Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
17 visualizzazioni34 pagine

Diritto Pubblico 1 PDF

Caricato da

Irene Cingolani
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Il 0% ha trovato utile questo documento (0 voti)
17 visualizzazioni34 pagine

Diritto Pubblico 1 PDF

Caricato da

Irene Cingolani
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
Formati disponibili
Scarica in formato PDF, TXT o leggi online su Scribd
Sei sulla pagina 1/ 34

Qualunque organizzazione sociale costituisce un ordinamento giuridico → qualunque

organizzazione per essere tale necessita di una serie di regole che ne disciplinino l’attività. Queste
regole costituiscono il diritto di un’organizzazione (nel loro insieme formano quindi un
ordinamento giuridico)
QUINDI: Ordinamento giuridico → insieme organizzato e coerente di norme giuridiche che
regolano i rapporti tra i soggetti di un’organizzazione sociale (assicurano una vita normale a tale
organizzazione).

Norme giuridiche → sono regole stabilite da un’autorità giuridica* competente (es. Stato o
organizzazione internazionale) che regolano il comportamento dei membri della società e garantiscono
giustizia.
Le norme giuridiche non sono solo le leggi ma anche trattati internazionali, consuetudini, …

In generale sono regole generali ed astratte:


Generale → rivolta ad una pluralità di soggetti (non è determinabile a priori), è applicabile un
numero indeterminato di volte.
Astratta→ descrive una situazione/ comportamento prima che questo accada.
Es. chiunque uccide è condannato all’ergastolo (regola generale ed astratta)

[Rapporto giuridico: siamo in presenza di norme giuridiche quando si instaura un rapporto fra due
o più soggetti che sulla base di una regola comune (diritto oggettivo) dà luogo a vincoli reciproci.]

DIRITTO: È l’insieme delle norme giuridiche (generali ed astratte) che disciplinano i rapporti tra un
gruppo di consociati (persone) che si trovano a vivere insieme in un certo luogo/periodo e vogliono
vivere in modo pacifico.

Ma che differenza c’è tra diritto e ordinamento giuridico? Sembrano la stessa cosa
Sono concetti simili MA diritto → è “semplicemente” l’insieme delle norme giuridiche che
regolano i rapporti …
Mentre l’ordinamento giuridico è un concetto più ampio → oltre alle norme comprende le
istituzioni, i processi legali, …

*GIURIDICO → Perché dettata da un’autorità che ha il potere di ius dicere cioè il potere di dettare
queste norme giuridiche. È un’autorità che riconosco come tale e accetto come autorità giuridica.
Stato democratico: autorità rappresentativa del popolo
Stato assoluto: da un’autorità che rappresenta il partito, …
Common law: Ha un carattere giurisprudenziale, poiché la produzione normativa è affidata in
primo luogo al giudice che, redigendo la sentenza, crea il diritto; un diritto applicabile non solo alla
controversia in quel momento da lui decisa, ma ad ogni successiva controversia che abbia i
medesimi caratteri oggettivi.
(UK, USA Australia, Canada, …)

Civil law: La principale fonte del diritto in questi ordinamenti è costituita dalla legislazione e non
dalla giurisprudenza; il diritto è interpretato in modo dogmatico e sistematico, alla stregua di un
corpo unitario costruito sulla base di strutture logiche.
(Italia, Francia, Giappone, …)

DIRITTO PUBBLICO: Insieme delle norme giuridiche che disciplinano i rapporti tra due o più
soggetti di cui almeno uno agisce con poteri autoritativi. → queste norme di diritto attribuiscono
ad un soggetto la capacità di modificare unilateralmente la sfera giuridica altrui. (es. esproprio
terre, per esempio, per allargare l’autostrada).
(diritto privato: Insieme delle norme giuridiche che disciplinano i rapporti tra due o più soggetti
che agiscono in condizioni di tendenziale parità) → cioè, si decide insieme cosa fare.
Tendenziale: perché in privato non c’è sempre una vera parità (es. madre e figlio, a lavoro, …)
N.B. Qui lo stato NON è assente, si assicura che ci sia parità e che le decisioni dei privati non
contrastino l’interesse generale.

DIRITTO PUBBLICO:
− Diritto costituzionale → regola i rapporti tra i pubblici poteri ed i cittadini, o tra pubblici
poteri stessi
− Diritto amministrativo → regola l’attività delle pubbliche amministrazioni a tutti i livelli
− Diritto tributario → regole l’esazione delle tasse (reperire le risorse per finanziare il debito
pubblico)
− Diritto penale → autorità che al verificarsi di un fatto limita la libertà personale.
− Diritto processuale (civile e penale) → studiano le regole che regolano il processo civile e
penale (dicono come si comporta un giudice, che poteri ha).

Diritto in senso:
− OGGETTIVO
− SOGGETTIVO → il diritto è una situazione giuridica soggettiva* di cui ciascuno di noi è titolare
*è la veste che ciascuno assume nei rapporti con un’altra persona o con una cosa (es. madre, creditore,
proprietario, …)

(Diritto = sia norma giuridica che pretesa)

ORDINAMENTO GIURIDICO → Insieme di norme giuridiche (sono coerenti, sistematiche le une con le
altre)
È l’insieme di più elementi (prescrizioni, consuetudini, fatti normativi) espressi secondo una determinata
organizzazione sociale e coordinati secondo criteri sistematici.
Le norme spesso vanno interpretate, i criteri per farlo ci vengono dati nell Art. 12 delle preleggi:
1° criterio interpretativo: letterale → cerco di capire una norma dal significato letterale
2° criterio interpretativo: logico-sistematico → Consiste nell'interpretare la norma nel contesto più
ampio del sistema giuridico in cui è inserita es. considerando altre norme correlate.
3° criterio interpretativo: dottrina (letteratura) VEDI SOTTO! → insieme di scritti di autori, studiosi,
giornalisti, … che mi può aiutare ad interpretare una norma. MA non ha alcun valore dal punto di vista
giuridico
Strumento d’integrazione: riconosciuto nell’Art 12 delle preleggi → criterio analogico: è un rimedio per
colmare lacune o vuoti normativi.
→ Analogia legis → la lacuna può essere colmata rinviando alla disciplina dettata per un caso simile
→ Analogia iuris → se mancano norme che regolano casi simili la lacuna può essere colmata
facendo ricorso ai principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato
il criterio analogico è vietato per le leggi penali e per le leggi “speciali” (→ Queste leggi sono promulgate
per regolare determinate materie o settori specifici che richiedono una disciplina dettagliata)

Pluralismo di ordinamenti giuridici:


A che ordinamento giuridico facciamo riferimento? NON esiste un solo ordinamento giuridico ma un
PLURALISMO DI ORDINAMENTI GIURIDICI che sono a pari livelli. (es. ONU, stato, EU, comunale, di altri
stati, di ateneo, …) → quindi uno stato può anche accettare altri ordinamenti, oltre a quello nazionale.
Gli ordinamenti che vengono accettati devono rispettare quello nazionale (quindi il diritto dello
stato è l’ordinamento della comunità che stabilisce regole anche per tutte le altre organizzazioni
giuridiche con cui entra in rapporto)
I valori fondanti dell’ordinamento nazionale sono nella Costituzione.

Se degli ordinamenti sono in contrasto? Ci sono criteri per risolvere questi conflitti (→ le fonti del
diritto!)

Alle norme si affiancano:


GIURISPRUDENZA → è costituita dai principi giuridici che si possono astrarre nelle sentenze e nelle
decisioni adottate dai giudici (insieme delle sentenze insomma).

Fino a che punto questa giurisprudenza è vincolante giuridicamente?


Il nostro ordinamento (civil law) che deriva dalla tradizione romanista e nel nostro ordinamento NON
esiste il principio del precedente giudiziario vincolante ( → cioè la sentenza del giudice è vincolante tra
coloro che hanno partecipato al giudizio, non ad altri)

MENTRE nei sistemi di common law abbiamo il principio di precedente giudiziario vincolante → cioè le
sentenze del giudice creano norme giuridiche.

DOTTRINA → è corpo di interpretazioni e opinioni sviluppate da studiosi e esperti del diritto su


argomenti giuridici specifici (comprende gli scritti accademici, le opinioni espresse in trattati, articoli,
manuali, …) → questi contribuiscono alla comprensione e all'interpretazione del diritto.
OBV non ha valore a livello giuridico (sono opinioni!) ma è utile per capire le norme.

STATO
Per chiamare un’entità Stato è necessario che ci siano tre elementi (elementi costitutivi di uno
Stato). Uno Stato per essere tale deve essere riconosciuto dalla comunità internazionale.

Lo Stato persegue i fini generali che sono strumentali alla conservazione della propria esistenza ed
alla soddisfazione dei bisogni degli amministrati, ponendo in via indipendente ed originaria un
ordinamento giuridico a tal fine servente.

Elementi costitutivi di uno Stato:


• Territorio → spazio definito da confini in cui si costituisce questo Stato. Compreso anche di
spazio aereo, sottosuolo, aeromobili che battono bandiera dello stato (perché si applica il
diritto di quello stato), ambasciate dello stato all’estero.
• Popolo → insieme dei cittadini di uno stato, nonché insieme di persone che sono legate ad
uno stato da un vincolo di stabile appartenenza, ovvero la cittadinanza che è determinata
da criteri stabiliti dallo stato (diverso da popolazione, insieme di individui presenti in un
territorio e dalla nazione, insieme di individui che si riconoscono in un certo orientamento
storico-culturale).
• Sovranità → ovvero la supremazia di uno stato di uno stato rispetto ad ogni altro potere
costituito al suo interno; ed allo stesso tempo l’indipendenza rispetto a poteri esterni
Uno stato è sovrano quando → ha il monopolio della forza nel territorio in cui esercita

[Se manca uno di questi tre NON è uno stato, anche se si auto dichiara tale]

Principio di autodeterminazione dei popoli → secondo cui i popoli che si riconoscono in un’identità
culturale, storia, religiosa, politica, … hanno il diritto di affermarsi come popolo assestante.
(es. popolo Sarahwi è stato riconosciuto come popolo ma NON come stato)
FORME DI STATO:
Forma di stato: esprime la relazione tra governati e governanti e le diverse modalità in cui prende
fisionomia la correlazione tra autorità e libertà all’interno del contesto socio-politico considerato.
Es. stato assoluto →i governati sono sudditi, governanti hanno un poter assoluto ed autoritativo
(esercitano la sovranità in maniera totale)

Questo concetto si è evoluto nel corso della storia con il susseguirsi di diverse forme di stato
dovuto dal progressivo aumento delle libertà dei governati e della loro partecipazione politica.

