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Peter Classen, La Politica Di Manuele Comneno Tra Federico Barbarossa e Le Città Italiane

Paper on political dealings of Manuel I Komnenos with Frederic I Barbarossa and the Italian cities.

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Peter Classen, La Politica Di Manuele Comneno Tra Federico Barbarossa e Le Città Italiane

Paper on political dealings of Manuel I Komnenos with Frederic I Barbarossa and the Italian cities.

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PETER CLASSEN

LA POLlTlCA DI MANUELE COMNENO

TRA FEDERICOBARBAROSSA E LE CITTA ITALIANE


ESTRATTO
DAL

XXXIII CONGRESSO S T O R I C O S U B A L P I N 0
ALESSANDRIA - 6 - 9 OTTOBRE 1968
PETER CLASSEN
Dovendo io parlare " della politica di Manuele Comneno tra Fede-
rico Barbarossa e le citta italiane, non posso cominciare senza un ricordo
personale. Come tutti sanno, I'opera piu significatiua sui Comneni e
Staufer la dobbiamo alla penna di Paolo Lamma '. Esattamente dieci or
sono anni, appena uscito il secondo volume, conobbi I'autore al congresso
bizantinistico di Monaco: in pochi giorni sorse una amicizia cordiale,
troppo presto interrotta dalla sua morte prematura. Chi ha conosciuto
Paolo Lamma sa ehe in lui abbiamo perduto non solo un grande erudito
ma anche un uomo indimenticabilmente amabile e sempre pronto ad
aiutare colleghi ed amici. Trattando un tema come quello odierno, la
perdita appare anche piu chiara e dolorosa del solito, e tanto maggiore
la riconoscenza e il debito dovuto alla sua memoria.
Nella lotta contro la dominazione tedesca i comuni lombardi hanno
fin da principio cercato sostenitori e alleati. I ! papa e il re di Sicilia ade-
rirono per primi alla loro Causa; e dopo la fondazione della Lega i lom-
bardi entrarono in contatto anche con Enrico I 1 d'Inghilterra che promet-
teva sussidi. Ma assai piu ovvia dovette sembrare fin dall'inizio una colla-
borazione con l'imperatore di Bisanzio, oppositore coerente d i qualsiasi
grande potenza politica in Italia 2.
Rammentiamoci innanzitutto I'atteggiamento politico bizantino nei
confronti dell'Occidente3. Dopo che I'impero di Costantinopoli, ehe non

'' I1 leslv della leziurte iiietre pr<bhlicnio i>,i,<i,.i<iiocoine 2 siaio lclio a d Alec.sairdrin;
110 ng8iunio le noie ii>dispe,isaDili. R i i i ~ r a j i uil inio uiiricv j>iuf. Raoid Maiiselli e i! dofl.
Loreiizo Riaiicovi d i e lr<ii,,io g o r i i l n i e ~ i eCS<>-ar«
il iesio iinli<iiio.
1 Piui.0 L i ~ m r i ,Corii>?eiiie Siaufo-. R i c e i r l ~ esiii r-ul~i>urri
1 x 1 Bisa??zi« e I'O~cidei~ie
iiel sec010 X I I , Stiidi storici 14-18, 22-25. Romv 1955-57, in 2 voll. Sull'autore vcdi il nccro-
logio di R . MOHGIII:~, POO!U I , a i ~ ~ > n (20
( i agosto I915 - I9 aprilc 1961). Studi mcdici:ali 3.
serie 2. 1961. 397.401
Reciieii des Hisiur.iei>,s des Gnules CI de 10 Frniicc. n o u i . cii., vol. 16, Parigi 1878
P. 352 ep. 182 e p. 602 ep. 8 4 Muicrials for iize H i s i o r ~o l T h < ) t ~ z < ~s
Beckei, cd. J. C. Roberr-
son C 3. B. Shepnard, Reruni Bi-irnrziiicnrii>n Medii Aevi Scl-ipiores n. 67, r o l . 7, Londoii
1855. p. 26 ep. 538 c D. 30-31 ep. 539; cfr. A . L. Pmr.~,Fr<>iiißon?esd~iyBook 10 Mo8lia Cni-I<>.
Onford Histoiy o l England vol. 3, 231 cd.. Onford 1955, 0 . 331.
3 Fondamcnialc Dei. tuttu iii sioria <li Bisanzio ncl secolo XI1 ? scrnpie F. Cii:\i.izrxiu.
Les Co>nir6iie, roi. 1: Essiii siir- le IJgnc d'AIexis I Coniniiie, iiol. 2 l e ~ t i i C011217~lleC i
Maiziiel Conii?&re, Parigi 19Mi-1912 iristampa Neiv York s.8.); pcr la sloria dei Normanni
F. Cndr.aswx, Hirtoire de la do>,ii>2uiion rronnniirlc e i i Itolie el eii Sicilie, 2 soll., Paripi
1907: pei. I'imncro W. BFRI~I:%KI>I, Luihar von SiippIi,zhiirii, Lipsia 1879, idem. Ku~irurlI I I . .
Lipsia 1883, H . Sih<ozsi:~i.ii, Jahrhüchcr des Dei<t,schen Reiciirs i!r?ii.r Fricdricli 1.. i.01. I
(unico pubblicaio), Lipsia 1908 (ristampa 1967). W. V. Gii5i:ui~iriii. Geschichie der deiii-
scho, Kaiserjcii. iroll. 5 L. 6, Lipsia 1880-95. Pcr Ic rciazioni esiei-c di Bisanzio 6 inilispcnsa-
hilc F. Döiciri?, Refesicri der Krii.serrirkiiride,i des o.sirü,>,i.scli<!ri Rcichcs. vol. ?. iMonaco
266 PETER CLlSSEZ

aveva mai cessato di considerarsi l'unico impero roinano, aveva perdute


nell'ottavo secolo le proprie posizioni a Ravenna e a Roma, gli imperatori
avevano ienuto, a partire da Basilio I, tanto piu saldamente iil mano la
Puglia, la Calabria e la Sicilia. Ma le conquiste norinanne avevano non
solo allontanato Bisanzio dall'ltalia, bensi Robcrto Guiscardo e Boe-
inondo eIano progrediti vei-so l'attacco dei Balcani e avevano minacciato
Costantinopoli. Ne1 1143 Manuele Comneno assunse col governo una tra-
dizione centenaria di contrasto politico contro lo stato dei Normanni,
ed inoltre anche la tradizione del procedimento di Iotta: I'appoggio di-
chiarato o segreto dei vari oppositori interni o esterni della inonarchia
normanno-siciliana, fossero essi imperatori romano-gerinanici, papi, Ve-
neziani, principi longobardi o anche baroni normanni ribelli e c i t t i del
regno siciliano aspiranti all'aulonomia. Alla corte di Costantinopoli esuli
iiormanni e longobardi esercilarono varia influenza politica; i niercanti
seneziani, pisani e genovesi perseguivano i propri interessi nella capi-
tale d'oriente, dove possedevano le loro grandi colonie. Infine da quasi
cinquanl'anni i cavalieri occidentali sulla strada della Terra Santa -
prorenienti soprattutto dalla Francia, ma anche dalla Gerinania, dall'Tn-
ghilierra, dall'ltalia C da altri paesi - erano divenuti un'apparizione
abituale nella capitale dell'inipcro orientale.
Tutte queste forze hanno contribuito a suscitare tiel giovane dota-
tissiino c lungimirante sovrano, riglio di madre ungherese e consorte
d'una figlia di principi tedeschii, uii interesse per la cultura dell'Occi-
dente assai piii profondo di quello dimostrato da secoli dai suoi prede-
cessori. Contemporanei greci fedeli alla tradizione criticarono Manuele
per aver prestato ascolto a teologi latini, per aver confidato alti posti
nel!'amministrazione rinanziaria dell'impero a barbari latini e per cssersi
addirittura confrontato in torneo insieme ai cavalieri con pericolo della
propria Persona: ur. comportamento nient'affatto conveniente aii'im-
peratore, agli occhi dei bizantini '.
Certo questa propensione verso I'Occidente doveva suscitare, in un
sorrano ehe come nessun'altro dei suoi predecessori aveva coscieiiza dcl-
l'impero romano, il desiderio di riguadagnare la sovranita politica sul-
I'Italia perlomeno sui doiiiinii perduti da ultimi nel Sud. Ne1 1147148 la
seconda crociata provoco una situazione critica. Contro I'assalto della

192.i. chc I-cgis1i.z non solo i u t t i i trattati, rna anchc le lcgazioni malidalc (iioii qucllc rice-
i.uic) da Bisai~zio.Siillc i-clazioni dci due irnpci-i sono irnportanli, sebbeiie in narte discu-
:ihili, Ic ricci-clic di W. Oirzsoiii:ir, Dris Zii.rik<ii,sci-pr-n?,!ei,i i i n !iii!ic:.i.ii !iirl<~l<illei.,Hildes-
licirn 1947. C la raccolla di articuli ilcllo slesso au1oi.e. Al>eii<ll«ii<liiiid B?:zai?z, 'iIicirnai-
19.3; inoltri K. J. Hr:ri.r<:, Oilr-oin iliid rlsis Deiiisc!?i. Reicli irr,? die AJille des 12. Jahr-
iiiiiidcrls. Die Ei-hehiiii~Oeslei-t.cic1i.s r i i i i i Her-ro~triririiiiri rlns Biiiirliiis z~i;i.sc!ieii B?za~i:
ui?d rlcin lYe.si>-~ic!!.nel voiiimc a Kaiscririm lind Hcl-zo~sgcmaltini Zeitaltci. Fricdrichs J. B,
Schi-iftcn <Icr Moi>omcntn Gct-rnaniac Iiisiorica 9, 1-ipsi;, 1914, P. 1.271.
Siilic q i i e i i u n i delis di.ceri<lcnza cli hlanuclc si ve<i;i I-Ji:ii.ic cii., ,,]I. 238-239.
.< \jlc17rrs C i i ~ ~ x i i i . , . M<iiiiiele 111 3, V l J 2. cd. I. Bchkcl-, Boniiae 183.5. I>. 142-14.1.
26.5-268 ecc.
Sicilia Maiiuele si uiii con lo svevo Corrado, melitre dall'altra parte il
r e Ruggero pote guadagnarsi il re di Francia, gli ungheresi e I'opposi-
zione guelfa in Germania, per collegarc a una nuova crociata la guerra
contro Bisanzio? Manuele sperava di poter riprender piede in Puglia in
alleanza con Corrado. La guerra bizantina contro gli Ungari, i disordini
dei guelfi nell'impero tedesco e il conflitto coniugale del r e francese ri-
tardarono la lotta aperta; e, succedendo a suo zio Corrado, Federico I
si impegnb iiel trattato di Costanza con papa Eugenio a non consentir-
nessun insediamento dei Greci in Italia. Diverso dallo zio, il Barbarossa
sempre ha tenuto iermo il principio che nessuna parte d'Italia douesse
esser restituita ai Greci '; nia cercb tuttaxjia di conservare I'alleanza C ~ I I
Bisanzio e addirittura di rinsaldarla mediante un matrinionio con una
principessa bizantina. Senza aiuto tedesco, ma sostenuto da baroni nor-
manni ribelli e da c i t t i pugliesi, i rappreseiitanti di Mailucle poterono

