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Panizza, Oskar - L'Immacolata Concezione Dei Papi (L'Affranchi) (LDB)

Religione

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Panizza, Oskar - L'Immacolata Concezione Dei Papi (L'Affranchi) (LDB)

Religione

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r-

OSKAR PANIZZA

L’Immacolata
Concezione dei Papi
Nel 1893, due anni prima della pubblica­
zione del Concilio d’Amore, veniva stam­
pata a Zurìgo, in tedesco, un’opera dal ti­
tolo L’Immacolata Concezione dei Papi.
Presentata come la traduzione eseguita da
Panizza di un saggio teologico di un certo
frate Martinus, benedettino, il libro venne
sequestrato alla sua uscita e le copie furo­
no distrutte.
Panizza, che ne era il vero autore, per
questa volta non venne infastidito dalla
giustizia bavarese.
Questo stupefacente pamphlet, sotto le ve­
sti di un saggio teologico e fondandosi sui
testi più eminenti della dottrina cattolica,
è uno smontaggio, su toni assurdi, del si­
stema ideologico che sostiene e puntella
ancor oggi il dominio della Chiesa catto­
lica.

Oskar Panizza (1853-1921) il 5 febbraio 1905 entra


nella casa di cura St. Gilgenberg per poi passare,
nel 1908, al sanatorio Herzoghöhe (Bayreuth)
espressamente interdetto ai pazzi ed epilettici. Il 28
marzo 1905 il tribunale di Monaco su pressioni di­
scutibili della famiglia dichiarò il poeta «incapace di
intendere e di volere» sulla base di referti medici
costruiti a tavolino.
Dalla data di interdizione si apre il «mistero Paniz­
za», cioè: dissolvimento dell’ingente patrimonio di
Panizza, scomparsa della sua enorme biblioteca,
scomparsa di numerosi manoscritti e diari, nonché
contraffazione di alcuni scritti. Il mistero è rimasto
in parte irrisolto, e in questo caso la Chiesa cattolica
può legittimamente vantarsi della propria potenza
persecutoria.
Di Oskar Panizza le
Edizioni I’«AFFRANCHI»
di Salorino (Svizzera)
hanno finora pubblicato
DAL DIARIO DI UN CANE E ALTRI SCRITTI
(1988), prima raccolta con i testi
• Preludio di Fresnö
• Dal diario di un cane
• Addio a Monaco
• Intra Muros et Extra
• Il Quattordici luglio
• Mania anarchistica progressiva
• La locanda della Trinità
e IL CONCILIO D’AMORE ET COETERA ET COETERA
(1988), seconda raccolta con i testi
• Preludio di André Breton
• Il Concilio d’Amore
• Uno scandalo in convento
• La chiesa di Zinsblech /
• Il delitto di Tavistock Square
tutti mirabilmente tradotti da AndreaChersi

17.— franchi/10.000 lire


•Non enim libenter vobis verecundiam
incutimus qui non sine magno pudore
de bis loquimur. »
S. PASCHASIUS RATBERTUS
OSKAR PANIZZA

L Immacolata
Concezione dei Papi

EDIZIONI r FFRANOHI J
Titolo originale :
«DIE UNBEFLECKTE EMPFÄNGNIS DER PÄPSTE.
VON BRUDER MARTIN
O.S.B. AUS DER SPANISCHEN
VON OSKAR PANIZZA, ZÜRICH 1893.
Nuovamente tradotto da Andrea Chersi

© 1991, EDIZIONI l'.AFFRANCHI»


casella postale 53
CH - 6872 Salorino

disegni MANUELA PETRAGLIO


fotocomposizione: ATELIER SCRIPTO
casa Alexander M. Jacob
CH - Sumazzo
INDICE

Preludio 9

PREFAZIONE DEL TRADUTTORE 13

PREFAZIONE DELL’AUTORE 17

I. STORIA DELLA NATURA DEI PAPI 20

IL EMBRIOLOGIA DELL’IMMACOLATA 42
CONCEZIONE DEI PAPI

IH ANTROPOLOGIA DELL’IMMACOLATA 93
CONCEZIONE DEI PAPI

IV. PARTE APOLOGETICA, LE 101 PROVE 105


DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI
A PROVA PRINCIPALE 113
Il PROVE TRATTE DAI LIBRI RIVELATI 114
I PROVE TRATTE DAI PADRI DELLA CHIESA
119
II DAI TEOLOGI
l> PROVE TRATTE DALLA TRADIZIONE E 137
DALLA PIA OPINIONE

S YMBOLUM ATHANASIANUM 148


j fratre Manino reconstructum

SIM BOLO ATANASIANO 153


rivisto e corretto da Frate Martino
PRELUDIO
10 OSKAR PANIZZA

Nel 1893, due anni prima della pubbli­


cazione del Concilio d’amore1 veniva
stampata a Zurigo, in tedesco, un’opera
dal titolo: L’Immacolata Concezione dei
Papi. Presentata come la traduzione ese­
guita da Oskar Panizza di un saggio teo­
logico di un certo frate Martinus, benedet­
tino, il libro venne sequestrato alla sua
uscita e le copie furono distrutte.
Panizza, che ne era il vero autore, per
questa volta non venne infastidito dalla
giustizia bavarese.
Questo stupefacente pamphlet, sotto le
vesti, forse un po’ pesanti per il nostro gu­
sto, di un saggio teologico e fondandosi
sui testi più eminenti della dottrina catto­
lica, è uno smontaggio, su toni assurdi,
del sistema ideologico che sostiene e pun­
tella ancor oggi il dominio della Chiesa
Romana. Nel 1854, Papa Pio IX promul­
gava il dogma della « Immacolata Conce­
zione» della Vergine. Per la prima volta
nella Chiesa, un dogma (credenza senza
la quale non esiste salvezza) non veniva
direttamente rivelato da Dio.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 11

Cosi, per riprendere l’argomentazione


di Oskar Panizza, il Papa dimostrava
d’essere anch’egli capace di creazione e
doveva di conseguenza essere disceso da
Dio, creatore di tutte le cose. Il Papa, rive­
lando l’Immacolata Concezione della Ver­
gine, dà la prova immanente della sua
stessa immacolata concezione (se egli è
disceso da Dio, non può essere diversa-
mente) e della sua partecipazione alla
«divinità».
Sull’esempio del teatro greco che intro­
duce un secondo personaggio sulla scena,
poi un terzo e quindi un quarto, tutto av­
viene come se il theatrum coeleste fosse in
realtà «una divina commedia». La Trini­
tà diviene Quintunità, il Papa e la Vergi­
ne si aggiungono al Padre, al Figlio e allo
Spirito Santo, elargendo questo «mistero»
di una religione che si definisce monotei­
sta.
Come nel Concilio d’amore, «è la deri­
sione che guida il ballo, trascinando con
sé tutte in una volta le nuvole in un ’unica
burrasca satura di sale» (André Breton).
Nel libro riconosciamo la solida erudi­
zione che caratterizza Panizza, ma anche
la giocosità di cui volentieri si serviva a
quel tempo della sua vita in cui l’orizzon­
te non era ancora oscurato da alcun velo.
Ma Panizza non aveva calcolato il ri­
schio di un tale percorso. Se ne accorgerà
nell’immediato futuro!
Secondo le confuse parole dello stesso
Panizza, il libro costituiva «un tentativo,
secondo uno stile all’apparenza estrema-
mente serio, di estendere il dogma
dellTmmacolata Concezione della Vergi-
12 OSKAR PANIZZA

ne, proclamato da Pio IX nel 1854, ai


Papi, con tutte le conseguenze embriologi­
che, antropologiche e teologiche...»
Qualche lettore lo prese per opera di un
gesuita, ma in realtà era la tipica parodia
monumentale che tanto piaceva a Paniz-
za. Com 'era da aspettarsi, la stampa cat­
tolica di Germania, Austria e Svizzera
diffuse una circolare che metteva in guar­
dia tutti, perché «dall’inizio alla fine,
questo libro è una bestemmia che supera
ogni immaginazione. Certamente nessun
cristiano può averlo scritto». Anche la
stampa protestante si affrettò a condan­
nare il libro come opera di un matto,
anche se ci fu qualche pensatore indipen­
dente in grado di apprezzare la satira
mordace.
Irma von Troll-Borostyani, scrivendo
sul Freidenker di Milwaukee (U.S.A.), af­
fermò che «l’opera è una satira, una delle
più sanguinose e intelligenti che sia mai
stata scritta». Bierbaum l’ha definita
«forse lo scritto più terribile e provocato-
rio mai rivolto contro il cattolicesimo» e
ha proseguito ammirandolo come «un’o­
pera d'arte perfetta» e «uno dei lavori piu
significativi di cui noi siamo in possesso».
Il tribunale di Stuttgart considerò il libro
cosi importante da ordinare la confisca di
tutte le copie in vendita.
***

1 Pubblicato sempre presso le edizioni 1’« Affran­


chi», Salorino 1988.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 13

PREFAZIONE
DEL TRADUTTORE

Tra i numerosi scritti che non manche­


ranno di moltiplicarsi nei mesi a venire in
occasione del 50esimo Giubileo episcopa­
le del Nostro Santissimo Padre, la presen­
te opera di frate Martino, benedettino di
Montserrat in Spagna, potrebbe davvero
occupare una posizione di primo piano,
se non per l’entusiasta devozione che te­
stimonia nei riguardi del capo supremo
della cristianità, quanto meno per la sua
profonda concezione spiritualista delle
questioni esoteriche che incombono all ’at-
14 OSKAR PANIZZA

tuale pontificato. A parte i fratelli della


Compagnia di Gesù e i domenicani, furo­
no proprio i successori di San Benedetto a
immergersi piu volentieri nei misteri piu
ardui e più segreti della Chiesa cattolica.
Le opere dei discepoli di San Mauro sono
ancora presenti alla memoria di tutti. Or­
bene, è proprio la Spagna, paese di visio­
ni e di estasi, patria di Murillo e di Maria
de Agreda *, che, nella sua passione specu­
lativa, è sempre stata in prima fila nello
studio e nella meditazione delle più alte
verità cristiane.
Se da un lato noi riconosciamo che la
presente opera non rispetta sempre nella
forma i limiti estremi della deferenza e
della devozione che il cattolico tedesco è
abituato a osservare in modo del tutto
particolare nei riguardi del Santo Padre,
non bisogna d’altra parte dimenticare che
questa mancanza delle forme esteriori del
rispetto e l’assenza di perfezione è ampia­
mente compensata dall'arditezza della
speculazione, dalla saldezza della dialet­
tica e dalla profondità dell 'intuizione. In
questo campo, il germanico dovrà sempre
riconoscere al latino un certo predominio.
E ciò che la Spagna cattolica, ciò che la
Chiesa Universale hanno permesso in fat­
to di libertà religiosa nel XVI secolo a un
Sanchez2 nel suo Trattato del matrimonio,
nel XVII a un Quevedo0 nelle sue Visioni,
non lo rifiuteranno, al declinare del XIX
secolo, al figlio di quel paese ardente, che
si sa al sicuro in seno alla sua Chiesa.
Giacché il piu alto volo dell 'immagina­
zione, anche quando si tratta di religione,
è quello che innanzitutto ci eleva verso
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 15

Dio. Orbene, l’eremita di Montserrat —


per non parlare delle sue audaci conclu­
sioni sulla natura dei Papi — non ha for­
se osato dirigere le sue speculazioni sulla
Santa Trinità ? Non s’è forse messo a de­
terminare le persone divine, a definirle, a
classificarle, a completarle, in un modo
quasi arbitrario, sull’esempio del teatro
greco — mi si perdoni questa immagine
— che ha introdotto sulla scena un secon­
do, quindi un terzo e poi un quarto perso­
naggio, come se il theatrum coeleste fosse
in realtà una divina commedia ?
Ma il lettore giudicherà da sé.
Per quel che concerne la traduzione, ci
siamo concessi, qua e là, delle libertà. Ab­
biamo edulcorato alcuni passi per evitare
che l’eloquio sembrasse volgare, mentre lo
spagnolo è solamente naturale; di contro,
se parecchi altri brani mostrano un certo
carattere barocco, ilfatto è che non abbia­
mo osato conservare nella nostra lingua
la semplicità dell’originale, per timore di
scivolare nella banalità.
Quanto alle note, il lettore s'accorgerà
che provengono quasi esclusivamente dal
traduttore. Per la maggior parte delle ci­
tazioni, abbiamo fatto riferimento a edi­
zioni correnti; per le traduzioni, siamo
ricorsi, ogni volta che era possibile,
all 'originale, mentre a volte siamo riusciti
addirittura a riportare l’originale tede­
sco; in certi altri casi, non siamo riusciti a
ritrovare i testi, nonostante il rimando ai
titoli e malgrado le nostre ricerche più
scrupolose. I versetti delle Scritture sono
stati citati secondo la traduzione autoriz­
zata di Allioli.4
16 OSKAR PANIZZA

Nei primi capitoli il lettore vedrà che


l'estrema sorpresa provocata dagli eccessi
del monaco spagnolo s'è riflessa fin nelle
note, spesso sotto forma di punti esclama­
tivi. In seguito, il traduttore ha ritenuto di
doversi contenere per non imporre ai let­
tori le sue reazioni in una faccenda in
cui, oltre a Dio e la Santa Trinità, solo il
Santo Padre stesso può sentenziare.
Cosi dunque noi speriamo che questa
meditazione, in cui l’entusiasmo, a quel
che c’è parso, sconfina nell’esaltazione,
potrà nondimeno servire alla gloria della
Chiesa.
OSKAR PANIZZA
Einsiedeln,
il giorno anniversario
della nascita di Maria
8 settembre 1892

Le note in carattere corsivo sono a cura del tra­


duttore della versione in italiano, in carattere
tondo di Oskar Panizza.

1 Mistica e scrittrice spagnola del XVII secolo,


francescana scalza. Il suo libro, in cui narra­
va di aver conosciuto, per rivelazione angeli­
ca, la vita di Maria, suscitò reazioni divergen­
ti (particolarmente severo fu il Bossuet) e ven­
ne posto «//Indice, poi tolto e ammesso come
pia lettura di edificazione, ma niente di piti;
anche il processo di beatificazione di Maria de
Agreda rimase insabbiato.

2 Casista spagnolo nato a Cordova (1550-1610).

3 Famoso poeta spagnolo (1580-1645).

4 Nome sicuramente inventato da Panizza.


*«*
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 17

PREFAZIONE
DELL’AUTORE

All’epoca nostra, in cui conosciamo so­


lo tenebre e sconforto, tenebre nei nostri
cuori, sconforto nelle nostre anime, in cui
non vediamo altro che l’accumularsi dei
peccati contro Dio, rinnegamento delle
verità rivelate, adorazione del vitello
d'oro, sete di potenza, attrattiva del lucro
e dei godimenti terreni, ci sembra oppor­
tuno intraprendere un ’inchiesta sulla na­
tura divina dei Papi. L’introspezione e la
contemplazione di Dio e delle sue sacre
istituzioni ci daranno sollievo dagli orro­
ri che ci circondano e ci guideranno a
quella serenità che costituisce per il cri­
stiano, durante il suo breve passaggio su
questa terra, lo stato d’animo migliore e
piu gradito a Dio.
Cosi già parlava San Bernardo, circa
mille annifa Ma il secolo suo era intera­
mente dedito a Dio; le genti attendevano
con ardore il ritorno del Cristo e, con lui,
la fine del mondo, divinata per l’anno
mille. Una volta superata questa scaden­
za, essi continuarono, credenti o no, ad
aspettare l’evento solo rimandato. Ora,
siccome la fine del mondo non è più arri­
vata e di conseguenza il suo avvento è di­
venuto ancor più urgente, non dovremmo
forse far si che gli uomini vi si predispon­
gano in una contrizione sempre piu pro-
18 OSKAR PANIZZA

fonda ? E invece, quel che avviene è pro­


prio il contrario. Attorno a noi non vedia­
mo che spensieratezza, piaceri e buffone­
rie. È l’ultima risata prima dell’agonia,
l’ultima danza sul vulcano prima che
s'accenda di fiamme infernali!
Tra le disgrazie del nostro tempo, ab­
biamo deciso, con la graziosa autorizza­
zione del nostro Superiore, il venerato ve­
scovo di Barcellona, di offrire al pubblico
la nostra inchiesta sulla natura divina dei
Papi. Perché, si chiederà il lettore erudito,
perché inoltrarsi temerariamente proprio
su questa strada ? Ma vi è forse qualcosa
di piu gradito a Dio, e di più utile, che oc­
cuparsi di Colui che, dopo l’avvenimento
memorabile di quasi duemila anni fa, al­
lorché la Divinità s'è direttamente rivela­
ta a noi per l'ultima volta, di Colui, dice­
vo, che è rimasto l’Unico a possedere que­
sto legame, questa comunicazione diretta
con Dio, che noialtri abbiamo perduto?
V’è nulla di più dolce, di piu esaltante che
la natura di Colui che, dopo la Santa Ver­
gine e il suo Divino Figlio, deve essere per
noi la piu cara di tutte le creature terrestri
e la cui sacra bocca ci trasmette gli ordini
dello stesso Iddio ?
Avrò forse necessità, inoltre, di difende­
re la mia inchiesta dinanzi agli umani?
Uno di essi non ha recentemente composto
un trattato su L’etica nelle rane2? E
quell’altro, in Germania, non ha forse
scritto sulla Porosità della pelle dei
pidocchi3? Simili opere ci impediranno
forse di trattare della natura divina, dei
Papi ? E il mondo, dopo aver ascoltato le
sottigliezze concernenti l’universo delle
rane e dei pidocchi — animali votati al
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 19

diavolo ! — potrebbe forse non essere an­


sioso d’esser informato sulla natura
ultra-terrena dei Papi, uno dei più grandi
misteri, una delle più difficili «tinture»,
come direbbe la teosofia antica, accessibi­
le unicamente allo spirito mistico-
pneumatico di coloro che si sono prepara­
ti a questo compito arduo attraverso
l ascesi e lo studio dei supremi decreti
divini ?
Ma lungi da noi ogni spirito polemico !
La pietà di quelli che si raccolgono at­
torno all’Agnello di Dio e le labbra sante
di Colui che, unico sulla terra, ha il potere
di dire ciò che è e ciò che non è, e i cui vo­
leri sono ascoltati persino in Cielo, deci­
derà se quest’opera per la quale noi ab­
biamo implorato l’illuminazione divina
nella solitudine della nostra piccola cella,
tra digiuni e preghiere, è ispirata dal Cie­
lo oppure è meramente umana, riflesso
della vanità e dell’intervento del Maligno.
MARTINUS
Montserrat (Spagna)
giorno delle festa di San Bernardo
21 marzo 1891

1 Bernardi, De gradibus humilitatis, c 8 22


399.

2 Malgrado le nostre più accurate ricerche negli


indici delle opere di scienze naturali di questi
ultimi anni, non siamo riusciti a scoprire alcun
trattato con questo titolo.

3 Si tratta del famoso trattato del prof. Meschede,


di Bonn. Tale porosità è però contestata.
iì, '*
I
STORIA DELLA NATURA DEI PAPI
22 OSKAR PANIZZA

Uno dei più gloriosi argomenti che la


Storia conosca, ancor piu glorioso che la
genealogia dei principi e dei re, delle idee e
delle leggi e che, in verità, dimostra neces­
sariamente di per sé il proprio carattere so­
vrannaturale, è la storia della natura dei
Papi.
E in virtù di poche parole semplici ma
gravide di significato, profferite dal Figlio
di Maria, « Tu es Petrus et super hanc pe-
tram aedificabo ecclesiam meamt, «Tibi
dabo claves regli coelorum», che i Papi, ri­
conosciuti a Roma, quasi contro la loro vo­
lontà, come successori di San Pietro, Prin­
cipe degli Apostoli, si sono subito trovati al
centro di tutti gli avvenimenti politici e re­
ligiosi d’Occidente. Tutti affluiscono verso
il trono di San Pietro per venirvi a cercare
luce e decisione. I vescovi, il cui titolo
sembrerebbe far credere che essi abbiano il
medesimo potere che il vescovo di Roma,
sono i primi a considerarsi come suoi su­
bordinati. Dalla Siria, da Costantinopoli, da
Alessandria, dalla Spagna, dalla lontana Ir­
landa, essi accorrono a sottomettersi al ve­
scovo di Roma. Nei concilii, i suoi legati
hanno altrettanto peso di quanto ne avreb­
be la sua stessa presenza e ancor più, per­
ché anche lo Spirito Santo pare accompa­
gni gli inviati del Papa. Ognuno si piega,
sotto la spinta di una segreta forza, dinanzi
a questa inspiegabile potenza. Non poteva
mancare di emergere l’invidia verso un'in­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 23

fluenza tanto sovrannaturale ; ma ecco che


il minimo rifiuto del Papa, il suo piu picco­
lo no, a maggior ragione la sua disapprova­
zione espressa oppure la sua muta riprova­
zione, fanno tacere gelosia, ribellione,
eresia e le fanno rientrare sotto terra. I so­
billatori di queste trame dirette contro di
Lui, gli Ario1, i Pelagio2, si vedono perduti
non soltanto in terra, ma anche in cielo,
condannati, schiantati, consegnati alla dan­
nazione eterna.
Le tremende folgori della scomunica, di
cui il mondo intero non doveva prendere
chiara coscienza che piu tardi, esistevano
fin da quell’epoca. Ma nessuno supponeva
la loro efficacia, neppure il Papa. Fu soltan­
to a poco a poco che si riconobbe che
quanto Egli non benediva, era ipso facto
condannato.
Le cose stavano cosi e visto il potere che
emanava misteriosamente dalla Sua Perso­
na, c’è da stupirsi se, oltre ai puri ecclesia­
stici, anche le potenze temporali, re e im­
peratori, si sottomettevano al Papa nelle
condizioni piu umilianti ? Essi si recavano a
Roma per ricevervi sugli scalini del trono
di San Pietro la loro corona, il loro impero,
la loro sovranità. Gli imperatori tedeschi
s’inginocchiavano al Suo passaggio, Gli te­
nevano la staffa quando Egli scendeva da
cavallo e si stendevano quant’erano lunghi
nella polvere per ricevere la Sua benedi­
zione.
Naturalmente, la potenza del Papa non
fece che aumentare. Ben presto tutti, persi­
no il sultano di Costantinopoli, riconobbe­
ro che non era piu una semplice potenza
umana, ma una potenza divina che si mani-
24 OSKAR PANIZZA

festava in lui e che lo Spirito Santo parlava


con la bocca del Principe degli Apostoli.
Tutto ciò che il rispetto e l’umiltà poteva­
no inventare si accumulò sulla testa di que­
sto sovrano. Venne rivestito di stoffe pre­
ziose, venne infarcito d’oro, gli vennero
dati nomi giammai sentiti : « Vicarius Dei
in terris », «Pontifex maximus», «Modera­
tor universalis Ecclesiae», «Papa», «Petri
successor et Christi verus et legitimus vica­
rius»-, venne chiamato «Sanctitas Vestra»,
«Sanctissime Pater», «Beatitudo Vestra»,
«Magnitudo Vestra», «Excellentia Ve­
stra», «Majestas Vestra» e moltissimi altri
titoli ancora che non riusciamo a ricordarli
tutti.3 Venne paragonato al sole e i principi
che ricevevano da Lui la luce, alla luna. Fin
qui, niente di straordinario. Ma il Papa stes­
so o meglio lo Spirito Santo che si esprime
con la sua bocca, diceva : «Rex ego sum re-
gum, Lex est mea maxima legum»4 [Io so­
no il Re dei re ; la mia Legge è la piu grande
delle leggi] e il giurista Baldus chiamava il
Santo Padre «causa causarum et primae
causae nulla causa» [Causa delle cause e
nessuna causa della causa prima] ; egli dice­
va ancora «Papa est supra Jus, contra Jus
et extra Jus — Deus in terris»'5 [Il Papa è al
di sopra del Diritto, contro il Diritto e al di
fuori del Diritto — Dio in terra].
La cosa sorprendente in questa accumu­
lazione di poteri, è che il Papa non sapeva
neppure lui come questi si moltiplicavano,
egli non faceva nulla, ma quelli proliferava­
no spontaneamente, senza che egli vi ba­
dasse. E infatti era lo Spirito Santo che
creava, fabbricava per conto suo ; ancor di
piu, una volta acquisita, questa potenza
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 25

(santità e considerazione universale) passa­


va in blocco, intatta e inalterabile, al suo
successore. Mentre i principi e i sovrani
temporali erano costretti a vegliare senza
posa sui loro territori e sui loro diritti, ora
ampliati ora ridotti dai loro successori, i Pa­
pi invece non potevano perdere nulla della
potenza cosi ereditata né dell’ispirazione
divina che era per loro maturata, duplice
trasferimento che costituisce il piu grande
mistero che il mondo conosca. Continua­
vano a credere, ad operare, come se fosse­
ro usciti dal corpo del loro predecessore.
Questa bizzarra tradizione s’è chiaramente
rivelata come un’operazione dello Spirito
Santo ogni volta che si è trattato di sceglie­
re un nuovo Papa. In effetti, quando il Pa­
pa era morto (sui suoi rapporti di parentela
con la Santa Trinità, cf. oltre)6 e il collegio
dei cardinali si era riunito nella sala delle
deliberazioni, giungeva un momento in cui
tutti, salvo Uno, si gettavano in ginocchio
e, a mani giunte, la schiena curva, gli occhi
strabuzzati, contemplavano l’Unico rima­
sto in piedi, battevano le palpebre, lo guar­
davano, si prosternavano di nuovo, quindi
cercavano finalmente di leggere sul suo
volto se non s’erano ingannati. Quest’uo­
mo Unico era il nuovo Papa ! Questa veni­
va chiamata 1’«Adorazione». Ma, gran Dio,
l’Adorazione, che cosa mai significa?
L’Adorazione non è che una parola, un sof­
fio, un nulla. No, lo Spirito Santo li aveva
ispirati tutti ed è attraverso di loro, fors’an-
che contro la loro volontà, che aveva scel­
to da sé il suo strumento. Scomparse estasi
e convulsioni, tutti si rialzavano di sopras­
salto, trascinavano Colui che era rimasto in
26 OSKAR PANIZZA

piedi, in un drappo bianco per le vie di Ro­


ma, gridando: «Habemus Papam\». Dei
cavalieri già in arcione galoppavano allora
in ogni direzione, annunciando la novella :
«Abbiamo un Dio sulla terra!»
Di argomento in argomento i Papi diven­
nero onnipotenti non solo in campo spiri­
tuale e morale, ma anche in campo tempo­
rale. Divennero, è questa la parola ? Fatto
sta che un bel giorno essi si trovarono on­
nipotenti. Afflavit deus. Lo Spirito Santo li
portò all’onnipotenza. Una dichiarazione
imprudente riguardo a Napoli, Ancona, la
Sicilia e altri possedimenti italiani, che i Pa­
pi avevano rilasciato a qualcuno, rivelò
d’improvviso con stupore universale che
quelle terre erano irrinunciabilmente attri­
buite ad alcuni eletti, che erano veramente
passate tra le loro mani, quale che fosse sta­
to il precedente possessore e che esse non
potevano esser loro riprese che con una
sentenza inappellabile del Papa.
Il terrore allora s’impadroni dei sovrani
temporali. A titolo di prova, il Papa un
giorno fece dono della Francia alla Germa­
nia,7 quindi della Germania alla Francia,8
poi dell’Inghilterra alla Spagna.9 Veri e pro­
pri regali ! Queste burle10 furono revocate;
avrebbero infatti potuto provocare spa­
ventosi disordini. In ogni caso si era misu­
rata la potenza di quel Dio che occupava il
trono di San Pietro. Persino al sultano di
Costantinopoli che, morto di paura, inviò
delle delegazioni onuste di umiltà e di ric­
chi doni.
Ma le cose andarono piu oltre. Navigato­
ri in partenza11 si videro spesso concedere
delle terre ignote, situate a latitudini in cui
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 27

non si conosceva alcun paese; fu solo in


seguito che esse dovevano essere davvero
scoperte. Al riguardo non sono ancora ter­
minate le ricerche, ma non v’è alcun dub­
bio che quei paesi erano stati nel frattempo
creati dallo Spirito Santo o dal Papa che
agiva a suo nome. Il dotto Bellarmino ne
ha dissertato.12 Ma v’è di meglio che que­
ste bagattelle : il 12 febbraio 1633, Papa Ur­
bano VII ordinò alla terra di fermarsi, idea
che gli era stata ispirata dalle folli afferma­
zioni e dalla testardaggine d’un maestro di
scuola di nome Galileo. Quella non era che
una dimostrazione e naturalmente la terra
si fermò, per tre anni, nel corso dei quali il
suddetto maestro di scuola marcì in prigio­
ne. Così dunque sono spesso i piccoli, gli
infimi quelli cui fa ricorso Iddio per dare ai
Papi consapevolezza del potere ch’essi de­
tengono, come è detto nel salmo Vili, III :
« Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affer­
mi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli». An­
cora fortunati che durante questo tempo il
sole abbia potuto continuare a girare, sic­
ché non si son prodotti sconvolgimenti
troppo grandi nell’universo; l’alternanza
dei giorni e delle notti, delle stagioni, delle
semine e dei raccolti continuò per la vec­
chia strada e questo solo per il volere del
Papa.
Siamo adesso alla fine ? alla fine del mon­
do ? No per Dio, no ! Perché il sole al me­
riggio getta ancora i suoi raggi fin nella mia
celletta su questi umili fogli. Allora, alla fi­
ne della potenza dei Papi ? Se si vuole, ver­
so il XVI secolo. Ma chiunque m’abbia se­
guito fin qui con attenzione, non può con-
28 OSKAR PANIZZA

