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La Prima Guerra Mondiale 2

La Prima Guerra Mondiale è scaturita da alleanze militari e tensioni nazionalistiche, con l'Austria che dichiarò guerra alla Serbia dopo l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando. L'entrata in guerra di potenze come la Russia, la Germania e gli Stati Uniti trasformò il conflitto in una guerra mondiale, caratterizzata da battaglie sanguinose e una guerra di trincea. La guerra si concluse nel 1918 con l'armistizio e diversi trattati di pace, che ridisegnarono la mappa dell'Europa e portarono a significative conseguenze politiche e sociali.

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La Prima Guerra Mondiale 2

La Prima Guerra Mondiale è scaturita da alleanze militari e tensioni nazionalistiche, con l'Austria che dichiarò guerra alla Serbia dopo l'assassinio dell'Arciduca Francesco Ferdinando. L'entrata in guerra di potenze come la Russia, la Germania e gli Stati Uniti trasformò il conflitto in una guerra mondiale, caratterizzata da battaglie sanguinose e una guerra di trincea. La guerra si concluse nel 1918 con l'armistizio e diversi trattati di pace, che ridisegnarono la mappa dell'Europa e portarono a significative conseguenze politiche e sociali.

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Nel 1882 nasce la Triplice Alleanza (Austria, Germania e Italia) che non è mai stata messa per iscritto.
È un'alleanza difensiva: nel momento in cui una delle 3 nazioni fosse stata attaccata le altre due
dovevano intervenire in sua difesa.

Francia e Inghilterra possedevano i territori africani e si allearono per difendersi dalla Germania: qui
nacque l'Intesa, alla quale si aggiunse, in un secondo momento, la Russia.
L'Italia era formalmente alleata con la Triplice Alleanza ma si avvicinava sempre di più all'Intesa.
La Turchia si alleò con l'Austria, quest'ultima possedeva insieme alla Turchia i territori dell'Impero
ottomano e non voleva perderli.

LE CAUSE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE


Nei primi anni del '900 si diffondono 3 ideali di pensiero che saranno una delle cause della Prima
guerra mondiale:
• nazionalismo: concezione della propria nazione superiore alle altre (patriottismo esagerato)
• imperialismo: politica di controllo economico e politico di un territorio;
• colonialismo: vengono controllati e dominati territori esteri da altri stati perché essi si ritengono
migliori.

QUESTIONE SERBA
La Serbia era convinta che il suo territorio dovesse essere più grande di quanto fosse: voleva a tutti i
costi conquistare la Bosnia Erzegovina che era, però, possedimento austriaco.

Il 28 giugno 1914: l'Austria manda a Sarajevo (Bosnia) l'Arciduca Francesco Ferdinando e la moglie
Sofia, i quali vennero uccisi da Gravilo Princip, un rivoluzionario serbo facente parte della “Mano nera”
(organizzazione terroristica serba).
• (l’episodio è rilevante, ma non sarebbe stato sufficiente se non ci fossero state le condizioni che
avrebbero favorito il conflitto)

L’atto di un singolo su ciente a provocare una guerra? No, c’erano altre condizioni:
• politico-diplomatico: c’era una tensione persistente tra l’impero austro-ungarico e la Russia;
l’espansionismo tedesco era guardato con sospetto dall’Inghilterra perché la Germania aveva
e ettuato una corsa alle armi che aveva messo in discussione il primato inglese sul controllo dei
mari
• ideologico-culturali: c’era un crescente nazionalismo nei vari paesi, era un elemento che prevale
nell’opinione pubblica
• economiche: c’è un crescente protezionismo, di fatto le potenze europee sono già in una guerra
commerciale tra loro legata alle materie prime e i mercati
• sociali: per mantenere una pace interna viene additato il nemico esterno

COME SI ARRIVA ALLA GUERRA?