"
occupare rapidamente nel 1155-56 la costa da Ancona fino a Bi-indisi C
alle porte di Taranto Con la viitoria di Guglielii~oI presso Brindisi alla
Fine di maggio del 1156 fallisce l'ultimo tentaiivo bizantino di riconqui-
stare militai-meiite l'ltalia; ma ben presto I'ofiensira politica assunse
nuovo aspetto. Papa Adriano, costretto a concludere a Benevento il trat-
tato con la Sicilia poche settimane dopo la battaglia di Brindisi. medib
la pace t r a Bisanzio e re Guglielmo, mentre l'iniperatore svevo dopo J a
dieta di Roncaglia tentava di foiidare su basi nuove la propria doinina-
zione in Italia '. Egli considerava i Greci come nemici, per aver teiitato
di insediarsi in Italia 'O, nientre d'altra parte Manuele ricoiiosceva sempre
piu nello svevo i l suo piu insidioso rivale in Italia.
Dopo Ja pace con la Sicilia nel 1158 A4anuele non intraprese piu
nessuna iniasione militare; tanto piu intensainente cercb di perseguire
i propri fini diplomaticamente". Nonostante la sfiducia i-eciproca, la
Pace coii la Sicilia fu inantenuta: ilemmeno la nuova ribellione baronale
nell'inverno del 1159-60 fu sostenuta dall'oriente. h4a lo scisnia della
Chiesa I-omana sciiibrb bcn presto aprire possibiliti del tutto diverse.

6 Cii,li..~\-iiris,Coiiii?¿;ie, cit., \-"I. 2, 1,. 317.342, Iclcm, D,iii;iiiniioii iioiiiviiide cil., rul. 2.
1,. 137-163, E. Cis:.ii>, Kogei- 11.. Iniisbi-uck 1901. 1., 370-414, P. R..!s~<ix.Hoiior iiiijxrii, Di<!
iielle Poiilik Fi-icdricli ßarbnios,s<;s lI.j?-59, 22 ed., A4oi:aco 1961, p. 26-1.i. L.i\rxii cil., ~ o l .
1, P. 85-115.
' R.isso\~cit., 11. j i , Oi!sscii?üri, A!>ei::il<iiiiii i l l t l ß~riiii:, cil., p. 111-433, Lixli1.1 cit.
V«). 1 P. 135-147, L5 Micc~aitoxr,Po,~«lo e iiizpei-« d<iil<ielcziorie di Fedei.ico I riiin iiio;-ie di
Adl.iaiio IV, R o n ~ a1963, D. 68-70. Sccondo G ~ \ . , w x IC i x n \ l » , Epiioliw 11. 19, ed. A. Mci-
nckc, Bonnac 1836, P. 87, il trattaio di Salonicco fi.2 Maniiclc c Corrado sai-chbc siato
ziurato ncl 1148 anche cla Fedcrico.
C :D i r 1 C , I 2, . 99.228, L . i . I I , P. 149-231.
Ciii..ixnos, Doii?iiiariuii iioiiizniidc cit., i-ol. 2, D. 228~260,L i \ i l i cil., vol. 1. 11. 213-311.
i-01. 2, p. 1-19.

Sccoiido 1.1. I-1isc;;iii nell;, Hisroriii ,Illiii,rii, uul. 6 , Moiiücu 19iS. p 111. minuelc
si sai-chbc 1.i1irato dali'ilaiia, iicl 11.5.'. dciiniiiiainenlc. Ci" i. vcro so!o pcr q ~ i e lclic riguardü
aiioni militari.
268 PETEK Cl.\SSlil

Papa Alessandro si sforzava di guadagnare Bisanzio per una grande coa-


lizione con la Francia e la Sicilia contro l'iinperatore svevo. Manuele cerco,
in trattative lunghe e non facilniente precisabili, di ricavarne il massimo
prczzo, la riunificazione non soltanto delle chiese, ma anche degli im-
peri dell'oriente e nell'Occidente: voleva cio? esser riconosciuto da1 papa
e da tutti i sovrani dell'occidente come unico imperatore romano al
posto dello svevo scismatico ". Forse egli tentb gia nel 1164 di guada-
gnarsi a tal scopo il re di Francia. Di certo negli anni seguenti si scam-
biarono parecchie legazioni in proposito tra il Papa e il Basileus, finchC
finalmente i legati cardinalizi giunsero a un patto con Manuele C questi
predispose un crisobullo, cui poi all'ultimo momento papa Alessandro
negb I'approvazione ".
Negli studi recenti 6 stato spesso afferrnato, ma a torto, che Manuele
avrebbe aspirato ad un'incoronazione a Roma, secondo l'esempio dell'im-
peratore d'occidente 14. Per il concetto bizantino di impero, la creazione

'? Sullc trattativc Irin Bisaiizio. il Papa Alcssandro 111 C Luigi VII di Francia si vedano
lc riccrchc di W . OiizalnIi:. Die L q a r e i i AIezai?der.s 111. i i ~ iei-sicn ialir¿eliiri seines Ponri-
1ikar.s 11159-1169). Historischc Studien, uol. 175, Berlino 1928. E il mcrito dcll'autorc di aver
siabilito iina i1uoi.a cronologia dclle legazioiii chc in multi i,unti, m a non in tutii, C saddi-
slaccntc. CD-. anche Ic osser\:azioni di J-h\4\11 cit., vo1. 2, p. 88, "1. 2, 96, nt. 3, 97, nt. 1,
129. nt. 1 ccc.. Scnza D o t x q ~ i iricsaminarc iutta Ia qucstioiic. mi iimito a conslatvrc chc
la lcgazionc di Enrico. ai.cii,escoi.o ili Bcnci-eiiio, datata ~Iall'Ohnsornc secondo Uelielli,
lr[ilia rno-U. 2;) cd. V l l l . cul. 119. ncl lihh, i. da iissiirc iicl 1164, c l t - P. F. K ~ i t a - W .Ho1.iz-
~ i h s x ,Ilnlin Po,ilificia /X, Bcrlino 1962. D. 69. 11. 66 e la pubblicazionc dcl documcnto
da D. Giucf:xsoiix, Sui>ii~iriiiz40, 1967, p. 302-304. Q~icstacorl-czione comnorta dclle consc-
gucnze tanto pcr la croiiologia quriiito pcx- I'intcr~rctazionc vnchc cli alirc legazioni.
'3 L!:nxi: Tosc..!xr> (cli Pisa) ncllu finc della siia oncr-a De lier-eribii ei prei~aricriiiui~i-
hi<s C~-ecol-t~irr ( ~ i i h b l i c a t a da A. Dozi~rixi:. Iltiaies Erilei.ie;i ei 1.6oii Tuscni2. Archives
d'histoirc <locli-inale ct litrc'iairc du h40yen Age 19, 1952. p. 127): ,<Igitur ad Alekandrum
ai?ostolicc scdis antisiiicm legaii a b inipci-iali clcmcntia pro ecclesiariim C! imncrii rcconci-
liationc directi suni bis et tei-. Ei i.ut.sos Constaniinopolim cardinales. precipicntc Papa.
multocicns vcncrrint. Vcntilatum cst ncgotium diii. tnilinuta sunt Iiinc inde verba. condi-
tum csl aurcis littcris crisohilli~im,pcrequc \.er0 in contincnti expressum iatina orationc
scripscriint quoquc cardinalcs atquc siibsci.ipsinint. Oblata csi aulcrn summ0 ponlifici
cditio utraque. Al vcro venerabilis pontifcs Alcsandei-, nc symonie nornen audiret, con-
firmatioiii cessit; nam Pars imperatoris magnum ariri pondiis pro negotii distributa ea-
pletiane adrexei-ai ii. Leone ei-a allora. lorse, gih intcrpi-ctc imperiale a Costantinonoli C
lo fu ccrtamenrc alcuni anni piu tardi. Suo frilrcllo Ugo Eteriano occupava D O S I impor- ~
tanti alla cortc dell'imperatore al tcmpo dclle trattatirc, cfr. Dox»ilsii, P. 81, 122 C passini.
Dunque la fonlc lia n~oltissimovalore.
14 E la tcsi sostinula dall'Otizsoucii. Lcgnieii cit.. c alti-ove: cfi-. Ic osserrazioni cri-
iiclie di I...\\;\I:! c i t , vol. 2, 1., F8 i i r . 2. Nellc lonii grechc non si troi:a il minimo indizio
di tali intenzioni di L4anuele; ini-cce C abbaslanza nota la nolemica di Cinnamo contro lc
incoronazioni pcr inano <Icl iiapa. Sccondo Biis<i\-ti,I/ifn Al?.voiirli-i 111 (cd. L. Duclicsnc.

