La Diaspora Cinese Nel Sud Est Asiatico
La Diaspora Cinese Nel Sud Est Asiatico
Introduzione..................................................................................................................3
____________________________________________________________________
CAPITOLO 1: UNA MAPPATURA DELLA DIASPORA CINESE
NEL SUD-EST ASIATICO
1.1 Storia della Diaspora Cinese ed evoluzione del personaggio del Migrante
cinese.................................................................................................................7
1.2 La Diaspora Cinese nel Sud-Est Asiatico: cronologia e posizionamento
geografico dei flussi........................................................................................10
1.3 La dimensione demografica: entità dei flussi e dati statistici........................12
1.4 Le comunità Huaqiao in Thailandia, Malaysia, Filippine, Vietnam e
Singapore.........................................................................................................16
1.4.1 Thailandia..................................................................................................16
1.4.2 Malaysia.....................................................................................................18
1.4.3 Filippine.....................................................................................................19
1.4.4 Vietnam......................................................................................................20
1.4.5 Singapore...................................................................................................23
______________________________________________________________________
CAPITOLO 2: RUOLO DELLE COMUNITÀ CINESI NEL SUD-EST
ASIATICO
2.1 Processi di regionalizzazione, Organizzazioni transnazionali (SEATO,
ASEAN) nel territorio del Sud-Est Asiatico....................................................25
2.1.1 Processi di regionalizzazione nel Sud-Est asiatico.........................................25
2.1.1.1 La SEATO...........................................................................................30
2.1.1.2 L' ASEAN...........................................................................................31
2.2 Ruolo Economico dei cinesi d'oltremare e il Capitalismo cinese...................33
2.2.1 Il Capitalismo Cinese.................................................................................36
2.3 Rapporto economico-politico fra Huaqiao, Madrepatria e Stato d'approdo
(Influenze economiche, politiche e cenni alle leggi che regolano la migrazione
in Cina)............................................................................................................39
1
______________________________________________________________________
CAPITOLO 3 : IDENTITÀ, CULTURA E LETTERATURA DEI
CINESI D'OLTREMARE
3.1 Processi di assimilazione e la mancata assimilazione delle comunità cinesi in
Malaysia, Thailandia e Filippine.....................................................................44
3.1.1. Le comunità Huaqiao in Malaysia.................................................................44
3.1.2. Le comunità Huaqiao in Thailandia...............................................................46
3.1.3 Le comunità Huaqiao nelle Filippine.............................................................47
3.2 Rapporto fra Huaqiao e Madrepatria: Identità e Nazionalismo......................49
3.2.1 Testimonianze: Voci della Diaspora............................................................53
3.3 Il problema della Lingua.................................................................................55
3.4. Cenni di letteratura scritta da Huaqiao...........................................................57
Conclusioni.................................................................................................................60
Bibliografia.................................................................................................................65
2
Introduzione
3
Con il primo termine intendiamo il cambiamento di residenza, che può essere
permanente o semi-permanente, di un individuo o gruppo di individui (Johnston,
2000). La Migrazione ha influenzato enormemente la cultura e la società dei Paesi
interessati da questo fenomeno ed è stata spesso fondamento di esperienze personali
profondamente epifaniche e fonte di materia letteraria. Lo studio delle migrazioni,
perpetrato soprattutto da geografi, è un elemento chiave per la comprensione del
senso dello Spazio, della Comunità e dell'Identità, in particolare per quanto riguarda
lo studio delle diaspore. Con Immigrazione intendiamo ovviamente una “forma di
migrazione in cui gli individui si spostano da uno Stato ad un altro” (Johnston,
2000). L'immigrazione permanente viene divisa dalla concezione dell'immigrato
“Sejourner”, che torna dopo breve tempo nel Paese d'origine e si sposta spesso per
motivi economici o lavorativi. Sovente l'immigrazione è forzata, come nel caso dei
rifugiati politici o delle vittime di guerre e persecuzioni, che sono costretti a lasciare
le loro case e a muoversi verso luoghi più pacifici.
La Diaspora è anch'essa una forma di migrazione, ma invece che interessare
individui o piccoli gruppi di persone, coinvolge interi popoli.
4
possono essere ritenuti paralleli ai Discorsi sul Transnazionalismo2 e sui processi di
Assimilazione3 socio-culturale che hanno contribuito in tempi recenti
all'elaborazione teorica e alla comprensione “pratica” del fenomeno della Diaspora
Cinese e delle comunità che essa ha creato, producendo un sviluppo di qualità nelle
ricerche sui Chinese Overseas, generando un campo di studi maturo e indipendente.
Con Chinese Overseas o Cinesi d'Oltremare (in cinese Huaqiao) intendiamo
individui di nascita o discendenza (totale o parziale) cinese che vivono
permanentemente fuori dalla Cina.
In senso stretto, Cinesi d'Oltremare è un termine che si riferisce ai cinesi di etnia
Han, mentre in senso più ampio si può ricondurre a tutti i 56 gruppi etnici
riconosciuti in Cina, i Zhonghua Minzu (cittadini di nazionalità cinese).
Gli Huaqiao sono, secondo le ultime stime, circa 40 Milioni di persone stanziate fra
il Sud-Est Asiatico, l'Australia, l'America del Nord e l'Europa.
Per la loro grande presenza nel mondo e per la loro importanza sociale, politica,
economica e culturale, gli studi sulla Diaspora Cinese e sul ruolo delle sue comunità
di Chinese Overseas si sono moltiplicati negli ultimi anni, anche grazie all'ascesa
della Cina sulla scena mondiale.
Il fatto che studi sulla Diaspora Cinese siano “materia da geografi” porta
all'elaborazione di nuove prospettive e nuove informazioni in un'area generalmente
dominata da storici, sociologi e critici letterari. Dal punto di vista geografico
fenomeni come la Diaspora Cinese vengono analizzati in rapporto alla globalità del
territorio, dal Sud-Est Asiatico, all'Oceania, all'America, all'Europa e gli ultimi studi
in merito si focalizzano sull'attualità, cioè sugli anni successivi al 1960.
Questo parallelismo rende la Diaspora Cinese uno dei temi principali dell'area dei
“Global Studies”, cioè quel campo di studi che interessa le relazioni politiche,
economiche, sociali e culturali fra Paesi nel mondo (processi politici e culturali,
2 Transnazionalismo: continuo movimento transnazionale nel quale gli immigranti sviluppano e
mantengono connessioni economiche, politiche, sociali e culturali in più di una nazione; Cit.
R.J.Johnston “Dictionary of Human Geography,” 2000.
3 Assimilazione: processo tramite il quale nazioni o comunità e sub-nazioni e minoranze si
mischiano e diventano simili; Cit. R.J.Johnston “Dictionary of Human Geography,” 2000.
5
impatti della globalizzazione). In “Space, Place and Transnationalism in the
Chinese Diaspora”, Laurence Ma scrive che “l'odierna concezione della migrazione
internazionale è semplicemente incapace di catturare la natura instabile e in rapido
cambiamento della migrazione globale”, e che le nuove teorie su di essa devono
approfondire la portata culturale delle emergenti società plurali, delle organizzazioni
sociali e dei Network famigliari (che non sono più basati su un unico luogo).
Gli immigranti cinesi spesso sviluppano un bagaglio culturale che sorvola i confini
nazionali. Ma enfatizza le dinamiche della popolazione dei Chinese Overseas come
un network globale fluido e flessibile e che la loro genesi deve essere posta in un
contesto storico più ampio al di là dei confini territoriali.
6
CAPITOLO 1: UNA MAPPATURA DELLA DIASPORA CINESE
NEL SUD-EST ASIATICO
7
sviluppatasi in particolar modo in Asia prima dell'arrivo degli europei. Infatti,
quando nel sedicesimo secolo d. C gli europei raggiunsero il Sud-Est Asiatico, le
comunità cinesi si erano già stabilite nella regione.
Con la caduta della dinastia Qing (1911) e per tutta la prima metà del
Ventesimo secolo, si palesò una nuova forma di "Huaqiao", che Wang definisce
"Chinese Sejourner". Questa concezione supera l'idea di Coolie, in quanto i migranti
erano spesso professionisti guidati da un forte sentimento nazionalista e miravano a
promuovere la cultura cinese fra le comunità di Overseas, sopratutto del Sud-Est
Asiatico. Essi erano spesso associati a università in Europa e divennero i leader
politici della Cina repubblicana e successivamente comunista. Ciò che avevano in
comune con gli "Huagong" era l'intenzione di tornare in patria dopo il periodo
trascorso all'estero, ma questo fattore venne meno a seguito dei problemi economici
e politici che segnarono l'ascesa della Cina comunista all'inizio degli anni '50 del
Novecento.
8
La maggior parte dei cinesi migrati provenivano dalle province meridionali del
Guangdong e del Fujian. Il flusso migratorio dalla Cina del sud alla fine del
Diciannovesimo secolo è responsabile della creazione delle Chinatowns tutt'oggi
presenti nel mondo. La cultura tradizionale di questi individui ha plasmato la forma
e la struttura del rapporto tra gli Overseas Chinese e la Madrepatria nel corso del
Ventesimo secolo.
