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Glottologia Viola

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Introduzione alla glottologia

Italiano Inglese L atino

Italiano L atino
Metodo storico-compato
L a claificazione delle lingue

1.claificazione genealogica

2.claificazione tipologica

3.claificazione eale
Lingue afroasiatiche

L’espansione dell’abo
L’origine dell’alfabeto

L’antico Egitto

Lingue uraloaltaiche
Lingue mongoliche

Lingue caucasiche

Lingue africane
Lingue sinotibetane

Coreano e giapponese
Lingue australiane e pacifiche

Lingue amerindiane
Lingue indoeuropee

Il latino

Lingue romanze

Il eco
Lingue germaniche

Lingue celtiche
Lingue anatoliche

Tocio

Indoiranico

Albanese
Lingue slave

Lingue baltiche

Armeno
Lingue frammentie

Problemi di ricostruzione
Proto-indo- europeo

Sistema fonologico

Olusive
Fricative

Vocali

Sonanti
Lingali

Mutamento fonologico

Come si capisce?

Perchè?
Legge fonetica

Lingue CENTUM e lingue SATEM


Legge di Grimm proto-germanico

Di cosa si tratta?

legge di Rask-Grimm"; coinvolge la serie di consonanti occlusive delle lingue


germaniche in rapporto all'indoeuropeo comune

Le occlusive sorde indoeuropee diventano fricative sorde, quelle sonore


diventano sorde e quelle sonore aspirate perdono l'aspirazione.
Da occlusive sorde a fricative (o spiranti)
sorde
• /p/ > /f/
• /t/ > /θ/ (pronunciato come <th> dell'inglese)
• /k/ > /x/ (come <ach> del tedesco)

Da occlusive sonore a occlusive sorde


• /b/ → /p/
• /d/ → /t/
• /g/ → /k/

• latino labium → inglese lip


• latino decem → inglese ten
• latino gula → alto tedesco Kehle

Legge di Verner

Secondo Verner, dall'indoeuropeo alle lingue


germaniche storiche si verificarono due fasi di
trasformazione:
1 le occlusive sorde indoeuropee *p, *t, *k e *kʷ e la
fricativa dentale indoeuropea *s divennero in tutti
i casi, secondo la legge di Grimm, le fricative
sorde proto-germaniche *f, *θ ("þ"), *h e *hʷ, con
*s invariata;
2 le fricative sorde proto-germaniche rimasero tali,
tranne nei casi in cui si trovarono nelle due
situazioni previste dalla legge di Verner, che ne
condizionarono la sonorizzazione in */v/, */ð/, */ /,
*/ w/ e */z/.
Seconda rotazione consonantica
Legge di Graman

Cosa aade in eco?


Raddoppiamento
Legge di Bholomae

La legge in particolare regola una


trasformazione nella quale il primo membro di
un nesso di ostruenti è una (sonora) aspirata.
Da tale nesso si da una assimilazione di tipo:
Dh+T->DDh

• sanscrito : da budh- «svegliare» + tá ->buddhá;


• indoiranico *augh- «parlare solennemente, dichiarare» + suffisso di 3a persona singolare medio -ta ->
l'avestico (gatico) aogədā «egli parlò»;

Claificazione
Sonanti e lingali PIE

Sonante nasale M
Vocale liquida

Semivocali

Lingali
Effetti delle lingali

Lingali + sonanti
Apofonia
Verbi forti

In che cosa consiste il padigma delle lingu germaniche antiche


rispetto a quelle moderne? (Inglese e tedesco)
1 clae PIE

2 clae PIE
Analogia

Analogia proporzionale A
Livellamento analogico B
Morfologia indoeuropea
Categorie ammaticali