L'Austria decide di dare un ultimatum alla Serbia prima di dichiararle guerra: chiede alla Serbia di far
entrare nel loro territorio la polizia austriaca e da loro un mese di tempo per rispondere. La Serbia non
risponde, ma proclama la mobilitazione parziale (alcuni uomini vengono mandati al confine con
l’impero austroungarico)->la Serbia rifiuta l’ultimatum perché non è da sola, ha un’alleanza stretta con
l’impero russo e, grazie a questa, crede di potersi permettere di rifiutare l’ultimatum ->
-> l’Austria dichiara guerra alla Serbia il 28 luglio
In pochissimo tempo gesta guerra diviene mondiale:
• la Russia (alleata con la Serbia) inizia la mobilitazione delle proprie truppe (azione preparatoria alla
guerra)
• la Germania manda un ultimatum alla Russia e alla Francia per dirle di non fare niente sennò
avrebbero dichiarato guerra pure a lei, ma nessuna delle due risponde. Così il 1° agosto la Germania
dichiara guerra alla Russia e il 3 agosto dichiara guerra alla Francia.
nei trattati di Pace successivi sarà al Germania ad avere un peso maggiore (perché rende un
conflitto locale)

La Germania (alleata con l’Austria) ha ideato un piano militare: temendo di essere presa tra due
potenze nell’eventualità quasi inevitabile del conflitto europeo, pensa a combattere una “guerra lampo”
(piano Schlieffen) cioè combattere e vincere rapidamente contro l’impero francese passando per il
Belgio (neutrale) per poi impegnarsi contro l’impero russo che avrebbe avuto molto tempo per
mobilitarsi a causa del suo vasto territorio (le persone dovevano venire da tutti i lati del territorio).

A questo punto l'ultima che è fuori, la Gran Bretagna, dichiara guerra alla Germania (ora il quadro è
completo e manca solo l'America). Il piano Schlieffen prevedeva di terminare la guerra in due mesi e
all'inizio sembra quasi che i tedeschi ci avessero indovinato: l'esercito francese è stato indietreggiato
verso il fiume Marna e a est i russi sono stati sconfitti in due battaglie, quindi, sembra che la guerra
lampo funzioni. Ma c'è un imprevisto:
• l'esercito francese, nonostante si stato cacciato indietro fino alla Marna, inizia una resistenza tale
che i tedeschi non riescono a sfondare
• anche a est dopo le prime vittorie dei tedeschi, l'esercito russo si organizza facendo crollare la teoria
della guerra lampo verso autunno/inverno, quando non ci sono le condizioni climatiche favorevoli per
combattere se non ci si è abituati.
Inizia una situazione di stallo, perché inizia una fase di scavo di trincee, messe sulle linee del fronte e
tra le quali c'è la "terra di nessuno", dove avvenivano le battaglie per poter avanzare (erano battaglie
fini a sé stesse che lasciavano un mare di cadaveri perché erano semplicemente carneficine che
permettevano di avanzare solo di qualche metro). Siamo passati da una guerra lampo a una guerra di
posizione, molto più sanguinosa poiché è una situazione di stallo in cui vengono uccisi molti soldati
senza avanzare effettivamente di nulla. Cerano 750 km di trincea sul fronte occidentale.

Le battaglie fondamentali sul fronte occidentale:


• la battaglia di Verdun (febbraio-aprile 1916)
• la battaglia della Somme (1 luglio 1916)
• la battaglia di Passchendaele (luglio-novembre 1917)

QUESTIONE ITALIANA
Il 2 agosto 1914 l’Italia dichiarò la propria neutralità, questo perché il patto che c’era tra l’Italia e la
Germania era solo difensivo, quindi l’Italia non interviene. Ma immediatamente si apre in Italia un
dibattito sull’intervento al conflitto e se l’Italia dovesse intervenire al fianco della Francia e
dell’Inghilterra, mai a fianco della Germania. Questo dibattito durerà circa un anno, finché nel 1915
l’Italia entra in guerra.

In Italia si apre un dibattito, tra interventisti e neutralisti.


• A favore della neutralità, cioè mantenere l’Italia al di fuori del conflitto c’erano:
Giolitti (è convinto che l’Italia potesse ricevere delle concessioni dall’impero austroungarico
anche senza entrare in guerra)
Benedetto XV (il Papa) era favorevole a maniere la neutralità per questioni morali e religiosi, ma
anche perché l’Austria era un paese cattolico e la guerra contrapponeva nazioni cattoliche
contro altre nazioni cattoliche
componente socialista: si divisero su questa questione perché una componente era favorevole
alla neutralità perché sostenevano che il conflitto fosse voluto dalla classe dominante e
combattuto da quelle popolari. Ma c’è una componente del partito socialista che sosteneva che
la guerra avrebbe avvicinato la rivoluzione-> Mussolini era un giornalista socialista e esce dal
partito socialista quando vede questa divisione perché era a favore dell’intervento