Prima forma di stato per molti: feudalesimo anche se…


Il feudalesimo dell’età carolingia (VIII e XI sec) non conosceva distinzione tra il diritto pubblico e
quello privato dato che non presentava da un lato un territorio (nella moderna definizione di Stato)
essendo quest’ultimo classificabile come “bene” proprio del sovrano o dei feudatari (regime
“patrimoniale-privatistico”) e dall’altro non era presente un potere unitario e sovrano del Re (il
quale si reggeva su una fitta rete di rapporti privatistici su base piramidale e vincoli personali).
Inoltre, il sistema non presentava neppure un popolo capace di esprimere una volontà unitaria,
bensì una pluralità di società localizzate nei singoli feudi → QUINDI non era uno stato nel senso
moderno.

La prima realizzazione di Stato moderna si ha con lo Stato assoluto (tra il XVI e XVIII sec); ovvero
grandi monarchie, che si affermano in Europa e che affermano la loro sovranità in
contrapposizione al pluralismo feudale grazie alla “concentrazione” del potere in capo ad un solo
organo ovvero la Corona.
Altre caratteristiche dello stato assoluto: legittimazione del sovrano da Dio, rigida divisione in classi
sociali, …
[il Re raccoglieva tutta l’autorità sovrana (comprendente dell’autorità legislativa, amministrativa e
giurisdizionale)]

Con le rivoluzioni inglese, francese e americana (XVII e XVIII sec) c’è la crisi dello Stato assoluto e la
nascita dello stato liberale → distribuzione del potere sovrano in più organi costituzionali.
In questo periodo si è iniziato a riconoscere le libertà fondamentali → fare in modo che lo stato non
intervenga a limitare le libertà personali.
[è caratterizzato da una base sociale stretta → diritto di voto riservato a chi possiete un determinato
censo o determinate capacità]
[libertà dallo stato: propria dell’individuo e riconosciuta dallo stato]

Dallo stato liberale ci si evolve nello stato liberaldemocratico nei primi anni del ‘900 quando iniziano ad
essere riconosciuti anche i diritti politici → i pubblici poteri riconoscono questi diritti politici per far sì
che i cittadini abbiano parte nelle loro decisioni (oltre al diritto di voto si parla di organizzazione in partiti
politici, sindacati, …)
[suffragio: nel 1912 e 1918 si raggiunge quello universale maschile nel 1946 anche quello
femminile]
N.B. le prime monarchie costituzionali nascono come stati liberal democratici; spesso con i sovrani
che accettano carte e documenti che tutelano questi diritti dei sudditi / cittadini.
Con la rivoluzione Industriale nasce una società più pregressa → i pubblici poteri si fanno carico della
tutela delle persone → nascono nel 900’ i diritti sociali: diritti ad ottenere una prestazione da parte di un
soggetto pubblico (al fine di migliorare le condizioni dei cittadini).
Questi implicano una partecipazione più attiva dello stato nella vita dei cittadini.
Prime prestazioni sociali nascono in ambito:
- istruzione → garantita l’istruzione di base per superare l’analfabetismo
- lavoro → garantita la tutela dei lavoratori.

Siamo sempre nello stato liberal democratico ma sono stati fatti ancora passi in avanti → riconosciuta la
piena libertà di manifestazione del pensiero e del diritto di sciopero (vera caratteristica dello stato
liberale), altrimenti si annullerebbero le minoranze nella maggioranza

Lo stato italiano?
È uno stato sociale (un po' impreciso), è uno stato che riconosce i diritti sociali.
Il nostro stato inoltre ha tutte le caratteristiche dello stato costituzionale → nella Costituzione sono
contenuti tutti i principi detti prima: dignità, principio uguaglianza, …

Libertà → è una condizione, una capacità di autodeterminarsi in un certo ambito.


Perché una libertà sia effettiva l’ordinamento giuridico deve riconoscere al soggetto libero dei diritti (il
diritto è quella veste attribuita al soggetto dall’ordinamento giuridico per permettergli di vivere
pienamente quella condizione di libertà) la libertà senza diritti non vale nulla.
(es. se dichiaro la libera circolazione di persone ma tu non hai il diritto di uscire di casa è nulla)

Comunque, progressivamente la tutela dei diritti sociali viene incrementata e si passa al Welfare state
(fine 2° Guerra Mondiale), teorizzato in GB → è uno sato di benessere che promuove una condizione di
dignità dell’uomo per consentirgli una vita autenticamente libera e dignitosa (e che possa effettivamente
esercitare le sue libertà)

In Italia assume la definizione di stato assistenziale → promuove la crescita e miglioramento dell’uomo


(eroga prestazioni anche economiche, in realtà principalmente finalizzati ad ottenere il consenso
politico) → ma questo provoca indebitamento pubblico.
Finché per l’Europa viene richiesta la diminuzione progressiva del debito pubblico e il modello di stato
assistenziale viene abbandonato (anche se quelle manovre economiche restano ancora).

Viene preferito il modello di stato che riconosce i diritti sociali in un’ottica solidale (riprende idea di
solidarietà del ‘art. 2 della Costituzione)
I diritti sociali hanno un costo che hanno gravato sul debito pubblico (nell’evoluzione storica l’erogazione
di prestazione è andata sempre crescendo e così l’indebitamento)

Com’è distribuito sul territorio il potere politico?


Italia→ Il rapporto tra governo e governati in Italia è lo stato autonomista (cioè che riconosce le
autonomie).
Art. afferma: “La nostra forma di stato riconosce e promuove le autonomie locali che in Italia sono:
regioni, comuni, province e città metropolitane.

(Riconoscere quindi l’autonomia politica locale) possibilità dei governanti di eleggere/essere eletti in
ente di rappresentanza politica locale in qUEl territorio.
Italia stato autonomista, anche lo stato federale lo è (es. Germania e USA)
Differenza? Livello di autonomia concesso
Stati federali nascono da un processo di federalismo → processo alto di unificazione politica (alto: cioè
voluto dagli stati, decidono di perdere la propria sovranità e creare uno stato più grande con la propria
sovranità)
Stati federali agli stati membri lasciano:
− Competenze normative
− Organi giudiziari propri
È presente anche una camera alta (del Parlamento) che è l’espressione dei governi degli stati membri
In It bicameralismo perfetto
Unione Europea: organizzazione sovranazionale PERCHE? Non hanno rinunciato alla sovranità (solo a
quella monetaria)
FONTI DEL DIRITTO:
Sono atti (qualcosa di scritto) o fatti (comportamenti) idonei a produrre norme giuridiche all’interno di un
gruppo di consociati.
[Nell’ordinamento italiano (come in tutti quelli di civil law) rilevano soprattutto le fonti atti più che fatti]

- FONTI ATTO: quelle che andremo a vedere di seguito, che si mostrano attraverso leggi e
regolamenti scritti.
- FONTI FATTO: comportamenti tenuti per un certo periodo di tempo da un certo numero di
persone con la convinzione che tali comportamenti siano giuridicamente vincolanti.
Cioè l’ordinamento riconosce al corpo sociale la capacità di produrre norme senza che vi
provvedano altre istituzioni a seguito di un’espressa volontà.

Come faccio a capire che queste pensano che siano giuridicamente vincolanti?
Es. mancia non è una consuetudine e non è giuridicamente vincolante in Italia ma in altri stati si, si è
iniziato a farlo e reiterarlo perché c’era il convincimento che fosse obbligatorio.
[fonti di fatto sono più caratteristiche dei paesi common law.]

In Italia le fonti di fatto le distinguiamo in:


- Consuetudini → si usa nel diritto pubblico. Es. consuetudini costituzionali, …
- Usi → si usa nel dritto civile es. usi commerciali (comportamenti tenuto in materia di scambi es.
di prodotti agricoli) vengono a creare delle abitudini.

ORDINE?!
I criteri per ordinare le norme giuridiche si traggono dalla Costituzione e sono:

• Criterio cronologico → ordina gli atti nel tempo.


In caso di contrasto e a parità di rango gerarchico e competenza prevale la norma più recente.
(Quindi la norma precedente è abrogata da quella successiva → NON eliminata ma ne circoscrive
nel tempo l’efficacia: limitandola ai fatti dalla data in cui è entrata in vigore fino a quella in cui è
stata abrogata.
Abrogazione = cessazione di efficacia di un atto normativo)

• Criterio gerarchico → in caso di conflitto prevale la norma posta dalla fonte superiore
Nell’applicare la norma sovrastante quella sotto non si considera abrogata MA invalida → viene
perciò ANNULLATA ed eliminata
[l’invalidità determina la caduta della sua efficacia non solo per il futuro (ex nunc) ma anche quella
per il passato (ex tunc), ha quindi efficacia retroattiva]

• Criterio della competenza → indica l’ambito nel quale la norma è destinata ad operare
In caso di contrasto si da applicazione alla norma competente in quella materia
[Anche qui la norma non competente è considerata invalida e va quindi eliminata]

FONTI:
[Inizialmente con lo stato liberale c’era solo 1 regola: il parlamento produceva la legge (fonte
primaria); il governo del re la applicava in forma di regolamento (fonte secondaria)
con l’evoluzione nello stato liberaldemocratico e l’introduzione di una costituzione rigida superiore
ad ogni altra fonte le cose si sono complicate]

- principi fondamentali e diritti inviolabili sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana
(c.d. “nucleo rigido”);
- Costituzione della Repubblica Italiana (non “nucleo rigido”), leggi costituzionali e
di revisione costituzionale, altre fonti di rilievo costituzionale (diritto primario della
Comunità Europea e dell’Unione, convenzioni internazionali);
- fonti primarie (leggi ordinarie dello Stato e atti aventi forza di legge, leggi regionali);
- fonti secondarie (regolamenti governativi, regolamenti regionali e degli enti locali);
- usi e consuetudini

COSTITUZIONE:
La Costituzione è l’insieme delle norme fondamentali nella quale vengono racchiusi i valori primari
della società organizzata ed i principi su cui poggia l’assetto essenziale dello Stato.

