliendo
fratelli e sorelle che si trasferiscono in zona da un’altra comunità, la
comunità locale dichiara pubblicamente: “Questa persona è un cittadino
del regno di Dio” e può essere accolto (cfr. Matteo 16:18, 19; 18:17-20;
28:18-20). Celebrando la Cena del Signore, i membri si accostano ai
simboli che definiscono la propria appartenenza al corpo di Cristo,
affermando al tempo stesso la loro comunione con Dio (I Corinzi 10:17;
11:23-26).

In caso di scandalo palese e pubblico, la chiesa attesta, effettivamente, di


non riconoscere più la persona che ha generato confusione come membro
effettivo della comunità. I pastori, infatti, non esercitano questo tipo di
autorità da soli, ma tutta la chiesa è resa partecipe di tale decisione in
ubbidienza a Cristo, e questo per mantenere la purezza della Chiesa e per
preservare la testimonianza del Vangelo in un mondo decaduto.

Amarsi a vicenda

“Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli
uni per gli altri” (Giovanni 13:35). Dire che i membri di Chiesa sono
responsabili di amarsi reciprocamente è quasi come dire che gli uccelli
hanno la responsabilità di volare. L’amore definisce la nostra nuova
identità in Cristo (I Giovanni 4:7, 12; 5:1). Nel Nuovo Testamento, l’amore è
tangibile, attivo ed espresso attraverso il servizio (Romani 12:10; Ebrei
3:13). Ogni membro di Chiesa ha la responsabilità di seguire tutte le
indicazioni del Nuovo Testamento che contengono l’espressione “gli uni gli
altri”.

Se ci assumiamo la responsabilità di amarci l’un l’altro, allora cercheremo


attivamente di essere discepolati e di discepolare gli altri. In questo modo,
l’intera comunità “si edifica” nell’amore (Efesini 4:15, 16). Non saremo
passivi riguardo all’unità della chiesa, ma desiderosi di mantenere e
promuovere uno spirito di unità con il vincolo della pace (Efesini 4:3). Non
lasceremo indietro i membri “zoppicanti”, ma li accompagneremo
esortandoli per il loro bene (cfr. Matteo 18:10-14). Prenderemo sul serio la
preghiera (I Tessalonicesi 5:16; Efesini 6:18), porteremo i pesi gli uni degli
altri (Galati 6:2), eserciteremo l’ospitalità (Romani 12:13), anteporremo gli
interessi degli altri ai nostri (Filippesi 2:4) e cercheremo di costruire delle
sane relazioni cristiane.

Questo tipo di servizio non è riservato soltanto ai pastori. Gesù ha istituito


i pastori nella Chiesa per equipaggiare i membri ad adempiere alle loro
responsabilità e a svolgere il lavoro del ministero di edificazione del corpo
di Cristo (Efesini 4:11, 12).

Sottomettersi ai responsabili

Ebrei 13:17 esorta i cristiani a ubbidire ai conduttori e a sottomettersi a


loro. I responsabili della nostra comunità sono un dono di Cristo alla
Chiesa. Sono uomini che hanno capacità di insegnare e applicare le
Scritture (I Tessalonicesi 5:12, 13; I Timoteo 3:1-7). I membri di Chiesa
hanno la responsabilità di ubbidire a Gesù sottomettendosi agli anziani
(ossia quanti hanno autorità nella Chiesa), perché questi ultimi vegliano
sulle loro anime come coloro che dovranno renderne conto (Ebrei 13:17).
Ovviamente, i membri di Chiesa non devono seguire i loro responsabili
ciecamente, ma nella misura in cui questi anziani insegnano le Scritture e
guidano la Chiesa in modo biblico (Ebrei 13:7). I membri di Chiesa devono
onorare i propri conduttori per il loro servizio, insegnamento, la loro
saggezza, i loro consigli e le loro istruzioni (I Timoteo 5:17).

Evangelizzare i perduti

Il Grande Mandato è per ogni cristiano, non soltanto per i pastori e i


missionari sparsi nel mondo. Gesù ha incaricato ogni membro di Chiesa a
“fare discepoli” (Matteo 28:18-20). Come popolo riconciliato con Dio,
abbiamo la responsabilità di annunciare il messaggio di riconciliazione a
quanti vivono separati da Cristo, senza Dio e senza speranza nel mondo
(Romani 10:14; II Corinzi 5:19; Efesini 2:12). Non soltanto i pastori, ma tutti
i credenti rappresentano un sacerdozio regale incaricato di mediare un
annuncio autorevole da parte di Dio all’umanità (I Pietro 2:9). Annunciamo
l’Evangelo quotidianamente in ogni luogo dove siamo posti, con le nostre
parole e la nostra condotta, così facendo riusciremo a coprire una buona
parte di questo mondo perduto (Filippesi 2:14-16). L’annuncio è semplice
e diretto: Cristo è il Salvatore! «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia
battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi
riceverete il dono dello Spirito Santo” (Atti 2:38).

Conclusione
Nessun atleta si unisce a una squadra sperando di rimanere in disparte a
ogni allenamento e partita. L’appartenenza alla Chiesa è molto più
importante della partecipazione a uno sport di squadra. Purtroppo, però,
l’individualismo, il disimpegno, l’indifferenza e l’inganno di una fede facile,
oltre a certe forme di culto a Dio non bibliche hanno lasciato molti membri
di Chiesa intenzionalmente o involontariamente in disparte.

Sei un membro di Chiesa? Non accontentarti di stare in panchina. Gesù


chiama tutti noi ad alzarci e a metterci al lavoro.

Libri per approfondire


Comunità Attraente – Quando la potenza di Dio rende una chiesa
avvincente
Sono un Membro di Chiesa – l’attitudine che fa la differenza
Chiesa Analogica
Diamoci una Mano – 8 modi per sviluppare relazioni costruttive
Servire Dio Insieme
Agape – amare ha ancora senso?

I Sentieri Biblici sono delle serie di studio e approfondimento pensate


per indicare la “via della vita” a ogni credente desideroso di trovare nella
Bibbia quella parola “utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a
educare alla giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato
per ogni opera buona” (II Timoteo 3:16).

Questi studi sono una risorsa gratuita che vogliamo mettere a


disposizione per gruppi e chiese. Un’opportunità di riflessione, di
applicazione pratica e formazione biblica.

Potrai scaricarli in pdf, stamparli e usarli liberamente nella tua


comunità.
La nostra preghiera è che l’analisi di questi argomenti possa far diventare
sempre più familiare “l’incontro con la Parola di Dio”, per rimanere sempre
più “attaccati alla Parola fedele” (Tito 1:9) e praticare il “non oltre quel che
è scritto” (I Corinzi 4:6).

VAI QUI PER ESPLORARE TUTTI I SENTIERI BIBLICI

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