• Tra gli interventisti, che incitavano la guerra, c’erano:


il re Emanuele III
i nazionalisti: ritengono che l’Italia non possa entrare tra le potenze europee assumendo la
posizione della neutralità
liberali più moderati: non vedevano come figura di riferimento Giolitti, ma Salandra (primo
ministro)
irredentisti : eredi dell’idea risorgimentale che considerano l’Austria un nemico
gruppi di intellettuali: D’Annunzio e anche i futuristi

Gli interventisti sono una minoranza, ma riusciranno ad avere la meglio (la monarchia fa apparire
maggioritario ciò che era minoritario).
L’Italia, visto che l’Austria si era rifiutata di concedergli le terre irridenti, avviò contatti segreti con
l’intesa e il 26 aprile 1915 viene firmato il patto di Londra: l’Inghilterra gli promette le terre irridenti
(Trentino, l’Alto Adige, Trieste) + Istria, Dalmazia e Valona.
Così il 24 maggio 1915, Vittorio Emanuele III annunciò agli italiani l’entrata in guerra del paese a fianco
della triplice Intesa.

IL FRONTE ORIENTALE
Intanto sul fronte orientale la Russia combatte una delle sue ultime battaglie. La Russia è un paese che
aveva avuto i regime feudale in vigore fino al 1761, che sarà abolito da Alessandro II Romanov; è
quindi un paese basato su rapporti agrari ancora di natura feudale che conosce verso il 900 una
progressiva industrializzazione, ma che arriva in guerra non meno impreparata dell’Italia. Inoltre, è in
una situazione politica in cui vige lo zarismo, con fermenti sociali che da prima che scoppi la guerra
(già dal 1905) rifutano la monarchia assoluta che lo zarismo incarna. Quando la Russia entra in guerra
avviene uno scollamento ancora maggiore tra la popolazione e il regime dello zar che ha voluto la
guerra, tant’è vero che in alcune battaglie un milione e passa di soldati russi perdono la vita e questo
causa il crollo dello zarismo.
Nel 1917 la Russia vede crollare lo zarismo e nel 1918 esce dal conflitto.

GLI STATI UNITI


Il 6 aprile del 1917, a fianco dell’Intesa, sono entrati in guerra gli Stat Uniti, dichiarando guerra alla
Germania, perché la lotta sottomarina li danneggia molto, ed entrano combattendo nelle basi
oceaniche, senza toccare il loro territorio.
In virtù dell’intervento americano, inizia una controffensiva che porterà alla disfatta degli imperi centrali,
tanto che persino l’Italia riuscirà a ottenere una vittoria nella battaglia di Vittorio Veneto.

IL FRONTE ITALIANO
Il teatro di guerra Italo-austriaca era tra il Friuli ed il Trentino. Le truppe italiane attaccarono verso est
dal maggio 1915 al settembre 1917 per ottenere Trieste. Nel maggio del 1916 gli austriaci tentarono di
cogliere a sorpresa gli italiani ma questa spedizione fu respinta in Veneto e gli italiani raggiunsero
finalmente Gorizia.
Nel 1917 gli italiani protestarono e manifestarono per far si che la guerra finisse, ma il 24 ottobre 1917 i
tedeschi attaccano gli italiani nella Battaglia di Caporetto, ma l’Italia, in mancanza di soldati perse e le
forzo tedesche presero i Friuli Venezia Giulia ed il Veneto.
Questa sconfitta portò l’Italia a fare un cambiamento radicale infatti a capo dell’esercito a posto di
Cadorna entro Armando Diaz che ristrutturò tutto con ottime strategie.

1918: uno dei fattori che portarono alla fine del conflitto (oltre alle vittorie dell’intesa) fu la diffusione
dell’epidemia spagnola, che colpì entrambi i fronti e le condizioni igieniche nelle trincee impossibile
mantenre l’epidemia sotto controllo. Da un punto di vista militare, l’intesa riesce ad ottenere una
grande vittoria ad Amiens, dove l’esercito tedesco fu definitivamente sconfitto.
• 11 novembre 1918 la Germania firmò l'Armistizio di Rethondes, arrendendosi senza condizioni

L’Italia nel 1918 riuscì a riprendere i territori di Trento e Trieste nella battaglia di Vittorio Veneto contro
l’Austria, che fu costretta a dichiarare la pace. Armando Diaz annunciò la vittoria della guerra.