Una nuova ondata migratoria è iniziata dopo la messa in atto delle politiche
delle "porte aperte" in Cina nel 1970 che hanno portato alla migrazione di cinesi non
solo dal sud, ma da tutto lo stato per ragioni economiche verso gli USA, Canada e
Australia (possono essere considerati come una forma moderna di "Huashang" e
probabilmente anche "Huagong"). Prevalente nella migrazione cinese
contemporanea è il modello migratorio del "Huayi" (Wang, 1991), cioè
"Discendente cinese" che riguarda cinesi che risiedono fuori dalla Cina e che si
spostano in altri luoghi. Possono essere considerati "Huayi" i rifugiati cinesi dal
Vietnam alla fine degli anni settanta che migrarono in Nord America e Australia.
9
vediamo oggi come comunità di Overseas Chinese è il risultato di tante, piccole
"Diaspore geografiche" (Chan, 1992), ognuna con una peculiare struttura causale.
L'unico aspetto che le unisce potrebbe essere la "Cinesità", che consiste
nell'immedesimarsi in una categoria razziale e che trasporta un forte significato
culturale.
Fonte: www.33ff.com
10
migratoria dell'epoca Ming costituiscono i più celebri viaggi cinesi nella regione.
Dopo questa prima fase molti cinesi (Huashang) si stabilirono nella zona fino a
costituire una percentuale consistente nella popolazione totale in numerosi Paesi. Il
numero assoluto di migranti cinesi nel Sud-Est crebbe enormemente durante il
periodo coloniale. Gli Huaqiao, tra il Sedicesimo e il Diciottesimo secolo,
provenivano perlopiù dalle province marittime di Guangdong e di Fujian, seguite da
quella di Hainan (vi sono prove, però, di alcuni gruppi di immigrati cinesi insediatisi
a Malacca prima delle grandi onde migratorie del Sedicesimo secolo).
11
a partire dal Diciottesimo secolo, e in questo paese gli immigrati di etnia cinese
presero il nome di “Hoa” (Reid, 2002). Intorno al 1975, le comunità Hoa del nord e
del sud contavano circa 1,3 milioni di individui, quasi tutti residenti nell'area
metropolitana di Saigon, specialmente nella China Town di Cholon. L'etnia Hoa si è
stabilizzata anche ad Hong Kong nel corso del 1900.
Fino agli anni Venti del Ventesimo secolo le donne cinesi emigrate nel Sud-
Est Asiatico erano molto poche, di conseguenza i nuovi arrivati prendevano spesso
in moglie o come concubina una donna del luogo. Giunsero poi gli anni dei
mutamenti profondi, determinati dalla caduta dell'ingerenza coloniale nell'area. Il
Nazionalismo, sia cinese che indigeno, cominciò ad affermarsi: scuole, giornali,
riviste e circoli letterari cinesi contribuirono all'affermazione delle idee anticoloniali
del Guomindang che portarono alla crescita del senso di solidarietà tra cinesi a
favore di un processo di “Risinificazione5”, soprattutto fra i Peranakan in Indonesia
e Malaysia. A testimonianza dello stretto rapporto tra Huaqiao il governo di Sun-
Yat Sen vi fu un flusso di finanziamenti inviati dal Sud-Est Asiatico verso la Cina
per sostenere l'industrializzazione in patria e la guerra sino-giapponese dopo gli
anni Trenta. Con la vittoria di Mao Zedong nel 1949 e il consolidamento degli stati
indipendenti in Asia, fu chiesto ai cinesi di prendere la cittadinanza nei paesi dove
risedevano e di assumere l'identità nazionale. Negli anni Settanta la componente
politica del Nazionalismo cinese fece spazio al Nazionalismo etnico e culturale, teso
a sviluppare e mantenere l'identità cinese nelle società multirazziali del Sud-Est
Asiatico (Reid, 2002).
12
stime approssimative del numero totale di Huaqiao residenti nel territorio in
questione. Anche i censimenti effettuati nell’ultima parte del periodo coloniale non
sono affidabili, con le eccezioni di Singapore e Malaysia. Nella seguente tabella
(Tab.1) espongo i dati relativi alla popolazione Huaqiao residente rispettivamente in
Thailandia, Malaysia, Singapore, Indonesia, Filippine e Vietnam tra i primi anni del
1800 e il 1922.
7000
Cinesi
23.000
Cinesi
Fonte: V. Purcell, The Chinese in South-east Asia, 1951, pag. 3-43, 169,175; Dati 1992: The Economist,
18 Luglio 1992, pag. 21; “Cinesi d'Oltremare: l'insediamento nel Sud-Est Asiatico”, a cura di Anthony
Reid, Ed. Fondazione Giovanni Agnelli, 2002
13
Negli ultimi dieci secoli sono state individuate cinque fasi di crescita demografica
cinese nel Sud-Est Asiatico (Wang, 1991):
• Nella seconda fase, tra il 1567 e il 1800 circa, i quartieri commerciali cinesi
si ampliarono, soprattutto nelle grandi città come Bangkok, Manila e Batavia.
Sorsero comunità minerarie e agricole in Vietnam, Cambogia, Malaysia. Si
svilupparono in questo periodo le popolazioni creole a Giava e nelle
Filippine (la percentuale di Mestizo e meticci toccò il suo apice nel 1800).
Comunque, anche in questa seconda fase migratoria, la popolazione di etnia
cinese in Asia rimase scarsa (percentuali sulla popolazione nativa tra il 2 e il
5 per Cento).
• La terza parte comprende il periodo che va dal 1800 al 1860, in cui le mete
della migrazione cinese furono Bangkok e Singapore. In questa fase si
sviluppa l’idea nazionalista della “Cinesità”.
• Nel quinto ed ultimo periodo, tra il 1931 e il 1981, il tasso medio annuo di
incremento della popolazione cinese in Thailandia, Singapore e Indonesia
risulta superiore rispetto a quello dei settant’anni precedenti.
14
Tabella 2: Dati popolazione di Huaqiao nei principali paesi del Sud-Est
Asiatico
Anno dei
Continente / paese Popolazione di Huaqiao
dati
Asia 30,100,000+
Thailandia 7.053.240 2005
Malaysia 6.390.900 2010
Singapore 2.794.000 2010
Indonesia 7.000.000 2008
Filippine 1.100.000 2005
Vietnam 1.200.000 2005
Cambogia 1.180.000 2008
Myanmar 1.100.000 2005
Corea del Sud 696.8612 2010
Giappone 655.3771 2008
Fonti: Population Distribution and Basic Demographic Characteristic Report 2010 (Updated:
05/08/2011 – Corrigendum); Table 3 Ethnic Composition of the Resident Population, in Singapore
Department of Statistics, Social Statistics Section, 2011
Le aree urbane9 con le più significative comunità cinesi nel Sud-Est Asiatico
sono Bangkok con 2.900.000 Huaqiao (secondo il censimento del 2009, riguardante
quindi i soli residenti registrati), Singapore con 2.800.000 abitanti provenienti dalla
Cina (censimento 2010), Kuala Lumpur con 612,277 individui (censimento 2000,
solo la città), Penang con 650.000 (2005), Giacarta con 528.300 (censimento 2010).
Proiettando questi dati nel futuro, Anthony Reid, nella sua Introduzione al volume
da lui curato “Cinesi d'Oltremare: l'insediamento nel Sud-est Asiatico”, sostiene che
sicuramente la popolazione cinese nel Sud-Est Asiatico continuerà a crescere,
raggiungendo i 35 Milioni di individui entro i prossimi vent’anni, a meno che il
9 Si prendono qui in considerazione le aree urbane del Sud-Est Asiatico più significative dal punto
di vista demografico rispetto alla popolazione di etnia cinese. Le aree metropolitane più
importanti in Occidente sono: 1. New York con 665.714 Huaqiao 2. Area statistica combinata
San Jose - San Francisco- Oakland con 562.355 ab. (2009) 3. Grande area di Toronto con
486.300 ab. (censimento 2006, area metropolitana).
15
tasso di crescita della popolazione Huaqiao diminuisca in modo drastico e
improvviso (rispetto a quella indigena).
1.4.1 Thailandia
La Thailandia ospita una delle più grandi comunità di Huaqiao nel Sud-Est
Asiatico, con processi di integrazione e assimilazione culturale molto profondi.
Il flusso migratorio verso questo Paese ha interessato, negli ultimi decenni, circa 7
Milioni di persone (14 per Cento della popolazione).
La maggioranza dei Cinesi in Thailandia vive in città come Bangkok, Phuket, Hat
Yai e Nakhon Sawan. La maggioranza di questi Overseas appartiene al gruppo
etnico-linguistico di ceppo Han (etnia più diffusa in Cina) caratterizzato dal dialetto
Teochew. Molti di loro vivono nella parte settentrionale della Thailandia, che può
essere definita “confinante” con la provincia cinese dello Yunnan.
Il caso della Thailandia è peculiare dal punto di vista politico: infatti, l'attuale
monarchia nel Paese è retta dalla dinastia Chakti, discendente dal re Rama I, che era
un meticcio cinese. Anche il suo predecessore, re Taksin della dinastia Thonburi, era
figlio di immigranti cinesi provenienti dalla provincia di Guangdong e nacque con
16
un nome cinese. Altro dato che ci permette di capire quanto sia importante e
profonda l'influenza a livello dell'Amministrazione, del governo e dell'economia è
che la maggioranza dei Primi Ministri e Ministri in Thailandia sono di discendenza
cinese (Reid, 2002). Poiché essa è l'unica nazione nel Sud-Est Asiatico che non ha
mai sperimentato dominio coloniale europeo, il governo thailandese ha sempre
gestito da solo la questione della migrazione cinese sul suo territorio.