-
vol. 2, Parigi 1892, P. 415 c 420) gli arnhasciaiori bizantini avr-ebhcro pictcso da1 Papa di
restitilcre comnam u « i-ecldere coronani n all'inipcialoi-c grcco; qucsto pei-b non ruol
dirc incol-onauc. m ö solo riconoscerc comc unico imperatrirc romano, cfr. P. Cl.issn, Caii>,ia
ii,iper.ii - Die Rroiie <ili 1i:heri-iff des i-ö~>ii.scl~-~ie~ii.~cI~e~i Reiclies, Fcstschi-ift P.E. Schramm,
Wiesbaden 1961. vol. I , i>.95. Anclic Ic nai-olc !in noco oscul-e iiel iiotaio Rorcardo nclla
lettera dcl llhl (e<I F. Cüterbock, Bnlieltino dell'Islituio Stur-ico llaliano 61, 1919, P. -57)

politano promiitens ei vaiiitates wnitatiim quas ipsc non attentlit .


non iiidicano le i n t e n ~ i o n idi Maiirielc: e miser illc Rollandus . . . scripsit Cunstantino-
Rimanc i l solo nasso
della Chrowicn rei'iii Colortieri.sis (MI. G. Waitz, Scrii>tores rerum Germanicarom, 1880). ad
annurn 1172, D. 121: z< Imnerator . . . conquesius . . . dc Itaiicis c i illis qui partibtis farehani
Ruolanrli, quod cui-onalii Romani imgerii Grcco irnponere vclient ,U;nia si ti-atta cvi-
dentemente di una polcmica tedesca che attribiii~:aagli Italiani intenzioni a cui o nes-
suno o pochissimi adcrirano in quel momcnto, senza affatto rillcttcrc Ic idcc dcll'impe-
d'un imperatore pcr mano del papa era un'assurdita. Ma anche dopo
il falliiuento dellc trattative col papa, Manuele ha tuttavia tentato di
iinporre se non una dominazione territoriale in Italia perlomeno il rico-
noscimenio nominale della propria sovranita e del propi-io impero, e se
gia durantc le trattative col papa aveva riconosciuto nelle citta impor-
tanti coniraenti dopo il fallimento dei progetti romani indirizzo il suo
sguardo in particolare verso la nuova lega dei Lombardi. Le relazioni
politiche e soprattutto economiche tra Costantinopoli e le citta mari-
nare d'ltalia avcvano una tradizione antica e proprio negli ultimi de-
cenni s'erano sempre piu rinsaldatc: eppure sorprende la rapidita e I'at-
tenzione con cui I'impcraiore d'oriente riconobbe e cerc6 di guadagnare
ai propri fini politici le forze appena sorte nelle citta della terraferma.
E' noto che Manuele alla fine non raggiunse i propri obiettivi. La
guerra in Italia f u decisa senza d i lui, pure senza di lui f u conclusa la
pace. Ma val tuttavia la pena d i gettare uno sguardo piu minuzioso sui
metodi e sugli scopi bizantini e di osservare il giuoco politico altissimo
dell'imperatore.
Se dalla visione generale e complessiva ci volgiamo alla contempla-
zione piu esatta dei singoli avvenimenti, urtiamo contro non poche dif-
ficolta. Esse consistono innanzi tiitto nella tradizione docun~entaria:sic-
come dobbiamo traitare di azioni diplomatiche e non militari, ricaviarno
solo notizie assai lacunose da cronisti occidentali ed orientali, d i cui non
possiamo inoltre disporre con certezza il rapporto cronologico, cosicchk
non sempre noi possiamo conoscere le relazioni causali dei singoli eventi.
Le trattative diplomatiche furono per lo piu condotte in gran segreto,
e solo i trattati tra Bisanzio e le ciita marinare sono conosciuti tramite
fonti documentaric.
Una seconda difficolta procede dalla politica stessa di Manuele:
I'iinperatore non ha mai perseguito per via diretta Uno scopo fisso, ha
bensi continuamente arroveniate parecchie carte per ii suo gioco; con
metodi differenti per ognuno dei suoi Partner, trattava contemporanea-
mente qui e Ia e cercava via via di imporre la propria potenza oppure
d i procurare prestigio alla propria ideologia imperiale. E i suoi contra-
enti furono non solo il papa, I'imperatore e il re di Sicilia, bensi anche
i re d i Francia, Ungheria, Inghilterra e Gerusalemme, il principe d i Antio-
chia, e, ben oltre, i duchi di Boemia, d'Austria e di Baviera e Sassonia, i
marchesi del Monferrato e i baroni delle Puglie e dello stato della Chiesa.

iatoi-e orientalc. DEI resLo, i a stessa fontc rifci-iscc i,otizie cri'once rclriiivc ai Greci espulsi
da Ancona ncll'anno 1171. Sccondo la cronaca di A4ontccassiiio. lih. IV, cup. 46 (Monuments
Gei-maniae, Scriptores, vol. 7, p. 785) g i i Alessio I nel 1\12 arrcbbe scritto ai Romani chc
intendeva venir a Roma: ,Cvellet ipsc vel Iohannes filius ciiis sccundiim morem antiquo-
rum fidelium uidelicet imperatorum a summ0 pontifice Romac coronam accipere ,,. Questa
asserzione rnolto probiematica. scbbcnc prcsa siil serio dagli storici moderni, mcrita un
esame speciale.
Avere ad ogni Cortc reale singoli signori - fossero essi ecclesiastici
o nobili - conie informatori e sostenitori era uno dei inetodi comuni
della politica bizantina; e seppure Bisanzio conducesse una politica so-
staiizialmente ostile all'iinpero svevo, cib non significaua affatto ehe non
si inantcnessero luttavia inoiti legami con quest'impero.
Soito queste stesse preniesse vanno considerate le relazioni con le
citta. Ne! Sud d'ltalia i bizantini avevano contiiiuamente inantenuto
relazioni con le cittk pugliesi, e aiicora Ja cainpagna del 1155-56 aveva
inostrato come nelle citla sostenitori dei Greci fossero disposti a far
Causa coinune contro i Normanni. La sconfitta bizantina in Puglia e la
distruzione brutale di Bari da parte di re Guglielmo, imitata poclii anni
dopa da Federico Barbarossa a Milano, avevano definitivameilte stac-
cato queste citta da1 sisteina politico di Manucle, solo esuli da1 Sud
Italia potevano ancora tener la parte di Bisanzio. Diversa invece la si-
tuazione per le citti inarinare del Nord: Venczia, Pisa e Geilova intrat-
teneiano da tempo relazioni politiche e commerciali con Costantinopoli,
ehe cercava da parte sua di trarre profitto dalle rivaliti reciproche
delle citta. Puiiio di parteiiza per la campagna pugliese era stata An-
cona, ehe negli anni seguenti diventb vieppiu punto di sostegno dei
Greci. Ne1 1158 gli incai-icati di Manuele doveitero lasciare Ancona sotto
la pressioiie degli inviati del Barbarossa ", ma gia nel 1167 la citta si di-
fese di nuovo, con l'appoggio greco contro lo svevo, che la conquistb
dopo un breve assedio proprio nei giorni delIa riedificazione di MiIano
dalle macerie'" Ne1 1173 invece .4ncona poti., appoggiata per la ter7.a
volta dai Greci, sosteilere I'assedio di Cristiano di Magonza, benchi. una
flotta ~ e n : ? ~ i a partecipasse
na alla loita contrt) la rivale adriatica ".
Per un istante nel 56-58 pan-e ehe, partendo da Ancona, I'influsso
greccj p>tesse estendersi ampiamente vcrso il Nord. Ma allorche anche
i Raveniiati, a dispetto del loro arci\~escovo tcdesco, coilclusero un
irattato coi Greci, riusci all'intervenio energico di Rainaldo di Dassel e
di Ottone di Wittclsbacll ilcl 1158 di ristabilire la dominazione dell'impe-
i-atore sulle coste rornagnole e marchigiane 'C Le citta lombardc paiono
essere entrate nci calcoli politici di Manuele solo dopo la fondazione
della Lega. E' bensi rero ehe gia nel 1155 il Barbarossa libera nella con-
qllista di Tortona un nobile grcco prigioniero di Opiz7.o Malaspina 'Y E

;1. Lcitcir~ rli Raisiiilrlo <li Dassel. cd. H. Siidendori. Rrgisrl-iuii oder- >>iei.kii~iirdig<r
lii.ki,>~det~. vol. 2. Berlino I S i I , 11. 131 cir. Sixiossi-I:I.I>cit., p. 625-627, L i ~ \ icit.,
\ rol. 1 ,
P. 291.
16 Boso, Viia A!era!>di-i cil., p. 114; 0i'1» M O I I I : ~N . i s i . frederici (cd. F. Gütcrboch.
Scripiorcs rcruni Gcrrnanicarum, N. S. 3, 1930). p. 183, Giiisrull~:ciir cir., rol. .i, P. 434-43.5
rol. 6, p. 463 L i x i ~ i :ci1.
~ vol. 2, p. 147-148.
17 Nlcirii, iie !Muiiirclc. V11 1 , $1. 262.264, Boncurnpagno, Lihci- de ohsiilioi~eAncoiiae,
Rei- Ilal. Scripl. \;I, 3, 1,assim. i.\\rxii c i l . vol. 2, p. 244-249.
1s Cli-. "1. 15.
1" Orrrixii 111 FHISIIC, Gesiii rriderici I I , 26, ~ d Waiiz-Simson,
. p. 132.
proprio allora un iilviato bizantino trattaw un patio a Genova ", e forsc
i Greci avevano gia allora allungato i propi-i tentacoli al di 1a dell'Appen-
nino. i\iIa notizie sicurc ci giungono solo dall'anno 1167: il patto stretto
dai veneziani colle leghe lombarda e Veronese parla di sussidi attesi da
Costai~tinopoli~'. Rilclto probabilmenie databile dello stesso anno i: la
notizia del cronista bizantino Giovanni Cinnamo secondo cui Manucle
avrebbe stretto alleanze con Venezia, Creluona e Padova, cioi: con un
capo d'ognuna delle due legbe cittadine lombarda e Veronese e contenl-
poraneamente con la citta costiera". Gli atti della Lega citano poi, in
verita, ancora una volta sola I'iinperatore bizantino, in un contratto circa
il 1170, ove un signore feudale deve giurare ai comuni di non conclu-
dere nessun accordo con Manuele senza darne un preavviso ": appare qui
dichiaratamente la sfiducia dei comuni contro il potente sovrano
d'oriente, C al tempo stesso contro i signori ieudali del proprio paese.
Ma gli atti della Lega non trasmettono nessuna visione completa.
Uiia sola osservazione d'un cronista bizantii~o,conferrnata da una no-
tizia della scuola di diritto bolognese, documenta le grandi somme di
denaro messi a disposizione da Manuele per la ricostruzione della citta
di Milano e delle sue mura. I1 comune mandb i propri consoli a Costan-
tinopoli per sollecitare un ausilio finanziario e questi erano addirittura
disposti a prestare all'imperatore d'oriente il giuramento di fedelta chc
essi rifiutavano all'imperatore occidentaleZ4.Non sara mai possibile sta-
bilire l'importanza delle summe che Milano riscosse da Bisanzio: ma
non dovrcbbe esser dubbio ehe, proprio nei primi tempi della Lega,
I'oro dell'oriente fosse una sorgente notevolc di forze per i Lombardi.