I 14 PUNTI DI WILSON:
Nel gennaio 1918 in un congresso Wilson (il presidente degli Stati Uniti) espose i 14 punti per la pace
per il nuovo ordine mondiale in vista della fine della guerra, fondati sul rispetto della libertà:
• alcuni parlavano di questioni territoriali: basate su principio di nazionalità e volontà dei popoli
(restituzione alla Francia dell’Alsazia e Lorena)
• diritto dei popoli all’autodeterminazione (opinione popolo doveva scegliere il proprio stato)->
comporterà la fine dei grandi imperi che comprendevano più popoli (come impero austro-ungarico)
• creazione della società delle nazioni: prefigurava un nuovo ordine mondiale nel quale le
incongruenze internazionali venissero discusse

TRATTATI DI PACE
I grandi imperi europei però non la pensavano cosi, volevano penalizzare ulteriormente la Germani ed
altri volevano espandersi, perciò la pace con la Germania venne stipulata con diversi trattati di Pace:
• Trattato di Versailles (giugno 1919): la Germania deve restituire Alsazia e Lorena alla Francia, Alta
Slesia e Posnania alla Polonia, i Sudeti alla Cecoslovacchia; deve cedere le colonie extraeuropee,
pagare un enorme debito di guerra, ridurre l'esercito e cedere alla Francia il controllo temporaneo
della riva sinistra del Reno e delle miniere della Saar
• Trattati di Saint-Germain-en Laye (settembre 1919) e del Trianon (giugno 1920): ratificano la fine
dell'impero austro-ungarico e la nascita di Cecoslovacchia e Jugoslavia
• Trattato di Neuilly (novembre 1919): riduce il territorio della Bulgaria
• Tratato di Sevres (agosto 1920): Impero ottomano deve cedere i suoi possedimenti in Medio
Oriente a Francia e Regno Unito
• L'italia ottiene dall'Austria Trento, l'Alto Adige e Trieste, ma la Dalmazia e Fiume vengono assegnate
alla Jugoslavia; proteste contro la «vittoria mutilata»
LE CONSEGUENZE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE
• massificazione, crisi delle tradizioni
• sotto certi punti di vista sia il comunismo sovietico (bolscevismo) che il fascismo sono effetti della
prima guerra mondiale perché l’impero zarista non sarebbe crollato senza le sconfitte militari della
Russia e il fascismo nasce dall’interventismo e dai reduci (la guerra porta violenza, quindi anche la
formazione di gruppi violenti)
• le aspettative sono per una compensazione per le sofferenze subite: i sopravvissuti si aspettano
che le loro condizioni migliorino, invece molte persone che avevano partecioato alla guerra mondiale
si trovano in difficoltà-> il loro reinserimento nel sistema produttivo e capitalisticoè difficile
• c’è anche del risentimento: la gente che è stata al fronte si trova a dover tornare alla vita di tutti i
giorni e vede persone che non hanno combattuto che hanno scalato nella loro attività lavorativa e si
sentono non riconosciuti
• politicizzazione delle masse: vanno al fronte cittadini e tornano persone che nel fronte si sono
politicizzate, hanno comunicato con gli altri, persone che prima non si occupavano di politica e poi si
politicizzano perché capiscono che questo può influire sulle loro vite (cresce il numero di iscritti ai
partiti e sindacati, ci sono più manifestazioni pubbliche, scioperi ecc)
• questione sovietica: in una parte di queste masse c’è l’idea che, visto che era stato possibile in
Russia, poteva essere possibile anche in altre nazioni
• ruolo delle donne: le donne durante la guerra erano state chiamate a svolgere dei compiti in
sostituzione dei lavoratori uomini impegnati al fronte, ciò aveva rotto in parte la barriera tra lavori
femminili e maschili e aveva portato maggiore autonomia per le donne.
• biennio rosso: aumento dei movimenti socialisti, scioperi e manifestazioni con le richieste
dell’innalzamento delle retribuzioni e diminuzione dell’orario di lavoro
• divisione tra socialisti e comunisti
• la novità di questa guerra fu l’influenza della scienza e della tecnica sul suo svolgimento: vennero
utilizzati i sottomarini, i gas asfissianti, la dinamite e gli altri esplosivi, anche l'aeroplano e il carro
armato. Inoltre furono perfezionate armi come la mitragliatrice e oggetti tecnologici come il telefono
che velocizzò enormemente la comunicazione sulla linea del fronte.
• in molti Paesi si formano governi di unità nazionale (Francia, Italia, Regno Unito), in altri si verifica
una dura repressione del dissenso interno (Germania). Fondamentale diviene il controllo
dell'opinione pubblica, attraverso condizionamento della stampa e campagne di propaganda volte a
incentivare l'arruolamento.
RIVOLUZIONE RUSSA
PARTITI DI POSIZIONE E GLI OBIETTIVI DELLA LOTTA POLITICA
Per quanto riguarda il campo politico, si può dire che nella Russia dei primi del Novecento vi era un
governo di tipo assolutistico, in cui il potere dello zar si pensava fosse legittimato da Dio, non vi era un
parlamento e l'attività politica era comandata dalla polizia. Nonostante ciò, anche in Russia si
formarono dei partiti politici di opposizione, quali:
• Il partito costituzionale democratico: conosciuto anche come partito dei cadetti, rappresentava
tutta la borghesia, cioè la classe dei capitalisti e dei grandi proprietari fondiari diventati capitalisti.
Essi miravano alla formazione di un parlamento elettivo sul modello occidentale.
• Il partito social rivoluzionario: rappresentava i piccoli proprietari, i contadini piccoli e medi, la
piccola borghesia e gli strati di operai soggetti all'influenza della borghesia. Esso mirava ad una
società fondata sulla valorizzazione delle tradizioni comunitarie del mondo contadino.
• Il partito operaio socialdemocratico russo (Posdr): era di orientamento marxista e riteneva che il
processo rivoluzionario poteva compiersi solo in seguito ad uno sviluppo del capitalismo industriale.
Dal 1903 il partito si divise in due partiti:
i BOLSCEVICHI, secondo i quali lo zarismo andrebbe capovolto attraverso un'azione
rivoluzionata e sostituito con il socialismo
i MENSCEVICHI, che mirano a una riforma in senso democratico dello stato zarista, alleandosi
con la borghesia e altri partiti (socialrivoluzionari e cadetti)