Potere costituente: chi ha il compito di dare e di far affermare la Costituzione. Una volta redatta ed
entrata in vigore la Costituzione il potere costituente si esaurisce.
Affinché un ordinamento giuridico possa costituire un sistema è necessario che ci sia un progetto
costituente (nel caso dell’ordinamento statale: la Costituzione)

Tipi di Costituzione:
- Scrittura:
➢ Scritta: si ha quando le norme fondamentali sono generalmente costituite da documenti
scritti
➢ Non scritta: quando gli ordinamenti sono retti da un complesso di atti e norme
consuetudinarie.
- Modalità di emanazione:
➢ Ottriate: viene unilateralmente concessa dal sovrano
➢ Votate: viene eletta o approvata dal corpo elettorale
- Modalità di modifica:
➢ Rigida: è modificabile solo attraverso un procedimento aggravato
➢ Flessibile: può essere modificata tramite semplici fonti del diritto primarie, es. tramite
leggi ordinarie
- Contenuto:
➢ Breve: contengono un numero ristretto di disposizioni sui principi fondamentali,
garantiscono alcuni diritti fondamentali dell'individuo.
➢ Lunga: oltre all'organizzazione di base dello Stato riconosce altri diritti riguardo ai rapporti
etici, sociali ed economici.
- Elasticità:
➢ Anelastica: non lascia possibilità di cambiamento nel tempo, rischia di avere una
validità più breve perché presto va in contrasto con la società presente.
➢ Elastica: perché è capace di essere interpretata in modo evolutivo (di adeguarsi ai
tempi –es. buoncostume).
[Prime costituzioni: quelle delle colonie inglesi del Nord America al momento di dichiararsi indipendenti
nel 1776, in Europa la prima fu quella francese nel 1791 dopo la Rivoluzione.]

Costituzione come fonte: la Costituzione oltre ad essere essa stessa una fonte è la MASSIMA fonte sulle
fonti.
Questa individua gli atti abilitati a produrre diritto e attribuisce loro una forza o efficacia 💪.
La forza delle leggi:
- Attiva → è la capacità di produrre effetti giuridici (capacità di innovarsi)
- Passiva → capacità di resistere all’abrogazione o alla modifica (se non da una fonte di pari grado).

VEDI SISTEMA CHIUSO!!!!!!!!!!!

COSTITUZIONE ITALIANA:
È il primo atto dell’ordinamento italiano, non che il grado più alto del sistema delle fonti.
È stata scritta e redatta da un’assemblea costituente eletta dal popolo, insieme all’elezione
dell’Assemblea costituente scelsero anche di darsi una forma di Governo: la Repubblicana → così
l’assemblea nella redazione della Costituzione fu vincolata a questa scelta.
La Costituzione italiana è:

• Votata → Fu scritta e redatta da un’assemblea costituente eletta con metodo


proporzionale: vi erano tutte le forze politiche e ideologiche presenti sul territorio
nazionale, che trovano un accordo nonostante le diverse idee politiche, una sorta di
Parlamento i cui membri erano stati eletti dai cittadini italiani
• Lunga → Non riguarda il numero di articoli ma è lunga perché contiene la disciplina di 2 blocchi
fondamentali:
1° blocco: carta dei diritti (riconoscimento e tutela dei diritti fondamentali);
2° blocco: organizzazione dei pubblici poteri (organizzazione dello stato)
• Elastica → Può avere una sua evoluzione interpretativa
(es. non si possono compiere atti contrari al buon costume, riconoscimento del pudore riguardo
la sfera sessuale → concetto di buon costume del 1960 molto diverso da oggi: evoluzione
interpretativa).
• Rigida → E’ elastica ma in alcuni casi può essere modificata attraverso un procedimento
aggravato (rispetto al procedimento di approvazione di una legge ordinaria del Parlamento), art.
138.

Caratteristica principale della costituzione: RIGIDITÀ!!


→ Cioè può essere modificata solo attraverso un particolare procedimento di revisione
costituzionale

Art. 138 → Prevede fra le fonti del diritto di rango costituzionale:


- leggi di revisione della Costituzione → hanno come oggetto la modificazione di parti del testo
della Costituzione
- le altre leggi costituzionali (si leggi elettorali, di attuazione della Costituzione, …)
PROCEDIMENTO AGGRAVATO 😮 → è il procedimento di formazione delle leggi di rango
costituzionale (vedi su) → aggravato: prevede una duplice lettura da entrambe le camere

Leggi di revisione costituzionali (art. 138 Costituzione)


Il compito della revisione spetta al Parlamento ed avviene attraverso un procedimento, una serie di
atti che si costituiscono in più fasi.

1. Fase di avvio: è identica all’iter di approvazione della legge ordinaria, c’è un’iniziativa legislativa
che può partire da: (vedi art 70)

• ciascun componente del Parlamento (Senatore o deputato)


• Consiglio dei Ministri
• 50.000 elettori
• ciascun consiglio regionale
• [CNEL (Comitato Nazionale dell’Economia e del Lavoro)]

Iniziativa si esercita attraverso la stesura di un progetto o disegno di legge già redatto da articoli
(p.d.l o d.d.l) → viene presentato il disegno prima di una camera poi all’altra (è indifferente da
quale parte)

Fase istruttoria: inizia la lettura del disegno di legge → avviene in commissione.


Il presidente della camera lo assegna ad una commissione, quella che riguarda la materia di cui tratta la
legge (i 640 deputati sono divisi all’interno di queste commissioni: 13/14).

Quando la commissione finisce di leggerlo ed approvarlo viene presentato in assemblea (si porta in aula)
→ i Senatori possono presentare degli emendamenti piccoli o grandi (cambiare una virgola, o molto di
più…).
Una volta terminata la proposta di emendamenti si vota gli emendamenti → il testo viene riscritto il
testo sulla base degli emendamenti approvati.

Successivamente inizia l’approvazione articolo per articolo (prima deliberazione) inclusi i commi
(proposizioni punto a capo)
Per concludere nella prima camera c’è la votazione finale sull’intero testo (a maggioranza relativa)

→PASSAGGIO all’altra camera. Questa fa emendamenti articolo per articolo, e stesso processo…) se in
questa camera è stato modificato qualcosa si ritorna alla prima camera che vota solo le modifiche, non
tutto il processo di prima.
Questo si fa fin quando le due camere non hanno approvato lo stesso testo.

2. Il disegno di legge viene lasciato riposare per almeno 3 mesi (per sedare gli animi focosi!)
Dopo 3 mesi, il testo viene ripreso e riesaminato prima in una camera poi nell’altra (la prima deve essere
quella da cui è partito la prima volta).
In questa seconda lettura non è possibile apportare alcuna modifica → le camere sono solo tenute a
votare se approvare o no; che maggioranza serve?

Approfondimento sulle maggioranze: di un organo collegiale (organo composto da più persone).


[Quando l’organo decide si dice che “delibera”]

- Maggioranza relativa → cioè 50% +1 dei presenti (purché i presenti siano la maggioranza dei
componenti) deliberazioni assemblee politiche usano questa maggioranza.
È quella che si usa es. per dare la fiducia al Governo, per tutte le leggi ordinarie, per la prima
lettura del disegno di legge
- Maggioranza semplice → voto favorevole della maggioranza dei presenti o votanti (deve essere
specificato)
- Maggioranza assoluta → voti favorevoli della maggioranza dei componenti dell’assemblea (non
presenti)
- Maggioranza qualificata → maggioranza superiore alla maggioranza assoluta (ogni norma mette
la qualifica che necessita es. 2/3, …)

N.B. Un’assemblea chiesta a decidere all’unanimità è una negazione della democrazia, perché
significherebbe annientare le minoranze.
[Può essere prevista per organi collegiali di tipo tecnico perché sono composti da persone con
competenze specifiche ed hanno bisogno di dare tutti l’assenzo per far approvare qualcosa (es.
commissione maturità o tutti d’accordo alla promozione, se almeno uno è contro sei bocciato perché
ogni professore ha il compito della sua materia)]

Ripresa revisione costituzionale. Quindi prima parte basta la maggioranza relativa.


- HP.1 In seconda lettura in entrambe le camere il testo viene approvato con la maggioranza
qualificata di 2/3 si dà luogo subito l’approvazione al disegno costituzionale.
Viene approvato dal Presidente della Repubblica e verrà pubblicato in gazzetta ufficiale → perché si
permette la conoscibilità dell’atto.
Dopo 15 gg dalla pubblicazione entra in vigore (può esserci una specifica che dice che entra in vigore es.
1 gg o 6 mesi dopo la pubblicazione, ma in generale 15gg.)

- HP.2 Se nella seconda deliberazione anche in UNA camera non si raggiunge almeno la
maggioranza assoluta non si dà luogo alla revisione costituzionale.

- HP. 3 In seconda lettura una camera approva il disegno di legge a maggioranza assoluta (es. una
arriva ai 2/3 l’altra arriva tra il 50% + 1 e 2/3) si può aprire un’ulteriore fase.
Si pubblica in gazzetta ufficiale a scopo notiziale SENZA essere promulgato, dal giorno della
pubblicazione, nei successivi 3 mesi si può richiedere un referendum costituzionale (o confermativo).
Chi lo può chiedere?
- 1/5 dei componenti di una camera
- 500k elettori
- 5 consigli regionali

Cosa rappresentano? La minoranza: la Costituzione ci dice che la revisione costituzionale è un processo


difficile che spetta al Parlamento e se questo lo approva con i 2/3 allora significa che ce un grande
assenso.
Se invece ce solo la maggioranza assoluta le minoranze non sono convinte e non vogliono modificare la
Costituzione → ALLORA diamo voce a queste minoranze e vediamo che scelgono
(è una forma di tutela delle minoranze e richiesta di partecipare)

La legge viene promulgata se il referendum è approvato dalla maggioranza dei voti validi.
[Se il referendum non viene richiesto, al termine dei tre mesi il d.d.l. entra in vigore.]