Al culmine del flusso migratorio cinese, alla fine dell' Ottocento, gli Huaqiao si
resero conto che l'unico modo per accrescere il loro status sociale era quello di
diventare un membro del governo Thai a livello amministrativo o militare. Questa
caratteristica sociale, come spiega G. William Skinner, ha creato una situazione in
cui "l'ascesa politica dei discendenti di immigrati cinesi, e il fatto che tutti
aspiravano a questo, ha fomentato un movimento sociale peculiare nella società
thailandese"10
17
1.4.2 Malaysia
La storia registra la presenza di cinesi in Malaysia già dalla fine del 1400, a
partire dalla creazione del Sultanato di Malacca controllato e protetto dalla Dinastia
imperiale Ming, per cui la presenza di Huaqiao in Malaysia fu sempre significativa.
Gli immigrati cinesi si mischiarono da subito con la popolazione nativa, attraverso
matrimoni con donne del posto, ma mantennero sempre una spiccata coscienza
identitaria, che si può inserire nei discorsi sulla “Cinesità” e sulla volontà dei Cinesi
d'Oltremare di tenersi in collegamento costante con la Madrepatria (Reid. 2002). La
maggior parte di loro proveniva dalla provincia cinese del Fujian ed avevano
rapporti di discendenza con l'aristocrazia malese. Essi sono conosciuti come i
Peranakan.
Tra il 1700 e il 1800, nel periodo del colonialismo inglese, vi fu una seconda
ondata migratoria proveniente dalla Cina, soprattutto dal Guangdong e dal Fujian. Si
trattava di Huashang, mercanti che trattavano con gli Straits Settlement ed avevano
le loro basi in Malaysia. Grazie al loro senso del Business, alla loro etica lavorativa e
alla portata delle opportunità economiche, sia il governo inglese che quello malese si
interessarono molto alla minoranza cinese, che ottenne il controllo commerciale di
molte miniere d'oro e la possibilità di lavorare nelle nuove piantagioni del Sud-Est
Asiatico. Successivamente molti cinesi si diressero verso le grandi città della
Malaysia dove istituirono banche di risparmio e credito, oltre a molte piccole e
medie imprese.
18
cinese in Malaysia è, insieme a quella Thailandese, la più importante per quanto
riguarda il numero di residenti (6 Milioni di persone) e per la percentuale di
Huaqiao rispetto alla popolazione nativa (circa il 20 per Cento) 12.
1.4.3 Filippine
Gli Huashang arrivarono e vissero a Manila prima dello sbarco spagnolo sulle sue
sponde. I mercanti cinesi provenivano dalla provincia del Fujian, facevano parte di
una più grande economia marittima che crebbe di importanza nel Sud-Est Asiatico
durante la Dinastia Song (1127-1276). Questo facilitò la creazione di un sistema
economico di esportazione dalla Cina e facilitò l'importazione di merci dal mercato
della Madrepatria, formando un gruppo di Cinesi d'Oltremare specializzati nel
commercio.
Dopo l'indipendenza delle Filippine nel 1946, vennero introdotte misure per
limitare le opportunità economiche dei Cinesi. Nel 1961 venne introdotta la
“Filippino First”, che favoriva gli interessi dei nativi rispetto a tutte le altre etnie e ai
Filippini naturalizzati, cioè quegli immigrati che erano stati assimilati nella società
del luogo, le industrie vennero nazionalizzate e le possibilità lavorative vennero
riservate ai Filippini. Nel 1974, sotto il governo del primo ministro Ferdinand
Marcos (1917-1989), vi fu un enorme cambiamento rispetto alle politiche statali
riguardo le procedure per l'ottenimento della cittadinanza filippina per gli
Overseas, che furono agevolate e i Cinesi entrarono a far parte dello Stato.
12 Population Distribution and Basic Demographic Characteristic Report 2010 (Updated: 05/08/2011 –
Corrigendum)
19
Oggi, la comunità cinese deve affrontare un problema di pregiudizio, dato che molti
di loro sono visti come ricchi uomini d'affari che, sostenuti da cartelli della
Madrepatria, hanno eliminato la concorrenza di altri gruppi aziendali, come quelli
istituiti dai nativi. Nonostante questo è da segnalare la presenza di una numerosa
classe operaia cinese nelle Filippine, e questo crea un forte divario tra Cinesi ricchi e
poveri. Nel complesso, malgrado il persistere di idee legate al passato e alla
cosiddetta mancanza di etica nel mercato, la comunità cinese è oggi ben integrata nel
paese, soprattutto la popolazione giovanile che spesso non conosce nemmeno il
cinese mandarino, ma solo l'inglese e il tagalog13.
1.4.4 Vietnam
20
locale o a vivere in determinati quartieri. In periodi caratterizzati da maggiore
liberismo, essi potevano commerciare e risiedere in qualsiasi area, senza particolari
restrizioni. A seguito della caduta della Dinastia Ming (1368 d. C – 1644 d. C), molti
rifugiati cinesi si spostarono in Vietnam e vi si stabilirono. Molti Huashang presero
parte a queste comunità data l'instabilità politica che contraddistingueva la
Madrepatria alla fine del 1600. Essi erano chiamati Ming-Xiang o Minh Huong in
Vietnamita. Successivamente il loro nome venne reinterpretato dal governo del
luogo, e vennero definiti Ming-Xiang15, omofono della precedente denominazione
ma con significato diverso. Con questo nome vennero indicati anche i figli dei
Cinesi d'Oltremare a partire dal Diciottesimo secolo. Nel 1700 gli Huashang
avevano come sede commerciale la Chinatown di Cholon, nel Sud del Vietnam,
dove nel 1782 vi fu un massacro perpetrato dalle Forze dei Tây So'n16 nei confronti
della comunità cinese di Bien Hoa che si era rifugiata proprio a Cholon, provocando
la morte di circa diecimila Cinesi.
Il Vietnam perse la sua autonomia politica nel 1887 con l'arrivo dei Francesi
e la creazione dell'Indocina Francese (Vietnam centrale con capitale Annam, parte
settentrionale del paese con la città di Tonkin e il Sud con Cochin). In questo
periodo gli Huaqiao vi giunsero via mare e trovarono lavoro come commercianti,
artigiani e Coolies. Vennero create le comunità cinesi di Haiphong, Hanoi, Da Nang,
Saigon e Cholon e vennero istituite associazioni, costruiti scuole e templi per poter
soddisfare i bisogni dei gruppi di Chinese Overseas e preservare l'identità culturale
cinese.
Allo scoppio della guerra sino-giapponese, una delegazione di Cinesi del Vietnam
partecipò al Meeting a Singapore il 10 Ottobre 1938. Questo gruppo contribuì alla
15 Ming-Xiang 明乡: il primo carattere 明 indica uno strumento rituale che veniva utilizzato nelle
cerimonie legate al lignaggio famigliare o politico, mentre il secondo 乡 carattere significa
“villaggio”
16 Il nome Tây So'n indica un periodo di rivolte paesane fra la Dinastia del Naten Ye e la Dinastia
Nguyen (1770-1802)
21
fondazione della Nanyang Federation of China Relief Fund17, un'associazione dedita
all'invio di finanziamenti a scopo supportivo dal Vietnam alla Cina. Durante la
Seconda Guerra Mondiale i giapponesi invasero il paese ed utilizzarono Hanoi come
base aerea per attaccare la Strada di Birmania o Burma Road18, una strada che
collegava la Cina alla Birmania. Dopo la guerra, i Francesi cercarono di reclamare
l'autorità coloniale sui territori vietnamiti senza ottenere grandi risultati. Infatti il
Paese fu diviso in due aree distinte nel 1954: Il Vietnam del Nord cadde sotto
l'influenza di Ho Chi Minh e dei Vietmin, mentre il Sud prese il nome di Repubblica
del Vietnam del Sud, con un governo filo-francese e capitale presso Saigon.
A seguito della Guerra del Vietnam (1960-1975), che vide contrapporsi Nord e Sud
del paese (ideologicamente Comunismo contro Capitalismo, rappresentato
dall'ingerenza degli Stati Uniti nel conflitto), Saigon cadde e i due territori vennero
riunificati politicamente sotto la dirigenza comunista di Hanoi.
22
Chinese Overseas hanno costruito templi e istituito associazioni culturali che sono
simbolo di un'integrazione e assimilazione profonda nel territorio (Wang, 1991).
1.4.5 Singapore
•Hokkien Bang;
•Teochew Bang;
23
•Cantonese Bang;
•Hakka Bang;
•Hainan Bang.
Nel 1900, il governo coloniale britannico adottò un approccio politico basato sul
concetto “I Cinesi per governare i Cinesi” e appoggiarono i leader Huaqiao, che
crearono organizzazioni in grado di rappresentare i cinesi già residenti a Singapore,
oltre a creare una rete di supporto per gli immigrati. Queste associazioni presero il
nome di Chinese Temples o Chinese Clan Associations.
24
CAPITOLO 2: RUOLO DELLE COMUNITÀ CINESI NEL SUD-EST
ASIATICO
25
Tridente Confuciano e la cultura predominante si è andata diffondendo nel corso dei
Secoli in tutti i territori della zona circostante queste grandi regioni (Di Nolfo,
1994).