cepire che in questi ultimi trecento anni


non sia accaduto nulla; perché il Papa, in
virtù dello Spirito Santo che l’abita, doveva
operare e creare senza posa. E nessuno
s’aspetta che Pio IV, dopo Innocente Vili,
si riposi tranquillamente sul suo trono. In
effetti vi sono dei cambiamenti nelle mani­
festazioni della sua potenza e nell’accumu­
lazione delle sue prerogative. Come abbia­
mo visto più sopra, dopo che il Papa ha co­
mandato a bacchetta13 tutta la terra e deci­
so sui paesi da creare o da fare sparire, per
acquisire altri territori, ha dovuto arri­
schiarsi fuori del nostro mondo, nel vasto
universo. Giacché gli uomini erano già sot­
to il suo dominio, dall’imperatore al più
basso valletto, dal sultano fino ai cinesi, ha
dovuto sforzarsi di sottomettere altri esseri
in altri luoghi. Fu cosi che il Papa creò un
nuovo regno al di fuori della terra.
Un nuovo regno, voi direte? Come è
possibile ? Ecco quello che solamente un
imbecille, un ignorante, un uomo che non
abbia mai aperto il suo catechismo può
chiedersi. Come se io, povero monaco so­
litario, fossi l’unico ad aver appreso quel
che accade nel regno di Dio e del Papa,
mentre quelli che vivono nel secolo riman­
gono a bocca aperta, come dinanzi a un
miracolo ? O forse che tutti gli uomini sono
già caduti nell’ignoranza e nella malvagità
al punto da disconoscere quello che più
importa alla salvezza dell’anima? Ebbene,
io ve lo dirò, e « colui che ha orecchie, in­
tenda ! » (Matteo, 11, 15): il Papa, d’accor­
do con lo Spirito Santo (e sicuramente an­
che con la Santa Trinità), tirava fuori dalla
bocca di ogni moribondo una specie di
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 29

manichino traslucido, dallo sguardo inebe­


tito e che conteneva per cosi dire in rias­
sunto tutte le buone e le cattive azioni
dell’individuo in questione. A questo ma­
nichino — lina sorta di nano — si appicci­
cavano alla schiena due ali inamidate, poi
lo si lasciava correre o piuttosto volare.
Questo si dirigeva allora difilato verso il
nuovo regno fuori della terra. Vi veniva
immediatamente accolto e posto su una
grande bilancia di rame, elegante e sfavil­
lante, provvista di due piatti uguali. Le
buone azioni del manichino pesavano pa­
recchio, quelle cattive poco. Sull’altro piat­
to della bilancia si trovava un manichino
della stessa taglia nel quale le buone e le
cattive azioni si equiparavano. Se il nuovo
arrivato era piu leggero, foss’anche di
un’oncia, voleva dire che le cattive azioni
prevalevano in lui. Allora lo si afferrava per
i piedi e lo si scaraventava nel nuovo regno
creato dal Papa e di cui parleremo presto in
dettaglio. Sul giogo della bilancia stava ap­
pollaiato un tipo barbuto e burbero, con in
mano un mazzo di chiavi e la testa circon­
data da un disco giallo. Senza abbandonare
la sua flemma, annotava il risultato della
pesata, quindi faceva il necessario per il re­
sto. Alla sua destra, vicino al piatto del
nuovo arrivato, stava una giovane donna,
semi-svestita, il petto ostentatamente tra­
fitto da sette spade, in un atteggiamento
pietoso, singhiozzante, gemente durante
tutta la procedura; dall’altro lato si trovava
un tipo pallido, allampanato, malaticcio;
non diceva nulla e tendeva un vaso pieno
di sangue appena coagulato. Ma lo spaven­
tapasseri barbuto che stava in mezzo non
30 OSKAR PANIZZA

ci badava; s’era rimboccato le maniche co­


me un macellaio e proseguiva nel suo com­
pito. Quanto ai manichini sufficientemente
pesanti, venivano cortesemente fatti scen­
dere dalla bilancia e invitati a proseguire
per il Cielo (coelum) di cui parleremo pre­
sto.14 Quanto ai tizi troppo leggeri che ve­
nivano spediti nel nuovo regno, essi erano
artigliati al volo da piccoli esseri neri e lesti,
muniti di un forcone, quindi immediata­
mente ficcati in un pentolone pieno fino a
due terzi di strutto. Pentolone e manichino
venivano quindi messi su un possente, gi­
gantesco fornello di ferro, dove parecchi
milioni di pentoloni aspettavano altri arrivi
e sotto i quali divampava un fuoco bello al­
legro. Lo strutto entrava in ebollizione,
scioglieva le cattive azioni, quelle poco pe­
santi, e le sublimava, dopo di che queste
s’involavano su per il camino. Questo pro­
cesso di fusione viene ritenuto relativa­
mente poco doloroso. Appena il manichi­
no si trovava cosi rettificato, lo si tirava
fuori dal pentolone, lo si pesava di nuovo e
finalmente lo si inviava al Cielo (coelum).
Questi manichini tratti dalla bocca dei
morenti si chiamano anime (animae) e il
nuovo regno creato dal Papa, Purgatorio
(purgatorium). Dopo che per parecchi se­
coli vari Papi, a quanto pare, ebbero riflet­
tuto sulla questione, l’edificazione del Pur­
gatorio venne messa in cantiere, quindi at­
tivamente sollecitata e finalmente il 4 di­
cembre 1563 alla 25esima seduta del Con­
cilio di Trento, il Papa Pio IV annunciò al
mondo stupefatto che era terminata; im­
mediatamente, il Purgatorio venne messo
in funzione. Che questo regno penitenzia­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 31

rio creato al di fuori della Terra — ahimè !


— non fosse pura immaginazione, come
qualche spirito frivolo lasciava intendere e
persino osava teorizzare, è ciò di cui l’uma­
nità tremante ebbe la rivelazione con pro­
pria grande sorpresa e terrore. In effetti,
parecchi uomini — horribile dictu ! — tor­
narono indietro da questo regno ancora
prima del 4 dicembre 1563, in un’epoca in
cui il Purgatorio non aveva ancora ricevuto
la sua forma definitiva e riferirono quel che
avevano visto. Cosi San Salvio, vescovo
d’Albi, l’abate Walafried di Reichenau e il
monaco Vettin già nell’840 ; poi il gentiluo­
mo Owain nel 1153, un certo Tundalus nel
XII secolo e nella stessa epoca un monaco
irlandese, frate Marcus, del convento di
monache di San Paolo a Ratisbona, e infine
il prete bavarese Alberus.15
È ben comprensibile quale terrore, quale
spavento si impadroni del mondo quando
si apprese della potenza senza limiti che il
Papa esercitava su tutti gli uomini, non sol­
tanto durante la loro vita, ma anche dopo
la loro morte. Del resto, il Santo Padre si
sforzò benevolmente di stabilire il legame
tra i vivi e le anime del Purgatorio. Preghie­
re particolarmente fervide, in forma con­
centrata e in un numero sufficiente poteva­
no attivare l’ebollizione dello strutto nei
lontani pentoloni e la sublimazione delle
cattive azioni dei loro occupanti, accele­
rando cosi l’ingresso di questi ultimi in Cie­
lo {coelum). Quanto al Cielo, la sua esisten­
za è di molto anteriore ai Papi; esso è
essenzialmente una creazione di Dio, ma
un gran numero di disposizioni, come ad
esempio l’ordine delle precedenze, l’orga-
32 OSKAR PANIZZA

nizzazione dei cori angelici, verosimilmen­


te anche la musica e in ogni caso la sorve­
glianza al portone d‘ingresso, sono dovute
al volere papale.
Prima di parlare delle altre prerogative
dei Papi dobbiamo dire una parola su un
problema di filosofia spiritualista. Fino al­
lora, fino alla creazione dei regni extra-
terrestri, il Papa aveva sempre «agito», in
vita sua, in maniera forse strana ma, insom­
nia, aveva agito; egli impartiva delle mis­
sioni ai vescovi, ai concilii, agli imperatori,
ai navigatori, parlava, faceva gesti, dava
l’ordinazione, lo si ascoltava, lo si vedeva.
Ora, a partire da quest’epoca, verso il XVI
secolo, il Papa s’accontentò di pensare. I
suoi ordini venivano comunque eseguiti ; o
meglio, egli non dava ordini veri e propri,
pensava solamente alla loro esecuzione,
nel silenzio del suo cuore — e i suoi pen­
sieri trovavano la loro realizzazione al di
fuori di lui. Infatti, come spiegare la crea­
zione di regni tanto estesi come il Purgato­
rio, dove il Papa non si recava affatto, ma
dove nondimeno esercitava la propria on­
nipotenza ? Giacché Egli può tirar fuori dal
Purgatorio qualunque anima e inviarla in
Cielo, « salvarla » ; può persino spegnere le
fiamme del Purgatorio.16 Non è forse un
metodo di creazione straordinario per la
sua novità, pensare dapprima e poi vedere
i propri pensieri materializzarsi fuori di sé ?
Qualche sapiente dottore chiamò questa
operazione «proiezione». Ma, possenti
Dei, che cos’è mai la proiezione ? Che ne
so io della proiezione, povero monaco
qual sono, cane nel regno di Dio ? Il Papa ci
supera tutti di gran lunga ! Un tempo sem­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 33

plice diacono di Roma e adesso capo di tut­


ti i vescovi, patriarchi, re e imperatori ! E lo
Spirito Santo, di cui Lui è il figlio predilet­
to, lo aiuta in ogni cosa, lo spinge a creare
senza posa; Lui stesso non saprebbe aste­
nersene, neppure se lo volesse, perché bi­
sogna che la Sua potenza non cessi di cre­
scere. D’altra parte, non ha mai smesso di
creare dal XVI secolo e noi vedremo tutto
ciò che Lui ha fatto di magnifico, di inaudi­
to nel corso di questo secolo. Nessuno può
sapere quali sono le Sue intenzioni per l’av­
venire, ma una cosa è certa : Lui sarà sem­
pre uguale a Se stesso.
Qualunque cosa sia, questa «proiezione»,
questo pensiero che fa nascere le cose al di
fuori di Sé, è una prerogativa meravigliosa
e sublime, degna di un Dio e supera in mo­
do stupefacente l’orizzonte di un povero
monaco di convento; tutti gli uomini,
chiunque essi siano, devono solo inchinar­
si profondamente dinanzi a essa.
Dobbiamo adesso dire una parola sulla
piu recente estensione della potenza papa­
le. Dopo aver acquisito un potere assoluto
sul presente e sull’avvenire, sulla terra e al
di fuori della terra, i Papi hanno voluto ac­
quisire un potere anche sul passato, far si
che certi avvenimenti non si siano affatto
prodotti, o si siano prodotti in maniera di­
versa. Ecco una cosa che sembra favolosa,
lo confesso, favolosa per noi che siamo es­
seri dalle idee limitate, ma non per Lui.
Tutto ciò che Egli ha cosi modificato a co­
se fatte, secondo il suo gusto — compren­
da chi può ! — noi non possiamo riferirlo
qui, perché esigerebbe volumi e volumi.
Non v’è che da leggere i dottori della Chie­
34 OSKAR PANIZZA

sa. È cosi, per non citare che qualche fatto,


che Lui fece, dei giorni della Creazione, an­
ni o secoli; Lui li ha stirati come caucciù,
senza mai precisare la loro durata. Certi
brani degli antichi libri ebraici sono stati
triturati,17 esaminati sotto lenti deformanti,
finché Lui vi ha trovato le parole o il senso
desiderati; e a partire da quel momento,
queste avevano davvero quel significato.
Una delle piu brillanti operazioni che Lui
realizzò nel passato fu di inviare i pagani e
gli ebrei, vissuti prima dell’inizio dell’era
cristiana, in un regno che non aveva creato
Lui stesso, il Limbo {limbus). Il Limbo, uni­
co luogo dell’universo in cui Lui non aveva
davvero niente da dire, è giurisdizione ter­
ritoriale del Diavolo ; è dunque in un luogo
al di fuori dell’orbita del suo potere che Lui
spedi questa massa umana. Cosa incom­
prensibile, essa vi fu accolta ! Circa
trent’anni dopo, il Santo Padre recuperò
un certo numero di questa gente per in­
viarla in Cielo ; tra di loro si trovavano, se­
condo affermazioni degne di fede, Platone,
Aristotele, Socrate, la regina di Saba, Davi­
de, Salomone, Adamo ed Èva. Ecco dun­
que due «viaggi» da Lui «progettati» nel
passato — inaudito ! — è quasi incredibile,
ma è cosi.
Ma è soprattutto delle circostanze della
nascita della Beata Vergine Maria, Madre di
Dio, che il Papa s’è preoccupato. Per i mo­
tivi la cui esposizione ci spingerebbe trop­
po lontano, il Papa trovò scandaloso —
parliamo sempre del Papa in sé e non di
questo o quel Papa, giacché ognuno d’essi
non è che un anello di una stessa catena,
l’uno successivo all’altro, come i segmenti
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 35

della tenia18 di cui ciascuno può essere


considerato a sé, nella sua esistenza, ma
che costituiscono tutti assieme «la» tenia;
cosi, tutti i singoli Papi costituiscono que­
sto grande essere, — «II» Papa — il Papa,
dicevo, ritenne dunque inaccettabile che la
Vergine Maria fosse derivata dal commer­
cio dei sessi, benché i suoi genitori fossero
noti. Lui allora fece... (ma come posso di­
re ?) Lui rese dunque nullo e non avvenuto
tutto ciò che nella nascita di Maria poteva
avere un carattere sessuale, Lui la «deses-
sualizzò». Questo ha un senso ? Non so, ma
è all’incirca cosi che ci si può esprimere : il
Papa desessualizzò la nascita di Maria.
Ci meraviglieremo di essere costretti a
inventare nuove espressioni per designare
le azioni del Papa, quando finora tutte
quelle che abbiamo ricordato erano assolu­
tamente inverosimili ? Questa nuova
« proiezione » nel passato, sotto il nome di
*Concepitio immaculata Mariae », fece
sensazione e sollevò le proteste in tutto il
mondo. Poveretti ! Ignoravano che la po­
tenza del Papa doveva crescere senza limi­
ti, che Lui non poteva attenersi a un vec­
chio ordine di cose e che ogni giorno
doveva fatalmente portare un’altra «novi­
tà». Qualcuno cercò di non crederci. Ma
era troppo tardi. La desessualizzazione del­
la nascita di Maria era già rifinita, era stata
compiuta prima che ci si potesse accorge­
re. Perfettamente! Perché nel momento
stesso in cui il Papa pensava, la cosa riceve­
va la sua compiutezza. Ma, quindi, anche
nel passato, direte voi ? Anche nel passato !
Ben presto gli ultimi scettici si convertiro­
no e il mondo intero accorse e si sottomise
36 OSKAR PANIZZA

con lodevole zelo. Si sapeva ormai con Chi


si aveva a che fare.
Lasceremo da parte certe altre creazioni
dei Papi, come il «lacus animarum», quel
lago di anime, la cui esistenza risale all’in-
circa al Vili secolo. Questo lago è posto al
di fuori del Cielo in un sito isolato; ogni
anno il Papa vi pesca il numero di anime
che deve insufflare nei figli degli uomini
prima ancora della loro nascita; poi gliele
lascia durante la loro vita, ma dopo la mor­
te gliele ritira dalla bocca con modalità ade­
guate. Non parleremo di certi altri dettagli,
come ad esempio le evoluzioni degli spiriti
infernali che avvengono certe notti, in va­
rie località della terra (ad esempio sul
Blocksberg, in Germania — notte di Vai-
purga). Nessuno d’altra parte concorda sul­
la questione di sapere se quelli sono eventi
da imputare al Diavolo oppure se avvengo­
no su ordine del Papa, per terrorizzare i
mortali — sebbene sia difficilmente credi­
bile che il Diavolo, unico essere dell’uni­
verso a sfuggire all’obbedienza papale, ab­
bia potuto accettare una tale servitù.
Passeremo sotto silenzio parecchie altre
cose. Ma chiunque abbia seguito fin qui
con attenzione la nostra esposizione, non
si stupirà per nulla di venire a sapere che il
Papa si è trovato un bel giorno in una cu­
riosa situazione : egli stesso dichiarò in so­
stanza: «Io non so che cosa significhi, ma
qualsiasi cosa io faccia, pensi, dica, senta o
veda, che io esiti o che tremi, che io preghi
o scomunichi, ad alta voce o in silenzio,
tutto è già fatto, compiuto, tutto ha preso
forma, tutto è divenuto “Credo” impecca­
bile e perfetto — io sono una vera macchi­
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 37

na per creare ! » « Santo Padre — risposero i


cardinali — è la situazione nella quale Tu
Ti trovi da duemila anni, ma è soltanto ora
che Tu ne hai consapevolezza. » « Bene —
fece il Papa — ve lo concedo, ma ho biso­
gno di una parola per definire questa
straordinaria situazione, per mio uso per­
sonale e per quello dei credenti. » Ci si mise
a riflettere profondamente. Alla fine qual­
cuno propose l’aggettivo «onnipotente».
« Onnipotente — disse il Papa — certo io lo
sono, e lo so, ma non è nuovo; anche il
Buon Dio lo è. » Allora gli venne chiesto se
la formula «mondo da ogni peccato, che
cancella i peccati altrui» gli fosse gradita.
« Lo so, — disse il Papa — io sono proprio
cosi e sono capace di agire di conseguenza,
ma non è una novità e Gesù Cristo ne è la
prova. » Allora si avanzò un nuovo termi­
ne : «Onnipresente con lo spirito». «Tutto
ciò va bene, — fece il Papa — ma non è la
parola giusta, io so di essere presente dap­
pertutto in spirito, ma neanche questa è
una novità, guardate lo Spirito Santo ! Io
voglio una parola — continuò — che inglo­
bi tutto questo e molto di piu ancora. » «Al­
lora — fece un cardinale — non resta che
enumerare tutte le azioni che Tu compi in
questa qualità. » « Si, ma, per San Bernardo
— fece il Papa — come fare ?» «mm...bah !
Diciamo che il Santo Padre, quando beve e
mangia, beve e mangia infallibilmente,
quando impreca e prega, impreca e prega
infallibilmente, quando salta e balla, salta e
balla infallibilmente, quando ride, quando
legge, quando canonizza, quando scomu­
nica... » «Buon Dio, basta ! — gridò il Papa
— Qui ci vorrà un dogma lungo come un
38 OSKAR PANIZZA

dizionario. No! Ma il termine infallibile,


che hai messo dappertutto, mi piace. Non
si potrebbe rinunciare ai verbi e dire sem­
plicemente che io faccio ogni cosa infalli­
bilmente, che io sono infallibile, “scilicet”,
in tutte le azioni possibili e immaginabili ? »
« Certamente, Santo Padre ! » — esclamaro­
no i cardinali in coro. La parola provocò
un effetto magico nell’uditorio. Dal volto
illuminato del Santo Padre, si capi subito
che s’era trovata la parola che esprimeva il
suo pensiero. Il Papa aveva pensato e l’atto
creatore era già compiuto. Da allora un
nuovo campo di attività era destinato al
potere papale.
Quando ne fu fatto l’annuncio al mon­
do, provocò profondi sommovimenti; ci
furono certo strizzatine d’occhio, scuoti­
menti di testa, fronti pallide e preoccupate
ma, anche allora, era troppo tardi. La crea­
tura era appena nata che si ebbero discus­
sioni per sapere se non si poteva farla na­
scere retrospettivamente. In ogni caso era
li. Dopo una breve pausa di riflessione, il
mondo intero — re e popoli, neri, bianchi
e gialli — accorse e adorò il neonato.
Cosi dunque, abbiamo percorso l’evolu­
zione della natura dei Papi fino all’epoca
nostra. E adesso che cosa avverrà ? In veri­
tà, siamo a un punto cruciale della storia.
L’abbiamo visto : dopo modesti inizi, il po­
tere papale si è trasmesso di Papa in Papa
con un’ampiezza sempre maggiore, come
un grande pallone sempre più gonfio, che
il Papa depositava sulle spalle del suo suc­
cessore, come un vero globo terrestre.
Questo pallone un giorno scoppierà?19
Non lo sappiamo. In ogni caso il Papa non
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 39

può smettere di creare. Quando giungerà


la fine del mondo ? Quando il regno mille­
nario finalmente comparirà ? Nessuno può
saperlo. Ma in ogni caso noi ne siamo mol­
to piu vicini rispetto a quelli che ne atten­
devano la venuta per l’anno Mille. La cosa
quindi diventa seria. Finché il mondo esi­
ste, noi non possiamo fare a meno del Pa­
pa, giacché egli guida e governa tutto
quanto.20 E finché il Papa è Papa, dovrà,
con l’ispirazione dello Spirito Santo, crea­
re, produrre, aumentare l’ascendente del
suo potere. Bisogna quindi aspettarsi la na­
scita di un nuovo dogma. Ma quale ? È agli
uomini devoti che non vivono che per Lui
e per le Sue divine promesse, che egli chie­
de di suggerirGli nuove idee. E non si dica
che è un pericolo, perché Lui stesso, nella
Sua Santità, nella Sua Imparzialità, non
accetterà mai altro che i pensieri che corri­
spondono allo stato della sua anima. E ap­
pena Lui li avrà pensati, essi saranno diven­
tati atti.
È cosi che, spinti da un desiderio irresi­
stibile — possa esso emanare dallo Spirito
Santo ! — noi abbiamo cominciato a riflet­
tere nel silenzio della nostra piccola cella
sulla nascita del Papa, sulla sua nascita ter­
restre. E le conclusioni cui siamo giunti ci
hanno convinto di una cosa: il Papa non
può discutere da solo della sua propria na­
scita e indottrinare i fedeli al riguardo. Il
Papa infatti, sempre calato nella sua missio­
ne di rappresentante del Cristo, sempre
ispirato dallo Spirito Santo, non può certo
avere il tempo di riflettere sull’aspetto ter­
reno della sua nascita che, al confronto
con l’aspetto divino, è fin troppo insignifi-
40 OSKAR PANIZZA

cante. Inoltre, la modestia, il rispetto del


« decorum» (in senso latino) ve l’impedi­
scono. E tuttavia bisogna che ciò sia fatto.
Ora il Papa, secondo la comune credenza,
è frutto di un rapporto carnale. Il punto
non è stato ancora affrontato dai dottori
della Chiesa. Cosi come la Chiesa per seco­
li ha creduto che la Vergine Maria fosse na­
ta nel peccato, tutti oggi lo pensano per il
Papa. E tutto ciò può durare? Forse che
questa credenza si accorda con la Sua po­
tenza, la Sua Santità, la Sua Divinità, la Sua
Infallibilità ? Quel che il Papa ha fatto per la
Santa Vergine, la desessualizzazione, noi
vogliamo farlo per il Papa, o quanto meno
tentare di farlo. Ecco perché adesso parle­
remo della Immacolata Concezione dei
Papi.

1 Noto eresiarca, morto nel 336. Condannato al


Concilio di Nicea.

2 Altro eresiarca del V secolo, combattuto da


Sant'Agostino.

3 In verità, mancano i più importanti.

4 Corpus juris canonici Gregorii XIII auctorita-


te editum. Halae Magdeburg, 1747.

5 Petrus Baldus, Commentaria, Venezia, 1611-


1615.

6 Per Dio ! e questo che cosa può voler dire ?

7 Benedetto Vili all’imperatore Alberto I nel


1302.

8 Giovanni XXII a Carlo IV di Francia nel 1323.


9 Sisto V a Filippo II di Spagna nel 1588.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 41

10 Parola indegna. Il Papa doveva sapere quel che


faceva.

11 Ad esempio Vasco de Gama, nel 1498.

12 Bellarmino, De novis spiritu sancto cooperante


inventis terris, Lugduni 1598.

13 Un’altra espressione insolente, del tutto inde­


gna di un fedele figlio della Chiesa. Ne trovere­
mo altre in diversi punti di questo libro. Non si
parla cosi del Papa !

14 Tutto questo brano è una descrizione indegna e


sfrontata. Ma purtroppo non abbiamo il diritto
di cambiarvi neanche una parola. Vi si deve ve­
dere un esempio del famoso « realismo spagno­
lo»?

15 È esatto che un certo numero dei sunnominati


ha descritto in modo molto fedele e toccante il
Purgatorio. Altri si sono accontentati di mettere
per iscritto i resoconti di loro fratelli. Ma per un
gran numero di questi ultimi, bisogna sempre
pensare che possono essersi sbagliati, a meno
che non fossero stati accecati dal Maligno.

16 Dottrina che i frati mendicanti avevano lancia­


to, senza che fosse né approvata né condannata
dalla Santa Sede.

17 Espressione del tutto indecente nei confronti


del Santo Padre, e tutt’al più scusabile con
l’ignoranza degli usi del mondo da parte di que­
sto povero frate solitario.

18 Paragone per lo meno azzardato.

19 Espressione completamente fuori posto trattan­


dosi del Santo Padre.

20 Già De Maistre, nella sua opera Del Papa affer­


ma che il mondo cristiano, la Chiesa cristiana,
insomma l’intera vita terrena, è impensabile
senza il Papa.
ri ton'll
II
EMBRIOLOGIA DELL’IMMACOLATA
CONCEZIONE DEI PAPI
44 OSKAR PANIZZA

Prima di parlare dell’Immacolata Conce­


zione dei Papi vera e propria bisogna, per
avere le idee ben chiare, passare in rivista
la letteratura e le dottrine riguardanti l’Im­
macolata Concezione della Beata Vergine
Maria, Madre di Dio1.
Com’è noto, le varie opinioni espresse
sulla santificazione di Maria, sulla sua «libe­
razione dal peccato originale» (liberatio a
peccato originali}, risalgono al XII secolo.
D’altra parte non erano che semplici opi­
nioni, tanto che colui che occupa il trono
di San Pietro non si era mai pronunciato.
Egli lo fece soltanto l’8 dicembre 1854.
Nessuno ignora certamente che, in seguito
al peccato di Adamo ed Èva, tutti noi, loro
discendenti nati dalla carne, abbiamo per­
duto l’immunità originale che la prima
coppia possedeva e ci è stato trasmesso il
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 45

peccato, «peccatum originale»2. Indubbia­


mente questo peccato viene lavato via col
battesimo, ma la tendenza al peccato non­
dimeno permane molto accentuata, a
quanto pare. Il peccato, secondo San
Tommaso3 non è altro che «la concupi­
scenza in assenza di ogni immunità origina­
le». Pare che si debba rinunciare alla spe­
ranza di poter mai estirpare dal mondo
questo peccato originale. A meno che que­
sta non sia la Sua Volontà.
La questione era dunque di sapere se
delle sante persone, come Maria, Madre del
Figlio di Dio — e, noi aggiungiamo, se an­
che il Papa, ispirato dallo Spirito Santo e
mille volte piu potente di Maria — potesse­
ro mai conservare la macchia del peccato
originale. Agli inizi, i dottori della Chiesa ri­
spondevano : « Ma certo che si ! » Perché
cosi stava scritto bella Bibbia, parola rivela­
ta da Dio — impossibile ignorarla. Miseri !
Non sapevano che soltanto il Papa può de­
cidere su quel che sta scritto sulla Bibbia,
che egli riceve direttamente le sue rivela­
zioni da Dio e che può persino modificare
antiche rivelazioni, che può trasformare le
virtù in vizio — e viceversa ! — insomma,
che ha tutti i diritti, tutti i poteri.4
Órbene, fin dal VII secolo, le chiese han-
ho cominciato a festeggiare la concezione
(non ancora immacolata) di Maria, in ma­
niera del tutto ingenua, soprattutto da noi,
in Spagna, finché un giorno la cosa venne
dibattuta a Lione, nel XII secolo, quando
Maria era già chiamata lTmmacolata. San
Bernardo di Chiaravalle scrisse ai religiosi
francesi che avevano torto a celebrare
quella festa, che Maria era stata concepita
46 OSKAR PANIZZA

nel peccato come gli altri esseri umani, Ge­


sù eccettuato ; egli riconosceva che Maria,
in quanto Madre di Gesù, meritava una gra­
zia particolare e che certamente si doveva
supporre che prima di nascere fosse stata
santificata nel grembo della madre sua, a
imitazione del profeta Geremia5 e di San
Giovanni Battista,6 come tutti sanno. Ma da
qui a celebrare una festa particolare in suo
onore, ci correva. La faccenda venne di­
scussa con vivacità; i più grandi dottori
della Chiesa, quelli d’Oriente cosi come
quelli d’Occidente, intervennero. Ma la fe­
sta della concezione continuava nondime­
no a essere celebrata e si diffondeva un po’
dappertutto, fino in Inghilterra e la celebri­
tà di Maria Immacolata non cessava di au­
mentare. San Bernardo prese ancora una
volta la parola e in sostanza dichiarò : se si
vuole liberare la Santa Vergine dal peccato
originale, ci si offrono tre possibilità per
quel che concerne l’epoca in cui la cosa è
avvenuta, ossia, o ella era già senza peccato
prima del suo concepimento, in un mo­
mento in cui ella non esisteva ancora — il
che è assurdo — oppure bisogna conside­
rare come sacro lo stesso atto carnale, il
che è altrettanto impossibile in quanto atto
carico di «concupiscentia» e proprio quel­
lo che ci trasmette il peccato, oppure, infi­
ne, accettare la santificazione dopo il con­
cepimento ma prima della nascita, ossia nel
grembo di sua madre.
È su quest’ultima soluzione che San Ber­
nardo si attesta. Solo che non si tratta di
una purificazione totale, ma di una sempli­
ce santificazione; se a ogni costo si vuole
mondare Maria dal peccato originale, biso-
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 47

gna supporre che sua madre Anna non


l’abbia concepita con suo marito Gioacchi­
no, ma con lo Spirito Santo e di conse­
guenza che il concepimento di Maria sia
analogo a quello di Gesù. Ora, non esiste
alcun motivo di crederlo.7
Queste discussioni furono inutili. Una
volta sollevato il problema, bisognava an­
dare fino in fondo. Non parliamo di San
Tommaso d’Aquino, il «doctor angelicus»,
come lo chiama la Chiesa, il quale era giun­
to alla lodevole opinione che, siccome la
Chiesa celebrava già in varie località la festa
della concezione di Maria, questa conce­
zione non poteva non essere santificata,
perché la Chiesa non celebra feste che per
perpetuare il ricordo di persone o di avve­
nimenti sacri. Fu allora che intervenne
l’energico Duns Scoto, un francescano
che, grazie alla sua abile dialettica, alla sua
capacità di discernere dei fatti laddove gli
altri non vedevano nulla — la Chiesa lo
chiamava «doctor subtilis» — fece, nel
1307, all’Università di Parigi, un gran balzo
in avanti. Perché, egli diceva, se la Santa
Vergine è stata santificata nel corpo di sua
madre, secondo la comune opinione, e se
di conseguenza ella è nata senza peccato,
perché non potrebbe essere stata concepi­
ta senza peccato? Tutto ciò non dipende
altro che dal Buon Dio.
È esattamente il nostro ragionamento
quando si tratta dellTmmacolata Concezio­
ne dei Papi : tutto dipende dal Buon Dio.
Nel momento in cui scriviamo, 260 Papi
sono già stati concepiti nel corso della no­
stra storia, Leone XIII compreso ; è possibi­
le che Dio li abbia fatti concepire senza
48 OSKAR PANIZZA