Morfologia verbale
Morfologia nominale

Casi

Casi retti

Casi indiretti
Genere

Numero del verbo

Diatesi
Esercizi
Fleione del verbo

Esempi fleione tematica

Esempi fleione atematica


•In greco troviamo alcune forme nei dialetti che sono più vicine al PIE. In “emmi” è
avvenuta un’assimilazione totale regressiva. In “essì” ha vocalizzato la h1, assorbita
dalla e. In “eì”, è avvenuto un passaggio triplie : prima è diventato “asi”, come in
vedico e poi, sappiamo che la s intervocalica in greco sparisce e diventa aspirazione in
ì
•La 3 pers. Sing è simile in tutte le lingue; il duale lo ricostruiamo essenzialmente solo
per il vedico, perché non ce l’ha nessun’altra lingua…il greco ha “ton”, uguale al
phere”thon” di prima, quindi in fondo è stata presa da lì, perché non c’è una desinenza
per il duale. Il vedico è l’unica nostra fonte di ricostruzione per il duale.
•Nella prima persona plurale: in vedico ha perso la laringale: studiando le laringali, il
passaggio tipico di tutto il protoindoiranico è che esse, da 3 serie che vengono
ricostruite grazie al greco, si ha una unica laringale generica (che si indica con H). Era
un fonema così leggero che in vedico quando compare, compare sempre come “i” e
spesso sparisce completamente. Le laringali nel vedico, non aiutano alla ricostruzione
la laringale (ma solo la presenza della laringale). Inoltre la “e” del PIE è diventata “a”
nel PIndIr ; nel greco h1 è diventata e (in vedico è sparita) , la desinenza invece (come
nel caso precedente) à il “mes” diventano nel greco normale “men” perché hanno
sostituito la s finale con una n.
•2PL : greco : “esté” accade quello che è successo on “esmen” (cioè l’h1 diventa e)
•3PL: Dorico “enti” àl’h1 diventa e (esenti), la s è sparita per diventare enti, le due
vocali che si uniscono devono diventare lunghe, ma qui abbiamo una vocale breve.
Quindi perché troviamo “entì” con la e breve?? Perché tutte le altre forme iniziano con
la e breve, quindi per analogia si è trasformata con la breve (analogia con tuttala
flessione del presente)
•Latino: sono successe più modifiche à non troveremo MAI il duale; la 1SG è attestata
in latino classico “sum” ed “esom” nel latino più antico, tecnicamente “esom” è la
forma originale del latino ma al col tempo non assomiglia al PIE. Cosa è successo?? :
quando le desinenze finiscono per vocale, il latino la perde completamente (-mi
diventa –m , -si diventa s …); a questo punto la forma presenta solo consonanti una
dietro a l’altra, per cui si deve aggiungere una vocale… e il latino in questo caso ha
aggiunto per esempio la “o” (esOm) SI CHIAMA VOCALE D’APPOGGIO, essa non
ha una spiegazione etimologica; 2PL “estis” à si perde la laringale iniziale quindi da
“s-te” troviamo “Estis” : avviene per analogia probabilmente della 2°/3° pers. sing.
•Antico slavo ecclesiastico: in russo,come il ramo orientale dello slavo, non c’è un solo
modo per dire essere, ma ci sono tanti verbi usati per esprime il concetto di essere…
mentre il ASE è una forma antica di bulgaro (slavo meridionale), nelle lingue
meridionali il verbo “essere” esiste ancora. Non sappiamo come si pronunciasse. Se
osserviamo questo verbo da solo si potrebbe pensare che l’ASE sia una lingua che
mantiene le laringali come il greco, ma non c’è il preciso di “senza eccezioni”;ma non
lo sappiamo
Essenzialmente tutte le lingue IE che lo attestano hanno questa struttura
La regolarità è un processo a cui si arriva. Essenzialmente le lingue non partono
articolate. Per cui è più antica la forma atematica. I gradi sono la prova della
maggiore antichità del paradigma con flessione atematica. L’apofonia è un
fenomeno di mutamento morfologico estremamente comune nel PIE, al punto
che si riversa fino alle lingue protogermaniche anche attuali. Oggi l’apofonia
non è più un mutamento produttivo, ma restano i residui (si vedano i verbi forti
del germanico). Nel PIE il modello fondamentale per costruire le cose era
l’apofonia e l’accento. L’accento, nel PIE e nelle lingue attestate, ha una
valenza morfologica. (per cui cambia la categoria lessicale o grammatica in
base all’accento)