I Processi di regionalizzazione in quest'area del globo non sono però stati sempre di
tipo Spontaneo: le esperienze coloniali hanno prodotto Processi di regionalizzazione
dall' Alto21 imposti dalle potenze imperialiste europee e nordamericane (Di Nolfo,
1994).
Per spiegare come si sia giunti alla situazione odierna è importante ricostruire
le tappe storiche che hanno portato alla formazione, a partire dagli anni cinquanta
del Novecento, delle Organizzazioni Transnazionali come la l'ASEAN o la SEATO.
Una fase importante fu quella dell'avanzare delle potenze coloniali in Asia nel
Diciannovesimo secolo quando molti Paesi, che costituiscono oggi gli Stati della
regione del Sud-Est Asiatico, divennero parte degli imperi coloniali francese e
britannico. Fra il Sedicesimo e Diciassettesimo secolo questo destino coloniale
aveva interessato l'Indonesia, le Filippine, Macao e Timor, rispettivamente
possedimenti coloniali di Olanda, Spagna e Portogallo (De Bernardi; Guerracino,
1987). Nel corso dell'Ottocento alcuni paesi persero la loro autonomia o vennero
forzati ad intrattenere rapporti economico-politici con gli Occidentali, come nel caso
del Giappone che dovette instaurare contatti commerciali con l'Olanda già nel
Diciassettesimo secolo22. Le grandi potenze europee si spartirono il mondo in
possedimenti coloniali: i motivi di questa corsa “imperialista23” furono l'eccedenza
21 Con “Processo di regionalizzazione dall'Alto” si intende, come per quello “Spontaneo”,
l'affermarsi si rapporti transnazionali in aree continue o lontane le une dalle altre, con la
differenza che un paese predomina dal punto di vista politico e di potere sugli altri. Spesso lo
Stato in questione è “esterno” alla realtà che domina, oppure è sempre stato più influente rispetto
agli altri dal punto di vista storico. I Processi di regionalizzazione dall'Alto si sono sviluppati
soprattutto durante il periodo coloniale, in Asia Orientale e in Medio Oriente (Di Nolfo, 1994).
22 Nel 1602 fu fondata la Compagnia Olandese delle Indie Orientali, la prima compagnia
commerciale multinazionale mai creata. Questa compagnia ottenne il monopolio olandese sul
commercio asiatico e lo mantenne per due secoli. A partire dal 1640, la Compagnia Olandese
delle Indie Orientali deteneva il monopolio del commercio con il Giappone, con il suo porto
commerciale sull'isola di Dejima (vicino a Nagasaki). Fino al 1854, gli olandesi furono l'unica
finestra del Giappone sul mondo occidentale.
23 La dottrina imperialista si basa sul principio della superiorità di determinate razze e nazioni nei
confronti di altre (Johnston,2000). Le “razze superiori” avevano nei confronti di questi popoli
26
di capitali da investire nei paesi asiatici e la necessità da parte degli apparati
industriali dei paesi europei, a fronte della recente industrializzazione, di
accaparrarsi materie prime e sbocchi di mercato (fino al Sedicesimo secolo la
Bilancia commerciale era stata a favore dei paesi asiatici per la presenza di merci
lussuose e spezie ricercate in Occidente, mentre è proprio per questi motivi che si
capovolse) (Collotti Pischel,2004). Assicurandosi il dominio politico diretto, sia in
Africa che in Asia, le potenze europee riuscirono a tutelare gli investimenti e il
successo delle attività economiche, cercarono di impadronirsi di territori strategici
dal punto di vista politico ed economico e ne cambiarono molto spesso le
configurazioni governative e sociali (Di Nolfo, 1994).
27
Menchù26 si fece sempre più debole, minato dalla presenza britannica che
contrabbandava grandi quantità di oppio. Le Guerre dell' Oppio (1839-42; 1850-56)
garantirono alle potenze coloniali l'abbattimento delle politiche protezionistiche e
imposero al governo cinese la politica delle Porte Aperte (De Bernardi; Guerracino,
1987).
Figura 2: Scramble of China (1894-1900)
28
politica locale fondamentale. La Cina divenne così il terreno su cui costruire il
nuovo assetto politico e strategico regionale, data la sua posizione così prossima al
Paese del Sole. Il Giappone, forte dell'alleanza con l'Intesa, avvantaggiato dalle lotte
interne al Guomindang e dal clima instabile causato dai Comunisti, mise in atto una
costante penetrazione nel territorio cinese. Nel 1927 i due schieramenti della scena
politica cinese decisero di allearsi per contrastare l'avanzata giapponese ma con
scarso successo29. I comunisti rilegati nella regione dello Jiangxi si insediarono
successivamente nella regione dello Yunnan, dove il partito risiedette dal 1935 al
1943 e venne alla luce la figura di Mao Zedong alla guida del Partito Comunista
Cinese.
29
dell'Est33 (Reid, 2002). Oltre alla Cina rientrarono nella sfera di influenza sovietica
molti paesi dell'Asia Sud-Orientale: Corea del Nord, Vietnam del Nord, Laos e
Cambogia. Nella sfera di influenza USA furono inseriti il Giappone, la Thailandia,
le Filippine, la Corea del Sud34.
Nacque quindi un Nuovo Ordine Coloniale che vide come protagonisti i paesi
antagonisti della Guerra Fredda: URSS e USA. La Russia Comunista, attraverso il
Patto di Varsavia (alleanza difensiva) legò a sé i paesi dell' Europa dell'est. Gli Stati
Uniti sfruttarono una logica regionale e promossero nel 1954 la creazione della
SEATO (South East Asia Treatry Organization) sul modello della NATO.
2.1.1.1 La SEATO
33 Mi riferisco al bipolarismo ideologico, economico e culturale causa dalla Guerra Fredda fra URSS e
Stati Uniti fra il 1947 e il 1989. L'Europa dell'Est e il Sud-Est asiatico sono stati definiti come “Stati-
Cuscinetto” per la loro prossimità geografica con i paesi comunisti ed hanno avuto una funzione
strategica molto importante.
34 In questi elenchi non vengono citati alcuni paesi che in questo periodo storico (1946-1954)
ottengono l'indipendenza: nel 1946 l'Indonesia si libera del controllo Olandese; seguono la
Birmania, Myanmar, Malaysia; gli accordi di Ginevra del 1954 sanciscono la fine dell' Indocina
francese (Collotti Pischel, 2004).
30
L'escalation di eventi diede inizio alla guerra tra Vietnam e USA risoltasi
solo nel 1975 con l'unificazione del paese e il passaggio dei paesi occupati sotto il
controllo vietnamita e, pertanto, sovietico. Nonostante la guerra in Vietnam, i
rapporti fra Usa e Repubblica Popolare Cinese si distesero soprattutto grazie
all'azione del segretario di Stato USA Henry Kissinger 35. Nel 1971 alla Cina di Mao
venne riconosciuto il diritto a sedere nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU in
sostituzione della Cina nazionalista di Taiwan. Gli Stati Uniti riconobbero nella RPC
una potenza regionale, interlocutore fondamentale per tutte le questioni relative al
quadrante dell'Asia orientale36.
31
realizzato un imponente processo di crescita, attraverso il quale un’area
essenzialmente agricola ha conosciuto un processo di industrializzazione che,
seppure ancora non omogeneo, ne ha trasformato i caratteri. L’istituzione, a partire
dal 1992, di un’area di libero scambio, l’AFTA (Asia Free Trade Area), è stata
indubbiamente uno dei principali motori del cambiamento 38. La liberalizzazione
dello scambio di beni e servizi e del flusso degli investimenti e, dal 2007, l’adozione
dell’obiettivo di realizzare un mercato unico e una base produttiva comune entro il
2015, hanno portato ad una crescente integrazione delle economie dei 10 paesi
aderenti all’Associazione. Non mancano, tuttavia, controversie che possono incidere
sullo sviluppo, come la disputa in materia di confini tra Thailandia e Cambogia 39.
Nel 1994 l'ASEAN ha istituito l'ARF, l'Asia Regional Forum per promuovere
la costruzione di buone relazioni, un sistema di diplomazia preventiva e approcci per
la risoluzione dei conflitti. Nel 1997 l'ARF ha definito la piattaforma programmatica
dell'ASEAN Vision 2020 per promuovere l'apertura verso i paesi terzi e i paesi
associati, la prosperità e il rispetto dell' integrità territoriale e della sovranità di
ciascuno Stato.
Nel 2003 la Dichiarazione del II Concordato ASEAN di Bali, ha stabilito lo
costituzione dell' ASEAN secondo tre pilastri fondamentali: l'ASEAN Security
Community (risoluzione pacifica dei conflitti tra gli Stati membri), la Economic
Community (realizzazione di una comunità economica per il 2020, lotta contro la
povertà e le disparità economiche, abbattimento delle barriere tariffarie) e la Socio-
Cultural Community (potenziamento delle infrastrutture, per incrementare i flussi
turistici ma anche gli scambi intellettuali, miglioramento delle reti di
comunicazione).
Il punto di forza dell’ASEAN è la crescente integrazione delle economie dell’area,
nonché di queste ultime con Cina, Giappone e Corea, attraverso specifici accordi
bilaterali (FTA - Free Trade Agreement)40.