'0 Si vcda piii ai,ariii ni. 28.


2' C. Misiiiisi, Gli airi der coiiiiiiic d i ii4ilririu /iiio <ill'aiiiio 1216, Milano 1919, p. 83,
n. 56, 5 12 del 10 diccmbl-e 1167 clr. L ) \ i \ i i cit., i;ol. 2, 0 . 154 (coi; crrore cli stampa nella
diii.?). Ncl rinnoi,amcnto dcl 12-attato (primavcra dcl 1168) qiicsto paragralo rnanca.
--9, Cii\-\MO,Ei>iruii?e, V, 9. p. 228-231. La cronologia <lcl Cirinamo e notcvolmcntc
incsaita, c in conscgucnza qucsto capiiolo i: StRtO riferilo ad aniii divcrsissimi. Ciil.ixoox,
Uuii?iiiriiioiz izo,-,iirrii:lc cit., voi. 2, P. 299: 1163, idcm. Co>izi,6rie, cii., i u l . 2, P. 385 1166,
Diiiclin, Rcgesicii, cii., n. 1464: 1163, Oiixsunw, Legaieiz cil., p. i3: 1163, ivi, P. 81: 1167,
La\riii cit., vol. 2 P. 193-191: 1161. Forsc lia raoionc I'Ohnsorgc indicando duc anni, pcrchi:
non i: da ~sclutlc1-cclic Cinnamo ahbia confuso duc Icgazioni In ogni caso I 1 ruol
dirc Pa<lova. non Pavia comc scrivono Chalandon, Dölger e Olinsorgc pci. uno sbaglio di ciii
Lamma si i. accorto, rnu chc, s e m a I-agionc, cci-ca di ~ i i i s i i f i c a i rPavia . (in grccu 'rrxT\,r,~)
rimase lcdcle anli Svei-i lino al 1170.
M:~xiiii:si cit.. 11. 116. n. 79, clr. t i r \ i i cit., \:oi. 2, p . 243.246.
'J Nic1;i.i Co\iiii;, d c iMai,i,e/e. VII, I . P. 261, cfr. anchc G:II.Y.LXEI FI.:LU\I.,I.Clir~oiiic<>o
iiz<iiii.s, ed A. Ceruti, Misccllanen di Sioria Italiaiia. 1, 1869, P. 70i-710, narrvzione tomaii-
zesca; G. L. B\R\-I.Sioriu d i Milnno, vol. 4, 1934, p. 92, meltc in diibbio la notizia dcl Niccta.
rncntrc L ~ x i i r acii., vol. 2, P. 241-246, la prcndc sul serio; si vida in proposito piU ampia-
nicnte P. Ci..~ssi:r. Mai1aiirl.s 7'rei<eirl fiii- Manriel Ku>nrier?os,Akten des XI. internationalen
Byzantinisicn - Koiigressec 1958, Monaco 1960, p. 79-85. dovc viciic discussa l a qucstionc
131 dei Disscnsioncs Dominorum Bononicnsium, Colleciio Gratianopolitana, cd. J. B. P a i ~
mici-i nclla Bihliotlieca iuridica medii acvi di A. Gaudenzi, vol. 1, addiliones della 2:i edi-
zionc, Bologna 1914, P. 232-233.
La rottura di Manuele con Venezia nel marzo del 1171 pare aver
coilcluso le relazioni loiiibarde a Costantinopoli; o perlomeno non pos-
sediamo notizia alcuiia databile dcgli anni seguenti ".
Infine ancora due paroie sulle relazioni di Manuele coii le citta ma-
rinare. La politica della repubblica veneziana era da seinpre intesa a
preservare la liberta dei propri commerci e traffici attraverso l'equilibrio
delle graiidi potenze. Di conseguenza essa appoggio sempre Costanti-
nopoli allorquando la Sicilia minacciava di diventare strapotente e di
insediarsi sulle due rive dell'Adritico. D'altro Canto i veneziani si op-
posero st:mpre ai bizantini non appena costoro cominciavano a prender
piede in Italia. Quando I'imperatore svevo dopo la caduta di Milano do-
minava tutto il Nord d'Italia, da Venezia sorse I'iniziativa della lega lle-
ronese; 6 perlomeno dubbio che Bisanzio vi abbia avuto Parte'" Dopo
la sua Eondazione, la lega lombarda manteneva relazioni con Costanti-
nopoli attraverso Venezia, ma non appena essa dominb la pianura pa-
dana scoppib il conflitto tra Costantinopoli e la repubblica, e nell'assedio
di Ancoria del 1173 Venezia stava dalla parte del Barbarossa. I1 fatto
che frattanio Manuele aveva concesso a Pisa e Genova notevoli favori
avra anch'esso contributo al mutamento dell'atteggiamento di Venezia.
Arche Pisa aveva patti di vecchia data con Costantinopoli, ma cer-
Cava nel conternpo di eliminare Genova e di poter metter mano da sola
sul. commercio tra il mar Tirreno, la Sicilia e I'Oriente. La citta sull'Arno
tendeva sempre a sostenere il partito della Svevia in Italia, e per tale
ragione fallirono le trattative con Bisanzio negli anni 1161-63 ", mentre
invece a Genova era riuscito gia nel 1155 d'ottenere un contratto con-
vcniente con Costantinopoli, che fu poi tuttavia praticato non senza dif-
ficolta", giaccht: i genovesi trattavano coniemporaneamente con la Si-
cilia. Solo dopo che nel 1169 Genova oitenne un nuovo prezioso privi-
legio da parte di Manuele ", i pisani si dichiararono l'anno seguente di-

Ma Iorsc la r~oiizia<Iclla Cronica regia Coloniensis, citata sopra, n. 14, in~licatiui-


iative niu tardc.
L V i r sopra n . 22 sullu. noiizia cli Cinnamu chc secondo alcuni ei-udili srarebbc ad
indicare rciazioni i i a Bisanrio cd i Vcronesi. Considerata la situazione, non 6 imp%obahile
clie i Bizvntini ubbiano avuto una qualche iniliicnza, ma anche il Laxixli cit., ~ o l 2, . p. 112-
116 rn Eisanzio e la Lcga seroncse », non pu" citare delle ionti sicure.
2: 0 . L ~ X G EPuiiii.scire
R, Ccsciziciilc Geizitns i ~ i i dPi.sns ini 12. Jaiiriiiiiidcri, Lipsia 1882,
P. 96 sccondu gli Annalcs Pisani, Rer. Ital. Scriptores VI, 2, p. 21, L~AIL%A cit., 1,oI. 2,
n. 75..~~
, nr. 2.
28 CI:S.LRI:ill1'li:lil.E I>! S:IXT'AXG~%.O. Codice Dii~iui~iarico dellu Renrrhblico di Ceiio>>ii,
Fonti ver la sioria d'llalia 77. Rama 1936, i,ol. I, 327-332, n. 271, Döi.~i.n, Rcgeslen cit.,
n. 1102, Lh\txti c i l , ~ 0 1 .I , P. 231-233. Ne1 IIZ7 renne mandato a Costantinopoli Aniico di
Murta per esigere la conferina dcl trattalo c o n c l ~ s odall'ambasciutore bizantino, Annali
gcnavesi di Caffaro, ed. L. T. Belgrano, vol. I, Fonii per la Storia d'Italia, 11, Roma 1890,
p. 48, e nel 1160 tratfava coll'imperatore il console Enrico Guercio. ivi P. 60. Il fondaco
genovese a Costantinopoli eristcva nel 1162 quzindo i Pisani !o espusnarono, ivi, p. 67-68.
29 1xik~r.niai.i:iii S.K?A\-ütii« cii., vol. 2, Roma 1938, p 105-116, n . 50, cfr. Döi.üiiit, Rcjie-
slen c i t , n. 1488. clr. i documcnli pubblicati da Ixii,~niai.E, vol. 2 p. 118-123, n. 52-53,
DOLGI~K n. 1497 di l!iO.
sposti a coilcludere un contratio ehe conienisse ai desideri di Manuele3'.
L'imperatore costantinopolitano diedc non solo un privilegio - secondo
la tradizione di tutti i trattati di Bisanzio colle citta italiane"' - come il
signore sovrano della citta, ma i Pisani riconobbero espressamente ehe
egli era il loro sovrano" C che nessun impegno del comune nei confronti
di e Signori incoronati o iio >> sarebbe potuto essere opposto a questo
..
trattato ".
Manuele avexra gia s p e s o impiegato la formula << incoronato o non
incoronato D che era diretta in questo caso con tutta evideriza contro le
pretese dell'imperatore svevo d i anteporre ad ogni altro impegno la Ee-
delta al suo impero ". La diplomazia bizantina era dunqe riuscita a sfrut-
tare a proprio profitto i l contrasto tra Genova e Pisa e ad allontanare
Pisa almeno per un istanie dalla fedelti verso I'imperatore occidentale.
Non sono molte le citta di cui abbiain potuto rifei-ire qui notizie
singole. Accanto a Venezia, Pisa e Genova soltanto Milano, Cremona,
Padova, Ravenna e Ancona. Ma sebbene le fonti non riferiscono nessuna
particolarita su altre citta in alleanza con Bisanzio, sicuramei?te abbia-