peccato. Noi non ne sappiamo ancora


niente, ma in qualsiasi maniera bisogna
mettere in chiaro la faccenda !
Chi ci impedirà di pensare, prosegue
Duns Scoto, che il «Padrone degli spiriti»
avesse creato l’anima di Maria senza pecca­
to, prima di creare il suo corpo, cosi come
aveva attibuito all’anima di Adamo l’immu­
nità originale?8 A quanto si può dunque
vedere, fin dall’inizio del XIV secolo,
l’eminente francescano aveva conoscenza
del «lacus animammo, da cui erano tirate
fuori le anime belle e pronte, lago che i Pa­
pi dovevano ingrandire piu tardi e prende­
re definitivamente in affìtto. Scoto dice : «il
Padrone degli spiriti», ma di chi si tratta?
Egli non pronuncia il nome di Dio. Chi era
allora il proprietario di quel lago ? Pascere­
mo a uno dei nostri fratelli la cura di chiari­
re questo mistero e affrettiamoci a prose­
guire.
Dopo Duns Scoto, il dibattito continuò.
Degli scolastici di fama, come Pietro Lom­
bardo, Alessandro di Haies, San Bonaven­
tura, il '■•■doctor seraphicus» della Chiesa,
Alberto Magno e altri ancora vi presero
parte. L’ordine dei francescani, cui i gesuiti
ebbero il buon gusto di unirsi piu tardi, si
ersero a difensori dell’Immacolata Conce­
zione della Vergine, mentre i domenicani
dal cuore duro e dalla fredda intelligenza
rimasero loro avversari. Se costoro — che
dobbiamo compatire — avessero saputo
quale posizione i Papi dovevano in seguito
accordare a Maria nel Cielo (oggi ella si è
accaparrata tutto il potere in quanto core-
dentrice)9 e giacché suo figlio Gesù è tutto­
ra indisposto, è insomma lei che decide
[.'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 49

dell’accesso al Cielo — e in questo abbia­


mo pietà per i miseri protestanti, tra cui si
trova un gran numero di brave persone —
se l’avessero saputo, dicevo, i domenicani
avrebbero riflettuto due volte prima di
pronunciarsi. Sarei sinceramente stupefat­
to se un solo domenicano fosse a tutt’oggi
uscito dal suo pentolone del Purgatorio e si
trovasse in Cielo, ad eccezione beninteso
di San Tommaso, che il Papa, in virtù del
suo potere discrezionale, ve l’ha spedito
già da lungo tempo. Già lo stesso saio bian­
co dell’ordine è, per la Vergine Maria, l’or­
rore degli orrori.10
Parigi, che è sempre intervenuta con
veemenza a favore di «Nostra Signora», de­
cise nel 1497 che la sua Università avrebbe
dato il titolo di dottore unicamente a colo­
ro che si impegnavano con giuramento
scritto a credere aUTmmacolata Concezio­
ne di Maria, a insegnare questa dottrina, a
divulgarla e a dichiarare eretica — falsarti,
impiam et erroneam — la credenza della
semplice santificazione. Nel 1439, il Conci­
lio di Basilea già s’era pronunciato in tal
senso e il Concilio di Trento, alla sua quin­
ta sessione del 1546, sotto il pontificato di
Paolo III, decise di completare cosi il suo
decreto sul peccato originale: «Ovunque
sia questione del peccato originale nel pre­
sente decreto, bisogna rilevare che la Bea­
ta, l’Immacolata Vergine Maria, -Madre di
Dio ne è esclusa. » Ma fu solamente nei se­
coli seguenti che si ottenne definitiva chia­
rezza su questo delicato problema. Bene­
detto XIV, nel suo libro De festisJesu Chri­
sti et Mariae afferma in sostanza che tutte
le ricerche compiute fino a ora sull’Imma­
50 OSKAR PANIZZA

colata Concezione di Maria sono state infi­


ciate dall’errore perché non si faceva con­
grua distinzione su quale momento del
concepimento si trattava; per ogpi essere
umano vi sono due tipi di concepimento,
uno attivo e l’altro passivo. Il concepimen­
to attivo è l’unione dell’uomo e della fem­
mina, ha come scopo principale la creazio­
ne del corpo umano in tutti i suoi elementi
costitutivi ; orbene, una simile concezione
non potrebbe essere immacolata in quanto
è eo ipso viziata dalla concupiscenza. La
concezione passiva, al contrario, è il mo­
mento in cui l’anima divina, che è stata
creata a questo scopo, viene infusa nel cor­
po ultimato, nel ventre della madre.11 Si
vede che Benedetto XIV aveva nel XVIII
secolo una conoscenza ben piu esatta del
«lacus animammo da cui le anime sono
estratte in tutta la loro purezza e freschezza
dal « Padrone degli spiriti » (o da Dio, o dal
Papa) per essere infuse nei giovani feti in­
nocenti nel ventre della loro madre. Unica­
mente la concezione passiva, proseguiva
Benedetto XIV, può esser presa in conside­
razione quando si parla dell’Immacolata
Concezione di Maria.
A dire il vero, questa distinzione non
spiega chiaramente come il peccato origi­
nale potrebbe essere cosi cancellato, giac­
ché l’unione sessuale dei genitori è e rima­
ne sprofondata nel peccato; al contrario,
nessuno ha mai sostenuto che l’anima
estratta dallo stagno divino nel suo impec­
cabile candore, fosse contaminata da al­
cunché. È la vecchia storia del libro di pre­
ghiere e della carta da pizzicagnolo.12 Il li­
bro di preghiere è uscito pulito e perfetto
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 51

dalle mani del legatore ; solo la carta da piz­


zicagnolo che lo avvolge è macchiata e da
questo il libro di preghiere si trova sporca­
to. L’anima, che è il libro di preghiere, è
consegnata pura e senza macchia al corpo
fetale, ma la carta da pizzicagnolo che è il
corpo, si trova, da Adamo in poi, sporco di
macchie di grasso e insudicia cosi l’anima
che avvolge. Il grasso, questo è il peccato
originale !
Prima di giungere alla storica data dell’8
dicembre 1854, quando Pio IX annunciò
alla cristianità il dogma dell’Immacolata
Concezione della Vergine, ricapitoliamo le
diverse possibilità, i diversi momenti in cui
la grazia preventiva di Dio, gratia praeve-
niens, può rendere immacolata la conce­
zione di Maria. I sei punti che dobbiamo
esaminare sono importantissimi, perché ne
avremo bisogno in seguito per definire
l’Immacolata Concezione dei Papi. La gra­
zia preventiva, dunque, questa lavatrice di
peccati, poteva toccare Maria :

1. ante conception activum [prima


del concepimento attivo], prima dell’unio­
ne dei sessi, ossia in un momento in cui
l'anima di Maria era forse già pronta, ma
galleggiava ancora nel lago papale, ricetta­
colo delle anime, allestito, come si sa, da
Dio, in origine, al di fuori del Cielo « in un
sito isolato », ma di cui non si sa bene a par­
tire da quando i Papi confermarono defini­
tivamente l’esistenza. San Bernardo men­
ziona quel momento là (cf. sopra), ma egli
lo respinge immediatamente facendo os­
servare, non senza ingenuità, che prima del
concepimento non può esservi esistenza.
52 OSKAR PANIZZA

Verosimilmente, egli considera il corpo di


Maria come piu importante della sua anima
e accorda scarsa attenzione alla preesisten­
za di quest’ultima. Duns Scoto,invece, ba­
sa su questa possibilità — santificazione
dell’anima di Maria prima della sua unione
col suo corpo — il principio essenziale del
suo esame. Facendo cosi, egli non vede, o
non vuol vedere, che l’anima purificata
dalla gratia praeveniens è sempre minac­
ciata di lordura da parte del corpo derivato
dall’unione dei sessi.

2. in ipso conceptu activo [durante


il concepimento attivo stesso], durante il
concepimento stesso, ossia durante l’unio­
ne dei sessi. Da un simile orrore col quale,
ahimè !, la Chiesa è pur costretta ad avere a
che fare, tutti i teologi si ritraggono con
raccapriccio. L’orribile pensiero che la gra­
zia preventiva avrebbe potuto toccare Ma­
ria in quell’ignobile istante, non è ospitato
da alcuno più del necessario. A torto, in un
certo senso, perché cosi non ci si accorge
che il concepimento è proprio il supporto
del peccato originale e che esso è cosi il
punto di partenza di ogni tentativo di eli­
minare questo peccato. Solo Alessandro di
Hales, quest’uomo dal cuore sensibile, il
«doctor irrefragabilis» (morto nel 1245),
pone la questione e, inoltre, solo a fior di
labbra.13 San Bernardo, invece, nega asso­
lutamente la minima possibilità, propter
peccatum quod inerat [a causa del peccato
era insito].

3. post conceptum activum, ante


animae infusionem [dopo il concepimen­
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 53

to attivo, prima dell’infusione dell’anima].


Questo breve lasso di tempo tra l’unione
dei sessi e l’infusione dell’anima offrirebbe
in realtà dei vantaggi concreti per quel che
concerne l’eliminazione del peccato. Senza
dubbio si sarebbe cosi, per un brevissimo
istante — i primi giorni dalla fecondazione
— inflitto all’embrione di Maria la prima
culpa, infallibilmente trasmessa dall’unio­
ne dei sessi; ma con l’intervento della gra­
zia preventiva Maria sarebbe stata toccata
in una fase di estrema precocità (la fase fe­
tale), una fase in cui si potrebbe dire che
Maria non è ancora Maria, ma solamente il
suo germe. Liberata cosi dal peccato origi­
nale in questa fase primordiale, avrebbe
avuto il diritto di affermare ella stessa coi
suoi difensori : Maria non è mai stata insu­
diciata dal peccato perché durante quei po­
chi giorni che hanno fatto seguito al suo
concepimento attivo, non era lei, ma il suo
germe che portava il peccato e siccome
l’anima che le venne in seguito infusa è
pura per definizione, Maria si trova vera­
mente intatta, immunis, liberata et imma­
culata. Soltanto Alessandro di Hales, di cui
abbiamo già parlato con stima, aveva intra­
visto questa soluzione, seppure senza tutte
le sue conseguenze. Infatti, nella sua cele­
bre opera, Part.I, qu.9, art.I, egli pone la
domanda ben chiara : « an post conceptio-
nem ante animae infusionem sanctificata
fueritt^ [oppure ella fu santificata dopo
il concepimento prima dell’infusione del­
l’anima ?]

4. in ipso concepto passivo, duran­


te infusione animae [nella concezione pas-
54 OSKAR PANIZZA

siva stessa, durante l’infusione dell’anima].


Durante il concepimento detto passivo, os­
sia durante l’infusione dell’anima divina. In
quale momento avviene quest’operazio­
ne? A questo proposito, grazie alla Santa
Trinità, grazie allo Spirito Santo che ce l’ha
rivelata, grazie ai Papi che l’hanno insegna­
ta e grazie al generale dei domenicani, Ran­
delli, che ce l’ha comunicata, noi possedia­
mo la spiegazione piu chiara che si possa
immaginare : «L’anima, come è noto, non è
immessa nel frutto che ottanta giorni dopo
l’atto sessuale», dice Vincenzo Bandelli
nella sua famosa tesi15 sostenuta il 12 feb­
braio 1841 a Ferrara dinanzi al duca Ercole
d’Este, il quale ne aveva personalmente fis­
sato la data a causa delle crescenti dispute
che si levavano sull’Immacolata Concezio­
ne di Maria. Questo brano è per noi di
estrema importanza, perché ci mostra che
le transazioni, i ritardi di consegna, ecc.,
tra il concepimento che avviene sulla terra
e l’infusione delle anime venute dal lacus
animarum, si trovano alla fine del XV se­
colo definitivamente risolti. Bandelli, infat­
ti, aggiunge «come è noto».
È a questo momento, l’infusione del­
l’anima, che la maggior parte degli scolasti­
ci e degli scrittori religiosi dopo Benedetto
XIV, e Benedetto XIV stesso, fanno risalire
la santificazione, la purificazione di Maria.
Dopo che si ebbe imparato a distinguere
felicemente il concepimento attivo e il
concepimento passivo, tutti si precipitaro­
no naturalmente su quest’ultimo, immagi­
nandosi ingenuamente che in quell’istante
divino l’opera di santificazione aveva tutte
le possibilità di riuscire. Ma abbiamo già
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 55

detto prima che in quel momento non


v’era nulla da santificare. L’anima appena
pescata da Dio è certamente pura e senza
macchia — sennò chi mai lo è? Ora,
quest’anima, per quanto immacolata possa
essere, non santifica tuttavia un feto di ot­
tanta giorni gravato dal peccato di Adamo,
cosi come il libro di preghiere non conferi­
sce un carattere sacro alla carta da pizzica­
gnolo che l’avvolge — al contrario, è
quest’ultima che insozza il primo.16

5. post infusionem animae ante


partum, ossia dopo la costituzione dell’es­
sere umano con inventario fisico e morale
al completo, ma prima della nascita. Che
da quel momento, in cui i giochi sono fatti,
non si possa togliere piu nulla al piccolo
Adamo, è cosa che compresero perfetta­
mente i teologi. Che possa allora essere pu­
rificato, santificato, va bene, ma, nondime­
no, è stato concepito nel peccato. Questa
era l’opinione degli antichi teologi e Padri
della Chiesa prima di Duns Scoto : San Ber­
nardo, San Tommaso d’Aquino, Sant’Ago-
stino, San Gregorio di Nazianzo, San Bona­
ventura e parecchi altri ancora. Risparmio
al lettore i loro testi latini, tanto piu che ad
ogni modo essi si trovano, almeno lo spe­
ro, ben presenti al loro spirito. In una simi­
le fase, dunque, non si può considerare
che quella speciale santificazione che viene
chiamata «la nascita senza peccato», cosi
come è toccata a Geremia, San Giovanni
Battista e Giuseppe, sposo di Maria.1’7 Ma
questo non soddisfava gli adoratori di Ma­
ria. Geremia era certo un bravo scrittore,
un buon poeta, San Giovanni Battista un
56 OSKAR PANIZZA

personaggio eminente e San Giuseppe un


bravo e buon ragazzo — ma Maria, lei era
la Madre di Dio.
Il lettore ingenuo forse domanderà : per­
ché fare tante storie per questo breve inter­
vallo che separa il concepimento dalla na­
scita ? Dal momento che il battesimo can­
cella ogni peccato, che importanza fa se
durante quei pochi mesi — passati poi nel
ventre materno, nella totale irresponsabili­
tà — il feto, l’embrione è gravato del pec­
cato originale ? Ad ogni modo questo pec­
cato non pesa molto giacché non è altro
che «l’assenza dell’immunità». Ma è pro­
prio questo il punto : Maria non è stata bat­
tezzata ! Il battesimo non era praticato pri­
ma di Cristo, giacché si viene battezzati nel
suo nome. E poi Maria era ebrea. È vero
che il Papa potrà pur farla battezzare retro­
spettivamente ; tutto il pianeta lo potrebbe
lodare per aver purificato la suprema Inter­
ceditrice, coredentrice, regina del Cielo e
noi non faticheremmo a citare cento brani
della Bibbia o dei Padri della Chiesa che di­
mostrano che Maria è stata realmente bat­
tezzata dopo la sua nascita.18 Ma Lui lo fa­
rà ? Chi può conoscere le sue intenzioni e
quelle dello Spirito Santo ?
Lasciamo perdere tutto ciò. I fedeli di
Maria, i suoi campioni, i teologi volevano
ad ogni costo che la Madre di Dio fosse
senza macchia. Il mezzo piu semplice era
di fare in modo che ella non fosse mai stata
macchiata dal peccato; cosi il battesimo
non avrebbe avuto piu nulla da lavare.

6. post partum, dopo la nascita. Noi


non abbiamo scoperto che un unico autore
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 57

che preconizzi questa purificazione piutto­


sto tardiva, ed è Pietro Lombardo (XII se­
colo). Secondo lui, è solamente nel mo­
mento in cui lo Spirito Santo stese la sua
ombra su Maria e la fecondò che ella fu
mondata da ogni peccato.19 Ma questo in­
tervento tardivo non può affatto soddisfare
chiunque prenda sul serio l’adorazione
della Vergine.
Dopo i numerosi tentativi compiuti nei
secoli XVII e XVIII per sostenere la devota
fede nella purezza virginale di Maria ; dopo
la scoperta casuale, negli scavi compiuti a
Granada, di antichi documenti che risali­
rebbero a quanto pare agli Apostoli e sui
quali si poteva leggere che già gli Apostoli
consideravano Maria immacolata; dopo
che il gesuita Higuera ebbe pubblicato una
moltitudine di vecchie cronache e di fonti
storiche che dimostrano che l’Immacolata
Concezione era riconosciuta fin dal IV se­
colo e che se ne celebrava la festa fin da
quell’epoca; dopo che la pia Maria de
Agreda ebbe avuto, agli inizi del XVII seco­
lo, una visione della Vergine in cui questa
le rivelò di esser stata presente alla Creazio­
ne, che l’arcangelo Gabriele era apparso a
sua madre Anna e le aveva annunciato la
sua (di Maria) Immacolata Concezione, che
tale concezione era effettivamente avvenu­
ta di domenica, ma che né Gioacchino né
Anna avevano provato la benché minima
voluttà;20 — dopo tutto ciò, dopo questo
coacervo di opinioni, questa confusione di
possibilità, di momenti, di livelli di purez­
za, guarniti dall’infusione dell’anima, il
problema venne infine risolto nel XIX se­
colo dal dogma proclamato da Pio IX. Il
58 OSKAR PANIZZA

Santo Padre, promuovendo un’inchiesta


generale sull’atteggiamento del clero e dei
credenti sul tema, ricevette un’approvazio­
ne entusiastica da tutti, ad eccezione di
qualche tedesco recalcitrante (i tedeschi
cercano sempre delle ragioni e, come i do­
menicani, diffidano della celeste padrona
di casa).21 Dunque, il giorno anniversario
della concezione di Maria, l’8 dicembre
1854, alle dieci del mattino, il Papa procla­
mò nella cattedrale di San Pietro, alla pre­
senza di piu di duecento cardinali e vesco­
vi e tra migliaia di evviva della cristianità,
mentre suonavano le campane di tutta Ro­
ma e tuonavano i cannoni di Sant’Angelo e
lacrime di emozione quasi gli soffocavano
la voce : « La dottrina secondo la quale la
Beata Vergine Maria è stata preservata dal
peccato originale fin dai primi istanti del
suo concepimento per una speciale grazia
di Dio, ci è stata rivelata da Dio e per que­
sta ragione dev’essere creduta fermamente
e costantemente da tutti i fedeli. Chiunque
oserà pensare diversamente da questo dog­
ma sarà condannato ! »22
Grazie, Santo Padre, mille volte grazie !
Per noi e anche per la Vergine immacolata.
Ecco infine una disputa di settecento anni
terminata nella gloria della nostra Reden­
trice.
Adesso noi vorremmo, in tutta umiltà,
azzardare anche qualche parola di critica;
ma fin da principio intendiamo affermare
che, quali che siano le nostre argomenta­
zioni, nessuna potrà sollevare il benché mi­
nimo dubbio sul dogma rivelato, procla­
mato da Pio IX e ritiriamo fin d’ora, ancor
prima di averli pronunciati, tutti i termini
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 59

che potrebbero essere male interpretati.


Insomma, deponiamo ai piedi del Santo
Padre, rappresentante di Dio, la nostra mi­
serabile e terrena saggezza, attendendo
quel che Lui giudicherà conveniente pen­
sare.
Così, dunque, secondo Pio IX, fin dal
primo istante del suo concepimento (m
primo instante suae conceptionis), Maria è
stata preservata dal peccato originale. Ora,
il primo istante di qualsiasi concepimento,
anche se si tratti di Maria, è l’unione del pa­
dre e della madre, nella fattispecie Anna e
Gioacchino. Quanto alla possibilità che
l’atto sessuale, accompagnato da voluttà,
abbia potuto essere santificato dalla gratia
praeveniens, tutti i teologi se ne ritraggono
con orrore, da San Bernardo a Liguori.
Tanto piu che, secondo le testimonianze
della Bibbia e dei piu grandi dottori della
Chiesa, è proprio quell’atto che ci trasmet­
te il peccato originale. È vero che Pio IX,
nel suo Breve del 15 giugno 1857, cosi co­
me in quello del 30 aprile I860, dichiara:
per il primo istante del concepimento, bi­
sogna, per Maria, intendere l’infusione
dell’anima, giacché l’anima è tutto e il cor­
po è niente. Cosi, Perrone, intimo di Pio
IX, dichiara prima della proclamazione del
dogma nel suo trattato De immaculato
B.V. Mariae Conceptu an dogmatico de­
creto definiri possit [Dell’immacolata con­
cezione della beata Vergine Maria e da qua­
le decreto dogmatico ella può essere defi­
nita] : si tratta unicamente di sapere se Ma­
ria, al momento del concepimento detto
passivo, al momento in cui l’anima penetrò
nel suo corpo, era rimasta monda da ogni
60 OSKAR PANIZZA

peccato, oppure no.23 D’altronde, lo stesso


Perrone poneva la festa dell’Immacolata
Concezione l’8 dicembre ; ora, Maria è nata
l’8 settembre, incontrovertibilmente l’8
settembre, quindi nove mesi piu tardi.
D’accordo ! Ma se Maria è nata l’8 settem­
bre e se la festa dell’Immacolata Concezio­
ne viene celebrata l’8 dicembre, ossia nove
mesi prima, di quale concepimento si trat­
ta ? Diciamolo chiaramente : del concepi­
mento dovuto al padre e alla madre. È pro­
prio questo che Pio IX aveva in mente par­
lando del primo istante del concepimento.
E questo non senza ragione, giacché il pri­
mo istante di ogni concepimento umano è
proprio l’unione del padre e della madre.
Ma questo concepimento può essere senza
peccato ? Si tratta proprio dell’atto sessua­
le, di quella commixtio seminorum, di cui
San Tommaso diceva: «L’unione dei sessi
che non può essere immaginata senza la
voluttà, trasmette fin dai nostri primi pro­
genitori il peccato originale a tutti i nostri
discendenti. »24 Di conseguenza, la Chiesa
celebra con la festa dell’Immacolata Con­
cezione l’unione voluttuosa di Anna e di
Gioacchino. Se il Papa aveva voluto che si
celebrasse il concepimento «passivo», che
egli sottintendeva con il termine di Imma­
colato, avrebbe dovuto spostare la festa di
ottanta giorni a partire dall’8 dicembre, da­
ta del concepimento carnale, giacché se­
condo il dogma creazionista (l’abbiamo di­
mostrato prima a sostegno delle parole di
Bandelli) l’anima viene infusa nel feto ot­
tanta giorni dopo il concepimento «atti­
vo » ; la festa dovrebbe dunque cadere il 26
febbraio.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 61

Che fare ? Abbiamo già detto prima che


tutto ciò che, eventualmente, poteva con­
trapporsi all’autorità del Papa, alla Sua san­
tità, alla Sua infallibilità, tutto quello che
poteva persino suggerire la possiblità
dell’ombra di un errore da parte Sua, era
nullo e non avvenuto. La Vergine è imma­
colata fin dal primo istante del suo conce-
pimento, questo non ammette alcuna di­
scussione; nessun essere umano, nessun
Dio, neppure la Santa Vergine possono
modificare alcunché, perché tutto è stato
definito, perfetto, nel passato e niente può
far si che quel che è avvenuto possa non
essere avvenuto. Non si può certamente
macchiare la Santa Vergine a cose fatte,
duemila anni dopo gli avvenimenti ! Ad
ogni modo noi ora sappiamo che ella era
monda da ogni peccato fin dal primo istan­
te, giacché il Papa e Dio l’hanno rivelato l’8
dicembre 1854. Rimane tuttavia il fatto che
l’unione sessuale di Anna e di Gioacchino
si conferma il fondamento voluttuoso di
questa purificazione e che la Chiesa festeg­
gia un atto sessuale.
Ancora una volta, che fare ? San Tomma­
so, San Bernardo e tu, delicato Alessandro
di Hales, assistetemi ! Fate che non mi
smarrisca ! Per notti intere ho pregato in gi­
nocchio per trovare una soluzione a questa
spinosa questione di teologia che è allo
stesso tempo il più profondo mistero del
nostro mondo. Non vedo che un unico
mezzo per disconoscere a Gioacchino ogni
specie di paternità. Bisogna desessualizzare
l’atto stesso. La madre, la virginale Anna, la
conserveremo, perché lo Spirito Santo si è
sempre mostrato favorevole alle femmine,
62 OSKAR PANIZZA

ma il padre deve scomparire ! Solo quando


avremo dimostrato l’intervento dello Spiri­
to Santo nel concepimento di Maria {con­
currente spirita saneto) 25 quando noi
avremo eliminato l’atto sessuale in quanto
tale, liberando cosi questo problema spi­
noso, ma sacro, da ogni elemento di volga­
rità, da ogni libido, da ogni concupiscenza,
solo allora noi sentiremo terreno solido
sotto i piedi e avremo acquisito il corretto
punto di vista — anche nei confronti dei
credenti suscettibili e facilmente scandaliz­
zatali — per trattare santamente la cosa.
È vero che Maria de Agreda, nella sua vi­
sione della Vergine, aveva sentito Maria di­
chiararle che ella era stata realmente gene­
rata una domenica da Gioacchino e Anna.
Ma, da un lato Maria de Agreda non è
un’autorità in rapporto al Papa, e dall’altro
era notte durante quella apparizione ; può
darsi che la Vergine sotto la specie in cui di
regola si presenta in ogni apparizione, non
si sia piu ricordata esattamente un avveni­
mento che datava a piu di 1.500 anni pri­
ma. Di contro, ella avrebbe detto a Maria
de Agreda che l’arcangelo Gabriele aveva
fatto a sua madre Anna l’annuncio del suo
concepimento. Non si supporrà certo che
l’arcangelo Gabriele fosse disceso sulla ter­
ra per annunciare ad Anna che sarebbe an­
data a letto con suo marito !
Abbiamo ancora altre buone ragioni, e
innumerevoli, per pensare che la Vergine
immacolata sia stata veramente generata
dallo Spirito Santo : quali azioni di grazia,
quali onori le sono stati attribuiti dopo la
nascita del Cristo fino ai nostri giorni e in
misura sempre crescente ! La levatrice non
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 63

l’aveva affatto riconosciuta vergine e intat­


ta dopo il suo parto, sebbene la Chiesa di­
chiarasse che ella aveva partorito «-utero
clauso».26 Forse che tutta la cristianità non
faceva ressa ai suoi altari, alle sue feste, do­
po i colliridiani del IV secolo che le consa­
cravano delle focacce destinate a una dea
siriana,27 fino alle prefiche dei nostri cimi­
teri, che durante il mese di Maria non co­
noscono altro Dio che la Vergine e pro­
nunciano il suo nome duemila volte ogni
ora? Non s’è dedicato alla Vergine, fin da­
gli inizi del V secolo, le più belle, le piu alte
cattedrali e chiese ?28 Non si pregava forse
cosi da quell’epoca : «Ave Maria, gioiello
del mondo, colomba immacolata, sole di
giustizia, vaso dell’ineffabile, Madre di Dio
che avete fatto crescere senza seme e senza
aratro l’immortale spiga in onore della qua­
le gli angeli danzano il girotondo, gli arcan­
geli saltano cantando inni terribili, con cui
il Diavolo viene dìsprezzato e ogni anima
credente redenta»?29 La Vergine non è
ascesa al Cielo ? Non ha operato dei mira­
coli cosi come testimoniano i racconti del
Medioevo e dei secoli posteriori ? Non è il
rifugio di tutti coloro che hanno la piu pic­
cola favilla nel cuore ? Non ha innumere­
voli luoghi di devozione in tutti i paesi cri­
stiani? Non è apparsa sulla terra infinite
volte da quando è in Cielo ? Tutto questo
non conta niente ? Chi potrebbe rivaleggia­
re con lei, al di fuori di Dio — e del Diavo­
lo ? Forse che le sue medaglie non proteg­
gono dalla rabbia,30 dalla consunzione,3’
dal colera,32 dal cancro,33 e dal protestan­
tesimo ?34 Non viene chiamata coredentri-
ce (cf. sopra), complemento della Trinità
64 OSKAR PANIZZA