Limiti alla revisione costituzionale: LET’S GOOOO!


Tutte le norme della Costituzione si possono modificare? NO, ci sono dei limiti.

• Limite esplicito → art 139. Dice che la forma repubblicana NON può essere oggetto di revisione
costituzionale

[Forma repubblicana (forma di Stato diversa dalla monarchia) non può essere oggetto di revisione perché
l’Assemblea costituente ha ricevuto il compito dagli elettori di scrivere una Costituzione repubblicana (a causa
dell’esito della votazione del ’46) → quindi l’Assemblea costituente era vincolata e così sono vincolati anche tutti i
poteri costituiti dalla volontà del popolo (vincola anche quindi le generazioni future).
Per garantire la conservazione della repubblicana l’assemblea ha messo nell’ultimo comma la forma repubblicana
come differente dalla monarchia.
Forma repubblicana= repubblica e basta

Alcuni invece identificano la forma repubblicana è diversa da scrivere repubblica (sennò i costituenti scrivono
repubblica c’è differenza)
Quindi forma repubblicana sarebbe un concetto vasto (ci rientrano anche tuti quei valori fondanti della
Costituzione che qualificano la nostra forma di Stato repubblicana come repubblica democratica che garantisce e
tutela le libertà e i diritti sociali)
Forma repubblicana= repubblica + principi fondamentali Costituzione
Se abbracciamo questa interpretazione tra i limiti espliciti dell’art 139 c’è sia la repubblica diversa da monarchia sia
i principi fondamentali della nostra carta costituzionale

Chi abbraccia invece la prima interpretazione dice che forma repubblicana vuol dire diversa da monarchia e
questo è l’unico limite esplicito, anche se ci sono comunque limiti impliciti che sono i principi fondamentali della
nostra carta costituzionale (quindi i limiti della 2 interpretazione sono qui considerati impliciti).]

Curiosità: ma se con l’art 138 (revisione costituzionale) modifica il 139 il problema non si pone più ??
Principi fondamentali:
Sono principi espliciti desumibili dalla nostra carta costituzionale.
Gli articoli da 1 a 12 sono principi fondamentali (irrinunciabili) e si dice che non sono modificabili MA è
più corretto dire che non sono modificabili i principi desumibili per implicito dalla carta costituzionale
perché i primi 12 non sono gli unici a non poter essere modificati.
(es principio democratico dell’art 1 se io modifico l’art 48 che dico che il voto è libero e segreto e tolgo
che è libero io vado a comprimere anche l’art 1 del principio democratico QUINDI principi sono
desumibili dall’intera carta costituzionale)

→ QUINDI: io leggo le art da 1 a 139 e da lì desumo i principi fondamentali non solo sui primi 12.

Principi fondamentali: [cioè quelli non modificabili]


• Principio democratico → non racchiude solo il diritto di voto -cioè eleggere ed essere eletto- ma
anche equilibrio tra i poteri, indipendenza della magistratura, libertà manifestazione del pensiero,
partecipazione e tutela delle minoranze
• Principio pluralista → riconoscimento e tutela delle minoranze e del pluralismo nella
manifestazione di pensiero e di associazionismo (questo garantisce quindi la creazione e tutela di
formazioni sociali es. associazioni, comitati, società ecc)
• Principio personalista → cioè tutela individuo in quanto tale nella sua dignità in qualunque
momento della sua vita (questo prevede anche interventi per promuovere la dignità della
persona in una situazione di disagio es. tossico dipendente in carcere va comunque aiutato con
degli interventi)
• Principio lavorista → diritto al lavoro come elevazione sociale (elevare l’individualità) e come
elevazione della dignità dell’uomo ((sia forma sociale sia diritto di retribuzione per una vita
adeguata)
• Principio autonomista → riconoscimento delle autonomie locali cioè forma di Governo di tipo
regionale (anche se alcuni dicono che questo principio sia racchiuso in quello pluralista perché
riconosce una pluralità storico-culturale delle regioni)

Questi principi sono L’ESSENZA su cui si fonda la Costituzione, cambiarli non significa revisionare la
costituzione ma mutarla (tanto vale farne una nuova!)

Equilibro dei valori costituzionali chi lo trova? Il legislatore è lui che dà attuazione a questi valori
costituzionali.

Legge costituzionale: NON tocca la Costituzione ma si affianca alla Costituzione (vale come la
Costituzione e ne riaspetta i principi fondamentali, in alcuni casi può delegare la Costituzione)
Leggi costituzionali che conosciamo sono le leggi di approvazione degli statuti delle ragioni a statuto
speciale delle province autonome.
Quindi gli statuti delle regioni a statuto speciale sono approvati con leggi costituzionale che si affianca
alla Costituzione (se però si sovrappongono prevale l’art 5. Se ci sono disposizioni autonomiste delle
regioni a statuto ordinario valgono anche per quelle a statuto speciale.
Le fonti di grado primario e Stato
Sono fonti dello stato di grado primario: Leggi e atti aventi forza di legge (decreti-legge e decreti
legislativi) che nascono con l’iter legislativo ordinario.

FONTI PRIMARIE: (principali)


- Leggi (ordinarie dello stato)
- Decreti-legge
- Decreti legislativi

Art 117 (quello delle regioni) → identifica le materie di competenza esclusiva delle leggi Statali: sono
materie che riguardano interessi generali uguali per tutta la nazione.
La costituzione affida alle leggi il regolamento è importante materie (mediante la riserva di legge)
Ci sono vari tipi di riserve di regge:
• riserva assolute → l'intera disciplina materia è riservata alla legge
• riserve relative → alla legge spetta la disciplina essenziale della materia in modo da circoscriverla
adeguatamente (spetterà ai regolamenti disciplinare la materia in dettaglio)

In generale le leggi hanno come contenuto norme generali astratte destinate a innovare l'ordinamento
giuridico.

Principio fondamentale:
Art 70 →dice che la funzione legislativa spetta alle Camere del Parlamento che SONO L’UNICO ORGANO
TITOLARE DELLA FUNZIONE LEGISLATIVA. elette direttamente dal popolo.
La funzione è esercitata collettivamente dalle 2 camere (Camera dei Deputati e Senato) NON
congiuntamente (cioè la volontà delle due deve essere identica per far nascere la legge, lavorano però in
camere separate.)

Ci sono solo alcuni casi in cui si lavora in seduta comune:


- Elezione presidente repubblica
- Giuramento Presidente della Repubblica
- Messa in stato d’accusa del Presidente della Repubblica
- Elezione di 5 giudici della corte costituzionale
- Elezione di 1/3 del consiglio superiore della magistratura
- Quando redige l’elenco dei cittadini da cui verranno eventualmente estratti a sorte i giudici
popolari per il giudizio contro il Presidente della Repubblica.
Tutti gli altri casi, quindi, si lavora a camere separate.

Art 72 → Descrive un procedimento dell’approvazione della legge più veloce.

“Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato
da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale.
Il regolamento stabilisce procedimenti abbreviati per i disegni di legge dei quali è dichiarata l'urgenza.”
Cioè in alcuni casi la legge può essere approvata direttamente dalle Commissioni (queste Commissioni
sono quelle in cui si divide il Parlamento nel processo di approvazione di una legge, ricordi?)

Le Commissioni possono lavorare in diverse modalità:


- SEDE REFERENTE → si occupano solo dello studio della proposta di legge
- SEDE DELIBERANTE → possono approvare la legge
- SEDE REDIGENTE → è un procedimento misto in cui la commissione può arrivare fino
all’approvazione articolo per articolo mentre l’approvazione finale rimane all’assemblea

Chi stabilisce i casi in cui si lavora?????? VEDI

In ogni caso si può tornare all’approvazione standard quindi alla votazione della Camera se ne fanno
richiesta:
- Il Governo
- 1/10 dei componenti della camera
- 1/5 componenti commissione

N.B. I casi in cui si può usare il procedimento abbreviato sono tutti, eccetto quelli scritti nell’ultimo
comma del art. 72, ovvero: “in materia costituzionale ed elettorale e per quelli di delegazione legislativa,
di autorizzazione a ratificare trattati internazionali, di approvazione di bilanci e consuntivi.”

Parlamento è l’unico organo che può emanare leggi di fonti primarie, la Costituzione però
ammette delle deroghe in casi specifici:
es. I decreti-legge e i decreti legislativi che vengono scritti dal Governo. (art. 76-77).
In entrambi i casi, la Costituzione italiana prevede una deroga temporanea o delegata alla funzione
legislativa del Parlamento, consentendo al Governo di adottare norme con forza di legge in situazioni
particolari o per specifiche materie delegate dal Parlamento stesso

→ DECRETO LEGISLATIVO (art 76):


Questo è una fonte primaria il cui contenuto è scritto e approvato dal Consiglio dei Ministri.

Il governo può adottare una fonte primaria quando il Parlamento gli delega l’esercizio della funzione
legislativa.
[Il Parlamento delega l’esercizio della funzione legislativa al Governo NON gli trasferisce la funzione]

Viene utilizzato quando es. C’è da riformare una materia


Es. Riforma ambiente o materia appalti, comunque, per riordinare la disciplina di un settore si dà il
compito al Governo che è uno solo, si fa prima delle due camere del Parlamento.