J' G . Mi>l.i.ir~,Dociiiizei,ii sidl<, re1n;ioiii delle ciliir io,sc<!iie coll'Oriei?ie, Fircnzc 1879.
p. 45 (icsio greco) C p. 5.1 (tcsto Iatino!, clr. Döi.l;ni<, Regi.siei7 cit.. n. 1499, colla giusla data
dcl 1170. Per shaplio il Diilciiii, n. 1403, at1ribuis:c lu stcsso dociinenlo, indicando alil-c
pubblicariani, aii'anno 115%.Sulle traitaiive cfr. Annalcs Pisani, a . 1172, Rer. Iial. Scripl.
Vl, 2, P. 54, L i x l \ i cil., vol. 2, L,. 190.192.
1 1 Siillc forme dci pi-ii-ilcgi c sullv tcciiica <ici i-appurti dipiomnlici si i e d a W. HE!.
hiiirfiurii, Die Ve>-1r;i.e :ii.i.sclteri deiri 0sii.üiiiiscIicii Rciciie r i i ? < l deii ilulii.i~isclieiiSlüritoi
Geiiii<i, Pisa i~it<iVciiediu, Arcliii. ?üi- Dinlomatih 3 3927, p. i9-161.
h4i)i.i.iiil cil., P. 45: I1 consolc Albirto :.iui.u iicl nomc ciclla cilt;i j;p?is i 6 v ?jpro%i .hFGv
r& $%o!jitz l \ ~ . ~ ~ ~ c i ~ ~ ~ 2%; ~ v xScq;
' ~ . ~ x~~-I>O>~,.ZY!~;
dclla ciitii sccoiido i ii-attaii (3.1),4rio<,>.>i,.2.i ... :p i ZLGW
, ,
z m 70 xjro:
.
Q ~ i ~ ~ ~di; O S S C I V A I - ~ la lcdeltj c il dorerc
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xd>:>ixT?; I l i ~ r r ~:i,; :z~rj~ri?& :C , i
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, . ~ ~non
, ~ ~ la, ~ ifedelta
~~,i;
clei vassallo o clci s~iddiio,mii la fediilA condizio,iata da1 lrallato concluso col prolirio
so\-rano. Gli ambnsciaiot.i pisvni giurano ail'inipcratort oricnialc di ?ar c o n f c r n a r c il
traltuto z@,; i6.i Z ~ O L V T ~ J.+,.G5, T;,., !$~a~).iz. Ti-u qucsii ambasciaiori ci-a il giudice Bur-
gundioiie i l q u a k , dopo lri dislr~izionedi Miliino, ai-eva <lcdicalo una ilcllc s u i cclcbri tra-
duzioni di lcsli greci all'irnpcratorc Fcdcrico, cfi-. P. C i ~ s s i i z ,Die Iloliei~Scliiile~iiizrl die
GcclI.scho/i iin 12. lalr>h~ii?<lel-i, Ai-clrii: liir Kuliiii-~-schicIiie48, 1966. P. 169.
. .
Miii.i.~ii cit., p. 45: xai P$., :: - , L- - ;r ,~i-i
:*i.,o-, S;;TL X % > /*? ?:)!Q?~oY C!; % Y ( I - ~ ~ o ~ ? , ' i?opGv :*2p%T.>
77; J l l ~ r ~ : i i v a io-is-
1(%10¿7.4., :G%, ?"Ll<ir<O*l V,~~O>YLGY
z%i i G v ;I?L<$~,. &,TL W$-: .l~:o\,&,;,io;~ . O . : ~ G O ~ O ; - ; ~T.,? :oioi:.,.,. I n qiicsio modo d c ~ o n ogiu-
rare luiti i coiisuli c'd inoltre iiiili i ciiiadiaii di Pisa. Aiicoi-n ncl lratlato con Ragusa dcl
1169 i Pisani n~cltoiiu Ic parolc salva (idclitatc rloinni iiostri irnpcrtitoris Fcdcrici r, si
vcdn M~I.!.EK,Dricic;,iei?ii i < ~ . s ~ o icii., ~ i . p. 417.
34 II lrattato fra Ancona c Bisanziu, concluso nei 1157/58. rispcub la fcdciti all'inl-
peratorc d'Occidcnrc. Cfr. C8xxiiio. Epiloiirc, IV, 14. 11. 170, Diiiciis, R<:ye.slei? cit., n. 1415.
lnvecc il lraltato di Bisanzio c Genol-a dcl 1169 (I\ii'~~r:\i.ii01 Cxr'Ax~i:i.o Cil., vol. 2,
P. 106). cnniicnc lu sentenza: ncquc aliqua conii~ngcnlur(lanuenscs) iusta vcl iniusta oc-
casioiie alicui liomini coronaio vcl noii coronato, tri- anclic il doriimcnto cii. piu aranli
ni. 46. A Venezia la iormula appare ncl traitaio dcll'rinno 1187. G. F. L. T.!FI:I. e G. M.
T i i o i i s . Urki<iirieii . i i > - ü/le>-e;i Haii<lels i i i u l S:<irifs~e,scliicliied e r Rel>rihlili Ve,icdig, vol. 1.
Fontcs i-crun Austriacai-um, scr. 2, vol. 12, Viciiiiib 1856 (I-istampa Amsterdrlm 1964). P. 196
e 199: non cst coniuncia Vcnctia nc: unquam coniungctui- rllicui coronaiorum vel non
coronaiorum sivc gcntium i:el iiationurn alicui coiitra lmpcrium . . . Tali ilaquc modo
taliquc orrlinc iuvabunt d defcndcni Romanian, Vcnctici conira omnem hominem coro-
nalum c l non coronaliim. Clr. Dii!.üii!i. Reec,s:e,i. cit., n. 1578. Gli obblighi dci Vcncziani
vcrso I'impcraiori: hiiantino pi-iina dei 1187 so113 sconosciiiii, cfi.. HEIZIIXI~~YBR cil.. P. 81-84;
in conscpucnza !non si sa. sc la ?ornlula sia staia usala aiiclie prima.
i n abbracciato
~ cosi soltaiito una partc dellc azioni bizaniine"'. Nclla siia
.-
-
grandiosa caraitcrizzazionc della politica italiana di hlanuele, Niceta
Coiiiatc riferisce che non i u citih italiana ncp-purc delle piu reinote -
ossia evidentemente dclle ciita lombarde - ove Maii~ielencii avesse i
propri giuraii sostenitori; c anchc quanio forze neriiicile a Bisanzio aves-
sero ordito nelle pih scgrete consultazioni dei coniuili pervcniva subito
a conoscenza dell'imperatore's. Anche senza poter noininare iiessun'alira
citta, val pure la pcna di dare Uno sguardo ai metodi della politica di
Manuele citati qui e altrove. Costantemeiile compaiono pagamenli in
denaro, giuraiileriti di siiigoli, e i17 particolari giuramenti di vassallaggio
che l'iinperatore bizantino, adattandosi con accortezza al diritto occi-
dentale, iaceva prestare iioii solo da signori feudali ma anche da cit-
tadiiii. Secondo un documeiito, i'iniperatore promise a un mcrcante ge-
novese riparazione per danni subiti a Costantinopoli se costui gli avesse
prcsiato K fidelitatein vel hoininium D"; d'altra parte i genovesi nialfi-
deiiti fecero giurare a un iiiviato del Coniune di render coiito accurata-
mente di tutti i regali imperiali e di non consentire che u11o dei suoi
figli divenissc << \~asallusiinperatoris >.; ;!Ai consoli niilanesi che solle-
citavano aiuto a Costantinopoli Manuele non solo donb rcgali sontuosi
ina ne prctese u11 giurameilto di Cedelta ehe costoro prestaroiio si U saivo
honore sue civitatis >>, ina che alla fin fine tcndeva a un inipegno del
coniunc stesso'". Sebbene i trattati fra Bisanzio e le citta del mare tir-
reno non parlaiio della fedelta per I'imperatore proprio, la fedelta ai
trattati doveva veiiir giurata non solo dai consoli, bensi da tutii i cit-
tadini nelle forme usate dai cornuni per i giuramenti pubblici della co-

