Il libro
I possibile per chiunque riuscire a vivere di rendita: ciò che conta al
95% è avere una corretta psicologia del denaro e poi imparare
tecniche di investimento alla portata di tutti. In questo libro, unico
nel suo genere, scoprirete:
• quali sono le vostre convinzioni negative sul denaro e come fare per
cambiarle;
• come creare la vostra ricchezza investendo in immobili senza
metterci i vostri soldi;
• come investire in Borsa guadagnando anche quando il mercato cala
o sta fermo;
• come sostituire intelligenza e tempo alla mancanza di denaro per
investire;
• come creare sistemi automatici che creano ricchezza per voi, 24
ore al giorno.
Se non siete ancora ricchi è solo perché nessuno ve l’ha mai
insegnato. In questo libro, Alfio Bardolla vi illustra i concetti chiave
che spiega nei suoi seminari: tutto ciò che dovete sapere per
diventare finanziariamente liberi. Un testo rivoluzionario che definisce
un modo nuovo di pensare ai soldi e alla ricchezza, ma anche
estremamente pratico, per cominciare oggi stesso il vostro percorso
verso il Wellness Finanziario.
L’autore
Alfio Bardolla è nato nel 1972 a Chiavenna (SO). Fonda la sua
prima società a diciannove anni, laureandosi poi in Scienze
bancarie, finanziarie e assicurative presso l’Università Cattolica di
Milano. Financial coach, autore e imprenditore, ha aiutato migliaia
di persone a rivoluzionare la loro situazione finanziaria. Con i suoi
libri I soldi fanno la felicità, L’arte della ricchezza, Milionari in 2 anni
e 7 mesi e Business revolution, pubblicati da Sperling & Kupfer, ha
diffuso un modo innovativo di guardare alla ricchezza.
www.alfiobardolla.com
ALFIO BARDOLLA
I SOLDI FANNO
LA FELICITÀ
Nuova edizione aggiornata
Ringraziamenti
Scrivere dei ringraziamenti al termine della stesura del mio primo
libro equivale a fare un bilancio della mia vita e delle persone che in
qualche modo sono state importanti per me e per la mia crescita
personale. Partirei innanzitutto da coloro che mi hanno aiutato a
scrivere.
Un grazie va ad Alessandra Croce che è stata insostituibile
nell’aiutarmi a leggere e rileggere le mie bozze, è stata sempre
presente e mi ha spinto a completare l’opera facendomi rifocalizzare
l’obiettivo ogni volta. A Marco De Veglia che ha contribuito con i suoi
grafici e il suo prezioso apporto al marketing. A Patrizia Merlino che,
oltre ad avermi aiutato a costruire parte di quello che oggi ho, è stata
indispensabile nella stesura della prima versione insieme a Debora
Conti e Paul Casalini.
Siete stati tutti fantastici e vorrei veramente ringraziarvi dal
profondo del mio cuore.
La bellezza di questo lavoro è che ti mette in contatto con tante
persone e ognuna di loro nella sua diversità ti fa rendere conto di
quanto sia speciale.
Ci sono libri e persone che mi hanno profondamente ispirato. Tra
tutti Jim Rohn, che è stato capace di farlo in modo semplice e
incredibile; Richard Bandler, il creatore della Programmazione
Neurolinguistica, che mi ha fatto capire come funziona il mio cervello
e come poterlo utilizzare; Anthony Robbins, il formatore n. 1 al
mondo, esempio di imprenditore nella formazione; Robert Kiyosaki, il
padre della finanza personale negli USA, capace di trasformare
concetti complessi in parole ispiratrici; Robert Allen che con i suoi
libri ha creato il mercato sui corsi degli investimenti immobiliari negli
USA. In Italia un grazie speciale al trainer ormai diventato mio amico
Roberto Re che, grazie ai suoi corsi, mi ha fatto capire dove volevo
andare e chi volevo diventare. Volevo ringraziare anche Luciano
Marini e Piero Marcucci dai quali ho imparato molto sulle aziende e il
controllo di gestione.
Inoltre, grazie al mio team, le persone che quotidianamente
accettano la sfida di fare in modo che nessuno rinunci ai propri sogni
e che mi hanno sostenuto in questi mesi: Federica Parigi, per il
prezioso aiuto nelle attività di marketing; Monica Cetrangolo, per
come ha saputo organizzare la rete commerciale; Sara Prina, per il
contributo nella comunicazione e grafica; i miei supertrainer Vesna
Ilic e Orso Locatelli; tutti i sales per il calore e l’impegno che hanno
nel seguire i nostri clienti. Inoltre un grazie particolare alla casa
editrice Sperling & Kupfer e in particolare a Francesca Martinelli,
Elena Maraschi e Ilaria Cardani, per l’impegno e la passione con cui
svolgono il proprio lavoro e l’aiuto indispensabile che mi hanno dato.
Introduzione
Benvenuto nella Libertà Finanziaria!
Se hai deciso di acquistare questo libro è perché in qualche modo
ti trovi a dover affrontare il tema del denaro, della sua creazione e
della sua gestione.
Il mio libro, così come la mia attività di formatore, non riguarda
solo il denaro, riguarda la libertà. Questo è l’obiettivo principale:
poter rendere le persone veramente libere di decidere del proprio
futuro. E non si può dire di essere veramente liberi se non si è
sviluppato un corretto approccio con il denaro. Spesso, tra noi e la
vera libertà c’è proprio il denaro. Il denaro è energia in movimento:
più denaro possiedo più energia posso creare per realizzare i miei
sogni. Nonostante le apparenze, esiste una forte componente
spirituale legata alla mia professione e a quella di chi lavora con me:
vogliamo aiutare le persone a non rinunciare ai propri sogni.
Al termine di questo libro avrai imparato ciò che ti serve per
raggiungere e mantenere la tua indipendenza finanziaria.
Alfio spiega
Il vero ostacolo tra te e l’indipendenza finanziaria non è
quello che non sai, bensì quello che credi di sapere.
La mia storia
Sono nato nel 1972 in un piccolo paese in provincia di Sondrio,
Chiavenna. Fino a 18 anni ho vissuto in questa valle giocando a
hockey su ghiaccio e facendo tutto quello che facevano gli altri
ragazzini: andavo a scuola, praticavo sport e studiavo il meno
possibile!
Finite le scuole superiori giunse il momento di trasferirmi a Milano,
dove avrei frequentato l’università. Nello stesso periodo fondai la mia
prima società, un’aziendina informatica con la quale speravo di
guadagnare il necessario per mantenermi agli studi senza gravare
sulla mia famiglia. Avevo fatto degli stage presso alcune banche
imparando che era possibile chiedere soldi anche a più istituti
contemporaneamente.
In realtà mi curavo poco dell’azienda e dividevo il mio tempo fra
l’università e l’hockey. In poco tempo l’azienda accumulò una serie
importante di debiti, anche a causa delle mie allora scarse capacità
manageriali, amministrative, di vendita e di marketing.
Come sempre succede, un bel giorno i «nodi arrivarono al
pettine» e fui costretto ad aprire gli occhi su ciò che fino a quel
momento avevo cercato di ignorare: ero incapace di gestire
un’impresa, anche una molto piccola. Cercai di correre ai ripari.
Individuai dei nuovi soci e con loro fondai un’altra azienda a
Milano, sperando di guadagnare abbastanza soldi per pagare anche
i debiti contratti con l’azienda.
Cominciai così a imparare come trattare i debiti con le banche,
esperienza che si sarebbe rivelata fondamentale nel mio futuro.
La nuova azienda fondata a Milano aveva un socio con una
grande esperienza amministrativa e finanziaria che mi insegnò cose
importanti sulla gestione e sul controllo aziendale. Con l’avvento
della New Economy l’attività si concentrò sulla creazione di siti
internet. Ci fu un fermento tale che molte persone, fra cui gran parte
dei miei amici, decisero di investire buona parte dei loro risparmi in
questa avventura.
Tutti erano presi dalla frenesia della New Economy: nessuno
capiva niente di internet ma tutti volevano partecipare! Fummo
contattati da molte banche d’affari che si proponevano per aiutarci a
essere quotati in borsa.
Il sogno si stava avverando: il ragazzo di provincia che va in città
e sfonda! Ricordo di essere uscito da una grande banca provando
questa sensazione, con in mano il Business Plan di valutazione della
nostra azienda. Una cifra iperbolica: la valutazione oscillava fra i 20
e i 38 milioni di euro (o meglio, l’equivalente in lire dell’epoca). E io
ero il proprietario di una parte importante di quei milioni virtuali. Ero
vicinissimo a essere un milionario della New Economy! Raccolti un
po’ di soldi tra gli amici, cominciammo quindi a far partire il nostro
business aprendo alcuni siti, assumemmo molte persone e c’era aria
di successo. Fino al crollo del Nasdaq. Improvvisamente le banche
di affari si tirarono indietro e da un giorno all’altro ci ritrovammo a
dover gestire spese altissime senza avere la capacità di produrre
reddito.
Bruciavamo denaro molto velocemente e i siti non davano ancora
il reddito sperato. Ero di nuovo vicino alla stessa situazione
sperimentata con la mia società solo pochi anni prima.
Ma le idee non mi sono mai mancate e ricominciai a cercare un
nuovo partner in affari. Per il rotto della cuffia trovai un brillante
imprenditore del settore informatico, presidente di un gruppo appena
formato, che si impegnò ad acquistare la maggioranza delle nostre
aziende e a saldare i nostri debiti. Per me fu un’eccellente soluzione,
diventai l’amministratore di una piccola azienda informatica di un
gruppo di medie dimensioni ma soprattutto imparai moltissimo su
come si gestisce, si amministra e si controlla un’azienda. Ancora
oggi, tutte le aziende in cui sono coinvolto, beneficiano
profondamente di tali insegnamenti.
In quegli anni cominciai a interessarmi a una materia che si
chiama Programmazione Neurolinguistica, rimanendone affascinato.
In poco tempo lessi e imparai tutto quello che potevo al riguardo e i
risultati sulla mia capacità di gestire gli stati d’animo e di ottenere
profitti furono immediati. Seguii i corsi dei migliori esperti di questa
materia in giro per il mondo e mi ricordo perfettamente la volta in cui
utilizzai la carta di credito, sapendo che difficilmente sarei riuscito a
ripagarla, per andare negli Stati Uniti a frequentare un corso che mi
avrebbe rilasciato la certificazione di trainer con la quale avrei potuto
intraprendere una professione diversa dall’imprenditore informatico.
Dopo qualche anno, fondai la Alfio Bardolla Training Company,
società di formazione specializzata in corsi per aiutare le persone a
raggiungere la Libertà Finanziaria attraverso un approccio al denaro
totalmente rivoluzionario. Da allora, ho fondato 30 aziende operanti
in svariati settori, dall’investimento immobiliare alle energie
rinnovabili, dalla consulenza aziendale a una celebre catena di
caffetterie in stile americano.
Ma la decisione di frequentare quel corso fu una delle scelte più
importanti della mia vita. Volevo investire su me stesso. Se anche un
giorno avessi perso tutto non avrei più perso la mia formazione.
1
Che cos’è
la «Libertà Finanziaria»?
Il concetto di «libertà»
Nonostante l’idea di libertà abbia un’ampia gamma di significati, io
ho voluto associare questo concetto alla capacità di mantenersi in
perfetta forma finanziaria, e quindi di produrre denaro. Se non ti è
mai capitato di avere gravi problemi di soldi non puoi capire che il
benessere, compreso quello psicofisico, si ottiene solo con il
supporto di una certa tranquillità finanziaria.
Come quando si va in palestra per la prima volta e il personal
trainer compila la scheda con gli esercizi che dovremo seguire per
mantenerci in ottima forma, così seguendo quello che ti dirò in
questo libro potrai ottenere risultati straordinari in campo finanziario.
Alfio spiega
Per ottenere i risultati che non hai mai ottenuto dovrai
fare azioni che non hai mai fatto.
In Italia è molto difficile trovare un personal trainer ricco, che ti
permetta di sollevare non solo pesi fisici, ma, soprattutto, pesi
mentali. Quindi vorrei che incominciassi a considerarmi, più che un
esperto di finanza, un coach, ovvero qualcuno che ti allenerà a
ottenere risultati finanziari. Non mi sostituirò nelle scelte relative
all’impiego delle tue risorse economiche perché non lo considero
corretto, ma ti darò alcuni strumenti che ho trovato interessanti ed
efficaci per il raggiungimento del mio benessere finanziario.
Una definizione di Libertà Finanziaria
La Libertà Finanziaria è uno stile di vita. Così come alimentarsi
correttamente e fare sport migliorano il fisico, ecco che la Libertà
Finanziaria si pone l’obiettivo di mantenerci in forma sotto l’aspetto
finanziario. Come in tutti i settori, fare azioni senza aver prima
modificato l’approccio psicologico non serve. Bisogna innanzitutto
coltivare la corretta mentalità in modo che le nostre azioni diano il
massimo rendimento con il minimo sforzo.
Vivere i propri sogni
Uno dei problemi più grossi della società in cui viviamo è che si fa
fatica a vivere i propri sogni. Spesso ho sentito frasi come: «Non è
possibile», «Troppo rischioso», «Non sai che chi ci ha provato poi è
fallito?», «Se l’idea è così buona, perché allora non ci ha già pensato
qualcun altro?»
Chi tenta di uccidere i nostri sogni lo fa perché per primo ha
smesso di credere nei suoi. In realtà, si dovrebbe non inseguire il
sogno di diventare ricchi, ma fare di tutto per migliorare, imparare ed
espandersi come individui.
Ci sono tre motivi per cui una persona vuole diventare ricca.
1. Cambiare lo stile di vita. Desiderare una casa più grande, auto
veloci oppure semplicemente avere più tempo da passare in
famiglia.
2. Contribuire a realizzare un mondo migliore. Aiutare persone in
difficoltà, creare una fondazione, dare una speranza a chi non ce
l’ha.
3. Diventare persone migliori. Per diventare ricchi dobbiamo
diventare più forti mentalmente ed emotivamente. Dobbiamo
raccogliere sfide, raggiungere traguardi e acquisire buone
abitudini.
Avere una certa auto e una casa grande, possedere beni materiali
oppure raggiungere l’indipendenza finanziaria, contribuire a un
mondo migliore o diventare una persona migliore, sono solo risultati
di un sogno. La maggior parte delle persone vive nel passato e
rimane ancorata a sogni che ha realizzato ormai da tanto tempo.
Questo succede spesso con gli atleti di alto livello: raggiungono
ottimi risultati, vincono medaglie d’oro e passano la vita guardandosi
indietro.
C’è poi chi pianifica ma in scala ridotta. Darsi obiettivi minori per
paura di fallire è uno dei modi più comuni per evitare di prendersi la
responsabilità dei successi come degli insuccessi. Donald Trump, il
famoso miliardario americano, con cui ho fatto alcuni corsi, dice:
«Pianifica il tuo futuro per diventare miliardario, male che ti vada
sarai comunque milionario!»
Alfio spiega
Cerca grandi sogni perché quelli piccoli non hanno
nessun potere.
2
Perché la Libertà
Finanziaria
L’importanza del denaro nelle società avanzate
Nelle società avanzate, il denaro gioca un ruolo importantissimo.
Qualunque cosa facciamo richiede denaro: studiare, andare in
vacanza, crescere i figli, curarsi, creare qualcosa per se stessi o per
gli altri, aiutare il prossimo. Per ognuna di queste attività c’è bisogno
di una buona dose di soldi. Ci vengono proposti modelli di vita che
richiedono sempre maggiori disponibilità economiche: una casa più
grande, l’auto di lusso, l’abbigliamento firmato. Il bombardamento
mediatico a cui siamo sottoposti ogni giorno crea continuamente
nuove esigenze: telefoni cellulari, connessioni sempre più veloci a
internet eccetera. Ecco perché è necessario crearsi una cultura
finanziaria: realizzando i nostri desideri saremo liberi di scegliere
veramente il nostro stile di vita e di decidere autonomamente che
cosa fare del nostro tempo.
La famiglia e la scuola non ti insegnano
a gestire il denaro
«Vai a scuola, prendi dei bei voti, una laurea, trova un buon
lavoro, meglio se in banca.» Questo i miei genitori mi hanno sempre
detto. Avevo già un futuro da impiegato di banca nella mia valle.
Questo è l’atteggiamento che ho tratto dalla mia famiglia sui soldi.
Chiediti anche tu dove hai imparato la maggior parte delle cose che
sai sul denaro. Se hai avuto la fortuna di avere una famiglia ricca,
molto probabilmente avrai appreso parte del suo modo di creare
ricchezza, di gestirla e di investirla. Se purtroppo non hai avuto
questa fortuna, la tua cultura finanziaria deriverà in parte da quella
dei tuoi genitori o da persone molto rilevanti della tua vita. La scuola
e l’università non sono strutturate per creare imprenditori e
investitori.
Persino la mia laurea, estremamente specialistica in Economia
Bancaria, Finanziaria e Assicurativa con indirizzo Intermediazione
Finanziaria, pur avendomi dato moltissime nozioni per diventare un
buon bancario o un operatore nel settore assicurativo o finanziario,
non me ne ha data nessuna su come diventare finanziariamente
libero.
Non mi ha insegnato né a gestire il denaro, né tanto meno a
produrlo. La nostra formazione passa attraverso due stadi: quello
che consiste nell’imparare a leggere, a scrivere e a far di conto, e
quello professionale dove apprendiamo i princìpi del lavoro che
abbiamo scelto o a cui, molto più spesso, ci ha indirizzato qualcun
altro. Manca la formazione più importante, quella che ci consente di
vivere serenamente i nostri giorni: la formazione finanziaria.
Alcuni studi hanno dimostrato che le persone con un reddito
medio che vincono alla lotteria, dopo un breve periodo ritornano ad
avere gli stessi soldi di prima della vincita, perché quello è il set point
della loro mente. In un lasso di tempo sorprendentemente breve
ritornano al loro stato finanziario precedente. Ma è vero anche il
contrario: l’esempio più lampante è quello di Donald Trump che pur
avendo perso tutto, nell’arco di un paio di anni, riprendendo il set
mentale che a causa di varie vicissitudini aveva abbandonato, ha
ricostruito e riguadagnato il suo impero. Perché questo accade a uno
come Donald Trump e non a chi si trova a disporre di una fortuna
all’improvviso? Perché un milionario non lo è solo per i soldi, ma
soprattutto per l’attitudine e per la mentalità.
Nella mia ricerca delle persone di successo ho constatato che la
formazione classica (diplomi, lauree o master) non ha alcuna
incidenza sulla capacità di produrre grandi quantità di denaro. Bill
Gates (il proprietario di Microsoft), Ted Turner (il proprietario della
CNN), Steve Jobs (l’inventore del Macintosh e della Apple), Henry
Ford (il primo costruttore di automobili in serie), Thomas Edison
(inventore della lampadina e fondatore della General Electric) sono
persone che hanno cambiato la nostra storia e il nostro modo di
vivere pur non essendo laureate.
Alcuni degli imprenditori che ho conosciuto non avevano neanche
la terza media eppure possiedono aziende che hanno migliaia di
persone tra cui chiaramente anche dei laureati.
Come capirai leggendo questo libro, la formazione scolastica non
incide sui risultati da un punto di vista finanziario.
Il problema delle pensioni
Personalmente credo che stiamo passando da un sistema dove lo
Stato si preoccupa dei suoi cittadini, a un sistema dove, da un punto
di vista finanziario, questo non accadrà più, e ciò sconvolgerà le
logiche che fino a oggi hanno regolato il mercato. Infatti, se prima la
pensione poteva essere una meta ambita, tra qualche anno i nuovi
pensionati vedranno drasticamente ridursi il loro stile di vita, e quindi
dovranno in qualche modo trovare altre fonti di reddito oppure
crearsi un patrimonio che possa permettere loro di vivere
serenamente.
Nessuno insegna a gestire il denaro
Spesso mi trovo a contatto con persone che nel loro lavoro di
avvocato, medico, dirigente hanno ottenuto un grande successo.
Però al di là delle apparenze, come si capirà leggendo i capitoli
successivi, sono deboli finanziariamente, e se per qualche motivo
dovessero smettere di lavorare fallirebbero dopo neanche 6 mesi.
Questo perché sono usciti dalla scuola senza nessuna capacità
finanziaria o non hanno avuto genitori capaci di insegnare loro alcuni
semplici concetti di finanza. Molte di queste persone, pur lavorando
sodo, anche fino a 16 ore al giorno, sono sempre sul filo del tracollo
finanziario. Non serve lavorare sodo. Serve lavorare in modo
intelligente.
Si crea ricchezza solo quando con poco sforzo si ottengono
grandi risultati. La povertà si ottiene quando con grande sforzo si
ottengono scarsi risultati.
I soldi fanno la felicità
La Tulip Financial Research, una società di ricerca inglese, ha
profilato le abitudini di spesa dei milionari. Come vogliamo
dimostrare in questo libro, i milionari non sono diventati tali per un
fortuito incidente. Avevano tutti l’ambizione di diventare
finanziariamente liberi. Un quinto degli intervistati era nato
veramente povero, al limite della sussistenza. Il grado di educazione
varia molto, alcuni hanno lasciato la scuola a 11 anni, altri si sono
laureati. Tipicamente i loro risultati scolastici erano per la maggior
parte sotto la media. Quanto allo stile di vita ci aspetteremmo che
siano degli spendaccioni, che vadano in giro in Ferrari (anche se la
maggior parte guida una Mercedes). La ricerca dimostra invece che,
mediamente, un milionario non spende più di 360 $ per un abito, o
più di 140 $ per un paio di scarpe. Solo un milionario su 10 spende
più di 300 $ per le scarpe. Per ogni milionario che spende più di 300
$ per un paio di scarpe ce ne sono 8 non milionari. 235 $ è la spesa
media per un orologio. Chiaro che esistono anche gli eccessi e sono
quelli che ci mostra la TV. Il famoso manager del pugile Mike Tyson,
Don King, ha speso in due ore di shopping ben 64.100 $ in scarpe,
comprandone ben 110 paia con una spesa media di 582,73 $ l’uno.
Anche per gli abiti, per ogni milionario che spende più di 1.000 $ ci
sono almeno 6 non milionari con redditi attorno ai 50.000 $. Un
milionario su 100 spende più di 15.000 $ per un orologio. (Fonte:
The millionaire next door.) Per contro trascorrono circa 9 ore alla
settimana per seguire i loro investimenti, quasi lo stesso tempo che
una persona media passa a guardare la TV. Quanto al fatto che il
denaro non renda felici, ben il 97% dei milionari ha dichiarato di
essere felice. Le persone ricche sono mediamente più felici non per i
soldi che hanno, ma perché sanno di poter creare il loro destino e
questa sensazione di controllo sulla propria vita è uno dei principali
fattori della loro felicità.
