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Tetsugaku Manga

Il documento esplora il fenomeno del 'Tetsugaku manga', ovvero la rappresentazione di opere filosofiche attraverso il medium del manga giapponese. Si evidenzia come il manga, originariamente satirico, sia evoluto in una forma culturale che combina arte e didattica, rendendo accessibili testi complessi a un pubblico più ampio. Viene inoltre analizzata la collana 'Manga de dokuha' della East Press, che propone adattamenti di classici della letteratura e della filosofia in forma di fumetto.

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Il documento esplora il fenomeno del 'Tetsugaku manga', ovvero la rappresentazione di opere filosofiche attraverso il medium del manga giapponese. Si evidenzia come il manga, originariamente satirico, sia evoluto in una forma culturale che combina arte e didattica, rendendo accessibili testi complessi a un pubblico più ampio. Viene inoltre analizzata la collana 'Manga de dokuha' della East Press, che propone adattamenti di classici della letteratura e della filosofia in forma di fumetto.

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5/4/2020 ISPF-LAB: Sommario 2010, VII, 1/2 | ispf-lab

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ISSN 1824-9817 ISPF-LAB


© ISPF - 2010 Laboratorio dell’ISPF

Comitato direttivo: David Armando, Leonardo Pica Ciamarra, Enrico I. Rambaldi, Manuela Sanna
Comitato scientifico: Silvia Caianiello, Maria Conforti, Emilia D’Antuono, Maria Teresa Monti, Pierre-François
Moreau, Sandro Nannini, Stefano Poggi, Amadeu Viana
Responsabile tecnico: Ruggero Cerino

VII, 2010, 1/2 Sommario

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testi • Autori Vari


VARJ COMPONIMENTI PER LE NOZZE DEGL’ILLUSTRISSIMI ET
ECCELLENTISSIMI SIGNORI D. ADRIANO CARAFA DUCA DI TRAETTO,
CONTE DEL S.R.I. GRANDE DI SPAGNA, ETC. E D. TERESA BORGHESI
DE’ PRENCIPI DI SULMONA, DI ROSSANO, ETC.
Riproduzione facsimile dell’edizione Napoli 1719
• Nota editoriale html
• Indice del volume html

saggi • Silvia Caianiello


LA FEDERAZIONE DELLE PARTI. SUL CONCETTO DI INDIVIDUO
IN
RUDOLF VIRCHOW
• Rudolf Virchow
ATOMI E INDIVIDUI (1859)
• Roberto Evangelista
“IMPERIUM IN IMPERIO”. IL RAPPORTO UOMO-NATURA IN
SPINOZA
• Giuseppe D’Anna
ONTOLOGIE DELLA RESISTENZA. NOTE SUL CONCETTO DI
MATERIA IN N. HARTMANN E G. LUKÁCS

strumenti • David Armando


RACCOGLIER LETTERE. LE “VICO COLLABORATIONS” DI JACK W.
STAUFFACHER E DENNIS LETBETTER
• Leonardo Pica Ciamarra
“NEW SCIENCE THEATER”. INTERVISTA A MARTIN RECKHAUS
• Paolo La Marca
“TETSUGAKU MANGA”. LA FILOSOFIA OCCIDENTALE NEI
FUMETTI GIAPPONESI

www.ispf-lab.cnr.it/article/Sommario2010NumeroVII_1_2 1/1
Paolo La Marca

“Tetsugaku manga”
La filosofia occidentale nei fumetti giapponesi

citare come: Paolo La Marca, “Tetsugaku manga”. La filosofia occidentale nei fumetti giappo-
nesi, in «Laboratorio dell’ISPF», VII, 2010, 1/2, pp. 191-202.
http://www.ispf.cnr.it/file.php?file=/ispf_lab/documenti/strumenti_2010_07.pdf

