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Rigenerati Per Una Speranza Viva

Rigenerati per una speranza viva

Caricato da

Mariano Mariani
Copyright
© © All Rights Reserved
Per noi i diritti sui contenuti sono una cosa seria. Se sospetti che questo contenuto sia tuo, rivendicalo qui.
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Rigenerati Per Una Speranza Viva

Rigenerati per una speranza viva

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DIOCESI DI PATTI

Centro Diocesano Vocazioni

Rigenerati per
una speranza viva
Riflessioni sul Vangelo del giorno
per il Tempo Ordinario (Anno C)
Settimane XXII-XXXIV
DIOCESI DI PATTI
Centro Diocesano Vocazioni

Rigenerati per
una speranza viva (1Pietro 1,3)

Riflessioni sul Vangelo del giorno


per il Tempo Ordinario (Anno C)
Settimane XXII-XXXIV
Il volumetto è stato curato da don Calogero Tascone e dall’Equipe del
Centro Diocesano Vocazioni della Diocesi di Patti (Me).

I testi delle riflessioni, sono stati preparati da:


Suor Giuseppina Prinzi fdz, originaria di Motta D’Affermo (Me)
(Settimane XXII-XXIV)
Fam. Cincotta – Maniaci Brasone di Sant’Agata di Militello (Settimana XXV)
Suor Aureliana Foti fdz, originaria di Tortorici (Me) (Settimana XXVI)
Fam. Maimone – Candio di Patti (Settimana XXVII)
Fam. Napoli – Lanza di Oliveri (Settimana XXVIII)
Fam. Ricciardello – Ciaravella di Gliaca di Piraino (Settimana XXIX)
Fam.Varrica – Fichera di Castell’Umberto (Settimana XXX)
Fam. Sapienza – Lenzo Stancampiano di Sant’Angelo di Brolo
(Settimana XXXI)
Fam. Stanzù – Guarnera di Capizzi (Settimana XXXII)
Fam. Porrello – Ferraro di Capizzi (Settimana XXXIII)
Prof.ssa Maria Porracciolo, della parrocchia S. Lucia in Mistretta
(Me) (Settimana XXXIV)

Alcuni testi sono stati scelti tra quelli presenti nell’archivio del CDV
della Diocesi

Immagine di copertina: Masaccio, Il Battesimo dei Neofiti,Affresco, 1425 ca,


Cappella Brancacci, Basilica di Santa Maria del Carmine, Firenze.
https://it.wikipedia.org/wiki/Battesimo_dei_neofiti

© 2025 - Centro Diocesano Vocazioni


Seminario Vescovile di Patti
Piazza Cattedrale - 98066 Patti (ME)
Tel. 0941.21047
[email protected]
Per chi desidera inviare una offerta
CCP 11119989 – OVS
IBAN IT90 D076 0116 5000 0001 1119 989
È possibile scaricare i file Word e PDF dai siti
www.diocesipatti.it e www.qumran2.net inserendo il titolo del sussidio
Presentazione
del Vescovo

arissimi,

C con il desiderio profondo che sempre più fedeli


possano accostarsi con cuore docile all’ascolto e
alla meditazione della Parola di Dio, con gioia vi consegno
questo fascicolo per la preghiera personale e comunitaria,
arricchito da meditazioni quotidiane sul Vangelo del giorno
nel Tempo Ordinario. Il volumetto, dal titolo “Rigenerati
per una speranza viva”, accompagna il nostro cammino
liturgico a partire dalla XXII settimana del Tempo Ordinario
fino alla Solennità di Cristo Re dell’Universo.
Mentre ci avviamo verso la conclusione dell’Anno Giubi-
lare, sentiamo ancora vivo nel cuore il bisogno di proclama-
re con fermezza che Cristo Gesù è la Speranza del mondo, e
che noi, suoi discepoli, ne siamo i testimoni.
Scrive San Pietro nella sua prima lettera: «Sia benedetto
Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande
misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione
di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva» (1Pt 1,3).
Queste parole, rivolte ai cristiani di allora – provati da
persecuzioni e difficoltà – risuonano oggi con la stessa forza,
invitandoci a guardare alla risurrezione del Signore come
sorgente di speranza. Nessun dramma umano, infatti, può
oscurare il dono della vita eterna, offerta a quanti, median-
te il Battesimo, sono stati rigenerati nella morte e risurre-
zione di Cristo.
Il nostro pensiero va, in particolare, a quanti ancora oggi
soffrono a causa della fede: per loro invochiamo il dono del-
la giustizia, della pace e della concordia tra i popoli.
Le parole di Pietro parlano anche a noi, che viviamo in
una terra dove la libertà religiosa è, almeno formalmente,
garantita. Anche in noi, giorno dopo giorno, la speranza ri-
schia di affievolirsi, fino quasi a spegnersi. Le cause possono
essere molte: il secolarismo diffuso, il dilagare dell’indivi-
dualismo, la ricerca di felicità effimere, il desiderio di ap-
parire, la brama del possesso, del potere, delle emozioni
facili e fugaci, oppure quelle scelte mediocri che, purtrop-
po, spesso elevano a idoli le illusioni del nostro tempo.
In questo scenario disorientante, che appesantisce
l’anima e la rende fragile, siamo chiamati a fare memo-
ria del nostro Battesimo, per ritrovare nel cuore il mo-
mento in cui siamo stati rigenerati a vita nuova. Da allo-
ra, l’essere di Cristo è diventato il nostro modo di vivere,
qui sulla terra e per l’eternità.
Le pagine che seguono vogliono essere uno strumento
semplice ma prezioso per alimentare questo ricordo e ac-
compagnarci nel dialogo con Dio attraverso la riflessione
sul Vangelo del giorno. Solo così potremo riscoprire la sor-
gente della vita e ravvivare la speranza seminata in noi.
Chi è animato dalla speranza sa che nella vita non vi
sono fallimenti definitivi, non vi sono sconfitte da cui non
si possa ripartire; sa che tutto ha un senso, è una grazia
e un’opportunità verso una migliore condizione della vita.
A tutti auguro un cammino fecondo, illuminato dall’a-
scolto della Parola, sorgente pura e perenne della vita
umana e cristiana.
Vi benedico di cuore.

Patti, 27 luglio 2025


† Guglielmo Giombanco, Vescovo
XXII Settimana
del Tempo Ordinario

5
XXII Settimana del Tempo Ordinario

XXII Domenica, 31 agosto 2025


Maria SS. di Gibilmanna
Liturgia della Parola
Sir 3,19-21.30-31; Sal 67; Eb 12,18-19.22-24; Lc 14,1. 7-14
La Parola del Signore
…è ascoltata
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi
dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Dice-
va agli invitati una parabola, notando come sceglievano i
primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non
metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato
più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dir-
ti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare
l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti
all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invi-
tato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore
davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà
umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Disse poi a colui che
l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non
invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi
vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia
il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto,
invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non
hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa
alla risurrezione dei giusti».
…è meditata
Nella ricerca dei primi posti a tavola da parte dei com-
mensali, Gesù pone in evidenza la comune tendenza
di ogni essere umano di stare il più avanti possibile
ed essere superiore agli altri. È ovvio che Gesù non
intende dare una norma di galateo o di buon compor-
tamento sociale. Egli infatti afferma “chiunque si esalta

6
XXII Settimana del Tempo Ordinario
sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”. È come se
dicesse che è meglio lasciare al padrone di casa l’as-
segnazione dei posti a tavola. Gesù vuole insegnarci
di porre la nostra fiducia in Dio e lasciare che sia Lui
a guidare la nostra vita. Per fare ciò, è di basilare im-
portanza guardare dentro il nostro cuore e scoprire che
posto occupa Dio nella nostra vita. Se Egli ha il primo
posto, allora siamo sulla giusta strada: la strada dell’u-
miltà! Diceva Endokimov che l’umiltà è l’arte di trovarsi
esattamente al proprio posto”, il posto della creatura,
sa riconoscere la verità del proprio essere in rapporto a
Dio creatore. Impariamo l’umiltà da Maria, la Madre di
Gesù e Madre nostra: “Il Signore ha guardato l’umiltà
della sua serva”. Gli altri non sono coloro che mi fanno
concorrenza nell’occupare il primo posto, ma sono per-
sone da amare e servire così come ha fatto Gesù e Ma-
ria. L’amore vero dà gratis, va al di là di ogni conside-
razione umana senza discriminare nessuno per nessun
motivo. Gesù menziona dei gruppi di persone con cui,
di solito è facile stare insieme: “amici, fratelli, parenti,
ricchi”. A questi, Gesù aggiunge altri quattro: “poveri,
storpi, zoppi, ciechi”. Queste persone, in genere, stanno
agli ultimi posti. Impariamo da Gesù a vivere la comu-
nione, la fraternità, la solidarietà con i più deboli ed
emarginati. Scegliamo la gratuità al posto del calcolo,
del potere. Non pensiamo al contraccambio poiché a
ciò penserà un ALTRO che ci assicura: “Riceverai la tua
ricompensa alla risurrezione dei giusti”. Se noi, già da
ora, consideriamo tutte le persone come aventi uguale
dignità e amiamo tutti senza limiti, godremo insieme
con loro nella Patria beata per tutta l’eternità.
…è pregata
Gesù, mite e umile di cuore, rendi il mio cuore simile al
tuo. Ti ringrazio per avermi insegnato la via della vera
umiltà con il tuo esempio e con la tua Parola di vita. Amen.

7
XXII Settimana del Tempo Ordinario

…mi impegna
Oggi, facciamo continui atti di amore e di umiltà. A sera,
lodiamo e ringraziamo il Signore per il dono della sua Pa-
rola e della sua continua presenza dentro di noi e tra noi.

SETTEMBRE

Lunedì, 1 settembre 2025


San Cono da Naso, Abate
GIORNATA PER LA SALVAGUARDIA DEL CREATO
Liturgia della Parola
1Ts 4,13-18; Sal 95; Lc 4,16-30
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù venne a Nàzaret, dove era cresciuto,
e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si
alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì
il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del
Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con
l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto an-
nuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi
la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’an-
no di grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò
all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti
erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si
è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti
gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole
di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è
costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Cer-

8
XXII Settimana del Tempo Ordinario
tamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura
te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao,
fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità
io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.
Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al
tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei
mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nes-
suna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèp-
ta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo
del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non
Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga
si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori
della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale
era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando
in mezzo a loro, si mise in cammino.
…è meditata
La nostra riflessione oggi si concentra su ciò che Gesù
dice di se stesso: “Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha
mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio,
per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi
la vista; per rimettere in libertà gli oppressi”. Gesù pre-
senta il suo programma agli abitanti di Nazareth facen-
do sue le parole di Isaia. Egli proclama che quelle pa-
role si stanno avverando nella sua persona e dunque
Egli si proclama il Messia atteso. Questa affermazione
provoca l’opposizione dei suoi compaesani che lo cac-
ciano via fino a tentare di ucciderlo. Proviamo a entra-
re in reale interiore contatto con la persona di Gesù.
Notiamo che Egli vuole dare un “lieto messaggio” e
ciò esige che il nostro cuore sia “povero”, “distaccato”
da qualsiasi genere di possesso. Egli viene a “scarce-
rarci” da quella prigione che è l’egoismo, un qualcosa

9
XXII Settimana del Tempo Ordinario

che ci spinge al peccato, ci allontana dalla verità fino a


soffocare in noi la vita. Gesù, viene ad aprirci gli occhi
del cuore e portarci a vedere la vera Luce e lo scopo
della nostra vita. Ci vuole portare all’abbraccio dell’A-
more del Padre che dà valore e senso alla nostra vita
quotidiana. Gesù viene ad aprire sentieri di libertà sia
in rapporto con Dio che con noi stessi e con gli altri.
Guardiamo alla persona di Gesù nel silenzio del no-
stro cuore, lasciamo che ci renda interiormente liberi,
lieti, rappacificati. In tutto il Vangelo Gesù ci rivela
come Lui vive la fraternità fino alla fine.
…è pregata
Gesù, tu sei l’Unico Figlio di Dio, ti sei fatto fratello
di tutti noi senza escludere nessuno. Tu sei l’Unto del
Signore, il “Messia”. Donaci lo Spirito Santo perché ci
lasciamo plasmare e convertire dalla sua Potenza e
Sapienza. Amen.
…mi impegna
A vivere il mio rapporto con gli altri così come fa Dio
con me stesso/a. Ringrazio il Signore per il dono del
Battesimo.

Martedì, 2 settembre 2025


San Elpidio di Lione, vescovo
Liturgia della Parola
1 Ts 5, 1-6. 9-11; Sal 26; Lc 4,31-37
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea,
e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti

10
XXII Settimana del Tempo Ordinario
del suo insegnamento perché la sua parola aveva autori-
tà. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da
un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che
vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so
chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente:
«Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo
alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono
presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai
questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti im-
puri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in
ogni luogo della regione circostante.
…è meditata
La pericope evangelica di oggi, offre diversi spunti
di riflessione che ci aiutano a interiorizzare l’insegna-
mento di Gesù e a viverlo nella vita di ogni giorno.
Gesù è venuto non per giudicare, ma per salvare l’u-
manità dal male. È una verità che già conosciamo e
siamo convinti che Gesù è venuto a portare la salvez-
za per tutti. Lo spirito maligno dice a Gesù: “Io so chi
tu sei: il Santo di Dio” (v. 34). È un riconoscimento solo
razionale che però è staccato dal cuore che non vede
in Gesù il Salvatore. La scissione tra mente, ragione
e cuore, tra verità e bene è la stessa rottura che c’è
in ciascuno di noi, esseri umani. Gesù può liberarci
da questo male e da tutte le forme di male presenti
in noi. È la sua Parola che ci libera, ci trasforma, ci
fa cambiare mentalità, ci porta a riconoscere Dio che
agisce nella nostra vita in mille modi per aprirci al
suo amore, alla sua misericordia, alla sua volontà. Da
parte nostra è richiesta tanta fede, umiltà, apertura,
sincerità, fiducia nell’ascoltare la Parola del Dio viven-
te e presente nel mondo. La Parola di Dio ha l’effica-
cia di restituirci la serenità, la gioia, la pace interiore
perché Egli agisce in noi e suscita il coraggio di avere

11
XXII Settimana del Tempo Ordinario

fiducia in Lui, illumina la nostra giornata e le nostre


scelte. Ci fa scoprire e comprendere le dinamiche che
stanno nel profondo del nostro cuore, nell’animo di
ogni persona. Dio non si stanca mai di parlarci e di
bussare alla porta del nostro cuore. La Parola di Dio
deve occupare il centro della nostra vita, della nostra
riflessione, del nostro percorso di vita e della nostra
vocazione. L’ascolto della Parola di Dio ci abilita a
parlare, a condividerla con gli altri. Gesù guarisce i
malati perché vuole creare persone libere, sane, che
vivono in pienezza la vita in tutti i suoi aspetti. L’au-
torevolezza di Gesù ci guarisce, ci sana, ci converte,
ci cambia nel profondo. Lasciamo che la sua Parola,
oggi, metta in evidenza, in noi, i modi sbagliati che
abbiamo di vivere la fede e decidiamo di diventare
suoi discepoli come Egli vuole. La prima conversione
da operare è in noi stessi.
…è pregata
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!
Io ti rendo grazie,
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l’anima mia. Dal Salmo 138
…mi impegna
A nutrirmi di più della Parola di Dio quotidianamente
per crescere nel suo amore e nella sua Sapienza.

12
XXII Settimana del Tempo Ordinario
Mercoledì 3 settembre 2025
San Gregorio Magno, papa e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
Col 1,1-8; Sal 51; Lc 4,38-44
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella
casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una
grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei,
comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò
in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che aveva-
no infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed
egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti
uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!».
Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sa-
pevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò
in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiun-
sero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse
via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la
buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per
questo sono stato mandato». E andava predicando nelle
sinagoghe della Giudea.
…è meditata
Nella meditazione sulla pericope evangelica di oggi,
ci fermeremo sul versetto 39: “Levatasi all’istante, la
donna cominciò a servirli”. Diciamo che il significato
di tutti i miracoli che Gesù fa sono a scopo di riabili-
tare la persona in tutte le sue capacità per mettersi a
disposizione per un servizio agli altri. Nel nuovo testa-
mento il termine servire è una parola carica di signifi-
cato! Gesù è il servo di Dio e dei fratelli, il Giusto che
si fa carico del peso della debolezza di tutta l’umanità.

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XXII Settimana del Tempo Ordinario

Egli non è uno che si serve degli altri, è venuto per


servire e non per essere servito. È nel servire che l’es-
sere umano diventa se stesso ed è capace di rivelare
la vera identità di Dio cui è immagine e somiglianza.
L’amore fraterno si dimostra, in concreto nel servire.
S. Giovanni dice che bisogna amare non a parole, né
con la lingua, ma coi fatti e nella verità (1Gv 3,18). La
liberazione che Gesù ci ha portato non consiste nella
semplice professione di fede (come fanno i demoni)
ma nel servire. Solo così c’è la vera liberazione dal
male profondo della persona umana, dall’egoismo che
la schiavizza e la porta ad odiare e allontanarsi dall’A-
more di Dio. Forse a volte ci siamo chiesti: Chi conta
veramente nella chiesa? Chi dobbiamo guardare per
imparare a vivere il Vangelo? Sicuramente le persone a
cui guardare sono quelle che ai nostri occhi sembrano
più “insignificanti” ma tanto grandi e significative per
Dio e per chi crede veramente in Lui, coloro che ser-
vono gli altri con umiltà, amore e nel nascondimento.
Queste persone sono uomini e donne che rendono
viva e costante la presenza del Signore in mezzo a noi,
sono i nostri maestri di vita cristiana. Pensiamo alla
forte testimonianza data da madre Teresa di Calcutta,
alla vita di servizio, carità e preghiera di Sant’Annibale
Maria di Francia, alla fortezza e coraggio del Beato
Pino Puglisi e tanti altri servi di Dio che non conoscia-
mo. Verso la fine della sua vita, lo stesso Gesù chiama
i suoi discepoli ad osservare una povera vedova che
getta nel tesoro del tempio “tutta la sua vita” (Lc 21,4)
per imparare da lei come si vive il suo vangelo. Questi
nostri fratelli e sorelle “santi” sono come delle piccole
luci che Dio accende sul nostro cammino per dimo-
strarci che Egli fa storia con noi, non ci abbandona a
noi stessi, non ci lascia in balia del male ma ci è vicino
con la sua amorosa, paterna presenza. Cristo Gesù

14
XXII Settimana del Tempo Ordinario
chiama ciascuno di noi a continuare la sua missione,
il suo servizio di amore verso tutti, senza limiti di spa-
zio, tempo, situazioni. Questa chiamata ci chiede di
dare il massimo così come ha fatto Lui.
…è pregata
Signore, tu mi hai chiamato alla vita. Ti prego di con-
tinuare a chiamarmi, a parlarmi, ad invitarmi a se-
guirTi nella via del servizio ai miei fratelli e sorelle
più bisognosi. Infiamma il mio cuore di amore per Te,
perché possa renderTi testimonianza e aiutare tutti a
seguire il tuo vangelo. Amen.
…mi impegna
A farmi aiutare nel lavoro di discernimento vocaziona-
le e nell’orientamento da dare alla mia vita per vivere
al meglio il servizio per cui Dio mi chiama.

Giovedì 4 settembre 2025


Santa Rosalia Vergine
Liturgia della Parola
Col 1,9-14; Sal 97; Lc 5,1-11
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per
ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di
Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pe-
scatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca,
che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da
terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando
ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e
gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Ma-

15
XXII Settimana del Tempo Ordinario

estro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso


nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e
presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi
si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra
barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempi-
rono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di
Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono
un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti
quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto;
così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano
soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora
in poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a ter-
ra, lasciarono tutto e lo seguirono.
…è meditata
Simon Pietro era un pescatore, era il suo lavoro. La-
vorare o cercarsi un lavoro è cosa assai importante…
c’è di mezzo la dignità della persona, la sussistenza
economica dell’individuo e di coloro che sono legati
a lui/lei per motivi di famiglia o di relazione uma-
na o missionaria-vocazionale. Può capitare di faticare
nel buio di tante notti e di non prendere nulla, fatica
inutile… Come per Simon Pietro, può intervenire una
“presenza” che chiede di lavorare sulla “sua parola”.
C’è una chiamata a vivere la propria esistenza all’in-
terno di quell’avvenimento potente che è Cristo Si-
gnore. Avviene quindi uno sconvolgimento lavorativo
e anche a livello di vita personale: il nostro lavoro e
la nostra esistenza trovano una fecondità mai prima
conosciuta. Nell’intimo della persona nasce la perce-
zione di trovarsi di fronte a “qualcuno” che esula dalla
contingenza umana, percepisce di essere distante dal-
la sua purezza, ma c’è anche un sentimento di miste-

16
XXII Settimana del Tempo Ordinario
riosa vicinanza e un senso di fiducia, si intuisce che si
dovrà continuare a fare le stesse cose di prima ma con
un altro scopo. È successo a Pietro: sarà pescatore non
di pesci ma di uomini! davanti a questa esperienza c’è
solo da lasciare tutto e seguire Cristo Signore. Quegli
uomini, esperti nell’arte della pesca, “lasciarono tutto
e lo seguirono”. È Gesù il vero pescatore di uomini,
Egli si rivela il primo pescatore che sa compiere il
miracolo di cambiare il cuore della persona umana
perché non viva più per se stessa ma per Dio e gli al-
tri. Gesù può operare miracoli sulla base della fiducia
in Lui. Nel brano evangelico di oggi, si vede Gesù cir-
condato da una grande folla di gente che trova in Lui
“Uno” che sapeva parlare alla loro vita, hanno fiducia
in lui, gli si vogliono avvicinare, toccarlo. Gesù trova
il modo di parlare alla folla, di ammaestrarla proprio
salendo sulla barca di Simon Pietro. Anche noi oggi,
il nostro mondo, ha bisogno di questa barca e di pe-
scatori obbedienti al vangelo che accettino l’invito a
“prendere il largo”… sulle orme di Simon Pietro. Tutti
noi, seguaci di Gesù dobbiamo rinnovare la nostra
fede e ritrovare la sua fede. Pietro non era uno senza
macchia, non era immune dal peccato, non era puro;
sappiamo bene che più di una volta ha mostrato la
sua debolezza al punto da rinnegare Gesù, il suo ma-
estro, sappiamo anche che Pietro sa piangere, sa umi-
liarsi, sa riconoscere il suo peccato e sa inginocchiarsi
davanti a Gesù. Diventa così l’immagine del vero cre-
dente, del vero discepolo, è di esempio per tutti noi.
A tutti noi, folla dalle “labbra impure”, ma prostrati da-
vanti al Signore misericordioso, ci viene detto, come
a Pietro quel giorno: “non temere, d’ora in poi, sarete
pescatori di uomini” (Lc 5,10). Come per Pietro, anche
per noi, questo è un nuovo inizio, è il vero miracolo
che il mondo attende.

17
XXII Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
Signore, mi affido al tuo amore e alla tua misericordia,
fa di me un pescatore di uomini come sei stato Tu. Puri-
fica il mio cuore, le mie labbra, donami un cuore umile,
fiducioso in Te. Chiama molti a seguirTi e a donare la
loro vita per le folle assetate di Te. Amen.
…mi impegna
Ad essere sincero/a nella scoperta della volontà di Dio
nella mia vita e a seguirla con gioia e apertura di cuore.

Venerdì 5 settembre 2025


Santa Teresa di Calcutta, fondatrice delle Suore Missionarie della Carità
Liturgia della Parola
Col 1,15-20; Sal 99; Lc 5,33-39
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, i farisei e i loro scribi dissero a Gesù: «I
discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere,
così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e
bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli
invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno
giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni
digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessu-
no strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su
un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vec-
chio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno
versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo
spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti.
Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi

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XXII Settimana del Tempo Ordinario
che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il
vecchio è gradevole!”».
…è meditata
Il Signore Gesù, con la sua venuta tra noi e con l’an-
nuncio della sua “Buona Novella”, instaura il suo re-
gno nel mondo, nell’umanità. Il suo è un annuncio
di novità e di gioia perché Egli vuole dare salvezza
e liberazione da tutto ciò che schiavizza la persona
umana: è questa la volontà del padre suo. Gesù vuole
stabilire con tutti noi un nuovo patto di alleanza ba-
sato non più sulla costrizione e sulla paura, ma solo
sull’amore. Di conseguenza, egli si paragona ad uno
sposo, innamorato dell’umanità e di ciascun individuo
con cui vuole celebrare le sue nozze. Da questa ve-
rità, consegue che il suo tempo è un tempo di gioia,
di profondo gaudio e non di digiuno e di penitenza.
Tutti sono invitati alle nozze di Cristo. Egli stesso dice:
“potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo
sposo è con loro? Verranno però i giorni in cui lo sposo
sarà portato via da loro; allora, in quei giorni, digiu-
neranno”. Gesù ci presenta in queste parole la natura
della sua missione e ci preannuncia la sua e la nostra
risurrezione. Capiamo bene che la presenza stessa di
Gesù è motivo di grande gaudio, egli è per tutti la
garanzia vivente del nostro ritorno a Dio, Egli stesso
è il Dio con noi, l’Emmanuele, in Lui si adempiono
tutte le promesse. Già il profeta Isaia aveva predetto
questa novità e questi momenti: “dite agli smarriti di
cuore: Coraggio! non temete; ecco il vostro Dio, giunge
la vendetta, la ricompensa divina, Egli viene a salvar-
vi”. Chiunque ha sperimentato le più dure schiavitù e
le più estenuanti prigionie, sa apprezzare, descrive-
re, gustare la gioia della riconquistata libertà. L’azione
salvifica di Cristo è una liberazione totale, è una vera

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XXII Settimana del Tempo Ordinario

rinascita, la riconquista di una dignità nuova, la digni-


tà di figli di Dio, è la riscoperta di un mondo nuovo,
l’esperienza di vivere nella luce come lo è per un cie-
co che riacquista la vista. È l’amore che si fa strada nei
tessuti dell’affettività e riconquista il vero senso della
vita nella relazione forte, intensa e profonda con Dio
e con il prossimo. A tutti noi oggi è dato di scoprire,
conoscere e vivere i motivi profondi della gioia cristia-
na, scompaiono per noi i motivi di lutto e del digiuno
e ci è dato di rallegrarci nel Signore. Cerchiamo di
guardarci dentro e scoprire quali sono le cause del
nostro lutto e delle nostre più profonde tristezze: forse
ci manca lo sposo? Abbiamo rifiutato il suo invito alle
nozze? Per quali motivi ci siamo chiusi in noi stessi?
Abbiamo forse rifiutato di aprirci alla novità di Gesù
Cristo, al suo spirito d’amore? Chiediamo al Signore la
grazia di rinunciare al vino vecchio delle nostre abitu-
dini, dei nostri pensieri, delle nostre sicurezze, per de-
siderare e accogliere il vino nuovo dello Spirito Santo
che Egli vuole donarci.
…è pregata
“Meravigliosi sono i tuoi insegnamenti: per questo li
custodisco” (cfr. Sal 119). Ti prego, Signore donami la
grazia e la gioia di accogliere e vivere la tua parola
ogni giorno della mia vita. Amen.
…mi impegna
Ad aprire il mio cuore alla novità di Gesù Cristo, al
suo Spirito d’amore.

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XXII Settimana del Tempo Ordinario
Sabato 6 settembre 2025
San Grato di Aosta, vescovo San Zosimo, vescovo
Liturgia della Parola
Col 1,21-23; Sal 53; Lc 6,1-5
La Parola del Signore
…è ascoltata
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi disce-
poli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le
mani. Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato
quello che non è lecito?». Gesù rispose loro: «Non avete letto
quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero
fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta,
ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia
lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». E diceva loro: «Il
Figlio dell’uomo è signore del sabato».
…è meditata
Oggi, nel brano evangelico, Gesù esercita il ruolo di
interprete autorevole della legge riguardante il lavoro
nel giorno di sabato. L’azione che i discepoli fanno
nell’attraversare il campo di grano può essere consi-
derata come l’equivalente di una mietitura in giorno di
sabato e quindi un lavoro proibito (Es 20,8-11; Dt 5,12-15).
I farisei, oppositori di Gesù e dei suoi discepoli, prote-
stano e sollevano una domanda a Gesù sull’osservanza
del sabato. Gesù risponde che il gesto dei suoi disce-
poli è paragonato a quello che fece Davide e i suoi
compagni (1Sam 21,1-6). In entrambi i casi, viene infranto
un comandamento a causa della necessità di soddisfare
la fame fisica. Notiamo, quindi che i discepoli del “Fi-
glio di Davide” hanno un buon precedente in Davide
stesso. I farisei chiedono espressamente: “perché fate
ciò che non è permesso di sabato?”. Gesù risponde loro:
“non avete allora letto ciò che fece Davide quando ebbe

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XXII Settimana del Tempo Ordinario

fame, lui e quanti erano con lui? che entrò nel santua-
rio, prese e mangiò i pani consacrati, e ne dette anche
ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se
non ai soli sacerdoti?”. Gesù conclude dicendo loro: “Il
figlio dell’uomo è signore anche del sabato”. È chiaro
che Gesù afferma la sua autorità anche sulla legge del
sabato, Egli prendendo le difese dei suoi discepoli af-
ferma: “Il sabato è stato fatto per l’uomo, e non l’uomo
per il sabato”. L’insegnamento di Gesù è chiaro. Egli
vuol farci capire che la funzione del sabato è soprat-
tutto il bene spirituale e materiale dell’uomo che si
raggiunge mediante un rapporto intenso con Dio, sia
individuale che comunitario. Gesù dichiarandosi “si-
gnore del sabato”, rende il sabato libero dalla gretta
interpretazione dei farisei e contemporaneamente am-
monisce i suoi discepoli ad usarlo con giusta libertà
e sempre conforme al suo insegnamento ed esempio.
Gesù vuole insegnarci che le prescrizioni della legge
non devono essere un inciampo ma un aiuto a vivere
la vera “libertà” nell’esercizio dei propri diritti. Noi cri-
stiani, discepoli di Gesù, conosciamo l’importanza ed il
valore dell’assemblea liturgica nel “giorno del Signore”,
e quindi non possiamo esimerci dal partecipare attiva-
mente e con impegno. Con ciò affermiamo con forza
il nostro diritto, come credenti, a ritrovarci con i nostri
fratelli e sorelle di fede per perpetuare e offrire con
gioia il sacrificio di lode al Padre. Chiediamoci: come
vivo la fede in Gesù? Considero la religione come un
insieme di verità da credere e di precetti da osservare?
Come manifesto il mio amore per Dio e il prossimo
nelle domeniche e nei giorni di festa?
…è pregata
Signore, grazie per il tuo amore, grazie perché ci ami
nonostante le nostre miserie, grazie per il dono del tuo
figlio Gesù. Egli ci indica la giusta via per amarTi e

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XXII Settimana del Tempo Ordinario
per amare il nostro prossimo come Egli stesso ha fatto.
Amen.
…mi impegna
Ad essere più coinvolto/a nella vita della Parrocchia
soprattutto nell’aiuto a chi è più nel bisogno.