Che cos’è l’intelligenza finanziaria?
Un economista dell’Ottocento disse: «Dividiamo la ricchezza in
parti uguali e distribuiamola a tutti i cittadini, e vedrete che in breve
ritornerà nelle stesse mani in cui si trova adesso». Questo perché
essere ricchi è un’abitudine, uno stile di vita. Purtroppo lo è anche
essere poveri. Prendendo come spunto la legge di Pareto sulla
ricchezza delle popolazioni siamo in grado di dedurre
approssimativamente quante persone su 1.000 saranno ricche.
Personalmente, dopo tanti anni di corsi, mi trovo assolutamente
d’accordo con questa legge. Se io do 10.000 euro a 1.000 individui
tra un anno l’80% di loro possiederà una cifra uguale a zero o
comunque inferiore ai 10.000 euro di partenza, il 16% coprirà
l’inflazione, quindi potrà ridarmi circa 10.300 euro, e il 4% avrà oltre
100.000 euro. Un 20% di questo 4% (lo 0,8%) disporrà di oltre 1
milione di euro.
Tabella 1
Com’è possibile vedere, nello stesso lasso di tempo, risultati così
diversi? Semplicemente, gli ultimi sono più intelligenti dal punto di
vista finanziario. Per qualche motivo, sono riusciti a sviluppare una
psicologia vincente nel rapporto con il denaro. Se pensate che le
cifre non siano vere, provate a pensare solo a Larry Page e a Sergej
Brin, i fondatori di Google, che nel 1998 partirono da un garage dove
costruirono il primo pc con hard disk usati e mattoncini di Lego, e
solo 6 anni dopo la loro società valeva 25 miliardi di dollari. E dopo
altri 2 anni ben 127 miliardi di dollari!
Alfio spiega
Non è tanto importante da dove parti o con quanti soldi,
ma dove vuoi andare.
La maggioranza delle persone non ha la capacità di creare,
mantenere, gestire o proteggere una grossa somma di denaro.
Ma poiché nella vita bisogna comunque sempre avere a che fare
con il denaro, è importante capire come funziona. All’inizio è difficile
crearlo, come lo è poi gestirlo e infine proteggerlo. Ognuna di queste
fasi implica nuove strategie, nuove conoscenze e nuove capacità.
Partiamo dunque dalla cosa più importante che accomuna queste tre
fasi: la psicologia.
3
La psicologia
del denaro
Perché nel denaro è importante la psicologia
La gente cerca un metodo per fare soldi.
Ai miei corsi spiego come li ho fatti io, in particolar modo nel
settore immobiliare e in borsa. Ma come mai, se tutti quelli che vi
partecipano ricevono le stesse informazioni alcuni sono diventati
finanziariamente liberi in pochissimo tempo, altri sono sulla strada
per diventarlo e altri ancora non hanno fatto un singolo passo nella
direzione che ho mostrato? La risposta sta nel fatto che il denaro,
come qualunque altra area della vita, è influenzato più dall’aspetto
psicologico che dalla tecnica.
• Se vuoi ottenere frutti diversi, prima devi cambiare le radici.
• Se vuoi cambiare quello che si vede, devi cambiare prima
l’invisibile.
Immagina un albero carico di frutti che rappresentano i nostri
risultati. Se guardiamo i frutti senza preoccuparci del loro aspetto e
del loro sapore, non solo trascuriamo i risultati ma anche le radici.
Ciò che si trova sotto terra, ciò che è invisibile, ha il potere di
influenzare ciò che appare.
La stessa cosa capita al denaro. Un corretto approccio
psicologico è ciò che nutre le radici del tuo albero della Libertà
Finanziaria.
È la mente a renderti povero o ricco, felice o infelice. Se pensi che
solo l’avere più soldi ti renderà più felice, sei sulla strada sbagliata.
Il denaro è solo un amplificatore che agisce aumentando quello
che già sei. Ti darà più occasioni, più libertà, più possibilità di scelta,
ma da solo non può renderti felice. Solo un buon approccio
psicologico alle cose, alle persone, insieme alla capacità di gestire
gli eventi e gli stati d’animo, ti renderà felice.
Tu desideri i risultati, ma essi dipendono dalle tue azioni. E da che
cosa dipendono le tue azioni? Dipendono dallo stato d’animo in cui ti
trovi. E la capacità di porsi in un determinato stato d’animo permette
di compiere azioni che poi portano a determinati risultati. Quindi, la
cosa essenziale quando si comincia a pensare veramente ai soldi è
vedere se nell’approccio psicologico al denaro c’è qualcosa che
limita o che ferma, che non permette di andare alla velocità che si
potrebbe raggiungere, come paure, ansie, stati d’animo
depotenzianti.
Nella mia esperienza una delle prime cose che ho scoperto è che
un ricco ha la capacità di mettersi in un determinato stato d’animo al
fine di compiere delle scelte e quindi intraprendere azioni che lo
portano a ottenere determinati risultati. A questo punto la domanda
è: quali sono i fattori che influenzano il mio stato d’animo? Come
posso eventualmente cambiare la mia psicologia per agire
diversamente e quindi raggiungere mete che oggi considero troppo
ardite?
Non si può assolutamente pensare di ottenere risultati diversi
facendo le stesse cose e avendo sempre lo stesso approccio
psicologico.
Alfio spiega
Per guadagnare cifre che non hai mai guadagnato, devi
diventare una persona che non sei mai stata.
Figura 1
80% psicologia, 20% tecnica
Produrre denaro segue la regola dell’80/20: 80% psicologia e
20% tecnica. Se ci fai caso, anche nello sport è la stessa cosa, e più
si sale di livello più la psicologia diventa un fattore determinante.
Tecnicamente la differenza tra un campione e chi arriva centesimo
nelle classifiche mondiali di un qualunque sport è irrilevante. Quello
che fa la differenza è la psicologia con la quale gli atleti affrontano le
competizioni, i momenti di difficoltà o gli allenamenti. Come faccio a
sapere se ho un buon approccio psicologico e ho avuto una buona
programmazione? Facilissimo: basta confrontare i nostri risultati
passati e quelli attuali. Guardate la vostra casa, la vostra auto e il
vostro conto in banca attuale e controllatelo con quello di 5 anni fa: il
denaro e la ricchezza sono il risultato della nostra programmazione e
della nostra psicologia. Prima o poi, se non cambiamo il modo in cui
inconsciamente siamo stati programmati dalla nostra famiglia e dal
gruppo delle persone che frequentiamo, arriveremo sicuramente ai
loro risultati, ma lì ci fermeremo. Quindi quali sono gli elementi che
hanno un impatto profondo sul nostro stato d’animo e ci possono
aiutare a cambiare? Sono sostanzialmente 6:
• le nostre convinzioni;
• la direzione verso cui volgiamo l’attenzione, ovvero dove la
focalizziamo;
• il linguaggio che usiamo;
• quello che diciamo a noi stessi ovvero il dialogo interno;
• ciò che immaginiamo possa succedere;
• come utilizziamo il corpo e il modo in cui respiriamo.
4
Il punto di partenza:
la tua mappa
sul denaro
Prima di analizzare i 6 elementi che possono influenzare il nostro
stato d’animo e che ci possono aiutare a cambiare, vorrei che ti
fermassi un attimo per rispondere, senza pensarci troppo, alle
seguenti domande. Le risposte che darai rappresenteranno la foto
della tua parte psicologica. Ti consiglio di annotare le risposte su un
notes a parte. Una volta terminato il libro avrai visto e letto come
ragionano i ricchi. Riguarda quello che hai scritto in risposta
all’esercizio e confrontalo con quello che hai letto. Se non sei già
ricco capirai perché!
Che cosa credi dei soldi?
Che cosa credi dei ricchi?
Che cosa credi dell’abbondanza finanziaria?
Che cosa credi che pensino i tuoi genitori sul denaro, sui ricchi e
sull’abbondanza finanziaria?
Chi credi che sia il responsabile della tua attuale situazione
finanziaria?
Chi credi sarà il responsabile del tuo futuro finanziario?
Quanto credi di poter guadagnare in un anno?
Che cosa credi che penserebbero gli altri di te se diventassi ricco?
Come credi potrebbe cambiare il rapporto con gli altri?
Che cosa credi riguardo alle tue capacità di gestire il denaro?
In quanto tempo credi che sarai libero finanziariamente?
Quali domande ti fai sul denaro?
Hai un focus sul denaro? E, se sì, dove poni la tua attenzione?
Che immagini hai riguardo al denaro?
Che cosa pensi della tua capacità di produrlo?
Riesci a vederti ricco e felice?
Che cosa dici quando parli del denaro?
Che cosa dicevano i tuoi genitori riguardo al denaro?
Che metafore utilizzi per te stesso e per il denaro?
Che cosa ti dici prima di fare un investimento?
Come usi il tuo fisico quando parli di soldi? Esprimi sicurezza o
insicurezza?
Le convinzioni
6 maggio 1954: una data significativa nel mondo dell’atletica. Fino
ad allora, infatti, si credeva fisicamente impossibile per chiunque
correre 1 miglio in meno di 4 minuti: nessuno l’aveva mai fatto.
L’ultimo record, del 1945, era quello di 4’01’’04’’’ di Gunter Hägg.
Ma un certo Roger Bannister, venticinquenne studente britannico di
Harrow, lo credette possibile e arrivò al traguardo con il tempo di
3’59’’04’’’.
Solo 46 giorni dopo John Landy corse ancora più veloce di
Bannister di ben 1,5 secondi. Un’eternità se si considera l’atletica
leggera. E, nei successivi 3 anni, ben sedici corridori oltrepassarono
la barriera dei 4 minuti.
Anche se non batterete nessun record, credere che qualcosa sia
possibile è importantissimo.
Se riteniamo che non sia possibile fare una cosa, non ci
proveremo nemmeno. Le convinzioni muovono il mondo. Oggi si
muore e si ammazza basandosi su di esse. Pensate che ogni
mattina quando vi svegliate è come se indossaste un paio di occhiali
attraverso i quali vedete il mondo. Abbiamo credenze riguardo a ogni
cosa: su noi stessi, sugli altri e su ciò che vogliono, sul modo in cui
dobbiamo rapportarci con loro. Abbiamo convinzioni sul nostro
lavoro, su come giocare, su quello che ci diverte, sulla politica,
sull’educazione, sui crimini, sui sistemi giudiziari, sulla polizia, sulla
guerra, sul pianeta, sulle persone che vengono da altri Paesi: «I
russi sono…, gli americani sono…, le svedesi sono…», e questo lo
diciamo e lo pensiamo senza magari neanche averli visti o
essendoci relazionati solo con una singola persona. Abbiamo
convinzioni anche riguardo al tempo, alla storia, al futuro, al passato,
al nostro destino. Le credenze ci permettono di creare una mappa
per muoverci nel nostro mondo, in quello che chiamiamo il nostro
territorio. Esse dunque condizionano e governano le nostre vite, le
emozioni, la salute, le capacità e l’esperienza di tutti i giorni.
Pervadono l’intera nostra esperienza.
Le nostre convinzioni di solito nascono e vengono condivise dalla
cultura, dalla famiglia e dalla cerchia a cui apparteniamo.
È per questo che per noi sono assodate e, soprattutto, le
consideriamo vere. Solamente quando incontriamo qualcuno che ha
un sistema di credenze completamente diverso dal nostro
diventiamo in qualche modo consapevoli delle nostre convinzioni.
Come nascono le convinzioni
Le convinzioni non sono innate. Non nasciamo con convinzioni
già organizzate: le impariamo e le sviluppiamo per dare un senso al
nostro mondo, per orientarci. Ma da dove arrivano?
Imprinting
Significative esperienze durante il periodo cosiddetto
dell’imprinting. Da quando nasciamo fino a 7 anni, esperienze
significative della nostra vita impattano profondamente sulla nascita
delle nostre convinzioni, su noi stessi e sulle nostre potenzialità,
sugli altri, sulle nostre capacità di fare, non fare, capire, non capire.
La cultura nella quale cresciamo
Il modello sociale in cui cresciamo gioca un ruolo fondamentale
nel plasmare il nostro pensiero. Per esempio, molti di noi sono della
stessa religione della famiglia di provenienza.
Modellazione inconscia
Mentre cresciamo copiamo naturalmente non solo i
comportamenti delle altre persone ma anche le loro credenze.
Feedback da parte delle persone a noi vicine
La famiglia solitamente impone ai figli quello che possono o non
possono fare. Al posto di lodare i successi spesso criticano
pesantemente i fallimenti. Come risultato molte persone stabiliscono
percezioni negative riguardo a se stesse.
Esperienze ripetitive
Più siamo esposti a un determinato messaggio, più credibile
diventa, e con il passare del tempo possiamo stabilire una
convinzione al riguardo. Supponete di avere vissuto in una famiglia
di immobiliaristi: sarebbe normale per voi comprare e vendere
immobili a scopo di lucro e avere una convinzione positiva su questo
tipo di affari.
Gruppo dei pari
Può succedere di cambiare le nostre convinzioni per adeguarci al
gruppo con cui veniamo in contatto. I pari sono le persone che
frequentiamo maggiormente. Ecco perché è importante chi si decide
di frequentare: in qualche modo ne acquisiamo le convinzioni.
Esperienza significativa
A volte basta una sola esperienza nella vita per credere che
qualcosa sia possibile, nel bene o nel male. Prova a immaginare di
dover fare una presentazione di successo davanti a 200 persone: la
tua convinzione di poter parlare in pubblico influenzerà
positivamente il tuo risultato, dandoti una convinzione sulla tua
capacità futura di affrontare la stessa esperienza aprendoti magari a
nuove realtà lavorative. La stessa cosa succede purtroppo anche al
contrario: un approccio negativo influenzerà negativamente il
risultato.
Organizzazioni culturali
A volte assumiamo le credenze dell’azienda per la quale
lavoriamo: se tutti lavorano oltre l’orario stabilito, sarà normale anche
per noi adeguarci e credere che sia giusto farlo. Se siamo nati in
Italia sarà normale essere cattolici così come sarà normale essere
musulmani se nati in Egitto.
Media
Radio e televisioni ci inculcano credenze su chi siamo, su che
cosa dovremmo essere, su che cosa dovremmo pensare, su quanto
dovremmo pesare, su come dovremmo vestirci, quindi su come
spendere i nostri soldi.
Le credenze non sono statiche, ma spesso agiamo come se lo
fossero, dimenticandoci che rappresentano esclusivamente la nostra
percezione della realtà, che danno solo una sensazione di certezza
riguardo a qualcosa. Esse guidano i nostri pensieri, i nostri
comportamenti. Alcune convinzioni ce le portiamo dietro da sempre,
mentre altre cambiano naturalmente con il passare del tempo.
Quando avevamo 5 anni credevamo a Babbo Natale, poi,
ovviamente, la nostra convinzione è cambiata! Le credenze possono
essere una forza che ci guida, ma anche essere limitanti e
depotenzianti.
Come funzionano le convinzioni? Io sono sicuro di una cosa,
quello di cui sono certo mi fa compiere delle azioni congruenti con la
mia opinione.
Figura 2
Come dicevamo, le nostre azioni producono risultati che
confermano le nostre credenze. Noi siamo quello che crediamo di
essere, pertanto il mondo si modella intorno a noi. Le convinzioni
regolano la nostra vita, stabiliscono ciò che siamo e che creiamo. È
uno dei modi con cui filtriamo il mondo.
Questo è forse l’argomento più importante di tutto il libro.
Henry Ford diceva: «Che tu ci creda o no, comunque avrai
ragione». Per quello che mi riguarda, più vado avanti nella vita e più
mi accorgo che quello in cui crediamo modella la nostra esistenza.
Facciamo un esempio:
• credo di poter imparare l’inglese;
• credo di non poter imparare l’inglese.
Quale delle due convinzioni è vera?
Entrambe, se la persona ha la sensazione di certezza riguardo a
una o un’altra cosa.
Quali azioni compiranno due persone che hanno convinzioni tanto
diverse riguardo all’apprendimento dell’inglese? E come si modellerà
la loro vita? Semplice, quella che è convinta di poter imparare
l’inglese si iscriverà a corsi, andrà all’estero e apprenderà la lingua.
La seconda, invece, non agirà e non imparerà. In questo modo, il
comportamento di entrambe confermerà esattamente quello che
credono. Non esistono convinzioni giuste o sbagliate; esistono
convinzioni potenzianti o depotenzianti. Che cosa succederebbe se
non credessimo di poter diventare ricchi?
Spesso le convinzioni ne contengono altre, dette «trasparenti».
Per esempio, in questo caso, ci potrebbero essere credenze sulla
capacità di imparare o su se stessi. Del resto ne abbiamo su tutto:
sulla vita, sull’amore, sulle relazioni, sugli altri, sulle nostre capacità
e su quelle degli altri. Noi non crediamo a ciò che vediamo, vediamo
ciò che già crediamo. È per questo motivo che è fondamentale
prendere il controllo delle nostre credenze sulla vita, sulla felicità o
addirittura sulla nostra salute (esistono studi precisi che provano
l’importanza dell’impatto delle convinzioni in campo terapeutico).
Naturalmente, anche ciò che crediamo sul fatto di guadagnare o
produrre è condizionato dalle nostre convinzioni. In questo momento
state guadagnando quanto credete possibile nel modo in cui credete
si possa fare. Le convinzioni non sono sempre potenzianti. Ciò che
divide le persone dai propri sogni non è quello che non sanno ma
quello che credono di sapere.
È interessante osservare che le convinzioni non cambiano
seguendo regole normali. Non posso andare da qualcuno, battergli
su una spalla e dirgli: «Ma dai, imparare l’inglese è semplice».
Oppure: «Diventare milionari è facile». La sua ferma convinzione di
non poter imparare l’inglese o di diventare milionario è più forte di
qualunque mia affermazione. Bisogna comprendere i riferimenti su
cui questa persona si basa, ovvero come fa a sapere che quella
convinzione per lei è vera per poi eventualmente metterla in
discussione e modificarla.
Di solito ci si trova davanti a 3 tipologie di convinzioni limitanti.
1. La convinzione che l’obiettivo desiderato non si possa
raggiungere nonostante le proprie capacità. È come se uno
credesse che non è importante quello che fa, che non gli è
possibile ottenere ciò che vuole perché è fuori dal suo controllo, e
lui è solo una vittima.
2. La convinzione che è possibile raggiungere l’obiettivo ma non
abbiamo le capacità adeguate. È come se uno si dicesse che un
altro può ottenere quel risultato, ma non lui: «Non sono
abbastanza bravo, intelligente, capace».
3. La convinzione di non meritare di raggiungere l’obiettivo
desiderato perché si è fatto o non si è fatto qualcosa. Come se
uno si dicesse: «Io sono un fallito; queste cose funzionano per tutti
ma non per me. Non merito di essere felice, in me c’è qualcosa
che non va e sono sbagliato».
Per avere successo nella vita, ma soprattutto con il denaro,
abbiamo bisogno di cambiare le convinzioni limitanti per poter
sperare in un futuro migliore, per poter credere di essere capaci, di
avere controllo e sviluppare autostima.
Le convinzioni limitanti spesso mettono la persona in uno stato di
empasse apparentemente insormontabile che porta a credere che,
pur avendo fatto di tutto per cambiare, niente funzioni. Per superare
questo ostacolo occorre trovare la convinzione, o il castello di
convinzioni limitanti che ne costituiscono il centro, e la fanno
sussistere.
Spesso le convinzioni limitanti vengono sviluppate per soddisfare
un’intenzione positiva, ovvero per proteggerci. Supponiamo, per
esempio, che per me sia importante diventare ricco ma che abbia la
convinzione limitante che ogni mia azione volta al raggiungimento
della ricchezza sottragga tempo alla mia famiglia che per me è un
valore fondamentale; ovviamente le due cose si troveranno in
contrasto, magari avrò la percezione di fare un passo avanti nella
direzione del denaro e quando sarò vicino al raggiungimento
dell’obiettivo mi «frenerò» per evitare di sottrarre tempo alla mia
famiglia. Divenendo consapevole delle mie intenzioni posso in
qualche modo espandere la mia mappa del mondo cambiando la
convinzione limitante attraverso la parola magica come. Per
esempio: «Come posso diventare ricco e avere anche più tempo per
la mia famiglia?»
Per quanto mi riguarda la mia maggiore convinzione limitante è
stata che «per far soldi ci vogliono i soldi». Che cosa succede a chi
si convince di questo? Che fino a quando non avrà soldi non farà
azioni per averne di più. Come un gatto che si morde la coda, non
farò azioni, non otterrò risultati e starò sempre ad aspettare di poter
avere dei soldi per far soldi.
Figura 3
Perché avevo questa convinzione?
1. Avevo avuto esperienze personali in tal senso (avevo fatto
investimenti poi rivelatisi poco redditizi).
2. Nella mia famiglia la pensavano così mio padre e mia madre.
Spesso mi sono sentito raccontare che negli anni Sessanta mio
nonno non riuscì a comprare, per la mancanza di poche lire,
un’altra casa che, con gli anni, avrebbe acquisito un enorme
valore, facendolo vivere di rendita.
3. È un luogo comune diffuso anche dalla televisione, dalla radio e
dalla carta stampata, che spesso influiscono sulla nascita di una
convinzione.
Se qualcuno fosse venuto da me e avesse cercato di farmi
cambiare idea non lo avrei nemmeno ascoltato. Immaginatevi un
tavolo, il piano del mio tavolo era costituito dalla mia convinzione che
«per far soldi ci vogliono soldi». Un tavolo è solido quanto lo sono le
gambe su cui si poggia. Le gambe sono rappresentate dalle mie
esperienze personali, dalle esperienze di altri e dalle conoscenze
che avevo fino ad allora. Il mio tavolo era solido. Da che cosa mi
stava proteggendo questa convinzione? Probabilmente dalla paura
del fallimento. Mentre amministravo l’azienda informatica a Milano
aiutavo gratuitamente le persone a raggiungere i propri obiettivi con
un’attività di coaching, cioè proprio come un allenatore aiuta gli
sportivi a ottenere dei risultati. Cominciai a cambiare aiutando un
ragazzo a pianificare i suoi obiettivi. Mi disse: «Mi aiuti a sistemare la
mia parte finanziaria? Credo di avere delle convinzioni limitanti».