Laboratorio dell’ISPF
ISSN 1824-9817
© VII – 2010, 1/2
Che il fumetto giapponese non fosse soltanto entertainment, lo si era capito da
tempo 1 . Il manga, nato originariamente in forma di vignette satiriche che inda-
gavano i costumi sociali del primo Novecento 2 , è diventato espressione cultu-
rale che fonde simultaneamente arte grafica e concettualità. Ponendosi come
medium “immediato” e, proprio per questo motivo, “popolare”, il manga ha
assunto spesso anche una funzione didattica nel proporre a un pubblico non
necessariamente adolescente rivisitazioni di grandi classici della letteratura e del
pensiero, ma anche manuali di storia e di economia 3 .
Il significato del termine Tetsugaku (哲学) è “filosofia”, quindi, la denomina-
zione Tetsugaku manga potrebbe idealmente identificare una categoria astratta di
fumetti legata a temi o testi di matrice essenzialmente filosofica. La nostra in-
dagine, pertanto, potrebbe essere orientata su due complementari tipologie di
approccio alla materia: una diretta (trasposizioni manga di importanti testi filo-
sofici) e l’altra deduttiva (manga che trattano temi molto cari alla filosofia). Seb-
bene non si possa nascondere un certo interesse per la tipologia “deduttiva”,
peraltro oggetto di studio in un volume dal titolo Manga wa tetsugakusuru (マン
ガは哲学する, Filosofeggiare col manga, Tōkyō, Iwanami Shoten, 2009) di
Nagai Hitoshi (永井均, 1951), per esigenze di analisi, si è preferito dare priori-
tà in questa sede alla prima tipologia, nel tentativo di elaborare quali dinamiche
entrano in gioco nel momento del passaggio dal testo filosofico al fumetto.

1 Le librerie giapponesi accolgono, con sempre più frequenza, testi improntati a un’analisi

del manga con originali approcci critici. Alcuni esempi possono essere il volume Manga no sha-
kaigaku (マンガの社会学, Sociologia del manga, Tōkyō, Sekai Shisōsha, 2001), a cura di Miya-
hara Kōjirō (宮原浩二郎, 1956) e Ogino Masahiro (荻野昌弘, 1957), oppure Shōjo Manga
Jendā Hyōshōron “Dansō no shōjo” no zōkei to aidentiti (少女マンガ ジェンダー表象論〈男装の少女
〉の造形とアイデンティティ, Studio sulla rappresentazione del gender nello shōjo manga – Raf-
figurazione e identità della “ragazza in abiti maschili”, Tōkyō, Sairyūsha, 2007) di Oshiyama
Michiko (押山美知子).
2 Le origini del fumetto giapponese possono essere fatte risalire all’epoca Meiji (1868-1912),

quando, su riviste come «The Japan Punch», l’«Eshinbun Nipponchi» e il «Maru Maru chin-
bun», vengono pubblicate le illustrazioni e le vignette di Charles Wirgman (1832-1891), di Ka-
wanabe Kyōsai (河鍋暁斎, 1831-1889), di Honda Kinkichiro (本多錦吉郎, 1851-1921), di
Georges Ferdinand Bigot (1860-1927) e di Kitazawa Rakuten (北澤楽天, 1876-1955): opere
dissacranti, ironiche, di pungente analisi sociale e animate, spesso, da un forte senso di conte-
stazione. Si veda: M. T. Orsi, Storia del fumetto giapponese. L’evoluzione dall’era Meiji agli anni Settanta,
vol. I, Venezia, Musa Edizioni, 1998, pp. 3-45.
3 La serie Manga Nihon Keizai Nyūmon (マンガ日本経済入門, Introduzione all’economia

giapponese sotto forma di manga, Tōkyō, Nihon Keizai Shinbunsha, 1986), di Ishinomori
Shōtarō (石ノ森章太郎, 1938-1998) rappresenta il primo esempio di manga a scopo didattico
indirizzato a un pubblico adulto. La serie, oltre a diventare un best seller da due milioni di co-
pie vendute, si è aggiudicata nel 1987 la trentottesima edizione del Premio Manga Shōgakukan
(小学館漫画賞, Shōgakukan Manga-shō), e l’anno seguente la diciassettesima edizione del
Gran premio dell’Associazione degli autori di Manga giapponesi (日本漫画家協会賞, Nihon
Mangaka Kyōkai-shō).