38 Cit. Rapporto Asean Awareness, 2012, Fondazione Economica Tor Vergata, pag. 5
39 Ibidem
40 Ciò ha consentito di creare un rilevante network internazionale per la produzione di parti e
32
2.2 Ruolo Economico dei Cinesi d'Oltremare e il Capitalismo cinese
33
genericamente simili in tutte le zone della regione a mano a mano che essi si
adattavano al graduale mutamento della realtà di ciascuna economia (Mackie; Reid,
2002). In ogni paese del Sud-Est Asiatico si sono affermati modelli lievemente
diversi, a ulteriore conferma che le circostanze locali sono cruciali per determinare il
successo o l’insuccesso tanto quanto le predisposizioni comuni a tutti i cinesi 42
(Mackie, 2002).
Nei secoli, gli Huaqiao si sono imposti in alcuni settori commerciali (come le
miniere di stagno e la coltivazione della gomma in Malesia e Thailandia), mentre
non hanno avuto successo in altri (i minatori delle cave di stagno di Bangka o i
produttori di pepe del Kalimantan occidentale) (Somers Heidhues, 2003).
Un caso particolare fu quello dell'industria della pilatura del riso in Thailandia e del
suo successivo commercio, che si rivelò un trampolino verso attività più lucrose per
alcune imprese familiari come i Wanglee e i Lamsam in Thailandia (Mackie, 2002).
Nella seconda metà dell’Ottocento gli esattori delle imposte e i Re dell’oppio cinesi
erano i personaggi più ricchi e influenti nelle diverse comunità cinesi e
controllavano estese reti di distributori, spesso in associazione con le società segrete.
La situazione cambiò con gli attacchi agli appalti dell’oppio tra il 1890 e il 1910
(Reid, 2002). Dopo il 1900 le principali vie per accedere alla ricchezza furono le
miniere di stagno, la pilatura e il commercio del riso, il commercio al dettaglio e
all’ingrosso, le spedizioni marittime e, in misura minore, la coltivazione o il
commercio della gomma (nel caso eccezionale della ditta Oei Tiong Ham di
Semarang anche la produzione di zucchero) e successivamente la piccola
manifattura e l’industria alimentare43.
Tuttavia, il grosso degli immigranti cinesi che affluivano nel Sud-Est Asiatico
in questo periodo erano poveri che lavoravano in miniera, nelle costruzioni e più
42 Predisposizione al commercio dovuta alla secolare tradizione cinese in quest'ambito economico
(Mackie, 2002)
43 M. F. Somers Heidhues, Bangka Tin and Mentok Pepper: Chinese Settlement on an Indonesian
Island, Singapore, ISEAS, 1992, pag. 12-15
34
raramente come braccianti nelle piantagioni che tornavano in patria alla scadenza
del contratto. Alcuni di loro però riuscirono ad avere successo come artigiani e
piccoli negozianti nelle zone rurali delle Indie Olandesi, nel Borneo e in
Thailandia44.
Tra il 1930 e il 1960 (il periodo dell’occupazione giapponese, della
decolonizzazione e dell’instabilità politica45) – i cinesi, soprattutto quelli nati in Cina
e non legati alla struttura coloniale, assunsero ruoli economici svolti in precedenza
dai dominatori coloniali spesso scalzando anche i concorrenti indigeni e destando
perciò sentimenti nazionalisti ostili. Citando Wang Gungwu, avevano una
«ricchezza senza potere» (Wang, 1991), essendo politicamente impotenti e
vulnerabili a varie forme di violenza o discriminazione nazionalista. A partire dagli
anni sessanta i loro ruoli economici e la loro posizione socio-economica sono
notevolmente cambiati sotto l’impatto della crescita economica di tutti i paesi
dell’ASEAN ad eccezione delle Filippine.
I grandi uomini d’affari cinesi hanno occupato i vertici di tutte le economie della
regione lasciati liberi dagli europei, mentre ai livelli inferiori la gran parte dei cinesi
più poveri è stata in grado di abbandonare le occupazioni manuali, seppure in misura
minore nelle attività agricole e nella pesca all’interno delle vecchie enclavi rurali
(Reid, 2002). Il ruolo di punta svolto dagli uomini d’affari cinesi nelle
trasformazioni economiche che si sono verificate nella regione ha convinto i governi
locali a condannare gli episodi discriminatori nei confronti della minoranza e ha
fatto capire che i provvedimenti contro i cinesi potrebbero causare lo smembramento
dei canali commerciali, la riduzione dell’efficienza economica 46 e del livello di
reddito47.
Concludendo, possiamo affermare che dagli anni ottanta del Novecento in poi
i cinesi del Sud-Est Asiatico hanno potuto affermarsi in tutti gli stati dell’ASEAN,
44 J. A. C. Mackie, «The Geographical Dispersal and Occupations of the Indonesian Chinese, 1900-
1930» in Asian Culture, 14, 1990, pag. 5-22.
45 Prodromi all' instaurazione della Repubblica Popolare cinese il 1 Ottobre 1949.
46 L'economia è efficiente quando quando utilizza in maniera economica le risorse a propria
disposizione (Cit. A. Scaletti, Efficienza, Capacità ed Economia).
47 R. McVey “ Southeast Asian Capitalists”, Cornell University Southeast Asia Program Press,
2006, pag.20
35
anche se in minor misura in Malaysia dove la situazione sociale è in continua
tensione a causa della discriminazione razziale e nazionalista. Va inoltre sottolineato
che esiste un'enorme differenza fra l'organizzazione aziendale occidentale e quella
cinese. Il ruolo predominante delle interconnessioni o Bamboo Networks (in cinese
Guānxì 关 系 ) fra imprenditori rende le aziende cinesi potenti e ben organizzate.
Inoltre, questo tipo di approccio commerciale rende più fluidi i rapporti fra aziende,
il commercio e la diffusione capillare di beni e servizi.
Nel 1979 Deng Xiaoping, che in quell'anno era alla guida del Partito
Comunista Cinese, diede avvio all'apertura dell'Economia della Repubblica
Democratica verso l'esterno. Le sue riforme portarono al cosiddetto “Socialismo con
caratteristiche cinesi” (Deng Xiaoping, 1979). La finalità delle riforme di Deng
Xiaoping era riassunta nel programma delle Quattro Modernizzazioni: agricoltura,
industria, scienza e tecnologia, apparato militare. La strategia da usare per
conseguire l'obiettivo di una nazione moderna e industrializzata era l' Economia
socialista di mercato (Gittings, 2005).
Deng Xiaoping pensava che la Cina si trovasse nello stadio base del socialismo
e che il dovere del partito era di perfezionarlo facendolo diventare un “socialismo
con caratteristiche cinesi”, una nuova interpretazione del Marxismo che ridusse il
ruolo e il peso della teoria delle decisioni economiche 48 e diffuse l'idea che
socialismo non significa povertà condivisa.
48 Oggetto di studio della teoria delle decisioni è il processo decisionale. Attraverso l’analisi del
comportamento degli attori (individui o gruppi) coinvolti nel processo si procede, cioè,
all’esame di come i decisori prendono o dovrebbero prendere delle decisioni. Allo sviluppo della
teoria delle decisioni hanno contribuito cultori di discipline diverse: filosofi e logici, matematici e
statistici, psicologi e sociologi, economisti, ecc (cit. B. Chiandotto “Statistica per le decisioni”
pag. 1).
36
La giustificazione teorica della decisione di entrare attivamente nel mercato
capitalistico fu:
Deng Xiaoping credeva che nessuna linea di condotta dovesse essere respinta
semplicemente per il fatto di non essere aderente a quella tenuta da Mao, e
diversamente dai leader più conservatori come Chen Yun 50, egli non presentava
obiezioni a determinate politiche economiche per la sola ragione che esse erano
simili a quelle attuate nelle nazioni capitaliste (Meisner, 1996). Di fatto, il processo
delle riforme ebbe inizio con lo smantellamento delle Comuni contadine (1980-
1985) per poi continuare con la privatizzazione delle industrie.
49 John Gittings, The Changing Face of China, Oxford University Press, Oxford, 2005
50 Politico cinese, viene considerato uno degli “Otto anziani del Partito comunista Cinese” (1905-
1955)
37
Figura 3: Le Zone Economiche Speciali in Cina
Esse sono territori collocati lungo la costa della Cina in cui si praticano forme
economiche capitalistiche, dove sono possibili investimenti dall' estero e l'attività
imprenditoriale privata. Le prime ZES sono i territori costieri del Sud-Est del Fujian
e la regione dello Zhejiang; il processo ha poi coinvolto aree più vaste nel corso
degli anni Novanta come mostra la Figura 3.
38
Dal 1990, il ritmo della restaurazione capitalistica aumentò, unitamente alla
necessaria repressione di tutte le ribellioni operaie e popolari. Negli anni novanta, in
quel contesto di reazione ideologica e regresso sociale, il cammino capitalista della
Cina non poteva che accelerare (Lopez, 2006) .
Gatto nero o gatto bianco , l’importante era che il gatto prendesse il topo
(Deng Xiaoping, 1979)51
39
degli espatriati. Tra il 1950 e il 1960, la Repubblica Democratica Cinese cercò il
sostegno della comunità dei Cinesi d'Oltremare, riprendendo la strategia, resa nota
da Sun Yat-Sen, dell'“utilizzare” le comunità degli espatriati per raccogliere fondi
(come citato nel paragrafo precedente, il Guomindang fu finanziato dai cinesi
espatriati per la sua rivoluzione). Durante questo periodo, la Repubblica Popolare
Cinese tendeva a guardare con sospetto gli Huaqiao come possibili infiltrati
capitalisti, ritenendo più importante sviluppare le relazioni con le nazioni del Sud-
Est Asiatico piuttosto che ottenere il sostegno delle comunità all'estero, e nella
Dichiarazione di Bandung affermò espressamente che i Cinesi d'Oltremare
dovevano la loro lealtà primaria alla nazione in cui risiedevano (Hooker, 2002).