Uscito dalla sessione di coaching avevo aiutato una persona a
prendere il controllo delle sue convinzioni sul denaro, e mentre
facevo l’esercizio divenni consapevole delle mie. A quel punto
dovevo metterle in discussione se volevo in qualche modo risolvere i
miei problemi finanziari. La convinzione che per far soldi dovevo
averne mi paralizzava. Una volta che l’ebbi scritta mi ricordai che
avevo letto da qualche parte che per il 90% i milionari si sono fatti da
soli e hanno avuto mediamente 3,2 fallimenti finanziari nella loro vita.
Sono caduti e si sono rialzati fino a quando sono riusciti a stare in
piedi da soli e a produrre sufficiente ricchezza per sé e per gli altri.
Poi mi sono chiesto se le persone che mi circondavano fossero dei
buoni modelli, per cambiare il mio modo di rapportarmi al denaro,
ovvero se avessero convinzioni potenzianti e se fossero ricche. E la
risposta era no. È assurdo chiedere consiglio a chi non ottiene i
risultati che noi cerchiamo. Accettereste consigli sull’alimentazione e
su come ci si mantiene in forma da un’obesa?
Leggere, studiare e frequentare corsi ha un grande impatto sul
nostro sistema di credenze. I risultati delle persone che hanno
frequentato i miei seminari derivano soprattutto dal lavoro che
svolgono e dalle credenze potenzianti che acquisiscono una volta
terminato il corso. Ci sono persone che uscite dal seminario
«Investire in Immobili» concludono in fretta la loro prima
compravendita immobiliare solo sulla base delle nozioni apprese al
seminario. Non si tratta di semplici nozioni tecniche: si tratta di aver
acquisito convinzioni e sensazioni di certezza riguardo ai propri
successi, alle proprie capacità di vendita e di trattativa. È accaduto
per esempio che, per acquistare il suo primo immobile, uno dei nostri
studenti abbia impiegato ben 6 mesi. Ma, clamorosamente, nei 4
mesi successivi ne ha acquistati addirittura 14. E senza soldi. Che
cosa è successo? Che cosa è cambiato? Semplicemente, dopo aver
visto la prima volta che si poteva fare, ha replicato l’esperienza.
Tutte le barriere che lo limitavano precedentemente sono svanite e
le sue convinzioni si sono modificate facendolo agire per ottenere
risultati. Le convinzioni hanno il potere di cambiare la propria realtà.
Se in questo momento ci sono aspetti della tua vita che non ti
piacciono, sicuramente avrai delle convinzioni da sistemare.
Purtroppo, spesso ci dimentichiamo che le nostre certezze si basano
solo su convinzioni personali che possono essere create, modificate
o cancellate.
Quando ascoltate qualcuno, provate a estrapolarne le credenze:
esse riveleranno i loro risultati presenti e futuri. Rileggendo
l’«esercizio» (vedi qui) troverete la mappa delle vostre future azioni
in campo finanziario. Prendiamo la domanda: «Che cosa credi dei
soldi?»
Se credi che il denaro non sia in sé una cosa buona, a livello
inconscio questo ti impedirà di raggiungere la libertà finanziaria. I
ricchi hanno abitudini e, soprattutto, credenze positive sul denaro.
Invece i poveri hanno una tendenza a non prendersi la
responsabilità delle loro convinzioni e delle loro azioni. Per la loro
incapacità di creare ricchezza, usano la scarsità di denaro come
prova che quello che credono sia vero. Prendersi la responsabilità
vuol dire sentirsi responsabili della situazione finanziaria in cui ci si
trova e non attribuirla a fattori esterni, fare la foto della propria
situazione attuale e pianificare il futuro prendendosi il tempo
necessario per fermarsi, crescere e investire.
Ricordatevi che: se volete risultati diversi dovete fare azioni
diverse, ma le vostre azioni dipendono dal vostro stato d’animo. Le
tue capacità di gestire le emozioni che riguardano il denaro sono
quelle che ti faranno diventare ricco o povero. Come in altri settori
della vita, la capacità di usare il dolore o il piacere determina lo stato
emotivo in cui ci troviamo quando dobbiamo compiere scelte
finanziarie. La paura di perdere soldi e di commettere errori è tipica
delle persone e delle famiglie che non hanno familiarità con il
denaro. Gestire correttamente il rischio e analizzarlo a priori, con
una corretta pianificazione finanziaria, è, invece, tipico delle persone
che sono abituate a gestire grosse somme.
Se avete individuato le convinzioni che potrebbero non essere
potenzianti, potete scegliere di cambiarle. Vi consiglio di farlo subito,
perché lì dentro si possono annidare i limiti della vostra vita.
Scopritene la fonte: da dove vengono?
Le persone che me le hanno trasmesse possono essere prese a
esempio? Come posso affrontare la realtà che mi sono creato?
Una volta instillato il dubbio sulla vostra credenza, potrete crearne
una nuova e cercare riferimenti che la sorreggano. Per esempio, «è
possibile che io diventi milionario entro i prossimi 12 mesi».
Figura 4
Nel momento stesso in cui dirò questa frase, nella mia testa
cominceranno a crearsi dubbi e incertezze. Perciò adesso devo dare
sostanza alla nuova credenza, che, come quella precedente, è tanto
vera quanto falsa. Come faccio a dare sostanza e a trovare
riferimenti per la nuova credenza?
Conosco qualcuno che è diventato milionario in 12 mesi? Posso
studiare le biografie di grandi imprenditori o investitori? Posso
acquisire competenze che mi permettano di ottenere questo
risultato?
Alfio spiega
Per guadagnare una cifra che non hai mai guadagnato
devi diventare una persona che non sei mai stato, e devi
avere un sistema di credenze che prima non avevi.
L’identità
Ovviamente queste convinzioni devono essere supportate da
credenze superiori. Devo essere una persona convinta di poter
imparare cose nuove, perché non sarà facile concretizzare la
convinzione di poter diventare ricco. Se non posseggo convinzioni
potenzianti riguardo a me stesso, la mia identità non può cambiare.
Tutto quello che segue le parole «io sono» rappresenta le credenze
riguardo a noi stessi che definiscono la nostra identità. «Io sono uno
che impara facilmente», «uno che si impegna», «uno che arriva fino
in fondo», sono tutte convinzioni potenzianti sulla mia identità. Al
contrario: «Io sono pigro», «io sono procrastinatore», «io sono
lento», «io sono imbranato» sono convinzioni depotenzianti.
Ricordatevi che si tratta solo di sensazioni di certezza riguardo a chi
siete. Voi non siete i vostri comportamenti, ma molto di più. Lavorare
a livello di identità vi porterà a creare quello che veramente volete,
facilmente e velocemente, ma soprattutto senza sforzo. Qual è
l’identità della persona che rincorre i propri sogni? Quali
caratteristiche deve avere? Chi crede di essere? Che cosa crede
rispetto alle sue capacità?
Convinzioni limitanti sul denaro
Durante uno dei miei corsi sulla Psicologia del denaro ho
analizzato alcune classiche convinzioni limitanti dei partecipanti.
Ci vuole denaro per fare denaro
Come vi ho già detto, questa è stata a lungo la mia condizione
limitante. In realtà il 90% delle persone che posseggono attività
liquide superiori al milione di euro è partito dal niente.
Non posso cambiare perché non posso fare a meno del denaro che
sto guadagnando
Alcune delle più grosse società sono state create nel garage di
casa e nel tempo libero: Apple, Hewlett-Packard, Tecnogym, i libri di
Harry Potter che hanno venduto 250 milioni di copie, permettendo
all’autrice di accumulare un patrimonio netto superiore a un miliardo
di dollari. Se si desidera veramente cambiare e se la motivazione è
forte a sufficienza, il modo non sarà mai un problema.
Per diventare ricchi bisogna aver studiato
Le mie ricerche non mostrano alcuna correlazione fra la ricchezza
e il titolo di studio. Infatti quando andate in banca non vi chiedono di
mostrare il vostro curriculum scolastico, ma qual è la vostra
situazione patrimoniale, segno che è più importante quello che siete
stati in grado di realizzare finanziariamente rispetto a quello che
avete studiato a scuola.
Se divento ricco, divento avido e materialista
Il denaro non trasforma le persone, ma ne amplifica le
caratteristiche. Se siete già avidi, diventando ricchi lo diventerete
ancora di più. Allo stesso modo se siete propensi ad aiutare il
prossimo lo farete meglio utilizzando il vostro denaro perché i soldi
non comprano parole gentili, ma comprano assistenza, cure
mediche, strutture sanitarie, un tetto, del cibo.
L’aiuto materiale insieme a quello spirituale fa la differenza. Madre
Teresa di Calcutta è morta con un patrimonio di milioni di dollari e ha
potuto aiutare tanta gente anche perché è stata in grado di
raccogliere, gestire e amministrare molto denaro.
Non devo diventare un imprenditore o un investitore, il mio lavoro si
prenderà cura del mio benessere finanziario
La verità è che dovete diventare o imprenditori o investitori.
Spesso le persone pensano, consciamente o meno, che la strada
per il loro benessere finanziario sia un lavoro. Meno dell’1% di chi
lavora diventerà finanziariamente libero come gli sportivi, i musicisti,
gli attori o gli amministratori delegati di grosse società. Chi non
sviluppa abilità imprenditoriali o capacità di investimento non può
diventare finanziariamente indipendente.
Non ho bisogno o non voglio diventare ricco, sto bene con quello
che ho
La verità è che non avete nessuna idea di quello di cui avrete
bisogno in futuro. Che cosa succederebbe a voi e ai vostri cari se
perdeste il vostro lavoro? E se non foste finanziariamente preparati?
Non è importante se voglio o posso diventare ricco: semplicemente
non ce la faccio
Controlla le tue convinzioni «trasparenti»: che cosa pensi riguardo
alla tua possibilità di imparare? Ricordati che nel percorso imboccato
per diventare ricchi, così come per imparare ad andare in bicicletta,
si cade, ci si rialza, fino a quando non si è in grado di stare in
equilibrio. Leggi libri sul denaro, biografie di milionari, trova qualcuno
che è diventato ricco e chiedi come ha fatto e impara da loro.
Investire è rischioso
Investire, per definizione, non è rischioso. Se prendete il
vocabolario alla parola investimento troverete: «Impiegare il capitale
al fine di ricevere un’adeguata rendita». Come vedete, la parola
«rischio» non appare nella definizione. I grandi investitori non
pensano che investire sia rischioso. Per loro investire vuol dire
seguire delle regole, dei modelli ricorrenti che possano escludere, a
volte completamente, il rischio dal loro investimento. Sia nel mercato
immobiliare sia in quello finanziario il vero investitore è chi è in grado
di misurare esattamente il rischio e di individuare le modalità al fine
di ridurlo o addirittura eliminarlo.
Una volta era più facile diventare ricchi
Falso! In realtà, mai come ora, il mondo offre l’opportunità di
diventare ricco velocissimamente. Il modo per diventare ricchi è
cambiato. Trent’anni fa, bastava avere un buon prodotto, immetterlo
sul mercato e aspettare le entrate, il vero problema quindi era
produrre. Oggi siamo passati dall’era industriale all’era
dell’informazione. Chi possiede i mezzi d’informazione è il nuovo
ricco. Ragazzini che inventano siti internet dall’oggi al domani
possono creare aziende in grado di competere sul mercato globale
esattamente come i grandi colossi.
Non ho più l’età. Il mio momento è passato
In realtà un ragazzo e una persona anziana hanno le stesse
probabilità di diventare ricchi. L’unico vero problema è che più le
persone sono in là con gli anni più sono propense a rimanere nella
loro zona di comfort. Sono meno disponibili a sbagliare perché non
vogliono sentirsi stupide.
Sono una donna
Gli uomini devono sempre interpretare ciò che gli si dice e
adattarlo alla loro situazione e questo fa sì che spesso non seguano
le regole. Secondo la mia esperienza di coach finanziario alle donne
manca una cosa rispetto agli uomini: l’ego maschile. Questo
permette loro di seguire le regole che indichiamo nei nostri corsi
meglio degli uomini, e di essere di solito più precise e più
perseveranti. Inoltre di solito hanno una capacità di comunicare
migliore degli uomini e nelle trattative tendiamo a fidarci più di una
donna che di un uomo.
Sono troppo giovane
Negli USA ho visto ragazzini di 14 anni investire nel mercato
finanziario come dei professionisti e raggiungere risultati che a volte
non ottengono nemmeno i migliori gestori, come se fosse un gioco
per loro. Essere giovani, e di conseguenza avere poche convinzioni
limitanti derivanti dalla propria esperienza, è solo un vantaggio.
Come con lo sport: prima inizi a praticarlo, più sarà facile da adulti
ottenere ottimi risultati.
I ricchi hanno fatto i soldi in modo disonesto
Esistono le persone disoneste sia tra i poveri sia tra i ricchi. La
maggior parte dei ricchi è diventata tale usando l’intelligenza,
sviluppando abilità fuori dal comune, studiando sodo e formandosi.
Ha dedicato tempo, sviluppato convinzioni potenzianti e si è
impegnata.
Devi lavorare duramente per fare i soldi
Moltissimi pur lavorando duramente tutta la vita non fanno soldi.
Mentre altri lavorano intelligentemente per qualche anno e creano
fortune che durano tutta la vita. I soldi si fanno lavorando in modo
intelligente, e non solo duramente.
Non si può essere ricchi ed essere spirituali
Non c’è nessuna relazione tra la capacità di fare soldi ed essere
persone ricche dentro. Il cantante Sting e l’attore Richard Gere sono
entrambi ricchi e famosi. Ma sono noti anche per avere una grande
spiritualità.
Con il denaro non si compra la felicità
Se il motivo per diventare ricchi e avere molto denaro deriva da
emozioni negative come la paura, la rabbia, la necessità di provare a
se stessi qualcosa, la ricchezza non porterà sicuramente la felicità. Il
denaro però può aiutare a creare emozioni positive, a vivere
momenti magici. Provate a pensare di poter portare i vostri genitori
in un luogo che non si sono mai potuti permettere o di essere in
grado di aiutare delle persone che si trovano in gravi difficoltà
finanziarie. In questo caso i soldi fanno la felicità, non solo per coloro
che decidete di aiutare, ma anche per voi.
Non tutti possono essere ricchi
Fare soldi è un’abilità come andare in bicicletta o parlare in
pubblico: si può imparare e si può insegnare. Richiede tempo,
sviluppo di una tecnica e focus. Diventare ricchi è un autentico
processo di apprendimento.
Se è così facile perché non sono tutti ricchi?
Perché la gente è pigra e vuole tutto pronto. Non studia il denaro,
ha convinzioni limitanti, manca di disciplina e di voglia di dedicarsi a
crescere e a formarsi né sa gestire il proprio stato d’animo e le
proprie emozioni.
Non ho tempo
In realtà questa è una convinzione limitante ma anche una scusa.
Se non sei già ricco, allora le attività che stai svolgendo e che
occupano tutto il tuo tempo probabilmente non ti stanno conducendo
alla serenità finanziaria. Quindi dovresti dedicare il tempo a fare
quello che davvero vale e lasciar perdere le attività di scarso valore.
Alcune convinzioni sono potenzianti e sarebbe bene adottarle.
L’elenco che segue l’ho compilato dopo aver intervistato persone
estremamente ricche cercando di capire come avessero fatto e
quale atteggiamento mentale avessero assunto per diventarlo.
1. I soldi sono ovunque
Quando guarderete con gli occhi giusti vi accorgerete che i soldi
sono dappertutto. Se vi do in mano un sasso contenente un
diamante grezzo e non avete la capacità di riconoscerlo, lo butterete
via come un sasso. Questo è ciò che fa la maggior parte della gente
con le opportunità di investimento che le capitano.
2. Il denaro si crea dal niente
Il 90% dei milionari è di prima generazione, ovvero è partito da
zero. Essere milionari non è una fortuna, è un’abitudine, un modo di
pensare e di agire. Prendete un milionario, portatelo in un altro
Paese senza soldi a disposizione e vedrete che in poco tempo
ritornerà a essere milionario.
3. La nostra maggiore risorsa sono le persone
Da soli difficilmente riusciremo a diventare finanziariamente liberi.
Abbiamo bisogno degli altri e delle loro abilità specifiche per
raggiungere i nostri obiettivi finanziari.
4. Fare soldi è facile e divertente
Una volta individuati il modo e la giusta attitudine mentale, fare
soldi è come andare in auto. All’inizio sembra difficile, bisogna stare
attenti al cambio, alla frizione, allo specchietto retrovisore eccetera;
dopo un po’ diventa normale, si sale in auto e senza pensarci si va
dove si vuole. Se non pensi che il tuo cammino verso la prosperità
possa anche essere divertente, in qualche modo cercherai di
sabotarlo.
5. Se qualcuno lo ha fatto, allora lo posso fare anch’io
Se qualcuno fa qualcosa, allora posso farlo anch’io, basta
sviluppare le stesse abilità, dedicare lo stesso tempo e far proprie le
stesse convinzioni potenzianti.
6. Con la giusta formazione e un po’ di tempo posso diventare libero
finanziariamente
È solo questione di prendersi la responsabilità della propria
situazione e dedicare del tempo al raggiungimento del proprio
scopo.
7. Si può imparare a fare soldi
Come qualunque cosa fare soldi è un’abilità e si può imparare.
8. Il tempo
È la vostra risorsa più importante. Con più denaro non posso
comprare più tempo e quindi il tempo è più prezioso dei soldi. Come
potreste impiegare al meglio il vostro tempo?
Se non credete in voi stessi e nelle vostre possibilità, chi altri
dovrebbe farlo?
Dove poni la tua attenzione:
il tuo focus sul denaro
L’energia fluisce là dove poni la tua attenzione. Se vuoi diventare
ricco, la prima cosa da fare, in assoluto, è avere un focus sul denaro
rivolto nella giusta direzione. Il focus non è altro che il punto su cui
poni l’attenzione. Il nostro cervello è un sistema cibernetico e, se noi
gli facciamo una domanda, ci dà una risposta. Ricordati che ottieni
dalla vita solo quello su cui ti focalizzi costantemente. Su che cosa vi
state focalizzando? Supponi di essere a una festa e di avere con te
una videocamera. La festa è bellissima, ci sono centinaia di persone
che si divertono, ma in un angolo della sala due stanno litigando. Se
punteremo l’obiettivo della videocamera solo su quei due ignorando
il resto, rivedendolo si avrebbe l’impressione di una festa mal
riuscita.
Lo stesso accade al nostro cervello: abbiamo diverse aree della
nostra vita che probabilmente sono ok, per esempio siamo in salute,
abbiamo amici che ci vogliono bene, dei buoni genitori, denaro, un
lavoro che ci appassiona ma magari, al momento, la nostra relazione
di coppia va male. Se avremo il focus solo sui problemi ci sembrerà
che la nostra vita faccia schifo. In realtà tutte le aree vanno bene
tranne una. Ma la nostra mente ha la capacità di focalizzarsi sul
negativo o sul positivo, sui problemi o sulle soluzioni. Acquisire la
capacità di crearsi delle domande potenzianti ci mette in grado di
cambiare il nostro stato d’animo e guardare sempre verso le
soluzioni.
Ci sono delle domande che possono aiutarti a cambiare il tuo
punto di attenzione: «Qual è il tuo focus sul denaro?» «Quali sono le
domande che ti poni sempre sulla ricchezza e sull’abbondanza
finanziaria?» Per chiarire questo concetto vi faccio un esempio.
Durante i miei corsi di Libertà Finanziaria, emergono in modo
ricorrente alcune cose molto interessanti. Alcuni si chiedono: «Come
faccio ad arrivare alla fine del mese?» Oppure: «Come mai ho così
pochi soldi da parte?» Come potete capire, queste domande
focalizzano il problema ma non la soluzione. Come posso crearmi
delle entrate aggiuntive? Come posso organizzare la mia vita in
modo che il denaro non sia più un problema? Come posso creare
entrate non dipendenti dal mio lavoro? Come posso diventare
finanziariamente libero? Come posso guadagnare X in X tempo?
Ponetevi queste domande con una certa frequenza e il vostro
cervello comincerà a darvi le risposte.
Figura 5
Quali domande ti fai sul denaro?
Se la domanda che fino a oggi ha guidato il tuo rapporto con il
denaro è negativa o depotenziante, indirizzerà la tua mente in una
direzione altrettanto negativa. La domanda vista in precedenza:
«Come faccio ad arrivare alla fine del mese?» genera ansia, perché
pone l’attenzione solamente sull’arrivare alla fine del mese e non
prevede un programma a medio-lungo termine. A un certo punto
della mia vita mi sono accorto che la mia domanda guida sul denaro
era: come faccio a pagare i debiti questo mese? Il mio focus era
solamente sanare una situazione finanziaria sfavorevole, e non
crearmi delle entrate che da sole, in modo automatico, potessero
pagare i debiti tutti i mesi senza doverci pensare. Non avevo un
piano e non avere un piano finanziario è come possedere un terreno
e cominciare a costruire una casa senza aver fatto prima un
progetto. Non a caso tutte le persone che non hanno libertà
finanziaria non hanno neanche un piano per raggiungerla.
Se non sei ancora ricco, devi fare le cose in modo diverso. Se
vuoi cambiare il risultato, devi cambiare le tue azioni, ma le tue
azioni sono determinate dallo stato d’animo in cui ti trovi. Ricordati
che: le scelte migliori sono quelle prese con stati d’animo produttivi.
Che cosa pensi di ottenere avendo più denaro? Che cosa ti darà che
non hai già? Molti si rispondono: sicurezza, felicità o potere. Il
denaro da solo non è fonte di nessuno di questi stati d’animo. Gli
stati d’animo si generano dentro di te, indipendentemente dal
denaro. Se il denaro e il successo fossero veramente la chiave che
apre le porte della felicità, della sicurezza e del potere, Marilyn
Monroe, Elvis Presley e John Belushi sarebbero ancora vivi, felici e
contenti. Invece, pur essendo ricchi, non sono riusciti a trovare pace
nella loro vita.
Io ho sempre con me un taccuino dove tutti i giorni scrivo i miei
obiettivi, e dedico 3 minuti – anche sul tram o in metropolitana – a
focalizzarmi su di essi, mantenendo così un focus costante. Questa
semplice tecnica innesca il Sistema ad Attivazione Reticolare (SAR)
alla ricerca di opportunità per raggiungere le proprie mete e permette
al cervello di porre attenzione su determinate cose, tralasciandone
altre. Se il nostro focus è orientato a cercare una cosa, prima o poi la
troverà. Quando per esempio decidiamo di comprare un certo
modello di automobile, diamo al nostro cervello una direzione, e
incominciamo a notarla dappertutto per le strade. Tornando al
benessere finanziario, se ti immagini già ricco, ti aprirai
automaticamente a trovare le opportunità e i modi per diventarlo.