Per i menscevichi in Russia non si può applicare la teoria di Marx (rivoluzione, instaurazione del
socialismo attraverso l'azione della classe operaia) perché la Russia è un paese ancora
prevalentemente contadino, quindi prima bisogna che anche in Russia si realizzi in pieno la rivoluzione
industriale e borghese e solo poi si può pensare a una rivoluzione operaia e socialista. Per i bolscevichi
invece, si può saltare questa fase e passare direttamente al socialismo realizzando una alleanza tra
operai e contadini.

L’ABDICAZIONE DELLO ZAR


1917: il potere dei Romanov si basava sulla fedeltà dell’esercito ma questa viene messa in discussione
dalle numerose sconfitte militari sul fringe orientale. A seguito delle sconfitte militari ci fu una rivolta a
San Pietroburgo: contrariamente a quello che è avvenuto nei secoli prendendoti, i soldati e le forze
dell’ordine solidarizzano con i manifestanti-> questa solidarietà è l’origine del fine del potere dei
Romanov. Nel marzo cade il governo a seguito delle manifestazioni, lo zar Nicola II abdicò.

Altra importante conseguenza fu la divisione del potere tra governo provvisorio e del soviet di
Pietrogrado:
• Il governo provvisorio era controllato dai liberali moderati e dai menscevichi, guidati dal principe
L'vov e dal social rivoluzionario Kerenskij. Il suo programma mirava a presentarsi agli alleati
dell'Impresa come l'unico posseditore del potere dopo la caduta dello zar. Per cui il suo scopo era
quello di continuare la guerra
• Il soviet di Pietrogrado, invece, era controllato dai socialisti delle diverse correnti (social
rivoluzionari, bolscevichi). Il soviet rappresentava le classi lavoratrici e di gran parte dell'esercito,
composto da contadini poveri, e mirava alla pace immediata e alla distribuzione delle terre.
RIENTRO DI LENIN DALL’ESILIO E LE “TESI DI APRILE”
Durante la rivoluzione di febbraio, Lenin ed altri dirigenti bolscevichi erano in esilio in Svizzera, così
l'egemonia del potere era nelle mani dei menscevichi.
Il 3 aprile del 1917 Lenin fece ritorno dall'esilio grazie all’aiuto dei tedeschi (i tedeschi facilitano il suo
ingresso in Russia perché sanno che i bolscevichi vogliono la fine della guerra).
Arrivato in Russia, Lenin ha successo e spedisce un programma in cui dà la direzione del partito
bolscevico: “tesi d’aprile”:
• pace subito
• riforma agraria (classe contadina)
• ruolo dei soviet (classe operaia)
Sulla base di questo programma prova a dare risposta a tutte le classi sociali della società (militari,
contadini, operai). In questa fase il partito bolscevico è ancora un partito minoritario, ma molto forte nei
luoghi decisivi come Mosca e Sanpietrobrugo.