Cultura e civiltà
Antropologia culturale: dà una visione globale del mondo. Studia le culture dell’uomo. Abbatte
la convinzione più grande: che la nostra cultura sia qualcosa di nostro, del DNA. La cultura non
è niente di legato al sangue, è un’invenzione delle società.
Abbiamo culture diverse perché abbiamo società differenti.
Inventati gli elementi culturali, diventano sistemi di convenzioni, entro cui una società si
riconosce e riconosce i propri membri. È ciò che nella filosofia economica del ‘900 viene
chiamata “patto sociale”. La lingua è uno dei principali fattori per il riconoscimento culturale,
anche perché la più evidente.
Che cosa riconosciamo come cultura rispetto ad un’altra:
Cultura & coltura : ciò di cui ci si occupa. Queste due parole hanno la stessa etimologia e sono
identiche. In latino esisteva solo una “cultura”. La coltura è la produzione agricola.
Perché sono la stessa cosa? à parliamo di storia dell’uomo dalla rivoluzione neolitica, dove
scopre l’agricoltura e diventa sedentario. L’agricoltura è l’occupazione fondamentale da quando è
diventato sedentario. Il verbo da cui derivano queste due parole è “colo” (lat) che si usa anche per
“abitare”; essenzialmente il verbo “colo” significa occuparsi di qualcosa. Coltura e cultura sono
essenzialmente due cose di cui si occupa l’uomo. Esse sono e studiano discipline diverse:
Cultura materiale (coltura, qualcosa che si fa) à archeologia ,biologia, zoologia (+ scientifiche)
Cultura immateriale, che studia gli aspetti intellettuali à linguistica, antropologia, filologia (In
tedesco - Le discipline dello spirito)
FEMORE & MARGARET MEAD (1901-1978) - Il primo segno della civiltà?
Il femore ci contraddistingue dagli altri animali, in quanto esseri completamente bipedi.
Margaret Mead fu un’antropologa che per tutta la sua vita si specializzò in culture dell’Oceania.
Proveniva da una famiglia borghese degli Stati Uniti d’America e scardinò le convenzioni dell’America
bigotta.
"Civilization's first sign was compassion. A healed femur. Someone had to take the time away from their
own survival to care for the injured."
Quando le venne chiesto dagli studenti quale fosse il primo segno della civiltà, essi si aspettavano
qualcosa di esterno/materiale (come la scrittura, la metallurgia …). Anche se la etimologia della parola
“civiltà” ha a che fare con il fatto che gli uomini si insidiassero in città, ciò che veramente distingue un
uomo da un animale è la compassione.
l’antropologia è una disciplina della filosofia morale.
Si deve partire da questi principi che fanno la differenza di civiltà: sebbene parliamo di preistoria della
lingua, possiamo chiamare quella protoindoeuropea, civiltà, perché abbiamo attestazioni e ricostruite le
parole legate alla medicina e alla guarigione,delle ossa, dei medici… il prendersi cura, accomuna tutte le
società umana.
Aicoltura
La civiltà si sedentarizza perché ha scoperto l’agricoltura,
la più grande scoperta della donna – È un’eredità comune
del PIE.
In giallo le radici generali; in azzurro i verbi di creazione
secondaria; in verde i sostantivi
Hanno due radici per indicare l’agricoltura: “seminare” e
“arare” (rompere la terra), esse sono attestate in tutte le
famiglie linguistiche. Si crea il verbo aggiungendo –ie.
Si crea il sostantivo dalla stessa radice, aggiungendo un
suffisso -mn à seme
Per il verbo arare c’è già uno slittamento semantico nello
stesso PIE, quindi ci sono entrambi i due significati
Il suffisso –tro- si può scomporre poi in –tr + o. dove o è
la vocale tematica e tr è un suffisso che in inglese
(corrisponder in “er” tipo teach-er) NOMEN AGENTIS
da questa radice del condurre/fare viene il latino
“attore”,cioè colui che fa qualcosa.
Se aggiungiamo il suffisso –ro- a campo (ciò che viene
condotto/creato).
In inglese esiste la parola “acre” che non viene dal latino,
ma ereditato dal PGr.
In italiano la parole “acro”(unità di misura) deriva dal
mondo germanico.
In India non si coltivano le stesse cose della Russia. Non
abbiamo parole ereditate per il mondo indiano
(climaticamente distante da quello europeo): possiamo
ricostruire culture: il grano e la mela, questo aiuta a
identificare l’area di origine/prima diffusione dei
protoindoeuropei, che doveva essere in una fascia
temperata, in cui si potevano coltivare il grano e le mele
(steppe dell’Ucraina/asia centrale/Kazakistan à da qui poi
si sono spostati in India, Xinjiang, Europa), infatti le
popolazioni che poi si sono stanziate nelle aree calde,
come i greci, non hanno parole che sono simile a quelle
dei germani o slavi, in quanto si sono trovati in un clima
più caldo, con altre culture da gestire.
I latini noà la fascia delle Appennini da cui provengono gli
italici è un clima freddo, simile a quello dell’Europa
centrale. Essi infatti avevano il grano à non possiamo
ricostruire la laringale, ma siamo sicuri che ci sia perché
non abbiamo il greco.
ANIMALI DOMESTICI

Il più importante era la mucca, quella da latte con i vitelli.