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Leggere una riduzione in versione manga di un testo letterario o filosofico


potrebbe essere avvertito come un paradosso, o meglio, potrebbe apparire ar-
dua l’impresa di voler accostare due generi che, oltre a esprimersi sfruttando
linguaggi e dinamiche narrative opposte, sono manifestazioni di due culture
apparentemente in contrasto: la cultura “alta” e quella “pop”. Eppure, in Giap-
pone, dove è spesso facile imbattersi in arditi passaggi tra ipotesti e ipertesti,
questa ambivalenza è ormai diventata norma.
Una proposta commerciale poggiata su queste premesse, viene portata avan-
ti dal 2007 dalla casa editrice East Press (イーストプレス) con la collana
Manga de dokuha (まんがで読破, Opere integrali a fumetti) che, come suggeri-
sce il titolo, propone la lettura di opere intramontabili, come Il rosso e il nero di
Stendhal, I fratelli Karamazov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij o Il mercante di
Venezia di William Shakespeare, sotto forma di manga realizzati dal gruppo Va-
riety Art Works (バラエティ・アートワークス). Il catalogo, che al momen-
to comprende settantuno volumi, si arricchisce di due nuove pubblicazioni al
mese. Una catena di montaggio in cui è il lettore a dover scegliere quale opera
far pubblicare: in pratica, testi altrimenti inavvicinabili nella loro forma origina-
ria vengono richiesti a gran voce dal pubblico/committente che ne decreta poi
il successo nella nuova versione riadattata. Contrariamente alla norma per cui
un manga prima di essere pubblicato in volume viene serializzato su rivista −
fattore chiave che identifica anche il princi-
pale destinatario di un’opera − i fumetti di
questa collana della East Press arrivano nelle
librerie nipponiche nella loro forma definiti-
va, tendenzialmente volumi autoconclusivi.
Non si può parlare, quindi, di un target ben
preciso di lettori cui queste opere verrebbero
indirizzate: si potrebbe trattare indifferente-
mente di un pubblico adolescente o adulto.
Forse proprio all’assenza di un destinatario
unico bisogna ricondurre il successo di que-
sta iniziativa. Le fascette promozionali che
accompagnano le ultime edizioni oggi in li-
breria reclamizzano, in effetti, vendite per
due milioni e quattrocentomila copie. Tra i
titoli presentati ci sono anche molti classici
del pensiero 4 , alcuni dei quali saranno ogget-
to di analisi in questa sede (Figura 1). Figura 1: Ritratto di Søren Kierkegaard
Prima di procedere, però, è necessario per il manga tratto da La malattia mor‐
spendere qualche parola sulla linea editoriale tale.

4 Oltre ai testi menzionati e discussi nel seguito, figurano nella collana: Il capitale di Karl
Marx, il Manifesto del partito comunista di Marx e Friedrich Engels, La malattia mortale di Søren
Kierkegaard, i Dialoghi di Confucio, L’Anticristo di Friedrich Nietzsche.

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della East Press, che appare uniforme e omogenea su tutto il catalogo della li-
nea Manga de dokuha: se in passato alcune case editrici, come la Chūoukōronsha
(中央公論社), avevano già proposto una rilettura di grandi opere nella collana
dal titolo Manga Nihon no Koten (マンガ日本の古典, I classici giapponesi a
fumetto) 5 , lasciando però ogni scelta stilistica e narrativa in mano all’originalità
e all’estro dell’artista di turno, la East Press, al contrario, ha preferito
un’impostazione generale più spersonalizzata (al punto che i nomi degli autori
dei singoli manga non sono indicati nei volumi), quasi scolastica, sicuramente
meno ricercata da un punto di vista grafico e di composizione delle tavole, ma
forse di più facile assimilazione.
La Divina Commedia (神曲, Shinkyoku, 2008), ad esempio, viene incredibil-
mente condensata in meno di duecento pagine in cui la lettura procede spedita,
dall’Inferno al Paradiso, in base a un processo di semplificazione della trama e
di alleggerimento dei contesti sociali: fattori senza i quali verrebbe meno la leg-
gibilità, condicio sine qua non imprescindibile di questa collana. Lo stesso proce-
dimento è ugualmente applicato ad opere come l’Introduzione alla Psicoanalisi (精
神 分 析 入 門 , Seishin Bunseki
Nyūmon) e L’interpretazione dei sogni
(夢判断, Yume Handan) di Sigmund
Freud, o addirittura per il Mein
Kampf ( わ が 闘 争 , Waga Tōsō) di
Adolf Hitler: le prime due, raccolte
in un unico volume, raccontano
l’approccio di un giovane Freud allo
studio delle malattie della psiche,
mentre il secondo ripropone, con
una semplificazione che lascia fran-
camente perplessi, l’infanzia di Hit-
ler fino alla sua ascesa politica cul-
minata con lo sterminio degli ebrei
(Figura 2). Insomma, più che pro-
Figura 2: Un’immagine di Adolf Hitler tratta da porre uno studio su un’opera, o me-
Waga Tōsō.
glio una sua rilettura, molti di questi