Nella legge di delega il Parlamento scrive l’oggetto, il tempo in cui il governo deve adottare il
decreto legislativo, indica principi e criteri direttivi a cui il governo si deve attenere.
N.B. La costituzione richiede sempre l'intervento del Parlamento come garanzia del legittimo
esercizio del potere governativo.
Se il Governo non rispetta le regole della delega il Parlamento toglie la fiducia al Governo si va alla
Corte costituzionale

QUINDI: Decreto legislativo e una fonte di grado primario che il Governo può adottare solo se prima è
stato delegato dal Parlamento all’esercizio della funzione legislativa e il Parlamento adotta una legge di
delega.

Il decreto poi viene approvato dal Consiglio dei Ministri e dopo deve essere mandato dal Presidente della
Repubblica (presidente emana e non può mandarlo indietro)
Il decreto legislativo vale come fonte primaria e abroga tutte le fonti primarie in contrasto e prevale su
quelle esistenti (rispetta la legge delega).

→ DECRETI LEGGE [d.l.] (art. 77):


Art 77: Prevede che il Governo si auto assume l’esercizio della funzione legislativa in casi straordinari di
necessità e di urgenza e quando questo succede adotta un provvedimento provvisorio che si chiama
DECRETO LEGGE → questo è un provvedimento provvisorio

Ma chi determina l’urgenza e di necessità?


Quando si presenta una situazione non prevista né prevedibile che richiede un immediato
intervento normativo, non si possono aspettare i tempi per l’approvazione di una legge ordinaria
(es. terremoto, covid, …)

Urgenza: quando non si può aspettare il tempo necessario dell’approvazione della legge in Parlamento
(bisogna intervenire subito).
Necessità: fa riferimento al fatto di dover intervenire con una fonte normativa di grado primario
Quando può succedere quest’ultima? Esempio quando si parla di una spesa pubblica, per esempio,
dovuto dal terremoto che devo stanziare dei soldi per le zone colpite.
Oppure riguardo la riserva di legge.

[Approfondimento: la riserva di legge è un istituto giuridico in forza del quale la Costituzione prevede che una
materia sia disciplinata con una fonte di grado primario e non con una di grado secondario si usa quando la
Costituzione vuole garantire che vengano blindati i valori costituzionali
(si tratta di materie particolarmente importanti e sensibili es. quelle che riguardano i diritti fondamentali)]

CARATTERISTICHE:
• Può essere adottato solo in casi straordinari di necessità e urgenza
• Deve essere presentato alle camere per la conversione in legge lo stesso giorno in cui è adottato
e le camere si riuniscono nei 5 gg successivi
• Dura solo 60 gg (ha validità provvisoria): se non è convertito in legge la perde fin dall’inizio (ex
tung)
Il decreto-legge decreto viene emanato dal presiedente della repubblica e viene pubblicato in gazzetta
ufficiale → entra in vigore immediatamente: il giorno della pubblicazione o al massimo il giorno
seguente.
IL DECRETO È IN VIGORE E LO SARÀ FINCHÉ NON VIENE CONVERITTO O MENO IN LEGGE.

A questo punto diventa oggetto di un disegno di legge di conversione e il Governo lo deve passare
alle camere (per convertire in legge il decreto-legge) → con il quale si richiede di eliminare la
precarietà degli effetti e di stabilizzarli al pari di quelli che produce la legge.
Il Parlamento ha 60 gg per esaminarlo e decidere se convertire in legge o meno (quindi è rapido come
cosa).
Quindi può succedere che il disegno di conversione:
- Non viene convertito in legge, in questo caso l’efficacia del decreto viene meno.
Si dice che decade con effetto retroattivo cioè vengono meno anche tutti gli effetti che si sono
verificati durante la vigenza del decreto-legge (decreto decade con efficacia ex tung cioè dall’
origine)
(Es. Durante il decreto-legge uscire in spiaggia era un reato penale poi dopo 60 gg decreto non
approvato io ero uscito in spiaggia e rischiavo qualcosa ora non mi succede niente.)
- Viene convertito, entra in vigore immediatamente
- Viene convertito con modifiche
QUINDI: Le norme del decreto-legge convertite in legge consolidano la loro efficacia, e io le devo
considerare vigenti.
Queste modifiche possono sopprimere o aggiungere parte del testo, la parte che tolgo è come se
non avesse mai avuto effetto eccetto diverse diposizioni scritte … se aggiungo entra in vigore con
la data di entrata in vigore della nuova legge convertita.

RICORDA questi atti del Governo con forza di legge hanno sempre una copertura parlamentare
- A priori: per il decreto legislativo
- A posteriori: per il decreto-legge
FONTI SECONDARIE: REGOLAMENTI
I regolamenti sono fonti secondarie e includono una serie di atti normativi di competenza degli
organi del potere esecutivo, di altre autorità pubbliche o delle regioni ed enti locali per disciplinare
determinate materie o il proprio funzionamento.

Sono promulgati dal Presidente della Repubblica.


Lo stato può adottare regolamenti solo nelle materie attribuite alla propria competenza legislativa
esclusiva (art 117).

Art. 17 della legge 400 del 1988 distingue i regolamenti in: Governativi, Ministeriali ed Interministeriali.

• Regolamenti governativi → vengono approvati dal Consiglio dei ministri, sentito il parere del
Consiglio di Stato (che deve pronunziarsi entro 90 giorni dalla richiesta, VEDI SOTTO) ed emanati,
con decreto, dal Presidente della Repubblica (tutti i decreti devono anche essere sottoposti al
visto della Corte dei conti).

I regolamenti GOVERNATIVI possono essere anche classificati in base al rapporto con la fonte primaria:
1) Regolamenti di esecuzione → non aggiungono nuove regole, indicano solo la modalità di
applicazione della fonte primaria
(es riserve di legge assolute dell’art 13, Costituzione vuole che la legge specifichi tutti gli elementi
della fattispecie cioè deve colorire tutta la materia)
(questi di esecuzione sono compatibili con le forme di legge assolute)

2) Regolamento di integrazione e attuazione → aggiungono qualcosa di nuovo rispetto alla fonte


primaria (legge o decreti legislativi), introducono dei precetti.
Non sono compatibili con quelli assoluti ma relativi.

3) Di organizzazione → disciplinano l’organizzazione degli uffici delle pubbliche amministrazioni

4) Regolamenti indipendenti → sono adottati in materie non disciplinate da una fonte primaria
(In realtà sono un po’ astratti perché ormai tutto è disciplinato da fonti primarie)

5) Regolamento di delegificazione: delegifica cioè si sostituisce ad una fonte primaria.


Il loro compito, quindi, è ridurre l’area delle materie disciplinate dalla legge.

Ma come si fa? Il procedimento è diviso in 3 fasi:


(1) Il Parlamento adotta la L. 12/2018 (legge di autorizzazione) con cui autorizza il Governo ad adottare
un regolamento e determina le norme generali regolatrici della materia.
prevede anche che dalla data in vigore del regolamento si produrrà l’abrogazione della legge vecchia.
(2) Emanazione del regolamento di delegificazione
(3) Abrogazione delle norme legislative vigenti (effetto abrogativo si produce nel momento in cui entra in
vigore il regolamento, che disciplina ex novo la materia.
[Quindi non c’è una frattura del sistema delle fonti, poiché l’abrogazione avviene attraverso una
legge. In
qualsiasi momento il Parlamento potrà adottare una nuova legge che va a disciplinare quella
materia.]
Questo tipo di regolamento viene utilizzato per attuare direttive dell’UE (approvare una legge è
troppo lungo).

Altri tipi di regolamenti….


• Regolamenti ministeriali → regolamenti emanati su proposta del Ministro competente per il
settore di relativa spettanza.
Questo non ha né numero e hanno e si citano con la data e quale ministro l’ha adottato sennò pin quella
data possono averli adottati tutti i ministri saluti, istruzione, … devi specificare

• Regolamenti interministeriali → adottati d’intesa da due o più ministri (es. decreto del ministro
dell'istruzione in intesa con il ministro dell’economia e delle finanze)

Entrambi sono subordinati ai regolamenti governativi e devono essere comunicate dal presidente del
consiglio prima di essere adottati con decreto ministeriale (o interministeriale)

DPCM!! Sono un altro tipo di regolamenti: del presidente del consiglio dei ministri → sono spesso
utilizzati per coordinare l'azione dei vari ministeri su questioni di interesse generale o di rilevanza
nazionale.

Che rapporto c’è tra questi regolamenti?


Sono tutte fonti secondarie. Se due regolamenti entrano in contrasto si va a vedere chi ha la competenza
su quella materia.
In ogni caso il regolamento Consiglio dei Ministri prevale sugli altri (perché presidente Consiglio dei
Ministri mantiene l’unità politica del Governo quindi la decisione dell’indirizzo politico comune prevale
su quello individuale).

Come adottare un regolamento?


Il governo prima deve ottenere il parere del Consiglio di Stato e il visto della Corte dei Conti.
Parere del Consiglio di Stato → Il Consiglio di Stato valuta se il regolamento rispetta la fonte primaria,
cioè se è conforme alla Costituzione, alle leggi e ai trattati internazionali.
Questo parere è obbligatorio (il Governo è tenuto a richiederlo) MA non è vincolante; cioè Governo può
decidere di ignorare il parere del Consiglio di Stato e approvare comunque il regolamento.
[In realtà se il Consiglio di Stato ha dei dubbi è difficile che si vada avanti per evitare questioni di
legittimità in futuro]
Visto della Corte dei Conti → questa valuta se il regolamento è coerente con la normativa di primo grado
in ambito economico-finanziario.
Se la Corte dei conti rilascia il visto, significa che il regolamento è conforme alle disposizioni finanziarie e
non comporta eccessivi costi. Tuttavia, se la Corte dei Conti non concede il visto, il Governo può
comunque procedere con l'approvazione del regolamento.
Un altro tipo di regolamenti sono adottati dalle AUTORITÀ AMMINISTRATIVE INDIPENDENTI (AAI) che sono
autorità statali:

Perché si chiamano autorità amministrative indipendenti?