Attenzione, però: il focus deve essere positivo. Un focus positivo è:
«Voglio essere finanziariamente libero» e non: «Non voglio più
essere povero».
Prima di decidere di uscire dal mondo della povertà che io stesso
mi ero creato, ero costantemente preoccupato per i soldi, e mi
focalizzavo sempre su come non essere povero. «Non voglio più
essere povero» mi faceva focalizzare solo sulla negatività. Ricordati
che, prima di tutto, la povertà è uno stato mentale. Prendi subito il
controllo del tuo focus sul denaro con domande potenzianti e
mentalmente stimolanti.
Esiste una domanda magica che permette di focalizzarsi
costantemente sulla soluzione. La «magia» del «Come posso…»:
«Come posso ottenere questo risultato?» «Come posso aggiungere
altre entrate automatiche?» «Come posso ottenere la vera libertà
finanziaria?» Una volta impostate le domande in modo positivo, il
vostro cervello comincerà a cercare le risposte. Potrebbero non
arrivare subito ma se continuerete a focalizzarvi incomincerete a
individuare opportunità che prima magari non vi sarebbero mai
interessate.
Alfio spiega
La qualità della nostra vita dipende dalla qualità delle
domande che ci facciamo. Domande di qualità danno
una vita di qualità.
Le immagini creano un futuro finanziario
di abbondanza
Le immagini che creiamo nella nostra mente sono una delle cose
fondamentali che permettono di gestire gli stati d’animo e di
raggiungere risultati. Il cervello lavora principalmente attraverso le
immagini. Ogni giorno creiamo milioni di immagini sulla base di
quello che ci accade. Riuscire a gestire queste immagini e a
modificarle ci dà la straordinaria opportunità di diventare artefici del
nostro destino.
Visualizzare e creare immagini positive è la caratteristica delle
persone che ottengono successi straordinari.
Per creare qualsiasi cosa è necessario prima sognarla o
immaginarla. Il regista Steven Spielberg immagina a priori il
susseguirsi delle scene, i dialoghi e le scenografie. E questo
costituisce la sua vera forza motrice, quella che lo fa scaraventare
fuori dal letto la mattina facendogli dimenticare di fare colazione,
nella foga di realizzare il suo nuovo film.
Le immagini e la capacità di visualizzare sono ingredienti
fondamentali dei principali successi.
Creare immagini positive di ciò che si vuole realizzare come se
fosse già stato ottenuto motiva i grandi campioni a impegnarsi con
disciplina, sostenendo grandi fatiche per raggiungere gli obiettivi.
Allo stesso modo, visualizzare in maniera negativa può indurre
stati depressivi che alimentano la frustrazione, la paura e l’ansia, che
portano spesso al fallimento. La paura viene creata con specifiche
immagini. Prendetevi del tempo e cominciate a visualizzare come
vorreste il vostro futuro finanziario. L’immaginazione da sola però
non basta. Bisogna anche agire. È l’azione che trasforma i sogni in
risultati. Ma anche le azioni possono essere prima immaginate e poi
realizzate. Questo dona un senso di sicurezza e di tranquillità nel
fare le cose esattamente come se le si fossero già fatte. Infatti il
nostro cervello, da un punto di vista neurologico, non distingue
un’esperienza vera da una vividamente immaginata. Provate a
pensare a un incubo. Non è vero, eppure il nostro cervello risponde
come se fosse reale, facendoci sudare e spaventare. Se studiate il
processo mentale che ha portato Albert Einstein a definire la teoria
sulla relatività, scoprirete che esso non deriva dal calcolo
matematico, ma dalla sua capacità di astrazione e immaginazione.
Prima immaginandosela e poi trasformandola in una teoria
matematica.
Alfio spiega
Non tutti quelli che sognano ottengono risultati, ma tutti
quelli che ottengono risultati sono dei sognatori.
Figura 6
Il linguaggio del denaro
Le parole possono creare emozioni, accenderle o spegnerle, farci
piangere o ridere, farci innamorare, sperare o deprimerci e farci
soffrire. Possono ispirare popoli e nazioni, creare o distruggere
rapporti, possono motivarci a vivere o a morire. Il linguaggio può
creare opinioni e può cambiarle.
Il linguaggio dà corpo alle emozioni e ci permette di esprimere
quello che abbiamo dentro.
La realtà viene immagazzinata nel nostro inconscio attraverso i
cinque sensi: quello grafico che vedo (V), quello che sento
auditivamente (A), quello che provo emozionalmente, il tatto, il gusto
e l’olfatto (K).
Per esprimere a noi o agli altri quello che abbiamo visto, sentito e
provato utilizziamo il linguaggio, che è l’interpretazione verbale di ciò
che abbiamo dentro di noi. Un linguaggio diverso modifica
TOTALMENTE l’esperienza che abbiamo provato e che possiamo
provare.
Figura 7
Il linguaggio rappresenta la punta dell’iceberg. Le emozioni, quello
che vediamo e ascoltiamo rappresentano la parte invisibile. Pensa al
potere che le parole possono esercitare sugli altri e su te stesso. Qui
ci occuperemo dell’influenza che le parole esercitano sul nostro stato
d’animo. Le parole che usiamo per descrivere la nostra esperienza
finiscono con il diventare la nostra esperienza stessa.
Per esempio, prova a pensare alla forza emotiva di una frase tipo:
«Ho problemi finanziari insormontabili», e confrontala con la forza
emotiva di: «Ho dei problemi finanziari», oppure: «Ho qualche
problema finanziario». Che cosa è successo alla forza emozionale
della prima frase? È andata scemando, così come l’intensità dello
stato d’animo provato. Quindi, se trasformiamo il nostro vocabolario
utilizzandone un altro che attenua le emozioni negative il livello di
intensità di queste ultime incomincerà ad abbassarsi.
Se sostituisci: «Sono furioso» con «Sono infastidito», oppure:
«Sono ansioso» con «Sono un po’ preoccupato», o ancora: «Mi
sento distrutto» con «Sono stanco», il livello delle tue emozioni
negative scenderà.
Allo stesso modo si possono aumentare anche le emozioni
positive. Se, per esempio, ti chiedono: «Come va?» tu puoi
rispondere: «Bene, non c’è male». Oppure: «Sto in modo
spettacolare!» Per quanto semplicistico ti possa sembrare, dalla
seconda risposta la tua psiche ne trarrà beneficio. Quindi, prova a
modificare parole già positive con altre che lo sono ancora di più.
Per esempio, cambia: «Sono deciso» con «Sono travolgente», «Mi
sento energico» con «Sono supercarico, una molla scattante»,
«Sono affettuoso» con «Sono focoso».
Fin da bambini veniamo condizionati dal linguaggio. La mamma
dice alla figlia: «Vai da papà perché è lui che ha i soldi!» Quale sarà
il messaggio che la madre darà alla figlia?
Quando ero bambino, mia madre mi gridava spesso: «Non
mettere in bocca i soldi perché sono sporchi!» Messaggi di questo
tipo lasciano sempre traccia. Ti piacerebbe avere in tasca qualcosa
di sporco?
Sostenendo che «i soldi non sono mai abbastanza», quale input
date a vostro figlio? Frasi come: «Il denaro è la radice di tutti i mali»
o «Il denaro è lo sterco del diavolo» veicolano una forza emozionale
importante.
Analizza il tuo linguaggio sui soldi e individua le emozioni che ti
suscita, è un linguaggio depotenziante che ti fa guardare e toccare il
denaro con un certo disprezzo, oppure ti sprona verso
l’abbondanza? Ricordati che: i soldi sono energia. Più ne hai e più
energia riesci a sviluppare.
Le metafore
Le metafore fanno parte del linguaggio. Tutti i grandi comunicatori
si servono di metafore per trasmettere il loro pensiero. E anche noi,
ogni giorno, utilizziamo metafore per descrivere modi di essere e
sensazioni che stiamo provando. Per esempio, diciamo: «Mi sento
con le ruote a terra», «Ho la testa tra le nuvole», «Sto affogando nei
debiti», «Va tutto a gonfie vele».
Queste metafore che usiamo per descrivere noi stessi, il nostro
stato d’animo o quello degli altri, possono espandere e allargare la
nostra esperienza oppure creare credenze limitanti.
Una persona che si sentirà «chiusa in gabbia» proverà senz’altro
un senso di oppressione e di costrizione. Frasi come: «Tutto il peso
è sulle mie spalle», oppure «Questa sfida è un muro insormontabile»
non danno molte possibilità di scelta. In questo caso è utile
chiedersi: «Come posso buttare giù questo muro?» Questo cambio
di focus permette di uscire da un’impasse mentale e di concentrarsi
sulla soluzione anziché sul problema. Una persona un giorno mi ha
descritto così la sua situazione: «Quando investo mi sento come
Icaro», e ancora: «Le mie finanze sono come il grafico del Nasdaq
dopo il crollo dei titoli tecnologici». Quale era il suo stato d’animo?
Che cosa pensava di se stesso? Quali azioni avrebbe intrapreso
partendo da questo stato d’animo e utilizzando queste metafore? Le
metafore, in quanto parte della struttura del linguaggio, sono la
rappresentazione del nostro inconscio, che viene veicolato
all’esterno attraverso le parole che usiamo.
Allo stesso modo possiamo influenzare i nostri stati d’animo con
le metafore che utilizziamo. Infatti modificando le metafore
modifichiamo anche il nostro stato.
Nessuna parola viene mai detta a caso, e le metafore descrivono
quello che sta avvenendo nella propria mente e in quella degli altri.
Una volta compreso lo stato emotivo espresso con la metafora,
diventa più semplice modificarla, e magari sceglierne una più
positiva. Fatti queste domande: Qual è la metafora che usi per la tua
situazione finanziaria? Che cosa sono per te i soldi? Chi sono per te
i ricchi? Quale metafora ti puoi costruire per avere soldi in
abbondanza?
Il dialogo interno
Il dialogo interno è la conversazione che facciamo con noi stessi.
Mentre tu mi stai ascoltando, stai parlando con te stesso,
commentando quel che ti sto dicendo. Perché è così importante
prendere coscienza del proprio dialogo interno? Perché è uno degli
elementi maggiormente responsabili del nostro stato d’animo, dei
risultati che otteniamo e della qualità di vita che conduciamo. Che lo
vogliamo o no, il dialogo interno può cambiare il nostro stato mentale
e i nostri pensieri ed è direttamente collegato al punto su cui
poniamo il nostro focus.
Personalmente, ho dovuto lottare contro la mia identità, disegnata
da quella vocina che mi diceva: «Non ce la farai mai perché tu
rimandi sempre le cose». Inoltre, non riuscivo a immaginarmi con un
cospicuo conto corrente in banca e con un tenore di vita da ricco. Ho
dovuto lavorare molto per crearmi immagini positive di un me stesso
con molto denaro a disposizione perché la vocina che mi creava il
dubbio interferiva sempre.
Non è sufficiente essere al posto giusto al momento giusto,
bisogna anche essere la persona giusta, per cogliere le opportunità
che ci vengono offerte ogni giorno.
Il nostro cervello è come un computer nel quale inseriamo una
programmazione. La programmazione per il computer è fatta solo in
positivo, perché gli si dice solo che cosa deve fare, e non che cosa
NON deve fare. Lo stesso dovrebbe essere per il nostro dialogo
interno. Come abbiamo detto in precedenza, rivolgendo sempre
domande in positivo, si mantiene un focus in positivo e il dialogo
interno si svolgerà nello stesso modo.
Nell’utilizzo del dialogo interno bisogna stare attenti a due cose: le
cancellazioni, che avvengono con frasi tipo: «NESSUNO mi crede»,
e le generalizzazioni, con l’utilizzo degli avverbi «mai» e «sempre»:
«Non faccio MAI la cosa giusta», oppure: «Sono SEMPRE senza
soldi». Queste generalizzazioni sono pericolose, perché potrebbero
minare l’autostima e la sicurezza in se stessi.
Frasi come queste ci fanno sentire senza risorse. Per
neutralizzare questo effetto è utile farsi una domanda «antidoto», per
esempio: «Non ho proprio MAI fatto un investimento giusto?»
Potremmo scoprire che, di solito, facciamo investimenti giusti, e che
solo quella volta in cui ci siamo detti: «Non faccio MAI gli
investimenti giusti» abbiamo commesso un errore. Un altro esempio:
«NESSUNO crede che io possa diventare libero finanziariamente».
Proviamo a chiederci: «CHI specificamente non lo crede?» La
risposta potrebbe essere: «In questo momento, SOLO Carlo».
Pensare che soltanto una o due persone non lo credono, piuttosto
che centinaia, attenuerà le sensazioni negative che potremo
provare.
Bisogna diventare consapevoli della funzione importante del
dialogo interno e fare in modo che possa avere un impatto positivo
sulle nostre emozioni, aiutandoci a rimanere pieni di risorse e sicuri
di raggiungere i traguardi che ci siamo prefissi.
Qualunque cosa il dialogo interno ci dica è guidata solamente
dalla funzione di proteggerci: se state decidendo di comprare un
immobile che sembra un affare e la vostra vocina interiore dice che
«dietro ci deve essere la fregatura», l’intento positivo di questa
vocina è semplicemente quello di proteggervi dall’errore. Il problema
è che se una persona ha un dialogo interno particolarmente negativo
e depotenziante deve arrivare a un accordo, a un allineamento della
sua voce interiore con l’obiettivo che si pone come se stesse
contrattando con un’altra persona. Se non avviene incominciamo a
sabotarci inconsciamente: voglio fare una cosa ma, quando sono
vicino a ottenerla, involontariamente faccio di tutto per non
raggiungere il risultato. Bisognerebbe sempre avere una vocina nella
propria testa che ci sorregge, ci coccola e ci protegge, non facendoci
rinunciare ai nostri sogni bensì aiutandoci ad andare nella direzione
giusta.
Utilizzo del corpo e della respirazione
In una performance di alto livello in qualunque settore, le scelte
migliori avvengono senza dialogo interno, ovvero provando solo la
sensazione fisica che è giusto agire così. Quando ho cominciato a
occuparmi di denaro avevo sottovalutato le implicazioni dell’utilizzo
del fisico nella gestione degli stati d’animo, e in particolare del
denaro. In realtà, dietro qualunque performance esistono modelli di
respirazione e di utilizzo del proprio corpo, tanto che, attraverso una
particolare posizione e respirando in un determinato modo, si può
accedere agli stati produttivi. Diventare ricchi vuol dire dover
prendere decisioni tutti i giorni. Uno dei motivi per cui si fanno scelte
sbagliate è che la gente si fa prendere dall’ansia e dalla paura, o
perché non si hanno a disposizione tutte le risorse per risolvere i
problemi. Ho notato che gli sportivi e le persone che devono
continuare a prendere decisioni in campo finanziario, come per
esempio i traders di borsa, hanno in comune un modello preciso di
respirazione e di postura fisica.
Prendere decisioni, soprattutto finanziarie, dominati dalla paura
porta a orientarsi in modo sbagliato. Ecco perché è importante porsi
in uno stato fisico di totale e assoluta certezza. Quindi quando si sta
in piedi, bisogna tenere la testa alta, e sentire i piedi ben piantati per
terra, come se avessero delle radici. La respirazione deve essere
tranquilla e sicura e il baricentro del tuo corpo deve essere basso.
Per aiutarti a prendere questa postura immagina una sfera che parte
davanti al tuo viso e piano piano si abbassa sotto l’ombelico. Questa
posizione, presa a prestito dalle arti marziali, ti consentirà di vedere i
problemi in modo diverso, e di conseguenza di prendere le decisioni
giuste per la tua vita.
Ho notato che i trader di successo che acquistano e vendono tutti
i giorni sul mercato finanziario titoli, contratti derivati eccetera, hanno
la capacità di mettersi in un certo stato fisico e di visualizzare il
successo. Inoltre hanno un eccellente dialogo interno, usano un
linguaggio potenziante su se stessi e sulle loro azioni e cercano di
risolvere nel modo migliore i loro problemi.
L’invisibile
Qualunque cambiamento è dettato da un allineamento di quelli
che Robert Dilts chiama i livelli neurologici: ovvero, se non riesco a
risolvere un problema, a vincere una sfida o se sono limitato nelle
mie possibilità di agire, devo intervenire sul livello superiore e
cambiare qualcosa lì. Come diceva Einstein, il problema non può
essere risolto allo stesso livello di pensiero al quale è stato creato.
I livelli che Dilts ha individuato sono 6 e mi trovo perfettamente
d’accordo anche per il denaro.
1. Ambiente
2. Comportamento
3. Capacità
4. Convinzioni
5. Identità
6. Spiritualità
Come interagiscono questi 6 aspetti?
Supponiamo che voglia diventare ricco e non ci stia riuscendo. Il
motivo è che in uno o più di questi livelli ho dei problemi e i livelli
sono disallineati fra di loro. Per esempio, il blocco potrebbe essere
nel mio ambiente. L’ambiente che frequento è potenziante? Le
persone che mi stanno intorno mi sorreggono? Sto frequentando
persone sfidanti? Che vogliono una vita migliore e vogliono ottenere
risultati? O sto frequentando delle persone che si lamentano ma non
fanno nulla per cambiare il proprio status?
Il secondo livello è il comportamento che assumo nell’ambiente in
cui vivo. Sto facendo delle azioni specifiche per andare nella
direzione della mia libertà finanziaria? Come sto gestendo il mio
tempo e le altre persone? Ho sviluppato delle abitudini da ricco? Mi
comporto come tale?
Il terzo livello sono le capacità che sto sviluppando. Se svilupperò
delle capacità specifiche queste avranno influenza sul mio
comportamento e di conseguenza anche sul mio ambiente. Quali
capacità sto incrementando per andare verso la mia libertà
finanziaria? Che corsi specifici ho fatto o che libri ho letto per
sviluppare al massimo le mie abilità? Da quando ho fatto il vero salto
di qualità a oggi le mie capacità non sono cambiate moltissimo. In
una scala da 0 a 100 (dove 100 è dove mi trovo oggi) erano già a
80. Che cosa è cambiato di così radicale da farmi ottenere i risultati
che ho ottenuto in così breve tempo? Le mie convinzioni e la mia
identità. Che cosa credo e chi credo di essere hanno modificato
profondamente i miei risultati. Se la mia identità diventa io sono
ricco, che cosa succede? Che comincerò a comportarmi come tale e
otterrò risultati per essere congruente con la mia identità. Adotterò
convinzioni da ricco, agirò da ricco e otterrò risultati da ricco.
Cementando la mia identità. Creando convinzioni potenzianti su me
stesso e sui risultati che credo di ottenere. Inoltre c’è di più. Il lavoro
che faccio mi permette di contribuire, di aiutare le persone a non
lasciar perdere i propri sogni ma di impegnarsi per raggiungerli.
Diventando ricco posso aiutare le persone in difficoltà e creare una
fondazione per aiutare chi più ha bisogno. E questo credo sia un
obbligo così come espandersi al massimo come persone e
guadagnare più soldi per poterli condividere con gli altri. Questo
aspetto spirituale nel denaro permette di allineare tutti gli altri livelli.
Se non siete già ricchi chiedetevi a quale livello avete qualcosa
che vi limita. Se per esempio pensate di non avere sufficienti
capacità per comprare o vendere un immobile, salite di livello, il
problema è sulle convinzioni. Se non avete l’identità dell’investitore,
salite di livello, che cosa a livello spirituale limita la tua identità di
espandersi e comprendere anche quella dell’investitore? Magari
pensate che se l’investitore guadagna un altro perde. E questo a
livello spirituale non vi piace. Succede spesso quando insegno a
investire in borsa. La gente pensa che se io guadagno un altro
perde. In realtà non è vero. Non possiamo sapere se quello che ci
ha venduto i titoli ha guadagnato o perso.
Se allineare i propri livelli neurologici è importante in qualunque
settore, con il denaro è assolutamente fondamentale perché ci
coinvolge emozionalmente come pochi altri aspetti della nostra vita.
Ecco su che cosa bisogna focalizzarsi ancora prima della tecnica.
Ecco perché le persone non ottengono risultati. Perché non
cambiano l’invisibile. «L’essenziale è invisibile agli occhi.» (Il piccolo
principe, Antoine de Saint-Exupéry.)
Figura 8
5
Gli ostacoli
tra voi e la ricchezza
Sei più grande delle tue sfide e dei tuoi problemi?
In ogni fase della vita le persone si trovano a dover affrontare
sfide o problemi. Ognuno reagisce in modo diverso a ciò che gli
accade. Supponiamo che vi troviate di fronte a un problema da
risolvere. In una scala di difficoltà da 1 a 10 lo valuteremo 5.
Figura 9
Il problema sarà grande o piccolo? Come sarà non dipenderà dal
problema in sé: dipenderà da voi. Ho visto persone perdersi nel
cercare di gestire problematiche banali e ne ho viste altre superare
ostacoli che sembravano insormontabili.
Il vero problema è quanto valete voi. Se scoprirete di valere 3,
allora un problema di grado 5 per voi sarà sicuramente grosso!
Figura 10
Se invece scopro di valere 8 allora il problema di grado 5 per me
sarà piccolo e lo affronterò facilmente.
Imprenditori e investitori sono più grandi dei loro problemi. Si
espandono, affrontano e gestiscono problematiche che la maggior
parte delle persone non vuole neanche provare ad affrontare. I ricchi
sono coloro che fanno azioni che i poveri e la classe media non sono
disponibili a fare. Una mia studentessa, Ilaria, ha appena concluso
un affare per comprare un immobile senza soldi e rivenderlo. Questo
immobile aveva molti problemi legali oltre a problematiche di vario
tipo. La maggior parte delle persone avrebbe lasciato stare. Inoltre,
per trovarlo Ilaria ha dovuto suonare molti campanelli, le hanno
sbattuto parecchie porte in faccia e le hanno detto molti no. Oggi,
proprio mentre sto scrivendo, Ilaria è riuscita a chiudere questa
operazione: è stata più grande del problema. Ha incassato in una
sola operazione più di quanto molti guadagnano in un anno
lavorando 8 ore al giorno. E voi, che cosa state facendo per essere
più grandi dei vostri problemi?