5 La serie, composta da trentadue volumi, si distingue per la presenza di nomi noti al mon-
do del fumetto giapponese che si sono cimentati con originali interpretazioni di opere apparte-
nenti alla tradizione letteraria autoctona. Tra queste si segnalano: Kojiki (古事記, Cronache di
antichi eventi) del già citato Ishinomori Shōtarō; Tsutsumi Chūnagon Monogatari (堤中納言物語,
Storia del consigliere di mezzo di Tsutsumi) di Sakata Yasuko (坂田靖子, 1953); Konjaku Mo-
nogatari (今昔物語, Racconti di un tempo che fu, 2 voll.) di Mizuki Shigeru (水木しげる,
1922); Heike Monogatari (平家物語, Storia degli Heike, 3 voll.) di Yokoyama Mitsuteru (横山光
輝, 1934-2004); Kōshoku gonin onna (好色五人女, Cinque donne in amore) di Maki Miyako (牧
美也子, 1935); Oku no hosomichi (奥の細道, Lo stretto sentiero verso l’interno) di Yaguchi Ta-
kao (矢口高雄, 1939); Shinjūten no Amijima (心中天網島, Doppio suicidio d’amore ad Amiji-
ma) di Satonaka Machiko (里中満智子, 1948).

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manga sembrano voler spiegare per grandi linee il pensiero di un autore attra-
verso un’analisi della sua vita: una sorta di bio-pic su carta, come a dimostrare
che la genesi di un testo non può che essere legata in maniera imprescindibile
alla vita di chi ha partorito quella stessa opera. Quanto agli autori o alle opere
selezionate, non pare, ad oggi, che la casa editrice si sia mai posta formalmente
il problema dell’opportunità di certe scelte editoriali.
Un esempio, a metà strada tra il biografico e la fiction pura, potrebbe essere
Umano, troppo umano di Friedrich Nietzsche, in giapponese Ningentekina, amarini
ningentekina (人間的な、あまりに人間的な, 2010), che si apre con una sorta
di invocazione fatta dal personaggio Nietzsche in persona:

Nell’improbabile caso che esista ciò che chiamiamo Verità, allora non potrà che
essere qualcosa di simile al Nulla. Malgrado ciò, gli esseri umani si ostinano a
chiedersi quale sia la forma del mondo, la prova di aver vissuto, il valore delle
cose importanti e poi, l’esistenza dell’Assoluto. Chi è in grado di rispondere? 6 .

Figura 3: Immagine tratta da Ningentekina, amari


ningentekina. In primo piano Fritz, la madre Vero‐
nica, Rita (la ragazza di spalle) e Nietzsche.

