Cattiva Interpretazione Della Poesia - Al Confine Del Piacere
Cattiva Interpretazione Della Poesia - Al Confine Del Piacere
Rosario Castellanos
Io
Sotto il tuo tocco tremo
Tra la morte e me ho eretto il tuo corpo:
come un arco in tensione palpitante di frecce
che stelle in te le sue onde funeste senza toccarmi
e di acuti fischi imminenti.
e scivolai nella schiuma distrutta e umiliata.
II
Tutto ciò che la terra fa volare in uccelli,
Il tuo sapore si anticipa tra le uve
tutto ciò che i laghi custodiscono di cielo
che lentamente cedono alla lingua
più il bosco e la pietra e gli alveari.
comunicando zuccheri intimi e selezionati.
Sarebbe ingiusto elevare solo uno dei lavori del poemario la vigilia estéril come il più
illustre tra i suoi fratelli, ma al culmine della gioia è senza dubbio uno dei più ricordati.
Questa poesia inizia non solo il suo libro originale, ma corona varie raccolte poetiche che si
Il poema gioca molto con il suo tema, ci presenta un atto corporeo erotico ma le
astrazioni dello stesso atto non sono particolari dell'atto, i sentimenti che si presentano
suggeriscono che il tema principale sia l'amore, l'amore fatto passione, la passione nell'atto.
sono molto correlati, tanto che nel colloquiale esiste un modo per esprimere il rapporto
di questi 3 temi “fare l'amore”. Inizialmente si diceva così per evitare di menzionare l'atto
sessuale ma con l'arrivo del sesso libero ha preso un significato più legato al
sentimento e amore durante il rapporto sessuale. Con paura di non entrare nei paradigmi
accademisti legati alle forme colloquiali non suggerisco che il tema della poesia sia fare
La grande maggioranza della poesia di Rosario Castellanos è scritta in verso libero, questa poesia
Abbiamo una voce lirica che evoca l'essere amato, non precisamente femminile o maschile.
Allo stesso modo, l'interlocutore può essere di qualsiasi genere. Questa pluralità nell'essenza
strofe divise in 3,1 e 6 per numeri romani, con un totale di 34 quattro versi
liberi.
realtà, evitata grazie al proprio caro e al suo corpo (vv. 2,3). In questo modo la realtà è
il corpo si costituisce di qualcosa di più del fisico, seguito da un simil tra le parole e i
petali sparsi dal vento (v 7) e una prosopopea con “campane deliranti” (v 8),