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XXIII Settimana
del Tempo Ordinario
XXIII Settimana del Tempo Ordinario

XXIII Domenica, 7 settembre 2025


Beato Giovanni Mazzucconi, sacerdote e martire
Liturgia della Parola
Sap 9,13-18b; Sal 89; Flm 9b-10.12-17; Lc 14,25-33
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli
si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama
più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli,
i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può es-
sere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce
e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a
calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a
termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è
in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comin-
cino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire,
ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale
re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima
a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli
viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è anco-
ra lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non
può essere mio discepolo».
…è meditata
«Non può essere mio discepolo»: è questo il ritornello
del brano, ripetuto per tre volte. Restiamo stupiti di
fronte alla chiarezza di Gesù, consapevole della sua
assoluta novità: per essere suoi discepoli bisogna por-
tare la propria croce, tutto il resto passa in secondo
piano. Accostarci a lui, trovarci insieme a lui è cosa

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
tutto sommato “facile”: seguirlo è tutt’altra cosa! Bi-
sogna rompere i legami con se stessi, con la propria
cerchia, con i propri averi. La sequela di Gesù si impo-
ne come scelta delicata e seria, di fronte alla quale bi-
sogna “calcolare e riflettere” per portare la croce fino
alle estreme conseguenze: così come nessun muratore
si metterebbe a costruire una torre senza calcolarne la
spesa e i requisiti per portarla a compimento! Eppure,
nella vita di ogni giorno noi ci comportiamo così: con-
traiamo debiti, paghiamo a rate, proprio come costrut-
tori incompetenti che non hanno dimestichezza con i
conti. Gesù Cristo esige da noi chiarezza e decisione,
senza “se” e senza “ma”: solo nel dono totale di noi
stessi è possibile dirsi ed essere discepoli. Di fronte
alla sua chiamata tutto deve essere rimesso in gioco e
misurato sulla sua Parola. Egli cerca persone consape-
voli di essere niente, di non avere nulla da garantire o
da vantare, nulla di sicuro e di prezioso all’infuori di
lui. Sediamoci, dunque, per un attimo: chiediamo al
Signore di arricchirci con la sua Parola, decidiamo da
che parte stare e iniziamo a costruire…
Signore Gesù, vorrei seguirti, ma non ho il coraggio
di portare la croce; vorrei diventare Tuo discepolo,
ma non sono capace di fare i conti con la mia paura,
con le incertezze che mi assediano. Vorrei essere Tuo
figlio, ma non sono disponibile a sceglierti definitiva-
mente nella mia vita. Sono piccolo, sfinito, inconsa-
pevole del Tuo progetto di amore e tutto mi sembra
difficile. Aiutami Tu, o Signore, a seguirti: trascinami,
incalzami, non darmi pace fino a quando non mi ve-
drai dietro a Te, abbracciato alla mia croce, con i miei
piedi a ricalcare le Tue orme!

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
O Dio, tu sai come a stento ci raffiguriamo le cose ter-
restri, e con quale maggiore fatica possiamo rintraccia-
re quelle del cielo; donaci la sapienza del tuo Spirito,
perché da veri discepoli portiamo la nostra croce ogni
giorno dietro il Cristo tuo Figlio. Amen. (Dalla Liturgia)
…mi impegna
A ripensare al mio stile di vita, cercando di mettere
definitivamente da parte il superfluo

Lunedì, 8 Settembre 2025


Natività della Beata Vergine Maria
Festa
BEATA MARIA VERGINE DEL TINDARI
Liturgia della Parola
Mic 5,1-4 opp. Rm 8,28-30; Sal 86; Mt 1,1-16.18-23
La Parola del Signore
…è ascoltata
Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abra-
mo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe,
Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fa-
res e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò
Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naas-
sòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da
Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse,
Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da
quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò
Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf
generò Giosafat, Giosafat generò Ioram, Ioram generò

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Acaz, Acaz ge-
nerò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò
Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi
fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la
deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl
generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd ge-
nerò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc,
Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò
Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe,
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla qua-
le è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù
Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di
Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò
incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo spo-
so, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pub-
blicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però
stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in so-
gno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di
Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito
Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù:
egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto
questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato
detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine
concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome
di Emmanuele», che significa Dio con noi.
…è meditata
Ogni uomo è una storia sacra nel suo libero dialogo
con il Creatore. Non ci meraviglia, dunque, questa in-
terminabile lista di nomi; è vero, può risultare arida, ma
ogni persona è un volto unico e irrepetibile, ogni nome
ha un valore assoluto, sempre vivo nella memoria di

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

Dio. L’uomo fa la storia e la storia fa l’uomo: il nome


relaziona con l’Altro e gli altri, non si perde mai. Il Dio
di Abramo, Isacco, Giacobbe… è il Dio che strappa la
storia al caso ed essa diventa spazio del libero dialogo
tra Dio e l’uomo. Gesù appartiene alla “carne” di Israe-
le, è il compimento della sua storia, ma non è un “pro-
dotto” di Israele: viene da lui, ma è anche per lui un
dono. Infatti Giuseppe, lo sposo di Maria, non genera
Gesù. Il Figlio è da accogliere, è il Dono che il Padre gli
fa attraverso Maria. Da questo momento la vicenda di
Giuseppe è quella di tutti: siamo coloro che si aprono
ad accogliere il DONO. In questa genealogia, necessa-
riamente inconclusa, mancano due nomi: quello di Dio
e quello di ciascuno di noi, figli nel figlio, i quali non
da sangue, né da volere di uomo ma da Dio siamo stati
generati (cfr. Gv 1,13). È la fede nella Parola che stabilisce
la parentela tra noi e Dio. Tutto è lasciato alla nostra re-
sponsabilità, tocca a noi entrare liberamente nella “Sua”
storia. Maria è colei che ci indica la strada: “Eccomi!
Si compia in me la tua Parola”. Entrando, come Giu-
seppe, in comunione con Lei, si accoglie quel Dio che
attraverso Lei è entrato nella nostra umanità. Maria è la
prima credente, Lei è la mediazione storica per Gesù:
non si va a Gesù senza accoglierne la madre e le sue
parole: “Fate quello che Lui vi dice!”.
…è pregata
Donaci, Signore, i tesori della tua misericordia e poi-
ché la maternità della Vergine ha segnato l’inizio del-
la nostra salvezza, la festa della sua Natività ci faccia
crescere nell’unità e nella pace. Amen. (Dalla Liturgia)
…mi impegna
Come la Santa Vergine, a dire il mio Sì sincero e spon-
taneo ogni giorno alla tua chiamata e oggi renderò
concreto questo sì con un gesto d’amore.

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
Martedì, 9 settembre 2025
San Pietro Claver, presbitero
Liturgia della Parola
Col 2,6-15; Sal 144; Lc 6,12-19
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e pas-
sò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò
a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede an-
che il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il
nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni,
Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di
Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e
Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro,
si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi
discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea,
da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che
erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro ma-
lattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri
venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché
da lui usciva una forza che guariva tutti.
…è meditata
Il brano del vangelo di oggi ci fa riflettere su due fat-
ti: la scelta dei dodici apostoli (Lc 6,12-16), e la folla di
gente che vuole incontrare Gesù (Lc 6,17-19). Gesù sce-
glie, chiama i dodici apostoli tra il grande numero di
discepoli che lo seguono. Essi, apostoli scelti da Gesù
perché stiano con Lui. Di questi apostoli conosciamo
i nomi. Sono coloro che condivisero con Gesù, tutto,
furono i testimoni della sua predicazione, del suo stile
di vita, delle sue gioie, dei suoi dolori, della sua vita,
passione, morte e risurrezione. Sono coloro che insie-

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

me ad altri, come Paolo di Tarso, dopo la risurrezione,


diedero inizio alle prime comunità di credenti in tutto
il mondo allora conosciuto. È significativo il fatto che,
prima di scegliere i dodici apostoli, Gesù trascorse la
notte in preghiera. Egli ha voluto stare in intimità, pro-
fonda comunione con il Padre suo celeste. Questa in-
timità si fa più intensa e prolungata prima di compiere
scelte importanti. Ha pregato nel deserto per quaranta
giorni prima di iniziare la sua vita pubblica, trascorre
la notte in orazione prima di scegliere i dodici apo-
stoli e ad essi egli affiderà l’annuncio del vangelo al
mondo. Essi sono i primi di una serie interminabile di
apostoli, uomini e donne scelti, chiamati da Cristo per
stare con Lui e rendergli testimonianza anche a costo
della vita. Gesù ha pregato per tutti i suoi apostoli,
anche per noi, per la nostra perseveranza. Gesù nel
suo testamento pregherà anche per tutti coloro che
crederanno nel suo nome. Dopo la chiamata dei do-
dici, Gesù vuole mostrare subito e visivamente quale
sarà la loro missione: “c’era gran folla di suoi disce-
poli e gran moltitudine di gente da tutta la giudea, da
Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, che
erano venuti per ascoltarLo ed essere guariti dalle loro
malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti
immondi, venivano guariti. Tutta la folla cercava di
toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava
tutti”. È qui chiaramente descritta la missione da com-
piere: insegnare la Verità, guarire la gente dalle in-
fermità. Guardiamoci intorno: c’è una umanità vittima
dell’errore e malata. Occorre avere una grande forza
interiore che sia in grado di sanare tutti. Noi sappia-
mo bene da dove Gesù attinge quella forza: non è
solo insita nella sua natura divina, egli l’ha attinta sul
monte, durante la notte trascorsa in preghiera. Con ciò
Gesù ci ha lasciato un bell’insegnamento! Possiamo

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
definirci Chiesa? cosa è la Chiesa nel Cuore di Dio? È
una Comunità di uomini e donne diversi tra loro ma
uniti dalla passione per il Cristo! Non ci siamo scelti,
ma il Signore ci ha scelti e i nostri difetti, le nostre dif-
ferenze personali, non sono un limite insuperabile per
la straordinaria opera di Dio. Impariamo a diventare
Chiesa secondo il Cuore di Dio, secondo il progetto
del Maestro Divino, vivendo giorno dopo giorno il
Comandamento dell’Amore che Cristo Gesù ci ha la-
sciato.
…è pregata
Gesù, santifica la mia mente ed accresci la mia fede
in Te, nella tua parola. Attira tutti alla tua scuola di
amore, alla tua missione nel mondo. Fammi tuo fedele
imitatore, vivi in me perché io possa vivere in Te. Fa’
che la mia presenza porti grazia e consolazione a tut-
ti. Rendimi un tuo degno discepolo e apostolo. Amen.
…mi impegna
A dedicare più tempo alla preghiera e a farmi aiutare
da un direttore spirituale per crescere meglio nell’a-
more e nella missione che Gesù mi vuole affidare.

Mercoledì, 10 settembre 2025


San Nicola da Tolentino, sacerdote
Liturgia della Parola
Col 3,1-11; Sal 144; Lc 6,20-26
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli,
diceva: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio.

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati
voi, che ora piangete, perché riderete. Beati voi, quando
gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando
e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come
infame, a causa del Figlio dell’uomo. Rallegratevi in quel
giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è
grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro
padri con i profeti. Ma guai a voi, ricchi, perché avete già
ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete
sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, per-
ché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli
uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agiva-
no i loro padri con i falsi profeti».
…è meditata
Oggi riflettiamo sulle beatitudini. L’evangelista dice:
Gesù, «àlzati gli occhi verso i suoi discepoli, diceva
“Beati voi…”». Questo ci fa capire che la sua Parola è
riferita ai suoi più intimi collaboratori. Essi hanno la-
sciato tutto e l’hanno seguito. Gesù li proclama “Beati”
cioè immensamente e straordinariamente felici. Egli
non sta beatificando la povertà. Essere poveri, vive-
re in povertà, nell’indigenza è un elemento negativo.
I poveri devono essere aiutati, soprattutto dalla Co-
munità Cristiana, a risollevarsi dalla loro condizione
di povertà e indigenza. Ciò che Gesù proclama è la
felicità di chi, avendo lasciato tutto per stare con Lui,
sono entrati in una condizione di distacco, di libertà
dalle cose, dai beni che li rende aperti, disponibili ad
attuare nella loro vita il Vangelo che Egli annuncia.
Gesù assicura, «voi, poveri, che avete lasciato tutto e
mi avete seguito, siete “Beati” perché vostro è il Regno
di Dio». È chiaro che non è un regno di estensione
geografica bensì un Regno in cui Dio può governare
come Re, cioè che il Padre si prende cura di voi. Un

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
Re che si mette a ‘servire’! È come se Gesù stesse di-
cendo: “voi, che avete fatto una scelta in favore degli
altri, non preoccupatevi perché Dio si prenderà cura
di voi”. Siete beati! Quando nella vita quotidiana vi
sarà la fame, il pianto, la persecuzione, anche allora, il
Padre si prenderà cura di voi, Egli starà sempre dalla
vostra parte. Gesù, infatti dice: “Rallegratevi nel mo-
mento della persecuzione, della sofferenza”, non per
masochismo, ma perché “la vostra ricompensa è gran-
de nei cieli”. Tutto consiste nell’affidarsi al Padre in
modo totale! I discepoli di Gesù hanno la missione di
rendere visibile, nella loro esistenza, il Dio invisibile.
In questo senso, l’adesione al messaggio di Cristo, tra-
sforma il discepolo in profeta. Di conseguenza, come
non sono stati compresi, accettati, ma anzi perseguita-
ti, i profeti, così sarà di loro. Lo stesso Cristo Gesù, è
stato perseguitato e ucciso. Un profeta è autentico se
il sistema di potere che regge la società lo contrasta, lo
perseguita, lo calunnia… allora si può rallegrare per-
ché è sicuro di stare dalla parte del Signore! Esistono
anche i falsi profeti. Quando la società applaude, è
segno che il profeta non è un inviato ma un traditore
del messaggio di Gesù: è un falso profeta. Anziché
rendere visibile l’immagine del Dio invisibile, si acco-
moda e affianca i dettami del sistema di potere della
società. Chiediamoci: Come posso fare spazio dentro
di me alla conversione, all’interiorità? Chi è, per me, il
profeta autentico? Io mi definisco un profeta autentico
o falso?
…è pregata
Signore, donaci sempre la Speranza Teologale che ci
fa desiderare e anelare al Regno di Dio anche nelle
difficoltà della vita quotidiana. Rendi il nostro cuore
docile alle tue chiamate. Amen.

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

…mi impegna
A essere testimone autentico, profeta coraggioso e
gioioso di Gesù che mi chiama a far parte del Regno
del Padre Suo.

Giovedì, 11 settembre 2025


Sant’Emiliano I di Vercelli, vescovo
Liturgia della Parola
Col 3,12-17; Sal 150; Lc 6,27-38
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «A voi che
ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a
quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono,
pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote
sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantel-
lo, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chie-
de, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E
come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi
fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitu-
dine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li
amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a
voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno
lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere,
quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori conce-
dono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate
invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza spe-
rarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete
figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è
misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non
condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete
perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata,
colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché
con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi
in cambio».
…è meditata
Questo brano del Vangelo praticamente ci racconta
la vita di Gesù, il suo modo di pensare, di essere, di
agire, è come se fosse la sua “autobiografia”. C’è poco
da commentare e molto da riflettere e contemplare
per poi mettere in pratica… Gesù per primo ha fatto
quello che ora comanda a noi di fare. La conseguenza
è che siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri così
come Dio ci ama e come Gesù ci ha rivelato. Se l’amo-
re si esprime nel dono, la misericordia si esprime nel
perdono, ciò significa “super-dono”: «dove è abbonda-
to il peccato, lì ha sovrabbondato la grazia» (Rm 5,20).
Mi piace mettere questa pagina del Vangelo di Luca
accanto alla pagina della Prima Lettera di San Paolo
Apostolo ai Corinzi 13,1-8: «Se anche parlassi le lingue
degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità,
sono come un bronzo che risuona o un cembalo che
tintinna. E se avessi il dono della profezia e conoscessi
tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienez-
za della fede così da trasportare le montagne, ma non
avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribu-
issi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser
bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La
carità è paziente, è benigna la carità; non è invidio-
sa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca
di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira,
non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiu-

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

stizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto


crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà
mai fine». I due testi sono di una chiarezza meravi-
gliosa come, d’altra parte, pochi altri. Ci interpella-
no fortemente a mettere in pratica quanto leggiamo.
Sono convinta che le parole e i commenti, guastano
la bellezza della Parola di Gesù e di San Paolo Apo-
stolo. Chiediamoci: Come posso praticare, nella mia
vita quotidiana ciò che oggi ho ascoltato dalla lettura
del Vangelo e dalla Prima Lettera di S. Paolo Apostolo
ai Corinzi? Cosa mi colpisce di più del messaggio di
Gesù e di S. Paolo?
…è pregata
Vieni, Spirito Santo, lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido,
drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano,
i tuoi santi doni.
O Luce beatissima, invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia
eterna. Amen. Dalla Sequenza dello Spirito Santo
…mi impegna
A vivere e condividere con gli altri il brano del Van-
gelo di oggi e la pagina della prima lettera di S. Paolo
Apostolo ai Corinzi.

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
Venerdì, 12 settembre 2025
Santissimo Nome di Maria
Liturgia della Parola
1 Tm 1,1-2.12-14; Sal 15; Lc 6,39-42
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno
tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro;
ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo ma-
estro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo
fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?
Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la
pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi
la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave
dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuz-
za dall’occhio del tuo fratello».
…è meditata
Il Vangelo di oggi, ci fa riflettere su delle verità di una
grande valenza spirituale e psicologica. In effetti c’è
da chiedersi: chi è quel cieco che ha l’ardire di guida-
re un altro cieco? E ancora, chi può avere l’ardire di
togliere la pagliuzza dall’occhio del fratello se nel suo
ha la trave? Entrambi insistono a seguire una strada,
un modo di agire impossibili. Perché lo fanno? Gesù
chiede a ciascuno di noi: “Perché guardi la pagliuzza
che è nell’occhio del tuo fratello?” È di vitale importan-
za, che prendiamo questo brano di Vangelo in seria
considerazione perché siamo davvero dei ciechi che
non sanno riconoscere le loro cecità. Se non sappia-
mo riconoscere i peccati, i risentimenti, la rabbia, l’or-
goglio che c’è in noi e non lo confessiamo anzitutto
a noi stessi nella sincerità e verità del nostro essere

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

più profondo, non li confesseremo neanche al sacer-


dote nel Sacramento della Riconciliazione. Troveremo
sempre delle difese, giustificazioni, scusanti che non
ci fanno crescere e ci rendono incapaci di vero amore
verso Dio, noi stessi e verso gli altri. Ci ritroveremo
sempre a puntare il dito contro gli altri per accusarli,
giudicarli e condannarli. La nostra cecità si fa sem-
pre più grave e continueremo a notare la pagliuzza
nell’occhio degli altri. Quando riusciremo a vedere e
riconoscere la trave che ci acceca? Quant’è delicato e
gravoso il compito di chi deve fare da guida spirituale,
da educatore, da formatore! Consideriamo il ruolo de-
gli animatori di Comunità Parrocchiali, dei Catechisti,
dei Sacerdoti, dei genitori nelle famiglie, degli inse-
gnanti nelle scuole. Se tutti costoro si considerassero
come i “padroni della verità”, se si sentissero superiori
agli altri, persone già perfette, cadrebbero nell’errore
di essere guide cieche. Il punto di riferimento per tutti
noi è Gesù Maestro. Egli vive con noi, dentro di noi,
insegna con la sua stessa vita, è Lui stesso il modello
da imitare. Noi, suoi discepoli siamo chiamati a iden-
tificarci con Lui al punto da poter dire con l’Apostolo
Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”
(Gal 2,20). Gesù ci chiede un atteggiamento creativo,
capace di andare incontro agli altri senza giudicare
nessuno, senza nessun preconcetto e razionalizza-
zione. L’accoglienza deve essere da fratelli e sorelle!
Deve nascere in noi il senso dell’apertura totale verso
il nostro prossimo perché siamo figli dell’unico Padre
che ci ama e si fida di noi. Riflettiamo: Pagliuzza e tra-
ve nell’occhio! Come mi rapporto con gli altri in casa,
in famiglia, al lavoro, con i colleghi, in Comunità, e
con fratelli e sorelle? Maestro e Discepolo! Come vivo
la relazione con Gesù e con la Chiesa?

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
…è pregata
Signore, beato chi abita la tua casa:
sempre canta le tue lodi!
Beato chi trova in Te la sua forza;
cresce lungo il cammino il suo vigore. Dal Salmo 83
…mi impegna
A essere sincero, onesto con me stesso, riconoscere
e accettare il peccato che c’è in me. Se non ci riesco,
è bene farmi aiutare da una persona che mi faccia da
guida e accompagnatore.

Sabato, 13 settembre 2025


San Giovanni Crisostomo, vescovo e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
1Tm 1,15-17; Sal 112; Lc 6, 43-49
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non vi è albe-
ro buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde
albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero
infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi
dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buo-
no dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo
cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca
infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda. Perché mi
invocate: “Signore, Signore!” e non fate quello che dico?
Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette
in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo
che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario

posto le fondamenta sulla roccia. Venuta la piena, il fiume


investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era
costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica,
è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra,
senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la
distruzione di quella casa fu grande».
…è meditata
Oggi Gesù ci chiama a scendere alle radici delle nostre
scelte, del nostro vivere. Un viaggio faticoso che ha
nell’ascolto della Parola il punto di partenza, poiché
noi siamo ciò che ascoltiamo. Ma una fede che si ar-
resta alla conoscenza, al saputo, al già sentito o letto,
e non diventa esperienza trasformante, rende la vita
un “fallimento”, sotto una veste luccicante. Accettare il
faticoso costruirsi sulla Parola, rende robusta la vita e
fa confessare che vale la pena viverla. Il “fare” la Parola
invera la vita, la fa esistere nel nostro oggi: è costruire
la “casa”. Maria si è fatta spazio di costruzione di Gesù,
Misericordia del Padre; in Lei la Parola si è fatta carne,
Lei è la casa di incontro di Dio con l’uomo, e dell’uo-
mo con Dio. Bando alla superficialità, bisogna scavare
fino a cementare il fondo della nostra vita alla “Pietra”,
far aderire il nostro cuore a Cristo. Solo su questo fon-
damento, da “uditori” della Parola diveniamo “facitori”
della Parola, spazio dove l’altro può respirare, si sen-
te accolto nel proprio limite e nella propria solitudine.
Gesù non ha paura di venire ad abitare la nostra casa:
non difendiamoci da Lui, Lui è la Pietra.
…è pregata
Che cosa renderò al Signore
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.
A te offrirò un sacrificio di ringraziamento

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XXIII Settimana del Tempo Ordinario
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo. Dal Salmo 115
…mi impegna
Mi impegno ad ascoltare la Parola di Dio e a metterla
in pratica.

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XXIV Settimana
del Tempo Ordinario
XXIV Settimana del Tempo Ordinario

XXIV Domenica, 14 settembre 2025


Esaltazione della Santa Croce
Festa
Liturgia della Parola
Nm 21,4-9; Sal 77; Fil 2,6-11; Gv 3,13-17
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai
salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio
dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto,
così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché
chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha
tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché
chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita
eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per
condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per
mezzo di lui».
…è meditata
Il brano di Vangelo di oggi si trova all’interno del dia-
logo tra Gesù e Nicodemo. Egli va da Gesù di notte
per avere un dialogo con Lui e riceverne insegnamen-
to e luce per la sua vita. Nicodemo nel suo incontro
con Gesù affronta temi importanti: la rinascita nello
Spirito, la morte di Cristo. Gesù disse a Nicodemo:
“Nessuno è mai salito al Cielo, se non colui che è di-
sceso dal cielo, il Figlio dell’uomo”. Egli parla delle
promesse di Dio all’uomo e afferma che soltanto Lui
può rivelarle perché è disceso dal Cielo. In questo
giorno in cui celebriamo la festa dell’esaltazione del-
la Croce, San Giovanni ci fa riflettere sull’esperienza
del popolo Ebreo nel deserto quando reclamavano
da Dio e dal suo servo Mosè la liberazione dalla fame
e dalla sete. Erano stati puniti col morso mortale dei

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
serpenti. Lo stesso JHWH provvide a liberare il popolo
ordinando a Mosè di innalzare un serpente di bronzo
su un’asta. Coloro che avrebbero volto lo guardo al
serpente sarebbero stati salvati. Noi sappiamo che è
Gesù colui che ha attualizzato la salvezza con l’essere
innalzato sulla Croce e morire per tutta l’umanità. L’e-
vangelista Giovanni insegna che l’innalzamento sulla
Croce è al tempo stesso, momento di umiliazione e di
glorificazione. Questo è più evidente, durante il suo
racconto della Passione di Cristo. L’elevazione del Fi-
glio dell’uomo sulla Croce simboleggia fortemente la
sua elevazione nella gloria. Gesù è l’unica possibilità
e fonte di salvezza. Il Padre ha inviato il suo unico
Figlio allo scopo di donarci la salvezza. È una pro-
spettiva grande, aperta, universale: Dio amò il mondo
e chiunque crede avrà la vita eterna. Al cuore della
missione del Figlio vi è, dunque, l’amore del Padre.
La “Bella Notizia” è che il Figlio è stato donato per la
vita eterna dell’umanità, per tutti gli individui e per
la salvezza del mondo creato. La cosa necessaria per
aderire a questa salvezza e a questa vita eterna è la
fede. Riflettiamo: Come si può credere se non c’è nes-
suno che evangelizza? Chi sono gli evangelizzatori? Mi
sento chiamato/a in causa in questa vocazione all’e-
vangelizzazione, alla missionarietà? Come? Mi capita
mai di ergermi a giudice del mondo? Cosa sono per
me la vita eterna e la salvezza? Come esprimo la mia
gratitudine a Dio Padre, al Figlio per il dono della vita
e della salvezza?
…è pregata
Tu sei il nostro pastore, Signore Gesù, per questo ci
conosci fino in fondo, uno per uno, con i nostri slanci
e le nostre fatiche, le nostre fragilità e le nostre risorse.
È bello, mio Signore lasciarsi guidare da Te, è bello
darTi fiducia e assecondare le tue indicazioni. È bello

47
XXIV Settimana del Tempo Ordinario

sentire su di noi il tuo sguardo attento e benevolo. È


bello, mio Signore, affidarTi la mia vita, e vivere per
Te ed assieme a Te un’avventura entusiasmante che
approda all’eternità. Amen.
…mi impegna
A conoscere Gesù più profondamente, a coinvolgermi
nel lavoro parrocchiale con i più bisognosi.

Lunedì, 15 settembre 2025


Beata Maria Vergine Addolorata
Liturgia della Parola
Eb 5,7-9; Sal 70; Lc 2,33-35
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, il padre e la madre di Gesù si stupivano delle
cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria,
sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risur-
rezione di molti in Israele e come segno di contraddizione
- e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano
svelati i pensieri di molti cuori».
…è meditata
Chi avrebbe mai pensato la possibilità di trovare Dio,
di toccarLo, di tenerLo tra le braccia; chi avrebbe osato
ipotizzare un Dio che raggiunge l’uomo nel proprio
limite? È questa l’esperienza che emerge nel cantico
del vecchio Simeone, cantico che precede l’inizio della
Parola che oggi si affida al nostro cuore, alla nostra
mente, alle nostre mani. Come sempre, lo stupore è
la caratteristica di chi si trova di fronte a Dio, e noi

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
ci troviamo fasciati da questo stupore fin dal primo
versetto del Vangelo: “…il padre e la madre erano me-
ravigliati”. Ed è sempre lo stupore di trovarsi coinvolti
in un mistero d’amore che rende Maria capace di ac-
cogliere le parole di Simeone, parole su una salvezza
inaccettabile, su una spada che avrebbe trafitto il suo
cuore di madre. È qui adombrato il mistero di morte e
risurrezione del suo Signore e Figlio, mistero che vivrà
di continuo nella storia di ogni discepolo che segue le
orme del suo maestro, fratello e Signore. Ma di quale
“salvezza” di Gesù si parla? Maria in quel momento
non sapeva a cosa sarebbe andato incontro suo Figlio,
ma noi sappiamo come è andata a finire. E… parlando
terra terra, possiamo dire che la Salvezza che il Figlio
di Dio ha portato, sembra non aver avuto nessuna ri-
levanza, né religiosa, né politica, né personale. Gesù
è stato religiosamente un maledetto, politicamente un
fallito, personalmente un perdente. Dopo la Croce,
sembra che tutto sia tornato come prima, anzi peggio
di prima, perché il male sembra aver vinto. Ma Maria
non farà spegnere in Lei lo stupore di una salvezza che
è Misericordia del Padre nel volto del Figlio. Maria se-
guirà sempre il figlio, imparerà a conoscerLo per esse-
re degna di chiamarsi figlia del Figlio. Quanti tentativi
fa l’uomo di cercare altre vie di salvezza (basta pensare
al pullulare di sette, di nuove religioni) e da “stupiti” si
diventa “stupidi”: schiavi dei propri idoli. Maria aveva
nel cuore la certezza di un Dio amore; si guarda qua-
le oggetto privilegiato della compassione di Dio per
il mondo e il suo stupore è celebrazione continua di
un’unica verità: “Dio mi ha amata ed ha dato se stes-
so per me!”. ContemplarLo piccolo, contemplarLo sulla
croce, vederLo risorto, per Maria e per ogni discepolo,
è scorgere nel corpo dato e nel sangue versato la vera
Epifania di Dio: Misericordia infinita.

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
O Padre, che accanto al tuo Figlio, innalzato sulla
croce, hai voluto presente la sua Madre Addolorata:
fa’ che la santa Chiesa, associata con lei alla passio-
ne del Cristo, partecipi alla gloria della risurrezione.
Amen. Dalla Liturgia
…mi impegna
Compirò in modo del tutto gratuito un gesto di amore
per una persona a me vicina

Martedì, 16 settembre 2025


Santi Cornelio papa e Cipriano vescovo, martiri
Festa
Liturgia della Parola
1Tm 3,1-13; Sal 100; Lc 7,11-17
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain, e
con lui camminavano i suoi discepoli e una grande folla.
Quando fu vicino alla porta della città, ecco, veniva porta-
to alla tomba un morto, unico figlio di una madre rimasta
vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il
Signore fu preso da grande compassione per lei e le dis-
se: «Non piangere!». Si avvicinò e toccò la bara, mentre
i portatori si fermarono. Poi disse: «Ragazzo, dico a te,
àlzati!». Il morto si mise seduto e cominciò a parlare. Ed
egli lo restituì a sua madre. Tutti furono presi da timore e
glorificavano Dio, dicendo: «Un grande profeta è sorto tra
noi», e: «Dio ha visitato il suo popolo». Questa fama di lui

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
si diffuse per tutta quanta la Giudea e in tutta la regione
circostante.
…è meditata
In questo brano di vangelo, Luca ci presenta Gesù
come una persona attenta alle sofferenze del suo po-
polo. Dio che è sempre buono e misericordioso si
china sull’uomo e si prende cura di lui. Gesù arriva
presso Nain dove incontra un corteo funebre. Egli
presta attenzione alla donna che non solo è vedova
ma porta a sepoltura il suo unico figlio rimanendo del
tutto sola e priva di ogni protezione e sostegno uma-
no e anche economico. Gesù si rivolge alla donna e
viene preso da grande compassione, il suo cuore si
commuove. Anche in altre occasioni, Gesù esterna
sentimenti di tenerezza, di pietà verso chi soffre ed
è in lacrime. In qualche modo, il Vangelo ci pone
davanti un Dio che esterna la sua capacità di ama-
re propria di un Padre e di una Madre. Noi, esseri
umani, non possiamo entrare nella “vita” se non as-
somigliamo al Padre nostro Celeste. Per avere la vita,
non ci vengono chieste opere eclatanti ed eroiche,
ma solo compassione, un cuore aperto di fronte alla
sofferenza del fratello, della sorella. La missione di
Gesù è stata quella di rivelare il vero Volto di Dio,
possiamo dire che è riuscito a portare a compimen-
to la sua missione proprio nell’esternare la sua più
profonda commozione e compassione di fronte ai di-
sastri operati dal peccato. Dobbiamo prendere atto
che, per noi è difficile credere nella tenerezza infinita
del Signore. Siamo più propensi, per via delle false
immagini di Dio che si tramandano di generazione
in generazione, a temere il giudizio piuttosto che a
credere in un amore compassionevole di fronte al di-
sastro generato dal peccato. Siamo più inclini a giu-

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario

dicare e condannare anziché ad avere compassione.