LA CRISI DI LUGLIO
Il nuovo governo provvisorio venne affidato a Kerenskij (leader politico menscevico), che intraprese
un'offensiva militare in Galizia, la quale si rivelò un disastro. L'esercitò si disfò e i contadini si
convinsero che ormai il governo non avrebbe più risolto la questione delle terre.
->Avvenne poi una prima insurrezione bolscevica, un primo tentativo di prendere il potere, ma
fallisce e Lenin è costretto a fuggire in Finlandia.
->Kornilov, un generale russo, vorrebbe restaurare lo zarismo e quindi a sua volta tenta un colpo
di Stato ma fallisce grazie all’opposizione dei soviet di Pietrogrado
A seguito di questi eventi, si diffuse l’opinione pubblica che l’unico modo per dare seguito concreto
alle aspettative popolari di pace, libertà e giustizia fosse la presa di potere da parte dei soviet.

LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE E LA PRESA DEL PALAZZO D’INVERNO


Il governo era molto debole e, essendosi impegnato a seguire le guerra, non trovava consensi nei
soldati e quindi i bolscevichi tentarono di nuovo di attuare un colpo di Stato per prendere il potere:
Lenin spinse per una rivoluzione marxista detta “di ottobre” cercando di convincere i ceti più bassi
facendo propaganda nei loro ritrovi-> la rivoluzione proletaria era la soluzione allo sfruttamento da
parte del padrone e alla paga bassa.
Nell’ottobre del 1917 c’è la presa del palazzo d’inverno (sede del governo) da parte di Lenin e i
bolscevichi-> un ruolo dominante nell’organizzazione del colpo di Stato è stato quello di Trockij, che
aveva guidato la rivoluzione.
Si formò quindi un governo rivoluzionario, condotto da Lenin, Trockij (commissario degli esteri) e Stalin
(responsabile delle nazionalità)-> vennero subito emanati dei provvedimenti come l’abbandono della
guerra e il controllo delle fabbriche affidato agli operai.

Nel novembre 1918 si svolgono le elezioni a suffragio universale per un’assemblea costituente
(avvengono dopo la rivoluzione russa), ma non vincono i bolscevichi che sono al potere, ma il partito
socialrivoluzionario, che aveva stravinto nelle campagne. Rifiutando il verdetto democratico delle
elezioni, i bolscevichi e Lenin a questo punto annullano le elezioni, rivendicando tutti i poteri ai soviet:
si dava così inizio alla dittatura.
L’USCITA DALLA GUERRA: LA PACE DI BREST-LITOVSK
Il nuovo governo a questo punto si trovò davanti una scelta: affrontare un'estenua guerra contro
l'esercito tedesco oppure concentrarsi sulla difesa dello Stato sovietico, accettando le condizioni di
pace con i tedeschi? Il 3 marzo 1918 fu siglato il trattato di Brest-Litovsk, un trattato di pace con la
Germania che comportava delle condizioni pesantissime per la Russia, la quale dovette riconoscere
l’indipendenza dell’Ucraina, cedere la Bielorussia ai tedeschi, rinunciare alla Polonia, ai paesi baltici e
alla metà degli impianti industriali.

Preso il palazzo d’inverno e annullate le elezioni, inizia la vera e propria rivoluzione russa che forgerà il
potere bolscevico: la guerra civile. Era combattuta tra:
• armata bianca: formata da ex-generali zaristi anti-bolscevichi, che hanno l’appoggio di numerose
potenze straniere (Inghilterra, Francia, Italia ecc) perché temevano l’espansione del bolscevismo
• armata rossa: esercito bolscevico guidato da Trockij, formato principalmente da contadini e operai

Nell’estate 1918 la guerra civile arrivò fino alla città dove era esiliato lo zar e l’armata rossa decise di
eliminare una volta per tutte lo zar, insieme alla propria famiglia.
Nel mentre venne eliminata la libertà di stampa e costituita la Ceka (polizia politica incaricata di punire
gli oppositori, istituendo la pena di morte per i partiti che venivano dichiarati illegali)-> si diede vita al
“terrore rosso”.