(cf. sopra)? Non è stata definita nei primi


secoli : Figlia di Dio, Tempio della Trinità,
Sorella dello Spirito Santo?35 Forse che il
cardinal Bembo non la chiamava già dea ?36
E San Liguori Fidanzata dello Spirito San­
to ?37 Non sappiamo forse dal 1850 che nel
corso della Cena non beviamo più il san­
gue di Cristo ma il latte della Vergine?38
Forse che Perrone non dà con estrema pre­
cisione il suo grado di parentela con le di­
verse persone della Santa Trinità ? Non vie­
ne chiamata regina dell’Universo ? Non si
dice che in santità può paragonarsi a
Dio ?39 E per finire, il Papa stesso non ha
forse dichiarato in un’enciclica rivolta a
tutti i vescovi della Sua Chiesa : « Nella San­
ta Vergine è riposta tutta la Nostra
fiducia» ?40 E noi esiteremmo in tali condi­
zioni a testimoniarLe la nostra adorazione ?
Avremmo paura, poveri peccatori quali sia­
mo, a darLe i nomi, la collocazione che Le
sono propri di diritto ? Noi non avremmo il
coraggio di confessare pubblicamente la
pietà che Le testimonia la cristianità tutta
intera ? Quel che il Papa, su istanza dei cre­
denti, come su quella dello Spirito Santo,
deve proclamare e definire tra breve, noi
già lo gridiamo dal fondo della nostra soli­
taria celletta a tutta la cattolicità : Maria è
stata concepita dallo Spirito Santo ! Ella è la
quarta persona della Trinità e questi quat­
tro non sono che uno !41
Abbiamo terminato il nostro preambolo
suU’embriologia deUTmmacolata Conce­
zione dei Papi. Era indispensabile per l’edi­
ficazione dei nostri lettori, perché senza la
Vergine, senza le secolari dispute riguar­
danti la sua Immacolata Concezione, lo
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 65

studio piuttosto arduo che seguirà sarebbe


incomprensibile. Tuttavia, prima di intra­
prendere questo studio e dimostrare, ba­
sandoci sulla rivelazione e sulla tradizione,
l’origine divina dei Papi, invitiamo il letto­
re a fare un giro in Cielo per riposarsi da
queste estenuanti distinzioni dialettiche.
Infatti non potremmo comprendere gli at­
tributi divini del Papa se non abbiamo mi­
nuziosamente seguito l’evoluzione della
Sua potenza e della Sua sovranità, di cui tali
attributi sono conseguenza. Perché è la po­
tenza che fa la divinità. Nessuno considere­
rebbe un semplice vescovo come divino.
In origine, il Papa non era indubbiamente
altro che il vescovo di Roma, ma la poten­
za che egli ha progressivamente acquisito
gli ha conferito il suo carattere divino. Noi
lo comprenderemo ancor meglio se ci ele­
viamo fino al Cielo, dove vedremo come le
divinità, anticamente onnipotenti, hanno
potuto lasciarsi sottrarre le loro preroga­
tive.
Entriamo. Ecco dapprima Dio Padre,
personaggio numero uno della Trinità.
Adesso è un signore vecchissimo. Non ci
sente neppure entrare. Sembra sordo. Ha
sempre lo stesso volto, insieme venerando
e dolce, che gli ha dato Michelangelo. Ma
dov’è andata a finire quella piega di collera
tra le sopracciglia ? Si è cancellata da tanto
tempo! Perché infatti è tanto tempo che
questo Dio non è piu un Dio vendicatore,
tanto tempo è passato da quando compiva
miracoli, divideva il mar Rosso con un
braccio poderoso, dava le sue leggi di fuo­
co sul monte Sinai, colpiva sulla testa i me-
dianiti, prestava orecchio a Davide, il suo
66 OSKAR PANIZZA

preferito e, piangendo con Geremia, medi­


tava sopra le acque di Babilonia. Dopo la
distruzione di Gerusalemme, il vecchio si­
gnore è finito ; ha passato lo scettro a Suo
Figlio. Se n’è fatta una ragione, d’altronde;
assomiglia sempre piu a quei generali russi
che si invitano all’incoronazione dei re e
alle altre cerimonie; in quell’occasione,
permette volentieri ai sovrani di far seguire
al loro titolo la menzione «per grazia divi­
na». Ma, a parte questo, egli non si occupa
piti di niente. Dubitiamo persino che at­
tualmente si alzi ancora dal suo trono — se
non per qualche istante — perché le sue
stampelle sono relegate in un angolo. Pare
essersi riservato per i suoi vecchi giorni la
pioggia e il bel tempo. Se eccettuiamo la
sua collaborazione alla redazione dei bol­
lettini di guerra, egli ha rinunciato a qual­
siasi attività. Non partecipa piu neppure al­
le battaglie e l’affermazione del poeta tede­
sco Arndt, secondo cui ancora ottant’anni
fa «faceva crescere il ferro»42 oggi egli la
respingerebbe decisamente, in quanto quel
lavoro sarebbe superiore alle sue forze.
Poi, ecco il Cristo, secondo personaggio
della Trinità. Senz’essere vecchissimo, ha
un’aria davvero pietosa. Dio mio, quell’uo­
mo è mai stato in salute ? In tutti i casi, la
sua eterna rassegnazione, la sua eterna dol­
cezza, la sua eterna umiltà d’agnello, le sue
eterne formule quali «fratelli», «figliuoli
miei», «amatevi gli uni gli altri», la sua pie­
tà, il suo atteggiamento sottomesso, le sue
ferite, le sue sofferenze hanno fatto di que­
sto Dio una figura di cartapesta dinanzi a
cui nessuno trema piu e per la quale di
conseguenza nessuno ha piu la minima
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 67

considerazione. Ma, e la crocifissione?, si


dirà. Certamente ! Quella è proprio una co­
sa che non si può dimenticare ! Ma è roba
vecchia, è un sacco di tempo che è avvenu­
ta, tanto tempo che ha prodotto tutti i suoi
effetti. Chi ne parla piu ? I pittori religiosi
stessi amano cento volte di piti mettere in
croce un Sant’Aloisio che un Gesù e gli
scultori di Oberammergau da tempo si la­
mentano per la mancanza di nuovi mercati
per i loro oggettini di devozione. Ma la sua
morale ? Certo, gli facciamo tanto di cap­
pello, quella era nuova e buona, ha trasfor­
mato i cuori da cima a fondo. Ma adesso
tutti la conoscono a memoria e tutti la os­
servano. Quelli che oggi la ignorano, non
l’impareranno mai piu. Questa morale ha
prodotto tutti i suoi effetti. La pietà ai gior­
ni nostri è una delle virtù più diffuse, al
punto che si son levate voci per combatter­
la.43 Insomma, il Cristo non va più di mo­
da. Sono costretto a parlare in modo duro
e dimostro quel che dico : i nove decimi
delle preghiere che salgono al Cielo si ri­
volgono a Maria ; ho buone ragioni per cre­
dere persino che la proporzione esatta sia
ancor più sfavorevole a Gesù. Non si può
nemmeno immaginare le ondate di bisbigli
che i rosari recitati inviano fino al Cielo. La
gente ha fretta, è chiaro, e quel che conta è
il numero delle preghiere. È anche nei Pa­
ter, seppur destinati a Dio stesso, la mag­
gior parte della gente pensa alla Vergine. È
facile rendersene conto. Su un decimo ap­
pena delle preghiere che salgono verso Ge­
sù, la maggior parte proviene dai prote­
stanti; vengono pronunciate lentamente,
con insistenza e convinzione, ma tutto
68 OSKAR PANIZZA

questo evidentemente non sortisce gran­


ché. Data questa situazione, ci si può mera­
vigliare di vedere il Cristo malato e abbat­
tuto ? Perché è davvero un uomo ammala­
to ; disteso su un letto, assomiglia a Heine
con le sue guance scavate, lo sguardo lan­
guido — e se egli avesse ancora qualcosa
da dire, non chiederebbe niente di meglio
che farlo. Da quando sa che in Germania
durante la Cena non si beve piu il suo san­
gue ma il latte di Maria (cf. sopra), è preoc­
cupato, non aspira altro che alla morte.
Ecco infine il terzo personaggio della
Trinità : lo Spirito Santo. Ehi, ma dov’è ? Io
non lo vedo. Pffft ! che cos’è che se n’è vo­
lato via per la finestra ? Se n’è andato ! — se
poi era davvero lui. Questo Spirito Santo
che si manifesta sempre col simbolo del
piccione, uccello rapido e diffìcilmente vi­
sibile, mi è sempre stato sospetto, lo con­
fesso umilmente. Non voglio dire espressa-
mente che non esista, ma bisogna che sia
proprio leggero, fragile e rapido! Molta
gente non mangia carne di piccione, per­
ché lo Spirito Santo ha scelto questo uccel­
lo come copertura e del resto, si dice, man­
giare piccione rende tristi. È questa la
ragione per cui lo Spirito Santo è un Dio
tanto triste? In ogni caso, sarebbe vera­
mente auspicabile che si mostrasse piu
spesso. Si dice che nel corso del I secolo
abbia fatto grandi cose a Gerusalemme, il
giorno della Pentecoste. La gente, allora,
parlava tutte le lingue. E tuttavia i romani
dicono che lo Spirito Santo non parla che
l’italiano44. In ogni caso, da quell’epoca re­
mota, non ha fatto per nulla parlar di sé. I
Papi assicurano nel modo piu serio di es-
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 69

seme abitati. Ecco finalmente una cosa cer­


ta. I loro atti, la loro potenza, i loro posse­
dimenti sulla terra e fuori, tutto questo non
è possibile che con l’aiuto di un dio. Solo,
che ci viene un dubbio; giacché egli si è
identificato con il Papato, nel caso che ve­
nisse a morire, i Papi continuerebbero co­
munque il giochetto di nascondino, il
«fuoco-fuochino-acqua». Ecco perché
penso che da questo lato non bisognerà
aspettarsi alcun annuncio del decesso dello
Spirito Santo.
Queste sono dunque le divinità che noi
abbiamo incontrato in Cielo. Mi concede­
rete, cari lettori, che questa è una ben triste
società, una specie di ospedale. Due sono
sempre malati, il terzo non c’è mai. Ma,
chiederanno alcuni, non c’è nessun altro ?
E come no ? C’è una donna meravigliosa,
tutta riserbo e distinzione, ancora nel rigo­
glio della sua età, forse non cosi slanciata
come l’ha ritratta il professor Müller di
Dresda, in piedi sul globo terrestre, ma an­
cora ben proporzionata. Porta un gran
mazzo di chiavi alla cintura (e tra quelle, se
non erro, le due chiavi del Cielo) e pulisce,
spolvera, briga, accudisce i due malati, li
cura, gli rimbocca le coperte, li copre.
Chiunque abbia una richiesta da formulare
si deve rivolgere a lei. Chi è dunque questa
perfetta e celeste padrona di casa ? È Maria.
Ha tutto nelle sue mani. Senza di lei il Cielo
sarebbe assolutamente inimmaginabile. È
lei la padrona. Era semplicemente cosa do­
vuta che divenisse infine regina e fondasse
la propria dinastia.
E ritorniamo alla nostra inchiesta sui
Papi.
70 OSKAR PANIZZA

Dopo quel che abbiamo detto nessuno si


meraviglierà se ripetiamo la nostra formu­
la: siamo ad una svolta della storia del
mondo e dell’universo. Il Cielo è orfano.
Le vecchie divinità hanno perduto il rispet­
to che veniva loro testimoniato un tempo.
Solo Maria si è innalzata ad una posizione
quasi divina. Ma ella viene riconosciuta
non senza resistenze. Una donna d’altron­
de non può far tutto. Nel frattempo, il Papa
ha tirato dalla sua parte quasi tutta la coper­
ta. Credo di non esagerare dicendo che
persino i grandi sconvolgimenti, le espro­
priazioni che sono avvenute in Cielo nel
corso dei secoli precedenti, sono opera dei
Papi. In Cielo non si parla piu che italiano.
Senza l’uomo miracoloso che occupa il
trono di San Pietro, Maria non avrebbe mai
avuto la propria influenza, la propria posi­
zione. Le manifestazioni oceaniche che il
Papa ha organizzato ancora di recente in
suo onore, proclamano alla faccia del mon­
do che le speranze dei fedeli poggiano solo
su di lei e ci fanno chiaramente prevedere
quel che succederà.
In tali condizioni noi pensiamo che sia
nostro dovere di cristiani, di cattolici, di
benedettini, non soltanto non fare nulla
contro la previsione del Papa, ma anzi fa­
vorirla in ogni modo possibile. E riteniamo
essenziale a questo riguardo la nostra in­
chiesta suU’Immacolata Concezione dei
Papi.
Quando si sia seguita l’evoluzione del
Papato dai primi secoli, allorché il Santo
Padre era un semplice vescovo, fino ai no­
stri giorni, che il suo potere è illimitato in
campo sia morale che materiale ; quando si
I IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 71

siano visti i Papi, modesti e riservati nella


persona, incessantemente sospinti avanti e
bruscamente innalzati ad una posizione
che nessun essere umano ha mai raggiunto
(posizione che d’altronde non prevedeva­
no neppure loro stessi) ; quando si sia letta
la storia e visto gli imperatori del Sacro Im­
pero (imperatori per grazia di Dio) piegarsi
come fuscelli dinanzi a loro ; quando si sia
riflettuto su questa evoluzione della natura
dei Papi, inesplicabile per la somma di in­
tenzioni e degli sforzi di ciascuno, ma usci­
ta all’improvviso come una tempesta e di
cui non si sa né da dove venga né dove va­
da ; quando si sia considerato tutto questo
e molte altre cose ancora, bisogna giungere
a pensare — ed è quanto hanno fatto mol­
tissimi teologi — che il Papato non è sol­
tanto un’istituzione divina, che il Papa non
è soltanto il rappresentante del Cristo, abi­
tato dallo Spirito Santo, ma che è un essere
puramente e semplicemente divino. Ma al­
lora come si sono trasmessi i caratteri divi­
ni a uomini provenienti da altri uomini?
Guardiamo bene in faccia le difficoltà che
sorgerebbero se dovessimo considerare i
Papi come semplici mortali. Non si diventa
Papa prima di aver compiuto cinquant’an-
ni. Ora, a quell’età lo spirito e il corpo so­
no definitivamente formati, i pensieri, le
idee sono definitivamente compiuti, il mi­
nimo cambiamento sia sul piano fìsico sia
sul piano spirituale non è neppure conce­
pibile. In queste condizioni, lo Spirito San­
to come potrebbe mai trovare il sistema
per manifestarsi in un Papa di questo gene­
re ? E tuttavia il primo atto di un Papa è già
di natura divina. In effetti, come spiegare
72 OSKAR PANIZZA

che la potenza divina possa presceglierlo


improvvisamente? Si può forse credere
che lo Spirito Santo, che assume volentieri
la forma di un volatile, cadrà bene arrostito
nella loro bocca ? Il Conclave, nel quale il
Papa viene eletto da una settantina di cardi­
nali, è un’istituzione umana, con tutte le
sue tare e tutte le sue irregolarità. Lo Spiri­
to Santo farebbe dunque un giro tanto lun­
go, aspetterebbe la convocazione di un
Conclave per ispirare settanta dignitari che
hanno forse mangiato male o dormito ma­
le, alcuni dei quali sono recalcitranti e si la­
sciano guidare da considerazioni tempora­
li, per fissare la sua scelta su quello che è
già l’Unto dal Signore ? Oppure dovrebbe
accettare l’uomo imposto da quei buffoni
dei cardinali ? Non sarebbe piu plausibile,
piu ammissibile per il nostro spirito, piu
grato ai nostri cuori, supporre che lo Spiri­
to Santo ha scelto il futuro Papa fin
dall’eternità (come Dio la Vergine Maria) e
abbia deposto il germe divino, come le api
fanno per la loro regina, in una cellula par­
ticolare, nel corpo di una donna, di una de­
vota di Dio particolarmente pia ? Perché bi­
sogna bene che il Papa venga messo al
mondo ! — a costo poi di eliminare suo pa­
dre. Cosi, fin dal primo istante della sua vi­
ta si sarebbe reso possibile lo sviluppo di
Colui che è chiamato a rappresentare il Cri­
sto. Quanto a noi, crediamo che la scelta
prestabilita del «bambino papale», del ger­
me papale, sia piu naturale, piu corente,
piti in armonia con la dottrina cristiana che
la scelta fatta da una assemblea di allegri e
scaltri cardinali, che gabbano cosi criminal­
mente lo Spirito Santo. Sicuramente parec­
L 'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 73

chi Papi sono diventati Papi grazie alla cor­


ruzione. Ma in ciò non v’è contraddizione,
gran Dio, no ! Il fatto è che i Papi in que­
stione si trovavano allora accecati, in quan­
to la loro natura umana aveva momenta­
neamente preso il sopravvento. Ed è pro­
prio invano che essi avevano distribuito il
denaro. Dimostrazione : la maggior parte
di loro, dopo l’elezione, non pagava il
prezzo pattuito, perché nel frattempo ave­
vano capito, avevano avuto l’illuminazione
divina, si erano resi conto che il denaro
non svolgeva alcun ruolo e che in qualsiasi
modo essi dovevano diventare Papi. Parle­
remo piu avanti di questa doppia natura
dei Papi, una umana e l’altra divina e del
duplice aspetto della loro volontà.
Abbiamo ancora considerevoli argomen­
ti che provano perentoriamente la nascita
sovrannaturale dei rappresentanti del Cri­
sto. Si sa che la Chiesa ha pronunciato i piu
severi giudizi sugli uomini nati dalla prima
mescolanza dei sessi, sull’atto sessuale stes­
so, sulla concupiscenza che gli è connessa
e a cui subentra obbligatoriamente la libi­
do, spesso unita alla voluptas. Ogni piace­
re sessuale ricercato dai coniugi con l’in­
tenzione espressa di procreare è un pecca­
to. Anche per i celibi, dato che non hanno
la benedizione della Chiesa, è peccato mor­
tale. Come dice San Gerolamo : «Adulter
est in suam uxorem amator ardentior»
[Adultero è l’amante troppo ardente della
sua legittima consorte] (Adv. Jovinianum,
Libro I) e altrove: «Liberorum in matri­
monio opera concessa sunt, voluptates
autem, quae de meretricum capiuntur
amplexibus, in uxore damnatae sunt* [Le
74 OSKAR PANIZZA

azioni dei liberi sono permesse nel matri­


monio, ma le voluttà che si traggono dagli
abbracci delle cortigiane sono condannate
nella sposa]. San Tommaso si esprime an­
cor più chiaramente e piu severamente:
« Quando voluptas limites matrimonii ex-
cedit quia, scilicet, conjux ita voluptato
captus ad suum accedit, ut paratus sit ad
accedendum quamvis suus non esset, est
culpa letalis » [Giacché è peccato mortale
quando la voluttà supera i limiti del matri­
monio, naturalmente quando lo sposo pre­
so cosi dalla voluttà, va verso la sua sposa
pronto ad accostarsi a lei, per quanto ella
non sia disposta] (Sum. theol. IV dist. 31
gr. 2 art. 3). Con quale distinzione si espri­
me il « dottore angelico » ! Il lettore sorpre­
so, che non abbia perfettamente seguito,
farà bene a leggere e rileggere ancora que­
sto brano pieno di profonda saggezza.
Dopo aver sentito i dottori piu indulgen­
ti, i piu soavi, che paura, che spavento ci
produrrà la lettura dei piu severi ! Sanchez,
il nostro famoso compatriota — gloria alla
Chiesa spagnola ! — nella sua opera De ma­
trimonio divulgata in tutta la terra, mette
in cima al suo capitolo decisivo questa fra­
se pregna di conseguenze : «Non desunt ex
doctoribus catholicis qui doceant, actum
conjugale non posse absque culpa exerce-
ri* [Non mancano tra i dottori cattolici,
quelli che insegnano che l’atto coniugale
non può essere esercitato senza peccato].
Uno dei piu illustri sostenitori di questa
opinione è Ugo di San Vittore (1097-
1141).45 Così dunque, ogni rapporto ses­
suale, coniugale o extra-coniugale, è sem­
pre un peccato. Questo chiarisce parecchie
[.’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 75

cose a noi e anche, lo speriamo, al lettore.


Se si avesse bisogno di una prova supple­
mentare, si potrebbe trovarla in un altro
grande dottore della Chiesa, Origene. Si
può infatti leggere nelle sue Omelie questa
frase che la dice lunga : « Negat in coitu un-
quam Spiritum Sanctum adesse » («Lo Spi­
rito Santo è assente dall’atto sessuale», se­
condo la traduzione di Sanchez). Questa
frase, alla riflessione, è troppo fondamen­
tale: infatti, giacché lo Spirito Santo è, a
quel che ne sappiamo, una cosa, un soffio,
un vapore che tutto penetra, che è dapper­
tutto presente contemporaneamente, que­
sta frase significa che esiste un luogo dove
non c’è ! E poiché tutto ciò da cui rifugge
non può essere che malvagio, non v’è ra­
gione di esitare ulteriormente : ogni atto
sessuale, quali che siano i suoi motivi, è
opera del Diavolo, destinata a mantenere
gli uomini in suo potere.46
Ed ora porremo ancora una volta la do­
manda : è concepibile che il bene piu pre­
zioso che noi possediamo su questa terra,
che l’unico legame che ci unisce a Dio, che
Colui che lega e scioglie ogni cosa, sulla
terra come in Cielo, che il grande creatore
e redentore delle nostre anime, il Papa in­
somma, possa essere uscito da un congiun­
gimento cosi impuro ? No, mille volte no !
Che la nascita del Papa sia avvenuta nella
voluttà, per opera del Diavolo, è un pensie­
ro intollerabile per ogni cattolico e l’unico
desiderio dei fedeli di vedere il Papa, il de­
tentore delle Sante Verità, liberato da ogni
sozzura, o da un sospetto di sozzura, obbli­
ga la Chiesa, finché nulla di definitivo è sta­
to pronunciato, a non opporsi alla dottrina
76 OSKAR PANIZZA

dell’Immacolata Concezione dei Papi, a


considerarla come pia, a dire di essa quel
che Duns Scoto diceva di Maria: «Quod
autem factum sit, Deus novit. Si auctori-
tati ecclesiae vel auctoritati scripturae
non repugnet, videtur probabile, quod ex-
cellentius est, attribuere Mariae» [Ma quel
che fu fatto, Dio lo conobbe. Se ciò non si
oppone all’autorità della Chiesa o all’auto­
rità delle Scritture, è considerato probabile
quel che è piu eminente attribuire a Maria]
{Duns Scoti Opera, Lugduni 1639, VII, I,
95).
Ma prima di procedere oltre e di offrire
una soluzione definitiva, esamineremo se
non vi sia altro mezzo per arrivare allo sco­
po, per affermare il principio dellìmmaco-
lata Concezione dei Papi in una maniera
meno rivoluzionaria. Maria de Agreda, la
visionaria spagnola, ha avuto un’espressio­
ne felice : ella ha visto meglio della maggior
parte dei Padri della Chiesa che la voluttà
era la componente da eliminare, se non si
voleva che la nascita costituisse un pecca­
to. Ella infatti riferisce cosi la sua visione
della Vergine : Maria le disse che i suoi ge­
nitori avevano compiuto l’atto sessuale
senza libido per concepirla. Ecco chi ci
può mettere sulla strada giusta. Per quel
che concerne il Papa, forse che lo Spirito
Santo, invece di riprendere per proprio
conto il ruolo di genitore, non poteva iso­
lare le ghiandole seminali del padre, di mo­
do che potessero funzionare indipendente­
mente dalla sua volontà ? Cosi avrebbe rea­
lizzato, attraverso un umano, un’opera di­
vina. Non poteva forse dirigere, organizza­
re l’operazione in modo che qualsiasi con-
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 77

cupiscenza ne fosse esclusa? È il primo


pensiero che viene alla mente, tanto più
che Sant’Agostino stesso, nella sua dottrina
della creazione perpetua, ha detto : Dio
compie tutte le nostre azioni, noi da soli
non possiamo nulla. Egli salva il nostro li­
bero arbitrio in una maniera curiosa : quan­
do vogliamo muovere la mano, ad esem­
pio, Dio evidentemente ne ha conoscenza
e interviene immediatamente; è lui che
muove la nostra mano.47 A dire la verità,
occorrerebbe distinguere : in questo caso
Dio non si assume la responsabilità delle
azioni umane, mentre lo Spirito Santo sa­
rebbe direttamente responsabile di tutta la
messinscena dell’apparatus generarteli. Si
vede ad ogni modo come le vie della sal­
vezza siano vicine alle strade che uniscono
Iddio all’umanità.
D’altro lato, questa maniera di procreare
suscita gravi scrupoli. Bisognerebbe innan­
zitutto esaminare se il peccato originale sia
obbligatoriamente legato alla voluttà. Ora,
non v’è nulla di meno certo. Il semplice
peccato inerente ad ogni atto sessuale ha il
suo principio nella concupiscenza, la cui
realizzazione noi chiamiamo libido. Al
contrario, il peccato originale è inerente al­
la carne, al corpo umano. In ogni atto pro­
creativo bisognerà quindi distinguere il
peccato puramente sessuale dal peccato
originale. Il primo, secondo i casisti, è pu­
ramente formale e, nel caso che esaminia­
mo, lo Spirito Santo potrebbe eliminarlo
mettendo lui stesso in movimento l’appa­
rato sessuale ; ma il peccato originale, pec­
cato essenziale, che s’appiccica alla nostra
pelle, egli non saprebbe eliminarlo senza
78 OSKAR PANIZZA

scalzare allo stesso tempo le fondamenta


dell’edificio divino. Cosi dunque l’inter­
vento dello Spirito Santo non sarebbe un
mezzo radicale per sopprimere ogni pecca­
to nella nascita dei Papi. Ora, è proprio
quello che noi vogliamo fare. Inutile insi­
stere ulteriormente sulla citazione di Orige­
ne («lo Spirito Santo è assente dall’atto ses­
suale»), che non tollera eccezioni e non
permette di insistere piu oltre con la nostra
ipotesi; non sottilizziamo ancora su qual­
che altro scrupolo ; mescolare la sacra per­
sona del Papa con simili dettagli sessuali sa­
rebbe tremendamente pericoloso per certi
credenti. Cosi dunque, come nel caso di
Maria, ogni tentativo di eliminare il pecca­
to fin dalla nascita, senza eliminare allo
stesso tempo il parens terreno, è votato
aH’insuccesso. Non ci rimane che un’unica
posizione da difendere : il Papa è stato ge­
nerato dallo Spirito Santo e quindi egli è
un’emanazione della Divinità.
Nondimeno, troveremo altri ostacoli sul
nostro cammino. Ci si obietterà che i geni­
tori di quasi tutti i Papi sono individuati
storicamente e comunque non si può de­
pennare con un semplice tratto la loro atti­
vità sessuale. Certamente ! Ma il problema
non era lo stesso per il Cristo e per Maria ?
Giuseppe sapeva bene che sua moglie non
era incinta a causa sua, ma ha taciuto, e per
molto, molto tempo. Quasi cent’anni, si
calcola. Perché i testi dei primi tre Vangeli
relativi a questa faccenda datano dalla fine
del I secolo. Il che significa che Giuseppe
si era portato il suo segreto nella tomba. È
soltanto dopo i miracoli del Cristo, dopo la
sua morte, dopo la sua resurrezione, ossia
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 79

dopo la sua ascensione che è stata ricono­


sciuta la sua natura divina; era quindi im­
possibile che San Giuseppe fosse suo pa­
dre.
Noi non chiediamo di piu, nel caso del
Papa. Ma che San Giuseppe abbia taciuto,
questa è proprio bella ! È cosi che egli è di­
venuto — soprattutto in Francia — l’arche­
tipo dei mariti; egli ha dato l’esempio: ta­
cere finché non si è certi della colpa della
propria moglie (e non se ne è mai certi !).
Come si fa a sapere se qualche potenza so­
vrannaturale non sia intervenuta, giacché
lo Spirito Santo compenetra ogni cosa ?
Ma, si dirà, i Papi hanno avuto dei fratelli
e delle sorelle, sono imparentati a certe fa­
miglie del paese. E allora? Questo era an­
che il caso di Cristo. È detto in Matteo 12,
46 : « Mentre egli parlava ancora alla folla,
sua madre e i suoi fratelli, stando fuori in
disparte, cercavano di parlargli. » Dunque
Maria aveva avuto oltre al Cristo altri figli
da suo marito. Evidentemente, non è age­
vole, quando sono molto piccoli, ricono­
scere quelli che sono generati dallo Spirito
Santo; vengono allevati tutti assieme e si
vedrà poi quali sono gli eletti. Neppure noi
chiederemo di correggere i documenti del­
le famiglie italiane se non quando il Papa
sarà stato eletto e proclamato tale. Ora, sic­
come ciò non avviene prima del suo cin­
quantesimo anno, i genitori sono quasi
sempre morti ; anche essi si sono portati il
loro segreto nella tomba. Ma se si potesse
interrogarli retrospettivamente, il padre (se
non la madre stessa) sarebbe in grado di di­
re : si, per questo figlio, mi ricordo perfet­
tamente, secondo i miei calcoli non posso
80 OSKAR PANIZZA

essere io suo padre. D’altronde, chi conte­


sterebbe che lo Spirito Santo possa, mal­
grado tutto, intervenire in un certo modo,
mentre i trastulli coniugali seguono il loro
corso, nel peccato sicuramente, ma in pie­
na tranquillità ? È quel che supponeva già
San Bernardo per Anna e Gioacchino :
« Quomodo namque aut sanctitas absque
Spiritu sanctificante, aut Sancto Spiritui
societas cum peccato fuit ? Nisi forte quis
dicat de Spiritu Sancto earn, et non de vi­
ro conceptam fuisse-»46 [E come dunque?
O fu la santità senza lo Spirito santificante,
oppure, con lo Spirito Santo, l’unione col
peccato. Sennò, chi mai direbbe che la
Vergine venne concepita dallo Spirito San­
to e non dall’uomo ?]. Qualcuno avrà anco­
ra altri scrupoli e i nostri lettori si chiede­
ranno forse perché nelle nascite sovranna­
turali è sempre il padre a essere rinnegato e
perché lo Spirito Santo si unisce sempre
unicamente a delle femmine ? Per questo vi
sono molteplici ragioni. Innanzitutto, se­
condo ogni verosimiglianza, lo Spirito San­
to è di sesso maschile e quindi non sapreb­
be sostituire che un uomo. Inoltre, è sem­
pre stata consuetudine dare ai grandi uomi­
ni un’ascendenza sovrannaturale da parte
paterna. È cosi che Castore e Polluce, Plu­
tone, Krishna, ecc. passano per dei figli di
divinità maschili. Ed era sempre alle fem­
mine che gli Dei si accostavano : vedi Da­
nae, Leda, Menalippe, Antiope e altre.
L’uomo poi, che nel matrimonio è il piu in­
cline alla sensualità, alla passione, dev’esse­
re considerato come il motore del peccato,
la componente impura dell’atto sessuale.
Da cui la necessità di eliminarlo per la na­
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 81

scita del Cristo, di Maria e del Papa. D’al­


tronde, è proprio la donna, soprattutto la
vergine che, vista la sua ignoranza assoluta
di qualsiasi libido, di ogni concupiscenza,
passa per immacolata, santa, ossia divina.
Zenone, Padre della Chiesa, non dice forse
che la verginità è il summum della perfe­
zione cristiana ? E Sant’Atanasio la chiama
«il segno d’un altro mondo».49 Si capisce
quindi come le divinità maschili, Zeus co­
me lo Spirito Santo, si accoppino volentieri
a delle vergini in quanto vi riconoscono un
carattere sovrannaturale congenito, divi­
no, per dirla tutta.
Ma il motivo piu perentorio, e di gran
lunga, dell’eliminazione del padre è il se­
guente : quando un figlio del miracolo o un
figlio ordinario, viene al mondo, chi è poi
presente ? La madre, il figlio e la levatrice.
Dov’è il padre? Nella camera accanto. E
poi non sempre. Ma è davvero il padre?
Nessuno lo sa. Deus novit, Dio solo lo sa.
Pater incertus, scrivevano i cancellieri in
margine al registro. La madre almeno lo
sa ? Potrebbe saperlo ; ma è obbligata a sa­
perlo ? Per gli Dei, no ! Lei può benissimo
ignorarlo con la massima buona fede del
mondo. Il padre è quindi sempre, in ogni
circostanza, che sia un uomo o un Dio, un
fattore incerto. Come nelle equazioni ma­
tematiche si può sostituire questa X con
tutto quello che si vuole.
E invece come potrebbe la madre non
essere certa di essere la madre, dato che è
lei che si torce tra i dolori? La madre è
sempre certa. Questa è la ragione per la
quale nei racconti, nelle leggende o nelle
ricostruzioni teologiche che parlano di na­
82 OSKAR PANIZZA

scita sovrannaturale, non si tiene conto del


padre. Se quindi noi escludiamo Gioacchi­
no dalla nascita di Maria, escluderemo il
padre dalla nascita dei Papi. Che i padri dei
Papi, ossia quelli che vengono cosi chiama­
ti abusivamente nei registri delle nascite,
non abbiano nulla a che vedere col loro
supposto figlio, venuto dallo Spirito Santo,
è una verità che si fa lampante nel caso di
Clemente VII. Questo Papa era il figlio uni­
co di una certa Camilla, di Firenze ; orbene,
questa Camilla non era affatto sposata. Co­
me si sarebbe dunque potuto parlare di
una famiglia, di uno sposo, di un padre?
Senza dubbio, Clemente VII portava il no­
me di un ricco e potente amico di Camilla :
Medici. Ma era pura eventualità. Camilla fu
madre di un Papa, e il resto riguarda le po­
tenze celesti. Un altro caso è quello di Pao­
lo III. Egli era figlio di Giulia Farnese. Ora,
questa Farnese era sposata e si chiamava
Orsini, ma Paolo III, prima di salire sulla se­
dia, non s’è mai chiamato Orsini e né sua
madre né il marito di costei gli hanno mai
dato tale nome ; neppure lui ne ha mai fatto
uso. Tutti e tre sapevano che vi era stato
l’intervento di un fattore piti potente. Ecco
quindi una preziosa indicazione : tutti i Pa­
pi, nati dal matrimonio o al di fuori, do­
vrebbero portare il nome della loro madre,
come fanno i figli naturali in Spagna.50
Mentre la madre è sempre certa, pater est
incertus. Sono figli extra-coniugali cui il
padre sovrannaturale ha assicurato un nu­
trimento spirituale di una natura del tutto
speciale.
Ci troveremo a cozzare contro un’altra
obiezione, già avanzata per lTmmacolata
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 83