- Autorità perché hanno dei poteri pubblici (autoritativi)
- Indipendente: sono indipendenti dall’ indirizzo politico del Governo
- Amministrative: curano l’interesse della comunità → l’attività amministrativa in generale consiste nella
cura dell’interesse generale.
(Nascono dalle agenzie statunitensi che curano in modo più tecnico alcuni aspetti)

A volte questi organi sono istituiti dallo Stato, altre volte le organizzazioni internazionali ci invitano a farlo.
Le A(A)I sono organi pubblici nominati con vari criteri, e sono scelti per competenza tecnica e non per indirizzo
politico.
Lavorano in settori particolarmente delicati, ad esempio per la tutela dei diritti costituzionali fondamentali.
Sono state istituite con legge (ovvero il parlamento ha approvato una legge con la quale sono state create queste
autorità) → sono quindi create con una fonte di grado primario, la quale attribuisce loro delle funzioni, dando dei
poteri normativi.
Ha attribuito a tutte queste autorità un potere normativo di tipo secondario.
Dunque, le A(A)I:
• Sono istituite con una legge
• Hanno potere normativo secondario
• Hanno stesso grado dei regolamenti del governo
• Hanno una riserva di competenza => certe materie devono essere regolate dalle autorità che hanno
quelle date competenze

Es. Autorità per le comunicazioni, garante della privacy, banca Italia, garante per l’infanzia, …. ecc
Che rapporto hanno con i regolamenti del Governo? Sono fonti di pari grado (entrambe secondario) e hanno una
riserva di competenza (cioè se c’è contrasto su qualcosa si guarda alla competenza su quella materia)

Abbiamo anche noi le agenzie es entrate, … che hanno una loro autonomia
Una via di mezzo è l’agenzia regionale per l’ambiente ARPA ha in realtà funzioni amministrative, non è collegata
politicamente ma fa parte dell’amministrazione della regione
E un organo del territorio di vigilanza
E più simile ad un’autorità dipendente che ad un’agenzia

Quindi abbiamo visto i criteri di classificazione dei regolamenti:


- Criterio soggettivo, che va ad analizzare il soggetto che scrive il regolamento;
- Criterio relazionale, che va ad analizzare il rapporto tra regolamento e fonte primaria.
FONTI DIRITTO REGIONALE
− Statuti delle regioni ordinarie (1°)
− Leggi regionali (1°)
− Regolamenti regionali (2°?)

[IDK: Nascita delle Regioni a Statuto Ordinario (1970): Nel 1970, la Costituzione italiana viene modificata per
introdurre le Regioni a Statuto Ordinario. Questo cambiamento costituzionale riguarda principalmente l'articolo
123, che tratta degli statuti regionali, e comporta l'abrogazione dell'articolo 126.
Legge di Delega del 1997: Nel 1997 viene approvata una legge di delega che autorizza il governo a intervenire
attraverso una legge primaria per potenziare le funzioni amministrative degli enti locali. Questo intervento include
l'aggiunta del principio di sussidiarietà verticale.
Legge Costituzionale del 1999: Nel 1999 viene approvata una legge costituzionale che modifica il Titolo V della
Costituzione italiana. Questa modifica riguarda gli articoli 116, 117, 118 e 119, che vengono riformati per
potenziare l'autonomia regionale. In particolare, si inizia a parlare di federalismo fiscale, con una transizione dalla
finanza derivata, in cui lo stato detiene i fondi, alla finanza propria, in cui le regioni gestiscono i propri fondi.
Questo processo non si conclude nel 2001, ma prosegue ancora oggi.
Aumento delle funzioni amministrative: Come risultato di questi interventi normativi, si assiste a un aumento
progressivo delle funzioni amministrative degli enti locali e delle regioni. Questo processo mira a rendere l'Italia
più simile a uno stato federale, con un maggiore grado di autonomia per le regioni e una maggiore responsabilità
nell'amministrazione delle risorse finanziarie.
Ruolo del Consiglio dei Ministri: È importante notare che questo processo avviene principalmente tramite
interventi deliberati dal Consiglio dei Ministri, che agisce come organo decisionale centrale, anziché coinvolgere
direttamente il Parlamento. Questo sottolinea il ruolo centrale del governo nell'attuazione delle riforme regionali
e nell'evoluzione del sistema amministrativo italiano.]

Il Titolo V della Costituzione italiana, intitolato regola la forma di governo delle regioni e delle province
autonome, nonché la ripartizione delle competenze legislative e amministrative tra lo Stato centrale e gli
enti territoriali.

- L'articolo 114 stabilisce i principi fondamentali che devono guidare i rapporti tra lo Stato e le
regioni, inclusi i principi di autonomia, lealtà e solidarietà.

- Gli articoli 116-119 stabiliscono le forme di governo delle regioni e delle province autonome di
Trento e Bolzano. Le regioni possono adottare una forma di governo a statuto ordinario o a
statuto speciale, mentre le province autonome hanno un regime speciale di autonomia.

- Gli articoli 117-122 disciplinano la ripartizione delle competenze legislative e amministrative tra
lo Stato e le regioni.

- L'articolo 123 regola la forma di approvazione degli statuti delle regioni e delle province
autonome. Fornisce anche disposizioni per l'armonizzazione degli statuti regionali con la
Costituzione.

1. STATUTI
(art. 123): Lo statuto regionale regola la forma di governo della regione e altri aspetti relativi al suo
funzionamento e ai diritti politici dei cittadini. Deve essere conforme alla Costituzione italiana.

Lo statuto delle regioni è disciplinato dall'articolo 123 della Costituzione italiana


Gli statuti regionali sono approvati dal Consiglio Regionale della regione stessa.
Il processo di approvazione avviene in due fasi:
- fase necessaria → l'approvazione da parte del consiglio regionale e avviene in due successive
deliberazioni a distanza non inferiore ai due mesi in ogni liberazione il testo deve essere
approvato a maggioranza assoluta
- fase eventuale → riguarda l'intervento il corpo elettorale tramite referendum.

Lo statuto regionale ha una forza giuridica particolare ed è considerato un atto atipico. Il suo contenuto
comprende le materie elencate nell'articolo 123 della Costituzione, ma può anche integrare altre
materie nel rispetto della Costituzione.

STATUTI SPECIALI:
Art. 116
“Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta
dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali
adottati con legge costituzionale.
La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di
Bolzano”.

Art. 123 (gli statuti) → Originariamente, prima di una modifica del 1999, lo statuto delle regioni a statuto
speciale doveva essere approvato dal Parlamento come una legge ordinaria, basata su un testo redatto
dai consigli regionali.
Ciò significava che il Parlamento poteva approvare o respingere lo statuto, eventualmente rimandandolo
alle regioni per modifiche (quindi alla volontà della regione si affiancava quella del parlamento).

Nel 2001 fu riformato:


- La revisione dello statuto è su iniziativa del governo o di iniziativa parlamentare, il progetto
di legge costituzionale deve essere comunicato all'assemblea regionale che ha due mesi per
esprimere un proprio parere
- Non c'è luogo per referendum nazionale

Il principio del favor autonomiae → se le disposizioni del Titolo V della Costituzione ( → ricordi? Regola
l'organizzazione degli enti locali) concedono una maggiore autonomia rispetto a quanto stabilito negli
statuti delle regioni a statuto speciale, prevalgono le disposizioni del Titolo V.
Questo principio assicura che tutte le regioni, comprese quelle a statuto speciale, possano beneficiare di
un aumento dell'autonomia regionale.
[questo è dovuto dal fatto che gli statuti delle regioni a statuto speciale sono rimasti rigidi mentre il titolo
V può variare ed essere ampliato]

2. LEGGI REGIONALI
Chi delibera le leggi regionali?
Il Consiglio Regionale → ogni regione italiana ha il suo Consiglio Regionale, che è composto dai
rappresentanti eletti dai cittadini della regione stessa attraverso elezioni regionali.

Art. 117: Disciplina la suddivisione delle competenze legislative tra lo Stato centrale e le regioni.

→ Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:


a) politica estera e rapporti internazionali dello Stato; rapporti dello Stato con l'Unione Europea; diritto di
asilo e condizione giuridica dei cittadini di Stati non appartenenti all'Unione Europea;
b) immigrazione;
c) rapporti tra la Repubblica e le confessioni religiose;
d) difesa e Forze armate; sicurezza dello Stato; armi, munizioni ed esplosivi;
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema
tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici[26];perequazione delle risorse
finanziarie;
f) organi dello Stato e relative leggi elettorali; referendum statali; elezione del Parlamento europeo;
g) ordinamento e organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici nazionali;
h) ordine pubblico e sicurezza, ad esclusione della polizia amministrativa locale;
i) cittadinanza, stato civile e anagrafi;
l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;
m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere
garantiti su tutto il territorio nazionale; (viene chiamata competenza trasversale tocca tutte le materie)
n) norme generali sull'istruzione;
o) previdenza sociale;
p) legislazione elettorale, organi di Governo e funzioni fondamentali di Comuni, Province e Città
metropolitane;
q) dogane, protezione dei confini nazionali e profilassi internazionale;
r) pesi, misure e determinazione del tempo; coordinamento informativo statistico e informatico dei dati
dell'amministrazione statale, regionale e locale; opere dell'ingegno;
s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali.

In queste materie SOLO lo stato può adottare leggi quindi uguali in tutte le regioni.

→ Materie di competenza legislativa concorrente [comma 3] → concorrente = correre insieme,


vanno a disciplinare quella determinata materia sia lo stato che la regione.

Queste materie sono:


“Rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; commercio con l'estero; tutela e sicurezza
del lavoro; istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e
della formazione professionale; professioni; ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione
per i settori produttivi; tutela della salute; alimentazione; ordinamento sportivo; protezione civile;
governo del territorio; porti e aeroporti civili; grandi reti di trasporto e di navigazione; ordinamento della
comunicazione; produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; previdenza complementare
e integrativa; coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; valorizzazione dei beni
culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; casse di risparmio, casse rurali,
aziende di credito a carattere regionale; enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.”