Figura 11
La paura
Lo stato d’animo più limitante che ci troveremo ad affrontare sulla
via verso la ricchezza è la paura. La paura è solo uno stato mentale
che viene generato da 6 fattori: Convinzioni, Focus, Immagini,
Dialogo Interno, Linguaggio, Fisico. Parlando in generale, chi ha
paura usa il fisico in un determinato modo, crede in certe cose, ha
un determinato dialogo interno e visualizza immagini che gli
mostrano i motivi della sua paura. Il suo focus verte su ciò che gli
incute paura. Quindi per avere successo dobbiamo essere in grado
di gestire questo stato emotivo.
Alfio spiega
Il coraggioso non è colui che non ha paura, bensì colui
che, nonostante tutto, agisce.
Tutti noi siamo più coraggiosi in certi ambiti della vita e meno in
altri. Subito dopo l’attentato dell’11 settembre, un pompiere ha
eroicamente salvato molte persone sapendo benissimo di rischiare
la vita. Nonostante fosse consapevole di ciò che stava succedendo
decise comunque di sacrificarsi per salvare degli sconosciuti da
morte certa. Ma curiosamente fu colto da paura, quando, durante la
cerimonia per la consegna della medaglia al valore, dovette parlare
con la stampa e ringraziare in pubblico. Gli si leggeva il terrore negli
occhi. Come è possibile che una persona che ha il coraggio di
buttarsi tra le fiamme non ne abbia per rilasciare delle interviste?
Questo pompiere, pur essendo molto coraggioso di fronte a
pericoli oggettivi, ha avuto paura di mostrarsi al pubblico e ai
giornalisti pronti a riconoscere il suo eroismo.
Come sarà stato il suo dialogo interno nelle due situazioni? Nel
primo caso sarà stato potenziante e l’avrà spinto a ottenere il
risultato, a correre a salvare quella gente in pericolo. Nel secondo
caso sarà stato depotenziante e avrà cominciato a porsi dei dubbi
sulle sue capacità. Il suo focus nel primo caso sarà stato quello di
salvare le persone, quindi totalmente puntato sul risultato. Nel caso
dell’intervista, invece, si sarà orientato su tutte le cose che potevano
andar male.
Quali saranno state le sue credenze riguardo alle sue capacità di
salvataggio? L’avranno messo in uno stato d’animo positivo oppure
no? E le credenze riguardo alla sua capacità di rilasciare interviste o
di parlare in pubblico? Ancora oggi dopo molte operazioni
immobiliari fatte e molte operazioni di trading svolte, a volte ho paura
di sbagliare, di non vendere gli immobili, di fare errori. È normale.
Però non permetto a questo stato d’animo di condizionare le mie
azioni e quindi i miei risultati.
Vorrei che tu diventassi consapevole del fatto che nel momento in
cui fai delle scelte, in cui prendi delle decisioni, devi trovarti in uno
stato d’animo potenziante, o quanto meno neutro. Nel momento in
cui decidi di presentarti davanti a una persona per chiedere una
considerevole somma di denaro per un investimento, devi assumere
uno stato d’animo che ti aiuti a ottenere ciò che cerchi. Prova a
chiederti:
«Che cosa farei se sapessi di non poter fallire?»
Come ti sentiresti? Come vivresti la situazione nella tua strada
verso la ricchezza?
Un esercizio molto efficace che puoi fare per combattere la paura
è il seguente: ricordati di una o più situazioni in cui hai dimostrato
coraggio. Rivivi quel momento e cerca di ricordarti il tuo dialogo
interno. Come tenevi il busto e le spalle? Come respiravi? Quali
credenze avevi e dove stavi ponendo il tuo focus? Che cosa
immaginavi? Quando hai un quadro esatto delle tue risorse, puoi
utilizzarle nelle situazioni dove bisogna possedere sicurezza,
tranquillità o altre qualità che credi necessarie per diventare ricco.
Quello che stiamo cercando di fare è creare uno stato d’animo,
ovvero immaginare il modo in cui vorremmo sentirci e adeguare di
conseguenza il nostro comportamento, individuando in noi stessi
risorse, come un diverso utilizzo del corpo o la semplice modifica di
certe credenze, oppure ancora potremmo indirizzare il focus in altre
direzioni. Noterai che cambiando i 6 fattori in base alle risorse che
hai individuato genererai automaticamente stati d’animo potenzianti.
Alfio spiega
Non esistono persone senza capacità, ma esistono stati
d’animo senza risorse.
Se voglio ottenere dei risultati devo progettare il mio stato d’animo
in modo più efficace per ottenere quello che voglio.
Quali paure potremmo incontrare sulla strada
che porta alla ricchezza?
Be’, la più comune è quella di non essere all’altezza e di non
riuscirci per svariati motivi come l’incertezza nell’azione, l’insicurezza
o il timore di perdere soldi. Tutte queste paure sono giustificabili, e
per certi versi utili se ci permettono di gestire i rischi in modo
approfondito, studiare ogni possibile alternativa e prevenire gli errori.
Però non devono fermarci. E allora basta analizzare la nostra
paura, e cambiare ciò che non risulta potenziante. Per esempio, se
la mia paura di presentare una opportunità di business a degli
investitori consistesse nel timore di non essere ben preparato,
oppure di aver dimenticato qualcosa, o ancora di dimostrarmi
impreciso, questo mi porterebbe a orientare l’attenzione su tutto ciò
che può andare male.
Molto probabilmente, con un atteggiamento del genere il mio stato
d’animo si percepirà e non otterrò la fiducia di nessuno.
Studia la struttura della paura o delle paure che potrebbero
frenarti nell’azione. Individua i tuoi blocchi emotivi e modificali in
modo da immaginare te stesso mentre fai la proposta, sicuro come
un leone. Crea una tua metafora potenziante.
Alfio spiega
Ricordati che la paura è solo uno stato mentale, e come
tale si può creare, modificare e trasformare in qualunque
altra cosa.
«La paura bussò alla porta, il
coraggio andò ad aprire e non vi
trovò nessuno.»
GOETHE
Qui si conclude la parte più importante del libro. Più vado avanti
nel mio lavoro e più mi rendo conto che diventare ricchi dipende per
il 95% dalla psicologia e solo per il 5% dalla tecnica. Parte tutto dalla
testa, ma non è ciò che sappiamo che fa la differenza, perché nel
mondo in cui viviamo le informazioni sono alla portata di tutti e
liberamente disponibili, ma ciò che facciamo con quello che
sappiamo. Per usare le informazioni di cui disponiamo dobbiamo
entrare in uno stato d’animo che ci permetta di utilizzarle e di agire
per ottenere nuovi risultati. Il segreto per una vita felice dipende dalla
capacità di gestire i propri stati d’animo e le proprie emozioni.
Osservate come si creano i vostri stati d’animo, come si modificano
e come potete utilizzarli per conquistare la vera libertà che
comprende anche il lato finanziario.
6
Il linguaggio del denaro
Anche il denaro ha un linguaggio particolare con una terminologia
che bisogna conoscere. Né più né meno di qualunque altro settore
che ha la sua differente terminologia. Un esperto di computer parlerà
di gigabyte, ram, hard disk. Attualmente sto prendendo il brevetto
per pilotare aerei privati. Anche qui c’è tutta una terminologia nuova:
angolo d’incidenza, cabrare, imbardata inversa, anemometro
eccetera. Per poter partecipare a un gioco, la regola numero uno è
conoscerne le regole e acquisire un lessico appropriato. Un ricco
avrà una sua terminologia sui vari tipi di investimento. Quando
parliamo di ricchi, poveri e classe media non esprimiamo alcun
giudizio di valore sulle persone: è solamente un modo per
identificare uno stato finanziario. Come spiegato in precedenza, la
differenza tra le persone consiste principalmente nelle loro
convinzioni.
Il bilancio
Consideriamo la nostra situazione finanziaria personale e
incominciamo a prendere in esame i numeri. Per farlo abbiamo
bisogno di redigere due documenti: uno stato patrimoniale della
nostra situazione personale e un conto economico. Questo ci
permetterà di calcolare un elemento importantissimo: il nostro CASH
FLOW, o flusso di cassa.
Il patrimonio netto
Uno dei fondamenti dell’economia personale e aziendale è il
cosiddetto patrimonio netto, risultante dalla differenza tra attività e
passività. Questo dato si trova nello stato patrimoniale.
Che cos’è uno stato patrimoniale?
È una fotografia istantanea di tutto quello che possediamo e degli
eventuali debiti. Un documento storico che può essere ripetuto a
intervalli fissi, mensili, trimestrali e annuali, in modo da mostrare il
cambiamento del nostro stato patrimoniale.
Tenteremo ora di comprendere le regole della ricchezza e il modo
in cui si misurano.
Molti lavorano tutta la vita e si ritrovano alla fine a sopravvivere
con la sola pensione proprio perché non conoscono queste regole.
La differenza tra i ricchi e la classe media e i poveri è che i primi
acquistano o creano attività, mentre gli altri acquistano o creano
debiti, credendo, la maggior parte delle volte, che siano voci attive.
Per diventare ricchi bisogna avere delle attività vere. Provate a
compilare la tabella 5 (vedi qui) seguendo alcune indicazioni.
Le attività vere sono il denaro in cassa o in banca; azioni,
obbligazioni, fondi d’investimento e tutto quanto può essere
rapidamente trasformato in denaro liquido; ma anche immobili e
partecipazioni in aziende, che non possono essere trasformati subito
in denaro.
Nelle passività si dovranno mettere i debiti, suddivisi in debiti a
breve e a lungo termine (come i mutui o qualunque debito superiore
a 5 anni). Noterai che contabilmente alcune voci sono delle attività,
ma in realtà sono dei giocattoli, ovvero attività o passività che
devono sottintendere un bilancio solido, altrimenti possono minare la
nostra strada verso l’indipendenza finanziaria. Per esempio, la casa
dove viviamo è un giocattolo. Qualcuno potrà essere sorpreso dalla
definizione che do alla casa di proprietà nella quale si vive:
giocattolo! Nell’immaginario collettivo comprare una casa per abitarci
è l’obiettivo a cui si dovrebbe tendere e spesso il risultato di anni di
sacrifici. Ma in realtà da un punto di vista finanziario le cose sono
ben diverse!
Prima di tutto ci si indebita con un debito «cattivo», e cioè che non
produce reddito ma lo consuma. In un bilancio la casa è una spesa.
Le «vere attività» producono reddito aggiuntivo che, come vedremo,
è alla base della ricchezza.
Inoltre, si utilizza male la propria capacità di indebitarsi. L’unico
motivo valido per contrarre un debito è aumentare la propria
capacità di produrre denaro. Per esempio, faccio un mutuo di
100.000 euro, compro una casa, la rivendo a 130.000 e questo
debito è giustificato finanziariamente. Se però ho già un mutuo per la
prima casa avrò molte più difficoltà a ottenerne un altro per generare
ulteriori entrate. Più avanti troverete la storia di Patrizia, una nostra
studentessa che ha deciso di vendere la sua prima casa per avere
denaro da investire e una maggiore possibilità di indebitarsi.
Dobbiamo iniziare a fare un bilancio per noi stessi tutti i mesi, per
controllare dove stiamo andando e pensare eventuali correzioni.
Una volta compilato il tuo bilancio personale potrai calcolare la
differenza tra attività e passività: ottenendo il tuo patrimonio netto.
Non spaventarti se è negativo: lo era anche il mio.
Un ultimo consiglio: ricordatevi che per attività non si intendono
gioielli o mobili, a meno che non compriamo questi oggetti per
rivenderli. E che la vostra casa non è una vera attività, perché fino a
quando ha dei costi è un debito, ovvero sottrae dei soldi alle vostre
tasche, ma allo stesso tempo è una voce attiva del vostro
patrimonio.
Per riassumere: sottraendo i debiti dalle voci attive, otteniamo la
nostra ricchezza reale, e questo costituisce il patrimonio netto del
bilancio materiale, un indicatore importante. Va monitorato a
scadenze fisse e comparato almeno ogni 3 mesi per verificare che le
nostre attività crescano e i nostri debiti diminuiscano.
Tabella 2
Il signor Rossi ha soldi in banca per 12.000 euro più delle
obbligazioni. Ha un’abitazione acquistata con un mutuo e ha ancora
un debito per l’auto che deve finire di pagare, più l’arredamento e gli
acquisti fatti con la carta di credito. Il grosso del suo patrimonio è in
giocattoli.
Tabella 3
Il signor Bianchi è un professionista. Ha in banca 20.000 euro,
obbligazioni e fondi per 150.000 euro. Ha un immobile che affitta.
Vive in una bella casa in città e ne ha una seconda al mare. Ha una
bella auto. Ha un mutuo per l’acquisto della casa che affitta, per
quella dove vive e per quella al mare. Inoltre ha un debito per l’auto.
Ha molti debiti per giocattoli.
Tabella 4
Il signor Verdi, che è un imprenditore e un investitore, ha il focus
sulle attività che producono reddito e non sui giocattoli. Ha debiti
contratti per creare attività.
Tabella 5
Patrimonio non visibile: il «bilancio emozionale»
Esiste anche uno stato patrimoniale non visibile che è la vera
sorgente di ricchezza, costituito dalla creatività, dall’immaginazione,
dalla generosità, dal coraggio, dalla costanza, dall’integrità, dalle
capacità di vendita con la persuasione, dal marketing, dalle relazioni
e dalla gestione del tempo. Purtroppo, insieme alle attività abbiamo
anche le passività non visibili, come la paura, la rabbia, l’ansia,
l’esitazione, la pigrizia, una cattiva reputazione, una scarsa
organizzazione.
Tutte le risorse tangibili o intangibili di cui abbiamo bisogno sono
possedute da qualcuno, in qualche posto, e in questo momento. Li
chiameremo assets immateriali.
Gli asset immateriali sono importanti tanto quanto quelli materiali.
Sviluppare anche le attività non materiali ha un impatto diretto, e a
volte importante, sul bilancio. Il fatturato di Apple Computer oggi
deriva dalla sua capacità di creare qualcosa di diverso da un pc. In
realtà questa società vende un’idea, un brand, uno stile, un design.
Lo stesso vale per la Ferrari: non si compra solo un’auto, ma un
marchio, qualcosa di esclusivo che sottende una capacità
organizzativa, un pezzo della storia delle auto da corsa.
Per le persone è la stessa cosa: esiste un bilancio che non
rappresenta solo il vero patrimonio ma anche qualcos’altro. Quel
qualcosa che spesso fa la differenza: il bilancio emozionale.
Tabella 6
Il flusso di cassa o «cash flow»
Un altro elemento importantissimo per la valutazione della nostra
situazione finanziaria è il cash flow. Le entrate sono rappresentate
principalmente da due voci.
Le entrate attive, ovvero quelle derivanti da attività svolte in modo
costante con un impegno importante di tempo, come la nostra
professione.
Anche le attività professionali occasionali come le consulenze, se
richiedono la nostra attività lavorativa, sono considerate come
entrate attive.
Le entrate automatiche, ovvero quelle che non dipendono
dall’attività lavorativa: gli affitti, gli interessi attivi, i dividendi, gli utili di
società, le royalties e i diritti sulle opere d’ingegno (libri, audiocorsi e
altri prodotti), tutte le entrate derivanti da attività di marketing
multilivello che non richiedono più la presenza del titolare e la sua
attività diretta.
Le uscite sono tipicamente di due tipi: quelle ricorrenti, come il
mangiare, il vestire, le spese di casa e quelle che abbiamo tutti i
mesi o con scadenze fisse, come rate di mutuo o prestiti e quelle
una tantum, come un viaggio particolare, un computer, il cellulare
nuovo (sempre che non si ripetano a scadenze fisse). Queste spese
non ricorrenti non rientrano nella determinazione del cash flow.
L’acquisto di un cellulare, per esempio, sarà solo un’uscita di cassa
da registrare nello stato patrimoniale come diminuzione delle
disponibilità liquide e non nel cash flow. L’eventuale bolletta mensile
o il costo delle ricariche sarà invece da inserire nel cash flow tra le
uscite. La vacanza annuale è una spesa che va inserita tra le uscite
ricorrenti. Se possiedo 5 immobili e un anno rifaccio il tetto, un altro
la caldaia, un altro la facciata, ebbene queste spese straordinarie
diventano ricorrenti, quanto meno nell’importo medio.
Il signor Rossi è un dipendente e spende tutto quanto guadagna:
il suo cash flow è zero. Ha debiti per pagare mutuo, rate dell’auto,
carta di credito e ha solo entrate automatiche dai pochi soldi investiti
in obbligazioni (vedi Tabella 7).
Tabella 7
Tabella 8
Il signor Bianchi è un professionista e ha un tenore di vita più alto
del signor Rossi, però ha più spese e più debiti. Possiede molti
giocattoli che tutti i mesi gli portano via una parte considerevole di
cash flow (vedi Tabella 8).
Tabella 9
Il signor Verdi è un imprenditore/investitore. Ha un modello di
spese simili al professionista ma ha un patrimonio sviluppato in
aziende e immobili che gli garantiscono ingenti entrate automatiche
di gran lunga superiori alle spese. Non ha debiti per giocattoli, li ha
solo per attività che gli producono cash flow (vedi Tabella 9).
Tabella 10
L’importanza del flusso di cassa
Una società deve possedere sufficienti liquidità per pagare tutti i
debiti. La stessa cosa vale per la situazione finanziaria personale.
Ecco perché dobbiamo avere un cash flow positivo: il cash flow,
rappresentato dalla differenza tra le entrate e le uscite, misura la
ricchezza che produciamo.
Alfio spiega
Non è importante quanto reddito si produce, l’importante
è quanto reddito si trattiene per poter acquistare attività
che generino ulteriori entrate e quindi ulteriore cash
flow.
Il primo passo per ottenere entrate aggiuntive è decidere di
risparmiare parte delle entrate per poter poi creare delle attività. È
quanto riusciamo a risparmiare che fa la differenza. Se guadagno
molto e spendo tutto sarò un povero con un alto tenore di vita.
La formula per calcolare la tua capacità di risparmio è la
seguente: 1 – (uscite correnti/totale entrate) x 100.
Se guadagno 7.100 come il signor Bianchi e ne consumo 6.500
[1 – (6.500/7.100) x 100 = 8,45%], la mia capacità di risparmio è
dell’8,45% del reddito prodotto. Il signor Bianchi non è un gran
risparmiatore.
Ricordati che: devi risparmiare almeno il 15% del tuo reddito
complessivo.
Indice della Libertà Finanziaria
Calcoliamo un altro indice importante. L’indice della Libertà
Finanziaria, ovvero prendi tutte le entrate automatiche, dividile con le
tue spese correnti.
ENTRATE AUTOMATICHE /USCITE CORRENTI =
INDICE DELLA LIBERTÀ FINANZIARIA
(1.100/6.500) x 100 = 16,9% (per esempio, entrate automatiche
da affitti + interessi attivi del signor Bianchi diviso 6.500, che sono le
uscite mensili)
Che cosa vuol dire questo risultato? Vuol dire che le entrate
automatiche coprono solo il 16,9% delle spese correnti. L’obiettivo è
lavorare in modo che l’indice della Libertà Finanziaria sia superiore
al 100%. Questo serve a calcolare la tua libertà rispetto al lavoro.
Guardiamo ora il signor Verdi, l’investitore:
20.100 (entrate automatiche)
11.500 (uscite mensili) x 100 = 174%
ovvero le entrate coprono il 174% delle spese e posso anche
permettermi di smettere di lavorare e lasciare inalterato il mio stile di
vita. Se supera il 100% sto addirittura risparmiando dalle mie entrate
automatiche!
Quando avrai raggiunto questo valore, avrai raggiunto la libertà
finanziaria, la libertà di decidere di lavorare perché ti piace. Se non
hai entrate automatiche, poni il tuo focus su come crearne alcune. Il
modo di dire «I ricchi diventano sempre più ricchi» deriva proprio da
questo. Perché una volta che il ricco ha scoperto come funziona il
cash flow, il suo focus non verterà più sulla sua professione ma su
come generare, creare e fondare nuove attività che generino entrate
automatiche e quindi nuovo cash flow. Un mio cliente è un famoso
cardiochirurgo che guadagna dalla sua professione 700.000 euro
l’anno. Una grande cifra. Ma ha spese che ammontano a circa lo
stesso importo. Il suo cash flow è pari a 0. Certo ha un buon stile di
vita, ma la sua capacità di produrre reddito è nulla perché lo
distribuisce a pioggia e non gli rimane mai niente per se stesso.
Ecco qui un’altra determinante differenza tra i ricchi, la classe
media e i poveri. Il focus del ricco è sul cash flow, quello del povero
e della classe media sullo stipendio. Il ricco crede che la sua
ricchezza derivi da un alto cash flow. Il povero che appartiene alla
classe media da uno stipendio alto: sono sempre alla ricerca di un
aumento di stipendio. Ma a meno che non si cambino le propensioni
all’acquisto e alla spesa la vera ricchezza è e rimane solo
l’incremento del cash flow.
La ricchezza si misura in quanti mesi posso sopravvivere se oggi
smetto di produrre personalmente entrate.
Calcoliamo l’indice di liquidità istantanea e l’indice di liquidità
generale:
Indice di liquidità istantanea: totale attività liquide / (spese correnti
mensili – entrate automatiche)
Rappresenta il numero di mesi che posso sopravvivere prima di
vendere le mie attività non liquide, come la casa. Il signor Rossi avrà
22.000/(2.050 – 50) = 11 mesi
Indice di liquidità generale: (totale attività – totale
passività)/(spese correnti mensili – entrate automatiche)
Rappresenta il numero di mesi che posso sopravvivere smettendo
di lavorare.
(242.000 – 165.000)/(2.050 – 50) = 77.000/2.000 = 38,5 mesi
Che cosa ci dicono questi 2 indici? Il primo quanto posso
sopravvivere se oggi malauguratamente dovesse cessare la fonte
principale del mio reddito, derivante dalla professione che svolgo,
utilizzando solo la liquidità che possiedo e tutto quello che può
essere trasformato in liquidità velocemente, come le azioni, i fondi
d’investimento, i titoli di Stato eccetera.
Il secondo indica quanti mesi posso vivere intaccando non solo le
attività liquide ma anche, per esempio, l’abitazione di proprietà e
qualunque altra cosa componga il mio stato patrimoniale.
L’obiettivo è fare in modo che questi 2 indici abbiano come valore
infinito. Ed è necessario che la differenza tra spese correnti ed
entrate automatiche sia uguale a 0 o a un numero negativo. Vuol
dire che non solo le mie entrate automatiche coprono le spese, ma
che addirittura riesco a risparmiare e a generare ulteriore cash flow.