Concezione di Maria : se i Papi sono stati


concepiti senza peccato (concepimento
impossibile attraverso l’atto sessuale nor­
male a causa della collusione col peccato
originale) e sono di conseguenza di origine
divina, come mai allora essi muoiono co­
me il resto degli umani ? A questo rispon­
deremo quel che si rispondeva nelle di­
scussioni sull’Immacolata Concezione di
Maria : anche il Cristo è morto. E tuttavia
era il figlio di Dio. E adesso che la natura
divina di Maria è stata proclamata per boc­
ca dei Papi, noi possiamo aggiungere : an­
che Maria è morta. Ma ella occupa comun­
que le funzioni piu alte — se non il massi­
mo posto — nel Cielo.
Vorrei infine cancellare un’ultima obie­
zione .- se i Papi, come Maria, sono di origi­
ne divina e sono stati preservati da ogni
peccato dalla gratia praeveniens, perché
non sono saliti al Cielo come Maria ? Certo
Maria è salita al Cielo., Ma si tratta della sola
sua anima o della sua anima assieme al suo
corpo ? Questo non è stato ancora risolto.
Come dubitare allora che le anime papali
non siano salite anch’esse al Cielo ? Ma la­
sciamo perdere tutto questo e domandia­
moci : bisogna proprio che le cinque per­
sone divine siano uguali tra loro ? Perché
esiste già una certa gerarchia fra le prime
tre persone e ciò è espressamente detto in
Sant’Atanasio, cosi come nella professione
di fede del Concilio di Trento : Dio Padre
esiste dall’eternità e non è stato creato ; Dio
Figlio esiste dall’eternità ma è stato genera­
to da Dio Padre; lo Spirito Santo esiste
dall’eternità ma proviene dal Padre e dal Fi­
glio — Maria, aggiungeremo, secondo la
84 OSKAR PANIZZA

dottrina della Chiesa, esiste dall’eternità


ma è stata generata dallo Spirito Santo ; in
lei il Verbo s’è fatto carne e dopo una vita
senza peccato è stata accolta in Cielo da
Dio. Il Papa nelle sue 260 successive incar­
nazioni è un’emanazione di Dio, predesti­
nato e generato dallo Spirito Santo, è l’an­
nunciatore delle rivelazioni divine sulla ter­
ra; egli ritorna a Dio dopo una vita senza
peccato. Constatiamo qui man mano una
specie di degradazione del Divino. Ma l’es­
senziale per il Cristiano rimane che egli ri­
conosca in queste cinque persone le cin­
que emanazioni di una potenza divina indi-
visibile e che queste cinque non sono che
uno.
Forse uno dei nostri lettori, trascinato
dalla sua ammirazione per la sapienza divi­
na e spinto dal desiderio di saperne di piu,
ci chiederà : ma come avviene l’Immacola­
ta Concezione dei Papi ? Qual è il suo pro­
cedimento esatto ? Non è permesso ai fede­
li conoscerlo ? Come s’accorgono le donne
di essere prescelte da Dio ? Da che cosa si
riconosce il Papa-figlio? Non esiste alcun
segno, alcun prodigio? — Al che noi ri­
sponderemo semplicemente? questo è uno
degli insondabili misteri della Sapienza di­
vina. Soltanto le tre maggiori potenze della
Divinità hanno il diritto di saperlo — nep­
pure il Papa prima della sua elezione. Quel
che rimane come movente della nostra in­
chiesta è di chiarire ancora certi punti, cer­
te conseguenze di natura terrena che risul­
tano dall’origine divina dei Papi. Ed è quel­
lo che tenteremo di fare nel capitolo suc­
cessivo.
»*•
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 85

1 Per i tedeschi (ahimè!, spesso troppo scarsa­


mente versati nelle Sante Verità della nostra
Chiesa), che leggeranno questo libro, è certo
necessario ricordare che col nome di Immaco­
lata Concezione della Vergine, bisogna intende­
re le circostanze nelle quali Maria stessa è stata
concepita da sua madre Anna, senza essere
macchiata dal peccato originale, e non le circo­
stanze nelle quali ella ha concepito il Cristo, fi­
glio di Dio. L’Immacolata Concezione del Cri­
sto (da parte di Maria e dello Spirito Santo) è dal
I secolo un articolo di fede della Chiesa cattoli­
ca; è stata definitivamente riconosciuta (gli stes­
si luterani ci credono) e costituisce la base stes­
sa della dottrina cristiana. L’Immacolata Conce­
zione di Maria (da parte dei suoi genitori Anna e
Gioacchino) fu fino a pochissimo tempo fa
molto dibattuta ed è stata riconosciuta solo dal
Papa Pio IX. Ricordiamo questi precedenti in
modo che il lettore non faccia come il vescovo
di Ermland, il quale, a una circolare del Papa re­
lativa all’interpretazione dei credenti riguardo
al concepimento di Maria (nel 1849), rispose
che nella sua diocesi la gente, per Immacolata
Concezione di Maria, intendeva il concepimen­
to del Cristo da parte dello Spirito Santo : *Sub
immaculata conceptions non ortum ejusdem
virginis sed conceptum dei-hominis in utero
virginale, operante spiritu sancto, apprehen-
dunt et credunt. » [Per immacolata concezione,
essi intendono e credono non la nascita della
Vergine stessa, ma il concepimento dell’uomo-
Dio nel grembo virginale, per l’intervento dello
Spirito Santo.] (« Pareri dell’episcopato cattolico
sulla definizione dogmatica dell’immacolato
concepimento della B.V. Maria. Roma 1854», I,
27). Che vergogna per una diocesi, che povertà
di spirito per un vescovo, che offesa per il San­
to Padre !

2 Vedi particolarmente «Lettera ai Romani», 5,


12 : «Quindi, come a causa di un solo uomo il
peccato è entrato nel mondo e con il peccato la
morte, cosi anche la morte ha raggiunto tutti gli
uomini, perché tutti hanno peccato...».
86 OSKAR PANIZZA

Vedi anche, per quel che concerne il peccato


originale, la notevole opera del padre B. Maria
de Rubeis, «Oc peccato originali», Venezia
1757.

5 «De malo quaest. 4» : «Peccatum originale ni­


hil aliud est quam concupiscencia cum caren-
tia originalis justitiae.» [Il peccato originale
non è altro che la concupiscenza con assenza di
giustizia originale.]

4 Già i francescani insegnavano che «il Papa può


sopprimere quanto sta scritto nei libri sacri»
(Cf. Guglielmo di Sant’Anjore, «De periculis
novissimorum temporum», 1256. Il Papa Ales­
sandro IV fece bruciare questo libro sostenen­
do che l’opinione dei francescani era una peri­
colosa novità). Il cardinale Bellarmino insegna­
va che se il Papa si sbagliava, raccomandava il
vizio e proibiva la virtù, «la Chiesa sarà tenuta a
considerare i vizi come buoni e le virtù come
cattive, se non voleva peccare contro la sua co­
scienza. » (Si Papa erraret praecipiendo vitia,
vel prohibendo virtutes, Ecclesia teneretur cre­
dere vitia bona et virtutes malas, nisi vellet
contra coscienciam peccare — Bellarmino,
«Disputationes de controversis cbristianea fi-
dei articulis», Lib. IV, Romae 1581-1592).

5 Geremia 1, 5: «Antequam exires de vulva,


sanctificavi te», — Prima che tu uscissi alla lu­
ce, ti avevo consacrato.
6 Luca 1, 15 : « Spiritu sancto replebitur adhuc ex
utero matris suae».

7 «Si igitur ante conceptum sui sanctificari mi­


nime potuit, quoniam non erat; sed nec in ip­
so quidem conceptu, propter peccatum, quod
inerat; restât, ut post conceptum, in utero jam
existens, sanctificationem accepisse credatur,
quae excluso peccato sanctum fecerit nativita-
tem, non tarnen et conceptionem. » [Se dunque
prima del suo concepimento ella potè essere
minimamente santificata, è perché non era ; ma
non, a dire il vero, in quello stesso concepi­
mento a causa del peccato, che era inerente ; ri-
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 87

mane che dopo il concepimento già esistente


nel ventre, si crede che ella abbia ricevuto la
santificazione che con il peccato escluso avrà
reso santa la sua nascita, ma non il suo concepi­
mento.] Bernardi, op. «Oeuvres de Saint Ber­
nard», Paris 1690.

8 «Jo. Duns Scoto opera», Lugduni 1629, VII 1,


91-100.

9 Alla circolare che Pio IX aveva indirizzato a tutti


i vescovi della Chiesa romana e in cui chiedeva
loro di esporgli con quale zelo i parrocchiani e
il clero attendevano la proclamazione solenne
dell’Immacolata Concezione di Maria, l’arcive­
scovo di Trani aveva risposto : »Enim vero per
illud clarius et abundantius elucent veritates,
quomodo ipsa Deifilia nobilissima et singula­
rs sponsa Dei aetema et immaculata, nec non
trinitatis comptementum evaserit, insuperque
corredemptricis nomai et gloriam promerue-
rit. » [Infatti, cosi, piu evidentemente e abbon­
dantemente risplende la verità secondo cui la
nobilissima e immacolata figlia stessa di Dio
certamente sarà divenuta il complemento della
Trinità e, inoltre, avrà meritato il nome e la glo­
ria di coredentrice.] «Pareri dell’episcopato cat­
tolico sulla definizione dogmatica dell’immaco­
lato concepimento della B.V. Maria», Roma
1854, I, 9, 10.

10 Non abbiamo conoscenza di questi fatti.

11 «Conceptio dupliciter accipi potest, vel enim


est adiva, in qua sancti B. Virginia parentes
opere maritali invicem convenientes praestite-
runt ea, quae maxime spedabant ad ipsius
corporis formationem, organisationem et di-
spositionem ad recipiendam animam rationa­
lem a Deo infundendam ; vel est passiva, cum
rationalis anima cum corpore copulatur. Ipsa
animae infusio et unio cum corpore debite or­
ganisai vulgo nominatur Conceptio passiva,
quae scilicet fit ilio ipso instanti, quo rationa­
lis anima corpori omnibus membris ac suis or-
ganis constanti unitur. » [11 concepimento può
essere considerato in due sensi : infatti, o è atti-
88 OSKAR PANIZZA

vo, quando i santi genitori della Beata Vergine,


con reciproca attività coniugale, in buon accor­
do, compiono cose che sono rivolte in massi­
mo grado alla formazione del corpo stesso,
all’organizzazione e alla disposizione per rice­
vere l’anima razionale infusa da Dio; oppure è
passivo, quando l’anima razionale si unisce con
il corpo. La stessa infusione e unione dell’anima
con il corpo organizzato è volgarmente chiama­
ta, come è giusto, concepimento passivo, il
quale, evidentemente, è fatto anima razionale
nell’istante stésso in cui si unisce a quel corpo
consistente, a tutte le sue membra e ai suoi
organi.]

12 Ehilà ! che paragone !

13 «An B. Virgo fuerit sanctificata in concepito­


ne, i.e. in commixtione, quae est in principiis
seminalibus viri et mulieris?» [Oppure la Beata
Vergine è stata santificata durante il concepi­
mento, ossia all’unione dei prìncipi seminali
dell’uomo e della donna?] «Summa univers,
theologiae», Libro IV, Venezia 1576.

14 «Summa univers, theotog.», Libro IV, Venezia


1576.

15 Vicentius de Bandelis, « Tractatus de singulari


puritate et praerogativa concepttonis salvato-
ris nostri Jesu Christi», Bologna 1481, IV,
pag. 1-9.

16 Ma questo spagnolo è tremendo ! Avrebbe fatto


meglio a citare un dottore della Chiesa. Ecco un
brano ben noto di Scoto Eriugena : «Deordinat
autem peccatum originale totam animam. »

17 Al Concilio di Costanza, il teologo parigino


Gerson diceva : «Joseph post originale contrac-
tatum sanctificatus est in utero.» [Giuseppe,
dopo la contrazione originale è stato santificato
nel ventre.] Gerson, «Opera», Basilea 1489.

18 Ahi ! Ahi !
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 89

19 Petrus Lombardus, * Sententiarum liber 3, dist.


3, quaest. 1: "Mariam totam Spiritus sanctus
in earn veniens a peccato prorsus mundavit. ’’
[Lo Spirito Santo venendo a lei purificò diretta-
mente e interamente dal peccato Maria.] L’in­
glese Beda nel VII secolo e Ugo di San Vittore
nel XI secolo insegnavano la medesima dot­
trina.

20 «Ciudad de Dios», biografia della Madre di Dio,


di Maria de Agreda, 1637, scritta nel chiostro
delle carmelitane scalze di Agreda.

21 Riteniamo di aver tradotto correttamente. Infat­


ti l’originale porta: «casera del cielo».

22 «Doctrinam, quae tenet, beatissimam virgi-


nem Mariam in primo instanti suae conceptio-
nis fuisse singulari omnipotentis Dei gratia et
privilegio, intuitu meritorum Christi Jesu sal-
vatoris hutnani generis, ab omni originalis
culpae labe praeservatam immunem, esse a
Deo revelatam, atque idcirco ab omnibusfide-
libus firmiter constanterque credendam (se.
definimus); quapropter si sui secus ac a nobis
definitum est quod Deus avertat, praesumpse-
rint corde sentire, ii noverint ac porro sciant,
se propriojudicio condemnatos esse. » [Bisogna
credere nella dottrina che afferma che la Beata
Vergine Maria, nel primo istante del suo conce-
pimento per eccezionale grazia e privilegio di
Dio onnipotente, in considerazione dei moniti
di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, fu
preservata, risparmiata da ogni macchia della
colpa originale, dottrina rivelata da Dio e, per
tal motivo, da tutti i fedeli fermamente e co­
stantemente (certamente ci limitiamo); ecco
perché se è definito il sesso che Dio allontana
da sé e da noi, essi credettero di sentire col cuo­
re, loro che avranno conosciuto e che sappiano
ormai che sono condannati dal loro stesso giu­
dizio.] Malou (vescovo di Bruges) «L’Immacola­
ta Concezione della Beata Vergine Maria consi­
derata come dogma di fede», Bruxelles 1857.
90 OSKAR FANIZZA

23 « Utrum constet B. Virginem in passiva, quam


vocant conceptione sua, seu quando ejus ani­
ma ad informandum corpus condita a Deo
est, contraxerit necne ut ceteri omnes Adaepo­
steri, originalem labem. » [Che si concordi per
la Beata Vergine, nel suo concepimento che
viene definito passivo, o quando la sua anima
fu racchiusa da Dio nel suo corpo in formazio­
ne e non che essa abbia riunito tutta la posterità
di Adamo nella colpa originale.] Pars I, pag. 1.

24 “Commixtio sexus, quae sine libidine esse non


potest, post peccatum primi parentis transmit-
tit peccatum originale in prolem.” «Compend.
Theol. c224r

25 Cosa cui faceva allusione già San Bernardo, cf.


sopra.

26 Evang. secondo San Giacomo, cap. XIX e XX.

27 Lehner, «L’adorazione di Maria durante i primi


secoli», Il ed. 1886, pag. 200.

28 Ibid. pag. 220.

29 Ibid. pag. 217-220.

30 «Rapporto storico sull’origine e gli effetti delle


nuove medaglie della Vergine », Munster 1839,
pag. 27.

31 Ibid. pag. 41.

32 Ibid. pag. 64.

33 Ibid. pag. 68 e 126.

34 Ibid. pag. 156.

35 Litania mariana del V secolo.

36 Sotto il Papa Leone X, 1513.

37 Liguori, «Glorie di Maria», Venezia 1784, 2 voli.

38 Oswald, «Martologia», Paderborn 1850, pag.


L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 91

39 «Quapropter sanctissima virgo ea cujusque-


modi sanctitate dotata esse debuit, quae ali-
quatenus cum Dei ipsius comparari sanctitate
posset. » [Ecco perché ella dovette essere dotata
di ogni tipo di santità, questa Santissima Vergi­
ne che, per tal motivo e quanto alla santità, po­
tè essere paragonata con lo stesso Iddio.] Perro­
ne, «De Immaculato B.V. Mariae Conceptu»,
Milano 1852, pag. 63.

40 «Optime enim nostris venerabiles fratres,


omnem fiduciae nostrae rationem in sanctissi­
ma vèrgine esse collocatam. » [Infatti, ottima­
mente per noi venerabili fratelli, tutta la ragione
della nostra fiducia è posta nella Santissima Ver­
gine.] «Enciclica di N.S. Papa Pio IX datum
Calete die 2 Feb. an. 1849 Pontificatus Nostri
anno tertio. »

41 Fermati là, spagnolo ribaldo ! Questa è una re­


sponsabilità che non ti potrai assumere senza ri­
schiare la dannazione — lascia che il tuo dogma
venga proclamato una cinquantina di anni piu
tardi.

42 Allusione a una celebre canzone patriottica di


Ernst M. Arndt dell’epoca delle guerre di libera­
zione (1813): «Quel Dio che volle che la terra
producesse il ferro, non volle che vi fossero
schiavi... »

43 Sembrerebbe che l’autore abbia letto Nietz­


sche.

44 Dopo la morte di Adriano VI nel 1524, che fu


l’ultimo straniero a occupare la Santa Sede, gli
italiani sostengono: «Lo Spirito Santo non in­
tende altro che l’italiano. »

45 Nella sua opera «De sacramentis», 1,1, pag. 7 c.


23.

46 Forse non è sfuggito al lettore attento, versato


nella letteratura profana moderna, che certe esi­
genze della morale si sono manifestate già nei
III secolo, quelle che Tolstoij ad esempio pone
nel suo racconto «La Sonata a Kreutzer» : rinun-
92 OSKAR PANIZZA

ciare ad ogni creazione attraverso l’atto sessuale


per lasciare una buona volta perire l’umanità, in
modo da vedere quel che avverrà. Se gli uomini
fossero stati cosi coerenti come il loro maestro
Origene, il quale per resistere alle tentazioni, si
evirò colle proprie mani, il conte Tolstoi) gran­
de maestro della morale attuale, non si sarebbe
dato la pena di riprendere questa dottrina né di
considerare il grande gesto al quale egli si trova
cosi sospinto; (NdE.- infatti Tolstoij, come vo-
levasi dimostrare, «• cospirò conseguentemen­
te» in maniera tale da consentire a diciassette
figliolesse/figlioli, o giti di li, di gustarne di­
rettamente i succhi!).

47 »De Civitate Dei» XII, 25. Dottrina ripresa, co­


me si sa, da Malebranche e Geulincx in quello
che viene chiamato «l’occasionalismo».

48 »Bernardi epistola ad canonicos Lugdunen-


ses* Opera, Parigi 1719, I, 169-172.

49 «Athanas. Comm. in Luc.», Galland, V, pag.


187.

50 Anche in Germania.
Ill
ANTROPOLOGIA
DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
DEI PAPI
I
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 95

Dopo aver esaminato la nascita dei Papi,


consideriamo ora la loro vita. Anche qui
troveremo parecchi enigmi in grado di al­
largare e precisare certi punti di vista della
nostra dottrina.
Tentiamo dapprima di trarre qualche
conclusione da questo nuovo dogma, il
principio dell’origine divina dei Papi. È un
fatto stupefacente cui non si attribuisce
sufficiente attenzione che sui 260 Papi che
hanno vissuto finora, la gratia praeve-
niens abbia quasi sempre baciato degli ita­
liani, o piu esattamente delle italiane, sic­
ché l’asserzione dei Romani: «Lo Spirito
Santo capisce solo l’italiano», non sembra
privo di fondamento — benché noi non
abbiamo sollevato il problema di sapere se
nei misteriosi rapporti tra lo Spirito Santo e
le madri dei Papi fosse necessaria la parola.
Allorché lo Spirito Santo ricoprì Maria con
la sua ombra non pronunciò una parola, a
giudicare dalle Scritture. S’accontentò di
farsi annunciare dall’arcangelo Gabriele.
Purtroppo, tutte le madri dei Papi sono
morte e non possiamo chiedere ad alcuna
di loro se fosse stata avvertita da presenti-
menti, presagi, voci sovrannaturali, ecc. E
così rimarrà in futuro, perché quando un
Papa sale in cattedra, sua madre è di solito
defunta e s’è portata il suo segreto nella
tomba, così come ha fatto il suo sposo tem­
porale — se poi almeno era sposata. Que­
sto dunque è un insondabile, mistero che
forse sarebbe meglio non cercare di appro­
fondire. Bisogna credere senza cercare di
comprendere.
Un altro punto che merita di essere chia­
rito è l’elezione dei Papi, la scelta fatta dal
96 OSKAR PANIZZA

conclave. È ben noto che i cardinali, spinti


da ogni specie di considerazione tempora­
le, ossia da promesse di denaro, organizza­
no loro stessi l’elezione (alcuni nella spe­
ranza che un giorno tocchi a loro), scelgo­
no un Papa piu vecchio possibile, ecc. — e
tuttavia la scelta cade sempre sul predesti­
nato, sul Figlio dello Spirito Santo. In que­
ste condizioni occorre che uno stupefacen­
te fenomeno psichico avvenga nello spirito
dei cardinali nel corso del conclave; una
specie di ottenebramento, effetto della
gratia praeveniens, deve condurli — loro
malgrado, è vero — a scegliere come can­
didato il piu valido, anche per le faccende
terrene, quello che lo Spirito Santo ha scel­
to fin dall’eternità, predestinato, generato
e fornito per tutta la sua vita della grazia.
Ad esempio, in certi casi, un certo cardina­
le crederà fermamente che l’eletto dello
Spirito Santo gli aveva promesso trecento
scudi in cambio del suo voto — mentre in
realtà tale promessa proveniva da un altro.
Curiosa transustanziazione, sulla quale le
dottrine moderne relative alla «suggestio­
ne» potrebbero gettare qualche luce. In
questo stesso ordine di idee è esatto che
dopo l’elezione tutti i cardinali che non ri­
cevevano il denaro promesso si ritenevano
frustrati, delusi dall’indocilità dell’eletto o
da qualche altro tratto del suo carattere e
che sempre, senza eccezioni, essi erano in­
soddisfatti del nuovo Santo Padre.
Diverso è il caso di un fenomeno che, fi­
no ai nostri giorni, è rimasto un enigma
nella vita dei Papi e che ha causato ai teolo­
gi e agli storici santi parecchi tormenti e
delusioni. Vogliamo parlare degli atti appa­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 97

rentemente criminali, dei bassi istinti,


dell’immoralità, della vita dissoluta di molti
Papi. È cosi — per non citare che qualche
esempio — che nel 904 l’amante di Teodo­
ra, celebre e corrottissima cortigiana, sali al
soglio papale col nome di Sergio III; che
Giovanni, arcivescovo di Ravenna, amante
della medesima Teodora, fu Papa dal 914 al
928 col nome di Giovanni X; che una figlia
della stessa Teodora, la «criminale» Maro-
zia fece di suo figlio il Papa Giovanni XI nel
931 ; che un nipote di questa Marozia, il de­
pravato, immorale Ottaviano, si attribuì il
titolo supremo all’età di diciott’anni col
nome di Giovanni XII e regnò dal 956 al
964; che alla stessa età, il dissoluto Teofi-
latto occupava il trono di San Pietro con il
nome di Benedetto IX (1033-1041), che
continuò la sua vita di deboscia pur rima­
nendo Papa, volle sposarsi e infine vendet­
te il suo titolo supremo, per riprenderselo
in seguito, dopo essersi accorto che il suo
successore era incapace di difendere quella
carica ; sappiamo che Bonifacio VIII ha for­
mulato delle eresie a proposito di Dio e
della Santa Trinità. Quanto alla vita dissolu­
ta che conducevano i Papi di Avignone,
Petrarca ce ne ha dato conto. Per non af­
fliggere troppo il cuore dei nostri lettori,
taceremo su Alessandro VI e la famiglia
Borgia [perlomeno curioso e tendenzioso,
comunque, Il concilio d’amore, NdT], la
giovane età di quasi tutti i Papi e moltissi­
me altre cose ancora che non sono possibi­
li che in Italia.
Ma che cosa vogliono dire questi fatti
per coloro che credono fermamente — e
noi speriamo che sia il caso dei nostri letto-
98 OSKAR PANIZZA

ri — all’origine divina dei Papi ? Qui toc­


chiamo il punto centrale del nostro studio
sull’antropologia dei successori di San Pie­
tro, ossia : nei Papi, come nel Cristo, biso­
gna distinguere una duplice natura, una
duplice volontà, una divina e libera da ogni
peccato, l’altra umana, quindi peccatrice e
soggetta alla tentazione. Non ci vediamo
niente di straordinario. Il Diavolo, infatti,
che ben prima di noi ha capito la natura dei
Papi, si è visto obbligato a tentare l’impos­
sibile per rendere inefficace, per paralizza­
re, distruggere questa creazione divina che
è il rappresentante del Cielo sulla terra. È
cosi che egli dispiega tutte le sue forze piu
diaboliche contro certi Papi per spingerli
alla caduta. Ma il suo successo è unicamen­
te esteriore e illusorio. Esausto, costui se
ne fugge per un po’ e allora abbiamo un
lungo periodo di calma in cui il Maligno ri­
nuncia ad assalire una fortezza tanto im­
prendibile. Risultato : una serie di Papi,
uno piu notevole dell’altro per la loro vita
esteriore. Poi l’eterno nemico, avendo riu­
nito di nuovo le forze, ricomincia il suo
giochetto. Cosi ritroviamo nei Papi un’eco
dell’antica leggenda di Merlino : l’eterna
lotta delle forze delle tenebre contro ogni
essere umano che partecipa della Divinità.
Se il Cristo stesso è stato tentato dal Diavo­
lo (Luca 4, 2), come meravigliarsi che il Pa­
pa sia senza posa esposto ai suoi attacchi ?
Il fatto, ancor piu incomprensibile, che vi
siano stati tra i genitori dei Papi delle putta­
ne, dei criminali, degli assassini, ci potreb­
be indurre in errore quanto alla loro origi­
ne divina. È semplicemente la prova che il
Diavolo non indietreggia dinanzi a nulla
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 99