.. Cfr. Ic foiili disciisic du! Lt\r\r! cil., vol. 2


>'. P . I51-l56: Coi,iiiiicr<~io Zii-e11eii.si.s aliei.<i,
Mo!iu!iicnta Geimaiiiac iiisiorica, Scriptorcs, vul. 9, P. 541. ad aiiiium 1180: W iManiicl iin-
V-raloi- Grccorum cuin iam 1'ei.c oiniics civitalcs Yialic sihi pccunia adlraxissct, Lom-
b a r ~ l o setiaiii coii:ra doriiiiiiim suuni imlicratoi'crn Fridcricum concitasscl, obiil ». Anony-
m u s Laudunciisis (<li LCioli,Fraiicia nord-csl), A,loriumenta Gcrmztiiac iiislorica, Scriptorcs,
I . 2 P 6 f< I.iimbarili pcr insolentias inipcraioris Frcdcrici icdio cl :ingore fatigali.
i a i i ~ i c l i GI-ccor~imimgcratoi-i suhmiticre corom iegnum deiiberaver-unl. Oui. eorum
iriinliis cs divcrsis ui-libus Lunibai-dci-um ad Iioc pcraocndum dilrctis com ingcnti gnudio
:;usceptis ct impciaturie imu~icratis,maildauit, quodsi id ari cllectrim pcrducei-cnt, quoil
oilinia coriirii mohilizi dupplicarci. llabilu siipci- llis L~inil;ardi cum papa Alcxaiidro cuii-
silio, rclraxeru>ii s? ab Manuclis Grccorum lidclilale. eo quod Grcci sint pusillanimilatc
iiotati et scmpcr aiiimi Ici'itale inlidclcs iiii.cnli B. La tcstimonianza dcl monaco di Zwcltl
valc tanto rliii in quaiito qriclia ahhazin cisiercicnsc iAiistria inferiore), rncdiantc il dotlo
scolastico Pictro di Vicnna, ci ha lraniaiiilato Ir3 altre noliiic bizaoiinc ncl ms. 23i
(scc. XII) 13 corrispondciiza di Ugo Elcriano da Costaiitinopoli colla sua c i t t i di Pisa
pcr I'anno 1166, cfi-. P. Ci..isscs, in Miilcilringei> des Oesicrrcichischcn Instituts Füi- Ge-
sshichtsi(>rschung. 67, 1959, i > 263.261. D » x i ~ i l ~cit. r i sopra nt. 15, P. 108.
- ., X* Nici:ri Coxirrr, iie il<iiii:elr, V11, I . D 262: ':\i.j.'o+fii C!: 5, 'Iizi,rc.>:lh'<o.i i ,
:<,>V 27% ;;?gp<.>:fy<.> ;;:ii,s<.>v rcrO':+i ; , $noti.Fic d r o ; 0 , ; ~
:LS:%.
, , ,
.\litj.zr zai. ;;CR i i c &: i n : ~ : t i a iz:Arrrt.>v ., -.
¿:,.4rr;, oizzTo.i x a t ?yovo,oUv-;& o:
,
E L ~ ! O V - ; P C6%)x?>ii:<:>i:!~pc)riv z z t Lrjg:,z<o~~:l
, ,
,,:r,rroi .rGv ixcT 'I'<.>~.crlorc ~YIL?;O~IE:. &PJ.>G:? & x i l ~ i<e ~t r%i;.miz.
3 I I . .I S . A C D i p 1 . ~ 0 1 .2, 1). 20i. nl. 2. Si tialta dcllc isll-LI-
zioni Per l'iimhascialol-C gcnovcsc dell'anno 117-1. Uii c s c n i ~ i opiii lardo di rin Genoi:csc ligio
(L[<Lo;) dell'impcratol-e hizantiiio rncnziona Fz?!::.!<;i, cit. pitt avanii n i . < I , p. 120.
35 11.i. YOI. 2, P. 205, n. 95 di 1174.
+;. Vedi la q u ~ s t i o n r .eil. sopl-a nt. 24.
stituzione comuiiale". Sccondo Niceta gli inviati dell'inlperatore a An-
coiia avcvano i'incarico di << procurare all'iniperaiore amici detti vas-
salli D, laddove resta oscuro se si tratti di cittadini o di baroni ". Buon-
compagno sostiene ehe Manuele si sia procurato p-r versamenti di de-
naro la signoria feudale su intere citta".
Abbiamo incontrato qui il concetto di << ainicitia o, un concctto ceii-
trale d'ogni legame politico a Bisanzio, la cui :radizione risale fino al-
l'antica Roiila 'I. Ne1 Medioevo il termine ha significati diversi. Quando
gli sxvevi Corrado I11 2 Federico 1 oppure il rc Luigi V:i di Francia si
dichiarano U amici n dell'iiilpcratore, essi intendono senza alcun dubbio
un rappvrto pattuito tra contraenti dello stesso rango4'. Se l'iniperatore
di Costaotinopoli abbia iilteso lo stesso ? cosa g i i piu dubitabile, poi-
chi: gli amici imperatoris n o << amici populi Romani >> erano secondo
l'idea romano-bizantina costanteniente sottoposti all'imperatore. Del
tutto univoco 6 il terinine nei rapporti tra Bisanzio C Ie citia italiane.
I1 crisobullo del 1052 nomina nel proemio i veneziaiii << amici D, ma nella

Ncl traiiaio del 1170, g i i ci?. sopra ni. 32, ii consoie Pisairo Aihcrio giura clie il
siiu giliruminio verrii i-ipeluio cla iuiti i coiisoli c da iuili gli alli-i citiadiiii X sccundiim
consucli~<lincm
,~
B, cioi. i ciltadini dcvono giuriire ncllc iurrnc dei giiiramcnli p~ibblici. A
s i n o v a ii giuramcnlo del popolo a per cinirqxiim W viciic nicnzionaio per lu prima i.oila
ncl iraiiaio di 1155, I>ii'i:nii.l: !>I S.i\i'Azaiiiri cit., iol. 1, n. 271, p . 330, ripcluto nci docu-
mciiii di 1169 c 1170, ivi, i-01. 2, 1,. 50 C 52 1,. 113 C 122. Giriramcnii clei consoli ilaccx-an«
partc Cli quasi iuili i irallati intcrcittadini o inici-narionaii giiiranicnii inolil-c <ii u n cerlo
niimcro dei cittadini si irovano, pcr csempio. ncl 1;aiiaio lra Gcnoi-a c Pisa, 1iri~iiarii.i: 111
Sisi'A\-c~iir~ eil., i.01. 2, n. 48, dcl 1169. Comc noio, I'inipcraiorc svevo prclendcva oiura-
rnenti di k i l c l t i di purlc di tuita la ciii:~<lina~izu, CO-.la icsi dc1 mio a l l i ~ \ - UL/.P~.uIschc~-
(Gicsscn, 1970). Scbbcni i giuranrcnli licr I'imperaiorc bizaiiiino si i-ilcriscaiio solo ai trat-
laii, sono non molio divcrsi dai giuraacnri di fcdci(a.
Ii tcsto cii. sopra nl. 36 seguc: ".\i.i.o:s 8 i T C
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74 o'rii:e:z.:~i,iz oqlrj~~, i8i8ovzv :i,z~i: &.rs -;G zic o r i l w i i x z i v v , LxAoai -;!V+: 6,: 4; ,.?<lr,,c
pxij(.i. ~ ! : 6 ;:spav 'I'o:,.%ioc;j <:pfi,~.o~i.~iill'o;riaggio ligio a Bisanzio clr. IH~;ii.rc, cit.
sopra ni. 2, 12. 123-130 C .I. Fi:rti.ioi, L n ii$e.s.se daiis l'Ei;i{>iieBi:«i&iii„ Zlbrnik radova Vi-
zantoloskog institula - Rccucil des tiavaos duc I'instilut d'Etudcs hyzaiitincs, 8 Bcograci.
1961, P. 97.123.
42 Boscoii,~:~i;~o. Lihei- OE o!>,sidio„e Aiicoiie, Ilcr. 1x11. Scrip:., V1, 3 . p. ij: Impcrabai
cniln iunc in urbc Coi~sia~itinopoliiana screnissimus Hemanucl. qui misiiai istum (SC. lc-
gaium) in Iialiam, 1i1 compzii-ai-ct qiiasdam ciiiialcs e i bonn c i ~ i u mct cisclcni posimodrim
suo nuiiiinc omniü rcdclcict in icudum.
Sull'arnicizia ncl conccllo bizaniino si vcds F. Diiiciel. Byruii: i~ii<ldie ciiro~>?iischa
S l o r < l e i ~ ~ ~2"
~ ecd./ i , Darnistad: 1961, p . 36-41, cl?e \>erb ccrcii ili slabilirc u n sislcma di gradi
ll-a iraircs inipciaioris. amici impcraioi-is, ccc. ciic in rcalli non esislcva in uiia foi'ma
rigorosa. I i-C di Gcrmania. Francia, tcc. vensono nomiiiati amici i. iraielii ncllo sicsso
lempo, C anclic i Genovcsi crano amici s c b h c t ~ii~ Düig~i.I U ncghi. Cli.. piii olirc nl. 44
C 16.

Cori-ado 111 indii-izza le lelicrc a Manuelc ncl 1143 karissirno l'rairi suo (Ottonc
<li Frisinga Ge.sin Friricrici, I, 25, 11. 411, ncl 1150 (dopo il trallalo di Salonicco) karissimo
irvtri c l unico arnico suo (Ph. 7 a E . Bihlioilicca rerurn Gernianicarum, rot. I, Bcrlino 1801.
p. 355, 13. 2 3 i ) : Fedcrico I a Manuclc ncl 1153: iiilectissimo Irsiri cl amico suo (ivi, p . 548,
i i . 410); I'allcanza .i:ienc nominaia amicilia c locdus aniicitiiie (Oilonc di Frisinga I. C.,
JaTe, Biblioll~eca,p. 363, 365, 476. 550, j68); Giovanni Comncno cliiama Corrado 111 nobi-
lissirnum fratrcrn ct arniciim impcrii mei (Otto ili Frisinga c i i , 1., 40). Luigi V11 di Francia
vicnc detto da Maniielc: dilcctissimo consaii8uiiieo cl amico impcrii sui (Rccucil dcs
Hisioricns ilcs Ga~ilcsci dc la Fi.::n:c, vol. 16, p. 82, 11.2491, Luigi a blanuclc: ili'airi cl amico
!ivi, p. 149, n. 4.51).
dispositio < recti duli imperii nlei D'-. Ne1 patto degli inviati del 1155 i
gcnoucsi c l'impei-atore s'erano rcciprocainente votati << pax >>; in tal i11odo
il comuae s'era dichiarato autononlo e pari all'imperatore. Quando piu
tardi si tratto il rinnovo del patto, i genovesi erano disposti a favorire
I'iinperature c a sostituire la << gratia bcneuolentiae >> d a parte dell'inl-
peratore e la << fidelis amicitia da parte del comune alla << p a s >> r e d -
proca4f Non sussisie qui dubbio alcuno ehe ia << fidelis amicitia >,inten-
desse una sottomissione alla sovranita dell'imperatore: in realt'a una
vuota parola ehe poco costava al comune poichk l'imperatore non la
sapeva riempire del suo contenuto.
I n questo stesso senso va intesa la notizia di Niceta ehe Manuele
abbia Stretto amicitia con le citih marinare, sottomettendole per mezzo
di giurata alleanza e di varie dimostrazioni d'amiciziaii; nla anche ba-
1-oni divennero in tal senso << amici D dell'imperatore '" come il marchese

Thl:l(l.e Tllolr:~s cit., vol. 1 , p. i l e 54.