Come?
Lo stato può adottare una legge, la quale detta i principi fondamentali della materia (cioè quello che
vuole sia uguale a livello nazionale), la regione disciplina il dettaglio di quella materia nel rispetto dei
principi fondamentali dello stato in quella materia.
La legge statale è definita legge quadro o cornice.
Es. legge quadro sui disabili (la 104)

In caso di conflitto?
In caso di conflitto normativo tra norme statali e regionali su una materia di competenza concorrente, la
legge dello Stato ha prevalenza su quella della regione. Questo principio di supremazia della legge statale
assicura l'unità normativa del Paese e previene eventuali conflitti giuridici tra enti statali e regionali.

→ Competenze legislative esclusive delle regioni [comma 4] → In tutte le materie non elencate nel
comma 2 o 3 la regione ha competenza legislativa esclusiva (e non deve rispettare una legge
statale), quindi alle regioni spetta la competenza residuale.
[Questo metodo è tipico dello stato federale.]

[questa divisione della competenza (esclusiva, concorrente, …) è utile in caso di contrasto tra fonti
primarie dello stato e delle regioni perché a quel punto si vede la competenza della materia]

N.B. L’articolo 117 è stato riformato nel 2001, nella formulazione originale c’erano materie di
legislazione concorrente e materie di competenza statale esclusiva NON c’erano materie esclusive per le
regioni, nel 2001 furono introdotte queste materie.

MA in concreto rimane veramente poco alle regioni, rimane:


- Professioni (la formazione professionale) MA disciplina delle professioni è materia concorrente,
lo stato prevede l’istituzione delle regioni (le regioni non possono inventarsi le professioni lo fa lo
stato)
Altro:
- Organizzazione e funzionamento delle proprie istituzioni regionali, compreso il Consiglio
Regionale e la Giunta Regionale.
- Pianificare e regolare l'uso del territorio all'interno dei loro confini, inclusa la tutela dell'ambiente
e la gestione del territorio.
- Pianificazione urbanistica e nella disciplina dell'edilizia
- Regolare il trasporto pubblico locale, inclusi autobus, tram, metropolitane e altri mezzi di
trasporto urbano.
Ed altro …

N.B. Sarebbe possibile trasferire la competenza legislativa dalle materie di competenza esclusiva dello
Stato alle regioni sia in via concorrente che esclusiva.
Per trasferire competenze legislative dalle materie di competenza esclusiva dello Stato alle regioni, è
necessario adottare una legge costituzionale.
[Una legge costituzionale è un atto normativo che modifica la Costituzione stessa, e per essere
approvata richiede una maggioranza qualificata e, in alcuni casi, anche un referendum confermativo.]
Le uniche materie che potrebbero essere trasferite sono quelle indicate nell’ art. 117 con:
- Lettera L: organizzazione giustizia di pace
- Lettera N: istruzione
- Lettera S: ambiente

3. REGOLAMENTI REGIONALI:

Regioni hanno anche competenza regolamentare→ qual è l’organo regionale che delibera i regolamenti?
L'organo regionale che delibera i regolamenti è il Consiglio Regionale.
Le regioni sono dotate di un proprio organo legislativo, chiamato Consiglio Regionale, che ha il compito
di adottare le norme di legge regionali e di esercitare la potestà legislativa in ambito regionale.

I regolamenti regionali sono atti normativi emessi dal Consiglio Regionale per disciplinare materie di
competenza regionale E emanati dal presidente della Giunta.
Queste norme regolamentari possono riguardare una vasta gamma di settori, come l'urbanistica,
l'ambiente, la sanità, l'istruzione, il turismo, l'agricoltura e molti altri.

N.B. Quindi, sia la giunta regionale che il consiglio regionale hanno il potere di adottare regolamenti, ma
con distinte competenze e procedure.

- Giunta regionale → ha il potere di emanare regolamenti esecutivi o amministrativi. Questi


regolamenti possono riguardare l'attuazione delle leggi regionali, l'organizzazione e il
funzionamento delle amministrazioni regionali, nonché altre questioni di competenza
amministrativa.

- Consiglio regionale → Il consiglio regionale ha spesso il potere di deliberare e adottare


regolamenti legislativi. Questi regolamenti possono riguardare la creazione di nuove leggi
regionali o l'emendamento di leggi esistenti. Il consiglio regionale può anche approvare
regolamenti su questioni di interesse generale o settoriale, che possono essere vincolanti per
l'intera regione.
QUINDI dipende dallo statuto di ciascuna regione a chi attribuire il potere regolamentare e in quali casi

La procedura per l'approvazione dei regolamenti regionali prevede tipicamente una fase di iniziativa da
parte di uno o più consiglieri regionali o dell'esecutivo regionale (la Giunta Regionale), seguita dalla
discussione e votazione in sede consiliare. Una volta approvati dal Consiglio Regionale, i regolamenti
regionali entrano in vigore e hanno efficacia normativa sul territorio della regione di competenza.

In quali materie le regioni hanno competenza regolamentare? La regione può fare regolamenti sia
nelle materie di loro legislazione esclusiva che in quelle in legislazione concorrente (quindi non può
fare regolamenti nelle materie attribuite alla esclusiva competenza dello stato)

ALTRE FONTI → enti locali


Enti locali: comuni, province e città metropolitane
FONTI DEGLI ENTI LOCALI:
- Statuti
- Regolamenti

[Questi enti hanno solo podestà normativa secondaria]

STATUTI: è l'atto con cui si delimitano l'organizzazione dell'ente locale, è previsto un procedimento
aggravato di approvazione.
→ statuto del comune: è deliberato dal consiglio comunale a maggioranza dei 2/3 dei
componenti se questa maggioranza non viene raggiunta il progetto è messo in votazione
entro 30 giorni ed approvato se, in due successive liberazioni, ottiene il voto favorevole
della maggioranza assoluta dei consiglieri
→ statuto della provincia: è adottato l'assemblea dei sindaci su proposta del consiglio
provinciale.
Limiti agli statuti → solo la legge dello Stato

REGOLAMENTI: ogni ente locale dispone di potestà regolamentare per disciplinare l'organizzazione
e lo svolgimento delle funzioni dell'ente.
I limiti ai regolamenti locali → sono sia la legge statale che quella regionale (→ quindi i
regolamenti devono anche rispettare la legge regionale competente in materia)
FONTI DI RELAZIONE EXTRA-STATUALE:
Sono fonti di diritto che hanno incidenza nel nostro ordinamento giuridico e che derivano dai rapporti con
altri stati.

TRATTATI internazionali: (art.10): (accordi sovranazionali) mezzo attraverso il quale gli stati cercano di
trovare degli accordi per disciplinare i loro rapporti.
Accordi tra stati sovrani dove i quali decidono di limitare la propria sovranità senza perderla. Possono
essere trattati bilaterali o multilaterali.
Se uno degli stati non rispetta un trattato subisce delle sanzioni, arrivando fino al diritto di ritorsione da
parte dell’altro stato.

Trattato → assume una forma di fonte del diritto.

Come vengono fatti?


Una volta che gli stati hanno convenuto sul testo, il trattato deve essere ratificato. Poi le ratifiche vanno
scambiate (io te lo mando e tu pure, si sono reciprocamente impegnati)
Dopodiché deve essere trasferito all’interno dell’ordinamento giuridico dello stato; per farlo si adotta
una legge → legge di esecuzione del trattato (è una legge di grado primario).
A questo punto il trattato entra nel nostro ordinamento ed è effettivo.

È una legge ordinaria che però ha una forza maggiore perché se la cambiassi → cambierebbero anche i
rapporti con quello stato, succede un guaio.
Quindi per essere modificata deve essere fatto congiuntamente tra gli stati.
Lo stato può reagire se non viene rispettato il trattato

Esiste anche la legge di autorizzazione a ratificare i trattati internazionali → (diversa da quella di


esecuzione), è precedente alla ratifica: può succedere che il Parlamento si pronunci prima della ratifica
del presidente, quini è una legge del Parlamento.

Trattati possono essere anche multilaterali. es. convenzioni di diritti eu, trattato di Lisbona, …
Questi possono essere
- Aperti → ammettono altri stati oltre a quelli inizialmente firmatari
- Chiusi → non ammettono l’adesione di altri stati
Possono essere aperti a certe condizioni es. forma di stato democratici, stabilità finanziari, …
Si può uscire? Certo ci possono essere dei criteri o no però si può uscire.

Alcuni trattati istituiscono anche organi permanenti che hanno funzioni proprie es. eu: bce, …

L’Unione Europea: accordo internazionale tra stati che godono della propria sovranità,
mantenendo ciascuno la sua costituzione.
L’UE gode di personalità giuridica, si basa su Trattati multilaterali (vincolanti per i soli stati
firmatari). Ha una struttura confederale ed è caratterizzato dalla costituzione di organi comuni e
giuridicamente distinti da quelli degli stati membri; viene rispettato il principio di sussidiarietà.
Limite? Ovviamente i principi supremi dell'ordinamento costituzionale dei diritti inalienabili della
persona (gli stessi che sono i limiti alla revisione costituzionale)

Contrasto? Se una legge italiana è in contrasto con una direttiva o un regolamento dell'UE, la legge
italiana deve essere interpretata e applicata in modo tale da garantire la piena conformità con il
diritto dell'UE → cioè vince la legge UE

TRATTATO UNIONE EUROPEA: Trattato di Lisbona


È costituito da 3 parti, è entrato nel nostro ordinamento ma è sottostante alla Costituzione,
limitando NON eliminando la sovranità.
Le 3 parti sono:
- Trattato sull’Unione Europea (TUE) → dà i principi su cui si fonda l’UE: principio di sussidiarietà,
collaborazione, rispetto sovranità altrui, …
- Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) → ci dice le materie di competenza
dell’UE, quali sono gli organi della l’UE, cosa fanno questi organi es. corte giustizia, bce, … (è la
parte più corposa)
- Carta dei diritti fondamentali → scritta a Nizza del 2000, creata come base per una
costituzione europea della quale si sentiva la necessità: doveva essere il fondamento
dell’UE.
Una costituzione sotto forma di trattato che solo alcuni stati rettificarono (es. Italia), altri stati
fecero un referendum consultivo –non vincolante- (es. Olanda e Francia) che ebbero risultato
negativo: sostenevano fosse un passaggio troppo forte che in futuro avrebbe potuto portare alla
perdita di nazionalità di ciascuno stato; inoltre si temeva che venisse a mancare la tutela dei diritti
fondamentali (servizi sociali privatizzati e non più garantiti dagli stati, non più protezione sociale).