È importante ricordare che Gesù era animato dallo
Spirito del Padre suo per cui trasmetteva a tutti il suo
divino amore e la sua illimitata misericordia. Come
Gesù, anche noi, come figli del Padre, dobbiamo vi-
vere fin d’ora della vita di Dio. Facciamo in modo che
alla negatività, venga sostituita la compassione e la
misericordia come frutto dello Spirito Santo che ci è
stato donato nel Battesimo. La risurrezione del figlio
della vedova di Nain ci aiuti a sperimentare meglio
la presenza viva di Gesù in mezzo a noi. È lo stesso
Gesù, capace di vincere la morte ed il dolore della
morte che continua a vivere in noi e tra noi. Lui è
con noi, oggi e dinanzi ai problemi del dolore che ci
abbattono, ci dice: “Dico a te, alzati!”. Come la folla di
Nain, anche noi diciamo: “Un grande Profeta è sorto
tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”. Chiediamoci:
Chi è Gesù, per me? La compassione che spinse Gesù
a risuscitare il figlio della vedova, il dolore degli altri,
cosa produce in me? Cosa faccio per aiutare l’altro a
vincere il male, a superare il dolore e a vivere una
vita nuova? Dio visitò il suo popolo. Nella mia vita,
come ho riconosciuto le visite di Dio? Ho saputo ri-
conoscere l’azione di Dio nel mondo creato e nella
gente che mi circonda?
…è pregata
Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a Lui con esultanza.
Lodatelo, benedite il suo nome;
perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
Dal Salmo 99

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
…mi impegna
A coltivare in me gli stessi sentimenti del Cuore di
Gesù davanti alle sofferenze, al dolore e alle lacrime
del prossimo.

Mercoledì, 17 settembre 2025


San Roberto Bellarmino, vescovo e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
1Tm 3,14-16; Sal 110; Lc 7,31-35
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare
la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a
bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo
cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti
Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino,
e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che
mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone,
un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è
stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
…è meditata
Oggi la lettura del vangelo ci pone davanti una re-
altà dell’umanità che, in gran parte, purtroppo, vive
nell’indifferenza davanti ai richiami di Dio e alle opere
dei testimoni della fede. Il nostro Padre Celeste, da
sempre ha mandato i suoi profeti, i suoi testimoni, i
suoi santi, non ultimo, il suo proprio Figlio per invita-
re tutti alla conversione e credere nella “lieta Notizia”

53
XXIV Settimana del Tempo Ordinario

della sua misericordia. Il Vangelo è stato predicato in


tutte le parti del mondo. Dio ha usato tutti i mezzi per
scuotere le coscienze e affrettare la venuta del Regno.
Sappiamo che l’umanità tarda a dare la sua risposta
alle chiamate divine, solo una minima parte accoglie e
vive secondo il Vangelo. In genere, sembriamo essere
come quei ragazzi della parabola che sono sordi a
ogni esortazione per iniziare il gioco. Dietro quell’at-
teggiamento passivo, si nasconde una certa durezza di
cuore. È come una “sordità” che, in realtà, è una certa
incapacità a riconoscere la vera salvezza, la presenza
salvifica di Dio! C’è un invito pressante alla conoscen-
za, nella fede, di Gesù Cristo. Siamo esortati a vivere
una fede vera e sincera senza giudicare il comporta-
mento degli altri. Dobbiamo riconoscere che, talvolta,
la nostra fede può avere degli abbassamenti di ten-
sione e raggiungere un livello marginale della nostra
esistenza: Ci definiamo cristiani e anche praticanti, ma
per quel poco che basta a silenziare la nostra coscien-
za. A volte si verifica un fatto molto spiacevole: si
trova da ridire quando viene un “messaggero” di Dio
con un invito alla conversione e anziché prendere sul
serio il messaggio divino, si esprimono critiche, giu-
dizi e si cercano motivi per squalificare il messagge-
ro per poterci così dispensare dall’accogliere il suo
messaggio. Gesù ci vuole dire che dobbiamo rivedere
la nostra vita spirituale, intraprendere un nuovo cam-
mino nella docilità allo Spirito Santo. Un giorno una
religiosa ricevette un incarico molto scomodo al qua-
le avrebbe potuto opporre un atteggiamento critico.
Fece unicamente questo commento: “Sono contenta
di quanto mi dà il Signore”. Parola semplice, quanto
mai coerente dal punto di vista della fede viva e dell’a-
more effettivo, ma non facile a dirsi in certe circo-
stanze! Tutti noi, a poco a poco, con la grazia di Dio,

54
XXIV Settimana del Tempo Ordinario
dobbiamo imparare a essere dei figli di Dio sempre
contenti di quanto Egli ci dà.
…è pregata
Vieni, o Santo Spirito, guidaci alla docilità alla Divi-
na Parola. Dà a noi occhi limpidi per contemplarti
e un cuore umile per lasciarci contemplare da Te.
Amen.
…mi impegna
A scoprire le cause che mi portano all’indifferenza,
alla superficialità, alla mancanza di impegno nell’a-
scolto della Parola di Dio e nel metterla in pratica.

Giovedì, 18 settembre 2025


San Giuseppe da Copertino, sacerdote
Liturgia della Parola
1Tm 4,12-16; Sal 110; Lc 7,36-50
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da
lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, sapu-
to che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di
profumo; stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo,
cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi
capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. Vedendo
questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se co-
stui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è
la donna che lo tocca: è una peccatrice!». Gesù allora gli
disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario

pure, maestro». «Un creditore aveva due debitori: uno gli


doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo
essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di
loro dunque lo amerà di più?». Simone rispose: «Suppon-
go sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù:
«Hai giudicato bene». E, volgendosi verso la donna, disse
a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua
e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha
bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi
capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando
sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non
hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i
piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i
suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui
al quale si perdona poco, ama poco». Poi disse a lei: «I
tuoi peccati sono perdonati». Allora i commensali comin-
ciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche
i peccati?». Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha
salvata; va’ in pace!».
…è meditata
“Le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha
molto amato”. Con questa frase di Gesù, l’Evangeli-
sta Luca ci presenta una grande testimone dell’effica-
cia della Sua Parola: la donna peccatrice. Possiamo
pensare che ella abbia ascoltato la Parola di Gesù in
tempo precedente e ne sia rimasta impressionata al
punto da esserne stata conquistata. Ella deve aver
creduto alla potenza d’amore di Gesù che scaturiva
dalle sue parole e ciò le ha dato il coraggio di infran-
gere la legge e le antiche tradizioni e così varcare la
soglia della casa del “giusto” fariseo. Gesù fa notare
al fariseo Simone i gesti della donna senza nome:
“Lei mi ha bagnato i piedi con le sue lacrime e li ha

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
asciugati con i suoi capelli… non ha cessato di ba-
ciarmi i piedi… me li ha cosparsi di profumo” quasi a
dire che il tutto è espressione di accoglienza, di fede
in Lui e nel suo perdono. Il Fariseo Simone sembra
non rendersi conto abbastanza che l’amore di cui
parlano Gesù e la donna, rannicchiata ai suoi piedi,
non è affatto presente nel suo cuore e nella sua vita.
È chiaro comunque che, il fatto di incontrare Gesù,
lascia nel cuore di tutti, sia di chi si sente “giusto”
sia del “peccatore”, uno stato di “nudità” vulnerabi-
le. Si verifica una spoliazione delle proprie certezze,
una rimozione delle proprie maschere come anche
del proprio peccato e delle paure. Viene raggiunta
la prontezza di scegliere l’invito di Gesù ad entrare
nello spazio aperto e libero della relazione con Dio.
La donna vi entra in pieno. Il fariseo Simone ha an-
cora bisogno di convertirsi, di riconoscersi peccatore
e bisognoso di perdono. Chiediamoci: Siamo pronti
a sostare nella casa di Simone, a osservare la sce-
na dell’incontro con Gesù? Quali sono le maschere
che dobbiamo togliere dal nostro cuore, dalla nostra
mentalità, dal nostro atteggiamento, dalla nostra in-
telligenza non ancora evangelica? Mi riconosco nel-
la donna peccatrice che riconosce il suo peccato e
apre il suo cuore a ricevere il perdono? Che cosa
devo riconoscere in me? Di che cosa devo pentirmi
e confessarmi? C’è in me l’atteggiamento del “giusto”
Simone che nasconde il suo peccato di prostituzione
dietro la maschera dell’osservanza scrupolosa della
legge e delle tradizioni? Che valore ha per me la leg-
ge e le tradizioni a livello religioso, sociale, cultura-
le, morale e spirituale? Abbiamo molto da meditare,
da riflettere, esaminare, per decidere di convertirci e
cambiare vita.

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
Preghiamo con le parole di S. Paolo Apostolo:
Tu, Gesù, sei “venuto nel mondo per salvare i peccatori
e di questi, il primo sono io”.
A te, “Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio,
onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen!”.
…mi impegna
A mantenere le mie promesse e decisioni di cambiare
vita e convertirmi al Vangelo.

Venerdì, 19 settembre 2025


San Gennaro, vescovo e martire
Liturgia della Parola
1Tm 6,2-12; Sal 48; Lc 8,1-3
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, pre-
dicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio.
C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state
guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata
Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Gio-
vanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna
e molte altre, che li servivano con i loro beni.
…è meditata
Gesù è impegnato ad annunciare la buona novella del
Regno del Padre. Egli va intorno a città e villaggi sen-
za sosta, viene accompagnato dagli apostoli. Vi sono
anche delle donne che seguono il Cristo. Loro svolgo-
no un’azione assistenziale sia verso Gesù che verso i

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
suoi discepoli, collaborano e mettono a disposizione
i loro beni, il loro lavoro e anche il loro senso di ac-
coglienza amichevole e rispettosa. Il vangelo ci dice
che queste donne che seguono Gesù hanno fatto l’e-
sperienza di essere state curate da Lui, hanno vissuto,
in prima persona, la gioia del dono e del perdono, si
sono sentite amate e quindi possono esprimere a loro
volta, amore, benevolenza. Hanno capito che Gesù
ama con i fatti. Egli è stato capace di liberarle dalle
loro schiavitù interiori. Queste donne manifestano il
loro amore per Cristo in modo fedele e sincero e ciò le
porterà fino ai piedi della croce e davanti al sepolcro
dove diventeranno le prime testimoni del Cristo Risor-
to. La caratteristica degli apostoli e dei primi seguaci
di Gesù è quella di “ascoltare e stare” con Lui. Tutti
noi, credenti e discepoli del Signore, dobbiamo avere
la stessa qualifica: ascoltare il Maestro e stare con Lui.
É l’unico modo di dimostrargli il nostro amore perso-
nale! Riflettiamo: In che modo faccio esperienza della
Bontà, della misericordia e della grazia di Dio? Com’è
la mia conoscenza di Dio? Il mio rapporto con Dio che
caratteristiche ha? C’è in me timore, fiducia, intimità,
superficialità, emarginazione di Dio? Leggo e medito
spesso il Vangelo? Cosa cambia, in me, nella mia vita,
a contatto con la Parola di Gesù?
…è pregata
Scrutami, Signore, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di menzogna
e guidami sulla via della vita. Dal Salmo 138
…mi impegna
A pregare di più e a nutrirmi più abbondantemente
della Parola di Dio e del Vangelo. Il Salmo 138 potreb-
be essere la base da cui partire

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario

Sabato, 20 settembre 2025


Santi Andrea Kim, presbitero e Paolo Chong e compagni, martiri
Liturgia della Parola
1Tm 6,13-16; Sal 99; Lc 8,4-15
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e ac-
correva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una pa-
rabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre
seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpe-
stata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte
cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per man-
canza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e
i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra
parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento
volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per
ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul
significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato co-
noscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con
parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando
non comprendano. Il significato della parabola è questo:
il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada
sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo
e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga
che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono co-
loro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia,
ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel
tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mez-
zo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada fa-
cendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze
e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario
sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato
la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e
producono frutto con perseveranza.
…è meditata
Gesù oggi ci immette in un ciclo vitale, tra “ascoltare”
e “fare”. Il primo è causa del secondo ed il secondo è
inveramento del primo. C’è molta folla intorno a Gesù,
ma Gesù non è tipo da ridurre le persone a massa e
nullificarle. Vuole che la folla diventi “popolo di Dio”.
Il popolo suppone persone libere e aperte agli altri,
perché la fede non è mai un fatto di massa. Per questo
Gesù “grida”, gli sta a cuore che i suoi uditori non ab-
biano un ascolto di striscio (strada), superficiale (pietra)
o affogato in mille faccende (spine). L’ascolto della Pa-
rola è questione di vita o di morte, del senso del pro-
prio esistere. Forse è bene che a questo punto ci chie-
diamo di che “terra” siamo impastati… e confessiamo,
come i discepoli, che anche noi non abbiamo capito il
suo messaggio, che abbiamo bisogno di spiegazioni…
Questo è l’inizio della conversione: l’avvertire il biso-
gno profondo di ascoltare, del “seme” che cade nella
nostra povera “terra”. Ed il SEME è Gesù che conosce il
fallimento ed il successo: la legge della croce, che vale
tanto per Gesù, quanto per il discepolo che sceglie di
seguirlo. Se il frutto non c’è, scagionata l’efficacia del
seme, bisogna individuarne la ragione e ricercarla nello
smascherare le resistenze del nostro cuore alla Parola.
Il centuplo è legato all’ascoltare, trattenere, perseverare
nel quotidiano a tutta prova: il seme porterà frutto an-
che nella nostra terra. È Dio che ne garantisce la riusci-
ta, sta a noi offrirGli un cuore bello e buono.
…è pregata
Si ritireranno i miei nemici,
nel giorno in cui ti avrò invocato;

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XXIV Settimana del Tempo Ordinario

questo io so: che Dio è per me.


In Dio, di cui lodo la parola,
nel Signore, di cui lodo la parola,
in Dio confido, non avrò timore:
che cosa potrà farmi un uomo?
Manterrò, o Dio, i voti che ti ho fatto:
ti renderò azioni di grazie,
perché hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei piedi dalla caduta. Dal Salmo 55
…mi impegna
Leggeremo e mediteremo in famiglia un passo della
Sacra Scrittura.

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XXV Settimana
del Tempo Ordinario
XXV Settimana del Tempo Ordinario

XXV Domenica, 21 settembre 2025


San Matteo, Apostolo
Liturgia della Parola
Am 8,4-7; Sal 112; 1Tm 2,1-8; Lc 16,1-13
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco
aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a
lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che
cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministra-
zione, perché non potrai più amministrare”. L’amministra-
tore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone
mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la for-
za; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché,
quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci
sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno
per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu
quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento ba-
rili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e
scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”.
Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la
tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’ammi-
nistratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza.
I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più
scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli
amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa
verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose
importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è di-
sonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete
stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella
vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi

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XXV Settimana del Tempo Ordinario
darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni,
perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà
all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la
ricchezza».
…è meditata
Il capitolo 16 è dedicato al problema dell’uso della
ricchezza. Il tema della ricchezza è ricorrente in Luca
ed egli verso chi è ricco non risparmia parole molto
forti. Evidentemente la sua comunità aveva molte ric-
chezze e non riusciva a trovare un equilibrio tra i beni
materiali e le esigenze del Vangelo. Gesù con questa
parabola vuole farci comprendere come la vita terrena
sia sempre una scelta: fra l’onestà o la disonestà, fra il
bene o il male, fra la fedeltà o l’infedeltà. L’uomo ric-
co di questa parabola è Dio, mentre l’amministratore
rappresenta ognuno di noi; ognuno di noi può ammi-
nistrare la sua vita in modo onesto oppure disonesto.
“Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua am-
ministrazione, perché non potrai più amministrare”.
È bene ricordare allora che un giorno siamo chiamati
a rendere conto a Dio della nostra amministrazione.
Dio ci ha donato tante ricchezze, fidandosi di noi, uti-
lizziamoli senza sfruttare nessuno e cercando di con-
dividerle con gli altri.
…è pregata
O Padre, che chiami ogni uomo ad amarTi e servir-
Ti come unico Signore, allontana da noi la cupidigia
delle ricchezze e fa che alzando al cielo le mani libere
e pure, Ti rendiamo gloria con la nostra vita. Amen.
…mi impegna
Mi chiedo se agisco sempre con chiarezza e trasparen-
za senza arrecare danno ad alcuno, pur rischiando di
rimanere sola.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario

Lunedì, 22 settembre 2025


San Fiorenzo, eremita
Liturgia della Parola
Esd 1,1-6; Sal 125; Lc 8,16-18
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «nessuno ac-
cende una lampada e la copre con un vaso o la mette sot-
to un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra
veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manife-
stato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga
in piena luce. Fate attenzione dunque a come ascoltate;
perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto
anche ciò che crede di avere».
…è meditata
Agire nella luce, dare alla luce lo spazio perché ci per-
vada è più che mai complesso. La luce chiede di vivere
limpidamente, facendo trasparire tutto ciò che noi sia-
mo mentre le zone d’ombra della nostra vita, invece, ci
permettono di nasconderci agli altri. È più comodo por-
re sotto un letto la lampada, al contrario, metterla su un
candelabro dà visibilità al disordine della nostra troppo
spesso frenetica vita. Ma siamo chiamati a vivere e a
portare la Luce, risplendenti di Amore. La Grazia ci ri-
veste di nuova luce e, se la accogliamo, ci permette di
fare le scelte della nostra vita in adesione al progetto di
amore che Dio ha pensato per noi, ricolmandoci della
pienezza della gioia che connota ogni vita pienamente
realizzata, anche se nella ferialità di una vita ordinaria.
…è pregata
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
(Invocazione allo Spirito Santo)

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XXV Settimana del Tempo Ordinario
…mi impegna
Oggi vogliamo a rimuovere le zone d’ombra del no-
stro cuore prendendoci del tempo per fare un buon
esame di coscienza.

Martedì, 23 settembre 2025


San Pio da Pietrelcina, religioso
Liturgia della Parola
Esd 6,7-8.12.14-20; Sal 121; Lc 8,19-21
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli,
ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero
sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desidera-
no vederti». Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli
sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la
mettono in pratica».
…è meditata
La madre di Gesù e i suoi fratelli lo cercano, ma diventa
impossibile avvicinarlo, vi è la presenza della folla che
impedisce l’incontro. Gesù subito mette in chiaro una
cosa: Madre, fratelli, sorelle, non sono solo i suoi fami-
liari di Nazareth, ma coloro che ascoltano e vivono la
Parola di Dio. Anche chi ha avuto una triste esperienza
familiare può fare una splendida esperienza di Comu-
nità, creando rapporti e legami fondati sulla roccia della
Parola del Maestro. Nella chiesa possiamo intessere le-
gami autentici e significativi, uguali e superiori a quelli
di sangue. Gesù allarga la famiglia! Instaura una nuova
appartenenza parentale, costituita attorno all’ascolto e

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XXV Settimana del Tempo Ordinario

al mettere in pratica la Parola di Dio che Lui annuncia.


La Parola di Dio, se ascoltata e messa in pratica, mi
rende madre e fratello di Gesù: madre perché divento
capace di generarLo – annunciarlo al mondo; fratello
perché divento come Lui figlio del Padre. È dunque
questa Parola a generare la famigliarità tra tutti coloro
che l’ascoltano e la vivono.
…è pregata
Ti rendiamo grazie o Padre, perché in Gesù Tuo Figlio
ci hai resi, figli e fratelli, e Lui stesso ci ha consegnato
la carta d’identità per appartenere alla sua famiglia
e alla sua chiesa: “Ascoltare e mettere in pratica la
Parola”. Amen.
…mi impegna
A mantenermi unita al Signore con la preghiera “Sia
fatta la tua volontà come in cielo così in terra”.

Mercoledì, 24 settembre 2025


Beato Francesco Spoto, presbitero e martire
Liturgia della Parola
Esd 9,5-9; Sal Tb 13; Lc 9,1-6
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e
potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò
ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse
loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né
sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In
qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite.
Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro

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XXV Settimana del Tempo Ordinario
città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimo-
nianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di
villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona noti-
zia e operando guarigioni.
…è meditata
Essere annunciatori del regno oggi è di controtenden-
za, quasi démodé; in un periodo storico in cui più sei
egocentrico più vinci, mettere al centro Dio non è si-
curamente una priorità. Malgrado tutte le frasi retori-
che sulla gioventù apatica e senza valori, come famiglia
giovane, abbiamo conosciuto tanti nostri coetanei, che
nonostante la difficoltà di annunciare Dio, sono stati ca-
paci di sorprenderci per l’autenticità e la passione con
cui vivono l’esperienza cristiana. Molto spesso partiamo
sfiduciati dalla presunzione che tanto ci troveremo a
scuotere la polvere dai nostri piedi ed invece ci ritrovia-
mo stupiti dall’accoglienza e dalla testimonianza che ci
viene data. Ogni tappa del nostro cammino è segnata
dalla gioia ma anche dalla fatica di voler testimoniare
con gesti e parole che noi ci crediamo veramente in
questo regno, ma ancor di più dalla consapevolezza
che non bisogna stancarsi mai di annunciare. Il Vange-
lo ci dice di sostare, ma poi di ripartire perché, nella
logica evangelica, non sempre a chi ha seminato tocca
la gioia del raccolto, ma bisogna lasciare ad ognuno il
tempo di far agire dentro di sé la Parola, usando la stes-
sa pazienza che Dio ha con ciascuno di noi.
…è pregata
Rendici Signore testimoni autentici e annunciatori del
Tuo regno, perché possiamo sperimentare la Tua prov-
videnza e la Tua misericordia.
…mi impegna
A dedicare del tempo alla preghiera per fare spazio a Dio
di agire nella nostra vita per aiutarci a portarlo agli altri.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario

Giovedì, 25 settembre 2025


Beato Giuseppe Benedetto Dusmet,Vescovo
Liturgia della Parola
Ag 1,1-8; Sal 149; Lc 9,7-9
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi
avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcu-
ni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È appar-
so Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti».
Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi
è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E
cercava di vederlo.
…è meditata
È comprensibile la reazione di Erode, è proprio
dell’uomo farsi domande ed essere attirato da qual-
cosa di cui si sente parlare. Ciò che stava accadendo
in quel tempo non è così lontano da ciò che accade
oggi. Cerchiamo segni visibili e ci poniamo domande
a cui solo facendo un atto di Fede possiamo rispon-
dere. Erode forse per troppa paura o superbia preferì
non ascoltare più Giovanni che gli annunciava l’arrivo
del Messia e per questo, all’udire quegli avvenimenti,
non riusciva a darsi una spiegazione. Anche oggi si è
attratti dai grandi avvenimenti straordinari non curanti
della meraviglia delle piccole cose. Si sgomita per ave-
re l’esclusiva, ma una volta che il fuoco si affievolisce,
nessuno si cura di farlo ardere nuovamente; molto
spesso si cerca in tutti i modi di trovare spiegazioni
razionali a eventi che di razionale non hanno nulla, si
riconoscono altre divinità pur di non ammettere che
forse quel che è successo è opera di Dio. La fede è
un dono prezioso, consegnato a tutti ma bisogna ali-

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XXV Settimana del Tempo Ordinario
mentarlo perché diventi fiaccola nel nostro cammino:
quando la malattia, la sofferenza, la morte bussano
alla nostra vita, solo uno sguardo reso profondo dalla
fede può farci “andare oltre” e rendere ragione della
speranza a cui siamo chiamati.
…è pregata
Signore fa che possiamo sempre riconoscere i tuoi
doni, alimenta in noi la Fede perché non vacilli alla
prima prova del nostro cammino.
…mi impegna
A non correre dietro agli eventi del mondo, ma a sof-
fermarci nella preghiera per i fratelli che ne hanno più
bisogno.

Venerdì, 26 settembre 2025


Santi Cosma e Damiano, martiri
Liturgia della Parola
Ag 1,15b-2,9; Sal 42; Lc 9,18-22
La Parola del Signore
…è ascoltata
Un giorno, Gesù si trovava in un luogo solitario a pre-
gare. I discepoli erano con lui ed egli pose loro que-
sta domanda: «Le folle, chi dicono che io sia?». Essi
risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia; altri
uno degli antichi profeti che è risorto». Allora doman-
dò loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro rispose:
«Il Cristo di Dio». Egli ordinò loro severamente di non
riferirlo ad alcuno. «Il Figlio dell’uomo - disse - deve
soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi

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XXV Settimana del Tempo Ordinario

dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il


terzo giorno».
…è meditata
Oggi ascoltando questa parola potrebbe essere il
Giorno della scelta, o della ri-scelta che continuamen-
te siamo chiamati a compiere. Il discepolo non è colui
che mette in questione Gesù, ma colui che si lascia
mettere in questione da Lui. Chi sei per me, Gesù di
Nazareth? Non importa cosa dicono gli altri, cosa mi
abbiano insegnato, cosa penso di sapere su di te... pri-
ma o poi, nella vita, sentiamo echeggiare questa stra-
ordinaria ed inquietante domanda: Chi sono io, per te?
Gesù non chiede una definizione della sua persona,
a Lui interessa la nostra adesione personale, mi invita
ad assumere il suo stile di vita, i suoi criteri. E più il
mio impegno concreto, di servizio, di dono di sé, della
disponibilità, dell’accettazione del conflitto, (sapendo
che ci sarà la risurrezione) cresce, più comprendo la
sequela di Cristo.
…è pregata
“Mio Signore e mio Dio, mio Dio e mio tutto” fa Signore
che queste parole siano salde nel nostro cuore, perché
in Te ogni cosa abbia il suo inizio e il suo compimento,
concedici di crescere in età, Sapienza e Grazia e di
costruire realtà nuove di amore.
…mi impegna
A partecipare all’Eucaristia riconoscendoTi come Si-
gnore della nostra vita.

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XXV Settimana del Tempo Ordinario
Sabato, 27 settembre 2025
San Vincenzo de’ Paoli, sacerdote
Liturgia della Parola
Zc 2,5-9.14-15; Sal Ger 31,10-13; Lc 9,43b-45
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose
che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene
in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere
consegnato nelle mani degli uomini». Essi però non ca-
pivano queste parole: restavano per loro così misteriose
che non ne coglievano il senso, e avevano timore di inter-
rogarlo su questo argomento.
…è meditata
Anche noi quando ascoltiamo le Parole di Gesù a vol-
te non riusciamo immediatamente a capire il senso,
forse perché non le ascoltiamo attentamente o perché
le sentiamo lontane, o forse perché ci fanno paura.
Gesù ci rende partecipi del Suo atto d’Amore e della
Sua resurrezione ma la sua strada maestra è la croce.
Seguire Gesù significa allora percorrere lo stesso cam-
mino, accogliendo la fatica ed il dolore di ogni giorno
sapendo che c’è una prospettiva più grande, un pro-
getto a volte misterioso ma sicuramente di amore e
libertà. Non sempre tutto è chiaro ma, nella fede, sap-
piamo che il Signore è con noi sempre, che ci guida,
ci consola, ci conduce.
…è pregata
Tu che ci hai amati fino alla morte, ci hai annun-
ciato anche la gioia della resurrezione perché potes-
simo essere partecipi della tua gloria. Fa o Signore
che impariamo da te che l’Amore vince sempre sulla
morte.

73
XXV Settimana del Tempo Ordinario

…mi impegna
A meditare la Parola e fare tesoro di ciò che il Signore
ci suggerisce.

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XXVI Settimana
del Tempo Ordinario
XXVI Settimana del Tempo Ordinario

XXVI Domenica, 28 settembre 2025


San Lorenzo Ruiz e compagni, martiri
GIORNATA DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO
Liturgia della Parola
Am 6,1.4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ric-
co, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e
ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome
Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso
di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco;
ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un
giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad
Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli in-
feri fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abra-
mo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre
Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere
nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, per-
ché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo
rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i
tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo
lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di
più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro
che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì
possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, pa-
dre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, per-
ché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché
non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma
Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”.
E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qual-

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XXVI Settimana del Tempo Ordinario
cuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose:
“Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi
neanche se uno risorgesse dai morti”».
…è meditata
Questa parabola ci scuote, e soprattutto ci ricorda una
verità: sia il ricco sia il povero condividono la condizione
umana, per cui per entrambi giunge l’ora della morte,
che tutti accomuna. La condizione del povero è tra le
più disperate, non è un mendicante che chiede cibo,
è abbandonato davanti alla porta della casa del ricco.
Nessuno lo guarda, né si accorge di lui, solo dei cani ran-
dagi, più umani degli esseri umani, passandogli accanto
gli leccano le ferite. Eppure Gesù dice che costui a diffe-
renza del ricco, ha un nome: Lazzaro, cioè “Dio viene in
aiuto”. Viviamo nell’abbondanza di una società opulenta,
che sa nascondere così bene i poveri al punto di non
accorgersi. Gesù ci ricorda nella beatitudine che Dio sta
dalla parte dei poveri e ci invita a praticare l’ascolto del
fratello nel bisogno che è di fronte a noi e l’ascolto delle
Scritture, non esiste l’uno senza l’altro: ed è nel vivere
qui e ora queste due realtà strettamente collegate tra loro
che si gioca già oggi il nostro giudizio finale.
…è pregata
Aiutaci, o Signore, a non essere egoisti, ad uscire da
noi stessi con generosità, con atteggiamenti di miseri-
cordia. Dona al nostro cuore occhi capaci di vedere il
fratello che ci passa accanto ed ha bisogno del nostro
aiuto. Amen.
…mi impegna
A fare un gesto di amore e di accoglienza verso chi è
solo e abbandonato.

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XXVI Settimana del Tempo Ordinario

Lunedì 29 settembre 2025


Santi Michele, Gabriele e Raffaele, arcangeli
Festa
Liturgia della Parola
Dn 7,9-10.13-14 opp. Ap 12,7-12; Sal 137; Gv 1,47-51
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù, visto Natanaèle che gli veniva in-
contro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non
c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?».
Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho
visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Nata-
naèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!».
Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto
sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di
queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedre-
te il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra
il Figlio dell’uomo».
…è meditata
Oggi con Natanaele, siamo invitati a seguire Gesù. Fi-
lippo è colui che ci invita: “Vieni e vedi”, ci dice, e non
cerca di dimostrarci qualcosa, fa solo eco alle parole
di Gesù. E qui succede qualcosa d’insolito: Natanaele
pensa di andare a vedere, invece è Gesù che lo “vede”
andarGli incontro e che gli rivolge la parola. Gesù
cosa vede? Vede in Natanaele l’israelita autentico, che
non prende a pretesto la sua scienza per dispensarsi
dalla ricerca del vero Volto di Dio; Gesù loda in lui l’a-
pertura, l’accoglienza di Colui che è venuto: “Tu sei il
Figlio di Dio”. Gesù va oltre il riconoscimento teorico,
Lui proietta Natanaele e ciascuno di noi a contemplare
i Cieli aperti, Gesù di Nazareth quale luogo in cui Dio
si manifesta e comunica agli uomini la sua tenerezza,

78
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
il suo progetto d’amore. Gesù inserisce Natanaele e
ciascuno di noi in una predilezione che va al di là di
ogni pretesa di originario desiderio: “Io ti ho amato
per primo!”. E noi abbiamo davvero trovato Gesù, o ci
fermiamo sazi a ciò che pensiamo conoscere già? L’o-
ceano verso cui ci trasporta Gesù è senza sponda, c’è
sempre un “oltre” a cui dobbiamo farci attenti nel “qui
ed ora” della nostra vicenda storica: in Gesù il Cielo si
è squarciato per sempre…
…è pregata
O Dio, che chiami gli Angeli e gli uomini a coopera-
re al tuo disegno di salvezza, concedi a noi pellegrini
sulla terra la protezione degli spiriti beati, che in cielo
stanno davanti a te per servirti e contemplano la gloria
del tuo volto. Amen.
…mi impegna
Ad accogliere nel cuore la persona di Gesù e a dedi-
care nel silenzio un po’ di tempo alla contemplazione
della sua vita.