I Cinesi d'Oltremare, però, vivevano nell' insicurezza anche nelle nazioni di
residenza in quanto erano spesso perseguitati per legami presunti con la "Cina
comunista". Questa accusa fu usata ad esempio come pretesto per giustificare i
massacri dei Cinesi in Indonesia e in altri paesi dell'Asia sud-orientale 53 (Wang,
2001).
53 In Indonesia, ad esempio, dopo un fallito golpe comunista nel 1965 (il Gerakan September Tiga
Puluh o l'Affare Gestapu), furono messi in atto massacri di comunisti e di persone di etnia cinese
(Hooker, 2002).
54 Nel 1949 vennero confiscate le proprietà degli Huaqiao, insieme a quelle di tutti i proprietari
terrieri cinesi, in onore della nuova legge sulla Proprietà privata.
55 Rimangono comunque molte differenze tra Cinesi emigrati all' estero e quelli residenti in
Madrepatria, per la forte influenza della cultura confuciana, che vede l' abbandono del proprio
paese come un atto negativo (Wang. 2001).
40
Nonostante la situazione legale degli Huaqiao sia migliorata nel corso dei secoli,
rimane traccia delle differenze fra i cinesi residenti all'estero e quelli che vivono
nella Cina continentale. Infatti, secondo l'articolo 5 della Legge sulla cittadinanza
della Repubblica Popolare Cinese:
Qualsiasi persona nata all'estero i cui genitori siano cittadini cinesi o uno
dei cui genitori sia cittadino cinese deve avere la cittadinanza cinese. Ma
una persona i cui genitori siano entrambi cittadini cinesi e si siano
entrambi stabiliti all'estero, o uno dei cui genitori sia cittadino cinese e si
sia stabilito all'estero e abbia acquisito la cittadinanza straniera alla
nascita, non deve avere la cittadinanza cinese.
41
CAPITOLO 3 : IDENTITÀ, CULTURA E LETTERATURA DEI
CINESI D'OLTREMARE
Nella seconda metà del Quindicesimo secolo e nella prima metà del Sedicesimo,
quando i contatti diretti tra Sud-Est Asiatico e Cina si erano sensibilmente ridotti,
toccò il culmine la tendenza ad assimilare i cinesi tra le popolazioni già fortemente
multietniche dei porti principali del Sud-Est Asiatico. In Siam “i cinesi dapprima
conservano il proprio cognome, ma dopo qualche generazione vi rinunciano”
(Skinner, 2002), adottando perciò l'identità locale.
L’assimilazione era particolarmente accentuata nelle isole, che ridussero al minimo i
contatti diretti con la Cina: gran parte del commercio passava per Malacca o altri
porti e le popolazioni sino-asiatiche residenti nel Sud-Est non erano più considerate
in alcun modo cinesi58.
56 Cit. G.William Skinner, Le società creolizzate nel Sud-Est Asiatico, 2002, pg. 81
57 Il Sud-Est Asiatico cit. G.William Skinner, Le società creolizzate nel Sud-est asiatico, 2002
58 Le classi mercantili della costa settentrionale di Giava e della regione di Manila erano considerate
null’altro che, rispettivamente, «giavanesi» e «luzonesi» dagli osservatori portoghesi, i quali non
facevano menzione dei cinesi come gruppo separato (Skinner, 2002).
42
Negli ultimi ottant’anni non c’è stato un progresso costante verso l’assimilazione
degli individui di origine cinese: come già detto, il grado di acculturazione e
inserimento degli Huaqiao nelle comunità indigene varia a seconda della situazione
locale, ma in parte anche in base allo sviluppo della stessa Cina. Esistono infatti
realtà in cui l'atteggiamento verso i cinesi etnici è ed è stato, a fasi alterne,
esattamente opposto.
43
3.1 Processi di assimilazione o mancata assimilazione delle comunità
cinesi in Malaysia, Thailandia e Filippine
44
people with Chinese and Indian ancestry. The years immediately following
Independence saw the Chinese gaining political power. The ethnic tensions
intensified and come to a boil in 1969. Beginning of May 13 th that year,
rioting, looting and burning of Chinese properties, and killing of Chinese,
went on for several days (…)61.
61 Cit. da Wei Djao, Being Chinese: Voices from the Diaspora, 2003, pg. 49
62 Ad esempio, anche le alte cariche dello Stato dimostrarono un particolare sentimento anti- cinese. Il
Primo Ministro Mahathir Mohamad, al potere dal 1981, nel 1969 scrisse il libro "The Malay
Dilemma", nel quale dichiarava che le comunità cinese e indiana nascondevano la volontà di
sovvertire il potere locale (Skinner, 2002)
45
3.1.2. Le comunità Huaqiao in Thailandia
Nonostante ciò il governo Thai, tra il 1851 e il 1868 65, definì una rigida
distinzione fra cittadini cinesi e thailandesi, con lo scopo di creare un contrasto tra
diverse identità culturali. Citando G. William Skinner:
46
Chinese Overseas a scegliere tra la prospettiva di continuare ad essere loro stessi,
rimanendo esclusi dalla vita sociale, oppure adottare la cultura locale. Per gli
individui nati in Thailandia, ma di discendenza cinese, questa distinzione imposta
dal governo precluse la possibilità di trovare un equilibrio tra le due società, in
quanto essa forzava a scegliere tra quella d'origine e quella d'approdo 67. Dalla fine
del 1800, però, i cinesi vennero incoraggiati a diventare membri attivi della società
thailandese attraverso politiche che garantirono privilegi specifici ai mercanti. Dal
1855 gli Huaqiao ottennero il diritto di muoversi liberamente nel paese al di fuori di
Bangkok. Inoltre il sovrano thailandese Mongkut, che era in parte cinese, lavorò per
creare politiche che rendessero più fluido il movimento degli Overseas dalla Cina
alla Thailandia. Mentre nel corso del Ventesimo secolo le politiche di assimilazione
culturale del governo Thai portarono gli Huaqiao ad integrarsi nella realtà locale, il
continuo altalenare di leggi pro e contro i cinesi e la continua presenza di
micrositemi economici e educativi separati68, dimostra che l'assimilazione nella
realtà locale non è perfetta nè completa. Paragonando la situazione thailandese
con quella malaysiana, però, essa rappresenta la comunità mista e assimilata più
significativa.
Il caso delle Filippine può essere considerato un' “intermedio” fra la situazione
delle comunità Huaqiao in Malaysia e Thailandia. La comunità cinese raggiunge i
900.000 componenti, è ben integrata nella società locale anche se persistono alcuni
pregiudizi nei confronti degli immigrati legati ad avvenimenti del passato, quando
67 Per esempio, i Cinesi che decidevano di mantenere la loro cultura d'origine continuarono a portare i
capelli legati in una coda (come era in uso nel periodo della Dinastia Qing), mentre quelli che adottavano
lo stile Thai avevano il capo rasato o i capelli molto corti (Skinner, 2002).
68 Molti cinesi etnici residenti in Thailandia ancor oggi mandano i propri figli alle scuole private cinesi
nel territorio con la sicurezza che esse possano prepararli meglio ad affrontare il futuro, soprattutto dal
punto di vista economico. La rete economica Huaqiao si basa sulle relazioni fra cinesi etnici nel mondo
ed è spesso separata dall' economia locale (Reid, 2002)
47
gli Huashang erano soliti esportare prodotti dalle Filippine alla Cina favorendo la
Madrepatria. Prima dell'elezione a Presidente delle Filippine di Ferdinand Marcos
nel 1974, la comunità cinesi Tsinoy69 e Mestizo70 erano separate da quella locale.
In molte zone del Sud-Est Asiatico i cinesi Mestizo non sono stati formalmente e
legalmente riconosciuti come gruppo etnico separato dal resto della popolazione
autoctona e coloro che fanno parte di questo gruppo etnico sono stati definiti tali in
base a considerazioni genealogiche piuttosto che in base al luogo di nascita; il fatto
che i Mestizo siano in possesso di una combinazione unica di caratteristiche culturali
li rende ampiamente distinguibili dal resto della comunità di approdo.
L' ascesa al potere di Marcos portò numerosi cambiamenti nella realtà cinese
residente nello Stato: gli Huaqiao ottennero gli stessi diritti dei cittadini locali,
iniziarono ad essere considerati a tutti gli effetti “filippini”, al di là della cultura e
della lingua diverse. Un ulteriore cambiamento avvenne nel campo dell' educazione
dei Chinese Overseas. Infatti le scuole cinesi, che prima venivano controllate dalla
RPC, vennero sottoposte alla giurisdizione del governo filippino. Questo fatto
comportò lo studio obbligatorio da parte degli immigrati della lingua e della cultura
filippina, oltre a quella cinese. I provvedimenti di Marcos, dunque, portarono la
comunità cinese ad integrarsi sempre più in quella d' approdo (Wickberg, 1964).