4" Si vcclano Ic ei crneiidationcs i,. cioC istruzioni dci consoli pcr u n arnbasciatorc,
i>iibblicatc da I ~ r ~ i1i.8:i ~111 i S.LIT'AYCEI~,Codice di,~loii~<iiic~ c i i , 1-01. I . 13. 328, ni. I (l'inicr-
p i i n ~ i o n cdcil'editore in partc C scor~-ctta):C. ubi diciiiii- "prornilto vohis paccm ct bonarn
ioluniatcrn", muta, si curia i.olueri1, sic: "bciiciiciurn gralie ct bone i-oluntutis mce" . . . n,
ivi, P. 330 nt. 1: u Ubi dicilur "nos consiilcs dc comuni facimus pacern domino Emanucli
ctc. ", rnuta, si postulabitui- a curia ut vcrhrim iilud cmcndetrir, sic: "promiilirnus veram
ct lidclem amicitiam clominu Enianueli C I successoribus cius impc1-atoribus". I t e n tibi
clicitui- " i n spiriiu vcritaiis quod non crirnus in consilio vci ol>ei-e pcr nos vcl aiiquos aut
cum aiiquibus", adde: "coronatis vel non coronatis". .antcquam ob hoc rcmancret c o n ~ c n -
tio, si hoc a curia iristanter postiilai-ctur n. Sull'ullimo pcriodo si vcda sopra, nl. 34.
E dilficiic [issarc la daia di qucstc cmcndationcs. Sono cunscrvaie in un loglio car-
iaceo in iorrna di cai-la partita col ABC ncl rnarginc iiifcriore, Arcliivio di Stalo di Genova,
rna1cl.i~ politichc, nlazzo I . n. 36. Evidentcmciltc il loglio i: I'originale d'istruzioni pcr un
lcgato il qualc ebbc I'impcgno di ridiscutci-c il ti-atlato ilcl 1155. I1 loglio conticne: I ) le
Ca)-ta dci coiisoli dcl 1155 !Ixii~iisi.ii.ri. \,ol. I , 11. 271, D. 329-3301 scguila da cmcndationes
(senza questo litolo; ivi, p. 330, i i l . I ) ; 2 ) la cana del lcgalo bizantino Dcmctrius del 1155
(ivi, P. 327-3301. scgiiitn uncli'essa da ernciidaiioncs (con qucsto titolo ncil'originale; ivi,
P. 328-329, nt. I). Le prime emciidaliones si rilcriscono strctlamcnte al tcsto della carta dei
consoli C venncro osservaic ncl nuovo trattsto dcl 1169, 1xii~iiaiii.i.vol. 2, p. 105-110, n. 50.
Invccc Ic altrc cmeiidationcs solo in i>artc citano Ic p,ai-olc del docuincnto di Dcmelrius, in
!>arte i i i i alt?" <locumcnto clic alla linc i. dctto crisobollo ( s iti grisobuli lacon cioi.
i-i ~p.io~,gw;Xi.<~ i:,.<cp I. Q~izstoiion puo essere il crisobollo del 1169 il q u a k tocca solo una
pai-te dclle cosc 11-aline: ncllc cmciidaiiones. Insomrna, Ic istruzioni dovranno esscre datatc
ira 1155 e 1169 C si cliue prcsumei-c ciie csistcssc un crisobollo oggi perdu10 o alrncno unn
minuta di ~ i i ici'isobollo, iorsc dcl 1157. Mi pare quasi cerlo clie le istruzioni colle crncnda-
tiones I;ic<sseiu paric dclle tmtiniivc dcl 1168.69, Questa supposizionc €01-sc prib cssci-e
sostcnuta d a rin documcnto dell'Ai-cliiiio di SLaiu di Gcnova, Marcric politiclic, m a x o I ,
n. 61, contcnentc su un loglio cai-taceo Ic isti'uiioni pci- un arnbascialoi-c rnandato in Sar-
dcgna ncl 1168 con tutli i ~iocumcntirclativi, I~IPI:RI.!I.C »I SAZT'ANGEI,~, uol. 2, n. 34-37, p .
84-88, Questo foglio assorniglia mollo a qucllo discusso d a noi. L:~llxi.h,cit., vol. 2, p. 185
pcr sbaglio rileriscc al 1168 Ic m Emeiidationes. pubblicatc dall'lmperiüie di Sant'Angclo
cit., iol. 2, p. 114-llh in iiota. Oocsti, 1,-amandatc in uii quadcrno dcl 1171, sono c i r t o poste-
i-iori ä1 1169.
'7 Nici-r C i i z i i ~ ~<!C, iMriiirde!e, '411. 1, p. 260: '.\!iii.a 1 ? z ~ z i l z vzzi 1'i-i0iz.i I l l ~ z vrr
znl :&V '.\.;z<~m, zzl ;;C, „,% Owz::%r SOvT ?;z:E X i ~ z b ~ i - ; r rqD.ta
. 'I'o:,.aiii?c b:iOst zz:i,:
--
..,?Gv 5p.znic x z i :z.,:r,8z:?i: ?,i,,?c.i<ijm~.c5:r,:~i~v>~~e~,rici z ~ z~:z-:<a-:zi:
i Y>-2 KL<!G.;?E~IOC
.
Sv 7 -5 z, i x o b ü ~ ~ r :ix.wv.
n ~
Pcr Manuelc cd i haroni italiuiii si rcdn sopra. iil. 41, e Cinnamo, IV, 14, D. 170-171.
4s
Pi" freqiicnti sono le alliisioni allc amicizic coti ~xiiicipio re, pcr esempio Sicilia o Un-
gheria (Ciiinamo, 111, 12, p. 120). Non di rado la ierminologia cqtiivocui dcllc fonti orientali
cd occidentali I-ifletic divcrgenzc dallc interpretazioni del clirillo. Mentse secondo Vincenro
di Praga il duca c poi rc di Bocrnia. Ladislao, era amico dcll'irnpcratore greca sin dai
2.
del Monferrato il cui figlio diventb addirittura suo genero".
Queste nostrc considerazioni sui metodi politici bizantini ci hanno
ricondotti di nuovo alla indagine dci motivi e degli scopi di entrambe
ie parti. Le citia aspiravano a vantaggi ecoiiornici e all'autonomia po-
litica e potevano quindi venir incontro ai Greci a patto che essi non si
ingerissero in questi due canipi. Fintanto ehe I'imperatore tedesco esi-
g v a tributi e i suoi cavalieri volevano controllare o addirittura elirni-
nare del tutto I'amministrazione autonoma dei cornuni, mentre gli arnba-
sciatori greci portavan denaro, garantivano Favori commerciali e non
richiedeuano in compenso ehe voti di arnicizia e di fedelta, senza irisi-
diare la liberta interna, ei-a senz'altro possibile venir incontro all'im-
peraiore d'oriente senza sospetto alcuilo. Certainente nessuna cittä ita-
liana, nernmeno Ancona, ha mai seriamente pensato a sottomettersi a
tina sovranita effettiva dei Greci o addirittura a un'aniniinistrazione di
impiegati bizantini. D'alira parte quel ehe per le repubbliche cittadine
era una semplice apparenza irnportava inoltissiino a Alanuele. Renchk
non fosse in grado di praticai-e un'effettiva dorninazionc in Italia, ogni
=iuramento di ~assallaggio,oeni impegno di fedeltä era per lui un passo
verso il riconoscirnento della propria ideologia imperiale. F inoltre,
giacchi. ~ l stessi
i comuni clie rigettavano le pretese dell'iinperatorc oc-
cidentale accettavano perlonieno in apparenza quelle dell'imperatore
orientale, egli poteva cosi inipressionare e iiifluire sull'istanza piu de-
cisiva per I'attegeiarnento dell'Occidente nei confronti dell'irnpero. oa-
verossia il papato.
E difatti I'idea di Manuele della unificazione dellc chiese c degli ini-
peri falli non per via dei comuni bensi per via del papato. Coine abbiamo
gih osservato, Alessandro I11 noii ratificb il traitaio giä concluso dai suoi
cardinali circa il riconoscimcnto di Manuele. Leone Toscano, l'interprete
pisano alla corte imperiale di Costantinopoli, riferisce clie il papa avreb-
be temuto I'accusa di sirnoniaiO; e infatti quest'argomento rifacciato al
Papa fiii dallo scoppio dello scisina sarebbe rinvigorito se Alessandro in
canibio di considerevoli paganienti in denaro avesse concluso una trat-
fativa giuridica ehe pure avem, nel carattere semispirituale dell'irnpero,
un suo aspeito sacro. In verita questa non sara stata I'unica ragionc.
Alessandro 5'6 pure reso conto che la liberta della chiesa romana sa-
rebbe stata minacciata da un auiocratore bizantino ancor piu erave-
mente ehe dall'iinperatore tedesco. Al sinodo costantinopolitano del 1166
Manuele aveva deciso una contesa tlogmatica coii una autocrazia ehe

tcrnpi dclla sccunda crociata, sccoiido Cinnaniu V. 8, p. 223 cyli ci-a fioiiuc Llirh6fiwi.l:
ifp+~vv;i:6 i <im : o k o :i ).i<in.ii. di~nqticvassallo, cfr. \ ' i s c i i ~ ~ ot.l o i i i i i i i c i 7 ~ nC;er.inoiiiole.
Scri~10re.s 17. p. 681.682.
" I . C . , V , I , D. 261: si; ~ G , G 'vI > < . > : ~ zLi.;o:,?~;z; ccc. Goylieliiio cici
Monfcrraio posicdeva un kudo dcll'irn~ci-aiorc,cfi.. Tii-ii!. c Tiani\s, cii., voi. 1, P. 513
n. 123 (caria dcl 1204).
Si 1:cda sopra n t . 13.
avel-a suscitato scalpore in Bisanzio stesso ". Ne1 rclativo decreto s'era
attribuiio un titolo che formalmente imitava del tutto la titolazione di
Giustiniano ". I1 cronista Cinnamo, dcluso del rifiuto di Alessandro,
schertiiscc il papa chc riduce gli irnperatori a scudieri, ehe si autono-
mina ~ o n t e f i c emassiii~oc vuol degradare I'impero a \~assallaggio,ehe
addirittura conia imper-atori Falsi come un falsificatore di monetc, chc
infine pretende ed osa trasfei-irc I'iinpero e non vuol oltretutto ricono-
scere I'unico successore autentico di Costantinos. Anchc se questa de-
scrizione rispecchia solo approssimaiivan~cntela concezione di Manuelc
del rapporto tra papato e impero, certamente Alcssandro ha agito giu-
stametitc non scacciando il diavolo svevo mcdiantc il Belzebh greco. La
sua decisione suona cosi in Cinnamo: << L'accordo gia concluso col papa
a proposito della sovraiiita su Roma f u rifiutato, giacche I'imperatore
esigeva che I'impero su Roma toccasse di nuovo a Bisanzio, cosa ehe il
papa non volle concedere, pretendendo di voler essere lui stesso iinpe-
ratore a Roma. Federico riprese dunque coraggio >,". Cosi il pensiero
bimntino concepiva I'idea rornana della liberta della Chicsa e la posizione