Lo è ancora in india a livello religioso.
È importante perché dà fonte di nutrimento sostanzioso, il latte per popolazioni nomadi;
Il cavallo è l’animale che identifica i protoindoeuropei. Essi erano allevatori di cavalli.
Gli indoeuropei hanno una cultura essenzialmente guerriera, tutta la loro società è basata sul principio
militare e della forza.
Il cavallo è il simbolo della regalità e dei soldati. Ittiti(cavallli) vs Egiziani (elefanti).
In vedico il rituale per stabilire un nuovo re era uccidere un cavallo (asvameta=sacrificio del cavallo);
Cane era considerato un animale schifoso, tant’è che la parola in alcune lingue è stata modificata
completamente per non evocarla (taboo).

CARRO & METALLI Un altro marchio di fabbrica è il carro. La ruota e la ruota da guerra
furono inventati da sumeri e assiri, tuttavia per loro resta strumento, ma per gli indoeuropei diventa
sacro. Essi perfezionano il carro. Gli indoeuropei sono stati gli ultimi a stanziarsi seriamente, sono
sempre stati nomadi (probabilmente per il clima delle steppe dell’Asia centrale, differente da quello
temperato della Mesopotamia)à esiste un nome per ogni singolo elemento del carro (e sono tutti
ricostruiti in PIE). Molto interessante se si pensa che non vi era una differenza etimologica tra i verbi
comprare e vendere. È una questione di priorità. La cultura protoindoeuropea prevedeva un uso del
carro che avesse una valenza sostanziale, non solo pratica: il carro diventa poi metafora (con un
processo intellettuale di astrazione) della creazione.
La parola “ruota” si ritrova in due radici originali in tutto il mondo IE.
Considerando la specificità che abbiamo delle parti del carro, è probabile che siano due tipi di
ruote differenti a camminare e ruotare.
Gli indoeuropei avevano ruote differenti a seconda dello scopo che avevano. Il primo tipo era quella
pesante e piena, che serviva per camminare; una ruota che serviva per essere veloce era quella con i
raggi. Una società che fa grande uso di questa tecnologia, sente il bisogno di specializzare il lessico.
1)La grande rivoluzione del neolitico sono state: la sedentarizzazione, la scoperta dell’agricoltura e la
metallurgia. Possiamo ascrivere il mondo protoindoeurope alla cultura neolitica, non più indietro di questo
periodo (perché non abbiamo basi linguistiche o archeologiche). Possiamo poi identificare gli indoeuropei
nell’età del bronzo.
Essi sono famosi per il bronzo. Esso è una lega metallurgica, fatto dallo stagno e il rame à *h₂éi-o- ha
generato una serie di utensili, tra cui le armi, che hanno contraddistinto le civiltà di questo periodo, si trova
in tutte le lingue. In alto inglese troviamo “ar”, la r non si trova in nessun’altra attestazione, quindi è un
suffisso nuovo.
Invece che usare o, si utilizza ro.
2)Gli indoeuropei conoscevano l’oro *gʰ(o)l(H)- à si ha uno slittamento semantico verso il denaro.
Utilizzavano l’oro come scambio/baratto: erano guerrieri e l’oro che trovavano non serviva ancora per
realizzazioni artistiche: lo utilizzavano invece per comprare quello che serviva. (oro=denaro, merce di
scambio); in altre lingue, in cui l’oro è essenzialmente estetico, ricchezza e potenza (Egitto) la parola
per oro ha la stessa radice di “faraone” (quindi di potenza e regalità).
3)Anche per l’argento accadeva la stessa cosa. L’argento è ben presente in quelle “regioni
indoeuropee”. Il suffisso “-nt-” crea il participio presente (splendente).