Martedì 30 settembre 2025


San Girolamo, presbitero e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56
La Parola del Signore
…è ascoltata
Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato
elevato in alto, Gesù prese la ferma decisione di mettersi
in cammino verso Gerusalemme e mandò messaggeri da-
vanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un vil-

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XXVI Settimana del Tempo Ordinario

laggio di Samaritani per preparargli l’ingresso. Ma essi non


vollero riceverlo, perché era chiaramente in cammino verso
Gerusalemme. Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e
Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda
un fuoco dal cielo e li consumi?». Si voltò e li rimproverò. E
si misero in cammino verso un altro villaggio.
…è meditata
“Gesù decide di andare a Gerusalemme” Questa de-
cisione marca il duro e lungo cammino di Gesù dal-
la Galilea fino a Gerusalemme, dalla periferia verso
la capitale. Gesù, che si dirige coraggiosamente verso
Gerusalemme, esprime la sua decisione totale di fare
la volontà del Padre, morendo per amore sulla croce.
L’uomo compie il sommo male togliendo di mezzo il
Figlio di Dio e Dio compie il sommo bene innalzando-
lo a sé nella gloria. Gesù è la misericordia che vince il
male e rivela un Dio di compassione e di tenerezza.
La camminata di Gesù è simbolo del nostro cammino
di conversione che dobbiamo vivere ogni giorno, cer-
cando di seguirLo senza tornare indietro, aprendo il
nostro cuore al nuovo, all’altro, a chi è differente. Non
possiamo fermarci, dobbiamo camminare senza perde-
re l’obiettivo: raggiungere Gerusalemme...
…è pregata
Signore Gesù insieme ogni giorno alla tua scuola per
seguire con fermezza e decisione la via del bene e
dell’amore per raggiungere quella santità che tu vuoi
da me. Amen.
…mi impegna
Ad essere ferma e decisa a seguire gli insegnamenti
di Gesù e ad accogliere soprattutto il diverso da me.

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XXVI Settimana del Tempo Ordinario
OTTOBRE

Mercoledì 1 ottobre 2025


Santa Teresa di Gesù Bambino, vergine e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
Gb 9,1-12.14-16; Sal 87; Lc 9,57-62
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre camminavano per la strada, un tale
disse a Gesù: «Ti seguirò dovunque tu vada». E Gesù gli
rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo
i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il
capo». A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Si-
gnore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre».
Gli replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti;
tu invece va’ e annuncia il regno di Dio». Un altro disse:
«Ti seguirò, Signore; prima però lascia che io mi congedi
da quelli di casa mia». Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che
mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per
il regno di Dio».
…è meditata
«Il Figlio dell›uomo non ha dove posare il capo». È que-
sta la risposta che subito Gesù fornisce al tale che Gli
esprime il desiderio di seguirlo. Gli presenta immedia-
tamente le difficoltà, gli dice che dovrà prepararsi ad
una vita per niente beata o agiata, una vita in cui non
si ha neanche un posto o un momento per riposare.
Sembra quasi che Gesù scoraggi chi vuole seguirlo,
chi vuole fare la Sua volontà, prospettandogli le dif-
ficoltà. C’è, però, una ragione più interessante e veri-
tiera nella risposta del Signore. La scelta di compiere
fedelmente ciò che Dio ci chiede è realmente ardua,

81
XXVI Settimana del Tempo Ordinario

perché Egli non vuole dei mediocri ma è esigente nei


nostri confronti, si aspetta molto. Ci vuole preparati e
informati riguardo ciò che comporta la Sua sequela, in
positivo e in negativo.
La risposta di Gesù allude anche al fatto che, spesso,
le scelte in linea con la Sua volontà sono quelle che
sembrano più irraggiungibili, più ricche di ostacoli e di
difficoltà. Inoltre, un’altra caratteristica che la sequela
di Gesù richiede è la perseveranza, la determinazione,
la mancanza di indugi: «Nessuno che ha messo mano
all›aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno
di Dio». Se, di fronte alle difficoltà che una prospetti-
va presenta, cominciamo a ci guardiamo indietro per
scrutare se c’è qualcos’altro di meno oneroso e fatico-
so, stiamo tradendo la volontà di Dio: evitiamolo!
Signore, dammi la Tua forza per affrontare le prove e
le difficoltà che possono nascere dal mettermi al Tuo
seguito, dal realizzare la Tua volontà.
…è pregata
Tutto il giorno ti chiamo, Signore,
verso di te protendo le mie mani.
Compi forse prodigi per i morti?
O si alzano le ombre a darti lode?
Si narra forse la tua bontà nel sepolcro,
la tua fedeltà nel regno della morte?
Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi,
la tua giustizia nella terra dell’oblio?
Ma io, Signore, a te grido aiuto
e al mattino viene incontro a te la mia preghiera.
Perché, Signore, mi respingi?
Perché mi nascondi il tuo volto? Dal Salmo 87
…mi impegna
A riflettere se concretamente nella vita quotidiana sto
seguendo davvero Gesù.

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XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Giovedì 2 ottobre 2025
Santi Angeli custodi
1° giovedì del mese: preghiera per le vocazioni
Liturgia della Parola
Es 23,29-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicen-
do: “Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?”. Allora
chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse:
“In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventere-
te come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò
chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è
il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo
bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guar-
date di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché
io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia
del Padre mio che è nei cieli.
…è meditata
Anche oggi la domanda dei discepoli “Chi dunque è
il più grande nel Regno dei Cieli?”, rivela che avevano
capito poco o nulla del messaggio di Gesù. E Gesù
risponde che il criterio sono i piccoli! si identifica con
loro. L’amore di Gesù verso i piccoli non ha spiega-
zione. I bambini non hanno merito, al tempo di Gesù
i bambini erano considerati come “non ancora uomi-
ni”, davano fastidio, non dovevano disturbare. Gesù,
invece, li propone come modelli di discepolato! I di-
scepoli devono diventare bambini, invece di crescere
verso l’alto, devono crescere verso il basso e verso la
periferia, dove vivono i poveri, i piccoli. Così saranno
i più grandi nel Regno! Il motivo è questo: “Chi riceve
uno di questi piccoli riceve me”. È la pura gratuità

83
XXVI Settimana del Tempo Ordinario

dell’amore di Dio che qui si manifesta e chiede di


essere imitata nella comunità da coloro che si dicono
discepoli e discepole di Gesù. In essa deve regnare
lo spirito di servizio, di dono, di perdono, di riconci-
liazione e di amore gratuito, senza cercare il proprio
interesse e la propria promozione.
…è pregata
Signore, aiutaci a cambiare mentalità, fà che impa-
riamo a diventare sempre più piccoli e poveri, acco-
gliendo con la gratitudine e l’entusiasmo del bambino
quanto ci doni e per servirti nei fratelli più bisognosi.
Amen.
…mi impegna
A cercare di incontrare e servire una persona sola ed
esclusa.

Venerdì, 3 ottobre 2025


San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
Bar 1,15-22; Sal 78; Lc 10,13-16
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse: «Guai a te, Corazìn, guai a te,
Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i
prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vesti-
te di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.
Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno
duramente di voi. E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino
al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Chi ascolta voi ascol-

84
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
ta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me,
disprezza colui che mi ha mandato».
…è meditata
Se cerchiamo di penetrare il mistero dell’Incarnazione
e della Redenzione, il nostro intelletto si ritrae, sopraf-
fatto da questo ineffabile abisso; solo il cuore, sorretto
dalla fede e illuminato dallo Spirito Santo, può intrave-
dere quale fuoco d’amore abbia spinto Dio a riscattare
l’uomo, offrendogli la possibilità di divenire figlio nel
Figlio, partecipe della Sua Vita.
Gli scritti di S. Giovanni sono tutti un inno a questo
amore, ma esiste anche il mistero dell’iniquità. L’uo-
mo ha il potere di rifiutare l’amore di Dio, di rendersi
sordo, indifferente, o addirittura ostile ai suoi appel-
li. L’Antico Testamento risuona di richiami accorati di
Dio al popolo eletto, rivolti per mezzo dei profeti.
Sono espressioni di una tenerezza sconvolgente, ap-
pelli di un Padre che vuole cancellare i peccati dei
figli traviati, dissipandoli come nube; vuole ridare ai
peccatori il candore dell’innocenza, si offre di portarli
sulle braccia, come un padre porta un figlio durante
una lunga marcia; vuole sollevarli alla sua guancia, per
stringerli in un abbraccio dolcissimo. Infine ha inviato
il Figlio, unica vittima in grado di ristabilire l’armonia
della creazione, ferita profondamente dal peccato. Il
Figlio viene in apparenza umile e dimessa, a insegna-
re e testimoniare Amore.
Ma proprio i suoi non lo riconoscono, lo rifiutano.
Neppure i segni che Egli compie inducono alla con-
versione gli animi induriti nel peccato.
Esplode allora il lamento dell’Amore misconosciuto,
l’ammonizione della Santità oltraggiata. Nel Getsema-
ni, Gesù suderà sangue sotto il peso del peccato di
tutti gli uomini, di ogni tempo. Egli sa cosa si accinge

85
XXVI Settimana del Tempo Ordinario

a patire; può misurare la distanza invalicabile che se-


parerà eternamente i dannati e i salvati. Questo «Guai!»
risuona in modo drammatico nella storia dell’umanità;
chi lo pronuncia è il discrimine, l’unica Via, la sola
Verità, la nostra Vita.
…è pregata
O Padre, da te ha origine ogni conversione. Tu hai
mandato il tuo Figlio unigenito a convertire i cuori
induriti di noi peccatori, tu hai sacrificato la vita di
Cristo per la salvezza del mondo, concedi anche a noi
di ottenere la grazia di una vera conversione del cuo-
re, affinché con il costante allenamento alla preghiera
e alle opere di carità possiamo raggiungere la meta
beata.
…mi impegna
A pregare per la conversione dell’umanità al suo Cuo-
re Santissimo e al Cuore Immacolato di Maria.

Sabato 4 ottobre 2025


San Francesco d’Assisi
Patrono d’Italia Festa
Liturgia della Parola
Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore
del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai
sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre,
perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è sta-
to dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se

86
XXVI Settimana del Tempo Ordinario
non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e
colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a me, voi tutti
che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete
il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite
e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio
giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
…è meditata
Il brano si apre con una preghiera di Gesù, “Ti rendo
lode, o Padre”.
Gesù fa sgorgare dal suo cuore un inno di lode gioiosa
e convinta a Dio: “Riconosco, o Padre, Signore del cielo
e della terra, che hai nascosto queste cose ai saggi e
agli intellettuali e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre,
perché questa è stata cosa gradita davanti a te”. Non
un lamento si alza da Gesù verso Dio, ma una confes-
sione che è lode e benedizione. Gesù si rivolge a Dio
con una confidenza unica: lo chiama “Padre”, in ara-
maico “Abba”, perché in questo nome sono racchiusi
per Gesù la tenerezza, l’amore e la misericordia. Siamo
noi i “piccoli” quando, con semplicità di cuore e con
sincera umiltà, riconoscendo i nostri limiti, la nostra fra-
gilità, ci affidiamo al Signore nella preghiera assidua e
costante, per attingere da lui la forza che non abbiamo.
Questa intimità silenziosa col Signore permette al “pic-
colo” di portare il giogo di Gesù, perchè chi è piccolo
in Gesù Cristo sa che ogni prova, sofferenza, croce o
impegno che Dio gli chiede di portare, non sarà mai
solo a portarlo. Per questo è un giogo dolce e leggero:
perché il primo a caricarlo sulle proprie spalle è Gesù
stesso. Non bisogna mai chinare il capo di fronte alla
sventura! Lui è con noi...
…è pregata
Signore Gesù, aumenta la mia fede e donami la Tua
sapienza e confidenza perchè con la semplicità dei

87
XXVI Settimana del Tempo Ordinario

piccoli anch’io possa ripetere con te “Ti lodo o Padre e


Ti benedico”. Amen.
…mi impegna
Ad un silenzio privo di orgoglio e di pretese nei con-
fronti di Dio.

88
XXVII Settimana
del Tempo Ordinario
XXVII Settimana del Tempo Ordinario

XXVII Domenica, 5 ottobre 2025


San Placido e compagni, martiri
Liturgia della Parola
Ab 1,2-3;2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci
in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quan-
to un granello di senape, potreste dire a questo gelso:
“Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedi-
rebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il
gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e
mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da man-
giare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò man-
giato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse
gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini
ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello
che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo
fatto quanto dovevamo fare”».
…è meditata
Sono sempre rimasta colpita dal rimprovero di Gesù
circa la nostra fede, più piccola di un granello di se-
nape: non ho mai visto gelsi sradicati e piantati nel
mare, né montagne spostate. Possibile che nessun
uomo abbia mai avuto un pochino di fede? Eppure gli
apostoli stessi chiedono a Gesù di averla in dono. La
fede ci porta a compiere gesti prodigiosi, inauditi, non
magici: cosa c’è di più grande del mettersi al servizio
degli altri senza sperare nulla in cambio? Essere “ser-
vi inutili” non significa non fare nulla di buono, non
servire a nulla. Gesù ci invita a metterci a disposizione
degli altri senza sperare in cambio alcun “utile”, nes-
sun guadagno a mio favore. La Parola oggi ci esorta

90
XXVII Settimana del Tempo Ordinario
a riflettere sulla gratuità delle nostre azioni che può
nascere solo da una fede grande in Colui che si è fatto
servo fino alla morte. E chi ha occhi attenti saprà ve-
dere anche i miracoli.
…è pregata
Sull’esempio della Serva per eccellenza, Maria, inse-
gnami, Signore, a servirti con amore e per amore in
ogni occasione della mia giornata. Il tuo amore per
l’uomo mi guidi a percorrere la strada della gratuità,
dell’operosità che diviene libertà e gioia per gli altri
e anche per me. Tutto secondo la tua volontà, oggi e
sempre. Amen.
…mi impegna
Ad aprire gli occhi sulle occasioni che il Signore mi
favorirà in questa giornata per compiere gesti di servi-
zio gratuito, anche verso chi potrebbe non meritarlo.

Lunedì, 6 ottobre 2025


San Bruno, sacerdote e monaco
Liturgia della Parola
Gio 1,1-2.11; Sal Gio 2,3-5.8; Lc 10,25-37
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere
alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare
per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa
sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose:
«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta
la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente,
e il tuo prossimo come te stesso». li disse: «Hai risposto

91
XXVII Settimana del Tempo Ordinario

bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi,


disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un
uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle
mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero
a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per
caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada
e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in
quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che
era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe com-
passione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi
olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in
un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò
fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi
cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio
ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di
colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispo-
se: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’
e anche tu fa’ così».
…è meditata
Siamo di fronte ad un’altra “provocazione” di Gesù.
Sembra facile rispondere alla domanda capziosa del
dottore della Legge «Chi è il mio prossimo?», ma Gesù,
come spesso avviene, rovescia i termini della questio-
ne. Non si tratta di sapere quali categorie di persone
sono il mio prossimo, che quindi ho il dovere di ama-
re, ma piuttosto di capire che io ho il dovere di farmi
prossimo di chiunque ha bisogno. L’incontro con il
debole, l’afflitto, il sofferente, non può lasciarmi in-
differente, chiuso nel mio egoismo, non disponibile
ad abbandonare il mio quieto vivere per mettermi in
gioco.
Oggi farmi prossimo può comportare accogliere nel
mio paese, nella mia parrocchia, nel mio ambito pro-

92
XXVII Settimana del Tempo Ordinario
fessionale e sociale, l’operaio musulmano, il profugo
slavo, il negoziante cinese, tutta la variegata folla che
rende composite le nostre comunità, anche le più pic-
cole. Farsi prossimo richiede sollecitudine e disponi-
bilità verso l’anziano, il disabile, il tossicodipendente.
Posso passar oltre, come il levita, ma chi mi salverà
un giorno da quella voce che penetra fino al punto di
connessione delle più intime giunture e che pronun-
cerà il mio giudizio: «Ero povero…, malato…, carce-
rato…»?
Il Vangelo ci chiede un’adesione generosa e totale,
senza cercare sconti o indulgenze per il perbenismo,
la pigrizia, l’egoismo e tutte le altre cattive tendenze
che ci assediano e sono pronte a soffocarci, se la-
sciamo loro aperto anche un solo spiraglio del nostro
cuore.
…è pregata
Ti prego, buon Samaritano Gesù, versa sulle mie ferite
olio e vino: versa l’olio dell’unzione, lo Spirito Santo,
donami la coppa del vino della Nuova Alleanza. Por-
tami con te sulla cavalcatura della croce, conducimi
all’albergo, la tua Chiesa, donami la Parola dell’An-
tico e del Nuovo Testamento ed io sarò guarito e vivrò!
Tu sei stato accanto a me, Signore, ti sei fatto mio pros-
simo: fa’ che io sappia aver compassione di chi è nel
bisogno.
…mi impegna
A fare un gesto di carità insieme alla mia famiglia nei
confronti dei più poveri.

93
XXVII Settimana del Tempo Ordinario

Martedì, 7 ottobre 2025


Beata Maria Vergine del Rosario
Liturgia della Parola
Gio 3,1-10; Sal 129; Lc 10,38-42
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un
villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva
una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del
Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta
per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore,
non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola
a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le ri-
spose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,
ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte
migliore, che non le sarà tolta».
…è meditata
“Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose,
ma di una cosa sola c’è bisogno”. Le parole di Gesù
sembrano essere rivolte a noi, affannati e sommersi
dalle tante cose da fare. Sicuramente le nostre inten-
zioni sono buone: la famiglia da mandare avanti, il
lavoro che ci occupa gran parte della giornata, le tante
attività di cui è fatta la nostra vita ma può arrivare un
momento in cui iniziamo a compiere tutto in maniera
disumana perché perdiamo di vista il vero senso di
ciò che facciamo. Anche la vita familiare, l’amore che
ci lega agli altri può diventare una cosa da fare che
non ci rende felici. In questo sta la differenza tra le
due sorelle: Maria, seduta ai piedi del Signore, si con-
centra sull’essenziale, su Colui che le aveva visitate e
aveva fatto quella giornata così bella. Maria non perde
di vista ciò per cui vale la pena vivere mentre Marta

94
XXVII Settimana del Tempo Ordinario
accoglie Gesù in casa sua ma questa Presenza diventa
una cosa fra le tante dentro il ritmo vorticoso di una
giornata che la rende inquieta al punto tale da giu-
dicare il comportamento della sorella che dovrebbe
agire come lei compiendo delle azioni “utili” invece
che stare li seduta ad ascoltare. Ma “Maria ha scelto la
parte migliore”, tra le due sorelle è lei che liberamente
sceglie di stare in relazione con il Maestro, il solo che
può dare compimento alla sua vita.
…è pregata
Maria, Madre del Santo Rosario e Regina della Famiglia,
abbraccia con la tua benevolenza tutti noi affinché, con
il sostegno della Tua presenza, possiamo camminare fi-
duciosi e certi della Misericordia di Cristo.
…mi impegna
A pregare il Santo Rosario insieme alla mia famiglia
per l’unità tra noi e con gli altri.

Mercoledì, 8 ottobre 2025


San Giovanni Calabria, presbitero
Liturgia della Parola
Gio 4,1-11; Sal 85; Lc 11,1-4
La Parola del Signore
…è ascoltata
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe fini-
to, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a
pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi di-
scepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre,
sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni
giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri

95
XXVII Settimana del Tempo Ordinario

peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debi-


tore, e non abbandonarci alla tentazione».
…è meditata
“Signore, insegnaci a pregare”. Facciamo nostre le pa-
role dei discepoli coscienti della nostra incapacità di
guardare noi stessi e gli altri come solo Dio può guar-
darci. Preghiamo e facciamo richieste precise, invochia-
mo la misericordia del Signore sulla nostra debolezza,
sui nostri limiti, abbiamo paura del nulla e della morte
che inghiotte le cose e ci aggrappiamo a Chi solo può
tutto. In realtà però il nostro orizzonte è limitato, non
crediamo fino infondo che tutto quello che ci accade
è rivolto al Bene, che siamo Sue creature e che Egli ci
ama e vuole che noi siamo Suoi, completamente Suoi,
liberamente Suoi. Chiediamo quindi a Gesù di inse-
gnarci a pregare, di insegnarci a chiedere l’essenziale
per vivere, di insegnarci a perdonare cosi come siamo
stati perdonati. Chiediamo la grazia di poterci abban-
donare a Lui che continuamente provoca i nostri de-
sideri più alti, che continuamente sfida il nostro cuore
infinito, che instancabilmente ci ricorda che siamo fatti
per l’eternità quando noi vorremmo accontentarci di
ciò che è menzogna e perisce.
…è pregata
Signore il mio cuore è lieto perché Tu ci sei, perché Tu
vivi! Questa è la mia Speranza! Vivi nei volti della mia
famiglia, la prima compagnia che mi ha donato, vivi
nella faccia lieta dell’amico che sta andando incontro
al suo Destino nella malattia, vivi nella carità vissuta
tra i fratelli, vivi nella Chiesa che ci genera e ci permet-
te di accorgerci che tutto è fatto da Te per noi.
…mi impegna
A perdonare le offese ricevute e ad accettare gli altri così di-
versi da noi ma unici e preziosi quanto noi agli occhi di Dio.

96
XXVII Settimana del Tempo Ordinario
Giovedì, 9 ottobre 2025
San Dionigi, vescovo e Compagni, martiri
Liturgia della Parola
Ml 3,13-20a; Sal 1; Lc 11,5-13
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai discepoli: «Se uno di voi ha
un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, pre-
stami tre pani, perché è giunto da me un amico da un
viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno
gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa,
io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per
darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli
perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà
a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico:
chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi
sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca
trova e a chi bussa sarà aperto.Quale padre tra voi, se il
figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del
pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione?
Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone
ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo
Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
…è meditata
“Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e
troverete, bussate e vi sarà aperto”. Nel vangelo di oggi
Gesù ci rassicura che le nostre preghiere sono ascol-
tate. Dobbiamo chiedere con insistenza certi che un
Padre non ci lascerà abbandonati.
La prima condizione della preghiera è la consapevo-
lezza di essere bisognosi e Gesù ci esorta ad avere
fiducia perché se l’uomo si commuove davanti alle

97
XXVII Settimana del Tempo Ordinario

necessità di un figlio, tanto più lo farà Dio il quale


ci dà sempre di più di quello che noi domandiamo.
Dobbiamo attendere la risposta di Dio e desiderarla
con tutto il nostro cuore. Desiderare che Lui si rive-
li a noi attraverso le circostanze anche dolorose che
siamo costretti ad attraversare lungo il cammino della
vita. Generalmente preghiamo per ottenere doni im-
mediati e ci accorgiamo, nella fedeltà alla preghiera
che troviamo conforto perché riscopriamo la presenza
di Colui che ci dona ogni respiro e che ci promette,
ancora oggi, di rimanere con noi tutti i giorni fino alla
fine del mondo.
…è pregata
Signore aiutami ad avere un cuore vigile ed uno sguardo
attento durante le mie giornate perché mai possa acca-
dere che “Tu passi ed io non me ne accorga”
…mi impegna
A dedicare una parte della mia giornata alla preghiera
insieme a tutta la mia famiglia per imparare ad avere
un dialogo intimo e sincero con il Signore datore di
ogni Bene.

Venerdì, 10 ottobre 2025


San Daniele Comboni, vescovo
Liturgia della Parola
Gl 1,13-15; 2,1-2; Sal 9; Lc 11,15-26
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, [dopo che Gesù ebbe scacciato un demo-
nio,] alcuni dissero: «È per mezzo di Beelzebùl, capo dei

98
XXVII Settimana del Tempo Ordinario
demòni, che egli scaccia i demòni». Altri poi, per metterlo
alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. Egli, co-
noscendo le loro intenzioni, disse: «Ogni regno diviso in se
stesso va in rovina e una casa cade sull’altra. Ora, se anche
Satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo
regno? Voi dite che io scaccio i demòni per mezzo di Beel-
zebùl. Ma se io scaccio i demòni per mezzo di Beelzebùl, i
vostri figli per mezzo di chi li scacciano? Per questo saran-
no loro i vostri giudici. Se invece io scaccio i demòni con
il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio. Quando
un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo,
ciò che possiede è al sicuro. Ma se arriva uno più forte di
lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava e
ne spartisce il bottino. Chi non è con me, è contro di me, e
chi non raccoglie con me, disperde. Quando lo spirito im-
puro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando
sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa,
da cui sono uscito”. Venuto, la trova spazzata e adorna.
Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano
e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo
diventa peggiore della prima».
…è meditata
l’episodio del vangelo di oggi vede Gesù scacciare
un demonio per liberare l’uomo dal maligno. Accan-
to al demonio scacciato ci sono però i suoi avversari
che cercano di metterlo alla prova dando una loro
interpretazione arbitraria dei segni che Egli compie.
Invece di essere felici del bene compiuto da Gesù dif-
fondono maldicenze sul suo operato dicendo che ciò
che Lui compie è opera del demonio. Ma Egli scaccia
i demoni “con il dito di Dio” e per mezzo di questo “è
giunto a voi il regno di Dio”. Il male è sconfitto, bat-
tuto, eliminato dal cuore dell’uomo e questo è motivo

99
XXVII Settimana del Tempo Ordinario

di redenzione e salvezza. Compiamo il male, perché


inclini a questo per nostra natura, ma possiamo sem-
pre contare sulla misericordia di Dio e sulla bontà del
Padre. “Chi non è con me è contro di me, e chi non
raccoglie con me, disperde”. Una proposta chiara: ciò
che non è fondato in Lui è destinato a disperdersi e
a non portare frutto. Senza di Lui tutto è destinato ad
impoverirsi. Con Cristo invece tutto si illumina e trova
pienezza di significato.
…è pregata
Signore Gesù fa che possiamo essere sempre uniti in
Te e con Te, fa che possiamo comprendere che la Tua
presenza è la cosa più importante per il nostro cuo-
re, per la certezza del nostro destino, della nostra re-
alizzazione. Fa che noi, fragili come canne al vento,
possiamo riporre la nostra speranza in Te Signore del
tempo e dello spazio
…mi impegna
A condividere la speranza della fede cristiana con chi
ha bisogno di un sostegno nelle difficoltà della pro-
pria quotidianità

Sabato, 11 ottobre 2025


San Giovanni XXIII, papa
Liturgia della Parola
Gl 4,12-21; Sal 96; Lc 11,27-28
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla
folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha

100
XXVII Settimana del Tempo Ordinario
portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Be-
ati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la
osservano!».
…è meditata
Maria è beata non tanto per aver portato in grembo il
Salvatore del mondo e per averlo allattato, cresciuto e
amato così come una madre fa con suo figlio ma Bea-
ta piuttosto perché da sempre è stata docile e umile in
ascolto della parola di Dio che si realizzava nella sua
vita. Maria diventa Beata grazie ad un gesto semplice
ma segno di profonda umiltà che è l’ascolto. Maria “
figlia del Suo Figlio”, discepola del Maestro partorito
dal suo ventre diventa per noi un modello da imitare.
Maria non è solo degna di essere ammirata e venera-
ta ma va seguita, va imitata nel suo essere serva del
Signore e nel suo abbandonarsi alla volontà di Dio.
Negli eventi tumultuosi di questo mondo e delle no-
stre vite saremo Beati se riusciremo ad intercettare la
bontà del disegno di Dio su noi stessi e sulle persone
che amiamo per poter far nostre le parole di fiducia
che la Vergine pronunciò davanti all’annuncio dell’An-
gelo: “Eccomi, sono la serva del Signore; avvenga di
me secondo la tua Parola”.
…è pregata
Maria, tu che sei la certezza della nostra speranza fa
che questa non venga meno anche nei giorni più com-
plicati, fa che possiamo ricominciare a voler bene anche
dopo aver sperimentato la delusione, fa che possiamo
rimanere fedeli al nostro Battesimo ed essere portatori
della speranza di Cristo nel mondo.
…mi impegna
A parlare di meno ed ascoltare di più e a mettere in
pratica gli insegnamenti del vangelo sul perdono e la
carità.

101
XXVIII Settimana
del Tempo Ordinario
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario

XXVIII Domenica, 12 ottobre 2025


San Felice IV, papa
Liturgia della Parola
2Re 5,14-17; Sal 97; 2Tm 2,8-13; Lc 17,11-19
La Parola del Signore
…è ascoltata
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava
la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli venne-
ro incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e
dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!».
Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai
sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno
di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a
gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per
ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non
ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono?
Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere
gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse:
«Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
…è meditata
Dieci lebbrosi sono stati purificati da Gesù: uno solo
torna a ringraziarlo. Essere guariti dalla lebbra non è
come far passare un raffreddore. Eppure, nonostante
sia stato compiuto un miracolo evidente e maestoso
per tutti e dieci, solo uno ha riconosciuto l’autore del-
la sua rinascita alla vita. Ed è tornato a da Lui. Spesso
anche noi chiediamo dei segni a Dio ma non sempre
abbiamo gli occhi per vederli. E ci lamentiamo. Nel
domandarsi dove sono gli altri nove guariti dalla leb-
bra, Gesù non si aspetta la loro gratitudine: con quella
domanda, Gesù si rammarica del fatto che oltre alla
purificazione c’era un altro dono che li aspettava: la
salvezza. Il passo del Vangelo, che la liturgia di oggi ci

104
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
propone, non ci invita solo a dire grazie, quale segno
di buona educazione, ma ci invita a riconoscere i doni
che vengono da Dio per lodarlo e ringraziarlo con la
stessa vita.
…è pregata
Apri i miei occhi, Signore, sulle meraviglie che fai per
me ogni giorno: la mia stessa vita, la mia famiglia, i
miei impegni, per quanto impegnativi, le mie amicizie,
ogni fatica superata, ogni gesto di attenzione e affetto
sono doni che vengono da Te. Insegnami a guardarmi
intorno con gratitudine affinchè la mia vita sia un
grazie. Amen
…mi impegna
Alla fine di questa giornata mi fermerò a riconoscere
quali doni oggi Dio mi ha concesso e, con tutto il cuo-
re, mi impegnerò a rendere grazie con la mia stessa
vita, facendomi dono per gli altri.

Lunedì, 13 ottobre 2025


San Teofilo di Antiochia, vescovo
Liturgia della Parola
Rm 1,1-7; Sal 97; Lc 11,29-32
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù co-
minciò a dire: «Questa generazione è una generazione
malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun
segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu
un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo
lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la

105
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario

regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa gene-


razione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi
confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone.
Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel gior-
no del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro
questa generazione e la condanneranno, perché essi alla
predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è
uno più grande di Giona».
…è meditata
La generazione “malvagia” di cui parla Gesù non è una
sola, remota nel tempo. Quella generazione rivive in
ogni epoca, ogni qualvolta si cerchi un’impronta, dimen-
ticando la mano che ve l’ha impressa. Ricorrendo all’im-
magine del segno di Giona, Gesù ci esorta a non spreca-
re il nostro tempo, in attesa di segni e gesti eclatanti, ma
a cercare il segno della presenza di Dio nel quotidiano,
nelle piccole cose. La vera conversione del cuore non
scaturisce dal vedere, ma dal sentire. Per poter vedere,
bisogna dapprima mettersi in ascolto, lontano dai rumori
assordanti e dalle luci abbaglianti. Tutti siamo chiamati
alla Santità, ma come suggerì Santa Teresa di Lisieux, il
cammino che conduce sulla “vetta dell’Amore” richiede
di lasciarsi condurre da Gesù, in un “abbandono totale”.
La “piccola via”, da lei delineata, non prevede grandi
spazi da percorre e lunghi tempi d’attesa: è un lasciarsi
afferrare dalle braccia di Gesù, qui e ora.
…è pregata
La mia vita, o Signore, è un istante che passa, un mo-
mento che fugge e se ne va. Tu lo sai, mio Dio, che per
amarti sulla terra, non ho altro che l’oggi.
(Santa Teresa di Lisieux)
…mi impegna
Cercheremo il tuo volto, Signore, in quello di ogni
fratello che oggi metterai sul nostro cammino. Invo-

106
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
cheremo la tua presenza, Signore, in ogni azione che
oggi saremo chiamati a compiere.