per screditare un figlio di Dio, per perderlo


agli occhi dei credenti, per rendere impro­
babile la dottrina della sua Immacolata
Concezione (cosa che, del resto, gli è fino­
ra riuscita). E se un’unica cosa ci dovesse
sorprendere in quest’ordine d’idee, è che
anche il Cristo abbia dovuto subire simili
lordure in seno alla tribù di Davide : tra i
suoi progenitori ci fu un uomo che andava
a letto con la propria nuora, Giuda (I, Mosè
38, 18); una puttana: Raab (Giosuè 2,1 —
Matteo 1, 5) e infine un uomo che aveva
del sangue sulle mani, lo stesso Davide (2
Sam. 4, 12). Ma il Cristo era il figlio di Dio.
Di conseguenza se ci si chiede : forse che i
tremendi misfatti dei Papi, prima ricordati,
forse che le porcherie dei progenitori sono
dei peccati ? noi risponderemo : no ! Po­
trebbero mai essere dei peccati se il Papa
non fosse stato senza peccato ? Certo, sa­
rebbero dei peccati e dei delitti per chiun­
que altro ma non per il Papa. Il Papa, inve­
ce, non può peccare : si duo faciunt idem,
non est idem [Se due persone fanno la stes­
sa cosa, non è la stessa cosa]. Sarebbero dei
peccati se il Papa non passasse per santo fin
dal primo istante della sua elezione, se non
fosse chiamato Sanctissime Pater. Perché
ciò che conta non è l’atto stesso, ma l’origi­
ne, la natura di colui cbe lo commette. I
peccati dei Papi appartengono alla loro na­
tura umana, terrena, esposta più di chiun­
que altro alle tentazioni del Diavolo, ma
non hanno a che vedere con la loro natura
divina — rimangono come le scorie del lo­
ro secolo.1
Questo ci porta a porre un’altra doman­
da che solleva parecchie difficoltà di ordi-
100 OSKAR PANIZZA

ne speculativo e dialettico : che ne è dei Pa­


pi dopo la loro morte? Se si pensa che
durante il regno di un Papa il suo successo­
re — parimenti originato dallo Spirito San­
to — è già vivo e che il successore può già
esistere sotto le specie di un bambino,
dobbiamo ammettere, secondo i nostri
principi che non vedono vie d’uscita, che
tre incarnazioni della Divinità possono tro­
varsi assieme sulla terra. Quando un Papa
muore, il suo elemento divino si trova per
il fatto stesso liberato e non ha bisogno di
essere trasmesso al suo successore, giacché
quest’ultimo ne è dotato dallo Spirito San­
to dalla sua nascita; questo elemento divi­
no ritorna allora a Dio, da cui era uscito.
Ma soltanto il Papa che occupa effettiva­
mente il trono di San Pietro è il vero rap­
presentante di Dio ; solo da lui emana una
potenza creatrice illimitata, sulla terra co­
me in Cielo. Gli altri Papi, quelli che ven­
gono e quelli che se ne vanno, non sono
che manifestazioni parziali dello Spirito
Santo, allo stato latente, in qualche modo,
e stanno al Papa come la crisalide sta alla
farfalla. Il Papa vero è parte della « Quintu­
nità».
Certo, sarà difficile per i profani immagi­
nare che una parte di tale Quintunità debba
sempre trovarsi sulla terra. Ma non era lo
stesso per il Cristo ? Anche lui, parte inte­
grante della Divinità, conosciuta allora sot­
to il semplice vocabolo di Trinità, ha vissu­
to, benché creato dall’eternità, un certo
lasso di tempo sulla terra, incarnando Id­
dio stesso, proclamando i suoi principi, le
sue definizioni, i suoi dogmi. Poi venne
crocifisso e risali in Cielo. La nostra dottri-
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 101

na è la stessa per quel che concerne i Papi,


ma con una differenza : mentre il Cristo vive
adesso in Cielo sotto le specie di un Dio, la
natura divina dei Papi, dopo aver lasciato la
terra, si fonde nuovamente con la Divinità ;
senza di questo, infatti, al posto di una
Quintunità, avremmo 259 porzioni divine
— il che farebbe un totale di 264 divinità
che non dovrebbero però fare che uno so­
lo, giacché la nostra religione è monoteista.
Dunque, solamente il Papa che vive sulla
terra costituisce la quinta persona della Di­
vinità. Ora, queste cinque persone, benché
separate da un’enorme distanza, non fanno
che uno. L’assenza — piu o meno lunga —
delle persone divine dal Cielo è d’altronde
(ed è sempre stata) necessaria, nella nuova
come nell’antica Alleanza. Iddio Padre stes­
so ha lasciato il Cielo a varie riprese : egli si
intrattenne con Mosè nel roveto ardente,
sul monte Sinai e fu in rapporto continuo
con Noè e Abramo. Il Cristo è rimasto
trent’anni sulla terra, Maria sicuramente
all’incirca altrettanto; quanto allo Spirito
Santo, non fa, per cosi dire, che passare; il
Papa, invece, rimane tutta la vita sulla ter­
ra. Cosi tutto si armonizza e si fonde in una
lieta unità.
Data la novità dell’argomento, pensiamo
che sia inopportuno dilungarci ulterior­
mente. Le due nature del Papa sono legate
organicamente oppure esistono separata-
mente ?
Il rappresentante del Cristo esprime la
volontà di quest’ultimo oppure dello Spiri­
to Santo che l’ha generato o ancora la sua
propria volontà in quanto quinta persona
della Quintunità ? Il suo corpo è di natura
102 OSKAR PANIZZA

puramente umana, come quello del pecca­


tore oppure non è che semplice apparenza
(cosi come i Docetisti sostenevano per il
Cristo) e si trova cosi preservato dalla de­
composizione ? Il Papa partecipa, per la sua
natura divina, alla redenzione dell’umanità
e gli si può dare il titolo di co-redentore ? È
inferiore o superiore alla Vergine Maria?
Può essere considerato come un’incarna­
zione del logos nel senso che intendevano
gli gnostici ? È sottomesso alla potenza del
Demiurgo ? Tutte queste domande e molte
altre ancora evocano le difficoltà sollevate
dall’arianesimo e dal nestorianismo ed es­
sendo di stretta competenza della teologia
o del misticismo, non possiamo esaminarle
qui. Basta che colui che la cristianità chia­
ma proprio Padre, la cui natura dopo inizi
modesti ha subito una cosi gloriosa evolu­
zione, colui che comanda in cielo come in
terra, che lega e scioglie ogni cosa, che
possiede le chiavi di San Pietro, basta, dice­
vo, che ci appaia adesso attraverso un in­
sondabile mistero, come un’emanazione
della Divinità invisibile, che sia il segno vi­
sibile della grazia accordata alla Chiesa (al
di fuori della quale non v’è salvezza), re e
sacerdote, dottore, annunziatore delle Ve­
rità Divine, Dio e uomo insieme, terrore
degli eretici e del Diavolo, dolce profumo
dei credenti e delle anime redente.2
Prima di terminare questo capitolo, get­
tiamo uno sguardo d’assieme sulla dottrina
cosi definita della natura divina dei Papi,
cosi come appare a grandi linee e riassu­
miamola entro poche tesi chiare e forti, in
grado di incidersi facilmente in tutte le me­
morie :
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 103

1. Il Papa è immacolato ed è stato


concepito senza peccato.

2. Egli è, quanto alla sua anima,


un’incarnazione dello Spirito Santo, dun­
que un’emanazione della Divinità; dal pri­
mo momento della sua unione con un cor­
po mortale fino al suo ritorno alla Quintu-
nità, quest’anima rimane sulla terra monda
dal peccato originale e dagli altri peccati
mortali.

3. II Papa è la quinta persona della


Divinità.

4. Gli atti di certi Papi, in apparente


contraddizione, agli occhi del volgo, con la
purezza immacolata dell’anima papale, de­
vono essere attribuiti alla loro duplice na­
tura, una divina e l’altra umana; a quest’ul-
tima appartiene tutto il lato affettivo, pas­
sionale che, partecipando della vita terrena
non può essere immunizzato contro l’in­
flusso del Demonio.

5. Dopo aver compiuto la sua mis­


sione terrena, l’anima del Papa ritorna ver­
so la Divinità nella quale si fonde comple­
tamente.

6. Ogni Papa vivente sulla terra co­


stituisce la quinta persona della Divinità. A
seguito di una prodigiosa disposizione, il
Papa, emanazione palpabile della Divinità
sulla terra, è tuttavia sempre presente in
Cielo in qualità di quinta persona. È un mi­
stero.
104 OSKAR PANIZZA

7. La persona e l’elezione del Papa


sono decise dall’eternità.

8. Il Papa non può peccare (non po­


test peccare).

9. Grazie alla riflessione, alla medi­


tazione, l’anima del Papa è capace di crea­
re, ossia di materializzare i suoi pensieri.
Creazione ex nihilo (cf. «Purgatorio, conti­
nenti e isole, organizzazione del Cielo do­
po il IX secolo»).

10. La madre del Papa, prescelta co­


me vaso dell’incarnazione divina, subisce
una santificazione particolare dalla grazia
preventiva. Il suo matrimonio terreno non
ha nulla a che vedere con questo miracolo
divino.
**»

1 Come dice tanto bene Alzog : « Noi riconoscia­


mo l’assistenza divina promessa alla Chiesa nei
fatto che, anche se è uno dei peggiori rappre­
sentanti della sua istituzione fondamentale (os­
sia il Papato), il Papa non può essere rinnegato
né scacciato dalla coscienza dei credenti.» Al­
zog, « Universalgeschichte der christlichen Kir­
che-«, VII ed., Magonza I860, pag. 681.

2 «...in cujus aspectu angelorum intellectus stu-


pet, hominum sapientia delirat, daemonum li-
vor frendet, ecclesia gloriatur et exultât »
[... dall’aspetto degli angeli, la sua intelligenza è
paralizzata, la saggezza degli uomini delira, la
malvagità dei demoni si accanisce, la Chiesa si
glorifica e trionfa], secondo l’iscrizione di una
famosissima statua.
IV
PARTE APOLOGETICA
LE 101 PROVE DELL’IMMACOLATA
CONCEZIONE DEI PAPI
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 107

Prima di esporre le prove dell’Immacola­


ta Concezione dei Papi e della loro divina
origine, faremo qualche osservazione pre­
liminare.
Un tempo si pensava che ogni articolo di
fede della Chiesa cattolica dovesse o figu­
rare nei libri rivelati o quanto meno esser
stato confermato dalla bocca stessa di un
Apostolo. Tutto ciò andava benissimo e
non poteva avere che felici conseguenze
finché i Papi si trovavano ancora in una fa­
se preparatoria della loro evoluzione e
ignoravano quel che lo Spirito Santo atten­
deva da loro. Piu tardi, si credette che i Pa­
dri della Chiesa fossero anch’essi ispirati
dalla saggezza divina e si collegarono i loro
scritti alla Bibbia come fonte di secondaria
108 OSKAR PANIZZA

importanza. Ma non per molto tempo. Una


simile posizione si rivelò difficile da mante­
nere. Appena i Papi ebbero organizzato il
Purgatorio, si riconobbe che l’essenziale
delle verità cristiane non poteva trovarsi
nei libri rivelati, perché cosi come i Padri
della Chiesa, essi non facevano parola di
questa creazione pirogenica. Finalmente, il
Papa, geniale costruttore di questo regno
extra-terrestre, passò progressivamente in
primo piano. Ci si credette però ancora ob­
bligati a fare ricorso ad altri supporti per af­
fermare quella che veniva chiamata l’auto­
rità della Chiesa; si dichiarò dunque che i
teologi più eminenti, soprattutto quelli che
erano stati canonizzati, avevano anch’essi
la loro parola da dire quando si trattava di
stabilire un nuovo dogma. Ma neppure
questo durò molto a lungo. Si comprese
ben presto che i teologi non avevano la mi­
nima influenza appena non erano dello
stesso parere del Papa. Si sarebbe dovuto
in quel momento proclamare chiaramente
e coraggiosamente che l’unica personalità
in grado di decidere su un dogma, di im­
maginarlo, di crearlo, era il Papa. Ma l’invi­
dia, la meschinità degli animi si frapposero.
D’altronde tutti credevano ancora che il
Papa fosse un semplice mortale a imitazio­
ne del vulgum pecus dei preti e dei cardi­
nali. Gli uomini non volevano vedere; Dio
acceca sovente i suoi fedeli, allo scopo di
purificarli con lunghe prove («Essi sono
ciechi; i loro occhi non vedono e i loro
cuori non sentono »). Occorreva continua-
mente fare ricorso a nuove fonti, a nuove
esegesi. Si pensò allora che oltre alla rivela­
zione, ai Padri della Chiesa, ai teologi, an-
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 109

che le visioni e le estasi delle pie vergini


potessero apportare il loro sostegno a un
dogma. Piu tardi, coi gesuiti, apparvero gli
argumenta rationis e quando questi a loro
volta si rivelarono insufficienti, si dichiarò
che per l’adozione di un dogma bastava
«l’opinione devota» o la «tradizione». Fino
a quel giorno dell’8 dicembre 1854, me­
morabile tra tutti, allorché il Papa Pio IX
completò quel capolavoro che rimarrà il
modello per ogni creazione papale, voglia­
mo dire la desessualizzazione postuma del­
la Madre di Dio. Da allora si seppe di che
cosa si trattava. Tutti riconobbero che le
fonti tradizionali erano belle e buone, in­
dubbiamente necessarie per farsi un’opi­
nione, ma che, quando si trattava di creare
veramente, erano ormai inutili, ovvero
piuttosto inquietanti, in ogni caso certa­
mente non decisive. Fu un vero sollievo
quando degli uomini come Perrone procla­
marono ben chiaro che quel che era decisi­
vo in. materia di dogmi, era sapere se il
Papa ci credeva, se l’aveva definito come
tale;1 quando Passaglia scrisse nella sua
opera in tre volumi sulla desessualizzazio­
ne di Maria : la maniera in cui ci è stata ma­
nifestata (ossia attraverso il Papa) dimostra
che essa appartiene a quelle verità sgorgate
dalla fonte stessa della rivelazione divina e
che giungono a nostra conoscenza attra­
verso una celeste ispirazione ;2 quando Ma-
lou, vescovo di Bruges, dichiarò nella sua
celebre opera : « Dal momento che i pastori
e il gregge professano con unanime accor­
do una dottrina dogmatica, è certo che tale
dottrina è vera e rivelata. »3
A partire da quella data, fedeli e teologi
10 OSKAR PANIZZA

furono convinti : si poteva pensare, imma­


ginare, inventare tutto quello che si vole­
va, infliggersi una macerazione dopo l’altra
per ottenere la grazia di una visione, cre­
dersi trasportati in stato di trance fin sugli
scalini del trono della Quintunità, tutto ciò
non diveniva valido, non si intendeva co­
me verità rivelata, se Egli non l’aveva toc­
cato col suo dito divino, se Egli non l’ave­
va divulgato con la sua divina bocca. Ecco
quello che conferisce a tutti coloro che
fanno ricerche religiose, un certa libertà.
L’onta della ritrattazione non è più neces­
saria, perché ogni teoria è ipso facto pura
fantasia, finché Egli non l’ha riconosciuta.
Anche noi abbiamo usato largamente di ta­
le libertà e aspettiamo la Sua sentenza per
sapere se siamo stati o no illuminati dallo
Spirito Santo.
Poste tali premesse, il lettore serio com­
prenderà quali sono state le nostre inten­
zioni accumulando delle prove tratte dalle
Sacre Scritture, dai Padri della Chiesa, dai
teologi, dalle visioni delle vergini, dagli ar­
gumenta rationis, dalla tradizione e
dall’opinione dei devoti. Queste prove che
ci paiono parlare con vigore e convinzione
a favore dell’origine divina dei Papi saran­
no nulle e non avvenute, finché Lui, l’an-
nunziatore delle verità rivelate, penserà
«che non è giunto il momento di procla­
mare ai fedeli i profondi misteri della sag­
gezza divina» — come fece Gregorio XV
nel i622 respingendo l’entusiasmo prema­
turo dei nostri compatrioti a favore
dell’Immacolata Concezione di Maria. Sa­
ranno un ben fragile sostegno per i timora­
ti, questa lenta fanteria della retroguardia
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 111

cattolica, che pensa che un dogma procla­


mato dal Papa, suo divino Capitano, abbia
ancora bisogno di tale concorso.
Per quel che riguarda il lato puramente
formale di tali prove, faremo osservare, per
coloro che non hanno molta familiarità
con le dimostrazioni della nostra Chiesa,
che noi distinguiamo gli argomenti intrin­
seci e gli argomenti estrinseci, quelli che
sono inclusi nel soggetto stesso e quelli
che sono apportati dall’esterno. In altri ter­
mini, anche noi distinguiamo le prove che
contengono il dogma explicite, ossia che
esprimono il dogma con il loro semplice
enunciato, e quelle che lo contengono im­
plicite, ossia che si possono soltanto svi­
luppare e dedurre a partire dal dogma. Le
prime sono direttamente intellegibili.
Quando ad esempio affermo : Papa est
Deus, la divinità del Papa emerge diretta-
mente da questa frase senza che vi sia biso­
gno di altre spiegazioni. Le seconde sono
piu ardue; l’affermazione che esse conten­
gono è solo implicita, è avviluppata, nasco­
sta nella frase. Perrone, cui sovente ci sia­
mo richiamati, dice in modo eccellente, di
questa seconda specie di prove : « Un’altra
specie di verità sono quelle che non sono
che implicitamente contenute in una paro­
la rivelata da Dio, e qui bisogna considera­
re parecchie possibilità: alcune sono irri­
conoscibili, avviluppate come in un velo,
nascoste in una specie di penombra, da cui
devono essere tirate fuori con un’ampia e
sicura analisi; le altre vi sono contenute
esplicitamente, sono riconoscibili in sé ; so­
no queste delle verità che stanno al dogma
come la conclusione sta alle premesse. Una
112 OSKAR PANIZZA

terza specie, infine, è così intimamente col­


legata ad altri dogmi che non può esserne
estratta che da una riflessione e una dedu­
zione rigorose».4 Si vede con che sotti­
gliezza e con quale prudenza si esprime lo
scrittore religioso rotto alla discussione
formale delle questioni teologiche. In real­
tà, gli argumenta che bisogna dedurre ex­
plicite offrono le maggiori difficoltà. La
gente superficiale, insufficientemente pre­
parata a un simile tema, farà bene a tener­
selo per detto, cosi come quelli che, senza
aver mai studiato la teologia, pretendono
di scriverne da uomini di mondo. Non è
dato a tutti scoprire, decifrare i misteri di­
vini, soprattutto quando si vuol ricorrere al
secondo metodo. Solamente i sapienti ispi­
rati, gli asceti che hanno dedicato la loro
vita agli studi teologici e apportano al loro
compito altrettanta devozione che intelli­
genza, sono atti a una simile impresa.
Per quel che riguarda gli argomenti che
seguiranno, faremo ancora rimarcare che
bisogna vedere in essi il frutto di lunghi an­
ni di studio e di meditazione, compiuti
quasi sempre implicite.
Ai suoi tempi, padre Zoller aveva raccol­
to cento prove dell’Immacolata Concezio­
ne di Maria.5 Noi crediamo di non dover
essere da meno, se non vogliamo dare l’im­
pressione che l’Immacolata Concezione
dei Papi sia d’importanza minore, tanto piu
che per quel che concerne Maria, tutto ciò
ch’ella è oggi, tutto quello che possiede, la
sua posizione di preminenza nel Cielo (a
parte i suoi rapporti con la seconda perso­
na della divinità), lo deve ai Papi. Cosi
quindi abbiamo raccolto cento prove e
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 113

poiché ci si può facilmente sbagliare con­


tando fino a cento, ne abbiamo aggiunta
una in sovrammercato, ossia in tutto cen-
touna prova dell’Immacolata Concezione
dei Papi.

A.
PROVA PRINCIPALE

1. Il Papa sarà immacolato e divino,


nel momento in cui lui lo crederà. Ora, egli
lo crederà appena lo potrà. E lo potrà appe­
na lo vorrà. Ma siccome la divinità della sua
persona ha delle ripercussioni sulle altre
persone della Divinità, con le quali egli
non deve essere che un’unità e siccome es­
sa non dipende più che da Lui, è necessario
che delle disposizioni precedenti siano sta­
te prese in Cielo. Dunque, la sua divinità
esiste in realtà fin dall’eternità per le altre
persone del Cielo; per i comuni mortali
non esisterà che a partire da quando Egli la
crederà e la definirà. Ora, poiché Egli può
crederla appena lo vorrà ed Egli la crederà
appena lo potrà, Egli la crederà e la defini­
rà ; poiché questo futuro ha in questa occa­
sione il carattere di una necessità assoluta,
irrevocabile, bisogna dunque che Egli cre­
da e definisca la sua divinità — e questo,
naturalmente, in piena libertà divina. Infi­
ne, siccome tutto ciò che Egli crede e defi­
nisce si trova ipso facto compiuto, come
abbiamo mostrato, di conseguenza la sua
divinità, la sua Immacolata Concezione so­
no già un fatto compiuto. Egli dunque è
Dio.6
114 OSKAR PANIZZA

B.
PROVE TRATTE DAI LIBRI RIVELATI

2. «Il tuo trono sta in eterno» (Ebrei


1, 8). Si tratta del trono di San Pietro, visto
che non se ne conoscono altri. Trono qui
significa colui che è seduto sul trono.
Quindi l’eternità viene cosi conferita al Pa­
pa. Ora, l’eternità è un attributo divino e
chi lo possiede, possiede tutti gli altri attri­
buti. Dunque, se il Papa è dotato di attribu­
ti divini egli non può essere che Dio.

3. «Ecco, oggi ti costituisco sopra i


popoli e sopra i regni per sradicare e demo­
lire, per distruggere e abbattere, per edifi­
care e piantare» (Geremia 1, 10). Questo ri­
guarda in modo del tutto particolare il Pa­
pa. Dio non poteva dire : « Costituisco il Pa­
pa... », perché Geremia non lo avrebbe ca­
pito ; i popoli della terra non conoscevano
ancora il Papa, a quel tempo. Iddio invece
lo conosceva. Ora, siccome colui che rice­
ve cosi dalle mani di Dio un simile dominio
sul mondo e che lo esercita, dev’essere piu
potente non solo degli uomini, ma di tutti
gli uomini riuniti insieme, ossia onnipoten­
te, il Papa è quindi onnipotente. Ora, l’on­
nipotenza è un attributo divino e colui che
ne possiede uno solo li possiede tutti (giac­
ché la Divinità è indivisibile), quindi il Papa
è Dio.

4. «Ho posto il mio spirito su di lui;


egli porterà il diritto alle nazioni» (Isaia 42,
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 115

1). Questo concerne tipicamente il Papa.


Ora, poiché colui che possiede lo spirito di
Dio è egli stesso di natura divina, giacché
possiede contemporaneamente tutti gli al­
tri attributi, il Papa è dunque di natura di­
vina.

5. «Mentre chi neppure si sospetta­


va cinse il diadema » (Siracide 11,5). Anche
questo si attaglia perfettamente al Papa. In­
fatti, mentre i re che portavano la corona si
credevano al di sopra dei Papi che non
portavano che la mitra, Iddio impose a
questi ultimi dapprima una semplice, quin­
di una tripla corona che gli diede il potere
di togliere la loro corona ai re. E siccome la
corona è il simbolo del dominio mondiale,
il Papa si vide cosi confermare il suo domi­
nio sul mondo. Ora, ciò implica l’onnipo­
tenza, quindi la divinità.

6. « Tale è infatti il sommo sacerdote


che conveniva a voi: santo, innocente e
immacolato» (Ebrei 7, 26). Questo è chia­
ro. Quale altro sacerdote se non il Papa po­
trebbe rivendicare questi tre attributi ?
Ora, siccome la purezza immacolata — e
dunque anche quella che appartiene al
concepimento — è indissolubilmente lega­
ta all’origine divina, come abbiamo dimo­
strato prima, il Papa è dunque divino.

7. «Egli regnerà con tutta la sua po­


tenza nell’eternità» (Cronache 30, 11).
Questo riguarda chiaramente il Papa. Ora,
poiché la potenza eterna non può toccare
che a una persona divina, il Papa è dunque
una persona divina.
116 OSKAR PANIZZA

8. « Sarà lui a costruire una casa de­


dicata al mio nome e io penserò a stabilire
in eterno il suo trono regale » (2 Samuele 7,
13). Questa casa è il Vaticano e il trono non
può essere che il trono di San Pietro. Que­
sto passaggio si riferisce dunque al Papa la
cui dominazione eterna riceve cosi l’attri­
buto della divinità.

9. « Ed ecco che il leone aprirà il li­


bro e i suoi sette sigilli» (Apocalisse 5, 5).
Allusione ai Papi che si sono chiamati Leo­
ne. Il libro misterioso è quello di cui si par­
la allo stesso capitolo, versetto 3 : « Ma nes­
suno né in cielo né in terra né sotto terra
era in grado di aprire il libro». Viene cosi
predetto ai Papi che si chiamano Leone, e
quindi al Papa in generale, che compiran­
no un’azione di cui le altre divinità sono in­
capaci. Quindi essi sono simili a Dio.

10. « A te darò le chiavi del regno dei


cieli» (Matteo 16, 19). Questo si riferisce al
Papa, tutti lo sanno bene. Ora, siccome co­
lui che possiede le chiavi di una casa è il pa­
drone di questa casa, il Papa è dunque il
padrone del Cielo, ossia Dio.

11. « Giacché non è con misura che


Dio dona lo Spirito» (S.Giovanni 3, 34), ri­
guarda sempre il Papa e significa : egli gli
dà lo Spirito senza misura. Ora, colui che
possiede lo Spirito divino senza misura, è
egli stesso Dio.

12. «Egli cambierà i pensieri delle


nazioni» (Salmi 33, 10) riguarda ancora il
Papa. Egli d’altronde lo ha dimostrato, ad
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 117

esempio, nella faccenda degli Albigesi, nel­


lo sterminio dei Templari, in Spagna, ecc.
Colui che possiede tanta saggezza da cono­
scere i pensieri degli uomini e tanta poten­
za da cambiarli, è incontestabilmente di
origine divina.

13. «E il diavolo mostrò a Gesù tutti


i regni del mondo con la loro gloria e gli
disse : tutte queste cose io ti darò » (Matteo
4, 8-9). Ora, egli non gliele ha date. La pri­
ma persona che, dopo il Cristo, possa pre­
tendere un regalo simile e rifarsi a questo
brano della Bibbia è certamente il rappre­
sentante del Cristo, ossia il Papa. Infatti,
egli possiede tutti i regni della terra o alme­
no ne ha distribuiti parecchi e in piu ripre­
se. Quanto alla gloria del mondo, egli la
possiede al piu alto grado.7 Ora, colui che
possiede tutti i regni della terra e tutta la
gloria del mondo — chiunque sia colui che
glieli ha dati — si trova elevato al di sopra
di ogni potenza umana ; egli è dunque on­
nipotente e, di conseguenza, Dio.

14. « Salirò in cielo e innalzerò il mio


trono al di sopra degli astri di Dio» (Isaia
14, 13). Questo non può che riferirsi al Pa­
pa, giacché Lui solo lo ha veramente fatto.
Colui che è capace di una simile impresa è
un Dio.

15. «Tu hai condannato la terra ed


essa si fermerà» (Salmi 119, 90). Questo
non può che alludere a Urbano Vili che,
nel 1633, quando Galileo affermava che la
terra girava, decretò che essa era immobile
e fece gettare Galileo in prigione. Nessuno,
118 OSKAR PANIZZA

che sappiamo noi, né Dio né il Cristo né lo


Spirito Santo né Maria hanno potuto mai
fregiarsi di un simile atto. Colui che lo
compie è almeno un Dio. Ora, quel che va­
le per un Papa, vale per tutti i Papi.

16. «Io ti ho conosciuto e ti ho ama­


to prima che ti avessi formato nel grembo
di tua madre » (Geremia 1, 5). Questa paro­
la di Dio si rivolge al Papa, che è nato senza
la partecipazione paterna, senza l’interven­
to dell’atto sessuale e che proprio per que­
sto è divino.

17. «Coloro che egli ha maledetto


saranno sterminati» (Salmi 37, 22). Si parla
qui di coloro che il Papa ha scomunicato e
che secondo la Bolla In coena Domini del
1627 non dovevano trovare piti né tetto né
pane e di conseguenza erano votati alla
morte. Un simile effetto non poteva prove­
nire che da una maledizione divina e colui
che l’ha pronunciata è un Dio.

18. « Colui che tu benedici, è bene­


detto, e colui che tu maledici, è maledetto »
(Mosè 22, 6), si riferisce da un lato ai nipoti
e ai parenti del Papa che, da lui benedetti,
acquisirono con disinvoltura immensi re­
gni e d’altro lato a tutti coloro che, avendo
disobbedito al Papa, si trovarono da un
giorno all’altro spossessati delle loro terre,
dei loro beni e della loro corona. Queste
due categorie di personaggi testimoniano
della potenza divina del vescovo di Roma.

19. «A voi è dato conoscere i misteri


del regno dei cieli» (Matteo 13, 11). Allu-
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 119

sione ai Papi che, unici, sono chiamati a


proclamare sulla terra i misteri divini. Ora,
colui che conosce i misteriosi voleri di Dio
deve essere egli stesso di natura divina.

20. «Coloro che fanno violenza al


regno dei cieli e se ne appropriano » (S. Gio­
vanni 11, 12). Si tratta sempre dei Papi che,
essendo penetrati con la forza nel Cielo,
adesso vi si sono definitivamente sistemati
e sono cosi divenuti degli Dei.

c.
PROVE TRATTE DAI PADRI DELLA
CHIESA E DAI TEOLOGI

21. «Il Papa — scrive Alzog8 — è


una nuova incarnazione del Salvatore sotto
forma umana. » Ora, poiché ogni forma del
principio redentore è di natura divina, i Pa­
pi sono, di conseguenza, divini.

22. Il famoso storico delle religio­


ni Walch intitolò una delle sue opere Ob-
servationes de Christo Papa. Il Cristo è
considerato qui come una specie di Papa,
conseguenza logica: il Papa dev’essere
considerato come una specie di Cristo e di
conseguenza come una persona divina.

23. Nella sua opera dal titolo Del


Papa, De Maistre scrive: «Il Papa è colui
sul quale poggia tutta la Chiesa cristiana;
senza di lui questa Chiesa è impensabile;
ogni Chiesa che non dipenda dal Papa non
è che un “cadavere ghiacciato”.»9 Per la
qual cosa, il Papa è colui che dà la vita e il
120 OSKAR PANIZZA

calore alla Chiesa e la fede cristiana senza il


Papa non è che deserto e morte. Il Papa
quindi è al di sopra del Cristo. È quindi un
Dio.