Si tornò quindi a chiamarlo trattato → sulle ceneri di questo fu scritto il Trattato di Lisbona nel 2009
E si decidere di mettere questa Carta come parte del trattato.

L’UE è costituita da organi permanenti che, tra le varie cose che fanno adottano delle fonti del diritto
(art. 288)
Possono adottare degli atti giuridici che sono: regolamenti, decisioni, direttive, raccomandazioni e pareri

Solo direttive e regolamenti FONTI DEL DIRITTO derivate dal trattato dell’Unione Europea (le altre 3 non
sono fonti del diritto).
Raccomandazioni → sono degli obbiettivi e non sono vincolanti. Un suggerimento diretto a
raggiungere un certo risultato e a tenere un certo comportamento.
Pareri → sono consulenze
Decisioni → sono vincolanti; è un atto della commissione o del consiglio dell’UE rivolto a uno o più
stati membri specificamente individuati, ai quali viene imposto di adottare una manovra correttiva.
es. L’UE decide che la Croazia deve adottare l’Euro.

FONTI DEL DIRITTO DERIVATE DAI TRATTATI:


L’Unione Europea adotta direttive e regolamenti, quindi ha potere del legislativo (normativo) che è
di competenza del Parlamento europeo e del Consiglio dell’UE.
- Regolamenti europei: sono fonti primarie immediatamente applicabili all’interno degli stati
membri (entrano immediatamente negli ordinamenti giuridici degli stati membri).
MA in caso di contrasto tra fonte primaria NAZIONALE e il regolamento dell’UE io applico il regolamento
dell’UE e NON applico la fonte nazionale.
N.B. quella nazionale non è abrogata, non è eliminata se il regolamento dell’UE se ne va torna quella
nazionale allora.
Invece se c’è un conflitto tra una legge costituzionale e un regolamento UE prevale la costituzione.
La costituzione prevale su ogni altra fonte, dal punto di vista giuridico.

- Direttive europee: sono fonti generali ed astratte che si rivolgono agli stati membri. La
direttiva pone obbiettivi di risultati che gli Stati membri devono raggiungere entro un dato
termine, in modo da rendere armonica le loro legislazioni.
Lo stato deve cambiare entro un dato termine la normativa per attuare la direttiva.

Come vengono attuate?


L’Italia dà attuazione alle direttive europee attraverso una legge europea e una legge di
delegazione europea (sono due fonti nazionali).
Queste si approvano ogni anno così da attuare tutte le direttive che piano piano sono state
inserite, così che si garantisca l’armonizzazione della legislazione italiana con quella degli altri stati
dell’Unione Europea.

Le direttive self-executive (Norme auto-applicative) valgono come regolamento.


- Legge europea: Direttive in scadenza, per dare attuazione subito
- Legge di delegazione europea: Direttive che scadono tra qualche anno (il Parlamento
delega
il Governo il quale adotterà dei decreti legislativi, questa legge contiene anche delle
autorizzazioni...??) Se le direttive non vengo attuate entro il termine l’UE contesta
l’inadempimento e da un sollecito, dando un ulteriore scadenza, se non viene rispettata la
commissione chiama lo stato davanti alla Corte di Giustizia (lo stato viene condannato ad
adempiere e a pagare una sanzione).
FORME DI GOVERNO:
Descrivo i rapporti tra gli organi fondamentali di un’organizzazione statale, tenendo anche conto
dei governati.

Forma di governo italiana: PARLAMENTARE

→ Il corpo elettorale (formato da tutti i cittadini sopra i 18) elegge il Parlamento a suffragio
universale diretto.

→ In una forma repubblicana (la nostra) il Parlamento a sua volta elegge il capo dello stato
(Presidente della Repubblica) in seduta comune integrata con 3 rappresentanti per regioni ad
eccezione per la Valle d’Aosta che ne ha 1.

[Comunque, la forma d
i Governo parlamentare può anche essere di tipo monarchico oltre che repubblicano es. Spagna, il capo
dello stato non è eletto dal Parlamento; il titolo di re si trasmette a livello di sangue.]

→ Il presidente repubblica nomina il presidente del Consiglio dei Ministri e su proposta del Consiglio
dei Ministri anche i singoli ministri (“su proposta” ma in realtà accetta sempre non può rifiutare
almeno che non c’entrano reati gravi contro lo stato, se rifiuta c’è un processo molto lungo).

ATTENTA AI VOCABOLI!
Organo collegiale → elegge
Organo individuale → nomina

→ Tra il Parlamento e il Governo ci deve essere un rapporto di fiducia, il Governo per poter
governare deve ottenere la fiducia del Parlamento
Dare la fiducia= accettazione da parte del Parlamento del programma politico del Governo.

→ Presidente della Repubblica→ pensa chi è che può piacere a questo Parlamento (se è emersa una
maggioranza in Parlamento obv si capisce che quello è quello che piacere di più)
Quindi fa delle consultazioni importanti per relazionarsi con le forze di Governo, ascolta i presidenti delle
2 camere e sceglie un presidente del consiglio dei ministri.

→ Lo sceglie e gli dà l’incarico di formare il nuovo Governo.


(si dice che accetta l’incarico con assenzo cioè lo accetta a patto che trovi i suoi ministri non è che può
governare da solo)
Il PCM stila una lista di ministri, il PdR così elegge i vari ministri.
Questo nuovo Governo per entrare nell’esercizio deve prestare giuramento nelle mani del PdR con
la seguente formula: "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare lealmente la Costituzione
e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse esclusivo della nazione".
Prestare giuramento= non sovvertire l’’ordine democratico della nazione, cioè rispetto della
Costituzione e dei valori costituzionali.
Nel momento del giuramento il nuovo Governo entra in esercizio delle funzioni di ordinaria
amministrazione (porta avanti le cose correnti ancora non può fare scelte politiche).

→ Successivamente il Governo presenta il programma politico davanti alle camere.


SE entrambe gli danno la fiducia (tramite una votazione sul programma politico del Governo a
maggioranza relativa) il Governo entra nel PIENO ESERCIZIO delle proprie funzioni.

→ Il rapporto fiduciario deve sempre persistere per far in modo che il Governo resti al potere,
qualora la fiducia venga meno il Governo deve DIMETTERSI.
Può venire meno in modo:
- Implicito: Il Parlamento ostacola il Governo (aumentano interpellanze, respinge tutti i ddl, …), il
Governo non riesce più a lavorare e si dimette.
- Esplicito: una votazione del Parlamento, il Parlamento vota una mozione di sfiducia (sempre a
maggioranza relativa) dopo aver anche ascoltato il Consiglio dei Ministri e aver fatto un dibattito.

Il Governo cade → il Parlamento è eletto dal corpo elettorale per 5 anni; quindi, se il Governo cade il
Parlamento non si scoglie perché è stato votato per 5 anni e per 5 anni rimane.
Quindi il Presidente della Repubblica deve provare a riformare un Governo con quel Parlamento,
ricomincerà quindi le consultazioni sempre con l’ottica di prima, lo trova e rifà l’iter di prima.

Presidente ha un potere fondamentale: quello di scioglimento delle camere o anche una di esse sentiti i
loro presidenti (sentiti e basta, poi decide lui).

Governo tecnico?
Governo tecnico si usa quando non si trova nessun presidente del Consiglio dei Ministri da sostituire ma
c’è una scadenza importante a breve es. approvare un bilancio.
A questo punto si sceglie qualcuno che non è nelle liste politiche o che abbia vinto le lezioni ma che sia
preparato riguardo ciò che c’è da fare a breve
A questa persona si dà il compito di formare un governo, come è solito che si chiama TECNICO, ma potrà
rimanere nel suo ruolo anche passata la scadenza che doveva eseguire (se il Parlamento gli lascia la
fiducia).
Perché fare ciò? Perché così si trova qualcuno di competente che però non è nell’arena politica che è
calda in quel momento, in un momento di crisi magari si fa ciò.
Altre forme di Governo:
- Governo Presidenziale: (es. Usa) il Presidente è sia capo dello stato che capo del Governo,
la scelta dell’indirizzo politico spetta solo a lui.
Il Presidente è eletto dal popolo, può essere messo in stato di accusa per cattiva condotta ma resta
comunque in carica per l’intero periodo prestabilito e non può sciogliere anticipatamente le
camere. Il P.R sceglie il proprio Governo e non c’è bisogno della fiducia, il PR ha potere di veto sui
disegni di legge.

- Governo direttoriale: (es. Svizzera) Viene eletto un Parlamento che nomina un Direttorio
(che ha funzione di Governo e sta in carica 4 anni, composto da 7 persone) non viene
chiesta la fiducia poiché è nominato del Parlamento e il Presidente del Direttorio viene
eletto tra i componenti di questo.
Il presidente ha funzione di capo di stato, svolge le funzioni di Governo e quindi di indirizzo politico
del paese, ha un incarico annuale; 4 su 7 saranno presidenti.

- Monarchia parlamentare: il potere del re è limitato dal Parlamento che ha il potere


legislativo e dalla legge che è la Costituzione, che riconosce ai cittadini i diritti fondamentali
e più (l’uguaglianza di fronte alla legge e dei diritti quali libertà personale, di riunione, di
stampa, libertà religiosa).

- Governo semipresidenziale: (es. Francia, Finlandia, Portogallo…) forma intermedia fra il


Governo parlamentare e il Governo presidenziale: ha come caratteristica principale il
doppio rapporto di fiducia che lega il Governo sia al Presidente, da cui è nominato, sia al
Parlamento, da cui deve comunque ottenere la fiducia.
Anche qui il presidente è eletto dal popolo

Potrebbero piacerti anche