Esempio ideale è il signor Verdi: ha entrate automatiche maggiori
delle uscite correnti.
Qualunque cosa succeda alla sua capacità di produrre denaro, lo
produrrà per sempre.
Compila il tuo Stato Patrimoniale e il tuo cash flow e calcola gli
indicatori!
Tabella 11
Per quale tipo di entrate stai lavorando?
Se le entrate automatiche sono quelle che danno la vera
ricchezza, che cosa state facendo per crearle e promuoverle? Dov’è
il vostro focus? Sulla vostra professione o su come creare attività
che possono generare entrate automatiche?
Le mie entrate sono rappresentate dalle società che ho creato nel
settore immobiliare, finanziario e della formazione, la maggior parte
delle quali, una volta fondate e seguite all’inizio, genera cash flow
senza bisogno del mio intervento. Siti internet di vendita online, di
servizi sono un ottimo strumento di entrate automatiche una volta
che si conoscono i segreti del marketing online (anche queste
conoscenze sono facilmente scaricabili online). I videocorsi e
audiocorsi che ho creato sul denaro, e questo libro stesso, sono
un’entrata automatica perché, una volta realizzati, non richiedono più
il mio intervento. Gli immobili che possiedo e che sono dati in affitto,
gli interessi attivi derivanti dai miei investimenti finanziari
rappresentano altre entrate automatiche.
Lavoro – Professione
La scuola è focalizzata sul modo di sviluppare alcune competenze
professionali, non sicuramente sulle competenze finanziarie. Questo
spiega perché medici, avvocati, bancari e professionisti non riescono
a smettere di lavorare, e devono continuare a farlo se vogliono
sopravvivere.
Qual è il tuo lavoro? Molti mi risponderanno: dentista, pilota,
cameriera, commercialista, impiegato, segretaria. Ma questo non è il
tuo lavoro: è la tua professione. Il tuo lavoro è generare attività. Il tuo
lavoro è creare ricchezza per te stesso.
Figura 12
Puoi decidere di partire dalla tua professione, ma devi avere bene
in mente qual è il tuo lavoro. Il 97% della popolazione non può
smettere di lavorare per mantenere inalterato il suo stile di vita,
perché non sa qual è il suo lavoro. Quindi le persone svolgono una
professione anche per 15 ore al giorno ma non lavorano mai, cioè
non creano attività per loro stesse.
La gerarchia del denaro
È importante sapere quale posizione il denaro occupa nella scala
gerarchica della nostra vita. La scala gerarchica corretta dovrebbe
essere:
1. Le persone
2. Il denaro
3. Le cose
Chi antepone il denaro alle persone in realtà non diventa più
ricco: è soltanto un povero che possiede denaro. Gli esseri umani e
le relazioni interpersonali vengono prima di qualunque cifra. È
l’avere buone relazioni con le persone che ci rende ricchi veramente.
Al secondo posto troviamo il denaro. Con esso si possono
comprare le cose, ma con le cose non necessariamente si può
comprare denaro. Con i soldi posso comprare un’automobile, ma
con la stessa automobile, una volta uscito dal concessionario, non
posso più ottenere la stessa quantità di soldi. Spesso la gente tende
a dare più importanza alle cose che al denaro. Per alcuni è più
importante il vestito firmato dei soldi in banca, è più importante l’auto
che avere un cash flow positivo che possa consentire in un secondo
momento di acquistare un’auto magari più bella e più grande. Ma
come nascono i problemi finanziari delle persone? Perché il 97%
della popolazione deve lavorare per sopravvivere? È solo questione
di intelligenza finanziaria, di apprendere le regole che governano la
ricchezza e utilizzarle. Osserviamo ora come nascono gli errori più
comuni.
7
La ruota dei criceti
Sei imprigionato nella ruota dei criceti?
Tipicamente si commettono quattro grossi errori nella propria
gestione finanziaria:
1. si ha una sola entrata di denaro. I ricchi hanno entrate multiple,
non mettono l’attenzione solo sullo stipendio ma anche sulle
entrate automatiche;
2. debiti cattivi. Le persone si indebitano per oggetti di cui credono di
non poter fare a meno distruggendo ricchezza per se stessi e
creandone per qualcun altro. I debiti cattivi non producono cash
flow. Solitamente sono: la casa di proprietà, l’auto, le vacanze e
tutto quello per cui ci si indebita senza produrre reddito;
3. casa di proprietà. Un classico della mentalità italiana è in realtà il
primo ostacolo verso l’indipendenza finanziaria;
4. nessun focus sulle entrate automatiche. Troppa attenzione allo
stipendio e nessuna su come produrre entrate non dipendenti
dall’attività lavorativa.
Supponiamo che un ragazzo, appena uscito da scuola, abbia
trovato un lavoro abbastanza ben pagato da permettergli di essere
indipendente, di lasciare la casa dei genitori e di affittare un
appartamento. È giovane, e a fine mese non gli avanza niente. È la
classica situazione della persona povera con entrate pari a 100 e
uscite anch’esse pari a 100, e perciò con un cash flow uguale a 0.
Figura 13
Dopo un po’ conosce una ragazza e le chiede di andare ad
abitare insieme a lui. Dal punto di vista finanziario risparmiano un
affitto. Non importa se la casa non è né bella né grande. Vorrebbero
sposarsi, ma preferiscono aspettare. Avendo due entrate,
cominciano a focalizzarsi sulle loro carriere. Le entrate crescono, e
così anche le spese. Adesso si trovano in una situazione dove il loro
cash flow è positivo, ovvero risparmiano qualcosa.
Figura 14
Producono una ricchezza aggiuntiva che possono mettere in
banca e quindi incominciano ad avere attività. Avendo avuto tutti e
due un aumento di stipendio, si sposano. Hanno contratto un mutuo
ventennale per comprarsi una casa con una stanza in più, perché lei
aspetta un bambino. Al mutuo e alle spese per il notaio, si sono
aggiunte le spese per l’arredamento. Questo è l’errore tipico che fa
la classe media. Generalmente si pensa che pagare un affitto siano
soldi sprecati. E così le uscite incominciano a crescere perché
bisogna pagare i debiti fatti.
Figura 15
Queste persone sono come quei criceti che corrono sulla ruota. È
nato il bambino, e adesso servono ancora più soldi per pagare la
baby sitter, i vestiti, i giocattoli e tante altre cose. Non ci si può più
fermare, perché ci sono altre spese, oltre alla rata del mutuo c’è
quella della macchina, spese che incombono tutti i mesi e che vanno
a intaccare il loro cash flow.
Figura 16
Proprio come il criceto nella ruota, anche loro girano senza
andare da nessuna parte e senza fermarsi mai. Anche se lo
stipendio aumenta, aumentano subito anche le loro spese.
Figura 17
Si svegliano al mattino e corrono, senza avere una meta
finanziaria precisa, senza poter smettere se non vogliono morire di
fame. Non corrono per se stessi, ma per gli altri: infatti i prestiti come
il mutuo o le rate della macchina costituiscono un’entrata passiva
solo per la banca, come si può vedere dallo schema riportato qui
sotto.
Osservate lo schema seguente sul funzionamento del cash flow
nelle 3 classi:
Il povero lavora e spende tutto. Il suo cash flow è uguale a 0 e
lavorerà per sempre.
Figura 18
La classe media lavora, spende e si indebita e, per pagare i
debiti, corre come un criceto nella ruota, non arrivando mai da
nessuna parte.
Il ricco invece ha entrate derivanti dalle sue attività.
Ti chiederai: «Se è così semplice, perché non sono tutti ricchi?»
Perché non conoscono la differenza tra le attività e passività vere e
quelle giocattolo. La differenza tra i due tipi di attività e passività è
che le attività vere ti mettono soldi in tasca; le passività e le attività
giocattolo te li tolgono.
Perché questo modello errato di gestione
del denaro è così diffuso?
Spesso, persone che hanno una vasta cultura e che svolgono
professioni di successo sono invece incompetenti finanziariamente.
Lavorano sodo perché hanno imparato a fare così, ma non hanno
imparato come far lavorare il denaro per loro. Il denaro rappresenta
quello che gli schiavi erano molti anni fa. Che cosa stanno facendo i
vostri schiavi? Quanti schiavi avete? Che programma avete per
aumentarli? Quanto lavorano per voi? Oppure siete voi a lavorare
per loro?
Come uscire dalla ruota del criceto
Si ha ricchezza quando si ottengono grandi risultati con poco
sforzo. Viceversa, si ha povertà quando tanto sforzo produce scarsi
risultati. I non ricchi anche qualora abbiano denaro non sanno
spenderlo e investirlo correttamente. Questo perché non hanno
capito come funziona il cash flow, o flusso di cassa.
I ragazzi dell’Ibm
Vi racconto una storia che narro spesso alle persone che
frequentano i miei corsi. Negli anni Settanta c’erano due ragazzi che
lavoravano all’Ibm e che prendevano un buono stipendio. Uno dei
due lo spendeva tutto, mentre l’altro riusciva a risparmiare il 15% di
quello che guadagnava. Dopo circa 2 anni, nonostante facessero le
stesse cose, abitassero insieme e frequentassero gli stessi posti,
uno dei due si trovò con un piccolo gruzzoletto da parte, che gli
rendeva bene perché lo aveva investito con oculatezza; pian piano,
le sue attività crescevano. Il suo amico invece continuava a
spendere il 100% di quello che guadagnava. C’era differenza tra il
loro stile di vita? Assolutamente no, era praticamente identico.
Risparmiare il 15% non vuol dire fare sacrifici, ma solo essere
disciplinati. Il nostro amico risparmiatore non solo risparmiava ma
investiva oculatamente. Il nostro amico cicala beveva
quotidianamente una birra in più. Un giorno, una vicina di casa disse
loro che voleva tornare al suo paese per stare vicino alla madre con
gravi problemi di salute, e aveva fretta di vendere la casa. Il ragazzo
che stava risparmiando da tempo la comprò a un prezzo
vantaggioso. «La fortuna aiuta le menti preparate», diceva Pascal.
Non solo chi è al posto giusto al momento giusto ma, come abbiamo
detto, chi in quel momento è nel giusto atteggiamento mentale e ha
capacità finanziarie o di credito per l’opportunità. Con una parte della
sua liquidità diede l’anticipo e accese un mutuo, quindi affittò quella
casa a quattro studenti. La rata del mutuo corrispondeva al 50%
dell’affitto che percepiva dagli studenti. Grazie a questo sistema, le
sue entrate automatiche e i suoi risparmi si incrementarono. A
questo punto della storia, i due amici non sono più allo stesso livello
finanziario. Ma hanno guadagnato la stessa cifra e sono partiti dallo
stesso punto. Fanno entrambi carriera in Ibm ed è giunta l’ora di
separarsi. Hanno trovato una fidanzata e si sposano. L’amico che si
comporta un po’ come il nostro criceto fa un mutuo e si indebita per
comprare una bella casa e un bell’arredamento. Quello che invece si
comporta come una formica, prende in affitto una piccola casa,
sicuro che un giorno comprerà una casa più grande. Nel frattempo,
però, ha trovato un altro buon affare, e la banca, considerandolo un
buon cliente, gli dà i soldi per comprare una seconda casa che affitta
ad altri studenti, e così adesso le sue entrate sono il doppio di quelle
del suo amico. Il suo credito presso la banca è cresciuto, così come
il valore dei suoi immobili e, data l’alta inflazione in Italia alla fine
degli anni Settanta, i mutui sono diventati poca cosa. Lui si è
impegnato ad accrescere la sua competenza negli investimenti
immobiliari con tutto ciò che li concerne, come i prestiti bancari, i
notai, i tassi d’interesse, i valori di mercato eccetera. Trent’anni
dopo, entrambi gli amici sono diventati dirigenti e hanno un buon
tenore di vita. Gli anni passano e ormai giunge il momento di andare
in pensione. Però, il primo possiede 46 appartamenti che gli
procurano ingenti entrate automatiche. Il secondo, se non avesse la
pensione, non riuscirebbe a sopravvivere decentemente. Eppure,
durante la loro carriera lavorativa tutti e due percepivano lo stesso
stipendio.
Questa storia vera serve da insegnamento.
Alfio spiega
Non importa da dove partite, ma dove volete andare.
Se hai un piano non importa se guadagni 1.000 o 30.000 euro al
mese: diventare finanziariamente indipendente dipende da te ed è
automatico. Nel momento in cui deliberate dove destinare le vostre
entrate la vita cambia. In quel momento state decidendo se
diventare poveri, se far parte della classe media o se diventare
ricchi.
Figura 19
L’obiezione più comune a questo punto è: «Ma senza soldi non
posso creare entrate automatiche». Attenzione, questa è una
credenza limitante. Non servono soldi per fare soldi. Ripeto: il 90%
dei milionari è di prima generazione; ciò significa che sono partiti da
zero. E per fortuna! Altrimenti non mi sarebbe stato possibile
diventarlo dato che partivo da sotto zero!
I debiti buoni e i debiti cattivi
I debiti buoni sono tutti quelli che producono un cash flow positivo.
Teoricamente bisognerebbe indebitarsi fino a quando il cash flow
rimane positivo. I debiti cattivi, per contro, sono tutti quelli che non
producono cash flow come abbiamo detto. Per esempio, la casa
acquistata per abitazione con un mutuo, i debiti per andare in
vacanza e tutti i finanziamenti per comprare beni di consumo.
Qui tocchiamo un punto molto dolente per gli italiani: l’acquisto
della prima casa per abitazione. Come abbiamo già detto per la
maggior parte delle persone rappresenta il raggiungimento di un
obiettivo importante, mentre in realtà la casa è un debito cattivo,
perché non produce cash flow. Accendendo un mutuo si sottrae
dalle proprie capacità economiche la possibilità di indebitarsi allo
scopo di generare cash flow. Infatti, spesso, per chi è giovane e non
ha molto potere di indebitamento, indebitarsi sulla prima casa è uno
dei motivi principali di permanenza nella fascia dei poveri. Si contrae
un debito pensando che sia un buon affare. Una soluzione
alternativa potrebbe essere accendere un mutuo per acquistare una
casa a prezzo scontato per poi rivenderla e generare attività.
Patrizia è una studentessa che ha partecipato al corso Investire in
immobili. Questa ragazza, finiti gli studi, comincia a lavorare, e,
come tutte le persone che iniziano a guadagnare, spende tutto
quello che incassa.
Figura 20
Trova una casa, un buon affare. La compra a 87.000 euro, che
con le spese notarili e le imposte diventano 95.000. Fa un mutuo al
100%. A questo punto è felice di aver coronato il suo sogno di
indipendenza e di possedere la sua casetta. Con una aggiustatina,
una imbiancata e qualche semplice lavoro pensa di andarci a vivere
con il fidanzato. Proprio in quel periodo si iscrive al mio seminario e
scopre con sorpresa che la casa è di fatto un debito, non un’attività
in quanto per acquistarla ha tolto denaro dal suo conto corrente.
Allora fa una scelta che dal punto di vista emotivo le costa
moltissimo: decide di vendere la casa, che dopo essere stata
ristrutturata con una spesa minima ha raggiunto il valore di 130.000
euro.
Figura 21
Il profitto dell’operazione, al netto delle spese di estinzione,
ammonta a 30.000 euro. Adesso però non ha più una casa in cui
vivere. Va in affitto e spende di più che per il mutuo. A prima vista
potrebbe sembrare che butti via 700 euro al mese ma in realtà
aumenta il suo patrimonio.
Figura 22
Patrimonio Netto (PN) = 30.000
È questo l’indicatore che serve tenere sotto controllo, il PN. Se
cresce significa che abbiamo fatto delle buone scelte.
Comincia a guadagnare fiducia e dimestichezza e dopo un po’
acquista una seconda casa a 90.000 euro che, dopo una
«sistematina», rivende a 120.000 euro.
Figura 23
Il suo tenore di vita teoricamente si contrae, ma il suo PN cresce.
Ma rivende anche questa. Sposta il pagamento delle rate del
mutuo di 6 mesi e nel frattempo vende.
Figura 24
E sono passati solo 4 mesi. Indovinate che cosa è successo a
questa ragazza? Che la banca comincia a fidarsi: per loro lei è ormai
diventata una buona cliente. Da un immobile per volta comincia a
comprarne due o tre, fino alla piccola palazzina. Dopo 2 anni ha
concluso decine di operazioni immobiliari e il suo PN è di alcuni
milioni di euro. Il tutto mantenendo sempre il suo lavoro impiegatizio,
che le dava sicurezza. Oggi Patrizia si è licenziata, non è più
succube di un capo che la trattava male e decide del suo tempo e
del suo futuro. Che cosa sarebbe successo se si fosse imprigionata
nella ruota del criceto? Quanto le sarebbe costato avere la casa di
proprietà? Milioni di euro. Ecco come si diventa ricchi, gestendo un
piccolo affare per poi imparare a gestire affari di milioni di euro. È
incredibile quanto la nostra intelligenza finanziaria aumenti insieme
alle nostre conoscenze a ogni nostra nuova operazione.
Comprare casa per viverci, dal punto di vista finanziario, è un
errore. Solamente dal punto di vista emotivo, in quanto realizzazione
di un sogno, potrebbe essere giustificato. Ma, a mio parere, vale la
pena fare un piccolo sforzo, imporsi un po’ di disciplina oggi per
realizzare un sogno molto più grande domani.
Alla ricerca del cash flow o del patrimonio netto
Due obiettivi andrebbero perseguiti dal punto di vista finanziario:
l’individuazione di entrate automatiche, ovvero cash flow (CF) e
l’incremento del patrimonio netto (PN). Nei Paesi anglosassoni si
tende principalmente all’incremento del CF data la relativa facilità
nell’ottenere credito da poter investire, per esempio nell’acquisto di
immobili da dare in affitto. Nei Paesi latini si ha una tendenza in
primo luogo all’incremento del PN e in seconda battuta alla ricerca
del CF, perché l’accesso al credito è meno facile e le metodologie di
valutazione delle banche si basano principalmente sulla capacità di
rimborso di chi richiede l’operazione e non, per esempio, sul valore
degli immobili.
Alfio spiega
Questi dovrebbero essere i tuoi obiettivi dal punto di
vista finanziario: incrementare PN e CF.
Qui di seguito illustriamo alcune delle situazioni finanziarie più
classiche.
1. Ho solo entrate da professione.
Figura 25
Qui la prima cosa che devo fare è produrre CF aggiuntivo, oppure
ridurre le spese per aumentare il PN e la cassa per fare investimenti.
2. Ho entrate da professione e casa di proprietà
con mutuo.
Figura 26
Quello che si dovrebbe fare (da un punto di vista finanziario e non
emozionale!) è vendere la casa e utilizzare la capacità di indebitarsi
per produrre CF aggiuntivo o per aumentare il PN.
Figura 27
3. Ho un cospicuo patrimonio immobiliare
ma entrate automatiche pari a 0.
Quello che si dovrebbe fare è affittare gli immobili, indebitarsi
parzialmente e acquistare nuovi immobili da affittare per ottimizzare
la leva finanziaria che altrimenti non verrebbe utilizzata.
Oppure vendere gli immobili e usare la liquidità per investire e
generare aumento di patrimonio netto.
Figura 28
4. Ho tanto CF e non ho debiti.
Sviluppare abilità per investire in immobili, indebitarsi e generare
PN oppure comprare immobili a debito stando attenti che il CF
dell’affitto sia superiore alla rata del mutuo e ai vari costi accessori.
Figura 29
5. Pagare i debiti subito o no?
Una delle abitudini più ricorrenti è pagare i debiti il più
velocemente possibile. Questo è un errore classico. Non bisogna
usare le entrate per pagare i debiti, bisogna usarle per generare
nuovo cash flow. I debiti devono essere pagati con l’aumento del
cash flow.
Figura 30
Una volta che ho una nuova entrata generata dalle attività posso
ridurre i debiti.
6. Finanziare i propri sogni
Solo alcuni anni fa, aumentando le mie entrate, sarei andato
subito in una concessionaria e avrei fatto un finanziamento per
comprare una bella auto sportiva. Ma una volta compresi i concetti
della Libertà Finanziaria di fronte a quel tipo di azione non mi sentivo
più congruente. Per acquistare la mia nuova Porsche avevo infatti
due possibilità: pagare in contanti o a rate. Vediamole graficamente.
Figura 31
Entrambe le soluzioni però portano a un peggioramento del
nostro bilancio. Quello che si dovrebbe fare è trovare un’entrata
passiva o un business che sia dedicato a compensare la spesa del
mio capriccio.
Figura 32
ROE/ROI
Come abbiamo detto prima, per diventare ricchi dobbiamo capire i
numeri. E dobbiamo anche capire quanto ci può rendere un
investimento. Quando vado in banca e mi propongono degli
investimenti, francamente mi viene da ridere. I miei soldi lavorano a
tassi molto più alti rispetto a quelli che mi vengono proposti,
altrimenti come avrei fatto a diventare ricco? È necessario
comprendere come funzionano i 2 indicatori fondamentali: il ROI
(Return On Investment, ovvero il ritorno sull’investimento) e il ROE
(Return On Equity, ovvero il ritorno del denaro speso).
Partiamo da 2 concetti elementari.
1. Interessi semplici: si applicano solo al capitale originariamente
messo a disposizione.
2. Interessi composti: si applicano al capitale originario e agli
interessi maturati.
In questo secondo caso, gli interessi non solo vengono
capitalizzati sul capitale messo a disposizione, ma anche sugli
interessi maturati. Un piccolo capitale per un numero di anni
sufficientemente ampio può portare negli anni a un capitale molto
grande proprio grazie alla capitalizzazione composta degli interessi. I
fattori determinanti sono 2: numero di anni, tasso di interesse o
rendimento del capitale.
Mediamente un ricco cerca di non fare investimenti a un
rendimento del capitale inferiore al 50%. Come è possibile, quando
normalmente la gente diventa matta per riuscire a ottenere un 8%
lordo?
Tabella 12
Ancora una volta sono determinanti la conoscenza e l’intelligenza
finanziaria.
Torniamo ai 2 indicatori: ROI e ROE.
ROI. Il ritorno dell’investimento ci indica quanto rende il nostro
investimento indipendentemente da come è stato finanziato.
Rappresenta il più importante concetto finanziario.