CULTURA IMMATERIALE
• FAMIGLIA
La società si basa sull’elemento minimo a livello antropologico; pare essere
universale. Si vede, dai nomi degli elementi della famiglia, una gerarchizzazione;
ognuno ha un ruolo ben definito e chiaro all’interno della comunità, sia quella
piccola della famiglia sia in quella grande dello Stato.
La famiglia è gestita dal padre e dalla madre.
Il suffisso –ter- rende il nomen agentisà colui che va qualcosa ,cioè l’elemento
espresso dalla radice.
Questo elemento del “riconoscere” della madre lo troviamo anche in altre culture,
come in quella ebraica, dove è la madre a trasmettere la religione giudea, per
questo una donna può sposarsi con un uomo di diversa religione, mentre l’uomo
no, per questo non è possibile fare matrimoni misti, in cui il marito sposa una
donna di un'altra religione. La linea materna quindi riconoscerebbe i figli e quella
paterna li proteggerebbe.
In irlandese, come tutte le lingue celtiche, l’occlusiva bilabiale sorda *p, sparisce
in posizione inziale assoluta di parola.
Nella parola per madre si evidenzia già la sua subalternità rispetto al padre,
all’interno della famiglia, nel germanico.
In gotico, vedendo la ricostruzione precedente, dovremmo aspettarci “mother”
(con il thor)in inglese e in tedesco “Mutter” ———-> non è legge di Veerner,
perché l’accento è nella prima sillaba radicale: COS’E SUCCESSO??•analogia
con “fadar”. Moter è stato influenzato dalla presenza del padre ed ha assorbito la
sua fonetica. La madre si uniforma al padre, è indicativa dal punto di vista
ideologico del maschilismo,la madre si è adeguata all’elemento di spicco
all’interno della comunità.
Non abbiamo un’etimologia sicura, però una delle ipotesi è che figlio maschio è colui che è
GENERATO, mentre la figlia femmina colei che è PRODOTTA
La fonologia di figlio, non da problemi—>
la fonologia di figlia da problemi.
La radice di figlia presenta molti esempi, però ha difficoltà con la ricostruzione fonetica
FIGLIO: troviamo due suffissi –nu- e –iu- , entrambi attaccati alla radice al grado zero.
FIGLIA: Greco e Vedico sono solitamente molto simili nella ricostruzione, qua NO invece.———>
COSA È SUCCESSO? •Grassman e la dissimilazione delle aspirate. La prima consonante viene
dissimilata e dh diventa t e l’altro no; in Greco, la laringale 2 in questa posizione interconsonantica
è una vocale e non c’è nessuna modifica. Queste due parole vanno messe insieme.
In Avestico è successo Grasmann + Bartholomae, h2 nel PROTOINDOIRANICO fa aspirazione.
Il latino non ha queste parole perché le ha cambiate interamente, ma l’osco che era una delle lingue
italiche insieme al altino mantiene la parola per figlia… Non c’è per quella di filglio maschio,
quindi forse la modifica è partita dal figlio maschio e poi il latino ha preso la femmina

FRATELLO DI SANGUE
Il punto di riferimento sono i figli che possono avere i
fratelli.
Tra Norreno e Inglese non è contesto di Veerner, MA
abbiamo la legge di Veerner.
COSA È SUCCESSO? ——>Analogia con Padre. Il nome
di riferimento è padre
In Greco fratello si dice adelfos, cioè gemello.

SORELLA
Ha una etimologia abbastanza riconosciuta. E’ tecnicamente
un composto. Vuol dire dello stesso sangue. Si intravede il
discorso che è meno importante di qualcun altro: è colei che
ha lo stesso sangue di qualcuno, cioè del fratelloà associata
sempre al maschio.
In Armeno fa analogia con le altre parole dei membri della
famiglia; il lituano è stato il punto di partenza, perché
sangue ha lo stesso esito fonetico della seconda parte di”
sorella”.
In ASE “tr” è analogia con le altre parole, in particolare
“fratello”.
In Norreno lo troviamo nella forma più antico con le rune,
perfettamente uguale al protogermanico; in inglese “sister”
e in tedesco “Schwester“; la t è stata aggiunta per
somiglianza alle altre parole della famiglia in cui si trovava.
In Greco “figlia di un cugino”, per via dei matrimoni che
venivano redatti spesso tra cugini dei genitori.
LA MOGLIE DEL FIGLIO