24. Baronius, storico dei Papi, affer­


ma, nella sua poderosa opera, che « persino
gli angeli manifestano dinanzi al trono pa­
pale un atteggiamento di timore e di rispet­
to».10 Ora, siccome finora, a quel che ne
sappiamo, gli angeli non testimoniavano il
loro rispetto che a Dio, colui che è assiso
sul trono dei Papi non può essere che un
Dio.

25. Clemente VI, Papa di Avignone


(1342-1352) affermava di poter comandare
agli angeli e di poter spedire chiunque in
Cielo, in Purgatorio o all’Inferno.11 Ora,
siccome ciò esige, soprattutto per quest’ul­
tima operazione, una potenza almeno divi­
na, bisogna che il Papa sia Dio.

26. I francescani sostenevano che il


Papa aveva maggior potere di San Pietro.12
Ora, costui già possedeva le chiavi del Cie­
lo, il potere di legare e sciogliere ogni cosa
in Cielo. Bisogna dunque che un potere su­
periore intervenga per regolamentare le
prerogative divine e colui che lo possiede
dev’essere di natura divina.

27. Le Litanie di Maria chiamano la


Vergine, fin dal V secolo, «Sorella dello
Spirito Santo». Ora, i Papi, in qualità di rap­
presentanti del Cristo, stanno alla Vergine
come il Cristo sta a lei: sono in qualche
modo i suoi figli e quindi i nipoti dello Spi­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 121

rito Santo. Una parentela cosi prossima


con le persone divine, anche o soprattutto
se si tratta di una perentela puramente spi­
rituale, è impensabile senza il possesso di
attributi divini. Quindi, i Papi sono di natu­
ra divina.

28. Liguori chiama Maria espressa-


mente «Figlia di Dio Padre».13 In conse­
guenza di quanto precede, i Papi sono i
nipoti di Dio, qualità sufficiente a conferir
loro la divinità.

29. Lo stesso Liguori chiama ancora


Maria « Fidanzata e sposa della terza perso­
na»,14 grado di parentela che fa dei Papi i
generi, nel senso mistico, dello Spirito San­
to; il che basta ancora a fare rivendicare
per essi gli attributi divini.

30. Se si riflette su questi molteplici


rapporti di parentela — nipoti di Dio, gene­
ri e nipoti dello Spirito Santo — se si consi­
dera poi che i Papi, in qualità di rappresen­
tanti del Cristo, hanno pure diritto al titolo
di Figli di Dio, senza parlare dei loro rap­
porti mistico-allegorici con la Vergine at­
tualmente onnipotente in Cielo, se si riflet­
te a tutto ciò, dicevo, il carattere divino è
proprio il minimo che questi rapporti pos­
sano loro conferire (soprattutto se ci si
rammenta tutto ciò che i nipoti del Papa
hanno potuto ottenere grazie alla loro pa­
rentela).

31. Ecco un passo del diritto cano­


nico, confermato dal Concilio di Trento :
« Il Papa può fare tutto quanto è al di sopra
122 OSKAR PANIZZA

della legge, contro la legge, al di fuori della


legge».15 Un potere tanto illimitato non
può essere che di un Dio.

32. Altro brano del diritto canoni­


co : « Io sono il Re dei Re, la mia legge è la
legge suprema».16 Questo è ugualmente
impensabile senza il carattere divino.

33. Il giurista Baldus chiamava il Pa­


pa nel XIV secolo Deus in terris.17 È quan­
to il nostro studio tenta di dimostrare.

34. Il Concilio di Trento affermava


del Papa: «Ejus est suprema auctoritas;
quidquid novi instituit est verum divinum
et salvificum ideoque a laicis majoris esti-
mandum Dei vivi praeceptis. » [La sua au­
torità è suprema : tutto ciò che egli stabili­
sce di nuovo è vero, divino e salutare e per
questo, da un buon numero di laici, ritenu­
to precetto del Dio vivente.] Questo non
ha bisogno di commenti.18

35. Nello stesso brano si trova anco­


ra: «db omnibus honore divino bonorari
debet. »19 [Da tutti egli deve essere onorato
della stima divina.] Siccome non si posso­
no esigere onori divini che per un Dio, bi­
sogna dunque che il Papa sia Dio.

36. Ecco un terzo pezzo : « Flabet


potestatem scripturam immutandi et pro
voluntate sua augendi et minuendi. »20
[Egli ha il potere di modificare le Scritture
e, a sua volontà, di aumentarle o diminuir­
le.] Chi può in tal modo correggere Dio,
non può essere che Dio.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 123

37. Il giurista Baldus, già citato, rias­


sume cosi il suo pensiero sulla natura divi­
na del Papa : « Est causa causarum et pri­
mae causae nulla causa. »21 [Egli è la causa
delle cause e nessuna causa della causa pri­
ma.] Se il Cristo stesso (generato da Dio) e
se lo Spirito Santo (emanazione di Dio)
hanno la loro origine in Dio, il Papa che è
l’origine di tutte le cose, non può essere
comparato che a Dio. Questa è una frase
che dovrebbe convincere il più esperto dei
filosofi e il piu recalcitrante degli scettici.

38. Secondo le prescrizioni della


Chiesa, il sacerdozio non poteva essere ac­
cordato ai castrati: si pensava infatti che
quelli che son privi della loro virilità fosse­
ro incapaci, durante la Santa Messa, di crea­
re il corpo del Cristo dalla farina di frumen­
to. Ora, siccome molti di quei menomati
facevano ogni sforzo per ottenere la supre­
ma dignità sulla terra e non si riusciva a im­
pedirglielo, il Papa rese loro la virilità, die­
tro il pagamento di una grossa somma di
denaro, intimando loro di «attaccare
all’ombelico quel che gli era stato taglia­
to».22 Compiendo una restitutio ad inte­
grum. È inutile dimostrare che a nessuno
può riuscire un’operazione simile se non è
provvisto del potere divino.

39. Durante l’elezione di Papa Fa­


biano (236), mentre tutti erano indecisi e lo
stesso Fabiano non voleva assistere all’ele­
zione che come spettatore, una colomba
bianca si posò sulla sua testa. Era lo Spirito
Santo. Tutti lo riconobbero immediata­
124 OSKAR PANIZZA

mente. Da quell’epoca, lo Spirito Santo


partecipa all’elezione. Ora, che io sappia, la
divinità non ha mai preso parte cosi aperta­
mente a favore di un uomo né gli ha invia­
to una delle persone celesti con simile
incarico. L’ultimo intervento di questo ge­
nere risale al battesimo del Cristo. Ecco
perché bisogna proprio concludere che se
i Papi hanno beneficiato di un simile favo­
re, è perché essi sono persone divine.

40. Quella stessa colomba bianca


apparve ancora verso l’anno 600 per forni­
re a Gregorio Magno una penna con cui
egli scrisse le sue celebri opere, tutte ispira­
te dallo Spirito Santo e che gli valsero per
questo motivo il soprannome di «Magno».
Altro motivo, piu imperativo ancora, per
pensare che, nonostante l’aiuto celeste che
essi ricevono, i Papi sono degli esseri di­
vini.

41. È per mezzo di questa penna


bianca che lo stesso Gregorio Magno creò
il Purgatorio, o almeno il Purgatorio prima
versione, dove gli inviò da allora in poi le
anime degli uomini. Sorprendente creazio­
ne ! Perché nessuno, né prima né dopo di
lui ha mai creato un regno con un tratto di
penna — a maggior ragione al di fuori della
terra. Se ci fossimo attenuti finora a delle
semplici supposizioni, potremmo adesso
affermare che colui che creò un tale regno
è un Dio.

42. La dottrina dei francescani, se­


condo cui il Papa può far estinguere le
fiamme del Purgatorio dagli angeli,23 è in
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 125

perfetta armonia con quanto precede.


L’esistenza di questo luogo extra-terreno,
che numerosi eretici si ostinano curiosa­
mente a negare, cosi come negano la divi­
nità del suo fondatore, dovrebbe essere
elevata al rango di certezza apodittica.

43. I monaci mendicanti insegnava­


no poi che il Papa aveva una duplice natu­
ra, sia divina che terrena ;24

44. che egli aveva una duplice vo­


lontà, sull’esempio del Cristo, una umana e
l’altra divina;25

45. che il Papa era piu «benigno»


del Cristo.26 I primi due punti di questa
dottrina fanno del Papa l’uguale del Cristo,
il secondo gli attribuisce il perdono dei
peccati e ne fa il co-redentore. Sono ele­
menti atti a completare il carattere divino
che noi reclamiamo per Lui.

46. Altra dottrina dei francescani : il


Papa è quasi-Dio.27 Perché questa esitazio­
ne ? Colui che può fare quel che il Papa ha
fatto è in tutto e per tutto un Dio.

47. Celestino V il Santo (1294-1296)


intese a varie riprese delle voci che parla­
vano in latino. Che solo l’italiano sia la lin­
gua del Cielo, come affermavano i Romani,
o che le divinità non abbiano alcun biso­
gno di una lingua terrestre, questo riguar­
do manifestato al Papa a favore della lingua
della Chiesa lascia supporre il carattere di­
vino di colui al quale queste voci si rivolge­
vano.
126 OSKAR PANIZZA

48. Alla corona semplice che i Papi


portavano in origine, Giovanni XXII e Be­
nedetto XII ne aggiunsero una seconda,
poi una terza. Questo triregno simbolizza­
va le tre parti del mondo. Allorché tale sim­
bolo perdette significato con la scoperta
dell’America e dell’Australia, si attribuì al
triregno il significato di dominio sulla ter­
ra, nei cieli e sotto la terra. Questa è un’in­
terpretazione che sembra piu conforme e
più ampia e permette di riconoscere imme­
diatamente la sovranità divina di colui che
porta tale corona.

49. Nelle loro definizioni, nei loro


proclami, nei loro ordini e nelle loro sco­
muniche, i Papi iniziano con queste paro­
le : placuit Nobis et Spirititi sancto. Questa
formula riconosce benignamente la colla­
borazione dello Spirito Santo, ma la dispo­
sizione dei suoi termini mostra bene che la
partecipazione del Papa non è quella mino­
re e afferma perentoriamente il suo caratte­
re divino.

50. Giovanni XXII, uno dei Papi di


Avignone che appartiene al periodo in cui
la potenza dei Papi s’è sviluppata con l’aiu­
to di Dio, decise che i santi e i giusti si tro­
vavano, anche sulla terra, «faccia a faccia
con Dio». Ora, siccome è perlomeno dub­
bio che Dio Padre abbia tollerato o appro­
vato questa intrusione nell’ordinamenro
delle cose celesti, ci si può chiedere con ra­
gione se, fin da quell’epoca — agli inizi del
XIV secolo — i Papi non avessero messo le
mani sul regno dei Cieli, attribuendosi cosi
la potenza divina.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 127

51. Dopo Gregorio Magno, morto


nel 604, i Papi permisero di liberare prema­
turamente le anime del Purgatorio attraver­
so preghiere e messe speciali. Cosa che
non poteva provenire, come il fuoco stes­
so, che da una potenza divina.

52. Alessandro VI (1492-1503) e i


suoi successori scorciavano il soggiorno in
Purgatorio contro una tassa fissa imposta ai
parenti ancora viventi. Ecco un atto pura­
mente divino, se si tiene presente soprat­
tutto che le anime cosi riscattate, con o
senza la volontà di Dio, dovevano trovare
in cambio del loro riscatto le porte del Cie­
lo aperte.

53- E se una simile manifestazione


di potere assoluto potesse ancora essere
superata, citeremo la Bolla di Clemente VI
che ordinava agli arcangeli, guardiani del
Paradiso, di far entrare direttamente in Cie­
lo le anime di quelli che erano morti an­
dando a Roma per le feste del giubileo.28

54. O ancora la «Porta d’oro» di


Alessandro VI, che non veniva aperta se
non per l’anno del giubileo e che ogni visi­
tatore poteva superare quante volte voles­
se per cancellare i suoi peccati e i peccati
degli altri ;

55. oppure infine la «Confraternita


delle preghiere» come esistono ai giorni
nostri ; per cancellare i peccati futuri il Pa-
128 OSKAR PANIZZA

pa dispone in anticipo di migliaia di anni di


Purgatorio che egli distribuisce a quelli i
cui peccati gli paiono degni d’assoluzione.
Queste tre specie di assoluzione superano
di gran lunga il riscatto attraverso il sangue
del Cristo e sono di conseguenza l’espres­
sione di un potere divino.

56. Secondo il «probabilismo», dot­


trina istituita dai gesuiti, non si è tenuti a
conformarsi all’opinione piu probabile,
piu sicura, ma si ha il diritto di agire secon­
do l’opinione meno certa.2? Ora, ai giorni
nostri, il dogma dell’Immacolata Concezio­
ne dei Papi non è stato ancora proclamato
e costituisce quindi il minus probabile e
tutti coloro che basano i loro princìpi mo­
rali sul probabilismo hanno di conseguen­
za il diritto di crederci. Ora, i probabilisti
appartengono a quella che si può definire
l’opinione pubblica della Chiesa e siccome
questa opinione è, secondo Perrone, Ma-
lou, Passaglia e altri, decisiva per stabilire
un articolo di fede, la dottrina dell’Imma­
colata Concezione dei Papi, ossia la loro di­
vinità, si trova valida in diritto e, di conse­
guenza, vera. Dunque il Papa è Dio.

57. L’«equiprobabilismo», altra


dottrina morale, permette di seguire
un’opinione verosimile, allorché l’opinio­
ne contraria è parimenti verosimile. Ora, la
questione di sapere se il Papa è nato imma­
colato, se è di origine divina, non essendo
risolta e non legando per nulla la coscienza
del lettore, può ricevere una risposta o ne­
gativa o positiva. Le due opinioni sono
dunque ugualmente verosimili. L’equipro-
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 129

babilista può in questo caso adottare l’una


o l’altra. Ma da devoto figlio della Chiesa,
egli adotterà quella che maggiormente
onora il Papa, ossia quella secondo cui
quest’ultimo è di origine divina. Ora, sic­
come gli equiprobabilisti appartengono
all’opinione pubblica della Chiesa... (vedi
sopra, prova 56)... dunque il Papa è Dio.

58. Il «probabiliorismo», dottrina


morale infinitamente piu sottile, restringe
ancora il cerchio di ciò che è permesso ed
esige che in caso di incertezza si adotti
l’opinione piu verosimile. Ora, per tutti co­
loro che hanno letto il nostro studio con
una certa attenzione, l’Immacolata Conce­
zione dei Papi è l’ipotesi piu verosimile.
Dunque il vero probabiliorista può, che di­
co, deve accertarla. Ora, siccome i proba-
bilioristi fan parte... (vedi sopra)... dunque
il Papa è Dio.

59. Il «tutiorismo» (da tutus, sicuro,


certo), dottrina energica e severa, si attiene
in tutte le circostanze all’opinione certa,
anche se l’opinione opposta possedesse un
piu alto grado di probabilità. L’autore si
crede in diritto di sperare che il lettore be­
nevolente — anche se all’inizio gli apparis­
se più verosimile che il Papa fosse mac­
chiato dal peccato originale — dopo aver
assorbito le cinquantotto prove preceden­
ti, abbia acquisito la totale certezza che il
Papa è immacolato; tanto più che l’autore
ha raccolto le sue centouno prove solo per
non rimanere in disavanzo con le cento
prove di padre Zoller riguardo l’Immacola­
ta Concezione di Maria. Una sola prova do-
130 OSKAR PANIZZA

vrebbe essere sufficiente per i tutioristi, a


maggior ragione cinquantotto. Ora, sicco­
me i tutioristi... (vedi sopra)... dunque il
Papa è Dio.

60. L’« antiprobabilismo», dottrina


ardua che il non iniziato esiterà ad adottare
quando farà il suo esame di coscienza, è
quello che si spinge ai limiti estremi del ri­
gore. Secondo questo, bisogna assoluta-
mente seguire l’opinione certa, anche se
l’opinione opposta devesse avere per esso
il massimo di verosomiglianza.30 Ora, sic­
come un articolo di fede non può passare
per assolutamente certo se non quando la
Santa Sede l’abbia adottato e definito, l’Im­
macolata Concezione dei Papi dev’essere
respinta dagli antiprobabilisti. È qui che
domandiamo al lettore la massima circo­
spezione : ora, la Santa Sede ha condannato
l’antiprobabilismo.31 Questa dottrina è
dunque falsa e anche il suo ragionamento.
Di conseguenza, l’affermazione degli anti­
probabilisti, secondo la quale il Papa sareb­
be macchiato dal peccato originale è pari-
menti falsa. Ora, il Papa o è immacolato o
non lo è, non vi sono altre soluzioni. Sicco­
me una delle possibilità è stata rigettata, la
seconda è dunque vera. Dunque il Papa è
nato senza peccato — ed è di origine divi­
na. E colui che è di origine divina è egli
stesso Dio. Di conseguenza, il Papa è Dio.
Giungiamo cosi, partendo dall’antiproba­
bilismo, per quanto con delle deviazioni e
non senza difficoltà, all’affermazione che il
Papa è Dio.

61. I predicati optimus, maximus


L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 131

non si riferiscono, all’infuori di Dio, che al


Papa. Il che porta direttamente a conclude­
re per la sua divinità.

62. Solus Papa non potest incurre-


re censuram, quia nulli est subjectus^2 di­
ce un passaggio della teologia morale cat­
tolica (solamente il Papa non è sottoposto
ad alcuna censura). Se i re e gli imperatori
stessi sono sottoposti a censura, bisogna
che il Papa sia un essere soprannaturale, di­
vino, giacché neppure Dio lo può censu­
rare.

63. Il Papa, dice il gesuita Santarel,33


ha il potere di correggere i principi, di de­
porli in caso di eresia e di sciogliere i loro
sudditi dal vincolo verso di essi, anche se
la sola ragione è che i principi sono incapa­
ci di governare. Cosa che no può dipende­
re da un semplice potere umano. Bisogna
dunque che il Papa riceva qui l’aiuto di
Dio.

64. La Chiesa insegna che il Papa


possiede il supremo potere terreno in ana­
logia alla prima persona della Trinità ; la su­
prema dignità sacerdotale in analogia alla
seconda persona e la suprema funzione di
predicatore in analogia alla terza persona.
Con ciò la Chiesa pone come principio che
il Papa è l’analogia della Trinità, dunque di
Dio. Siccome l’essenza divina non è com­
parabile a nulla di ciò che esiste al mondo
e, d’altra parte, il Papa è paragonato a tale
essenza divina, sembra corretto considera­
re quindi il Papa come Dio, senza cavillare
oltre.
132 OSKAR PANIZZA

65. Quando nel 1585 Sisto V venne


eletto in modo inatteso per acclamazione e
per adorazione, la Chiesa dichiarò che
«l’elezione era avvenuta con l’intervento
diretto dello Spirito Santo». Ecco un caso,
dopo tanti altri similari nel passato, in cui la
mano di Dio è visibile. E siccome un Dio
non può prendere posizione in maniera
così sorprendente se non per un altro Dio,
bisogna che il Papa sia Dio.

66. I Papi ricevono l’attributo di


sanctus, ma anche di impeccabilis (incapa­
ce di peccare). Ora, siccome il concetto di
peccato racchiude in sé anche il peccato
originale, il Papa si trova allo stesso tempo
preservato dal peccato originale; egli è
dunque immacolato e, quindi, Dio.

67. Il Medioevo chiama poi i Papi


immortales. Siccome non può trattarsi
d’immortalità dell’anima, che è presente
anche nell’ultimo dei gaglioffi/4 si tratterà
o dell’immortalità del suo corpo oppure di
una superiore elevazione dell’anima e, in
entrambi i casi, di un carattere divino.

68. Nell’anno 1385 apparve un libro


di San Francesco d’Assisi alla gloria di Dio,
Liber conformitatum S.Francisci cum Jesu
Christo. Se un semplice monaco mendi­
cante si può vantare di essere «in confor­
mità» con Gesù, ossia di possedere degli
attributi divini, a maggior ragione il Papa,
che è ben al di sopra di un monaco mendi­
cante.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 133

69- Bonifacio Vili dichiarò un gior­


no : Maria fuit virgo, ut mater mea (Maria
era vergine, come mia madre). Parecchi
suoi contemporanei vi vollero vedere un
cenno di scetticismo, un sarcasmo nei ri­
guardi della verginità di Maria, e dunque
un’eresia. Macché! Ribaltiamo il giudizio
dicendo: Maria era senza alcun dubbio
vergine cosi come la madre di Bonifacio
Vili, dunque Bonifacio è stato concepito
senza peccato. Cosi ristabiliamo la sua or­
todossia e la sua divinità.

70. Celestino V (1294-1296) a chi si


chiedeva se un Papa poteva dimettersi dal­
la sua carica, rispose che era una cosa im­
possibile, giacché «essa viene direttamente
da Dio». Questa è una frase che rivendica
implicitamente tra Dio e i Papi un rapporto
che non può far apparire questi ultimi che
sotto una luce divina.

71. L’arcivescovo di Udine, rispon­


dendo alla circolare di Pio IX sull’opinione
del clero e dei fedeli riguardo al nuovo
dogma, scriveva : « Beato Santo Padre,
Maestro di Verità, Intermediario tra il Cielo
e la Terra ! si levi la tua apostolica voce a
proclamare con la certezza che viene da
Dio : Maria è sempre stata immacolata ! »35
Ora, secondo l’opinione generale dei saggi,
noi non possiamo conoscere le verità su­
preme; persino degli empi come Lessing
hanno dichiarato : « La verità intera appar­
tiene solo a Dio ». Dunque, il Papa, in quan­
to Maestro di Verità, non s’accontenta di
conoscere tutte le verità, a somiglianza di
134 OSKAR PANIZZA

Dio, ma deve essere capace di crearle, il


che presuppone almeno la Divinità.

72. Il vescovo di Asti diceva in una


lettera al Papa: «Tu che apri le porte del
Cielo, che hai conoscenza dei misteri e dei
decreti nascosti della Divinità, Tu che sei
in rapporto di amicizia con Gesù, Tu cui
Dio stesso rivela le verità, rivelaci il Privile­
gio di Maria ! ®36 Per colui che porta simili
titoli, il titolo di Dio non è piu che un com­
plemento formale.

73- Bonifacio Vili concludeva cosi


la sua famosa Bolla Unarn Sanctam : « Su­
besse Pontifici Romano omnem creatu­
ra™ humanam declaramus, definimus,
dicimus et pronuntiamus omnino esse de
necessitate salutisi. [Noi dichiariamo, defi­
niamo, diciamo e proclamiamo che è asso­
lutamente necessario per la sua salvezza
che ogni creatura umana sia sottoposta al
Pontefice Romano.] Non è questo forse il
linguaggio di Dio ?

74. Le dispense accordate dal Papa


in caso di giuramenti e di trattati, conclusi
nel nome di Dio, erano già il segno di una
potenza divina.

75. L’assoluzione accordata dal Pa­


pa Clemente VI al re di Francia Giovanni II
che lo scioglieva « da ogni giuramento già
pronunciato o che egli pronuncerà in futu­
ro e che gli riuscisse difficile mantenere *37
equivale a una espropriazione vera e pro­
pria di Dio a favore del Papa. Solo un Dio
ne è capace.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 135

76. I giuristi del diritto canonico di­


cevano : « Essendo il Papa rappresentante
del Cristo, ogni appello della sua bocca è
un appello del Cristo a Dio; perché è lo
stesso tribunale». Cosi il Papa è non soltan­
to la suprema istanza, ma la suprema istan­
za divina.

77. È scritto nel Libro 41, c. 11, qu.


1 del diritto canonico: dopo Costantino,
nessun tribunale temporale può accettare
denunce contro un ecclesiastico, perché
questi è un « dio » e non può essere giudica­
to che da Dio. Se gli ecclesiastici sono già
degli Dei, il Papa dev’essere almeno un
super-Dio.

78. Un altro passo del diritto cano­


nico dice ancora : « Se il mondo intero fos­
se di avviso diverso dal Papa, l’opinione
del Papa dovrà prevalere. Egli è Tutto, è al
di sopra di tutto e fa un cerchio di un qua­
drato».38 Egli dunque possiede un potere
soprannaturale.

79. Adriano IV (1154-1159) fece do­


no dell’Irlanda al re d’Inghilterra Enrico II,
fornendo come motivo: «Tutte le isole,
quali che siano, sono proprietà di San Pie­
tro» . Questo è un atto che rasenta l’arbi­
trio divino.

80. E Callisto III (1455-1458) dichia­


rò in una Bolla, in virtù della quale egli do­
nava tutta l’Africa al re del Portogallo Al-
136 OSKAR PANIZZA

fonso V: «Callisto III, Pontefice Romano,


possessore delle chiavi del Regno Celeste,
successore e rappresentante del Cristo, di­
spone secondo la Considerazione Paterna
di tutti gli imperi del mondo e di tutti quelli
che li abitano, quali essi siano. »39 Chi di­
spone cosi di tutta la terra non ha forse il
diritto di chiamarsi Dio ?

81. Clemente VI in una Bolla del


1342 dava la seguente definizione: «Una
sola goccia del sangue versato dal Cristo è
bastata a riscattare l’umanità; quanto al re­
sto di quel sangue e alla sua potenza reden­
trice, è il Papa che ne dispone, in quanto
rappresentante del Cristo, per l’assoluzio­
ne di quelli che a lui piaccia assolvere.»
Ammettiamo che da parte del Cristo fosse
puro disinteresse lasciare disporre al Papa
del suo sangue, meno una goccia, ma con­
statiamo d’altronde che il Papa cosi acqui­
sisce la qualità di co-redentore dell’umani­
tà e di conseguenza attributi divini.

82. San Giustino martire, nel II se­


colo, insegnava che Dio aveva fatto parto­
rire il Cristo da una vergine, unicamente
per mostrare agli uomini che si poteva par­
torire al di fuori dell’unione dei sessi e che
era meglio astenersi da ogni atto sessuale in
ragione del peccato che gli è inerente.40
Naturalmente, tutti i monaci, i preti, ecc.
hanno ripreso questa idea, che piu tardi
certe sette protestanti come gli Herrenhu-
ter, gli Swedenborghiani hanno fatto
ugualmente loro sotto forma di « matrimo­
nio casto», i cui membri hanno praticato
fin dall’inizio l’astinenza sessuale. Ora,
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 137

malgrado tutto, certi Papi hanno avuto dei


figli ; Alessandro VI ad esempio ne ebbe sei
e uno di loro è persino divenuto Papa col
nome di Paolo III (1534-1549). I Papi sono
dunque riusciti in quel che nessuno, a par­
te la Vergine Maria, era riuscito a fare, ossia
a creare degli uomini al di fuori di qualsiasi
atto sessuale. Ecco perché essi non posso­
no essere che di natura divina.

D.
PROVE TRATTE DALLA TRADIZIONE
E DALLA PIA OPINIONE.

83. L’ordinamento cattolico — or-


do — pone il prete cosi in alto, si dice, che
non è possibile offenderlo che con l’aiuto
del Diavolo, suadente diabolo. Se dunque
il semplice prete si trova già tanto lontano
dall’uomo ordinario che a quest’ultimo è
necessario un aiuto diabolico per infligger­
gli una semplice offesa, bisogna che il Papa
si trovi posto quanto meno in Cielo — per
rispettare le distanze — in un luogo in cui
centomila diavoli non potrebbero raggiun­
gerlo. Quindi egli è di natura divina.

84. I semplici mortali dovevano in­


ginocchiarsi per tre volte dinanzi al Papa
appena lo vedevano, prima di avere il dirit­
to di baciare la sua pantofola. Gli stessi
principi e gli imperatori, come Luigi il Ger­
manico, nipote di Carlo Magno, si gettava­
no ai suoi piedi e rimanevano a lungo con
la fronte nella polvere. Questo è nell’ordi­
namento : tali segni di rispetto non si pro­
digano che a un Dio.
138 OSKAR PANIZZA

85. Non pare dubbio che il celibato


dei preti, costantemente imposto dai Papi
nonostante vigorose resistenze, trovi la sua
origine nell’ostilità dei Papi all’atto sessua­
le, ostilità naturale a ragione della loro Im­
macolata Concezione ; sicché la creazione
fisica, rozza, peritura, lascia il posto a una
creazione spirituale ispirata dallo Spirito
Santo, come si vede nei dogmi, le defini­
zioni e le bolle. Da questa disposizione an­
tisessuale noi deduciamo l’Immacolata
Concezione e da quest’ultima la divinità.

86. Allorché Pio VI giunse a Vienna


nel 1782, la sua pantofola veniva messa
nell’anticamera degli appartamenti che egli
occupava e migliaia di persone venivano
ad adorarla e a baciarla con fervore. Venne
portata nel domicilio delle famiglie piu in­
signi che ne avevano fatto domanda. Simili
onori non sono resi che a un Dio.

87. Per le feste del trono di San Pie­


tro a Roma, si esponeva la Santa Sedia
all’adorazione pubblica. Cosa già piu com­
prensibile, perché una sedia è a contatto
piu stretto col suo possessore che una bab­
buccia. È una prova che chi siede su detta
sedia viene considerato un Dio.

88. Quelli che vengono chiamati i


glossatori del diritto canonico credevano
fermamente al paragone — divenuto arti­
colo di fede — del Papa con il sole e
dell’imperatore con la luna. In virtù di ciò,
calcolavano che il Papa era 47 volte (e se­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 139

condo alcuni 7.744 volte) più grande


dell’imperatore. Cosa che sarebbe suffi­
ciente per farne un Dio.

89- Alessandro VI diceva che il Papa


era al di sopra degli uomini nella propor­
zione in cui l’uomo è al di sopra degli ani­
mali. Questo ancora basta per farne un
Dio.

90. D’altronde, gli animali non sono


tanto bestie come pensava Alessandro VI,
giacché ogni volta che il Papa Clemente
VII faceva visita a Napoli, anche un bianco
palafreno vi si recava41 e si inginocchiava
dinanzi a lui. Ciò contribuiva cosi — per
quanto lo possa fare un cavallo — a dimo­
strare la divinità del Papa.