Supponiamo di aver acquistato un immobile:
Tabella 13
Per calcolare l’indicatore ROI dobbiamo applicare la seguente
formula:
E quindi nel nostro caso:
Questo sta a significare che 120.000 euro hanno prodotto un
rendimento del 25%. Dobbiamo tenere presente anche il fattore
tempo poiché quello che è importante è il ROI annuo. Se ho chiuso
l’operazione in 6 mesi, in prima approssimazione il rendimento
dell’investimento annuo è del 50% (25% ogni 6 mesi, cioè circa il
50% annuo, se fosse in 2 anni sarebbe del 12,5% (25% annuo / 2
anni).
Quindi il ROI è importante non solo come valore numerico
assoluto ma anche in rapporto al fattore tempo.
Se calcoliamo l’eventuale tassazione possiamo calcolare il ROI
netto. Supponiamo che le tasse, nel nostro caso, siano del 30%
sull’utile, che quindi ammontino a 9.000 euro e avremo un ROI pari a
17,5 (21.000 utile/120.000 x 100 investimento).
Quello che però a noi interessa maggiormente è un altro
indicatore: il ROE, ovvero il ritorno sul capitale proprio investito, cioè
quanto rendono i nostri soldi nell’operazione.
Per esempio, anziché investire di tasca nostra 120.000 euro ne
investiamo 10.000 e gli altri 110.000 li prendiamo a debito.
Il ROI è inferiore a causa degli interessi passivi sul debito che
contraiamo.
Tabella 14
Tabella 15
È chiaro che i vostri soldi rendono ben il 171,5% contro il 17,5%,
e se questo è il rendimento di un investimento immobiliare che
mediamente dura meno di 6 mesi vuol dire fare oltre il 350% annuo
composto.
Ecco come si crea la ricchezza. Ed ecco perché si diventa ricchi:
perché si usa la leva finanziaria, cioè si usa il denaro degli altri (non
necessariamente quello delle banche) per moltiplicare il proprio
patrimonio.
È chiaro che i ricchi sono soprattutto persone che hanno grande
capacità di indebitarsi e usano il debito correttamente, come se
fosse un amico. Ne consegue che i poveri rimangono tali, perché
hanno paura di indebitarsi.
Il debito accelera il cash flow e, se ben equilibrato, la crescita
dell’attivo. È come il fuoco: lo si può usare per riscaldarsi, per
cucinare e mangiare splendide pietanze; però, se usato male, se
usato per finanziare l’incapacità di generare un ROI positivo, può
bruciare. È qui che entra in gioco l’intelligenza dell’investitore:
imparare a gestire bene i debiti e averne sempre di più per ottenere
un cash flow crescente.
La regola 72
Prendiamo in prestito dalla matematica finanziaria un piccolo
segreto che ci permette di calcolare velocemente il tempo in cui un
investimento raddoppia di valore a un particolare tasso d’interesse
composto.
Usiamo un coefficiente fisso 72,73 che per semplicità qui
approssimiamo a 72. Prendete il tasso di crescita e dividetelo
appunto per 72. La risposta non è precisa ma è una interessante
approssimazione.
In quanto tempo 100.000 euro investiti all’8% raddoppiano il loro
valore? Per saperlo basta fare: 72/tasso d’interesse:
72/8 = circa 9 anni.
È interessante usare questa regola anche per il calcolo inverso.
Se voglio che un investimento raddoppi in 5 anni, per calcolare che
tasso di interesse devo applicare farò: 72/n. di anni:
72/5 = 14,4 (circa).
Un buon investitore cerca come minimo di raddoppiare il proprio
capitale ogni 3 anni, quindi di ottenere un po’ di più del 24% di
interesse annuo composto (72/3 anni).
Figura 33
4 tipologie di persone, 4 psicologie diverse,
4 risultati diversi
Nel mondo finanziario si possono individuare 4 tipologie di
persone:
• gli impiegati;
• i liberi professionisti;
• gli imprenditori;
• gli investitori.
Lo schema qui sotto indica la capacità delle varie categorie
professionali di raggiungere la ricchezza.
Figura 34
I 4 cerchi della ricchezza per 4 figure professionali
Ognuna di queste figure professionali ha una diversa psicologia e
un diverso focus finanziario. Basta parlare qualche minuto con una
persona per capire facilmente a quale di queste 4 categorie
appartiene.
1. Impiegati, il problema di avere un posto fisso - L’illusione della
sicurezza - Il problema di essere un impiegato
Prendiamo la prima categoria, quella più lontana dalla ricchezza:
gli impiegati.
La cosa che salta subito all’occhio è che l’impiegato è attirato
dalla falsa illusione della sicurezza. Falsa perché avendo un impiego
si sente sicuro ma in realtà non lo è. Il lavoro oggi è sempre più
mobile, e anche settori che una volta sembravano sicuri oggi non lo
sono più. Inoltre si prevede che nel 2010, quando nei Paesi
occidentali il numero di pensionati supererà quello della popolazione
che lavora, si assisterà a un brusco ridimensionamento
dell’assistenza sociale e delle pensioni. Quello che lo Stato ha fatto
per le nostre famiglie non sarà in grado di farlo per le prossime
generazioni. E questo purtroppo non è allarmismo, ma un risultato di
studi di matematica finanziaria, attuariale e statistica. L’impiegato
invece si dice convinto che la società per cui lavora è sicura e che
ha dei buoni benefit, che per lui è importante la sicurezza. Il focus di
un impiegato è sul suo stipendio, sulla sua carriera. Il suo è un
linguaggio pieno di invidia verso i ricchi, infarcito di metafore
depotenzianti. Avrà un dialogo interno pieno di dubbi sulla possibilità
di lasciare il lavoro, di camminare con le proprie gambe, e viene
colto da un angoscioso senso di insicurezza se a fine mese
qualcuno non provvede a dargli uno stipendio garantito. Soffre di
«assuefazione allo stipendio». L’abitudine ad avere qualcuno che
provvede per noi. Lo stipendio fisso genera questa sindrome.
Questa illusione fa sì che investa sulla sicurezza (comprando titoli
di Stato, che secondo lui rappresentano l’investimento più sicuro).
Ma più è alto il grado di insicurezza con il quale riusciamo a
convivere più la qualità della nostra vita è alta.
Pertanto se l’impiegato non passerà a un’altra categoria non
sperimenterà mai la vera sicurezza: quella di sapere di poter creare
il proprio futuro. Tipicamente i dipendenti sono scontenti e incolpano
gli altri dei loro problemi. Si lamentano dello stipendio, del capo,
dell’organizzazione. Loro farebbero tutto meglio, in modo diverso,
più produttivo. Ma hanno paura. Paura perché se lasciano il lavoro
non hanno di che vivere; di non riuscire a organizzarsi, di non avere
uno stipendio a fine mese. Pochi, maledetti, ma ogni mese. Se sono
scontenti della retribuzione si licenziano e cercano un altro posto,
meglio retribuito, credendo che una nuova professione possa
risolvere i loro problemi economici. In realtà la maggior parte delle
volte, non li risolvono. Altri accettano invece una busta paga di mera
sussistenza sapendo perfettamente che sia loro sia la loro famiglia
non risolveranno MAI i loro problemi finanziari, nell’illusione che un
giorno verrà un periodo migliore. Ma se loro non cambieranno
dentro, tutto rimarrà uguale. Alcuni cercano un secondo lavoro. Sono
guidati dalle risorse che hanno a disposizione e non dalle
opportunità. Quindi se non hanno soldi prendono questa scusa per
non fare, per non creare. Tipicamente non hanno fantasie da ricchi,
non si vedono facoltosi, o magari si limitano a sognare senza agire.
Non pianificano le loro finanze, non studiano, pensano che i ricchi
siano fortunati o abbiamo rubato per diventarlo. Ecco come la
psicologia del denaro influenza il loro stato, perché è così difficile
accedere alla ricchezza da questa posizione: perché queste persone
hanno una psicologia da povero o da classe media. Del resto, chi
pensa maggiormente ai soldi più dei ricchi? I poveri.
2. «Come lo faccio io non lo fa nessuno» - Il problema di essere un
libero professionista
Il piccolo imprenditore e il professionista sono guidati dalla
convinzione di base che «come lo faccio io non lo fa nessun altro» e
sono attirati dall’illusione della sicurezza che in parte deriva dai loro
titoli di studio (per esempio sono avvocati, medici, commercialisti) e
in parte dalle loro esperienze lavorative. Sono convinti di poter
gestire un negozio o un’aziendina in qualche settore a loro familiare.
Spesso i professionisti hanno il focus sulle loro tariffe orarie e
vengono pagati in modo lineare per le loro prestazioni, ovvero 1 ora
= tot soldi.
Pensano che le loro conoscenze daranno loro la serenità
finanziaria. Ma è un’illusione. In realtà possono ottenere la serenità
finanziaria solo entrando a far parte di una delle altre due categorie:
imprenditori e investitori.
Queste persone hanno una grossa difficoltà a delegare e
immaginano di poter avere uno studio o un negozio più bello, più
grande, più centrale. La loro attenzione è sul guadagno orario e sul
fatturato, e si dimenticano che è il cash flow la base della ricchezza.
Spesso hanno una migliore capacità degli impiegati di produrre
reddito ma essa non è affiancata alla capacità di risparmio (non
pagano prima se stessi) e di gestire il denaro. Non sanno, insomma,
far lavorare il denaro al posto loro.
Gli impiegati e i piccoli imprenditori sono schiavi del denaro e del
tempo che passano per guadagnarlo.
Impiegati e piccoli imprenditori valutano in modo differente rispetto
agli imprenditori e agli investitori le opportunità che si presentano.
I primi sono guidati dalle risorse che hanno a disposizione: se non
hanno soldi non fanno l’operazione o non riescono a valutare le
opportunità di business. Gli imprenditori e gli investitori sono attirati
dalle opportunità. Non si curano di come trovare le risorse all’inizio,
ma mettono in atto un processo inverso: prima cercano di chiudere
bene l’operazione e poi si occupano del suo finanziamento. Infatti se
c’è l’affare i soldi non sono mai un problema. Tranne per chi è
orientato alle risorse.
Tabella 16
3. Avere un business ed essere imprenditori
Chiamiamo imprenditore una persona che ha un’azienda di medie
dimensioni e almeno 50 dipendenti.
L’imprenditore è orientato verso la ricerca della libertà che la sua
professione gli offre. Non ha capi e non deve rendere conto a
nessun altro se non a se stesso. Vuole gestire il proprio tempo e
vedere crescere la sua creatura. Tipicamente ha una buona
conoscenza nel campo del marketing, delle vendite,
dell’amministrazione e del controllo aziendale, della comunicazione
e della gestione del personale. E se non ha sviluppato competenze
specifiche in questi campi, ha sicuramente la capacità di trovare
qualcuno che le possiede e di farlo lavorare per lui. I suoi argomenti
spaziano da come aumentare il fatturato a qual è il margine di
contribuzione, ROI, ROE, di come vendere di più e di trovare il modo
di ridurre i costi.
La sicurezza gli deriva dall’essere responsabile del proprio tempo
e dei propri risultati. È la sensazione di stare creando il proprio
destino e quello dei suoi collaboratori che lo distingue dall’impiegato
e dal professionista. Potrebbe smettere di lavorare e vivere di rendita
ma l’imprenditore vero trae piacere dall’amministrare, dirigere e far
crescere le sue aziende proprio come se fossero dei figli.
4. Essere un investitore
L’investitore è attratto dalla libertà che il denaro gli offre. Può
comprare imprenditori, impiegati e professionisti per raggiungere i
risultati che si è prefisso. Quando entra in un investimento sa
sempre come e quando ne uscirà. Ha un piano per investire. Parla di
costo del denaro, ritorno sul capitale (ROE), ritorno sull’investimento
(ROI), valore attuale netto (VAN), tasso interno di rendimento (TIR),
leva finanziaria, WACC (Weight Average Cost of Capital).
Come capirete nel prossimo capitolo, gli imprenditori e gli
investitori hanno una caratteristica specifica che gli impiegati e i
piccoli imprenditori non hanno: le leve.
8
Che cosa significa leva
Per quale motivo per gli imprenditori e gli investitori è più facile
essere ricchi? La risposta è che loro hanno molta più leva.
Supponiamo che il tuo obiettivo sia di raggiungere un milione di
euro. Prova a immaginartelo come se fosse un sacco da sollevare.
Per sollevare questo sacco, ti serve una leva. Tu sei il fulcro, il punto
d’appoggio di questa leva. Più la leva sarà lunga, più contrappesi
avrai per bilanciarla, e più sarà facile sollevare il sacco. È più
semplice guadagnare un milione di euro quando se ne possiede già
uno perché abbiamo una leva più grande per poter sollevare il
secondo milione. Abbiamo già un sacco da mettere per bilanciare.
Figura 35
I vari tipi di leva
Ho individuato 2 tipi di leve: quelle interne e quelle esterne.
Le leve interne
Prima leva: la nostra mente
È la nostra mente che ci rende ricchi o poveri, che ci fa vedere
possibilità dove ancora non ne esistono. Prendiamo come esempio i
fratelli Wright, gli inventori del volo. Fino a quell’epoca si credeva
che l’uomo non potesse volare. Quando costruirono il loro primo
modello di aeroplano e annunciarono che era possibile volare, tutti
dicevano che erano matti.
Il filosofo tedesco Schopenhauer affermava che la verità passa
per tre gradini: viene prima ridicolizzata, poi violentemente
contrastata, e infine accettata come ovvia. Quando si scopre
qualcosa di nuovo gli altri prima lo ridicolizzano, poi lo ostacolano in
tutti i modi perché sovverte la realtà esistente. Poi, quando qualcuno
incomincia a crederci, tutti impiegano le loro energie in questa
avventura che diventa in seguito una realtà accettata e condivisa. Gli
innovatori che hanno cambiato la storia dell’umanità sono quelli che,
a un certo momento, non hanno accettato di vedere le cose così
come venivano imposte dalla società, e con perseveranza e tenacia
sono riusciti a far accettare le loro idee. È facile fare una cosa fuori
dagli schemi per un giorno soltanto; più difficile è allenare la mente a
farla per anni. La prima e la più potente forma di leva è la nostra
mente. Quando riuscirai a utilizzare con costanza questa leva, ti sarà
più facile diventare milionario, vedere o creare possibilità dove prima
non c’erano.
Seconda leva: le relazioni
Le tue relazioni personali o di lavoro possono essere la tua chiave
d’accesso a conoscenze e a possibilità economiche che altrimenti ti
richiederebbero mesi di lavoro. Con le tue conoscenze, insieme a
quelle dei tuoi amici o colleghi, hai la possibilità di ottenere più
velocemente il risultato che ti sei prefissato. Se fai parte di un team
di 10 persone e se ogni membro conosce 100 persone, avrai già a
disposizione un giro di 1000 persone dalle quali attingere
informazioni, da trasformare in clienti, a cui chiedere contatti che ti
diano la possibilità di incontrare il responsabile di un’azienda
interessata ai tuoi prodotti o servizi. Le conoscenze ci aprono
velocemente molte porte e sono una grande risorsa.
Terza leva: il sistema
Ogni milionario ha un proprio sistema, che è il frutto
dell’insegnamento di qualcuno. Può trattarsi di attività imprenditoriali
o di investimenti azionari, tanto all’interno di un’azienda quanto su
internet. Leggi le biografie dei ricchi imprenditori e memorizza le loro
strategie di successo. Parla con chi è diventato ricco. Cerca persone
ricche e chiedi loro come hanno fatto a raggiungere l’indipendenza
finanziaria. Cerca di carpire le loro strategie e vedrai che saranno
ben contente di raccontarti la loro storia, i loro fallimenti e i loro
risultati.
Quarta leva: la salute
Troppo spesso non viene considerata, ma a che cosa ti serve la
ricchezza se, fisicamente, non hai la capacità di godertela?
Incomincia a importi una dieta equilibrata, un adeguato esercizio
fisico per mantenere e sviluppare la tua energia. Dedica subito
tempo a questo impegno, prima che la tua salute venga
compromessa.
Quinta leva: il tempo
Le persone finanziariamente libere hanno dedicato tempo alla loro
formazione; hanno studiato, hanno saputo cogliere le opportunità e
hanno fatto un uso corretto del tempo per dedicarlo ad attività
considerevoli.
Anche la gestione del proprio tempo libero è molto importante. La
maggior parte delle persone passa ore a guardare la TV o a fare
cose non produttive. Molte attività di successo sono state scoperte
per caso e sono iniziate come hobby. Così è accaduto a Ford nel
campo della costruzione delle automobili, e lo stesso con le
calcolatrici di Hewlett-Packard. Occupa parte del tuo tempo libero in
un’attività o in una ricerca che possa darti dei risultati finanziari.
Alcune delle persone che partecipano al mio corso di Libertà
Finanziaria hanno generato entrate aggiuntive durante i fine
settimana.
Sesta leva: la formazione
Per formazione non intendo solo quella classica delle scuole
superiori e dell’università. Mediamente, una persona con una cultura
universitaria guadagna molto di più di chi ha fatto le scuole medie.
Altri hanno investito nella propria formazione personale, e cioè nella
gestione del proprio stato d’animo e nella parte finanziaria della
propria vita, si sono creati una cultura capace di far rendere i loro
risparmi e sono molto più avanti rispetto a chi non l’ha fatto.
Ricordati che nella vita si può perdere tutto tranne ciò che si è
imparato.
Settima leva: la reputazione
Nel caso di un imprenditore o di un investitore, il suo business di
oggi dipende in gran parte dalla sua reputazione. Anche se i
dipendenti e i fornitori sono indispensabili per la crescita del
business, migliore è la reputazione di un uomo d’affari e più leva
acquista, perché sempre più clienti saranno propensi a fare affari
con lui, più soci disposti a investire nella sua azienda; inoltre le
banche saranno inclini a dargli credito. Fai in modo di avere una
reputazione impeccabile, perché nel business del ventunesimo
secolo è uno degli asset più importanti da sviluppare.
Ottava leva: le abitudini
Abitudini di successo portano a risultati di successo. Il 95% della
nostra vita è fatto di abitudini. Solo avendo abitudini potenzianti –
come risparmiare, pianificare, scegliere buoni investimenti, leggere
un libro di argomento finanziario alla settimana – potrete avere una
libertà finanziaria. Jim Rohn, uno dei formatori che più mi hanno
ispirato, mi dice sempre: «Forget to eat don’t forget to read»:
dimenticati di mangiare, ma non di leggere. Noi siamo quello che
leggiamo. Se tu leggessi un libro alla settimana su uno specifico
argomento, dopo pochi mesi saresti una delle persone più
competenti in quel settore.
Alfio spiega
All leaders are readers: tutti i leader sono persone che
leggono.
Nona leva: l’esperienza
L’esperienza fa aumentare le leve. Aver affrontato certe situazioni,
averle già risolte può essere determinante per aumentare la nostra
leva e diminuire il tempo in cui possiamo sollevare un milione di
euro, e permetterci di ripetere facilmente l’esperienza.
Decima leva: il progetto
Avere un piano specifico in mente e scriverlo è come avere un
progetto per costruire una casa. Se il piano è buono la casa sarà
costruita correttamente e reggerà alle intemperie della vita. Gli
imprenditori e gli investitori hanno sempre piani scritti.
Le leve esterne
Esistono poi le leve esterne, che si trovano al di fuori del nostro
corpo.
Prima leva: i tuoi soldi
La prima e più importante leva esterna è il denaro. È più semplice
far soldi se ne possediamo già, il denaro infatti permette di comprare
la maggior parte delle leve. Secondo te, chi sta lavorando più
duramente? Tu o il tuo denaro?
Seconda leva: i soldi degli altri
Se non hai soldi tuoi, chiedili a terzi. Tutti i più grandi imprenditori
fanno uso di soldi presi in prestito, anche le aziende quotate in
borsa. Se hai un buon business in mente e un solido piano potrai
sempre trovare qualcuno che ti finanzia. L’importante è sapere dove
cercarlo e non darsi mai per vinti. Ricordati che Walt Disney ha
bussato a centinaia di porte prima che qualcuno finanziasse il suo
primo Disneyland.
Google, il più grande motore di ricerca del mondo, aveva provato
a vendere il suo sistema a Yahoo, Altavista eccetera che, all’epoca,
erano i motori più grossi, ma non hanno capito il vero valore di
Google, fino a quando ha trovato un privato che ha messo i primi
capitali per partire.
Terza leva: i professionisti
Più ci circondiamo di gente con conoscenze specialistiche in un
determinato settore, e più leve otteniamo. Queste leve possono
essere brevetti, nuove tecnologie, ma anche capacità organizzative,
manageriali o di vendita. Se noi non abbiamo qualche competenza,
dobbiamo trovare qualcuno che ce l’abbia.
Non possiamo essere esperti in tutto, possiamo comunque
diventare esperti nel riconoscere le persone che sanno navigare
bene nel settore che ci interessa, e utilizzarle come leve per
raggiungere più velocemente i nostri obiettivi.
Quarta leva: le idee e il sistema
Non solo le nostre, anche quelle degli altri. Bill Gates è diventato
l’uomo più ricco del mondo sfruttando le idee tecnologiche di altri.
Non è detto che chi ha le migliori idee sia in grado di sfruttarle dal
punto di vista finanziario, economico e organizzativo. Oggi, non
basta avere le migliori idee o il miglior prodotto per avere successo,
bisogna anche avere un mix tra comunicazione, marketing, vendita,
organizzazione. Scommetto che sei in grado di fare un hamburger
migliore di quello che viene preparato da McDonald’s. Come mai
non hai un impero come McDonald’s? Non è solo la qualità del
prodotto o del servizio che conta ma il sistema. È il sistema che vi fa
diventare ricchi.
Quinta leva: un mentore
Fare riferimento a una persona che ha già l’esperienza e le abilità
che noi cerchiamo è molto importante perché ci può aiutare a
raggiungere più velocemente i nostri obiettivi.
Sesta leva: la tecnologia
La tecnologia ti permette di avere prodotti migliori, più efficienti,
più pratici e all’avanguardia. Un prodotto tecnologicamente avanzato
permette di guadagnare molto rapidamente.
Settima leva: il team
Per investire, hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a stendere un
piano economico-finanziario: un direttore di banca che ti sostenga
nel reperimento di risorse finanziare, un commercialista dinamico
che ti consigli sul modo in cui razionalizzare il carico fiscale, un
avvocato che curi gli aspetti legali dei tuoi investimenti, o un broker
di assicurazioni. Il successo è il risultato di un gioco di squadra, non
è una competizione. Se vuoi diventare ricco, devi avere a
disposizione un team di persone competenti nel proprio settore, non
giocare la partita da solo.