L’opera originale si compone di una serie di aforismi che nella versione a


fumetti vengono disseminati, quando non citati attraverso una serie di dettagli
visivi significativi, all’interno di un racconto incentrato sulla vita di un ragazzo
che, per certi versi, ricorda molto da vicino quella dello stesso Nietzsche 7 . Am-

6 Friedrich Nietzsche, Variety Art Works, Ningentekina, amarini ningentekina, Tōkyō, East
Press, 2010, pp. 5-8.
7 Alcuni dati biografici sembrano addirittura coincidere (la discendenza di Nietzsche e di

Fritz da una stirpe di pastori protestanti, la loro passione per la musica, la breve parentesi come
studenti di teologia per volere materno), altri, invece, seppur simili, scaturiscono da contingen-
ze diverse (nel manga Fritz e la madre scappano dalla città in cui vivono dopo lo scandalo del
doppio suicidio d’amore del padre con l’amante; nella realtà, invece, il giovane Nietzsche si tra-

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bientato nella Germania di fine Ottocento, il manga racconta il percorso di vita


del giovane Fritz, che vive con la madre e il padre, un rispettato pastore prote-
stante. Quando questi si suicida insieme con la sua amante, Fritz e la madre
Veronica, distrutta nell’orgoglio e nella psiche, si trovano costretti a trasferirsi
altrove. Mentre Fritz prosegue gli studi in un collegio, la madre viene accudita
da Rita, figlia del pastore della scuola, segretamente innamorata del ragazzo
(Figura 3). Il desiderio della madre è che il figlio diventi un buon pastore can-
cellando, così, le colpe del marito. Irritato dall’ipocrisia e dalla falsa benevolen-
za delle persone che lo circondano, Fritz incontra Dieter von Gahmlich, un fi-
nanziatore di artisti alla ricerca di nuovi talenti che rimane colpito dalla sua
bravura nel suonare e nel comporre musica. Per cercare di inseguire il proprio
sogno – che non è quello di diventare un pastore come vorrebbe la madre –
Fritz, introdotto in un mondo per lui del tutto nuovo, conosce la cantante Mo-
nica di cui si innamora e con la quale inizia una collaborazione sul palcosceni-
co. Stanco di dover raccontare bugie su bugie, Fritz viene convinto da Monica
a confessare tutto alla madre, rifiutando, così, il futuro che lei aveva scelto per
lui. Ma Rita, irritata per l’indifferenza del ragazzo nei suoi confronti e stanca di
assisterne la madre, giorno dopo giorno attenta alla salute di Veronica. Arrivato
il giorno della confessione, Fritz è pronto a raccontare la verità alla madre
quando, entrando nella stanza, vede Rita che, con la forza, le fa bere un intru-
glio. La donna muore quella notte stessa.

Figura 4: Una scena che raffigura il dialogo tra Fritz e il prete. Da Ningentekina, amari ningentekina.

I molteplici temi che vengono sollevati sono spesso svolti nel corso del
manga in forma di dialoghi tra i veri personaggi: si parla di aspirazioni negate,
del nuovo ruolo dell’arte, della facoltà di decidere del proprio destino ignoran-
do i desideri degli altri, del labile confine tra ambizione ed egoismo. Il volume
contiene anche una rilettura di Genealogia della morale e Al di là del bene e del male,
alle quali vengono però dedicate poche pagine rispetto a Umano, troppo umano.

sferisce con la madre a Naumburg dopo la morte del padre, causata probabilmente da un tu-
more).

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Il personaggio principale è sempre Fritz che, distrutto dagli eventi, si reca in


chiesa dove incontra un prete. Ecco una parte del dialogo tra i due (Figura 4):

Il prete: Confessati. Se sei mosso da vero pentimento per la colpa che hai com-
messo, se offrirai le tue preghiere, otterrai il perdono dal nostro Dio misericor-
dioso.
Fritz: Ottenere il perdono…? Il perdono da cosa? Dal fatto di aver continuato a
dire bugie? Oppure dall’aver tradito le aspettative degli altri? Dall’essermi fatto
carico di ferite inconsolabili? […] Cosa dovrebbe perdonare Dio agli uomini?
Cosa dovrebbe salvare di loro? 8

Il prete lo invita a calmarsi e Fritz, dopo essersi lasciato trasportare dai ri-
cordi, gli confessa:

Fritz: Un giorno, un uomo mi fece una domanda. Mi chiese se il motivo per cui
non riuscivo ad agire in piena libertà non fosse dovuto al rimorso di coscienza
generato dalle mie ambizioni, che percepivo come colpe. A pensarci bene è una
cosa più che naturale. Se ci sono persone che agiscono secondo il proprio libero
arbitrio, è inevitabile che attorno a loro ci siano vittime… Avere ambizione,
porta inevitabilmente sofferenza. Non sopportavo l’idea che ciò potesse acca-
dere. Ero fermamente convinto di dover tenere sotto controllo il mio egoismo.
Eppure… non mi era possibile. Quando tutti gli ostacoli scomparvero dalla mia
vista, mi sentii tranquillizzato! Ero felice perché finalmente potevo fare ciò che
volevo davvero. Calpestare in tutta tranquillità gli altri e pormi sullo stesso pia-
no di invidiabili esseri umani… 9 .

In quel momento, il prete si congratula con lui e, assumendo le fattezze di


Nietzsche, gli dice:

Figura 5: Il prete ha rivelato a Fritz


la verità sul mondo: «In pratica,
un mondo ricostruito manipolan‐
do le conoscenze acquisiste se‐
condo un’ interpretazione di co‐
modo», recita la vignetta. Da Ni‐
gentekina, amari ningentekina.

8 Ivi, p. 144.
9 Ivi, p. 151.

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Non ci sarà più nulla che potrà tormentarti. […] Hai appena superato ogni o-
stacolo umano sul tuo cammino. Non è forse qualcosa di cui rallegrarsi? 10

Dopo essersi trascinato in un mondo di tenebre, metafora del nichilismo e-


stremo (Figura 5), Fritz rompe simbolicamente le grate della gabbia che lo ten-
gono imprigionato e la chiesa in cui si trova diventa un cumulo di macerie. Ri-
masto solo sulla scena, ora improvvisamente assolata, Fritz osserva incredulo il
paesaggio dominato da un grande crocifisso capovolto (Figura 6) e così termina
il manga.
Sempre di Nietzsche, esiste la versione a fumetti di Così parlò Zarathustra, in
giapponese Tsaratusutora wa kō katatta (ツァラトゥストラはこう語った,
2008), un manga co-
struito sull’opposizione
manichea di bene e ma-
le, incarnata dai perso-
naggi del trovatello A-
lex e di Zarathustra. La
storia, poi, dalla trama
serrata, quasi da thriller,
tocca incredibilmente
molti dei passaggi chia-
ve dell’opera originale,
dal superuomo al pa-
gliaccio della torre (Fi-
gura 7), dal tema della
grotta, alla morte di Dio
(Figura 8). La narrazio-
ne, vivacizzata dalle il-
lustrazioni e non neces-
sariamente vincolata al-
la realtà dei fatti, e le
tecniche di semplifica-
zione dei contenuti, di
cui si è già dato un sag-
gio nel caso del prece-
dente adattamento, si
mantengono, in linea
generale, come caratte-
ristica costante di que-
Figura 6: Da Nigentekina, amari ningentekina ste operazioni di riscrit-
tura.

10 Friedrich Nietzsche, Variety Art Works, Ningentekina, amarini ningentekina, p. 154.

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Figura 7: Il Pagliaccio da Così parlò Zarathustra.

Figura 8: La prima pagina di Così parlò Zarathu‐


stra che recita: “Dio è morto”.

Come già accennato a proposito della Commedia, molti titoli della collana
della East Press, nel tentativo di rappresentare contesti culturali e temporali
molto distanti dal pubblico destinatario, vengono supportati da interpolazioni a
scopo didascalico che, per grandi linee, diano un’idea del contesto in cui si am-
bientano la vita e il pensiero dell’autore, oltre che del sistema valoriale vigente
all’epoca. Ne è un esempio la seconda opera che intendiamo analizzare in que-
sta sede, Il Principe di Niccolò Machiavelli, tradotto in giapponese col titolo di
Kunshuron (君主論, 2008). Il manga si apre con queste parole, che tentano di
offrire al lettore qualche appiglio per meglio comprendere un testo del 1513:

Nel medioevo europeo [sic] circolava un testo tristemente noto, che forniva
ammonimenti su come raggirare il prossimo. Era un’opera definita eretica: un
libro che insegnava a disfarsi abilmente dell’avversario. Si trattava de Il Principe.
In esso il suo autore, Niccolò Machiavelli, aveva raccolto consigli su come go-
vernare ispirandosi al crudele e spietato Cesare Borgia. Fino al diciottesimo se-
colo, il libro continuò a mantenere in tutto il mondo la cattiva fama di “testo
immorale”. Il termine “machiavellismo” nacque proprio da questo libro e viene
ancora oggi usato in relazione alla frase “il fine giustifica i mezzi” 11 .

Le prime trenta pagine del volume servono a introdurre al lettore la situa-


zione socio-politica dell’Italia in una lettura diacronica: partendo dalla caduta
dell’Impero Romano viene abbracciato un arco temporale che arriva al XVI se-
colo, passando in rassegna figure emblematiche come Carlo Magno, papa Leo-
ne III, Ottone I, Lorenzo de’ Medici e Girolamo Savonarola (Figura 9).

11 Niccolò Machiavelli, Variety Art Works, Kunshuron, Tōkyō, East Press, 2008, pp. 5-7.

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Figura 9: Da sinistra verso destra: Carlo Magno, Papa Leone III, Papa Alessandro VI, Girolamo Savo‐
narola.

Immediatamente dopo, il focus si sposta su un giovane Machiavelli, prima


alle prese con gli scontri tra Firenze e Pisa, poi in veste di mediatore tra Firenze
e la Francia. Molto simile a una cronistoria, il manga si addentra, pagina dopo
pagina, in una descrizione, dettagliata e a tratti pedante, ma stemperata da una
grafica spesso parodistica, delle vicende che coinvolgono anche Cesare Borgia,
ammantato da un alone di crudeltà e mistero. Dopo averlo conosciuto, Ma-
chiavelli rintraccia nella sua figura le caratteristiche essenziali per un leader:
l’astuzia tipica di una volpe e la forza di un leone (Figura 10) 12 . In seguito, co-
me le vicende storiche ci insegnano, con la morte di papa Alessandro VI inizia
anche il lento declino di Cesare Borgia, conclusosi con una morte prematura a
soli trentadue anni, dopo che il nuovo pontefice, Giulio II, ne aveva ordinato
l’arresto.
Lo sforzo di fornire un quadro
esaustivo delle vicende storiche si
contrappone, però, al prevalere di
una logica di mercato che, dovendo
rivolgersi a un pubblico giapponese
poco avvezzo alla storia italiana, fa-
vorisce la leggibilità dell’opera con-
densando, o addirittura omettendo,
alcuni momenti chiave. Le ultime
pagine del manga, infatti, offrono in
tutta fretta al lettore i nuovi scenari
politici che nel frattempo si erano
delineati intorno al Machiavelli: la
disfatta dell’esercito francese, la fuga
di Pier Soderini e il rientro a Firenze
della famiglia dei Medici, con la con-
seguente rimozione immediata di
Machiavelli dal suo incarico. Lonta- Figura 10: Rappresentazione allegorica delle virtù
no dalle lotte di potere, Machiavelli del Principe: la forza del leone e l’astuzia della
inizia la stesura del Principe, dando volpe. Al centro, Cesare Borgia.
12 Ivi, p. 101.