Martedì, 14 ottobre 2025


San Callisto I, papa e martire
Liturgia della Parola
Rm 1,16-25; Sal 18; Lc 11,37-41
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo
invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide
e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima
del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite
l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è
pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’e-
sterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto
in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto
sarà puro».
…è meditata
Gesù si avvicina a noi nella semplicità, nella vita co-
mune: addirittura, si siede a tavola con noi. È proprio
a partire da un gesto così “semplice” che vuole inse-
gnarci come essere davvero puri. Non servono azioni
scrupolose e meccaniche, sfarzi, luci, suoni. Per amar-
lo bisogna partire da dentro, non da fuori. Spesso ci
preoccupiamo di quali abiti indossare, anche per par-
tecipare alle celebrazioni eucaristiche. Dimenticando-
ci così la cosa più importante: di che colore sono gli
abiti di cui è rivestita la nostra anima? Sono bianchi e

107
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario

candidi, come la neve, oppure sono pieni di macchie,


che gli occhi, offuscati dalle apparenze, non riescono
più a vedere? E qual è il modo migliore per ripulire sé
stessi? Ancora una volta è Gesù a suggerirci la rispo-
sta: farsi dono! La vera ricchezza che ciascuno di noi
possiede, e che può dunque offrire al mondo, risiede
dentro di noi, in ciò che realmente siamo.
…è pregata
Non uscire fuori di te, ritorna in te stesso: la verità abi-
ta nell’uomo interiore e, se troverai che la tua natura
è mutevole, trascendi anche te stesso.
(Sant’Agostino, La vera religione, 39, 72)
…mi impegna
Dedicheremo una parte della giornata per stare con
noi stessi, per riscoprire la bellezza della vita interiore
e riascoltare la dolce melodia che il silenzio produce.

Mercoledì, 15 ottobre 2025


Santa Teresa di Gesù, vergine e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
Rm 2,1-11; Sal 61; Lc 11,42-46
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che
pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe,
e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste in-
vece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai
a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e
i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei

108
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra sen-
za saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli
disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che
caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi
non li toccate nemmeno con un dito!».
…è meditata
“Guai a voi” in questo brano così breve ricorre per ben
quattro volte. Ma non per farci paura, o per farci cre-
dere che Gesù è un Signore che rimprovera e castiga.
Tutt’altro! Il suo è un monito a ricordare, prima di ogni
altra, la regola fondamentale per vivere da veri Figli di
Dio: Amare. Compiere azioni conformi alla legge, ma
senza amore, non sono le “cose da fare” per vivere in
maniera fedele a ciò che realmente Gesù ci ha voluto
insegnare. I “guai” ripetuti, che rivolge ai farisei e ai
dottori della Legge, ma che valgono per ognuno di
noi, più che un rimprovero, sono un invito accorato a
rivedere i motivi reali per cui compiamo certe azioni,
che spesso ci sembrano giuste solo perché approvate
dagli altri. Ma Lui ci ricorda che non dobbiamo desi-
derare di piacere agli altri uomini, cercando a tutti i
costi il loro consenso. Ciò di cui dobbiamo davvero
occuparci e preoccuparci è di piacere a Dio, con le
azioni del nostro fare ma anche, e soprattutto, con le
intenzioni del nostro cuore.
…è pregata
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità, sono come un bronzo che
risuona o un cembalo che tintinna. […] La carità è
paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la cari-
tà, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispet-
to, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene
conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma

109
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario

si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto


spera, tutto sopporta.  (Corinzi, 13, 1-13)
…mi impegna
Oggi cercheremo di riflettere sulle motivazioni che ci
spingono ad agire, cercando di capire se ciò che fac-
ciamo sia guidato dall’Amore per gli altri o, piuttosto,
dall’amor proprio.

Giovedì, 16 ottobre 2025


Santa Margherita M. Alacoque, vergine
Liturgia della Parola
Rm 3,21-30a; Sal 129; Lc 11,47-54
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i
sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi
testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li
uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha
detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccide-
ranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione
sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin
dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue
di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io
vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai
a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave
della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che vole-
vano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là,
gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile
e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie,

110
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa
bocca.
…è meditata
“Il cuore, non la ragione, sente Dio”, affermava Blaise
Pascal. L’uomo ha da sempre cercato di comprendere
Dio prima di tutto con la ragione, piuttosto che con il
cuore. Ed è proprio quello che fanno i dottori della Leg-
ge che, pur credendo di comprendere la Scrittura, non
riconoscono Gesù. Credono di poter spiegare al popolo,
grazie ai loro ragionamenti, come giungere alla vita eter-
na, ma non si accorgono che l’unica Via della salvezza è
proprio lì, davanti ai loro occhi. Non solo non vedono,
ma impediscono anche agli altri intorno di poter vedere.
Quante volte cerchiamo di capire Dio con i nostri ragio-
namenti, di spiegare il mistero della vita e della morte
con le nostre congetture, tenendo così chiusa l’unica via
di accesso alla verità, ovvero la porta del nostro cuore.
Anche noi, come gli scribi e i farisei, spesso portiamo
via, dai noi stessi e da chi ci è accanto, la “chiave del-
la conoscenza”, con la presunzione di potercela fare da
soli, senza lasciare una piccola apertura a Dio, l’unico
che davvero può donarci la vera comprensione.
…è pregata
Signore Gesù, aiutaci a liberarci dal nostro IO, sempre
troppo ingombrante, per lasciare spazio a DIO, l’unico
datore di ogni bene.
…mi impegna
Oggi dedicheremo una parte della giornata per leg-
gere e meditare in famiglia questo brano del Vangelo
o un altro, per cercare di far spazio alla Parola di Dio
nella nostra vita.

111
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario

Venerdì, 17 ottobre 2025


Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
Liturgia della Parola
Rm 4,1-8; Sal 31; Lc 12,1-7
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, si erano radunate migliaia di persone, al
punto che si calpestavano a vicenda, e Gesù cominciò a
dire anzitutto ai suoi discepoli: «Guardatevi bene dal lievito
dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che
non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto.
Quindi ciò che avrete detto nelle tenebre sarà udito in piena
luce, e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più in-
terne sarà annunciato dalle terrazze. Dico a voi, amici miei:
non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo e dopo
questo non possono fare più nulla. Vi mostrerò invece di
chi dovete aver paura: temete colui che, dopo aver ucciso,
ha il potere di gettare nella Geènna. Sì, ve lo dico, temete
costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi?
Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio.
Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non ab-
biate paura: valete più di molti passeri!».
…è meditata
Tutti inseguiamo una meta comune, che è la Vita Eterna;
però spesso, affannati dal cammino, dimentichiamo chi
ci sta accanto, addirittura calpestandolo, pur di guada-
gnare qualche passo in più. Agendo così cadiamo nella
stessa contraddizione che caratterizza i farisei: fingere di
cercare la luce, preferendo di fatto vivere nelle tenebre.
È questa l’ipocrisia: mostrare una bellezza esteriore, che
non ha però alcuna corrispondenza con l’oscurità che
attanaglia il proprio mondo interiore. L’ipocrisia, da cui
Gesù ci mette in guardia, ci porta ad agire compiacendo

112
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
gli uomini, senza chiederci se ciò che facciamo possa
piacere a Dio. Per questo Lui ci mette in guardia: la bus-
sola che orienta il nostro agire non deve essere il con-
senso degli altri, ma il timore di perdere Dio, il timore di
non riconoscerlo, il timore di dimenticarci di Lui. Proprio
a questo proposito, Gesù ci rassicura: c’è sempre un Pa-
dre che, nonostante i nostri rifiuti, le nostre titubanze, la
nostra sordità, è sempre pronto a risollevarci, ad acco-
glierci, a prenderci per mano, per proseguire nel nostro
cammino verso la Santità.
…è pregata
Mio Dio, non dimenticarti di me, quando io mi di-
mentico di te. Non abbandonarmi, Signore,
quando io ti abbandono. Non allontanarti da me,
quando io mi allontano da te. Chiamami se ti fuggo,
attirami se ti resisto, rialzami se cado.
(San Tommaso d’Aquino)
…mi impegna
Oggi ritagliamo un momento in famiglia per recitare,
tutti insieme, il Padre Nostro, per ricordarci che siamo
tutti veramente suoi figli.

Sabato, 18 ottobre 2025


San Luca, evangelista
Festa
Liturgia della Parola
2Tm 4,10-17b; Sal 144; Lc 10,1-9
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li in-
viò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove

113
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario

stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante,


ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore del-
la messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate:
ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non porta-
te borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare
nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, pri-
ma dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della
pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà
su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo
di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua
ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando
entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello
che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite
loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
…è meditata
Dopo aver designato i dodici apostoli (il 12 richiama
le tribù di Israele), Gesù chiama alla missione altri
settantadue (72 sono i popoli della Terra elencati in
Gen 10); pertanto la missione dei discepoli assume
un aspetto universale, ricopre tutta la Terra. Non si
tratta di un’impresa umana, che dipende dalle nostre
capacità: è Gesù Cristo che invia, che prende la parola
e che agisce. Si tratta di lasciar fare a Gesù, piuttosto
che di fare; l’importante è avere il suo stile. “Ecco io
vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”, è l’invito a
non lamentarci sui tempi e le difficoltà della missione;
anzi, le difficoltà sono del Regno
Ai discepoli Gesù chiede di non preoccuparsi e di non
portare nulla con sé e di confidare nella provvidenza
“perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa”.
Il “si” totale del cuore a Cristo da parte di chi lo segue
diviene la forza della missione evangelica, cioè an-
nunciare che il Regno di Dio è vicino a noi.

114
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario
Siamo in un vero tempo di Grazia in cui la Chiesa
si sta interrogando sulla vocazione e missione della
famiglia, con la consapevolezza che il matrimonio co-
stituisce una buona notizia per il mondo di oggi scri-
stianizzato.
…è pregata
Signore Gesù ti ringrazio perché per la tua preghiera
al Padre per i tuoi apostoli e per noi “perché tutti siano
una sola cosa”, fa’ che rimaniamo uniti a te fiduciosi
nella tua preghiera.
…mi impegna
A poter mostrare a tutti che tu non ci abbandoni e sei
il Dio-con-noi.

115
XXIX Settimana
del Tempo Ordinario
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

XXIX Domenica, 19 ottobre 2025


San Paolo della Croce, sacerdote
Giornata Mondiale Missionaria
Liturgia della Parola
Es 17,8-13; Sal 120; 2Tm 3,14-4,2; Lc 18,1-8
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola
sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né
aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una
vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia
contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non vol-
le; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho
riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto
fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente
a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò
che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia
ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li
farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giu-
stizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà,
troverà la fede sulla terra?».
…è meditata
Cos’è la preghiera? Perché bisogna pregare sempre?
Sicuramente questi interrogativi sono stati oggetto di
riflessione un po’ per tutti. Si può dire che la preghiera
è quel rapporto intimo di amore e quindi di legame
che si crea tra l’uomo e Dio e, affinché questo legame
sia duraturo e sincero, bisogna che sia continuamen-
te alimentato dal desiderio. Sant’Agostino a riguardo
dice che noi uomini abbiamo la necessità di rivolgerci
a Dio. La preghiera sincera è allora lo spazio in cui il

118
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
nostro desiderio si proietta verso l’infinito, Dio. Nella
parabola appena letta viene descritta la situazione di
una vedova, simbolo della desolazione e della povertà
senza rimedio, che insiste nel vedersi fare giustizia.
Dio non è come il giudice umano; Egli fa giustizia
prontamente, però bisogna fidarsi, avere fede viva e
piena. Nella nostra vita se non alimentiamo lo Spirito
della preghiera rischiamo di perderci dietro cose inu-
tili e di inaridire la nostra fede.
…è pregata
Signore Gesù, ti affidiamo la nostra famiglia ed ogni
famiglia del mondo. Insegnaci a guardarci sempre con
rinnovata meraviglia, di riuscire sempre a vedere l’infi-
nita bellezza che tu hai posto in ogni persona. Aiutaci a
scoprire che l’amore ha le sue esigenze e donaci la forza
per rispettarle sempre. Amen
…mi impegna
A non soccombere al male ma anzi “vincere il male
con il bene” attraverso una preghiera quotidiana, sin-
cera e appassionata

Lunedì, 20 ottobre 2025


Santa Maria Bertilla Boscardin, vergine
Liturgia della Parola
Rm 4,20-25; Cant. Lc 1,68-75; Lc 12,13-21
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro,
di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli
rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o media-

119
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

tore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e te-


netevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è
nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli
possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di
un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli
ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i
miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magaz-
zini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il
grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai
a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia,
bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte
stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai prepa-
rato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e
non si arricchisce presso Dio».
…è meditata
Cristo ha detto che manda i suoi discepoli come agnelli
tra i lupi, perché il mondo non ama ciò che non è suo
e cerca di eliminarlo. Rimane valido, in ogni tempo e in
ogni circostanza, l’obbligo della testimonianza; la spe-
ranza della beatitudine eterna, la certezza dell’amore di
Dio, provvidente e misericordioso, la gioia di essere stati
riscattati dal peccato, sono beni infiniti, non negoziabili,
perché non c’è un controvalore adeguato. È proprio di
noi creature provare stanchezza o smarrimento; ripiegar-
ci su noi stessi nelle difficoltà; avvitarci nella forma più
subdola e pericolosa di orgoglio, ritenendoci indegni
della tenerezza di Dio; evitare di portare in ogni contat-
to umano uno spirito di carità soprannaturale: questo
e altro siamo capaci di fare. Il nostro cuore infedele sa
trovare sotterfugi e scappatoie, per non vivere piena-
mente da cristiani, ma Nostro Signore non ci asseconda
in questa direzione: Egli vuole un regno di confessori, di
anime forti, che, pur tra le cadute, lo riconoscono come

120
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
unico Signore della loro vita. Ci è chiesta la disponibili-
tà, l’accoglienza; lo Spirito farà il resto. Questa Persona
divina misteriosa, fuoco e acqua, sospiro d’amore del
Padre e del Figlio, ci trasforma, brucia tutte le nostre
scorie nel crogiuolo della vita divina che ci è partecipata
con i Sacramenti, ci guida, ci ammaestra, ci consola. Se
lo vogliamo… Se sappiamo dire “sì” ad ogni momen-
to… Resistere allo Spirito Santo, alla Vita soprannaturale
che ci dona, significa opporsi al piano di Dio, farsi simili
agli angeli ribelli, ecco perché il rifiuto dell’Amore non
sarà perdonato.
…è pregata
Dio onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei mar-
tiri edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa’
che la gloriosa passione che meritò a sant’Ignazio una
corona immortale, ci renda sempre forti nella fede.
Amen. (Dalla Liturgia)
…mi impegna
A guardare i beni della mia famiglia e compiere un
gesto di conversione “staccando” completamente il
cuore da essi.

Martedì, 21 ottobre 2025


Beato Giuseppe Puglisi, presbitero e martire
Liturgia della Parola
Rm 5, 12.15b.17-19.20b-21; Sal 39; Lc 12, 35-38
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti,
con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate

121
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna


dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli apra-
no subito. Beati quei servi che il padrone al suo ritorno
troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le
vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li
troverà così, beati loro!».
…è meditata
Il tema centrale di questa pericope è quello della vi-
gilanza; il discepolo deve sempre essere pronto, a
qualsiasi ora, all’alba o a notte fonda, per la venuta di
Gesù, con la veste succinta e la lampada accesa, come
nel giorno di Pasqua. La seconda venuta di Gesù è per
ognuno di noi la pasqua personale, ovvero il passag-
gio dalla vita terrena a quella eterna.
La vita è l’attesa della festa, non è la festa: è la verità
più bella del cristianesimo, che redime la morte. È la
verità che fa giustizia di tutte le situazioni: malati e sani,
intelligenti e sprovveduti, ricchi e poveri sappiano che
queste situazioni appartengono al tempo dell’attesa.
Noi cristiani siamo chiamati a vivere in modo nuovo
il legame con la vita, a ricordare che la vita vera è l’e-
ternità e svegliare gli uomini dall’amnesia dell’al di là.
Si percepisce in questo brano la sorpresa gioiosa del
padrone quando rientra e trova i servi ad attenderlo
alzati e pronti, tanto da compiere un gesto che ribalta i
ruoli: fa mettere a tavola i servi e lui si mette a servirli.
Beati noi se il Signore quando verrà ci troverà ad at-
tenderlo!
…è pregata
Signore Gesù fai che al tuo ritorno tu possa trovarci
con la lampada accesa e desti nella fede, pronti ad
accoglierti ed essere invitati alla tavola. Concedici un
cuore sereno e vigilante.

122
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
…mi impegna
A essere pronti e a vegliare e pregare, con l’atteggia-
mento di attesa e totale fiducia nel Signore.

Mercoledì, 22 ottobre 2025


San Lorenzo da Frazzanò, presbitero
Liturgia della Parola
Rm 6, 12-18; Sal 123; Lc 12,39-48
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di
capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora
viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche
voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate,
viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore,
questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Si-
gnore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e
prudente, che il padrone metterà a capo della sua ser-
vitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato
quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così.
Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi ave-
ri. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone
tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le
serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel
servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora
che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte
che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la vo-
lontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la
sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che,

123
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percos-


se, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto
sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto
di più».
…è meditata
Con questa parabola Gesù ci mette dinanzi due im-
portanti significati: il primo, sull’instabilità dei beni ter-
reni; l’altro, sulla precarietà della nostra vita. Ci mette
in guardia dal condurre una vita spiritualmente son-
nacchiosa e che non sappiamo l’ora in cui il Signore
ci chiamerà a rendere conto della nostra vita. Alla do-
manda di Pietro, il quale chiede conferma che quanti
sono alla sequela possono stare tranquilli, Gesù ri-
sponde con un’altra domanda: qual è l’amministrato-
re fedele e saggio? E racconta un’altra parabola in cui
mette a confronto il servo onesto che all’arrivo del
padrone si trova al suo posto, con l’altro disonesto
che, invece, approfitta della sua assenza per realizzare
il festino dell’egoismo e della violenza.
Il giudizio futuro è operato qui e ora da noi, secon-
do il metro che usiamo per misurare gli altri; cerchia-
mo quindi di vivere giudiziosamente il tempo che ci è
dato. Il Signore ci avverte che l’amore di Dio per noi è
esigente e non può essere all’insegna del disimpegno:
chi riceve incarichi di responsabilità e deve avere cura
degli altri è obbligato a una doppia attività e prontezza.
La vigilanza deve essere sostenuta dalla preghiera co-
stante per non cadere nella tentazione finale di perde-
re la fiducia nella fedeltà del Signore.
…è pregata
Signore non permettere che la nostra vita spirituale
diventi spenta e irrigidita dentro piccoli spazi di atti-
vismo, concedici la “sapienza della prassi” e di vivere
la gioia di far splendere le meraviglie del tuo amore.

124
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
…mi impegna
A ripetere spesso e a vivere la parola: “Risplenda nelle
mie azioni, o Signore, il tuo mistero di vita e salvezza”.

Giovedì, 23 ottobre 2025


San Giovanni da Capestrano, presbitero
Liturgia della Parola
Rm 6,19-23; Sal 1; Lc 12, 49-53
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono venu-
to a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse
già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e
come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate
che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico,
ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cin-
que persone, saranno divisi tre contro due e due contro
tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre,
madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro
nuora e nuora contro suocera
…è meditata
Il fuoco di cui parla Gesù e che deve essere acceso è
lo Spirito Santo; il battesimo nello Spirito Santo deve
essere preceduto dal battesimo di sofferenza al quale
Gesù dovrà sottoporsi.
“Sono venuto a portare la divisione” (v.51). Ci sorpren-
dono queste parole di Gesù. Non è lo stesso Maestro
che ha pregato il Padre per i suoi perché fossero “un
cuor solo e un’anima sola”? (Gv 17)

125
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

In realtà non si tratta di una contraddizione ma di un


approfondimento, si riferisce alla libertà del seguace di
Gesù di dissociarsi dalla mentalità mondana corrente.
“Non è possibile servire Dio e mammona” (Mt 6,24). Per
mammona si intende il dio-denaro e qualsiasi altro
idolo che impedisce di far crescere in noi il regno di
Dio.
Se la pace non è pacifismo, ci porta, a volte, ad af-
frontare la contraddizione e, in certi casi, contraddire
agli uomini per piacere a Dio. Là dove si mormora
degli assenti o si fanno progetti familiari o comunitari
con mentalità mondana e non in chiave evangelica,
bisogna avere il coraggio della divisione. Più spesso la
spada è da usarsi solo dentro di noi, contro la voglia
di primeggiare, di essere centro di consensi, contro le
passioni che appesantiscono mente e cuore.
Pertanto bisogna che la dimensione contemplativa
della Parola respirata e vissuta diventi possibile nelle
nostre giornate.
…è pregata
“O Trinità, mio bene unico, tu sei fuoco che sempre
ardi e non consumi; fuoco che incenerisci nel tuo
calore ogni amor proprio dell’anima; fuoco che togli
ogni freddezza, fuoco che illumini. Con il tuo lume mi
hai fatto conoscere la tua verità”.
(Caterina da Siena, Dialogo della divina Provvidenza)
…mi impegna
A vivere la mia fede e renderla operante nella verità
e nella carità.

126
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
Venerdì, 24 ottobre 2025
Sant’Antonio Maria Claret, vescovo
Liturgia della Parola
Rm 7,18-25a; Sal 118; Lc 12, 54-59
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una
nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”,
e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà
caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto
della terra e del cielo; come mai questo tempo non sape-
te valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è
giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magi-
strato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui,
per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti
consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione.
Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino
all’ultimo spicciolo».
…è meditata
Durante i tre anni della vita pubblica Gesù ha percor-
so la Palestina in lungo e in largo e ha compiuto segni
e prodigi, risuscitato morti; ha annunciato la venuta
del Regno di Dio eppure gli israeliti, che attendeva-
no il Messia, non lo hanno voluto riconoscere, per
questo li rimprovera con forza e li chiama ipocriti. I
segni dei tempi vengono colti quando c’è un’attenzio-
ne interessata, ma se il cuore non è attento a scorgere
l’importanza del tempo come tempo per esercitare la
giustizia e la carità dentro le proprie relazioni perso-
nali, il rischio è forte.
È importante capire i segni del proprio tempo per
comprendere le intenzioni di Dio e saper leggere i
segni di salvezza e di perdizione del “mio” oggi, così

127
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

che confrontandoli con la Parola, lascio che la Parola


stessa, mettendola in pratica, porti frutto in me, per-
ché permetto alla potenza di Dio di operare. L’invito
è a riconciliarsi presto (lungo la strada) con chi non
siamo in pace, con l’avversario o con chiunque abbia
qualcosa contro di noi, perché se ci si lascia prendere
nella spirale del non-perdono, non se ne uscirà in-
denni
Cercare tutto ciò che unisce e lasciar cadere ciò che
divide, come diceva san Giovanni XXIII, è la chiave
per entrare e realizzare, giorno dopo giorno, un pro-
getto di unificazione personale, comunitario, sociale
ed ecclesiale.
…è pregata
Signore rendimi attento/a ai segni del mio tempo. Fa’
che io lasci perdere tutto ciò che è causa di divisione.
Spirito Santo fa’ che io viva e operi alla causa dell’u-
nità.
…mi impegna
A essere unificato col Signore, con me stesso e con
tutti, nel vincolo della pace.

Sabato, 25 ottobre 2025


Dedicazione di tutte le Chiese di Sicilia
Liturgia della Parola
Rm 8,1-11; Sal 23; Lc 13, 1-9
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, si presentarono alcuni a riferire a Gesù il
fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scor-

128
XXIX Settimana del Tempo Ordinario
rere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la pa-
rola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero
più peccatori di tutti i Galilei, per aver subìto tale sorte?
No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo
stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò
la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più col-
pevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico,
ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato
un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti,
ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre
anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non
ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il ter-
reno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora
quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo
il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no,
lo taglierai”».
…è meditata
Gesù è attento alla storia e trova in questi due fatti di
cronaca l’occasione del suo insegnamento e trae due
considerazioni: 1° il fatto che urge sempre convertirsi;
2° la pazienza di Dio, la sua immensa misericordia
e volontà di salvezza. Pertanto non possiamo legge-
re i fatti calamitosi della nostra e altrui vita in chiave
di pronta punizione divina,” ma se non vi convertite,
perirete tutti allo stesso modo”. Non sappiamo quan-
do per noi finisce il tempo del vivere, dunque finchè
siamo in tempo è sempre tempo di “fruttificare” in
buone opere.
Per portare frutto bisogna essere albero che, zappa-
to e concimato, è giunto alla sua piena maturazione,
allora mi percepirò amato e chiamato. Ci sono tante
chiamate personali, ma una sola è per tutti, è la chia-

129
XXIX Settimana del Tempo Ordinario

mata ad amare. Siamo chiamati perché amati, per ciò


è importante che io scopra i doni che Dio mi ha fatto
e seguire l’invito ad approfittare dei miei giorni e della
misericordia di Dio per convertirmi, abbandonando
la logica mondana del “faccio quello che voglio e mi
piace” e convertirmi alla logica dell’amore, a “vivere la
verità nella carità”, collaborando al bene di tutti con
l’energia che lo Spirito Santo mi dà e che potenzia i
miei doni naturali.
…è pregata
Signore Gesù, io spesso mi riconosco nell’albero infrut-
tuoso della parabola perché tardo sempre a portare
frutti di conversione. Aiutami a riconoscere i tuoi doni
e a viverli dentro una dinamica di vera conversione.
Fammi operare la verità nella carità, in ogni ambiente
e con tutti.
…mi impegna
A fare il punto e chiedermi se sono ancora come un
fanciullo sballottato da qualsiasi logica mondana o mi
lascio riempire di grazia per identificare bene qual è
la mia chiamata personale ed essere un dono per tutti.

130
XXX Settimana
del Tempo Ordinario
XXX Settimana del Tempo Ordinario

XXX Domenica, 26 ottobre 2025


San Demetrio, megalomartire
Liturgia della Parola
Sir 35,15-17.20-22; Sal 33; 2Tm 4,6-8.16-18; Lc 18,9-14
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per
alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti
e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio
a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo,
stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio
perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùl-
teri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due
volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che
possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non
osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva
il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io
vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua
giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi
invece si umilia sarà esaltato».
…è meditata
Se c’è un atteggiamento fondamentale che deve carat-
terizzare il cristiano, questo è l’umiltà. Se c’è una fatica
che supera tutte le altre nel vivere da cristiani, questa
è quella di vivere in umiltà. Con le parole e i propositi
siamo tutti ferventi cristiani che vivono in umiltà, ma con
la vita, spesso, viviamo da farisei che pagano decime,
digiunano e frequentano il tempio ogni domenica senza
che il cuore sia rivolto a Dio. Com’è il mio cuore? Com’è
il nostro sguardo verso noi stessi e verso gli altri? Come
vivo il mio rapporto con Dio? Mi accontento di eseguire
precetti fini a se stessi con la pretesa magari di avanzare

132
XXX Settimana del Tempo Ordinario
diritti oppure vivo alla sequela di Gesù riconoscendo di
non aver nulla da offrire di quanto io non abbia ricevu-
to? L’umiltà ci fa essere veri: ci fa vivere nella semplici-
tà, nell’affidamento a Dio e quindi nella gioia di sapersi
amati e perdonati. Il vero umile non è colui che abbassa
lo sguardo dicendo di non essere in grado di fare nulla
di buono, ma è colui che sa di non essere solo e ricono-
sce tutti i doni che Dio sa offrirgli, mettendoli al servizio
degli altri. Riconoscere il proprio peccato e il proprio
limite non è segno di debolezza ma è atto di affidamento
al datore della misericordia che solo l’umiltà permette.
…è pregata
Donaci, Signore, di guardare a Te, per imparare a vi-
vere con mitezza e umiltà. Elimina la nostra presun-
zione e la convinzione che possiamo fare a meno di
Te. E così sia.
…mi impegna
A cercare in internet il profilo spirituale di qualche san-
to che ha saputo vivere in umiltà: prendiamo esempio
da chi ha saputo mettere la propria vita nelle mani di
Dio, facendone un capolavoro di umiltà.

Lunedì, 27 ottobre 2025


San Frumenzio, vescovo
Liturgia della Parola
Rm 8,12-17; Sal 67; Lc 13,10-17
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagoga in
giorno di sabato. C’era là una donna che uno spirito te-

133
XXX Settimana del Tempo Ordinario

neva inferma da diciotto anni; era curva e non riusciva in


alcun modo a stare diritta. Gesù la vide, la chiamò a sé e
le disse: «Donna, sei liberata dalla tua malattia». Impose le
mani su di lei e subito quella si raddrizzò e glorificava Dio.
Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva
operato quella guarigione di sabato, prese la parola e disse
alla folla: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli
dunque venite a farvi guarire e non in giorno di sabato». Il
Signore gli replicò: «Ipocriti, non è forse vero che, di sabato,
ciascuno di voi slega il suo bue o l’asino dalla mangiatoia,
per condurlo ad abbeverarsi? E questa figlia di Abramo,
che Satana ha tenuto prigioniera per ben diciotto anni,
non doveva essere liberata da questo legame nel giorno
di sabato?». Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi
avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava
per tutte le meraviglie da lui compiute.
…è meditata
È sabato e gli ebrei rispettosi della legge lo trascorrano
nella sinagoga. Gesù si accorge di una donna curva
su stessa che, ferma ad ascoltare, non dice nulla, non
chiede di essere guarita e, forse, neanche lo spera. Ma
Gesù interviene e la libera dal male che l’affligge. Il
capo della sinagoga, chiuso nel suo egoismo è inca-
pace di provare una vera compassione per la donna e,
invece di gioire per questo miracolo inatteso, si scan-
dalizza e rimprovera aspramente Gesù perché secon-
do i suoi rigidi schemi mentali ha infranto la legge.
La donna curva rappresenta tutti noi, le nostre fragi-
lità, i nostri peccati, i nostri piccoli grandi egoismi, la
nostra incapacità di relazionarci con gli altri, di rasse-
gnarci al male che facciamo o che subiamo, rappre-
senta la nostra incapacità di alzare lo sguardo verso
Dio e farci abbracciare dal suo amore. Ma allo stesso

134
XXX Settimana del Tempo Ordinario
tempo siamo uguali anche al capo della sinagoga per-
ché a volte non capiamo il modo di agire di Gesù.
Spesso pensiamo che il Signore debba comportarsi se-
condo i nostri schemi e pensando che il nostro modo
di vedere sia giusto, ci mettiamo nella posizione di
rimproverare Dio per quello che non ci è stato con-
cesso. Solo quando riusciamo con grande fatica ad
allontanarci da noi stessi e dalle nostre convinzioni
impareremo a glorificare Dio e ad esultare per le me-
raviglie che compie nella nostra vita.
…è pregata
Signore Gesù, aiutaci a non rimanere incurvati su noi
stessi, fa che possiamo sollevare lo sguardo verso il cie-
lo e proviamo a gustarci le meraviglie del tuo amore.
…mi impegna
.... A riflettere sulle nostre azioni buone per poterle
continuare a compiere, ma soprattutto a sforzarci di
non fare il male perché che ci fa incurvare su noi stessi
e ci impedisce di relazionarci nella maniera più bella
con Dio e di conseguenza anche con chi ci sta accanto.

Martedì, 28 ottobre 2025


Santi Simone e Giuda, apostoli
Festa
Liturgia della Parola
Ef 2,19-22; Sal 18; Lc 6, 12-19
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quei giorni, Gesù se ne andò sul monte a pregare e pas-
sò tutta la notte pregando Dio. Quando fu giorno, chiamò

135
XXX Settimana del Tempo Ordinario

a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede an-


che il nome di apostoli: Simone, al quale diede anche il
nome di Pietro; Andrea, suo fratello; Giacomo, Giovanni,
Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso; Giacomo, figlio di
Alfeo; Simone, detto Zelota; Giuda, figlio di Giacomo; e
Giuda Iscariota, che divenne il traditore. Disceso con loro,
si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi
discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea,
da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidòne, che
erano venuti per ascoltarlo ed essere guariti dalle loro ma-
lattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti impuri
venivano guariti. Tutta la folla cercava di toccarlo, perché
da lui usciva una forza che guariva tutti.
…è meditata
Prima di scegliere i dodici apostoli Gesù vegliò un’in-
tera notte in preghiera e dopo aver meditato a lun-
go scelse degli uomini completamente diversi tra loro
per carattere, sensibilità, abitudini, modi di vivere e di
pensare.
Gesù sceglie gli apostoli guidato dalla volontà del Pa-
dre, ma lascia a loro la libertà di seguirlo. Non impone
mai di fare ciò che non vogliono, vuole che siano suoi
amici e non dei servi sottomessi. Uno di loro, infatti,
Giuda Iscariota, chiuderà il suo cuore all’amore e in
piena libertà, lo tradirà.
Anche noi come gli apostoli siamo liberi di seguire gli
insegnamenti di Gesù, di mettere in pratica la sua Parola
impegnandoci a testimoniare la nostra fede. Anche noi
siamo chiamati a portare avanti una missione all’interno
della Chiesa a trarre forza dalla preghiera, a farci guarire
da quelle infermità spirituali che frenano il nostro cam-
mino di cristiani e ci impediscono di vivere in pienezza
il nostro rapporto con Dio. Anche noi come gli apostoli

136
XXX Settimana del Tempo Ordinario
dobbiamo sentirci dei prescelti, persone speciali che no-
nostante il peccato e le nostre cadute sono pronte a rial-
zarsi e a farci toccare il cuore da quel Gesù che è morto
in croce per salvarci.
…è pregata
Signore Gesù, fa’ che io comprenda il dono prezioso
della mia libertà, aiutami a scegliere ogni giorno di
averti accanto e di seguirti anche e soprattutto nei mo-
menti in cui mi sento sfiduciato e oppresso. Fa’ che io
possa trarre forza dalla preghiera e dall’intima rela-
zione con te per poter continuare a crescere umana-
mente e spiritualmente.
…mi impegna
… a sostare davanti al tabernacolo, cercando di ali-
mentare con la preghiera l’impegno a mettermi al ser-
vizio degli altri, della parrocchia, dell’intera comunità,
proprio come gli apostoli quando hanno scelto di se-
guire Gesù.