' I P. CI..iss!ix, Das K«ii:.ii i 9 0 r i Kori.sioiiiiiio,>el 1/66 iiiiri die L<tleiiiei., Byzaiitiiii-
scl>c Zcitsclii-ift 48, 1955, 11. 339-358. Pcr I'insicnie di impcro e cliicsa a Bisanzio crr.
h. Mi?iiiil.. Dic Koisei-iiiiiclil in der 0,s:Ikii~clie (843-1205). Darmstadt 1959.
'? L.'iniiicra!oi-c pubhlic" l'cdiito iiicdiaiitc un'iscrizianc ~icllaCliicsa di Santa Sofia,
cfi-. C. ?dix<:o, Tlic Coiicilini Edicl uf 1/66, Dumharion Oahs Papers 17, 1963, p. 315-330, dovc
I'iscrizionc rili.ovu1.1 a Custanliiio;,oli. qualchc a n n o l a , i: conSi-onlala con l'cdizioni dcl
!CS13 P ~ l > b l i ~ ada t o A . \Irr. Sci-ii>ioi-iiiii i,~iei-ioi,i7oi:ii ~ o l i c c l i u .rol. 4, Roma 1831, p. 75-76
C 88 secondo il codicc originale droii atli della Sinotlo Cosiantinopoiitana dcl 1166 (Val
Gi-acc. 1176. 1011. 681.-691. C SOii-SIr), c con I'eilizionc di Zachariue, rinuhblicata da
Micne, PL 133 col. 773 C sepg., sccondo ui? manoscritlo & I: scc. XVI. Tutti e trc i tcsri sono
q~!asi uguali. Ic v a r i a i ~ i i dell'cliizionc di Mai, indicale da Mango, sono pcr la maggior
Parlc crrori dcl A b i , nori dcl maiioscritio Vaticaiio. Qucslo \ A c in ispccic pei- le parole
dcl titolo irniicrialc. le quali sono cornplctc aiiclii ncl codicc. Dicciio: 1 l a v o . i i ~6') ~p!o-;fi
:G OrG r ~ n - i?~m ~ i , ~ ij)e ; ; * I ~ ~ > ~ o . : ~'l><o:,.~I<~>v . I ~ ~ ~ ~z.j-uzci:op E ; o c ~ i o : a ~Zzrei30io: ~~
aj.ywc*:. 'l<iri;:zbc. I \ i j . ~ i z i , ~'.\;.~irz>~:, . Azi.i,.z:i~':c. Oj.:-:vd;;~. Rool)vrz¿:. S;O~V.TLI~>:.
C . ' I , . I : . L . % T L ~ I X ~X LZ . I Z ~ L I ~l'odiii,:.
~L. IJaz.i$ic<r4iy
zi~~;nvi:ioc705 O-~:L~,.Z:OC rn.2 :ii:.ii~o,i I < < . > v a i a v ~ i r ozai
- ,
i C.iL-z Y L : , . ~ ~ L E ~iiiv:il
O~ -& 70.>70<>
SLZZ'Z G: :rv<uv Zxoirr%iGciv:o>~,i m xpzir,.,c .$L "V ...
Si avicrte subiio cilc non sono iiominaii popoli iialiani, ma solo genti considcratc
ii'adiziuiialmcnic comc bai-1,ai.c c api,artcnciiti all'impero o in real15 o in icoria, Ira cui
i Ccciii. ncs i qiiali cli-. sopra iii. 48. L'ideo!ocia dcl iirolo cilato mcrila uii indaginc
spccialc.
' C i ~ z i l l o .V, 7. p. 9
.? I , C . vol. 2, p. 13s-140 Iia Sraintcso l'allusione ai
Co:lsiitul;im Coiistaiiiiiii. pciisa iii1:ccc scilo anli av\.cnimcnti dci s c c XII; Sondamcnlalc
p c r I'iiiiti-oi-ctazioiie G. Osia»:;oizsi<~.Z i r i ~ S!i.riluiiieiisi
i des Ho-i-clrers iii d e r h?z<ii,tiiii.sch-
.sIii~:ischei, i.Vcl1, Scminarium Kondal<oviriniiiii, 7, 1933. 1,. 187-204, spccialrnentc, p. 189.191
.'; Cizx.\\iii V1 1. P. 262: 'Ex:i 8; \Z'",.?L -i( der- x2xi 'h'iwi~.oj,o-ci,:ii~,3:
7rz:~:pi~Oz~ Z<ivb:JT.Zic h'i, : x o ~ i . i < ~i ~ L:l i I ? . > ~ Z v i ! o +I~ i 'l'~'o~,:~<i 1 1 cx3O1c j i c l v z ~lrfi9;t-
~ i<
r o i ~ F , i 'jz<j~i.il~.,.
~, :& h'L ~ L r i :,;.i-;r, libv -i; ~ ~ ~ ~ h ' i ~ o ~LV ~ , . i o 'BL
i i 'l'<h~$ > Fari3.sUcrv a i r b v &<to>v..
Y,,:. 8?7 TZ?:% .
Z ~ l ~ i ) j l S ~ < cO>ciX;pixr,c
,
zr ... Xcnli-C Oir\soia(:li, L c ~ a l c ncii., P. 84 rifci-iscc al-
I'inipei-aloi-c Sa<rr;.rjr!~i VJ:.~., c i ~ ! o l intcndcrc clic ii "a»a abbia p~-i.lcsochc I'impcralorc
pl-cndesse rcs;denza a Roma, J. E I \ i . i . ~ i i , D O S P<i!?.s!!iiii?, vol. 3 , iiracli 1952, D. 517, osscrva
niusianicnte clic I:,::>.,ruol dii-c i! p:>pa. Scgiic qiicsta intcl-[ii-c:azioi,e anciic L i i i \ i i cii.,
~ o l 2. . n. 137. Ma di~ci-%u?eiitc<Ir, qiicl clit nensa Ilallcr, 'i, T'<jp:r,c &p% i: il <\«mini0 sulla
c i t t i di Roma. 3z0!i:L1 e ,';lolj,~jr!v es!>t-i!~~«iloIn <lieiiiti iinpci-ialc, coinc si vicava leg-
gendo alirc pagiiic clcl Cinnnino, pci. csciii,>io V , 7, c VI, 4 . P. 219 c 261.
del papato guadagnata dopo la lotta delle investit~ri-ee dilesa d a Ales-
sandro.
I1 papa, dato il fondainento ideale della sua propria posizione. do-
vette declinare I'ideologia bizantina cicll'iiiipero uiiivei-sale romaiio. I1
realisnio politico dei comuni poteva avei-e maggior elasticita: abbiamo
\;ecluto coinc essi accettassero foi-rnule che coniprendevano una subor-
diiiazione teorica a ßisanzio, come anche i consoli milanesi prestassero
giuramenti di fedelti. L'eseiiipio veneziano insegnava quanto poco ne
rosse influenzata l'effettiva autonomia.
E' cosi conipreiisibile ehe i coinuni venisscro incoiitro all'imperatore
bizantino e ehe egli se ne occupasse tanto piu sollecitamente proprio dopo
aver subito un rifiuto da1 papa. Ma i: pure comprensibile conle alla fiii
fine Manuele non ottenesse nulla con iale politica. Certamente la scoil-
fitta di Myrioltephalon lia coiitribuito allo sgretolarnento della posizioiie
di Manuele anche nell'Occidente; ma gii alcuni inesi prima deIla vit-
toria dei Turchi contro Bisanzio i milanesi aveuano sconfiito a Legnano
l'iinperatore occidentale, ehe ora trattava col papa a Agnani. Gli accordi
di pace di Venezia citano I'imp-ratore di Costantinopoli come un alleato
del papa.: '' n1a nessuno dei suoi inviati prese partc alla conclusione del
trattato. La parte di Bisanzio in Italia era definitiuamcnte esaurita.
L'epoca degli iinperi unii~ersaliera passata, passata aiiche per I'altro
fronte, cui non 1-iusci di dominare I'Ttalia mediante tcrritori imperiali
come il regiio tedesco; cosicchi. il papato, ehe difendeva la propria li-
bertii con mezzi spiritiiali, fu il vero rincitore insierne alle nuove pic-
colc poteiize delle citti, fondate sulla forza ecoiiomica, clie Bisanzio aveva
aiutato a superare la crisi iniziale della loro ascesa. No11 i siciliani ehe
niinacciatono _eraveniente l'impei-o poco dopo la morte di Manuelc, nl:
gli ~ i e v ehe
i dopo I'unificazioiie del regno siciliano con il loro impero
addirittura fecero di ßisanzio per un mornento un loro tributario, beilsi
i icilcziani e i crociati, e ira di loro anche principi come Bonifacio del
Mor~ferrato,hanno pi-opriaiiiente distrutto Costantinopoli nel 1204. Dopo
la Siria e la Palestina, parti importanti dcll'impero bizantino divennero
ierritorio coloniale di mercanti c caialieri occidentali, cioi: proprio di
quelle forze per la cui opposiziorie intcrna crollb pochi clecenni dopo
anche l'impero sx-evo.

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