91. Per quel che concerne gli attri­


buti divini di quello stesso Alessandro VI,
non c’è che da leggere l’esametro che i Ro­
mani gli dedicarono :
Caesare magna fuit,
nunc Roma est maxima, Sextus
Régnât Alexander; Ule Vir, iste Deus !
(Cesare fu grande, adesso Roma è grandis­
sima. Alessandro VI regna; quello un uo­
mo, questo, Dio !].

92. Secondo una stima approssima­


tiva, ogni anno si castravano a Roma all’in­
circa 4mila fanciulli per il servizio del
Papa.42 Per il carattere antisessuale del Pa­
pa che abbiamo esaminato prima, dato che
il principio spirituale che agiva nella perso­
na del Pontifex Romanus — lo Spirito San­
to — era di specie maschile, sembra plausi­
140 OSKAR PANIZZA

bile che lo Spirito Santo non potesse sop­


portare nella sua cerchia degli esseri dello
stesso sesso (come avviene tra i cervi), e
che facesse distruggere o mutilare dal Papa
tutto ciò che era maschile attorno a sé.
Cosi si può comprendere che ci fosse un
gran numero di ragazzi castrati, il che è in
apparenza inspiegabile, e d’altra parte cosi
si può inferire il carattere sovrumano, divi­
no e virile insieme che si manifestava nel
Papa e farlo evidenziare in pieno.

93. Dopo l’elezione del Papa, il po­


polo di Roma gridava : Viva Papa ! Viva
Maria! Viva Jesu! Chi s’assomiglia si pi­
glia. Vox populi, vox Dei. Due di questi
personaggi sono indubbiamente degli Dei.
Di conseguenza, anche il terzo. E siccome
egli viene nominato per primo, non pare
essere il minore, agli occhi del popolo.

94. Ogni volta che un Papa moriva,


il suo corpo veniva esposto nella cappella
Sistina di modo che i suoi piedi sporgesse­
ro da una griglia; per tre giorni si ammette­
va il popolo a venirglieli a baciare. Cosa
che non è mai accaduta per un uomo e non
può accadere che a un Dio.

95. Alessandro VI (1492-1503) ave­


va l’abitudine di rendere quasi quotidiana­
mente visita alla celebre bellezza Giulia
Farnese ; in realtà ella si chiamava, col suo
nome di sposa, Orsini e suo marito era co­
stantemente assente da Roma. A causa di
queste frequenti visite, il popolo chiamava
questa Giulia Farnese Sposa del Cristo,45 il
che pareva giustificato, in un certo senso,
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 141

giacché proprio questa Giulia mise al mon­


do una figlia e piu tardi un figlio, che suo
marito, che stava in campagna, non si so­
gnò mai di rivendicare come suoi figli,
mentre il Papa, stranamente, li considerava
espressamente come propri.44 In ogni ca­
so, l’espressione popolare Sposa del Cristo
non poteva che alludere al Papa, assimilan­
do il Papa al Cristo. E ciò non è di scarsa
importanza per noi che cerchiamo di di­
mostrare la divinità del Papa. Il proverbio
vox populi, vox Dei conferisce a tale
espressione lo splendore di una rivelazione
divina. Non ha importanza sapere se il po­
polo intendeva col termine di sposa la Giu­
lia Farnese terrena o la Chiesa del Cristo
che ella incarnava.

96. Al loro avvento, i Papi assumo­


no un nuovo nome. Ora, il cambiamento
di nome, che si tratti di una ragazza che si
sposa o di un uomo che entra in convento,
è sempre il segno esteriore di un mutamen­
to di stato. Il Papa, invece, non cambia
affatto di stato, giacché appartiene già alla
gerarchia ecclesiastica. Il fatto che egli as­
suma un nuovo nome è quindi il segno
esteriore della sua divinità — divinità che
egli possiede da sempre, ma che viene rive­
lata al mondo soltanto nel momento della
sua elezione ; ora, il mondo ha bisogno di
un nuovo mondo per designarla.

97. Dante, il «divino veggente» in­


contrò, nel corso del suo viaggio, numero­
si Papi all’Inferno, tra cui Bonifacio Vili e
Nicola III. Ora, i Papi, persone sante, non
erano state relegate nell’Inferno. Vi si tro­
142 OSKAR PANIZZA

vavano sicuramente in visita. E questo non


è permesso che a un Dio, ossia a qualcuno
più forte del Diavolo.

98. Il conte Riccardo di Cornovaglia


ci può dare un’idea dell’onnipotenza del
Papa ; non ha forse egli narrato che il Papa
(Innocente IV) gli aveva donato la luna45
ma che, ahimè !, egli non era riuscito a tro­
varla ?

99- Tetzel, il famoso mercante di in­


dulgenze, dichiarava che il Papa era tanto
potente da poter assolvere, per denaro, an­
che colui «qui matrem virginem vitiasset
et gravidamfecisset»46 [che avesse corrot­
to sua madre vergine e l’avesse resa gravi­
da]. Siccome ciò equivarrebbe a disporre
integralmente di persone divine, e anche
del loro corpo, bisogna dunque che il Papa
sia un Dio.

100. Nella lista delle penitenze stabi­


lite da Papa Leone X per l’assoluzione dei
crimini, vengono stabilite delle tasse fisse
per l’assassinio di persone di classi diffe­
renti. Cosi, la vita di un prete costava 8
grossi,47all’incirca 150 franchi. Quanto al
Papa, egli non è neppure menzionato. Bi­
sogna dunque che egli abbia pensato che
non lo si poteva uccidere — dunque che
egli era di natura divina. Sennò, egli avreb­
be potuto benissimo indicare una tassa che
il suo successore avrebbe poi riscosso.

101. Padre Zoller non aveva raccol­


to che cento prove dell’lmmacolata Con­
cezione di Maria. Noi siamo, invece, arriva­
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 143

ti alla centounesima. Di conseguenza,


dopo la stesura di quest’ultima prova, l’Im-
macolata Concezione dei Papi, possiederà
un grado di verosimiglianza superiore
all’Immacolata Concezione di Maria. Ora,
quest’ultima è stata dichiarata immacolata
alla conclusione delle cento prove. Dun­
que, con centouna prova il Papa non può
non essere parimenti riconosciuto come
immacolato. E siccome per terminare —
l’abbiamo mostrato piu e piu volte — l’Im­
macolata Concezione esige in ogni circo­
stanza la partecipazione divina nell’atto ge­
neratore, se il Papa è stato concepito nella
purezza assoluta, egli non può essere che
di origine divina. Cosi la conclusione di
quest’ultima prova è: il Papa è Dio.

1 « Certum totum negotium definiendi pruden-


tiae sapientiaeque supremi Ecclesiae Modera-
toris est permittendum — De immac. B. V. Ma­
riae conceptu. » [La difficoltà è tutta intera e cer­
ta per la Chiesa del Supremo Mediatore, della
prudenza e della saggezza, che bisogna permet­
tere di definire.], Milano 1852, pag. 185.

2 « Praerogativam immaculati conceptus ad eas


veritates pertinere, quae exfonte divinae reve-
lationis, exsiliunt, quaeque coelesti jubare in-
notescunt.* [La prerogativa dell’Immacolata
Concezione concerne queste verità che scaturi­
scono dalla fonte della rivelazione divina, che si
fanno conoscere attraverso un raggio celeste ]
Passaglia, « Commentarius de immaculato Dei-
parae sempre virginis conceptu » III, 2029.

3 Malou, «L’Immacolata Concezione della Vergi­


ne Maria, considerata come dogma di fede»,
Bruxelles 1857,1, 219.
144 OSKAR PANIZZA

4 Perrone, «De immac, B.V. conceptu», Milano


1852, pag. 105 : « Verum aliaesunt veritates... »
[Ma altre sono le verità...].

5 «Conceptus chronographicus de concepta sa­


cra Deipara septingentis s. scripturae, s. pa-
trupi ac rationum suffragiis roburatus, com-
binatus» per P. Jos. Zoller, August. Vindelic.
1812.

6 Abbiamo posto questa prova di primissimo luo­


go, ancor prima delle prove tratte dalla Bibbia,
cui solitamente si dà la precedenza, perché essa
esprime l’essenza stessa del papato. Il carattere
divino, miracoloso, dello spirito del Papa —
che crea e ralizza allo stesso tempo che pensa,
carattere che moltissimi, perfino in seno alla
Chiesa, non colgono ancora perfettamente —
avrebbe meritato d’esser esposto con maggiori
particolari di quanto non abbiamo fatto. Ma i li­
miti che ci siamo imposti non lo permettono.
Ci ritorneremo forse in uno studio speciale.

7 «Il Papa conduce una vita magnifica nel mon­


do », è una famosa canzone tedesca.

8 Alzog, «-Universalgeschichte der ehr. Kirche»,


VII ed., Magonza I860, pag. 101.

9 De Maistre, «Du Pape», Parigi 1820.

10 «Baronii Annales eccl. Rom.» 1588-1607, 12


voll.

11 «Baluzii Vitae Pontifie. Avenion.», Parigi


1693, 2 voll.

12 Guglielmo di Sant’Amore, «Depericulis novis-


simorum temporum», Costanza 1632.

13 Alfonso de Liguori, « Glorie di Maria», Venezia


1784.

14 Doppia parentela che ricorda i rapporti paren­


tali tra Zeus e Giunone.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 145

15 « Omnia potest Papa, extra Jus, supra Jus,


contra Jus* — Corpus Juris Canonici Gregorio
XIII P.M. auctor editum Halae 1747, 2 voli.

16 « nex ego sum Regum, lex est mea maxima le­


gume, ibid.

17 Petrus Baldus, « Commentarla », Venezia 1572.


Come abbiamo indicato sopra, il nome di
« dea » è già stato impiegato espressamente per
Maria. Qui è il nome di «deus* che viene impie­
gato per il Papa.

18 «Libri symbolici Ecclesiae catholicae*, ed.


Streitwolf e Klener, Göttingen 1846, vol. II,
pag. 510.

19 Ibid.

20 Ibid.

21 Baldus, ibid.

22 « Taxae cancellariae apostolicae et poeniten-


tiariaee, Romae 1486.

23 Guglielmo di Sant’Amore, «Depericulis novis-


simorum temporum», Costanza 1632.

24 Ibid.

25 Ibid.

26 Ibid.

27 Ibid.

28 «Mandamus angelisparadisi, animant a pur­


gatorio penitus absolutam in Paradisi glo-
riam introducere. » [Noi ingiungiamo agli ange­
li del Paradiso di introdurre profondamente
l’anima dal Purgatorio nella gloria assoluta del
Paradiso.) «Bullarium privilegiorum Roman.
Pontificum amplissima collection Romae, voi.
I-XIV 1734-1744.

29 Fuchs, « Institutiones theol. Christian, mora­


lise, Augsburg 1848.
146 OSKAR PANIZZA

30 Come quando, ad esempio, com e nel caso del­


la Spagna, è proibito toccare il re ; ammettiamo
che il re cada in acqua e stia per annegare ; l’an-
tiprobabilista che si trovi sulla riva potrebbe
salvarlo con facilità. Ma egli si dice : benché sia
estremamente verosimile che non commetta
un peccato toccando il re per salvarlo, la sicu­
rezza assoluta consiste nel lasciare andare le co­
se per non infrangere l’interdizione vigente —
e lascia annegare il re. Mentre il tutiorista lo sal­
verebbe. Non abbiamo la possibilità di conside­
rare più avanti tutti i sistemi relativi all’esame di
coscienza, tanto importante per la nostra sal­
vezza e rinviamo ancora una volta il lettore
all’opera classica di Fuchs: * Institutiones
theol. • (Augsburg 1848). Si potrà utilizzare ma
solo con grandissima cautela l’opera di J. Dol-
linger « Moralstreitigkeiten der kath. Kirche*,
Nördlingen 1889, che ha solide qualità storiche
ma contiene delle eresie.

31 II suo principio fondamentale è : non licet sequi


opinionem vel inter probabiles probabilissi-
mam, [non è permesso seguire l’opinione piu
probabile tra le probabili] e fu condannato dal
Papa Alessandro Vili nel 1690.

32 Busenbaum, --Med. Theol. moralist, I. VII,


dub. Ili, 5.

33 Nel suo libro comparso nel XVII secolo «Zie


haeresi et Schismate*.

34 Senti senti !

35 « Beatissime Padre, Maestro della verità ! Inter­


prete tra il cielo e la terra!...», Pareri dell’epi­
scopato cattolico sulla definizione dogmatica
dell’immacolato concepimento della B.V. Ma­
ria, Romae 1854 I, 399.

36 » Tu, qui coelum aperis et arcana deitatis Con­


silia ac mysteria intueris, Tu qui cum ipso
Christo familiariter conversaris, Tu, cui non
caro et sanguis révélât veritates, sed ipse Deus,
revela tandem nobisprivilegium...*, Ibid., IV,
pag. 300.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 147

37 * Indulgemus in perpetuum, ut confessorjura-


menta per vos praestita et praestanda in po-
sterum, quae commode non servare potestis,
commutare valeat in alia opera pietatis.»,
«■Baluzii Vitae Pontifie», Avenion. Parigi 1693,
2 voli.

38 Si totus mundus sentiaret contra Papam, sen-


tentiae Papae standum est. Papa est omnia et
super omnia, qui potest mutare quadrata ro-
tundis. — Corpus Juris canonici Gregorii XIII
auctor. editum. Halae Magdeb. 1747.

39 Calixtus III, P. R. regni coelestis Claviger, suc­


cessor et Vicarius Christi, cuncta mundi clima-
ta, omniumque nationum in illis degentium
qualitates paterna consideratione disponit.
Bullarum Rom. Pont, amplissima collectio.
Romae, t. 1-14, 1739-44.

40 »Justini apolog. II de resurrect, carnis», Basii.


1555.

41 Panvinio, « Epitome pontificum romanorum


usque ad Paulum IV», Venezia 1567.

42 Caraccioli, «Za vie du Pape Clément XIV», Pa­


rigi 1775.

43 Ch. Yriarte, “Les Borgia», Parigi 1889, 2 voli.

44 Sulla generazione puramente spirituale, cf. pro­


va 82.

45 Panza, « Vita di Innocenzo IV», Venezia 1598.

46 Sleidanus, “De statu religionis et reipublicae


Carolo V Caesare Commentarti», Argent.
1559.

47 « Taxae cancellariae apostolicae et poeniten-


tiariae juxta exemplar Leonis X, 1514 Romae
impressum. Sylvae Ducis 1706, 89».
148 OSKAR PANIZZA

ATHANASIANUM
a fratre Martino reconstructum1

Modernizzando qualche punto essenzia­


le della professione di fede di Sant’Atana-
sio, la quale fino a oggi è rimasta alla base
della religione cristiana, pensiamo di avere
indicato i mutamenti che si sono operati
nel frattempo e potere presentare cosi ai
fedeli un Simbolo perfettamente corri­
spondente alla situazione attuale sia in terra
che in cielo.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 149

Quicumque vult salvus esse, ante omnia


opus est ut teneat Catholicam /idem.
Quam nisi quisque integrant inviola-
tamque servaverit, absque dubio in aeter-
num peribit.
Fides autem catholica haec est, ut unum
Deum in Quintunitate, et Quintunitatem
in Unitate veneremur. Quod quicumque
praestare non potest, peribit.
Neque confundat personas, neque sub-
stantiam separet.
Alia enim est persona Patris, alia Filii,
alia Spiritus Sancti, alia Mariae, alia Pa-
pae. Sed Patris et Filii et Spiritus Sancti et
Mariae et Papae una est divinitas, aequa-
lis gloria et coaeterna majestas.
Qualis Pater, talis Filius, talis Spiritus
Sanctus, talis Maria, Talis Papa.
Omnes quinque sunt increati, immensi,
aeterni, omnipotentes. Neque unus magis
immensus quam alius. Nec alius minus
aeternus quam tertius. Sed omnes aequa-
les. Idcirco quod omnes Quinque sunt
Unum; neque in uno homine una pars
aliter esse potest, quam alia.
Sicut non quinque Dii, sed unus Deus;
vero quinque personae.
Pater a nullo est creatus, nec genitus.
Filium a Patre solo est, non creatus, sed
genitus.
Spiritus Sanctus a Patre et Filio, non
creatus, nec genitus, sedprocedens ut Spi­
ritus ex ore.
Virgo Maria a nulla persona Dei neque
150 OSKAR PANIZZA

creata, nec genita, necprocedens, sed coo­


perante Spirita Sancto a /emina in terris
nata.2 Cum vero Spiritus Sanctus a Pâtre
et Filio sit procedens, ipsa est Dei parti-
ceps, et quidem omnium trium persona-
rum; et ipsa est quarta persona; et cum
ceteris fit Unum.
Papa a nulla persona Dei neque crea-
tus, nec genitus, nec procedens; sed quo-
tiescumque opus est cooperante Spirita
Sancto a /emina in terris nascitur. Cum
vero Spiritus Sanctus a Patre et Filio sit
procedens, et quidem — cum et Virgo Ma­
ria Spirita Sancto sit conjuncta Deo —
omnium quatuor personarum. Et est ipse
quinta; et cum ceteris fit Unum.
Papa ad nostram aetatem electus du-
centesima sexagesima est incarnano Spi­
ritus Sancti. Non tarnen sunt ducenti se-
xaginta Papae. Sed Unus est Papa. Vero
ducentae sexaginta incarnationes. Et
haecce ducentae et sexaginta aequales
sunt. Ergo non sunt ducenta sexaginta
Numina papalia. Sed unum. Numen Pa­
pale in coelo et terris. Vero ducenti et se­
xaginta homines papales. Et quidem hicce
Papa una ex personis Dei. Non tarnen
complures personae. Non quotlibet perso­
nae, non quatuor, nec sex, nec ducentae et
sexaginta, nec ducentae sexaginta et
quinque, sed quinque personae divinae.
Et haec quinque sunt Unum.
Ergo unus Pater, non quinque Patres;
unus Filius, non quinque Filii; unus Spi­
ritus Sanctus, non quinque Spiritus Sanc­
ti; una Maria, non quinque Mariae; unus
Papa, non quinque, vel ducenti sexaginta
Papae.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 151

Et in bac Quintunitate nihil est prius,


aut posterius, nihil majus aut minus.
Sed omnes quinque personae coaeter-
nae, sibi sunt et coaequales; ita ut per
omnia et unitas in Quintunitate et Quin-
tunitas in unitate veneranda sit.
Qui vult ergo salvus esse, ita de Quintu­
nitate sentiat.
Sed necessarium est ad aeternam salu-
tem ut etiam credat quod sequitur :
Deum Patrem imperium mundi in ma­
nu tenentem benevolentem et dementem
esse Patre, valde amantem omnes homi­
nes, Usque solem vem pluvias mittentem,
quandoque ille velit; Jesum Christum, Dei
Pilium, propter nostram salutatem de coe-
lis descendisse, et incarnatum de Spiritu
Sancto ex Maria Virgine, et hominem fac­
tum esse; tertia die autem resurrexisse et
ascendisse in coelum, sedentem ad dex-
tram Patris valde morosum, lugentem et
infirmum; et ad ejus reditum, si ipse
usque ad illud tempus vixerit, hominibus
cum corporibus resurgendum fore, ut de
factis suis rationem reddant; Spiritum
Sanctum a Deo procedentem valde admi-
rabilem et incomparabilem esse poten-
tiam, quae jam per Prophetas locata est,
et etiamnunc in singulis a Deo electis ho­
minibus potentem se monstrare. Sed non
nisi difficillime occupari posse, idque
nunquam vi superatavi; neque alio modo
nisi operibus suis recognosci posse. Virgi-
nem Mariam immaculate conceptam, a
Spiritu Sancto genitam, quartam perso­
nam Dei, haec nostra aetate primam esse
personam in coelo, «corredemtricem» et
«deprecatricem» nominatam, et volventi-
152 OSKAR PANIZZA

bus annis inertia et senectute ceterum Dei


personarum inductam, omnern in coelo
rem gerendam sibi assumpsisse; ita ut
omnes qui in coelum se venturos deside-
rent id studeant, ut ab illa petant. Papam
denique, sanctissimum Patrem, vicarium
Christi in terris, immaculate conceptum,
a Spirita Sancto genitum, quintam perso­
nam Dei, in coelo quidem ultimam, in ter-
ris primam personam esse; creatorem
permagni Purgatorii extra terras, ubi il­
las animas in certum tempus demittit,
quae in peccatis vixerunt; ineuntem In-
fernum quandocumque et quotiescumque
velit; possidentem ilium occultum anima-
rum lacum ex quo rationales hominibus
infundendas animas sumit; scientem
omnia Dei mysteria et hominibus infalli-
biliter enunciantem; omnia in praeterito,
praesente vel futuro tempore, quae facta
aut non facta sunt, ita mutantem et re-
construentem, ut non factae vel factae
sint; a Spirita Sancto in terris electum;
habentem potestatem omnium terrarum
et insularum et nationum in illis diligen-
tiurn; habentem jus coronandi, eligendi,
et dimittendi reges et principes hujus ter­
rae; rediturum eum rationem de omnibus
quae in terra facta sint; habentem pote­
statem liberandi ex flammis Purgatorii;
rediturum denique Pontificato peracto ad
Deum de quo processit, ut cum eo, in eo et
per eum maneat in aeternum. Amen.
Haec est fides Catholica, quam nisi qui-
sque fideliter firmiterque crediderit, sal-
vus esse non poterit.
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 153

1 Simbolo atanasiano : esposizione ritmica,


composta da quaranta proposizioni, della
dottrina trinitaria e cristologica. Fu attribuito
nell’antichità a S.Atanasio, vescovo di Ales­
sandria (IV see.), mentre con ogni probabilità
fu composto soltanto fra il 430 e il 500. L’au­
tore rimane incerto. Cominciò a far parte del­
la liturgia fra la fine del VII see. e il principio
dell’VIII. Fino a Pio X, veniva recitato all'uffi­
cio divino di ogni giorno. Riveste un ’impor­
tanzafondamentale, in quanto rappresentava
la più ampia e particolareggiata esposizione
dei dogmi cattolici trinitari e cristologici, mi­
ranti ad evitare ogni opportunità, per i movi­
menti eretici del tempo (e in particolare per gli
ariani), di sostenere la plausibilità e la verità
delle proprie dottrine sulla base di formule
non espresse in maniera rigorosa nei simboli
precedenti.

2 Le desinenze femminili relative a Maria sono


qui pura faccenda linguistica, cosi come le desi­
nenze maschili per le altre persone. La divinità
non è in sè né maschile né femminile, ma è al di
sopra di tutte le distinzioni sessuali o grammati­
cali (Scoto Eriugena). Solamente le incarnazioni
terrene di Maria, del Cristo e del Papa, a volte
anche quelle dello Spirito Santo sono state ses­
sualmente differenziate per non creare confu­
sione negli animi.

SIMBOLO ATANASIANO
rivisto e corretto da Frate Martino

Chiunque vuol essere salvato dovrà


innanzitutto possedere la fede cattolica.
Se egli non la conserva, integra e in­
violata, non v’ha dubbio che perirà in
eterno.
154 OSKAR PANIZZA

Ora, la fede cattolica è tale che noi adoria­


mo un solo Dio nella Quintunità e la Quin-
tunità in una Unità. Chiunque non potrà far
sua questa idea, perirà. Non bisogna con­
fondere le persone né separare la sostanza.
Infatti, altro è la persona del Padre, altro
la persona del Figlio, altro quella dello Spi­
rito Santo, altro quella di Maria, altro quella
del Papa. Ma il Padre, il Figlio, lo Spirito
Santo, Maria e il Papa sono una sola e me­
desima Divinità, la loro gloria è uguale e la
loro maestà coeterna.
Tutti e cinque sono increati, immensi,
eterni, onnipotenti. E l’uno non è piu im­
menso del secondo e il secondo non è piu
eterno del terzo, ma tutti sono uguali. Ecco
perché tutti e cinque non fanno che uno
solo, proprio come in un solo uomo una
parte non può essere differente da un’altra.
Sicché non vi sono cinque Dei, ma uno
solo, pur con cinque persone.
Il Padre non è stato né creato né genera­
to da alcuno.
Il Figlio è stato non creato ma generato
dal Padre.
Lo Spirito Santo non è stato né creato né
generato dal Padre e dal Figlio, ma provie­
ne da loro come il soffio proviene dalla
bocca.
La Vergine Maria non è stata né creata né
generata da alcuna persona della Divinità,
né vi proviene, ma è nata da una donna,
sulla terra, con la cooperazione dello Spiri­
to Santo. E giacché in realtà lo Spirito San­
to proviene dal Padre e dal Figlio, parteci­
pa ella stessa alla Divinità e a queste tre per­
sone. Ella è la quarta persona e non fa che
uno con le altre.
L’IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 155

Il Papa non è stato né creato né generato


da alcuna persona divina, neppure vi pro­
viene, ma ogni volta che è necessario, egli
nasce da una donna sulla terra, con la coo­
perazione dello Spirito Santo.
Ora, siccome lo Spirito Santo proviene
dal Padre e dal Figlio e poiché la Vergine
Maria è unita a Dio attraverso lo Spirito
Santo e si trova ad essere la quarta persona,
il Papa stesso è la quinta e non fa che uno
con le altre.
Il Papa, eletto ai giorni nostri, è la
260esima incarnazione dello Spirito Santo.
Il che non vuol dire tuttavia che vi siano
stati 260 Papi, giacché il Papa è Uno, ma
che esistono 260 incarnazioni della sua
persona. E tali diverse incarnazioni sono
uguali tra di loro. Di conseguenza, non vi
sono 260 Autorità Papali, ma una sola.
L’Autorità Papale esiste in Cielo e sulla ter­
ra. Ma vi sono stati 260 uomini che furono
Papi e tuttavia il Papa è una sola delle per­
sone della Divinità, non rappresenta piu
persone. Non esistono tante persone quan­
te si vogliono, né quattro né sei né 260 né
265, ma cinque persone divine. E queste
cinque sono Uno.
Dunque, non v’ha che un solo Padre e
non cinque, un solo Figlio e non cinque,
un solo Spirito Santo e non cinque, una so­
la Vergine Maria e non cinque, un solo Pa­
pa e non cinque, o 260.
E in questa Quintunità nessuno è primo
o ultimo, nessuno è piu grande o piu pic­
colo. Ma le cinque persone sono uguali tra
di loro ed eterne alla stessa maniera, sicché
in tutte esse bisogna adorare l’Unità nella
Quintunità e la Quintunità nell’Unità.
156 OSKAR PANIZZA

Chi vuol essere salvato, così dovrà pen­


sare della Quintunità.
Ma è parimenti necessario per la nostra
salvezza eterna credere quanto segue :
Dio Padre tiene tra le Sue mani il regno
del mondo, è un Padre benevolente e cle­
mente. Ha un grande amore per gli uomini
e invia loro il sole o le piogge quando Egli
lo vuole. Gesù Cristo è disceso dal Cielo
per la nostra salvezza; essendo l’incarna­
zione della Vergine Maria e dello Spirito
Santo, si è fatto uomo. Ma il terzo giorno
dopo la sua morte egli è risuscitato ed è sa­
lito al Cielo per prender posto alla destra di
Dio, in una grande tristezza e afflizione e in
una grande debolezza. E al suo ritorno,
giacché egli stesso avrà vissuto fino a quel
momento, egli farà rinascere gli uomini
corporalmente perché essi rendano conto
delle loro azioni. Lo Spirito Santo, proce­
dendo da Dio, è una potenza mirabilissima
e del tutto incomparabile, che ha già parla­
to per bocca dei Profeti e che, anche oggi,
può mostrare la sua potenza in qualsiasi
uomo prescelto da Dio. Ma non ci si può
imporre a lui che a prezzo di grandi diffi­
coltà e non potrebbe esser vinto con la for­
za ; egli non può essere riconosciuto in al­
cun altro modo che dalle sue opere. La
Vergine Maria, Immacolata Concezione,
generata dallo Spirito Santo, è la quarta
persona della Divinità. All’epoca nostra è la
prima persona del Cielo, coredentrice ed
efficace con le sue preghiere. Con gli anni
anche lei ha conosciuto la debolezza e la
vecchiaia delle altre persone e si è incarica­
ta di tutte le cose che bisognava ammini­
strare in Cielo. Di modo che tutti coloro
L'IMMACOLATA CONCEZIONE DEI PAPI 157

che desiderano andare in Cielo, devono fa­


re il possibile per ottenere da Lei questo fa­
vore. Il Papa, infine, il nostro Santissimo
Padre, vicario del Cristo sulla terra, Imma­
colata Concezione e generato dallo Spirito
Santo, è la quinta persona della Divinità. E
se in Cielo è l’ultima, sulla terra è la prima.
Egli è il Creatore del grande Purgatorio al
di fuori della terra, dove invia per un certo
tempo le anime che hanno vissuto nel pec­
cato e che andranno all’Inferno quando e
tutte le volte che lo vorrà. Egli possiede
quel lago invisibile da cui trae le anime ra­
gionevoli di cui doterà gli uomini. Egli co­
nosce tutti i misteri divini e li divulga agli
uomini in maniera infallibile ; egli sa tutto
quello che è stato fatto o no nel passato e
nel presente e che lo sarà in avvenire ; egli
trasforma e ricostruisce tutte le cose, che
siano state fatte o no. Egli è stato prescelto
sulla terra dallo Spirito Santo ; egli possiede
il potere su tutte le terre, isole e nazioni e
su tutti coloro che le abitano. Egli ha il di­
ritto di incoronare, di scegliere e di detro­
nizzare i re e i principi della terra. È Lui che
renderà conto di tutto quel che sarà stato
fatto sulla terra. Egli ha il potere di liberare
gli uomini dalle fiamme del Purgatorio. In­
fine, trascorso il suo Pontificato, egli ritor­
nerà da Dio, da cui proviene, per rimanere
con Lui, in Lui e per Lui per l’Eternità. Cosi
sia.
Questa è la Fede Cattolica e chiunque
non la crederà fedelmente, incrollabilmen­
te, non potrà essere salvato.
finito di stampare
nel mese di settembre
millenovecentonovantuno
presso la
Officina Grafica SABAINI di Milano
per conto delle
EDIZIONI 1« AFFRANCHI»
di Salorino, Svizzera

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