Successivamente però, soprattutto sotto il governo di Cory Aquino (1986-1992),
Fidel Ramos (1992-1998) e Tony Estrada (1998-2000), le situazione divenne più
tesa in quanto si svilupparono sentimenti anti-cinesi fra la popolazione locale che
causarono numerosi atti di violenza e boicottaggio. In questi anni venne fondata la
prima organizzazione Sino-filippina chiamata Kaisa Para Sa Kaunlaran Inc. (Unity
for Progress) fondata da Teresita Ang-See che lottò per far cessare le incomprensioni
fra le due comunità per la ricerca di un dialogo pacifico e costruttivo.
69 Gruppo di etnia cinese residente nelle Filippine (E. Wickberg, The Chinese Mestizos in Philippine
History, 1964)
70 Termine che sta ad indicare una persona di discendenza mista Cinese-Filippina (E. Wickberg, The
Chinese Mestizos in Philippine History, 1964)
48
Anche il Presidente Aquino, di origini cinesi, lavorò alacremente per migliorare le
condizioni di vita degli Huaqiao.
Fonte: www.mblog.lib.umich.edu
49
le abitudini e gli usi di altri Paesi. In un saggio sui cinesi del Sud-Est Asiatico e sul
loro ruolo nella storia e nella società della regione, M. Freedman ha osservato che
Tutti gli emigranti conoscono in una certa misura problemi di identità quando
scelgono se mantenere la loro nazionalità d'origine o adottarne una nuova e si
scontrano con tutti i dilemmi conseguenti ai sentimenti di lealtà e del senso di
appartenenza, che rappresentano nel caso degli Huaqiao due dei pilastri
fondamentali della cultura tradizionale confuciana. L’assimilazione nella società e
nella cultura del paese di residenza è sempre un processo lungo e spesso impossibile,
come nel caso della Malaysia, per cui anche nelle società multirazziali del Sud-Est
Asiatico si è verificato un fenomeno di integrazione piuttosto che uno di
assimilazione (Reid, 2002).
50
Nel corso del Ventesimo secolo non sono mancate aspre polemiche su tali
problemi all’interno delle varie comunità cinesi della regione, in particolare sulla
perdita dell’identità cinese e sulle spinte alla risinificazione, in quanto le circostanze
storiche hanno reso più complesse del solito le scelte che si trovarono a dover fare,
sia durante il periodo coloniale sia dopo. Nell’era coloniale i Cinesi d’Oltremare
potevano scegliere riguardo la cittadinanza, giacché lo Jus Sanguinis che la Cina
propugnava incoraggiava la doppia nazionalità, ma negli anni cinquanta diventò
difficile mantenere quell’ambivalenza perché l’indipendenza delle nazioni del Sud-
Est Asiatico e l’affermazione di una nuova Cina nel 1949 rendevano fortemente
sospetti tali atteggiamenti agli occhi dei nazionalisti locali.
51
Sud-Est», con una nuova identità socio-politica (sino-thai, sino-indonesiani, cinesi
malesi, ecc.). L’interesse destato dai risultati socio-economici del regime di Mao nei
primi anni di vita, infatti, è andato presto scemando quando si sono fatti evidenti gli
sconvolgimenti politici e il caos economico prodottosi successivamente. Al
contempo, la rapida crescita dei paesi dell’ASEAN in quel periodo (cioè a partire
dagli anni sessanta) ha cominciato a diffondere una prosperità senza precedenti tra
molti cinesi del Sud-Est Asiatico, rendendo ancor meno allettante la prospettiva di
un ritorno in Cina. Negli anni Novanta, però, la tendenza a dissociarsi dalla Cina a
favore dei paesi di residenza si indebolirono, in quanto con Deng Xiaoping la Cina
stava attraversando un processo di modernizzazione sempre più capitalistico e
dinamico (Reid, 2002). Inoltre si assiste ad una rinascita d’interesse per la lingua
cinese e per il retaggio culturale che essa esprime, sia in quanto risulta utile nel
commercio sia grazie alla diffusa convinzione che i valori neo-confuciani siano in
qualche modo una delle ragioni del successo economico dell’Estremo Oriente negli
ultimi decenni. Se, dunque, è eccessivo parlare di un nuovo processo di
«risinificazione» tra i cinesi del Sud-Est Asiatico, certo è che dall’inizio degli anni
novanta si colgono i segni di un’oscillazione delle comunità di Chinese Overseas in
questa direzione.
Il sentimento di appartenenza alla comunità Overseas è collegato al
Nazionalismo cinese delle suddette realtà. L’ascesa del Nazionalismo fornì le
motivazioni per difendere l’identità e parte degli strumenti per mantenere tale
cultura in un ambiente straniero, ossia scuole e giornali. Inoltre, la nascita di una
stampa cinese e l’introduzione nelle scuole di una «lingua nazionale» consentirono
ai cinesi di gruppi linguistici disparati di comunicare tra loro. Il Nazionalismo cinese
mirava a riaffermare un' identità etnica e nazionale e appoggiava il movimento che
era a favore di un rafforzamento nazionale in Cina (Reid, 2002).
Il culmine del Nazionalismo cinese fu toccato tra il 1937 e il 1941, con la creazione
del Movimento per la salvezza nazionale, che organizzò il boicottaggio dei prodotti
giapponesi anche nel Sud-Est Asiatico e la raccolta di fondi a sostegno dello sforzo
bellico cinese. Anche l’occupazione giapponese dell’Asia sudorientale durante la
52
seconda guerra mondiale, che provocò terribili avversità ai cinesi, e le susseguenti
lotte anticoloniali per l’indipendenza nazionale stimolarono i sentimenti nazionalisti.
A partire dagli anni Settanta la componente politica del Nazionalismo cinese lasciò il
posto a un più diffuso Nazionalismo etnico o culturale, teso a preservare l'identità
cinese all’interno delle società multirazziali del Sud-Est Asiatico. Negli ultimi venti
anni, però, il vincolo sentimentale tra i cinesi della regione e la loro Madrepatria si è
affievolito anche a causa dell' integrazione delle comunità Huaqiao nelle realtà
locali (Reid. 2002)
(...)My father was born in Chaozhou in 1913. He came with his parents in
the 1920s, while he was in his early teens. He died in 1995. When the
family first came, they have a tough time. There were few houses in
Singapore then, and not very many people. (…)
(…)I was only 5 or 6 when Japanese occupied Singapore. I remember
those days, I remember the air raids just before the invasion.
53
(...)Singapore is a very good and prosperous society now. You can eat all
you want and buy whatever you wish.(...)The most important things in life
is Xiao. You remember your parents and ancestors for giving you life and
for bringing you up. I still wish that my parents were alive so that I could
look after them(...)75.
Deanna Li, invece, è figlia di una coppia cinese emigrata nelle Filippine:
I was born in Manila. My mother was a pure Chinese. Her family had to
change their Chinese surname to a Filipino one when they became
naturalized Filipinos. My father travelled from his native province, Fujian,
to the Philippines (...)my dad wasn't rich. He started down at the lowest
level, he would peddle fruits from wholesalers to the market in search of
buyers.(...)
Riguardo alla questione della lingua e del sistema scolastico, Deanna Li spiega:
Tan Chong Koon, ormai integrato nella comunità malese, testimonia la sua
esperienza da cinese etnico, spiegando come si possa essere contemporaneamente
malese e cinese:
54
3.3 Il problema della Lingua
55
lingue principali sono l'Hakka e il Mandarino. Fino a qualche decennio fa la
diversità linguistica fra Huaqiao era molto più marcata. Oggi, indipendentemente
dalla località di residenza, le generazioni più giovani tendono generalmente a parlare
il Mandarino, che viene anche insegnato nelle scuole 82. Dunque, la maggior parte
dei cinesi che vivono in Malaysia sanno parlare il malese (la lingua ufficiale dello
Stato), il Mandarino e l'inglese, che è usato ampiamente negli affari.
82 Un numero significativo di Cinesi vengono educati nelle scuole private, dove si impara e parla
principalmente in lingua inglese (Skinner, 2002).
83 Il Teochew è, come il dialetto Hakka, una lingua sinitica. È parlato nella regione orientale della
provincia di Guangdong al sud della Cina.
56
3.4. Cenni di letteratura scritta da Huaqiao
Il romanzo narra la storia degli ultimi anni della seconda dinastia Han e i
vent’anni e più di disordine dinastico, fino alla riunificazione parziale sotto lo stato
Qin (265 d. C.) ed è noto come veicolo di sinificazione nell’Asia pre-moderna. La
sua lunga storia, che si colloca nell’ambito della narrativa popolare cinese, ebbe
inizio nel Nono secolo. Il romanzo venne poi messo per iscritto all’inizio del
Quattordicesimo secolo, mentre la prima versione coerente ad opera di Luo
Guanzhong uscì a metà di quel secolo. Diventò uno dei quattro “capolavori”84 dell'
epoca Ming (Reynolds, 2002). Ancora oggi, in Cina e nei paesi della regione del
Sud-Est Asiatico sensibili alla civiltà cinese, Il romanzo dei tre regni continua a
essere riscritto e «applicato» ai problemi della vita quotidiana.
84 Quattro Romanzi: Sanguo Yanyi, Shuihu zhuan, Jin Ping Mei, Xiyouji
57
Graig J. Reynolds nel suo saggio “Il romanzo dei tre regni e il Sam Kok thai”
afferma che:
Oltre alla diffusione del Romanzo dei Tre Regni ed altre opere, anche molti scrittori
di origine cinese si sono affermati nel Sud-Est Asiatico e nel resto del mondo.