1)Il figlio maschio era il più importante, il quale sarebbe poi diventato padre, diventava importante
allora dare un nome alla moglie del figlio del padre.
È ricostruito con due suffissi diversi, ma la radice è la stessa.
Il tedesco è l’unica lingua germanica che mantiene una parola per descrivere la nuova.
COSA È SUCCESSO IN NORRENO, TEDESCO E LATINO?——> la prima s è persa in latino.
Nelle lingue Germaniche è intervenuto Veerner e poi rotacismo (la s sonora>z> r)—> Il rotacismo
avviene anche in latino.
2)Moglie del fratello Per noi è la cognata, che vuol dire in realtà “sorella”——>“moglie del fratello”
dal punto di vista del padre.
È importante nominare la cognata rispetto al padre, il più importante. È importante perché esiste anche
una gerarchia tra i “padri”…il primogenito è più “padre” di un altro “padre” che diventa quindi
“fratello”.
Greco e latino la parola è morfologicamente plurale, ma semanticamente singolare.

NONNI
LA donna che entrava in una casa nuova in quanto moglie, usciva completamente dalla propria famiglia
e ne acquisiva un’altra, essa avrà dei propri mater e mater di sangue, ma ne acquisirà dei NUOVI,
(suocero/suocera).
Si vede in tedesco che la parola è stata creata da un maschio, perché si è sentito il bisogno di
specificare quello che è “meno normale”, cioè l’elemento femminile.
È sempre specificato l’elemento femminile, in quanto quello maschile è sempre chiarissimo.
CAPOFAMIGLIA
La parola è attestata in tutte le lingue indoeuropee. È identificato come il padrone.
Il latino non è presente qua, ma è utile per ricostruire il sistema familiare. Il modello del composto è
uguale, ma il latino ha decido di ricostruire interamente il concetto. L’elemento protoindoeuropeo del
piccolo nucleo familiare, si riversa sul nucleo grande della società. Questo si vede anche nelle dittature
del ‘900 (Mussolini, padre della patria, Hitler, conducente della patria…tutto ciò che deriva dalla nostra
concezione di democrazia viene dal greco e latino, e dai concetti moderni di imperialismo economico.

RELIGIONE
La religione protoindoeuropea è l'ipotetica religione praticata dagli Indoeuropei prima della loro
espansione, quando ancora risiedevano nella patria originaria. Questa religione è stata ricostruita
basandosi su evidenze linguistiche attraverso il metodo comparativo.

VISIONE DEL MONDO E DIVINITÀ DEGLI INDOEUROPEI


La comparazione linguistica ha permesso di ricostruire i nomi probabili delle divinità che gli
Indoeuropei veneravano. Talora, però, la continuazione di tali ipotetici nomi, nonché delle figure
divine ad essi corrispondenti, appare controversa, a causa delle evoluzioni contraddittorie.
Nell'insieme la visione del mondo, la cosmogonia e la religione indoeuropee dovevano
verosimilmente condividere i tratti tipici delle religioni e delle cosmogonie di molte società
arcaiche: fra questi tratti, la venerazione di divinità collegate col cielo e con gli astri, con miti che
adombravano le elementari conoscenze necessarie all'orientamento dei pastori nomadi e alla
scansione stagionale dei tempi dell'agricoltura.
A ciò si aggiunga che gli indoeuropei, già in piena fase unitaria, sono caratterizzati da una struttura
sociale tripartita, e da una corrispondente ideologia delle tre funzioni sociali portanti: sacerdotale,
guerriera, produttiva. Oggi non si crede più, come all'epoca del suo scopritore Georges Dumézil, che
tale trifunzionalismo sia solo e soltanto indoeuropeo; né si pensa che fosse presente sin dalle più
remote fasi originarie. Esso tuttavia agisce fortemente nella fase unitaria matura. La tripartizione
delle funzioni si è pertanto riflessa nelle funzioni delle divinità. Quanto alle dee, poche divinità
femminili sono sicuramente ascrivibili alla fase unitaria della cultura indoeuropea, per una serie di
ragioni:
Le dee, sono semplicemente le spose degli dèi padri, senza altre caratterizzazioni;
inoltre, spesso, i popoli indoeuropei tendono ad associare una divinità femminile a un luogo (fonte,
foresta).

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