Dopo momenti in cui l’armata bianca sembrava vicina alla vittoria, l’armata rossa riuscì ad avere la
meglio, riconquistando in parte il territorio perduto nella prima guerra mondiale.

I fattori di debolezza dell’armata bianca:


• questione politica: gli eserciti dell’armata bianca era formato da tante milizie di ex generali
• pretendeva solo che i russi combattessero per il ritorno al passato: assenza di una reale prospettiva
politica (i contadini non erano disposti a combattere per ritornare al regime zarista)-> scarso
sostegno della popolazione

Tra il 1920-1921 si instaurò un altro problema ovvero l’invasione della Polonia, che però i bolscevichi
riuscirono a respingere. Nel marzo 1921 con il trattato di Riga, si risolsero le dispute di confine tra
Russia e Polonia e segnò anche la conclusione dei tentati, esterni e interni, di abbattere la rivoluzione
bolscevica.
Una volta finita la guerra civile, nel 1921 Lenin fonda la terza
• La prima internazionale viene rmata da Marx
e fallisce perché gli anarchici minacciano di
internazionale o Komintern: è un’organizzazione internazionale
scansare i marxisti e Marx trasferisce la sede comunista che adotta un modello sovietico e ved e la
a New York necessità di romper econ i partiti riformisti e allinearsi con
• La seconda internazionale nasce dopo Marx e
riuscisse i partiti socialdemocratici, ma fallisce
Mosca, vedendo nella città il campione dell’emancipazione
con la prima guerra mondiale perché i partiti operaia. Nasce la distinzione tra comunismo e socialismo:
appoggiano l’impegno bellico • i comunisti aderiscono alla via pro-Mosca
• i socialisti non aderiscono a questa prospettiva

LA POLITICA ECONOMICA
Le condizioni della Russia dopo la fine della Guerra civile, ha subito:
• 3 anni di conflitto mondiale che si combatte in territorio russo
• 2 anni di guerre civili con eccidi da varie le parti
Il paese che si trovano a governare i bolscevichi è un paese in ginocchio. L’idea è eliminare le proprietà
privata e collettivizzare l’industria e il sistema bancario, ma Lenin si rende conto che in questa fase di
difficoltà economica non è possibile-> allora lancia il NEP, cioe un nuovo programma economico che
lasciava la proprietà privata di piccoli appezzamenti a nuovi proprietari (i latifondi divenivano di
proprietà pubblica). Si crea una piccola categoria di contadini arricchiti: i kulaki (saranno le vittime
delle persecuzioni di Stalin quando Lenin morirà).
SUCCESSIONE DA LENIN A STALIN
Nell’aprile 1922 il nuovo Stato assunse una denominazione: URSS, Unione delle Repubbliche socialiste
sovietiche.
Lenin aveva problemi di salute, e morì nel gennaio 1924. Non essendoci un sistema elettorale per
prendere il potere, nasce una disputa tra due figure bolsceviche:
• Troskij, che aveva guidato l’amata rossa e vinto la guerra civile-> pensava che la Russia dovesse
promuovere un’esportazione della rivoluzione in tutta Europa
• Stalin, aveva partecipato alla rivoluzione russa, ma era una figura più di secondo piano, aveva
assunto il ruolo di segretario del partito e aveva gli strumenti per garantirsi quella posizione-> Stalin
parlava di socialismo solo in Russia

Essendo il partito diventato uno stato, Stalin riuscì a succedere Lenin e sconfiggere il candidato Troskij
(che venne esiliato e poi ucciso).
Tutti gli oppositori di Stalin vennero portati nei gulag, ovvero dei campi di reclusione in cui andavano
ad effettuare un lavoro forzato dove morirono tantissime persone.

Da qui ha inizio il potere di Stalin e l’URSS diviene una potenza industriale mondiale
QUESTIONE ITALIANA
C’è il modello russo. Si parla di biennio rosso perché in campagna c’è l’occupazione di terre a sud, e lo
sciopero dei braccianti a nord: problema per latifondisti.

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