Mercoledì, 29 ottobre 2025


Sant’Onorato di Vercelli, vescovo
Liturgia della Parola
Rm 8, 26-30; Sal 12; Lc 13, 22-30
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù passava insegnando per città e villag-
gi, mentre era in cammino verso Gerusalemme. Un tale gli
chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse
loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti,
io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.

137
XXX Settimana del Tempo Ordinario

Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta,


voi, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicen-
do: “Signore, aprici!”. Ma egli vi risponderà: “Non so di
dove siete”. Allora comincerete a dire: “Abbiamo mangiato
e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre
piazze”. Ma egli vi dichiarerà: “Voi, non so di dove siete.
Allontanatevi da me, voi tutti operatori di ingiustizia!”. Là
ci sarà pianto e stridore di denti, quando vedrete Abramo,
Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio, voi in-
vece cacciati fuori. Verranno da oriente e da occidente, da
settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel
regno di Dio. Ed ecco, vi sono ultimi che saranno primi, e vi
sono primi che saranno ultimi».
…è meditata
Durante il cammino che porterà Gesù a Gerusalemme,
oltre agli apostoli c’è una moltitudine di gente che lo
segue, che ascolta le sue parole, che vuole capire e
imparare. Uno dei discepoli, forse preoccupato prin-
cipalmente per sé stesso, gli chiede quante sono le
persone che si salveranno. Gesù risponde che non è
importante il numero dei salvati ma la strada giusta
da prendere per raggiungere quella porta che condu-
ce alla salvezza. Gesù, in maniera sorprendente, usa
parole dure quando risponde al discepolo e gli dice
chiaramente che gli uomini possono rispettare tutte
le regole, le tradizioni, seguire tutti i precetti ma se
la relazione con Dio è superficiale, basata solo sulle
apparenze, non ci sarà piena comunione con Lui e
quindi non ci potrà essere salvezza.
La salvezza è un dono, noi cristiani ci sforziamo di
seguire con impegno e fatica gli insegnamenti del van-
gelo, ci proponiamo il bene e di amare Gesù, ma se
rispettiamo le regole e non siamo misericordiosi verso

138
XXX Settimana del Tempo Ordinario
gli altri rischiamo di vanificare tutto. Solo l’attenzione
verso i fratelli, la capacità di perdono e il senso della
carità ci aiuteranno veramente ad oltrepassare la porta
stretta che porta alla salvezza.
…è pregata
Signore Gesù, tu che ti sei sacrificato sulla croce per
salvarci, aiutaci a costruire un rapporto vero e sincero
con Dio. Rendici consapevoli che gli insegnamenti del
vangelo non sono un peso o un sacrificio che limita
la nostra libertà, ma la via più giusta e più bella per
raggiungere la salvezza. Fa’ che impariamo ad essere
misericordiosi e capaci di comprendere e perdonare
l’altro.
…mi impegna
…a tentare di recuperare rapporti d’amicizia che in
passato si sono inclinati o a costruirne di nuovi con
vicini di casa, persone della nostra comunità con cui
abbiamo solo una conoscenza superficiale.

Giovedì, 30 ottobre 2025


San Marciano di Siracusa, vescovo e martire
Liturgia della Parola
Rm 8,31-39; Sal 108; Lc 13,31-35
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a
dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole
uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella vol-
pe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e
domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è

139
XXX Settimana del Tempo Ordinario

necessario che oggi, domani e il giorno seguente io pro-


segua nel cammino, perché non è possibile che un pro-
feta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Geru-
salemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono
stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi
figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non
avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!
Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo
in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Si-
gnore!”».
…è meditata
La vicenda di Gesù incomincia a farsi pericolosa: al-
cuni farisei preoccupati per Lui lo invitano ad andar-
sene da Gerusalemme perché Erode vuole ucciderlo.
Gesù annuncia la sua morte, come in altri passi, di-
mostrando che essa avverrà non tanto per volontà
di Erode o di altra opera umana, ma per un preciso
disegno di amore e di salvezza per tutti gli uomini:
Gesù è venuto ad annunziare il lieto messaggio (Is 61
ripreso da Luca 4). Il Vangelo di Luca inizia con Zaccaria
al tempio di Gerusalemme (Luca 1,9ss) e si conclude
con l’ascensione di Gesù e gli apostoli che “stavano
sempre al tempio lodando Dio” (24,53): il Vangelo di
Luca è strutturato come il cammino di Gesù verso
Gerusalemme verso il cuore della fede ebraica che
era il tempio, verso la donazione totale di sé. Gesù ha
una missione ben precisa da compiere: sconfiggere il
male perché l’uomo possa vivere alla presenza di Dio
che è amore. Si percepisce nelle parole di Gesù, che
il Vangelo di oggi ci riporta, il rammarico perché tanti
non comprendono il linguaggio di Dio, non hanno
assaporato la bellezza dell’amore e della libertà e non
riescono ad affidarsi totalmente a Lui. Ma prendere
atto di questo non lo distoglie dal suo intento, anzi

140
XXX Settimana del Tempo Ordinario
rafforza l’idea che l’uomo ha bisogno di Dio: “è ne-
cessario che oggi, domani e il giorno seguente io pro-
segua il cammino” dice Gesù andando imperterrito
verso la sua meta.
Anche noi a volte siamo chiamati a proseguire il cam-
mino nonostante le salite e gli ostacoli che possiamo
incontrare. Se abbiamo chiaro l’obiettivo verso cui an-
dare e l’amore per cui perseverare, non sarà impossi-
bile accettare ogni contrarietà.
…è pregata
Aiutami, Signore, a camminare per la strada che tu
mi indichi: fa’ che non prevalga lo scoraggiamento, la
paura di non farcela. Tieni lontani i nemici interiori
ed esteriori che posso incontrare quest’oggi nel realiz-
zare il progetto di amore che hai pensato per me. E
così sia.
…mi impegna
… ad affidare al Signore il sacrificio di portare insieme
a lui la croce chiedendogli la grazia di perseverare
nell’amore.

Venerdì, 31 ottobre 2025


Santa Lucilla di Roma, vergine e martire
Liturgia della Parola
Rm 9,1-5; Sal 147; Lc 14,1-6
La Parola del Signore
…è ascoltata
Un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per
pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui
vi era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori

141
XXX Settimana del Tempo Ordinario

della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di


sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì
e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un
bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di
sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.
…è meditata
Ancora una volta il vangelo ci presenta una guarigione
avvenuta in un giorno di sabato. Ancora una volta ci
troviamo di fronte ad una scena che sconvolge i nostri
schemi mentali e stravolge il nostro modo di pensare.
Gesù è a casa di un ricco fariseo e, tra gli invitati al
pranzo, c’è chi lo osserva con sospetto per cogliere
ogni suo possibile errore. Tra i presenti Gesù scorge
un uomo che soffre di idropisia, un disturbo che causa
un rigonfiamo di alcune parti del corpo, ma senza pre-
occuparsi di infrangere la legge nel giorno di sabato,
stende la mano e con grande tenerezza lo guarisce, su-
scitando la riprovazione dei farisei. L’idropico e il fari-
seo sono due figure che si rispecchiano l’uno nell’altro.
Entrambi sono gonfi, il primo per un problema fisico,
reale, concreto, ben visibile, che provoca disagio alla
persona che soffre, il secondo, invece, è gonfio per la
sua eccessiva arroganza e per la sua smisurata presun-
zione, per il suo continuo pensare di essere nel giusto.
Tutto ciò dunque, lo rende infermo spiritualmente.
Anche noi cristiani dovremmo imparare a non gonfiarci
a causa dell’orgoglio, dell’egoismo, della nostra presun-
ta correttezza morale, delle nostre convinzioni sbaglia-
te. E, quindi, dovremmo scegliere di vivere la carità per
gonfiarci solo dell’amore che ci viene da Dio.
…è pregata
Signore Gesù ti affidiamo tutti gli ammalati, in parti-
colare coloro che soffrono a causa di malattie fisiche

142
XXX Settimana del Tempo Ordinario
particolarmente dolorose. Ma ti preghiamo anche per
coloro che si sentono sfiduciati e vinti, che si lasciano
travolgere da ansie e preoccupazioni e sono attana-
gliate dalla morsa della depressione. Fa’ che ognuno
di loro possa trovare conforto e sollievo grazie alla vici-
nanza, alla pazienza, alla dedizione e all’aiuto delle
persone che gli stanno accanto.
…mi impegna
… a visitare una persona anziana, andare a trovare
qualche ammalato, mettermi in ascolto di persone
sole, a rendermi disponibile nei confronti di famiglie
che si trovano in difficoltà.

NOVEMBRE

Sabato, 1 novembre 2025


TUTTI I SANTI
Solennità
GIORNATA MONDIALE DELLA SANTIFICAZIONE UNIVERSALE
Liturgia della Parola
Ap 7,2-4.9-14; Sal 23; 1Gv 3,1-3; Mt 5,1-12a
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si
pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si
mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri
in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quel-
li che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i
miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che

143
XXX Settimana del Tempo Ordinario

hanno fame e sete della giustizia, perché saranno sazia-


ti. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli ope-
ratori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati
i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei
cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno
e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per
causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la
vostra ricompensa nei cieli».
…è meditata
Il Vangelo del giorno sembra esplicitare la perfetta “ri-
cetta” del buon vivere cristiano, elencando alcune carat-
teristiche che contribuiscono ad avvicinarci al regno di
Dio. È questo un passo fondamentale, di grande aiuto
alle singole famiglie, uno spunto importante per miglio-
rare non solo la nostra personalità ma anche per im-
partire un’educazione cristiana ai nostri figli e, perché
no, nel consigliare il prossimo. Se da una parte viene
predicata la povertà di spirito, la mitezza, il senso di
giustizia, la misericordia, la purezza d’animo, la capacità
di sopportare offese e dolori, dall’altra viene sottolineata
la ricompensa nei cieli, fonte di speranza per i cristiani.
Vogliamo soffermarci, in particolare, sull’espressio-
ne “Beati quelli che sono nel pianto perché saranno
consolati”. La vita, infatti, ci mette talvolta di fronte a
situazioni di grande dolore e sofferenza, difficilmen-
te comprensibili in maniera razionale, spesso ritenute
ingiustificabili, a tal punto da farci sprofondare nel-
lo sconforto, a titubare sulla stessa esistenza divina o
a spingerci, addirittura, ad azioni estreme. È proprio
in questi momenti che dobbiamo mantenere ferma la
nostra fede, confidare in Dio e accettare le sue scelte,
anche quelle che ci mettono a dura prova e che sem-
brano non trovare una giustificazione terrena.

144
XXX Settimana del Tempo Ordinario
…è pregata
Signore, in questo giorno di gioia celeste, ti benedicia-
mo per tutti coloro che hai riscattato per mezzo del tuo
sangue, e che condividono la tua gloria nella visione a
faccia a faccia, e ti conoscono come tu li hai conosciu-
ti durante il loro pellegrinaggio sulla terra. Concedici
di vedere i cieli aperti come hai promesso, e che la glo-
ria del mondo che verrà ci aiuti a sopportare con gioia
tutte le tristezze di questo mondo, e a considerare tutte
le cose come passeggere.
…mi impegna
In occasione della giornata mondiale della santifica-
zione universale, ci impegniamo ad essere umili, ad
aver fame di giustizia e perseguirla a tutti i costi, ad
avere misericordia, a mantenere un cuore puro, a non
perdere la speranza e non cadere nello sconforto nei
momenti di dolore. Nelle nostre azioni, ci prefiggiamo
di essere operatori di pace, di essere esempio e gui-
da per i nostri figli e una famiglia unita e consacrata
nell’amore di Dio.

145
XXXI Settimana
del Tempo Ordinario
XXXI Settimana del Tempo Ordinario

XXXI Domenica, 2 novembre 2025


Commemorazione dei fedeli defunti
Liturgia della Parola
Gb 19,1.23-27; Sal 26; Rm 5,5-11; Gv 6,37-40
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre
mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò
fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia
volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E que-
sta è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non
perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusci-
ti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre
mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita
eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
…è meditata
La volontà di Dio è il centro di questo passo del Van-
gelo e, come Gesù ha compiuto la propria missione
nell’adempimento del volere divino, anche noi, dietro
il Suo esempio, dobbiamo essere predisposti nell’ani-
mo ad accogliere ed accettare il disegno che Dio ha
predisposto per ognuno di noi. La sfida più grande cui
Dio ci sottopone è l’accettazione della morte, specie
nel caso di persone a noi care, in special modo quan-
do ciò accade in maniera inaspettata e prematura. È
sicuramente doloroso, infatti, accettare questo mistero
che spesso, nella nostra debolezza umana, ci induce
a vacillare e a titubare anche della nostra stessa fede.
Dio, però, proprio in queste occasioni di dolore smi-
surato ci viene incontro e, mediante la fede e la pre-
ghiera, riesce a ridurre la sofferenza e la lontananza
fisica dalle persone a noi care. Riflettendo a fondo è
proprio il momento del trapasso delle persone care

148
XXXI Settimana del Tempo Ordinario
quello in cui si stabiliscono più saldamente i legami
intrecciati in vita entrando a far parte della nostra inte-
riorità. La fede in Dio ci deve aiutare, dunque, a supe-
rare i nostri limiti mortali e prendere consapevolezza
che la morte si rivela così, piuttosto, una rinascita ed
un’alba luminosa che ha il sapore dell’eternità e di
gioia ineffabile in quanto solo allora ritorneremo ad
essere pienamente figli di Dio ed appagati della Sua
beatitudine.
…è pregata
Non amo la morte, Signore, perché provoca lacerazio-
ni terribili dal momento che ci strappa coloro che ab-
biamo tanto amato, e abbiamo l’impressione di averli
perduti per sempre, in un gorgo profondo. Ma so che
anche tu non ami la morte, che l’hai combattuta fino
in fondo, a mani nude, versando il tuo sangue. So che
sei risultato vittorioso e che un giorno la farai scompa-
rire per sempre. Ed è per questo che davanti alla morte
non mi scoraggio e non mi dispero, ma lascio che la
tua parola disegni in me i sentieri della speranza, la
certezza della vita eterna.
…mi impegna
Ci impegniamo ad aver fiducia nella Resurrezione e ad
accettare il disegno di Dio in nome della nostra fede
anche, e soprattutto, quando questo appare inspie-
gabile ai nostri limiti umani; a sostenere coloro che
vivono nel dolore offrendo concretamente supporto
e presenza.

149
XXXI Settimana del Tempo Ordinario

Lunedì, 3 novembre 2025


Santa Silvia, religiosa
Liturgia della Parola
Rm 11,29-36; Sal 68; Lc 14,12-14
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse al capo dei farisei che l’aveva
invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare
i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini,
perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il
contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto,
invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché
non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricom-
pensa alla risurrezione dei giusti».
…è meditata
Gesù è invitato a pranzo dal capo dei farisei e proprio
a lui, con la solita schiettezza, sebbene ospite, rivol-
ge parole che sorprendono, rivoluzionarie per quel
tempo ed anche per noi oggi. Sicuramente i commen-
sali erano altolocati, scelti accuratamente, come av-
viene anche oggi in certi pranzi di persone “in” che
si iscrivono a questo o a quell’altro circolo per trarne
prestigio sociale. È talmente radicato in noi uno spi-
rito “mercantilistico” che ci risulta difficile agire senza
pensare ad un tornaconto. Doniamo a chi dona, invi-
tiamo chi ci invita, salutiamo chi ci saluta, cerchiamo
di rimanere nella cerchia di persone che ci contrac-
cambiano, che ci stanno simpatiche, con cui possiamo
sentirci alla pari. Il Vangelo di Gesù, invece, viene a
scardinare questo modo egoistico di concepire la vita
e intende eliminare la cultura “dello scarto” (Papa Fran-
cesco) ed instaurare una nuova fraternità, basata sulla
gratuità. L’emarginazione è sempre frutto di ingiusti-
zia. Bisogna dare anche a coloro dai quali non si può

150
XXXI Settimana del Tempo Ordinario
sperare di averne un ricambio! La gratuità è l’indizio
più sicuro che siamo sulla strada giusta che ci avvicina
a Dio.
…è pregata
Queste parole riguardano anche noi che ci compor-
tiamo secondo la logica del mondo e non secondo la
logica del Vangelo. E questa logica egoistica pervade
anche la vita delle comunità parrocchiali, dei gruppi,
delle associazioni. Stiamo bene nel nostro gruppo, il
resto non ci riguarda. La logica del “ do ut des” inficia
perfino la nostra preghiera! Preghiamo per ottenere,
per chiedere, quasi per piegare Dio a fare la nostra vo-
lontà o per cercare emozioni spirituali, dimenticando
che la vera preghiera è AMARE.
…mi impegna
A stare con tutti e amare coloro che non conosciamo,
per riconoscere il volto di Cristo in ogni fratello biso-
gnoso.

Martedì, 4 novembre 2025


San Carlo Borromeo, vescovo
Liturgia della Parola
Rm 12,5-16; Sal 130; Lc 14,15-24
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, uno dei commensali, avendo udito questo,
disse a Gesù: «Beato chi prenderà cibo nel regno di Dio!».
Gli rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti
inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli
invitati: “Venite, è pronto”. Ma tutti, uno dopo l’altro, co-

151
XXXI Settimana del Tempo Ordinario

minciarono a scusarsi. Il primo gli disse: “Ho comprato


un campo e devo andare a vederlo; ti prego di scusarmi”.
Un altro disse: “Ho comprato cinque paia di buoi e vado
a provarli; ti prego di scusarmi”. Un altro disse: “Mi sono
appena sposato e perciò non posso venire”. Al suo ritorno
il servo riferì tutto questo al suo padrone. Allora il padrone
di casa, adirato, disse al servo: “Esci subito per le piazze
e per le vie della città e conduci qui i poveri, gli storpi, i
ciechi e gli zoppi”. Il servo disse: “Signore, è stato fatto
come hai ordinato, ma c’è ancora posto”. Il padrone allora
disse al servo: “Esci per le strade e lungo le siepi e co-
stringili ad entrare, perché la mia casa si riempia. Perché
io vi dico: nessuno di quelli che erano stati invitati gusterà
la mia cena”».
…è meditata
Il brano evangelico continua a riportare la conversa-
zione che Gesù tiene mentre sta ancora a tavola. Uno
degli invitati, probabilmente colpito dalle parole del
giovane maestro, interviene manifestando la felicità di
stare a mensa nel regno di Dio: “Beato chi prenderà
cibo nel Regno di Dio!”. Gesù, piuttosto che descrivere
gli splendori dell’eterno banchetto, preferisce portare
il discorso sul fatto della decisione personale che è ri-
chiesta per potervi partecipare. Ed ecco l’esordio della
parabola: “Un uomo diede una grande cena e fece mol-
ti inviti”. E cominciano subito le amare sorprese. Tutti
gli invitati rifiutano l’invito per impegni improrogabili
già presi. Ognuno di essi ha un suo comprensibile mo-
tivo. Come dar loro torto? Ma, leggendo più a fondo,
dietro quei dinieghi c’è una chiara decisione da parte
degli invitati: essi scelgono di dare la priorità alle pro-
prie cose (il campo, i buoi, il matrimonio) e rifiutano
di accogliere l’invito a partecipare al banchetto. È vero

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XXXI Settimana del Tempo Ordinario
che le scuse accampate sono serie, ma è molto più se-
ria la scelta per il regno di Dio. Quest’ultima è l’unica
scelta davvero essenziale. E lo comprendono bene i
poveri e i deboli, i bisognosi e i disperati che ricevono
l’invito dal” servo” (questa volta è un solo servo, ossia
Gesù) mandato dal padrone. Costoro, appena sentono
l’invito, accorrono, e la sala si riempie di invitati. Del
resto Gesù aveva detto: “Beati voi poveri, perché vostro
è il regno di Dio” (Luca 6, 20). Gesù ci insegna che tutti
quelli che credono di salvarsi con i loro mezzi e le loro
osservanze, cioè tutti i farisei di tutti i tempi, resteranno
fuori dalla sala della cena del Padre, fino a quando non
si metteranno tra gli ultimi e gli esclusi, cioè fino a che
non si convertiranno.
…è pregata
Signore, aiutaci a capire che Tu ci vuoi pienamente
felici col tuo invito a seguirti. La nostra stoltezza ci fa
sempre accampare delle scuse per rimandare un in-
contro serio e autentico con Te. Ci lasciamo prendere
dal vortice degli impegni, dimenticando che l’amici-
zia con Te darebbe senso alla nostra vita e al nostro
operare. Amen.
…mi impegna
A riconoscere che tutti invitati ad essere commensali
con il Salvatore e chiamati alla santità nelle azioni con-
crete di ogni giorno.

153
XXXI Settimana del Tempo Ordinario

Mercoledì, 5 novembre 2025


Tutti i Santi delle Chiese di Sicilia
Liturgia della Parola
Ger 31, 1-9; Sal 149; Gv 15, 1-17
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la
vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in
me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frut-
to, lo pota perché porti più frutto. Voi siete gia mondi, per
la parola che vi ho annunziato. Rimanete in me e io in voi.
Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non ri-
mane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io
sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa mol-
to frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non
rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca,
e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chie-
dete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato
il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei
discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch’io ho
amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei
comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho os-
servato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo
amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e
la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento:
che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri
amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi coman-
do. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello
che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché

154
XXXI Settimana del Tempo Ordinario
tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a
voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho
costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto
rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel
mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi
gli uni gli altri.
…è meditata
La fede in Dio e gli insegnamenti di nostro Signore
sono come una linfa vitale che scorre dentro gli uomi-
ni che si affidano e credono in Lui. Queste parole ci
invitano a comprendere che solo con la guida di Dio
possiamo essere tralci vigorosi che portano frutto in
maniera attiva nella società, senza sprofondare nelle
fiamme dell’ozio, dell’apatia o del menefreghismo. È
proprio il nostro impegno ed il sapere orientare le
nostre scelte verso il bene comune e non individuale
che ci rende realmente vivi e degni di essere chiamati
cristiani e diventare Discepoli di Cristo.
Un altro tema importante è la condivisione della cono-
scenza e della parola di Dio, segno della stima e fiducia
che il Signore ripone negli uomini che, infatti, definisce
“amici”. Lo strumento della consapevolezza può per-
metterci di reinterpretare la parola alla luce della nostra
stessa vita, traendone spunto ed insegnamento. Il passo
si chiude con l’invito rivolto agli uomini ad amarsi vi-
cendevolmente, non attraverso una mera esortazione,
ma con il vivo ed eterno esempio di Gesù che ha sacri-
ficato la sua vita per noi.
…è pregata
Non so quale sarà il futuro della Chiesa. So però che
il Vangelo sarà ancora capace di ispirare il cammino
dell’uomo nella storia e di dare all’uomo energie e for-
ze per superare difficoltà e ostacoli. So che il mondo
in cui sono chiamato a vivere ha fame di vederti nella

155
XXXI Settimana del Tempo Ordinario

vita di coloro che tu hai chiamato a essere tuoi testi-


moni. Insegnaci a sognare il nuovo. Sappiamo bene
che è vecchio chi non è più capace di sognare. Mantie-
nici giovani, o Signore.
…mi impegna
A vivere nell’esempio del Signore e a produrre molti
“frutti”; a costruire una famiglia degna che dia il giusto
spazio alla preghiera. A donarci agli altri, siano essi
amici o sconosciuti, ricordando che solo il sostegno
del prossimo ci rende vivi e dà un senso al nostro
vivere.

Giovedì, 6 novembre 2025


Beato Contardo Ferrini, laico
1° giovedì del mese: preghiera per le vocazioni
Liturgia della Parola
Rm 14,7-12; Sal 26; Lc 15,1-10
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani
e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormora-
vano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con
loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha
cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove
nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non
la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica
sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice
loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pe-
cora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà

156
XXXI Settimana del Tempo Ordinario
gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più
che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di
conversione. Oppure, quale donna, se ha dieci monete e
ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa
e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla
trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi
con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”.
Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un
solo peccatore che si converte».
…è meditata
Questa parabola, esemplificata e personificata nelle
figure del pastore con la pecorella e la donna con la
moneta perduta, ormai note nell’immaginario colletti-
vo, mostra chiaramente e concretamente che il Signo-
re non disdegna di passare del tempo con chi, dalle
convenzioni comuni, viene considerato ed etichettato
come “diverso” e, pertanto, emarginato. Gesù, al con-
trario, accoglie tutti, ad esempio i peccatori, e anzi
ci invita a considerare l’accoglienza come base della
Cristianità. Il tema affrontato è quello della conversio-
ne di chi vive nel peccato ma sinceramente pronto a
pentirsi, che incontra il perdono del Signore il quale
vive alla costante ricerca di quanti hanno smarrito la
retta via per ricondurli all’ovile. La parola fa riflettere
sul fatto che recuperare chi ha commesso degli errori,
è segno di cristianità e di civiltà in genere. Capiamo
che anche una sola persona che si era perduta sul-
la strada del peccato ma che è ritornata sulla retta
via insieme ai fratelli porta grandissima gioia nel re-
gno dei cieli. Vale la pena riflettere, infine, sul tema
dell’accoglienza e sul soccorso delle vite umane in
pericolo, senza alcuna distinzione o discriminazione,
ricordando la frase “Chiunque salva una vita, salva il
mondo intero”.

157
XXXI Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
Fariseo? Pubblicano? Così mi presento e tu, Signore, mi
perdoni perché non sono ‘giusto’ ai miei occhi. Questa
visione più umana e più reale della mia debolezza mi
permette di esperimentare la tua misericordia, di gu-
stare il tuo amore e di vivere con riconoscenza in un
atteggiamento di rispetto verso te, me stesso, gli altri, il
mondo. All’amore si risponde con gioia e per questo «si
fa festa per uno che si pente».
…mi impegna
A non perdere la speranza di ricercare con ogni sforzo
e recuperare ciò che perdiamo nel corso della nostra
vita e che, in fondo, ci rende quello che siamo: affetti
e amici lontani, il nostro animo da fanciullo, la voglia
di imparare e la capacità di sorprenderci.

Venerdì, 7 novembre 2025


Sant’Ernesto di Zwiefalten, abate
Liturgia della Parola
Rm 15,14-21; Sal 97; Lc 16,1-8
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco
aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui
di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa
sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione,
perché non potrai più amministrare”. L’amministratore dis-
se tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie
l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare,
mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò sta-

158
XXXI Settimana del Tempo Ordinario
to allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi
accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo
padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”.
Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua
ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un
altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”.
Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padro-
ne lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito
con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro
pari sono più scaltri dei figli della luce».
…è meditata
Questa parabola dell’amministratore disonesto non vuo-
le insegnarci ad essere ladri, ma indicarci un comporta-
mento pronto, diligente, astuto nel lavorare per il regno
di Dio. Il fattore, chiamato a rendere conto della sua
cattiva amministrazione, falsifica i dati dei debiti di tutti
i debitori del padrone, per farsi degli amici e ottenere
salva la pelle. Ha capito, infatti, che è finito il tempo
in cui può agire come gli pare e, consapevole di finire
sul lastrico, utilizza il poco che gli rimane a procurarsi
amici e appoggi. La parabola, come è ovvio, non loda
il fattore perché è disonesto, ma perché ha la chiarezza
e la decisione di imboccare l’unica via di salvezza che
gli rimane. Si sa che l’arte di cavarsela è molto applicata
nelle ambigue imprese di questo mondo. Lo è molto
meno nella grande impresa della salvezza eterna. Perciò
Gesù ci rimprovera di essere più pronti a salvarci dai
mali mondani che dal male eterno: “I figli di questo mon-
do infatti, verso i loro pari, sono più scaltri dei figli della
luce”. Ma questa scaltrezza è solo un esempio. Farci scal-
tri come quell’amministratore per iniziare a capire che il
denaro è strumento di salvezza se lo addomestichiamo
e lo sottomettiamo al bene. Se facciamo del denaro uno
strumento di amore, ecco che quello, che di per sé era

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XXXI Settimana del Tempo Ordinario

niente, diventa mezzo di salvezza, mezzo di redenzione.


Ma questa sapienza è anche fedeltà. La fedeltà comincia
dal poco. Comincia dalle cose piccole. La nostra vita cri-
stiana è fatta di piccole fedeltà che diventano la grande
fedeltà della vita cristiana. La fedeltà a Dio che passa per
le cose piccole. È fatta di preghiera quotidiana. La nostra
vita cristiana è un tessuto costituito da un filo, Il filo delle
piccole cose in cui ci fidiamo di Dio.
…è pregata
Signore, ognuno di noi può essere un amministratore
disonesto e sperperone, perché sciupiamo scriteriata-
mente i tanti doni ricevuti da te: il tempo, i sentimenti,
le energie, la stessa vita! Ci dimentichiamo che arriverà
anche per noi l’ora del rendiconto. Donaci, Signore, la
sapienza del cuore che ci porti a cercare Te, a vivere fin
d’ora la comunione con Te nell’amore e nella miseri-
cordia verso i nostri fratelli. Amen.
…mi impegna
A scegliere Dio senza rinviare, perché potrebbe essere
toppo tardi! A rimanere fedele a questa scelta e con-
siderare i beni terreni, il denaro a nostra disposizione
come mezzo e mai come fine.

Sabato, 8 novembre 2025


San Severo di Cagliari, vescovo e martire
Liturgia della Parola
Rm 16,3-9.16.22-27; Sal 144; Lc 16,9-15
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici
con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà

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XXXI Settimana del Tempo Ordinario
a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è
fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose impor-
tanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto
anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli
nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se
non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vo-
stra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o
odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e
disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte
queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi
siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma
Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esal-
tato, davanti a Dio è cosa abominevole».
…è meditata
Nella società odierna, caratterizzata dal consumismo e
dalla continua ricerca di arricchimento, anche e pur-
troppo spesso a discapito del prossimo, queste parole
appaiono molto incisive e ci invitano a meditare sulla
capacità di ognun di noi di valutare la realtà e la no-
stra stessa persona. L’attenzione si focalizza sull’agget-
tivo “abominevole”, posto in clausola, che deve valere
come ammonimento ad aborrire i beni futili e terreni
ma non il denaro tout court. La serenità di qualunque
realtà familiare, infatti, passa anche da una stabilità eco-
nomica, mero strumento e mai unico fine, che serve a
garantire lo svolgimento di una vita dignitosa per tutti i
membri della famiglia. Mettere, piuttosto, le cose terre-
ne al primo posto, divinizzandole, inseguendole a tutti
i costi e rendendole il fine della vita umana è un erro-
re che ci inaridisce e ci allontana dai precetti cristiani
e, ancor di più, dalle persone che ci stanno accanto
e che dobbiamo amare con tutto il nostro cuore. In

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XXXI Settimana del Tempo Ordinario

conclusione, possiamo riflettere ed affermare che una


sana ambizione e la ricerca continua del miglioramento
passano indubbiamente dalla cura delle piccole cose
che, anche se possono apparire “di poco conto”, sono
le vere tessere indispensabili per completare il meravi-
glioso puzzle della nostra vita.
…è pregata
Signore, la ricchezza e il denaro sono tenuti eccessi-
vamente in conto nella nostra epoca. Molti, nei loro
pensieri e nelle loro aspirazioni, li hanno innalzati al
rango di valore supremo. Tali beni seducono e acceca-
no anche me. Modera il vigore dei miei sforzi quando i
beni materiali diventano una vera e propria tentazio-
ne. Concedimi una santa serenità, che ti renda grazie e
si rallegri nei giorni di prosperità. Una serenità che, nel-
la privazione, sia incoraggiata da uomini caritatevoli e
sia sorretta dalla certezza che il Padre che ci ama ci ha
liberati dalla preoccupazione per il domani.
…mi impegna
A rammentare che le ricchezze materiali sono solo
strumento per una vita serena e mai il fine; a tenere a
cuore il bene del prossimo e della collettività; ad in-
segnare ai figli, in primis con l’esempio, l’importanza
della spiritualità che dura in eterno, da anteporre alle
cose materiali ed effimere.