Kho Ping Hoo86 (1926-1994) fu un importante autore indonesiano di origini cinesi.
Divenne famoso grazie ai suoi romanzi ispirati al tradizionale metodo di
combattimento cinese delle arti marziali, oltre che ai film Kung-fu di Hong Kong e
Taiwan. Nei trent'anni della sua carriera ha scritto più di 400 storie influenzate dalla
cultura cinese di provenienza, ha introdotto l'uso di molti termini del dialetto
Hokkien nella lingua indonesiana. Questo autore rappresenta pienamente la
comunità Huaqiao residente in Indonesia: durante il regime di Suharto
l' insegnamento della lingua, della storia e della cultura cinese erano vietati e Kho
Ping Hoo divenne il simbolo del mantenimento dell'identità d'origine al di là del
proibizionismo dilagante negli anni della sua carriera. Il fatto che non abbia mai
imparato perfettamente il Mandarino, però, ha impedito ai suoi romanzi di avere
seguito in Cina. Il lavoro di Kho Ping Hoo ha dato un contributo significativo alla
letteratura colloquiale Indonesiana ed è tutt'oggi uno degli scrittori più amati nel
Sud-Est Asiatico.
58
Egli nacque a Bidor in Malaysia nel 1954 in una famiglia Hakka con antenati di
etnia cinese provenienti da Meixian, nel Guangdong. Negli anni Sessanta scrisse la
sua prima storia ispirata ai classici cinesi trovati nella biblioteca di casa. Negli anni
Settanta studiò psicoanalisi e estetica, iniziò a scrivere su diverse riviste taiwanesi e
pubblicò la sua prima novella Wǔxiá sul giornale di Hong Kong “Wǔxiá chūnqiū”
( 武 俠 春 秋 ). Nel 1976 Wen e Fang E'Zhen, un altro scrittore di origine cinese,
fondarono la Compagnia di poesia “Società di poesia di Shenzhou” a Taiwan, ma
subito dopo venne chiusa perché accusata di sostenere il comunismo dal
Guomindang. Furono obbligati a tornare in Malaysia ma anche li subirono diverse
accuse di fomentare il movimento anti-governativo e furono esiliati a Hong Kong.
Da allora Wen Ruian vive a Hong Kong e scrive ancora novelle del genere Wǔxiá (S.
André, 2006).
59
Conclusioni
La Diaspora Cinese nel Sud-Est Asiatico è uno dei fenomeni migratori più
importanti a livello mondiale in quanto essa produce processi di regionalizzazione,
creazione di nuove comunità e lingue miste, problematiche molto profonde dal
punto di vista della cultura e dell'identità non solo per gli immigrati ma anche per le
popolazioni locali, cambiamenti economici e sociali. Proprio per le conseguenze che
questo fenomeno ha sulla vita di milioni di persone, gli studi sulla Diaspora sono
oggi molto più diffusi, anche perché in passato le ricerche su questo tema erano
spesso basate su dati scarsi e poco attendibili, soprattutto in merito alla dimensione
demografica delle comunità di cinesi Overseas nel Sud-Est Asiatico (Reid,2002).
60
all' estero non hanno diritto alla doppia nazionalità se uno dei genitori non ha la
cittadinanza cinese91.
Dal punto di vista storico, approfondito nel primo capitolo, la migrazione dei
cinesi verso il Sud-Est ha origine incerta, anche se gli studiosi ritengono che essa
iniziò nei primi secoli dopo Cristo e continuò incrementando la portata demografica
del fenomeno fino ai giorni nostri, in cui la situazione vede una presenza massiccia
(circa 30 Milioni di persone) degli Huaqiao in tutti gli Stati della regione.
La maggior parte dei migranti proviene dalle province cinesi del Guangdong (i cui
migranti si spostarono storicamente alla ricerca di lavoro manuale), dallo Zhejiang,
dal Guangxi e dal Fujian e si spostarono verso sud, come rappresentato nella Figura
4.
Figura 4: Flusso della Diaspora Cinese dal Guangdong e dal Fujian
Fonte: en.wikipedia.org
Nel corso dei secoli la popolazione di cinesi etnici è andata via via
aumentando e la folta popolazione Huaqiao ha creato la situazione ideale per
l'insediamento nel territorio ed ha influenzato la situazione economica dei paesi del
61
Sud-Est. Così come si sono creati nel corso dei secoli, la Cina sta rafforzando oggi
ancora di più i legami con gli Stati costieri del Sud-Est Asiatico attraverso accordi
commerciali e di cooperazione navale.
Emergono così i legami tra la macroeconomia nazionale e regionale cinese (legami
che trovano un esempio nell'applicazione, da parte dei Cinesi D'Oltremare, del
Capitalismo cinese a seguito delle riforme di Deng Xiaoping) e le vicine economie
nazionali e regionali sulla base dei quali si stanno sviluppando reti
economiche transnazionali che trascendono confini e sovranità e che definiscono
veramente che cosa siano oggi le catene valoriali globali, o per lo meno quelle
asiatiche (Sideri, 2009).
Come già esplicato nel secondo capitolo, dal punto di vista economico le
comunità Huaqiao hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo delle aree in
cui hanno deciso di risiedere e sono stati promotori della nascita di un sistema
economico, quello del Pacifico, che negli ultimi decenni ha visto un progresso
inarrestabile ed, insieme a Giappone, Corea del Sud e ovviamente alla Cina,
rappresenta un concorrente molto potente dell’Occidente in piena decadenza a causa
della crisi mondiale. La fondazione della SEATO e dell'ASEAN hanno reso un
territorio storicamente instabile a causa della colonizzazione europea e dei processi
nazionalistici e indipendentistici, un territorio i cui Stati si sono “auto-imposti” la
convivenza pacifica e rapporti economico-politici paritetici in processi di
regionalizzazione spontanei, a differenza di altre zone del mondo nelle quali, in
seguito alla decolonizzazione, le potenze europee hanno continuato ad imperare 92.
La globalizzazione ha amplificato la forza della Diaspora Cinese nel mondo ed in
particolare nel Sud-Est Asiatico in ascesa economica, per cui i quaranta milioni di
cinesi nel mondo avanzano impercettibilmente, non conoscono confini soprattutto
grazie ai legami organici (chiamati Bamboo Networks) che stanno riconfigurando i
confini geopolitici.
62
In questo ambiente di pacifica cooperazione fra Paesi diversi, le comunità
Huaqiao hanno avuto esperienze diverse, più o meno positive, di integrazione e
assimilazione rispetto alle società locali. Secondo le testimonianze di alcuni cinesi
etnici, però, il tempo passato nei paesi del Sud-Est Asiatico ha fatto si che gli
Huaqiao di seconda, terza, quarta generazione ecc... si sentano orgogliosamente
parte della comunità di approdo, seppur mantenendo identità e tradizioni cinesi.
È proprio questo l' aspetto della migrazione dei cinesi sul quale ho voluto riflettere:
la Diaspora Cinese ha creato un senso del luogo comune 93 nel Sud-Est Asiatico,
ha reso le comunità Huaqiao una “presenza simbolica” rappresentativa della
cultura millenaria di appartenenza. Ciò è avvenuto attraverso la diffusione della
cultura letteraria, linguistica, politica ed economica.
Nel corso dei secoli si sono create comunità miste e di conseguenza, lingue
miste. Esse sono state influenzate dall'origine degli Huaqiao, dal grado di
assimilazione nel Paese d'approdo, dai cambiamenti generazionali, dalle politiche
ufficiali degli Stati ospitanti e da molti altri fattori culturali. La peculiarità della
situazione linguistica nel Sud-Est è data dal fatto che ci sia stata la fusione fra la
lingua di provenienza e la lingua d'approdo, fenomeno che ha creato Pidgin e dialetti
(ad esempio, l'Hakka o il dialetto Hokkien).
Inoltre, la cultura cinese ha influito sulla letteratura scritta dagli immigrati nati in
Madrepatria ma anche sugli scrittori di seconda e terza generazione che, come
Wen Ruian e Kho Ping Hoo, si sono ispirati alle arti marziali, la leggendaria arte
di combattimento cinese ed hanno avuto un grande successo nel Sud-Est Asiatico
come rappresentanti di una tradizione secolare mai abbandonata. Nel terzo
capitolo, inoltre, ho voluto sottolineare come Il Romanzo dei Tre Regni sia stato
utilizzato come mezzo di sinificazione nella regione e sia considerato parte della
93 Il concetto di “luogo” ha mutato il suo significato nella disciplina geografica con lo sviluppo della
prospettiva umanistica: il legame emotivo che sussiste tra esseri umani e luoghi fa sì che questi
ultimi non appaiano o siano percepiti così come sono, quindi esclusivamente nella loro “fisicità”, ma
"come simbolo di ciò che rappresentano". È questo il caso delle comunità cinesi sorte nei paesi del
Sud-Est asiatico in quanto rappresentano delle “colonie” cinesi in terra straniera e mantengono un'
identità forte, seppur integrata alla realtà locale.
63
letteratura nazionale in Thailandia.
Dunque, non solo i processi storici ed economici, ma anche gli scrittori di etnia
cinese e la questione della lingua hanno concorso a lla creazione di uno spazio
territoriale regionale nel Sud-Est Asiatico.
64
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