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forma a quell’ideale figura di leader che, per gli autori del manga, traeva inequi-
vocabilmente spunto dalla risolutezza di Cesare Borgia: un personaggio ritratto
nel fumetto con tutti gli stereotipi possibili dell’eroe di uno shōnen manga (少年
漫画, fumetto per ragazzi), inflessibile, magnetico, carismatico e affascinante
(Figura 11) 13 .
L’intento didascalico del manga è palese: in
molte occasioni il racconto, narrato spesso da
una voce fuori campo, introduce digressioni
che, alla stregua di un manuale di storia, pro-
pongono continui quesiti al lettore, accompa-
gnandolo nella sua lettura con interventi diretti
come: «Proviamo a dare un’occhiata al conte-
sto che ha permesso a Machiavelli di scrivere
Il Principe» 14 . Proprio le ultime pagine cercano
di spiegare il contenuto dell’opera, che come è
noto si presenta originariamente in forma di
un trattato in ventisei capitoli accompagnati da
una dedica, ed è qui sintetizzato in una serie di
vignette in cui il “leader ideale” − diventato nel
manga un anonimo omino bianco con la lette-
ra “L” di leader stampata in fronte − si presta
come attore sulla scena. Leggiamone qualche
pagina: Figura 11: Machiavelli e Cesare Borgia
dalle pagine de Il Principe.
Cosa deve fare un Principe prima di ogni altra cosa?
Proteggere il proprio principato. Il metodo per farlo è essere temuto dalle per-
sone, ma non odiato. Incutere timore produce effetti positivi sia all’interno che
all’esterno del principato. Non farsi odiare comporta l’assenza di nemici. Il suo
principato sarà al sicuro. Eppure, è forse possibile farsi temere e allo stesso
tempo non farsi odiare? Ecco qual è il problema. Farsi temere e non farsi odia-
re: esiste la possibilità di fare convivere questi due aspetti apparentemente in-
conciliabili. Un modo per non incappare nel risentimento di qualcuno è non
impadronirsi delle sue cose. Un leader deve assolutamente evitare di rubare
l’onore e i beni materiali di terzi, così come la donna di un suo sottoposto o la
vittoria di un altro 15 .

13 Negli ultimi anni, la figura di Cesare Borgia è stata al centro di interessanti rivisitazioni

nell’ambito del fumetto: si segnalano la serie di Milo Manara e Alejandro Jodorowsky dal titolo
Borgia (Parigi, Glénat, 2002-2010) e quella manga ancora in prosecuzione in Giappone dal ti-
tolo Cēzare - Hakai no Sōzōsha (チェーザレ 破壊の創造者, Cesare. Il creatore che ha distrutto,
Tōkyō, Kōdansha, 2006-) di Sōryō Fuyumi (惣領冬実, 1959).
14 Niccolò Machiavelli, Variety Art Works, Kunshuron, cit., p. 61.
15 Ivi, pp. 162-163.

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pp. 191-202 © ISPF, issn 1824-9817
PAOLO LA MARCA 202

Questa serie di precetti morali e comportamentali vengono stemperati da


una grafica molto buffa, a tratti caricaturale, finalizzata a rendere più intelligibi-
le e di facile approccio il tema generale (Figura 12).

Figura 12: In basso a destra nella tavola compare Machiavelli che lancia ammonimenti al Principe. In
questa scena, il leader apprende che le persone dotate di talento possono fornire un supporto de‐
terminante per la prosperità del principato.

Ecco in che modo, dunque, un classico del pensiero viene rielaborato nel
momento del passaggio dalla forma originaria a quella di fumetto.
Gli esempi che abbiamo fornito in questa sede mostrano essenzialmente, ol-
tre all’inesauribile capacità del manga di proporsi come tipologia testuale in
grado di assorbire qualsiasi possibile contenuto, le modalità secondo cui un te-
sto anche di carattere filosofico può essere interpretato e spiegato a destinatari
culturalmente distanti attraverso una serie di parametri legati a varianti esterne,
come gli elementi bio-bibliografici riguardanti l’autore e i contesti storici a lui
contemporanei. Ancora una volta, sembrerebbe di assoluta priorità l’esigenza
di esporre in termini pratici, a un pubblico eterogeneo, il contenuto di un’opera
straniera o il commento a una specifica dottrina, anche romanzando o enfatiz-
zando alcuni aspetti rispetto ad altri.
In conclusione, queste versioni a fumetti sembrano dunque adempiere a una
duplice funzione: da una parte quella di esperienza pre-letteraria, da intendersi
come una possibile scorciatoia che possa avvicinare in seconda battuta il lettore
all’opera originale; dall’altra, un compendio essenziale finalizzato a fornire po-
che e schematiche nozioni di base su testi di cui tutti parlano, ma che pochi
hanno letto. E forse non solo in Giappone.

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