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XXXII Settimana
del Tempo Ordinario
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

XXXII Domenica, 9 novembre 2025


Dedicazione della Basilica Lateranense
Festa
Liturgia della Parola
Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 45; Gv 2,13-22
La Parola del Signore
…è ascoltata
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusa-
lemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore
e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una
frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le
pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete
e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse:
«Portate via di qui queste cose e non fate della casa del
Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono
che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Al-
lora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno
ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Di-
struggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere».
Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costrui-
to in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu
risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che
aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla paro-
la detta da Gesù.
…è meditata
Ogni volta che Gesù si reca a Gerusalemme nel tempio,
è sempre una situazione di grande conflitto. Questa
volta, però, in un’atmosfera di festa, il comportamento
di Gesù ci lascia a dir poco perplessi per la rapidità, la
forza, la decisione delle sue azioni: entra, rimprovera,
percuote scaccia. La scena è, certo, forte ed induce a

164
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
pensare, a chiedersi. Ma Gesù non è misericordioso?
Non perdona sempre? Non è mite? Nel Vangelo non
perdona Zaccheo, Matteo? Non mangia con coloro che
sono considerati peccatori pubblici? Non si intrattiene
con le prostitute, che ci precederanno nel regno dei
Cieli? Non perdona l’adultera, mentre i giusti erano
pronti a lapidarla? I “giusti”, per l’appunto, coloro che
tali si ritenevano, se la prende proprio con loro con
i sommi sacerdoti che detengono il potere.. Le feste
liturgiche erano, infatti, uno strumento in mano alla ca-
sta sacerdotale per controllare il proprio potere, per
estenderlo, e soprattutto per sfruttare in nome di Dio la
gente. Ebbene Gesù va nel tempio e non trova gente
che prega, gente in adorazione, ma trova un grande
traffico, trova gente che vende buoi, pecore, colom-
be e i cambiamonete seduti ai loro tavoli che pensano
ai propri interessi. Ed ecco il suo ordine perentorio:
“Portate via di qui queste cose e non fate della casa del
Padre mio un mercato!”. Di fronte all’azione di Gesù,
intervengono allora i capi, i giudei, che gli chiedono
quale segno Gesù mostra, cioè con quale autorevolez-
za Gesù fa questa azione. Questa del ‘segno’ sarà una
costante in tutti i Vangeli. A Gesù chiedono dei segni
da vedere per poter credere. Gesù rifiuta. Anche i di-
scepoli equivocano. Loro pensano che l’azione di Gesù
sia una purificazione del tempio per restituirlo all’antico
splendore. Ma Gesù non è venuto a purificare il tem-
pio, Gesù è venuto a eliminarlo, perché l’immagine che
lui presenta di Dio è completamente differente. Non è
un Dio che toglie agli uomini, ma un Dio che dà. Non
un Dio che chiede sacrifici, ma un Dio che è Lui che si
sacrifica. Con Gesù non c’è più da offrire a Dio, ma bi-
sogna accogliere un Dio che si offre agli uomini. Gesù
parlava del “Tempio del suo corpo, il Tempio cosmico”,
il Cristo Risorto, che invade tutto l’universo.

165
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
Gesù, viene istintivo mettersi in un angolo, in disparte
e compiacersi di quanto hai fatto, cioè piazza pulita.
Già. La cosa riguarda sempre gli altri! Nessuno di noi
può ritenersi dispensato da quella pulizia. Chi di noi
è sicuro di non essere un frequentatore “abusivo” del
Tempio? Chi può sostenere di non essere andato qual-
che volta a mercanteggiare con Dio? Chi non ha mai
preso la strada della chiesa soltanto per sentirsi a posto,
tranquillo? Gesù, anche noi abbiamo bisogno di quella
pulizia. Vieni in noi e purificaci! Amen.
…mi impegna
Le parole di Gesù ci esortano e ci aiutano a “respinge-
re il pericolo di fare della nostra anima, che è la dimo-
ra di Dio, un luogo di mercato, vivendo nella continua
ricerca del nostro tornaconto invece che nell’amore
generoso e solidale”. (Papa Francesco)

Lunedì, 10 novembre 2025


San Leone Magno, papa e dottore della Chiesa
Liturgia della Parola
Sap 1,1-7;Sal 138; Lc 17, 1-6
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile
che vengano scandali, ma guai a colui a causa del qua-
le vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo
una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che
scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stes-
si! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo;

166
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa
sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a
te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli
dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore ri-
spose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, po-
treste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel
mare”, ed esso vi obbedirebbe».
…è meditata
Al tempo di Gesù i bambini erano delle creature che
avevano una scarsa importanza sociale, motivo per
cui il Signore si trovava spesso a difenderli anche di
fronte ai suoi apostoli con la famosa frase “lasciate che
i bambini vengono a me”. I bambini sono un dono
non solo per i genitori ma anche per la società perché
non solo portano gioia nelle famiglie in cui nascono
e crescono ma contribuiscono a creare il nostro futu-
ro. Gesù in questo brano ci mette in guardia dal non
scandalizzare i “piccoli” perché sono delle creature
innocenti ed incapaci di difendersi. Non dobbiamo
scandalizarci soltanto quando le notizie di cronaca ri-
portano delle testate relative alla violenza sui bambini
se poi non siamo in grado di rispettare i loro tempi di
crescita, di ascoltarli, di educarli a ciò che giusto, vero
ed autentico. Dobbiamo preoccuparci di non farli as-
sistere a scene dettate dalla rabbia di un litigio occa-
sionale o ancora peggio ad atteggiamenti di violenza,
così come dobbiamo impegnarci ad usare un linguag-
gio consono in loro presenza. Noi adulti abbiamo una
grande responsabilità sull’educazione dei bambini,
motivo per il quale quando siamo di cattivo esempio
anche noi diventiamo motivo di scandalo.
Altri due temi evidenziati in questo brano, su cui in-
siste maggiormente Gesù, sono il perdono e la fede,
dipendenti l’uno dall’altra. Con il tempo è possibile

167
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

perdonare un fratello che ci ha offeso, ma soltanto


avendo molta fede in Dio, che, con la sua grazia, ci
renderà capace di vedere in quella persona che de-
testiamo le fragilità e non le colpe. La preghiera del
Padre Nostro ce lo ricorda: “rimetti a noi i nostri de-
biti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
Se non perdoniamo il nostro prossimo, non possiamo
pretendere di ricevere il perdono di Dio.
…è pregata
Signore guariscici dai sentimenti di rancore per poter
perdonare i nostri fratelli quando ci sentiamo offesi.
…mi impegna
Ci sforziamo di guardare con gli occhi di Gesù una
persona che ci ha offeso.

Martedì, 11 novembre 2025


San Martino di Tour, vescovo
Liturgia della Parola
Sap 2,23 - 3,9; Sal 33; Lc 17,7-10
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo
ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra
dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà
piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi
e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo man-
gerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel ser-
vo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi,
quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato,

168
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo
fare”».
…è meditata
Il comando di Gesù di perdonare sempre e radicalmen-
te appare ai discepoli difficile per non dire impossibile
e sgorga spontanea la richiesta: “accresci in noi la fede,
o non ce la faremo mai”. Una preghiera che Gesù non
esaudisce, perché non tocca a Dio aggiungere fede,
non può farlo: la fede è la libera risposta dell’uomo
all’ Amore di Dio. Il Maestro continua con la parabo-
la dei “servi inutili” che a primo acchito disorienta e
potrebbe irritare anche noi. Noi che siamo i discepoli
ci aspettiamo, segretamente, un piccolo vantaggio, una
ricompensa, che superi un po’ il normale. Speriamo in
un trattamento di favore. L’intento di Gesù è, invece,
quello di introdurci in una logica di servizio, di gratuità
senza guardare ai risultati. Le parole spiazzanti con cui
si chiude la parabola: “Quando avete fatto tutto dite:
siamo servi inutili” vanno bene interpretate. Mai nel
Vangelo è detto inutile il servizio, anzi è il nome nuo-
vo della civiltà. Servi inutili non perché non servono a
niente, ma, secondo la radice della parola, perché non
cercano il proprio utile, non avanzano rivendicazioni
o pretese. Per comprenderle meglio basta pensare ai
sacrifici, alla fatica, alla dedizione con cui i genitori cu-
rano la crescita dei loro figli e li custodiscono, spinti
solo dall’amore. Loro gioia è servire la vita! “Servo” è
il nome che Gesù sceglie per sé; come Lui servi do-
vremmo essere anche noi: servire, cioè amare, essere
contenti delle cose buone che abbiamo l’occasione di
fare. Lavorare nella vigna del Signore è un privilegio,
appartenerGli è la più grande ricompensa!
…è pregata
Signore, togli dalla nostra anima ogni residuo del no-
stro io e colmaci del Tuo Amore. Solo se appartenia-

169
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

mo totalmente a Te, solo se come figli cerchiamo di


assomigliarti possiamo sperimentare la gioia di essere
pienamente liberi di servire e amare. Amen.
…mi impegna
A ricordare che, anche quando compio una buona
azione, è sempre Dio che fa germogliare i semi di
bene. «Noi siamo i flauti, ma il soffio è tuo, Signore».
(Rumi)

Mercoledì, 12 novembre 2025


San Giosafat, vescovo e martire
Liturgia della Parola
Sap 6,1-11; Sal 81; Lc 17,11-19
La Parola del Signore
…è ascoltata
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraver-
sava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio,
gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a
distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi
pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Anda-
te a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano,
furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò
indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a
Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E
gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che
tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di que-
sto straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha
salvato!».

170
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
…è meditata
In questo brano l’evangelista Luca, che era un medi-
co, mette in luce le condizioni dei lebbrosi. Coloro
che contraevano la malattia erano costretti alla so-
litudine sia per causa dell’assenza di cure che per
l’elevata contagiosità della malattia stessa. Quanto
accadeva a quel tempo oggi ritorna attuale quando
si è colpiti dal Covid-19. Quegli uomini, pur vivendo
l’isolamento, si son trovati a essere solidali nella sof-
ferenza con la preghiera, chiedendo a Gesù di avere
pietà di loro. Gesù, nella sua bontà e misericordia,
ascolta il loro grido e li guarisce, invitandoli a pre-
sentarsi davanti ad un sacerdote per la constatazione
ufficiale dell’avvenuta guarigione. Quel rito riammet-
teva i lebbrosi, considerati impuri, alla vita comunita-
ria. I dieci lebbrosi che implorano la guarigione sono
l’immagine dell’impotenza dell’uomo di fronte ad al-
cune malattie in quanto anche la scienza medica, di
cui l’uomo si è sempre servito per curare tantissime
patologie e migliorare le proprie condizioni di vita,
ha dei limiti.
Colui che vedendosi guarito tornò indietro per rin-
graziare Gesù e lodare Dio era un samaritano, con-
siderato dagli ebrei una persona inferiore. Costui
si distinse dagli altri nove uomini che invece ma-
nifestarono un atteggiamento ingrato nei confron-
ti di Gesù, poiché scomparvero una volta ottenuto
quanto richiesto. Anche noi cristiani molto spesso
ci comportiamo da ingrati nei confronti del Signore
Gesù perché non solo ricorriamo a Lui solo nei mo-
menti di bisogno e sconforto e dimentichiamo di di
ringraziarlo quando ci concede qualche grazia, ma
lo teniamo lontano dalle nostre scelte e dai nostri
progetti.

171
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
Signore, spesso noi ci comportiamo come quei nove
lebbrosi! Ti cerchiamo, invocando il tuo aiuto nell’o-
ra della tribolazione, ma, una volta rasserenati, ci
dimentichiamo di TE! Ci preoccupiamo solo del be-
nessere fisico, temporale e poco o niente di quello spi-
rituale, mentre avremmo ogni giorno mille motivi per
ringraziarti! Perdona, Signore la nostra ingratitudine
e donaci la Tua Salvezza. Amen.
…mi impegna
A visitare un anziano solo e malato.

Giovedì, 13 novembre 2025


Santa Ninfa, vergine e Compagni, martiri
Liturgia della Parola
Sap 7,22-8,1; Sal 118; Lc 17,20-25
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà
il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene
in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”,
oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo
a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui deside-
rerete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo,
ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo
qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore,
guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il
Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che
egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione».

172
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
…è meditata
L’ansia dei farisei che chiedono a Gesù quando verrà
il Regno di Dio prefigura una fede cristiana legata al
miracolo, alle apparizioni, ai segni eclatanti che susci-
tano emozioni. Ma la risposta di Gesù ai farisei (rivolta
anche a noi cristiani) “il Regno di Dio è in mezzo a
voi” riporta l’attenzione su ciò che conta veramente:
il presente! È infatti il presente che bisogna vivere in
pienezza, senza pensare al passato con nostalgia e
provare a prevedere con ansia il futuro. Il Regno di
Dio è la persona di Gesù in mezzo a noi, o per meglio
dire nella profondità del nostro cuore. È lì che possia-
mo sperimentare la sua voce e la sua presenza. Quan-
do noi accogliamo Gesù nella nostra vita, Lui diventa
una presenza discreta, delicata, che vive, gioisce, sof-
fre con noi e si fa carico ogni giorno dei nostri fardelli.
Il Regno di Dio non viene in modo di attirare l’atten-
zione ma silenziosamente entra nella nostra vita per
donarci il suo amore, la gioia e la pace. Pensare che
in ogni momento della nostra vita non siamo soli, che
Lui è tra noi e che cammina al nostro fianco è vera-
mente rassicurante.
A conclusione del brano Gesù ci ricorda una grande
verità e cioè che prima che il Figlio dell’uomo brilli
da un capo all’altro del cielo è necessario che soffra
molto e venga rifiutato da questa generazione. Ancora
ai nostri giorni noi, uomini, continuiamo a ripudiare e
crocifiggere il Signore con i nostri peccati ma ciò no-
nostante Egli si erge a vittima e nostro salvatore.
…è pregata
Gesù, sei Tu stesso il Regno di Dio, Tu nascosto ma
realmente presente nell’ostia consacrata, Tu presente
nel mio cuore, tu celato in ogni uomo che soffre. Ma
non sempre riconosco questa tua umile, silenziosa, di-

173
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

screta e rassicurante presenza. E anche se mi accorgo


di Te, faccio fatica a seguirti perché i tuoi passi vanno
verso la Croce, l’Amore. E morire al proprio io è diffi-
cile, costa. Aiutaci a vivere ogni giorno nel servizio,
nell’amore. Amen.
…mi impegna
A meditare la Parola di Dio per essere rafforzati nella
fede.

Venerdì, 14 novembre 2025


San Giocondo di Bologna, vescovo
Liturgia della Parola
Sap 13,1-9; Sal 18; Lc 17,26-37
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come av-
venne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio
dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie,
prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’ar-
ca e venne il diluvio e li fece morire tutti. Come avvenne
anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compra-
vano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno
in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo
e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio
dell’uomo si manifesterà. In quel giorno, chi si troverà sul-
la terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda
a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indie-
tro. Ricordatevi della moglie di Lot. Chi cercherà di salvare
la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà

174
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
viva. Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello
stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due
donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà
portata via e l’altra lasciata». Allora gli chiesero: «Dove,
Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si
raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
…è meditata
Le parole di Gesù in questa pagina di vangelo sem-
brano avere un tono minaccioso ma invece hanno un
significato escatologico. Lui ci invita ad essere pronti
per il momento in cui verremo chiamati da questa
vita. La routine della nostra quotidianità molto spesso
ci distoglie dal pensare che un giorno, quando la no-
stra vita terrena finirà, incontreremo il Signore faccia a
faccia il quale ci giudicherà secondo il nostro operato.
A questo proposito si ricorda il passo del Vangelo di
Matteo (25,31-33) dove si riporta: “…quando il Figlio
dell’uomo verrà nella sua maestà, accompagnato da
tutti i suoi angeli, allora si siederà sul suo trono di
gloria e davanti a Lui saranno condotti tutte le genti;
egli separerà gli uni dagli altri; come il pastore separa
le pecore dai capri, e metterà le pecore alla sua destra,
e i capri alla sua sinistra.”
I brevi versi di questo passo evidenziano come la stes-
sa identica situazione vissuta da due persone che dor-
mono nello stesso letto e due donne alla macina possa
condurre ad un giudizio diverso: una alla salvezza e
l’altra alla dannazione.
Lo scenario apocalittico di questo brano non ci deve
angosciare ma piuttosto farci riflettere su come vivere
il tempo che ci viene donato dal Signore, senza cade-
re nella tentazione di adagiarsi sulle proprie certezze.
Volersi salvare con le proprie forze ci condannerà a
perdere definitivamente la nostra vita, motivo per cui

175
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

Gesù ci invita ad una continua conversione, alla pru-


denza, alla preghiera assidua e alla vigilanza, così da
poterci salvare nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si
manifesterà.
…è pregata
Oggi, Signore, aiutami a mettere ordine nella mia vita
a scegliere io senza lasciare che la vita scelga per me.
Aiutami ad usare bene il tempo che Tu mi regali, a
viverlo come occasione di amore e di servizio, a fare
tutto per la tua gloria. Amen.
…mi impegna
A lasciarci guidare dalla Parola di Dio per rimanere
vigili.

Sabato, 15 novembre 2025


Sant’Alberto Magno, vescovo e dottore
Liturgia della Parola
Sap 18,14-16; 19,6-9; Sal 104; Lc 18,1-8
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola
sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né
aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una
vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia
contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non vol-
le; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho
riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto
fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente

176
XXXII Settimana del Tempo Ordinario
a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò
che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia
ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li
farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giu-
stizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà,
troverà la fede sulla terra?».
…è meditata
Gesù durante la sua vita terrena molto spesso assume-
va un atteggiamento da maestro e, per far capire alla
gente come Dio agisce nella nostra realtà quotidiana,
usava la pedagogia della parabola. Questa volta attra-
verso la parabola del giudice cattivo, che non ha ri-
guardo per nessuno e che alla fine si lascia persuadere
dall’insistenza di una povera vedova a fare giustizia,
Gesù ci esorta a perseverare nella preghiera per far
fronte in ogni momento ad una qualsiasi necessità.
Pregare con ostinazione Dio non vuol dire diventare
insistenti ma piuttosto dimostrare una grande fiducia
verso di Lui qualunque siano le circostanze della vita.
Il punto centrale della parabola è la certezza dell’esau-
dimento della richiesta: come il giudice senza cuore si
lascia convincere dalla persistenza della povera vedo-
va allo stesso modo Dio Padre, prima o poi, ci verrà
incontro esaudendo le nostre implorazioni. Il Signore,
invitandoci a pregare assiduamente, ci garantisce la
certezza dell’intervento di Dio. Questo a volte potreb-
be tardare, ma il ritardo non è altro che una prova
della nostra fede. La preghiera ci permette non solo
di ritrovare noi stessi ma migliora sempre più il nostro
rapporto col prossimo e con Dio.
…è pregata
Signore, perdona le tante parole recitate meccanica-
mente con la bocca scollegata dal cuore, perdona le
mie insistenze per costringerti a fare la mia volontà,

177
XXXII Settimana del Tempo Ordinario

donami invece la grazia di fare sempre la Tua Volontà


di Padre Buono, venga il Tuo Regno nel mio cuore e in
quello di ogni uomo. Amen.
…mi impegna
A mettere con la preghiera nelle mani del Signore la
speranza, i sacrifici, le gioie e le sofferenze di tutti i
giorni.

178
XXXIII Settimana
del Tempo Ordinario
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

XXXIII Domenica, 16 novembre 2025


Santa Geltrude, vergine
GIORNATA DEI POVERI
Liturgia della Parola
Ml 3,19-20; Sal 97; 2Ts 3,7-12; Lc 21,5-19
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era
ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno
giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra
su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Mae-
stro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà
il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose:
«Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno
nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.
Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di ri-
voluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire
queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si
solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi
saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi
saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi
perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle pri-
gioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del
mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza.
Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra
difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri
avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete
traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli
amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a
causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro

180
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete
la vostra vita».
…è meditata
Il tempio di Gerusalemme era considerato una delle
sette meraviglie del mondo. Ed ecco che ad alcuni che
ammirano e magnificano il tempio, vantando le gigan-
tesche pietre e i preziosi doni votivi, Gesù dà un annun-
cio terribile: “Verranno giorni nei quali, di quello che
vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà
distrutta”. Quasi a voler ricordare che tutto passa, solo
Dio è eterno. Non conosciamo la reazione dei discepoli,
ma conosciamo la domanda: “Maestro, quando dunque
accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando
esse staranno per accadere?”. Vogliono conoscere i se-
gni preannunciatori della fine forse per sapersi regolare
o forse perché sperano che il Signore verrà a restaurare
il defunto regno di Israele. Ma Gesù risponde: “Bada-
te… (ed è un imperativo) di non lasciarvi ingannare.
Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: Io sono
(Io sono è il nome divino) e: Il tempo è vicino. Non an-
date dietro a loro!” Gesù è categorico. Sempre nella sto-
ria ci saranno persone che penseranno di avere questo
mandato divino di restaurare, di riformare, Gesù chiede
di non seguirle. E continua a preannunciare guerre, ca-
taclismi pestilenze, a cui assistiamo anche noi. Il mondo
è malato. La venuta di Gesù non ha risolto i mali del
mondo. Anzi la fede in Gesù sembra provocare un sup-
plemento di violenza e di odio che distrugge perfino
i legami familiari più stretti. Le persecuzioni non sono
storia passata, ma triste cronaca d’oggi. Ma il vangelo di
oggi non parla della fine del mondo, ma del “fine”, del
senso della storia. Gesù indica come camminare: con
perseveranza. Il cristiano non evade, non si toglie, sta in
mezzo al mondo e alle sue piaghe, e se ne prende cura.
Sta vicino alle croci di oggi, ma non per caso, se capita,

181
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

non occasionalmente, ma come progetto, con perse-


veranza: “nella perseveranza salverete la vostra vita”. I
giorni dell’uomo sono pena e affanno, dice il salmista,
ma “nemmeno un capello del vostro capo andrà perdu-
to”. È infinita la cura di Dio per l’uomo, l’infinitamente
piccolo: un solo capello del capo interessa al Signore.
Cosa c’è più affidabile di un Dio che si perde a contarti
i capelli del capo?
…è pregata
Ti ringrazio, mio Signore, perché nel caos della storia il
Tuo sguardo è fisso su di me, non come giudice ma come
Padre e Custode. Aiutami a non cedere allo scoraggiamen-
to e a vivere ogni giorno nel servizio e nell’amore. Dammi
il dono della perseveranza per attraversare con la Tua luce
le situazioni buie dell’esistenza. Amen.
…mi impegna
Di fronte ai rovesci di violenza, alle piogge di menzo-
gna e corruzione, che cosa posso fare? Usare la tatti-
ca del contadino. Rispondere alla grandine piantando
nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impe-
gnarmi a prepararne uno nuovo per domani.

Lunedì, 17 novembre 2025


Sant’Elisabetta di Ungheria, religiosa
Liturgia della Parola
1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118; Lc 18,35-43
La Parola del Signore
…è ascoltata
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto
lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente,

182
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa
Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di
Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avan-
ti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava an-
cora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù
allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quan-
do fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia
per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E
Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha
salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo
glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a
Dio.
…è meditata
Questo brano del Vangelo è un esempio di fonda-
mentale importanza per indicare la cecità del genere
umano. Infatti spesso ci definiamo figli di Dio, ma
tante volte non vediamo o facciamo finta di non ve-
dere, mentre il mendicante cieco ripone tutte le sue
speranze nella fede affinchè sia il viatico di un nuovo
giorno che possa dare a tutti il risveglio dei cuori e
delle coscienze.
Il figlio di Dio ha pietà di tutti ed è per questo che
concede ad ognuno di noi attraverso la fede, di ri-
appropriarci nuovamente della nostra vista, lasciando
per sempre l’oblio della notte cupa e oscura.
Ottenere la vista della fede ci permette di seguire Gesù
che ha detto: “chi segue me non camminerà nelle te-
nebre ma avrà la luce della vita”.
Alla fine del brano tutti i presenti hanno un compor-
tamento concorde e corale con il cieco guarito, infatti
lodano Dio con lui. La lode, che ci fa partecipi del
bene altrui, è l’espressione più alta dell’amore.
In questo brano il cieco è l’immagine di chi cerca Dio.
Infatti, la preghiera di quest’uomo è molto semplice

183
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

ma ha la caratteristica di essere insistente, continua


e costante. È proprio la costanza che dispone il cuo-
re del cieco ad entrare in un rapporto personale con
Gesù. Così la preghiera semplice e costante gli dona
ciò che a lui manca: una visione nuova della vita.
Una volta recuperata la vista diventa discepolo e se-
gue Dio.
…è pregata
Signore Gesù, dona anche a noi di fare esperienza
della tua misericordia e porta luce nella nostra vita.
Liberaci dalla cecità del cuore, liberaci dall’egoismo
cosicché possiamo vedere tutto e tutti col tuo sguardo
di amore. Amen.
…mi impegna
A dedicare un po’ di tempo della nostra giornata a
conversare con Dio, come prova sincera che lo amia-
mo.

Martedì, 18 novembre 2025


Dedicazione delle Basiliche dei Santi Pietro e Paolo
Liturgia della Parola
2Mac 6,18-31; Sal 3; Lc 19,1-10
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù entrato in Gerico, attraversava la cit-
tà. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubbli-
cani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non
gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statu-
ra. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un si-
comoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul

184
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi
subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». In fretta
scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mor-
moravano: «É andato ad alloggiare da un peccatore!». Ma
Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do
la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno,
restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi la
salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio
di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a
salvare ciò che era perduto».
…è meditata
La conversione di Zaccheo a Gerico fa parte degli
episodi del viaggio di Gesù verso Gerusalemme. In
questo brano troviamo la storia dell’amore di Gesù
per ognuno di noi e il disegno di salvezza della mise-
ricordia del Padre. In questo disegno c’è la salvezza di
Zaccheo, un uomo disonesto, peccatore, disprezzato
da tutti e bisognoso di convertirsi.
Lo sguardo di Gesù va oltre i peccati e i pregiudizi che
spesso noi abbiamo nei confronti degli altri. Vede la
persona con gli occhi di Dio, che non si ferma al male
passato, alle apparenze, ma intravede il bene futuro.
A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un
peccatore, rimproverandolo, facendogli pesare i suoi
sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggia-
mento di Gesù nei confronti di Zaccheo è diverso e ci
indica che la strada da seguire è quella di mostrare a
chi sbaglia la strada dell’amore.
Non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo cam-
biare il nostro sguardo su di loro, avendo uno sguardo
di misericordia, perché nessuna persona si può iden-
tificare con il suo peccato.
Gesù offre la salvezza al pubblicano ed egli l’ha accet-
tata aprendo la sua casa e il suo cuore a Dio. La stessa

185
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

offerta non cessa di farla ad ognuno di noi. Infatti Dio


nella sua misericordia, non si accontenta di convertirci
e perdonarci, ma ci offre la sua amicizia.
Questo può provocare in noi un comportamento posi-
tivo, che intenerisce il cuore e ci spinge a tirare fuori il
buono che abbiamo in noi stessi, portandoci a quello
sguardo misericordioso che ci da speranza e fiducia
in Gesù.
…è pregata
Gesù, quanto è bello incrociare il tuo sguardo, sentir-
si cercati, chiamati, amati! Tu passi sempre, sei con
noi, ogni giorno, ma noi indaffarati come siamo, non
ci accorgiamo della Tua presenza. Non ti stancare di
cercarci, di chiamarci, sai bene che abbiamo bisogno
di TE! Amen.
…mi impegna
A essere più attenti a scorgere la presenza del Signore
negli eventi e negli incontri quotidiani e a non lasciar-
lo passare invano!

Mercoledì, 19 novembre 2025


San Giordano Ansalone, sacerdote e compagni martiri
Liturgia della Parola
2Mac 7,1.20-31; Sal 16; Lc 19,11-18
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse una parabola, perché era vicino
a Gerusalemme ed essi pensavano che il regno di Dio do-
vesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque:
«Un uomo di nobile famiglia partì per un paese lontano, per

186
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
ricevere il titolo di re e poi ritornare. Chiamati dieci dei suoi
servi, consegnò loro dieci monete d’oro, dicendo: “Fatele
fruttare fino al mio ritorno”. Ma i suoi cittadini lo odiavano e
mandarono dietro di lui una delegazione a dire: “Non voglia-
mo che costui venga a regnare su di noi”. Dopo aver ricevu-
to il titolo di re, egli ritornò e fece chiamare quei servi a cui
aveva consegnato il denaro, per sapere quanto ciascuno
avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: “Signore,
la tua moneta d’oro ne ha fruttate dieci”. Gli disse: “Bene,
servo buono! Poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il
potere sopra dieci città”. Poi si presentò il secondo e disse:
“Signore, la tua moneta d’oro ne ha fruttate cinque”. Anche
a questo disse: “Tu pure sarai a capo di cinque città”. Venne
poi anche un altro e disse: “Signore, ecco la tua moneta
d’oro, che ho tenuto nascosta in un fazzoletto; avevo paura
di te, che sei un uomo severo: prendi quello che non hai
messo in deposito e mieti quello che non hai seminato”. Gli
rispose: “Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio!
Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che
non ho messo in deposito e mieto quello che non ho se-
minato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a
una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi”.
Disse poi ai presenti: “Toglietegli la moneta d’oro e datela
a colui che ne ha dieci”. Gli risposero: “Signore, ne ha già
dieci!”. “Io vi dico: A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha,
sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici, che non
volevano che io diventassi loro re, conduceteli qui e ucci-
deteli davanti a me”». Dette queste cose, Gesù camminava
davanti a tutti salendo verso Gerusalemme.
…è meditata
In questa parabola, un uomo di nobile famiglia prima
di partire verso un paese lontano per ricevere il titolo

187
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

di re, consegnò ai suoi servi delle monete d’oro dicen-


do loro di farle fruttare fino al suo ritorno.
Dopo aver ricevuto il titolo di re, ritornato nella pro-
pria città, fece chiamare i servi a cui aveva consegnato
le monete per riscuotere gli interessi maturati; alcuni
di loro riuscirono a far fruttare le monete, ma fra essi
ci fu uno di loro che non vi riuscì e per tale motivo
fu punito e rimproverato duramente. Dietro questa re-
azione i presenti invitarono il padrone ad essere più
compassionevole.
Il padrone irremovibilmente disse: ”A chi ha sarà dato,
invece a chi non ha sarà tolto anche quello che ha”.
Le monete rappresentano i talenti che il Signore affida
ad ognuno di noi e quindi ciò che siamo. Ciascuno di
noi ha ricevuto dei doni diversi uno dall’altro, ma non
per questo uno è migliore dell’altro.
Tutti i talenti che Gesù ci affida, non solo dobbiamo
custodirli, ma soprattutto dobbiamo farli crescere in
qualunque ambiente ci troviamo, sfruttandoli e do-
nandoli agli altri.
…è pregata
Signore, facci comprendere che ciò che conta non è
quanto crediamo di aver ricevuto, ma riconoscere che
quanto abbiamo e siamo, sono il dono del Tuo amore e
dobbiamo rispondere con altrettanto amore.
…mi impegna
Siamo coscienti dei doni che il Signore ci ha dato?
Come li stiamo usando? Li teniamo nascosti o li fac-
ciamo fruttificare proclamando il regno di Dio con la
nostra vita? Riflettiamo su questo ed eventualmente ci
impegniamo a cambiare.

188
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
Giovedì, 20 novembre 2025
Sant’Ottavio, martire
Liturgia della Parola
1Mac 2,15-29; Sal 49; Lc 19,41-44
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme,
alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi
compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta
alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te
verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trin-
cee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; di-
struggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno
in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo
in cui sei stata visitata».
…è meditata
Il pianto di Gesù, nasconde la delusione di un padre
nei confronti di un figlio ribelle e ostinato, ingrato e
disperato. Il pianto di dolore che esprime i sentimenti
umani di Gesù, non è un lamento è una parola profeti-
ca. In lui c’è la sofferenza di Dio che si dispera per noi.
Ci lascia liberi di accoglierlo o rifiutarlo, non c’è limite
alla sua misericordia se non il nostro cuore. È Cristo che
porta la pace, ma se non lo accogliamo siamo ciechi.
Gesù piange su Gerusalemme per la cecità degli uo-
mini, che non hanno riconosciuto il figlio di Dio fatto
uomo per la salvezza delle nostre anime. Storicamente
la città verrà distrutta dai romani, il tempio sarà profa-
nato e non rimarrà pietra su pietra.
Anche noi siamo chiamati a guardare alla desolazione
del nostro cuore, della nostra vita, ogni qualvolta che
ci allontaniamo dell’amore di Dio, ogni qualvolta che
non accogliamo Cristo.

189
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

Spesso lo deludiamo con il nostro comportamento,


non lo riconosciamo quando visita la nostra vita e
nemmeno nel fratello sofferente che chiede aiuto.
Se così fosse, non dobbiamo evitare di riconciliarci con
Lui, Dio non ci chiede di essere perfetti, ma di essere
suoi figli. Anche se a volte siamo distrutti dobbiamo
guardare Cristo per essere salvati e non avere paura di
amare anche se ciò significa soffrire.
…è pregata
Preghiamo, affinchè il Signore ci dia la grazia di rico-
noscere il tempo in cui saremo visitati per accoglierlo
nel nostro cuore e riconoscere la grandezza dell’amo-
re di Dio che cancella il nostro peccato.
…mi impegna
...Piangere,soffrire per le cadute altrui rivela la gran-
dezza di un cuore che ama, che vuole il vero bene,
ossia la salvezza dell’anima. Sull’esempio di Cristo,
pregheremo per una persona di nostra conoscenza
che ne ha bisogno.

Venerdì, 21 novembre 2025


Presentazione della Beata Vergine Maria
Giornata Mondiale delle Claustrali
Liturgia della Parola
1Mac 4,36-37.52-59; Cant. 1Cr 29,10-12; Lc 19,45-48
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scaccia-
re quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia
casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un

190
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei
sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche
i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché
tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo.
…è meditata
Gesù, entrato nel suo tempio vede che i mercanti pen-
sano ai loro interessi invece che a quelli di Dio, per-
tanto si arrabbia e scaccia i venditori dal tempio. Così,
pone fine al culto come era praticato in quel tempo.
La religione non doveva essere usata per sfruttare la
gente, né per sostenere e legittimare i privilegi della
classe dirigente.
La forza di Gesù è la sua Parola, la sua testimonianza,
il suo amore. E dove c’è Gesù non c’è posto per le
cose mondane e la corruzione.
Gesù parla di noi, parla di quei mercanti che spesso
ci portiamo dentro che rovinano la relazione con Dio
applicando logiche di merito, di debito, di dare e di
avere. È dentro di noi che dobbiamo liberare il tem-
pio da venditori e mercanti. Dobbiamo ritrovare nel
nostro cuore” una casa di preghiera”. Un luogo dove
incontrare Dio e non dove comprarne la Sua benevo-
lenza. La preghiera e la fede non sono una cambiale
da cui esigere il pagamento. Dobbiamo amare e la-
sciarci amare da Lui incondizionatamente, perché una
vita senza il Suo Amore è davvero inutile.
Tante volte anche noi cristiani, svendendo la verità,
facciamo sì che il nostro cuore diventi un luogo di
mercato, dove non regna l’amore ma l’interesse e il
mercanteggiare con Dio.
Gesù ci invita a costruire una chiesa e un cuore che
sia casa di preghiera, di accoglienza, di ristoro per tut-
te quelle anime che vogliono vivere in armonia con la
fede e la propria spiritualità.

191
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

…è pregata
Signore, chissà quante volte mi hai visitato con incon-
tri ed eventi, e io non ti ho riconosciuto! Ha ragione S.
Agostino, quando dice “ Temo il Signore che passa”.
Si, temo di non riconoscerti e di vivere situazioni par-
ticolari non come occasione di grazia, ma come allon-
tanamento da Te. Che io sappia riconoscerti, Signore
e dire con S. Paolo VI: “Tutto è dono, tutto è grazia!”.
Amen.
…mi impegna
Oggi ci proponiamo di evitare pettegolezzi, discorsi
inutili e frivoli quando siamo nel tempio di Dio.

Sabato, 22 novembre 2025


Santa Cecilia vergine e martire
Liturgia della Parola
1Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi - i
quali dicono che non c’è risurrezione - e gli posero questa
domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il
fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo
fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio
fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver
preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo
e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare
figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque,
alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e set-

192
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
te l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di
questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma
quelli che sono giudicati degni della vita futura e della ri-
surrezione dai morti, non prendono né moglie né marito:
infatti non possono più morire, perché sono uguali agli
angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di
Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè
a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di
Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei
morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Disse-
ro allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non
osavano più rivolgergli alcuna domanda.
…è meditata
In questo brano del Vangelo, alcuni sadducei, classe di
ricchi possedenti che facevano parte dell’aristocrazia sa-
cerdotale, non credevano nella resurrezione, ne tanto-
meno negli angeli, negli spiriti o alle tradizioni dei farisei.
Per mostrare l’assurdità di tale fede, cioè della resur-
rezione dei morti, questi sadducei pongono una do-
manda insidiosa a Gesù, convinti di averlo messo in
serie difficoltà.
Gesù risponde dicendo che in cielo saremo tutti di
tutti e tutti di Dio, una moglie sarà moglie di tutti e
un figlio, figlio di tutti perché ci ameremo dello stesso
amore di Cristo. In questo saremo uguali agli angeli,
figli della resurrezione.
In questa terra, spesso, anziché accumulare opere
buone, ci preoccupiamo di possedere quanto più
possibile beni materiali ma la vita eterna non è più
segnata dal possesso. Nel regno dei cieli, se giudicati
degni della resurrezione, staremo alla presenza di Dio,
c’è la gioia che viene dal dare e non dal prendere e
dal possedere.

193
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario

Noi siamo chiamati a scegliere se vivere una vita che


vince la morte, o sopravvivere in un’esistenza che fi-
nisce.
“Dio non è dei morti, ma dei viventi, perché tutti vivo-
no per lui”. Dio è vita donata, consegnata, trasmessa
perché si diffonda attraverso noi.
Noi siamo amore ricevuto e condiviso, tutto ciò che
abbiamo vissuto nell’ amore, rimarrà per sempre. La
vita eterna è un dono di Dio.
…è pregata
Benedetto il Signore, mia roccia
Benedetto il Signore, mia roccia,
che addestra le mie mani alla guerra,
le mie dita alla battaglia.

Mio alleato e mia fortezza,


mio rifugio e mio liberatore,
mio scudo in cui confido,
colui che sottomette i popoli al mio gioco.

O Dio. ti canterò un canto nuovo,


inneggerò a te con l’arpa a dieci corde,
a te, che dai vittoria ai re,
che scampi Davide, tuo servo, dalla spada iniqua.
Dal salmo 143 (144)
…mi impegna
A meditare sull’articolo di fede “Credo nella resurre-
zione della carne” e sull’insegnamento della Chiesa a
questo riguardo, leggendo il Catechismo della Chiesa
Cattolica.

194
XXXIV Settimana
del Tempo Ordinario
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

XXXIV Domenica, 23 novembre 2025


NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO RE DELL’UNIVERSO
Solennità
Giornata di sensibilizzazione per il sostentamento del clero
Liturgia della Parola
2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il po-
polo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù di-
cendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo
di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli si ac-
costavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei
il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche
una scritta: «Costui è il re dei Giudei». Uno dei malfattori
appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva
te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo:
«Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla
stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello
che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non
ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me
quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti
dico: oggi con me sarai nel paradiso».
…è meditata
La scena che presenta il vangelo di questa domenica
che chiude l’anno liturgico, è una scena crudele, ca-
rica di violenza e di orrore. Eccolo. Gesù è debole,
crocifisso, e ha tutti contro. Ha contro il popolo, ha
contro i capi, che addirittura lo deridono, ha contro i
soldati che lo disprezzano, ha contro anche uno dei
malfattori e tutti quanti dicono: “Salva te stesso”. Torna
l’ora della tentazione. Luca ci aveva avvertito che i l

196
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
Maligno dopo le tentazioni nel deserto, sarebbe tor-
nato a tentare Gesù all’ora opportuna. Tutti si accani-
scono a costringere Gesù a fare un gesto eclatante per
dimostrare che è il Figlio di Dio, come Lui sostiene.
Non hanno compreso che Gesù non è venuto a salva-
re se stesso, ma a salvare gli altri. Neppure le parole
del Maestro pronunciate dall’alto della Croce “Padre
perdona loro perché non sanno quel che fanno” rie-
scono a fermare quell’ondata di insulti e di violenza.
Gesù invoca su tutti il perdono del Padre, offrendo ai
suoi persecutori l’ultimo invito alla conversione. E c’è
anche lui, il buon ladrone, il quale, dall’alto della sua
croce, mette a segno l’ultimo colpo, il più grosso, un
vero colpo da maestro… si mette in tasca il Paradiso.
Il perdono dato dal Signore a un criminale costituisce
il punto più alto dell’amore infinito di Dio, rivelato al
mondo dal Figlio. Dio non guarda i meriti delle perso-
ne, ma guarda i loro bisogni, non le loro virtù, ma le
loro necessità. Gesù è venuto a cercare e salvare chi
era perduto. Pertanto non esistono casi impossibili,
casi disperati, ma la salvezza è per tutti quelli che ri-
conoscono Gesù come il loro liberatore e come il loro
re. Se non abbiamo capito e imparato che il Padre
celeste è misericordioso e che anche noi dobbiamo
imparare ad esserlo, con coloro che ci hanno offesi, ci
illudiamo di credere, ma in effetti non abbiamo capito
niente di Dio!
…è pregata
Gesù, anch’io spesso, mi rivolgo a Te con parole, che
vorrebbero essere di supplica, ma in effetti risultano
irriverenti. Dio, perché non intervieni? Perché permetti
il male? Perché non mi soccorri subito e come desidero
io? Mentre come il buon ladrone dovrei dire: Ricordati
di me, vieni in mio aiuto, fammi sentire la Tua Pre-

197
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

senza, so che sei sempre con noi come hai promesso.


Tu sei fedele alle tue promesse. Amen.
…mi impegna
Cercherò di non buttare al vento quanto mi suggerisce
la Parola di Dio e di vivere nella fiducia e nell’amore.

Lunedì, 24 novembre 2025


Sant’ Andrea Dung-Lac, presbitero e compagni martiri
Liturgia della Parola
Dn 1,1-6.8-20; Cant. Dn 3,52-56; Lc 21,1-4
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le
loro offerte nel tesoro del tempio.Vide anche una vedova pove-
ra, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa
vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti,
hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece,
nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
…è meditata
Davvero i pensieri di Dio non sono come i nostri, i
suoi calcoli sono molto, molto diversi. Gesù si trova
nel tempio di Gerusalemme, seduto di fronte all’atrio
del tesoro, accessibile a tutti i visitatori. Alza gli occhi
e, da attento osservatore, vede i ricchi che fanno ca-
dere le loro pesanti monete, facendole risuonare nel
grande contenitore di rame posto all’ingresso del tem-
pio. Il suono ne indicava anche l’entità. I due spiccioli
della povera vedova erano caduti quasi muti e nean-
che gli uditi più sensibili avrebbero potuto percepirne

198
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
l’eco. Lo sguardo di Gesù su quella vedova si posa
con compiacenza. “In verità vi dico: questa vedova,
povera, ha messo più di tutti”. Egli non ha ascoltato e
valutato il tintinnio delle monete, ma ha visto le ge-
nerosità del cuore: “Questa nella sua miseria ha dato
tutto quanto aveva per vivere”.
Non è la quantità che ci rende graditi al Signore, ma
il cuore. Questi ricchi non hanno cuore per il Signore.
Essi non si privano di nulla. Non fanno alcun sacri-
ficio. Neanche devono mettere in gioco la loro fede
nella Provvidenza divina. Questa vedova invece si
mette in questione. Si prova nella sua fede. Si abban-
dona totalmente al suo Dio. È liberà di amare senza
calcoli. Sa che la benedizione di Dio l’avrebbe coper-
ta, protetta, nutrita, salvata. Il niente per l’uomo è il
tutto per il Signore. A Dio non si deve dare né tanto
né poco né nulla, ma tutto ciò che siamo e abbiamo,
perché “noi siamo suoi” (Sal 100,3). L’unica cosa da fare
è corrispondere liberamente al suo amore totale.
…è pregata
Mio Dio, ravviva in me la fede, la speranza e l’amore.
Fammi vivere di te e per te. So bene che tu hai cura
della mia vita. Mi consegno a TE, concedimi di speri-
mentare l’abbandono totale al Tuo Amore. Amen.
…mi impegna
Come la vedova della parabola, anche noi oggi gettia-
mo la nostra giornata nel tuo cuore, tesoro prezioso,
Signore Gesù, perché tu apprezzi i figli che imitano la
tua generosità, Signore Re della nostra vita.

199
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

Martedì 25 novembre 2025


Santa Caterina d’Alessandria, vergine e martire
Liturgia della Parola
Dn 2,31-45; Cant. Dn 3,57-61; Lc 21,5-11
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che
era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse:
«Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà
lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli do-
mandarono: «Maestro, quando dunque accadranno que-
ste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per
accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare.
Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”,
e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando
sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, per-
ché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito
la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro na-
zione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi
terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti ter-
rificanti e segni grandiosi dal cielo.
…è meditata
Gesù, dopo aver osservato il via vai dei ricchi verso le
cassette del tesoro per versare le loro cospicue offer-
te per la manutenzione del tempio, tanto ammirato e
vantato per la sua grandiosità e bellezza, e dopo aver
elogiato la vedova per la generosità del suo obolo, ne
annuncia la distruzione. “Verranno giorni nei quali, di
quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che
non sarà distrutta”. È quello che avverrà infatti con
l’assedio dei Romani nel 70, quando il tempio, costru-
ito in oltre settant’anni di lavori ininterrotti venne bru-
ciato e raso al suolo nel giro di una notte. È la sorte di

200
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
ogni cosa terrena. Ebbene, di fonte a questo annunzio,
gli ascoltatori, i discepoli, non solo non si spaventano,
ma sembrano quasi eccitati e gli pongono due doman-
de: “Maestro, quando accadranno queste cose e qua-
le sarà il segno, quando esse staranno per accadere?”.
Ecco, loro pensano come era tradizione di Israele, che
nel momento di massimo pericolo Dio sarebbe inter-
venuto. Quindi sperano in un intervento divino che
impedisca questa catastrofe. La reazione degli ascolta-
tori non denota spavento, ma interesse. Ebbene Gesù,
in maniera imperativa, dice “Badate di non lasciarvi
ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome…”,
cioè usurpando la sua persona, “…dicendo Sono io”,
che è il nome divino, quindi rivendicando di portare il
messaggio divino. Poi Gesù parla di eventi catastrofici
che noi, oggi, sappiamo essere consueti e ripetitivi:
“arriveranno guerre…, ci saranno carestie…”. Questi
avvenimenti in effetti non hanno data. È come se Gesù
volesse avvertire: la sfida è questa, se vi agitate e vi
lasciate coinvolgere dall’assillo della fine del mondo,
c’è il rischio di vivere una vita puramente sospesa, col
pretesto della fine vicina, leggera, disimpegnata, vuota
e senza storia.
…è pregata
La storia, anche quella di oggi disseminata di cadave-
ri, non è altro che un povero urlo di disperazione in
attesa dell’amore definitivo. Gesù dice diversamente:
la storia è il luogo in cui Dio realizza il suo progetto, è
– perciò – luogo benedetto e da salvare. A noi cristiani
è chiesto di adoperarci affinché si realizzi l’invocazio-
ne del Padre Nostro: “Venga il Tuo Regno”!
…mi impegna
La Parola di oggi è un invito a riflettere sulla caducità
di ogni realtà umana, pur meravigliosa, a considerare

201
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

il nostro atteggiamento verso le cose che terminano


col tempo.

Mercoledì 26 novembre 2025


Dedicazione della Cattedrale di Patti
Liturgia della Parola
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28; Cant. Dn 3,62-67; Lc 21,12-19
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno
le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle
sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e go-
vernatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione
di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non
preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapien-
za, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere
né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fra-
telli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi;
sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno
un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra
perseveranza salverete la vostra vita».
…è meditata
Gesù, dopo aver annunciato sconvolgimenti sociali, ca-
tastrofi naturali, terremoti, carestie, pestilenze, avvisa i
discepoli che sarebbero stati perseguitati: “Ma prima di
tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguite-
ranno”. Il vangelo annuncia che la vicenda umana sarà
accompagnata dalle persecuzioni. Non si tratta di una
tempesta occasionale ma di una costante. Gesù precisa

202
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
che tutto ciò accade proprio perché siamo suoi disce-
poli: “a causa del mio nome”. Evidentemente essere di
Cristo non è sempre un buon biglietto da visita. Chi
dichiara di appartenere a Lui deve mettere in conto una
dura opposizione da parte del mondo. Gesù aggiunge
che saremmo “odiati da tutti”. Un annuncio sorpren-
dente che spiazza il superficiale buonismo oggi così
in voga. Essere discepoli di Gesù non solo non attira
la simpatia del mondo ma suscita l’odio: Colpiscono le
parole “Sarete odiati da tutti”. La persecuzione non vie-
ne, infatti, solo dal di fuori, ma anche dal di dentro, dal-
la propria famiglia! Discepoli odiati: perché contestano
la logica del mondo. Lo svolgersi della storia è segnato
dalla continua lotta tra il bene e il male. Il cristiano non
può esimersene. Deve far fronte. Anzi deve prendere
posizione e dare così testimonianza a Cristo e al Suo
Vangelo. Non deve preoccuparsi di ciò che dire o fare
per difendersi perché Cristo stesso gli darà “la parola e
la sapienza”. Quel che conta è rimanere aggrappati alla
Sua Parola con fedeltà e perseveranza.
…è pregata
Signore, anche nelle prove più ardue, fammi rimanere
aggrappato a Te. Sono certo che tu mi ispiri i pensieri,
le parole, i gesti che contano. So che mi ripeti: “Io sono
con te” per salvarti.
…mi impegna
Ricordiamoci del martirio di tanti fratelli, riconosciamo
nostra fragilità che qualche volta ci fa vergognare di
essere cristiani e chiediamo allo Spirito Santo la fortez-
za, per essere capaci di rendere testimonianza, oggi,
là dove viviamo.

203
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

Giovedì 27 novembre 2025


San Virgilio di Salisburgo, vescovo
Liturgia della Parola
Dn 6,12-28; Cant. Dn 3,68-74; Lc 21,20-28
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando ve-
drete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappia-
te che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si
trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che
sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stan-
no in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno
giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si
compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e
a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel
paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada
e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusa-
lemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei paga-
ni non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna
e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per
il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno
per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla
terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora
vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con gran-
de potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere
queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra
liberazione è vicina».
…è meditata
Il termine Vangelo equivale a Buona Notizia, ma in
realtà, questo brano appare più una minaccia, una
catastrofe. A leggere queste parole con superficialità,
sembra che abbiano ragione quelli che attribuiscono

204
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
calamità naturali e particolari segni del cielo alla vo-
lontà di Dio, che vorrebbe con tali segnali richiamar-
ci al pentimento e alla conversione: nulla di più sba-
gliato. È vero, troviamo scritto: “gli uomini moriranno
per la paura” e il morire di paura, l’attacco di panico,
tanto frequente oggi, è un’esperienza dolorosissima,
che lascia smarriti! Luca ci vuole dire che la salvezza
annunciata da Gesù raggiunge tutto l’uomo, anche le
sue emozioni profonde, che chiedono di non essere
negate, ma di divenire cristiane. Questo vangelo non
può incuterci paura, perché c’è un segno che ci tiene
lontani da questa fuorviante interpretazione: “Il Figlio
dell’uomo viene su una nube”. E la nube, nell’esperien-
za di Israele, indica la Presenza di Dio che protegge,
ristora, illumina, guida il Suo popolo! Perciò dice il te-
sto: “risollevatevi e alzate il capo”, non per spavalderia,
quasi fossimo superuomini che non hanno paura, non
per presunzione di sentirci giusti davanti al giudizio di
Dio, ma per SPERANZA nella SUA MISERICORDIA! Il
Figlio dell’uomo che viene è il Signore che ci ha amato
e ha dato se stesso per noi (cfr Gal 2,20) e che ci ha amato
quando ancora eravamo peccatori (cfr. Rm 5,6ss). Il suo
giudizio sarà il perdono ai crocifissori (cfr Lc 23,34) e
l’offerta del paradiso al malfattore (cfr Lc 23,43). Il nostro
giudice infatti è colui che ha detto di amare i nemici, di
non giudicare, di non condannare, di perdonare sem-
pre. È misericordioso come il Padre suo (cfr Lc 6,27-38).
La venuta di Cristo si identifica con la nostra liberazio-
ne e la nostra salvezza.
…è pregata
Dio che ci ami, aiutaci a non spaventarci e a non sco-
raggiarci davanti alle contraddizioni del mondo, ma
ad alzare lo sguardo in attesa del ritorno nella gloria
del Signore e Maestro Gesù. Amen.

205
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

…mi impegna
Con questa certezza viviamo operativamente e fattiva-
mente in questo mondo senza aspettare rassegnati ma
senza farci prendere da inutili ansie. Sappiamo bene
come andranno a finire le cose!

Venerdì 28 novembre 2025


Santa Fausta Romana, vedova
Liturgia della Parola
Dn 7,2-14; Cant. Dn 3,75-81; Lc 21,29-33
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già
germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’e-
state è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere
queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità
io vi dico: non passerà questa generazione prima che tut-
to avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole
non passeranno».
…è meditata
A proposito degli ultimi tempi, Gesù disse la parabo-
la del fico e di tutte le piante: quando germogliano,
guardandole si capisce che l’estate è vicina. Con que-
sta parabola egli intese esortare i discepoli a saper
cogliere i segni del Regno che viene. Questa verità
è così certa da contrapporla a quanto solennemente
afferma: “I cieli e la terra passeranno, ma le mie pa-
role non passeranno”. È come se dicesse: i cieli e la

206
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
terra, pur nella loro durata, avranno termine, quello
che vi dico, no! È proprio questa Parola che non
passerà mai, che ha perforato milioni di cuori, che
ha cambiato centinaia di migliaia di vite di uomini e
donne di tempi e culture diverse, che deve sempre
più essere al centro della nostra attenzione. E con
questa certezza possiamo leggere gli eventi del mon-
do e della Chiesa con lo sguardo ampio che solo la
fede ci può donare. Il discepolo guarda al mondo
con realismo ottimista e, pur tra le molteplici con-
traddizioni che lo circondano, si adopera, qui e ora,
a costruire il Regno dove viviamo, con semplicità,
con ostinazione, contribuendo a realizzare il sogno
di Dio di un mondo in cui ci si accoglie nel rispetto
delle diversità cercando insieme il senso ultimo della
vita che Cristo ci ha rivelato. E l’attesa è colma della
presenza e delle parole di Cristo che non passano e
che diventano pane quotidiano.
…è pregata
La tua Parola non passerà, Signore, è giunta fino a
noi e illumina la nostra vita, la nostra giornata in at-
tesa del Tuo ritorno. Fa’ che io ascolti la Tua voce e
cammini sui Tuoi passi con perseveranza e fiducia!
Amen.
…mi impegna
Dobbiamo fondare la nostra vita sulla Parola di Dio.
Questa Parola ci dà la certezza che il Signore viene.
Viene come è venuto allora; e allo stesso modo verrà
alla fine. “Gesù Cristo è lo stesso ieri e oggi e per sem-
pre”.

207
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario

Sabato 29 novembre 2025


San Saturnino il Vecchio, martire
Festa
Liturgia della Parola
Ap 22,1-7; Sal 94; Lc 21,34-36
La Parola del Signore
…è ascoltata
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti
a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in
dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel
giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un
laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abi-
tano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momen-
to pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto
ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio
dell’uomo».
…è meditata
In questo ultimo giorno dell’anno liturgico (doma-
ni inizia il periodo dell’Avvento) il tema dominante
è ancora quello della vigilanza. Gesù, nell’istruire i
discepoli circa l’avvento del Regno di Dio e la fine
del mondo, li esorta a essere “vigilanti, perché i cuori
non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e
affanni della vita”. Se lo Sposo sta arrivando bisogna
stare svegli per poter entrare con lui alle nozze; se ci
si lascia distrarre da mille altre cose lo sposo arriverà,
chiuderà la porta e ci dirà: “Non vi conosco” (cfr Mt
25,1-13). Quando si avvererà ciò? In qualsiasi momen-
to della nostra vita! Pertanto è necessario prepararsi
all’incontro finale con Dio ricorrendo alla preghiera.
Con la forza della preghiera potremo vincere la pesan-
tezza del peccato per essere sempre pronti quando Lui
verrà. La preghiera diventa l’antidoto contro la nostra

208
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario
noncuranza: “Pregate incessantemente con ogni sorta
di preghiere e di suppliche nello Spirito, vigilando a
questo scopo con ogni perseveranza” (Ef 6,18).
“Alziamoci: – ha scritto S. Benedetto nella sua regola
– la Scrittura non cessa di svegliarci dicendo: È venu-
ta l’ora di sorgere dal sonno. Apriamo gli occhi alla
luce divina. Ascoltiamo con orecchie attente la potente
voce di Dio che ogni giorno ci incalza, dicendo: Oggi,
se ascoltate la sua voce, non indurite il vostro cuore”.
…è pregata
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.
Perché grande Dio è il Signore,
grande re sopra tutti gli dèi.
Nella sua mano sono gli abissi della terra,
sono sue le vette dei monti.
Suo è il mare, è lui che l’ha fatto;
le sue mani hanno plasmato la terra.
Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce. Dal Salmo 94
…mi impegna
Quando Dio passa nella nostra vita non dobbiamo
farlo attendere. Né dobbiamo misurare le nostre capa-
cità. Se è Lui a chiamare, sarà Lui a renderci capaci di
rispondere ai suoi progetti.

209
INDICE DEI BRANI EVANGELICI

MATTEO 9,1-16 . . . . . . . . . ” 68
1,1-16.18-23 . . . . ” 28 9,7-9 . . . . . . . . . . ” 70
5,1-12a . . . . . . . . ” 143 9,18-22 . . . . . . . . ” 71
11,25-30 . . . . . . . ” 86 9,43b-45 . . . . . . . ” 73
18,1-5.10 . . . . . . . ” 83 9,51-56 . . . . . . . . ” 79
9,57-62 . . . . . . . . ” 81
LUCA 10,1-9 . . . . . . . . . ” 113
2,33-35 . . . . . . . . ” 48 10,13-16 . . . . . . . ” 84
4,16-30 . . . . . . . ” 8 10,25-37 . . . . . . . ” 91
4,31-37 . . . . . . . ” 10 10,38-42 . . . . . . . ” 94
4,38-44 . . . . . . . . ” 13 11,1-4 . . . . . . . . . ” 95
5,1-12 . . . . . . . . . ” 15 11,5-13 . . . . . . . . ” 97
5,33-39 . . . . . . . . ” 18 11,15-26 . . . . . . . ” 98
6,1-5 . . . . . . . . . . ” 21 11,27-28 . . . . . . . ” 100
6,12-19 . . . . . . . . ” 31 11,29-32 . . . . . . . ” 105
6,12-19 . . . . . . . . ” 135 11,37-41 . . . . . . . ” 107
6,20-26 . . . . . . . . ” 33 11,42-46 . . . . . . . ” 108
6,27-38 . . . . . . . . ” 36 11,47-54 . . . . . . . ” 110
6,39-42 . . . . . . . . ” 39 12,1-7 . . . . . . . . . ” 112
6,43-49 . . . . . . . . ” 41 12,13-21 . . . . . . . ” 119
7,11-17 . . . . . . . . ” 50 12,35-38 . . . . . . . ” 121
7,31-35 . . . . . . . . ” 53 12,39-48 . . . . . . . ” 123
7,36-50 . . . . . . . . ” 55 12,49-53 . . . . . . . ” 125
8,1-3 . . . . . . . . . . ” 58 12,54-59 . . . . . . . ” 127
8,4-15 . . . . . . . . . ” 60 13,1-9 . . . . . . . . . ” 128
8,16-18 . . . . . . . . ” 66 13,10-17 . . . . . . . ” 133
8,19-21 . . . . . . . . ” 67 13,22-30 . . . . . . . ” 137
13,31-35 . . . . . . . ” 139 18,35-43 . . . . . . . ” 182
14,1-6 . . . . . . . . . ” 141 19,1-10 . . . . . . . . ” 184
14,1.7-14 . . . . . . . ” 6 19,11-18 . . . . . . . ” 186
14,12-14 . . . . . . . ” 150 19,41-44 . . . . . . . ” 189
14,15-24 . . . . . . . ” 151 19,45-48 . . . . . . . ” 190
14,25-33 . . . . . . . ” 26 20,27-40 . . . . . . . ” 192
15,1-10 . . . . . . . . ” 156 21,1-14 . . . . . . . . ” 198
16,1-8 . . . . . . . . . ” 158 21,5-11 . . . . . . . . ” 200
16,1-13 . . . . . . . . ” 64 21,5-19 . . . . . . . . ” 180
16,9-15 . . . . . . . . ” 160 21,12-19 . . . . . . . ” 202
16,19-31 . . . . . . . ” 76 21,20-28 . . . . . . . ” 204
17,1-6 . . . . . . . . . ” 166 21,29-33 . . . . . . . ” 206
17,5-10 . . . . . . . . ” 90 21,34-36 . . . . . . . ” 208
17,7-10 . . . . . . . . ” 168 23,35-43 . . . . . . . ” 196
17,11-19 . . . . . . . ” 104
17,11-19 . . . . . . . ” 170 GIOVANNI
17,20-25 . . . . . . . ” 172 1,47-51 . . . . . . . . ” 78
17,26-37 . . . . . . . ” 174 2,13-22 . . . . . . . . ” 164
18,1-8 . . . . . . . . . ” 118 3,13-17 . . . . . . . . ” 46
18,1-8 . . . . . . . . . ” 176 6,37-40 . . . . . . . . ” 148
18,9-14 . . . . . . . . ” 132 15,1-17 . . . . . . . . ” 154
INDICE GENERALE

Presentazione del Vescovo . . . . . . . . . . . . . . . ” 3

XXII Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . . ” 5


XXIII Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 25
XXIV Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 45
XXV Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 63
XXVI Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 75
XXVII Settimana del Tempo Ordinario . . . . . ” 89
XXVIII Settimana del Tempo Ordinario . . . . . ” 103
XXIX Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 117
XXX Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 131
XXXI Settimana del Tempo Ordinario . . . . . . ” 147
XXXII Settimana del Tempo Ordinario . . . . . ” 163
XXXIII Settimana del Tempo Ordinario . . . . . ” 179
XXXIV Settimana del Tempo Ordinario . . . . . ” 195

Indice dei brani evangelici . . . . . . . . . . . . . . . . ” 211


APPUNTI
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