Ottava leva: il debito
Sono poche le aziende che crescono senza debiti, «sani» o «non
sani». Usare debiti sani permette di crescere a una velocità
superiore, come abbiamo visto negli esempi precedenti. Perché
quelli che investono nell’immobiliare hanno molta leva? Perché gli
immobili permettono loro di ottenere prestiti che possono essere a
loro volta reinvestiti a un tasso superiore; ciò consente di ottenere
una leva ancora più forte.
Figura 36
Perché usare le leve è determinante nella Libertà
Finanziaria
Torniamo per un attimo a parlare dei piccoli professionisti e dei
dipendenti e cerchiamo di capire perché non diventano ricchi.
In realtà è semplice: hanno meno leve degli imprenditori e degli
investitori. Per esempio, quanto tempo usa un impiegato? Lavora da
solo, e quindi il suo rapporto tempo/produttività è 1:1. Mentre quello
degli imprenditori può arrivare anche a 1:100 o a 1:1.000, perché gli
imprenditori usano il tempo degli impiegati per guadagnare.
Gli imprenditori e gli investitori usano di più e meglio la loro
mente, hanno mediamente più contatti, dispongono di un sistema,
hanno abitudini di successo legate al denaro, usano il denaro di altri,
fanno debiti che creano maggior leva e utilizzano un team.
Ricordatevi che essere ricchi è un gioco di squadra, mentre chi è un
dipendente gioca da solo.
I ricchi e gli investitori usano la tecnologia e le idee degli altri. È
chiaro che il contrappeso che usano per sollevare cifre come un
milione di euro è molto più ponderoso di quello dei dipendenti e dei
piccoli professionisti. Quindi, se volete diventare ricchi dovete per
forza diventare imprenditori e/o investitori. Il vostro futuro finanziario
è una vostra responsabilità. Non potete rimanere solo dei dipendenti
o dei professionisti.
Se vuoi essere ricco, e mantenere la tua ricchezza, devi imparare
come funzionano le leve. La buona notizia è che oggi sempre più
contrappesi possono essere utilizzati come leva, per esempio i
computer, internet, la conoscenza dell’inglese, sono tutti strumenti
che ci permettono di comunicare e di avere accesso a un’enorme
mole di dati e di informazioni. Chi è in grado di utilizzare degli
strumenti tecnologici ha più leva rispetto agli altri. Se non sai usare il
computer o se non conosci l’inglese, devi subito seguire dei corsi per
poter acquisire queste nuove competenze. Le persone che non
hanno una leva lavorano per quelle che ce l’hanno, perché pensano
che alcuni strumenti finanziari, che servirebbero da leva per alti
rendimenti, sono troppo rischiosi per loro. In realtà, il rischio
maggiore è solamente quello di restare ignoranti su certi argomenti.
Invece di usare la leva finanziaria utilizzata dai ricchi, tendono a
servirsi della leva fisica, cioè il duro lavoro. Inoltre i poveri sono restii
a prendere soldi in prestito e hanno la tendenza a restituirli il più
presto possibile, perché credono che i debiti siano rischiosi e quindi
da evitare. Invece un ricco usa il debito in modo intelligente e oculato
per incrementare la sua leva e diventare sempre più ricco.
I ricchi stampano moneta
Un’altra caratteristica delle persone ricche è che in qualche modo
«stampano moneta». Prendiamo per esempio un immobile di 3.200
mq nella zona periferica di una città. Chi mai lo comprerebbe per
andare ad abitarci? Supponiamo che venga venduto a 1.000 euro al
mq. Si possono investire 3,2 milioni di euro e poi frazionare il
fabbricato in 64 appartamenti da 50 mq ciascuno. Essendo più
vendibile potrebbe valere 2.000 euro al mq. 100.000 euro per
appartamento moltiplicato per 64 appartamenti fanno 6.400.000
euro. Se togliamo qualche soldo per la ristrutturazione il margine è
importante. Ed ecco come un ricco ha stampato moneta:
aggiungendo valore a qualcosa che ne aveva meno.
Figura 37
La tassazione dei ricchi
Da sempre le leggi sulle tassazioni avvantaggiano i ricchi dato
che sono state fatte da loro. A parità di cifra guadagnata, al ricco
rimangono più soldi. I poveri, invece, guadagnano, vengono tassati e
vivono cercando di risparmiare con ciò che resta loro. I ricchi,
invece, guadagnano, spendono e vengono tassati sulla differenza. È
per questo motivo che i ricchi mediamente pagano meno tasse della
classe media e dei poveri. Perché il loro stile di vita viene spesato
dalla società che possiedono e questo abbatte decisamente
l’imposizione fiscale. Inoltre i ricchi hanno di solito persone ricche e
preparate che suggeriscono loro il modo di ottimizzare la pressione
fiscale con sistemi legali e ridurre al minimo l’incidenza delle tasse. Il
povero, invece, riceve consigli dai poveri.
Tabella 17
Creare la squadra
Un altro dei motivi per cui gli impiegati e la classe media fanno più
fatica a diventare ricchi è perché spesso non creano una squadra,
un team, passo molto importante per diventare ricchi. Poiché non
abbiamo il dono dell’onniscienza, è fondamentale individuare
persone con convinzioni potenzianti e con abilità che per noi
sarebbe troppo dispendioso acquisire e che ci possano aiutare nel
creare denaro. Per esempio, nell’investimento immobiliare io ho
costituito una squadra composta da:
• geometra, architetto o ingegnere;
• commercialista;
• avvocato;
• notaio;
• agenti immobiliari;
• studenti dei miei corsi che mi segnalano operazioni interessanti;
• impresa di ristrutturazione;
• direttore di banca;
• finanziatori;
• un mentore;
• un broker di mutui.
Di qualunque cosa io abbia bisogno sull’immobiliare mi basta una
telefonata per avere un parere tecnico, legale o di fattibilità
sull’operazione. Posso valutare i rischi di un’operazione che magari
presenta problematiche legali oppure di ristrutturazione o di
costruzione oppure di vincoli ambientali o paesaggistici.
Creare una squadra affiatata che funzioni non è semplice, ma è
un passaggio obbligato per la libertà finanziaria. Non è detto che se
domani decido di investire in immobili io abbia bisogno di avere
subito una squadra al completo; di solito la si crea strada facendo,
avendo però l’obiettivo di individuare persone con le quali ci piace
lavorare, che siano veloci e professionali nel darci le risposte, e
soprattutto che non abbiano convinzioni limitanti. Comunque il
parere dato dal consulente consente di farsi un’idea e non è
vincolante. Createvi un vostro modello autonomo di valutazione.
Quante volte sono stato sconsigliato da avvocati o notai di fare
operazioni immobiliari che presentavano un alto grado di rischio
potenziale per loro! Ma la differenza tra l’imprenditore e il
professionista consiste proprio nel riuscire a vedere il valore
inespresso delle operazioni oppure nel calcolare correttamente i
rischi cercando di conoscere a fondo la problematica per valutare in
prima persona. Sconsiglio vivamente di utilizzare amici o parenti
nella costruzione di una squadra, a meno che non vengano pagati
per i loro servizi e possano essere ammoniti quando non
mantengono gli impegni. La cosa più costosa che un povero si
possa permettere è un consiglio sbagliato.
Il mentore
Un mentore è qualcuno che ha già scalato la montagna, che ne
conosce il terreno, le scorciatoie, i dirupi e le strade senza uscita. Lui
sa che cosa stai facendo, ma soprattutto sa quello che non dovresti
fare tu. Più è esperto, e più andrete veloce; potrà spiegarti quel
piccolo trucco che può fare la differenza, farti risparmiare tempo e
denaro.
Fare il coach finanziario spesso vuol dire fare il mentore. Io, per
esempio, consiglio alle persone come comprare e vendere immobili,
come investire efficacemente in borsa; condivido con loro i trucchi
del mestiere, suggerisco di crearsi un team di persone utili e per
iniziare le faccio assistere dal mio team, se necessario. Se avere un
mentore è di per sé una risorsa importante, per diventare ricchi lo è
ancora di più. Perché? Perché il mentore non è emotivamente
coinvolto nella tua situazione e, avendo già vissuto alcune delle tue
difficoltà, si troverà a guardare le cose da una certa distanza, e potrà
consigliarti per il meglio. L’esperienza e il tempo gli danno la
saggezza che metterà a tua disposizione per farti risparmiare tempo
e denaro. Un mentore può colmare il divario della tua ignoranza in
qualche materia, legale o finanziaria, o sul modo in cui bisogna
gestire determinati rapporti. Per imparare da chi ha esperienza,
porta a cena almeno un milionario al mese; se non sai dove trovarne
vuol dire che stai frequentando gli ambienti sbagliati. Ti ricordo che
l’ambiente potenziante è parte fondamentale di un processo di
cambiamento.
Bisognerebbe avere un mentore per ogni settore che ci interessa:
dallo sport, alla salute, alla Libertà Finanziaria. Non deve essere
necessariamente una persona che conosciamo ma dovrebbe essere
chiunque ci ispiri nelle scelte che ci troviamo a dover affrontare.
9
Una caratteristica
importante di imprenditori
e investitori: commettono
errori
Il consiglio più costoso
Una delle cose più costose che i poveri possono permettersi sono
i consigli di chi non è ricco, e che non ha neanche un piano per
diventarlo. Tieni sempre a mente che un direttore o un impiegato di
banca che ti consigliano questo o quel titolo, questo o quel fondo su
cui investire, lo fanno perché il loro mestiere è di vendere un
prodotto sul quale la banca guadagna. Vuoi diventare ricco? Accetta
consigli dai ricchi o da chi è sulla strada per diventarlo, e non da un
povero che può avere interesse sui tuoi soldi. Così come il cibo di
scarsa qualità nuoce alla salute, le informazioni di scarsa qualità
arrecano danno alla ricchezza. Quando si parla di far soldi c’è molta
gente povera che racconta come si fa a farli. È un po’ come andare
al casinò e chiedere consiglio a quegli habitué che dopo 20 minuti
hanno perso tutto e passano il resto del tempo a spiegarti come si fa
a vincere alla roulette. Quando leggi le notizie finanziarie o ti
vengono dati dei suggerimenti, chiediti sempre se chi ti dà consigli è
ricco.
La magia degli errori
Come abbiamo imparato a camminare? Cadendo, rialzandoci e
cadendo di nuovo, fino a quando siamo riusciti a restare in piedi. Lo
stesso capita a chi vuole diventare ricco.
Di solito, si cerca di evitare gli errori finanziari. E questo è l’errore
più grosso. Si sente spesso dire: «Investi in modo sicuro», «Non
assumerti rischi». In realtà è questo il motivo per cui la stragrande
maggioranza delle persone continua ad avere difficoltà finanziarie. Il
problema non è quello di fare un investimento più o meno rischioso,
ma di non essere in grado di gestire il rischio che ne deriverebbe.
Bisogna imparare a conoscere i rischi. Se non commetti errori, e non
impari a gestire i rischi, anche quelli minori, non riuscirai mai a
individuare le opportunità che ti si presenteranno nel corso della vita.
L’unico modo per gestire il rischio è di conoscerlo. Quanta gente ha
investito in Parmalat o in Cirio senza sapere che il rischio connesso
a quel tipo di operazioni era di perdere tutto?
Alcuni anni fa stavo passeggiando con un’amica sulle rive del
lago di Como. All’improvviso lei notò davanti a un terreno incolto un
cartello con la scritta VENDESI e il numero di telefono di un’agenzia
immobiliare che lei chiamò subito. Si trattava di un’area appena
ereditata da più persone di una stessa famiglia. In agenzia, lei fece
la proposta di un diritto d’opzione di 3 mesi, per comprare quel
terreno agricolo a un prezzo più basso del 40% rispetto alla cifra
richiesta. Il diritto di opzione – che non è un obbligo – è un contratto
con il quale si acquista la possibilità di comprare un bene o un
servizio a un determinato prezzo, entro una determinata scadenza.
La mia amica offrì 110.000 euro. Gli eredi accettarono.
Successivamente il terreno passò da agricolo a edificabile e lei trovò
un acquirente al quale rivendere il diritto d’opzione a una cifra molto
superiore: 1.930.000 euro. Un tale aumento di valore era giustificato
da due fattori fondamentali: il terreno era diventato edificabile e
l’acquirente avrebbe costruito un albergo di lusso. Utilizzò solo due
risorse: abilità e un po’ di tempo, infatti non si intestò l’immobile ma
cedette il contratto. Rimasi sbalordito da quell’operazione. Mi
raccontò che l’aveva visto fare da altri e che questa era diventata per
lei un’attività secondaria. All’inizio aveva fatto diversi errori: si era
fidata di persone che credeva competenti e non lo erano, non aveva
una sufficiente conoscenza degli aspetti giuridici, non aveva preso
accordi scritti ma soltanto verbali. Aggiunse che questa attività
all’inizio le rendeva almeno 3 o 4 volte lo stipendio che guadagnava
annualmente in ufficio. Ora non lavora più per gli altri ma solo per se
stessa. Tutto questo perché ha voluto rischiare e ha saputo imparare
dai suoi errori.
Ogni volta che pensi che investire sia troppo azzardato, che non
vuoi assumerti dei rischi con il tuo denaro, o che temi di fallire e
perdere i tuoi soldi, in poche parole ogni volta che non vuoi
sbagliare,
Alfio spiega
Ricordati sempre che fare errori fa parte del processo di
crescita e di sviluppo.
Se invece tu poni il focus su quello che non vuoi che accada, la
tua mente purtroppo andrà in quella direzione. Ricordati di creare
sempre in positivo i tuoi obiettivi. Invece di focalizzarti su quello che
potresti perdere, impara a minimizzare il rischio e a gestirlo con la
conoscenza del campo finanziario. Ho visto fare investimenti che a
prima vista sembravano pericolosi ma che, con un rischio
controllato, hanno reso spesso più del 1.000%, perché gli investitori
avevano saputo valutare a priori che cosa poteva andare male e
avevano già un piano per uscirne. I ricchi danno per scontato che
una strategia possa essere sbagliata, e hanno sempre un piano
d’azione per correggerla, se necessario. Sono ricchi non perché
hanno tanti soldi, ma perché sono bravi a non perderli. Warren
Buffett, uno dei più grandi investitori di tutti i tempi, dice: «Regola
numero uno: non perdere soldi; regola numero due: non dimenticarsi
mai la regola numero uno!»
Quando ti accorgi di aver sbagliato, la tua prima reazione è di
rabbia e sconforto. Del resto, a chi piace commettere errori? Però
ricordati che le avversità mettono alla prova e temprano il carattere,
rendendoti più forte.
I ricchi giocano per vincere. I poveri e la classe media per non
perdere. I ricchi vincono perché giocano in attacco e non in difesa.
La proporzione rischio-rendimento
La realtà è quello che noi pensiamo che sia. Essa non è per forza
vera, ma lo è per noi. Per esempio, alcuni dicono che è rischioso
investire, e comprano titoli di Stato perché pensano che siano senza
rischio. In realtà c’è sempre un rischio in tutto, anche investendo in
titoli di Stato, vedi l’esempio recente dei bond argentini. Bisogna
pensare in termini di rischio-rendimento e non solo di rischio. Per
esempio, ho un amico che investe in opzioni, che è un metodo più
evoluto dell’investimento in azioni. Ha un sistema con il quale
investe il 5% del suo patrimonio su ogni operazione e che
mediamente lo porta a perdere 7 volte su 10. È un folle? Niente
affatto, perché il suo rendimento medio, da ben 6 anni, supera quello
di qualsiasi fondo d’investimento tradizionale. A lui non interessa il
rischio: gli interessa il rischio-rendimento dell’operazione. Le 3
operazioni che vanno bene hanno un ritorno tanto alto da coprire le
perdite delle altre 7 con un enorme margine. Invece, le persone che
non vogliono perdere o che vogliono guadagnare ogni volta hanno
una strategia perdente in partenza. Una strategia vincente, al
contrario, include le perdite, ed è proprio con la capacità di gestire le
perdite vere o potenziali che alcune persone diventano ricche. I
perdenti pensano che perdere sia inaccettabile, non se lo possono
permettere e lo evitano come la peste. Scommettono solo sulle cose
sicure: su uno stipendio alla fine del mese, su una pensione
garantita, su interessi bancari praticamente inesistenti. I perdenti
continuano a perdere e i vincenti a vincere, semplicemente perché i
vincitori sanno che perdere fa parte del vincere.
Ognuno di noi ha una diversa propensione al rischio. Correre
qualche rischio oggi potrebbe dire avere un futuro splendente
domani. Erano gli anni Settanta negli USA, e una piccolissima
società cercava un responsabile amministrativo. La paga era sotto la
media, però una parte dello stipendio sarebbe stata pagata in azioni.
Si presentarono due candidati: uno rifiutò e l’altro accettò il rischio.
Quella società si chiamava Microsoft e oggi quel contabile è una
delle persone più ricche al mondo e continua a lavorare nella stessa
azienda.
Non sono gli investimenti a essere rischiosi: è l’investitore a non
avere adeguate capacità per gestire il rischio.
Per essere un investitore devi avere almeno uno di questi
requisiti:
• educazione finanziaria;
• esperienza;
• disponibilità liquide in eccesso.
Perché disponibilità liquide in eccesso e non semplice liquidità?
Perché oltre a investire e a vivere bisogna calcolare un certo rischio.
Ho visto persone fare trading con i soldi che gli servivano per
mangiare. Ovviamente erano molto stressate; non è possibile, infatti,
fare scelte corrette se non si è in un buono stato mentale.
Il migliore investimento, comunque, è investire su se stessi. Se
pensate che l’istruzione sia costosa, provate a pensare quanto costa
l’ignoranza.
Responsabilità è valore
È necessario crearsi una cultura finanziaria per capire quali sono
le regole per diventare ricchi.
Oggi, essere un investitore è una cosa che tu non puoi delegare a
terzi; è un tuo preciso impegno, e devi imparare a gestire il tuo
denaro in modo che non sia frutto di sofferenza, bensì di gioia. Per
guadagnare cifre che non hai mai guadagnato, devi diventare la
persona che non sei mai stato.
Durante i miei corsi di Libertà Finanziaria, tanti allievi mi chiedono:
«Ci insegni a fare più soldi?» In realtà, anche se aumentassero le
entrate, molti di loro sarebbero comunque in difficoltà economiche,
perché quello di cui hanno veramente bisogno è di modificare le loro
abitudini finanziarie. Ho clienti che, nonostante guadagnino oltre un
milione di euro all’anno, sono poveri perché non hanno attività e non
si sono creati entrate automatiche. Vi ricordate lo schema del cash
flow del povero? Avere delle buone entrate è solo il primo passo.
Bisogna anche risparmiare e investire a un tasso elevato.
Alfio spiega
Impara a controllare il denaro, o sarà il denaro a
controllare te.
Vieni pagato in base al tuo tempo
o al tuo valore?
Barattare il tuo tempo per il denaro è la strada che porta alla
povertà. Hai mai visto un milionario che viene pagato a tempo? Se
vuoi veramente crearti un patrimonio finanziario, è necessario che tu
capisca che l’abilità di fare denaro è legata a quella di creare e di
aggiungere valore a te stesso, di realizzare un progetto o di creare
un’impresa. Il denaro non è la ricompensa per il tempo che impieghi,
ma per il valore che sai offrire. Se vieni pagato poco, la
responsabilità non è del tuo capo, del mercato o degli altri. È solo
tua. Evidentemente offri un prodotto/servizio che vale poco. Il tuo
capo non ha il controllo sul tuo valore. Tu sì.
I ricchi hanno entrate multiple e spesso diversificate. Oltre al tuo
lavoro, quali altre entrate hai? Se non ne hai, devi incominciare a
pianificarne alcune.
Un ricco viene pagato più volte per unità di tempo. Ovvero,
mentre svolge un lavoro, ha altre entrate che gli fruttano. Per
esempio, se ha due aziende, riceve soldi da due fonti diverse
contemporaneamente. Se affitta delle proprietà, riceve entrate anche
da quelle. Incominciate a cercare entrate residue, almeno una
all’anno, e in pochi anni sarete liberi di decidere se lavorare o meno.
Gli interessi che si percepiscono dagli investimenti si creano
anche mentre si dorme. Quante delle tue entrate sono continue, cioè
non richiedono il tuo tempo e la tua attenzione? L’inventore che ha
brevettato l’indicatore di carica che si trova sulle piccole batterie
Duracell per ogni pila venduta riceve dalla casa che le fabbrica pochi
centesimi. Se consideri che si vendono in tutto il mondo milioni e
milioni di queste batterie, puoi immaginare a quanto ammontino le
sue entrate continue ogni giorno.
Entrate continue vengono prodotte, per esempio, anche da
certificati di deposito, dai BOT, CCT o BTP, da investimenti che
generano dividendi, da affitti sugli immobili, da aziende, da
commissioni, da royalty su libri, CD, video o film, software e giochi,
da brevetti e altri diritti, da siti internet per vendite 24 ore su 24 e
altre attività di network marketing che comunque non implichino la
necessità di lavorare.
Una delle caratteristiche fondamentali dei milionari è la loro abilità
mentale di separare il fare soldi dalla necessità di passare il tempo a
farli. Non c’è alcuna relazione tra fare soldi e passare tempo a farli.
Scopri come puoi essere pagato più volte per unità di tempo e come
aggiungere nuove entrate automatiche. La maggior parte delle
persone non ci ha mai pensato e non ha mai incominciato a
guardarsi intorno per vedere come si fa.
10
Utilizzare il denaro di terzi
Uno degli aspetti fondamentali del successo dei ricchi è la
capacità di attrarre il denaro di terzi (OPM, other people’s money).
Ogni volta che faccio corsi sento persone che dicono: «Non ho soldi,
non posso investire». Tutte le grosse società utilizzano denaro di
terzi. È quindi indispensabile riuscire a utilizzare questa
importantissima leva perché è il modo con il quale accelerare
incredibilmente il processo verso la ricchezza. Ricordate possibilità
contro risorse? I ricchi sono attratti dalla possibilità anche se in quel
momento non hanno risorse. La famiglia è il primo posto dove
chiedere soldi per investire. Spesso esistono ottime possibilità
finanziarie inespresse e capitali che attendono di essere utilizzati a
fronte di una remunerazione.
Famiglia e parenti
Nel momento in cui incominciamo a chiedere soldi, dovremo
guardarci allo specchio e domandarci:
• «Se chiedo denaro a queste persone, sarò in grado di continuare a
vederle ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, ogni festa
famigliare e gestire la pressione del business e delle loro
aspettative nei miei confronti?»
• «Il fatto che io chieda loro del denaro può influenzare la nostra
relazione?»
• «Si sentiranno sotto pressione?»
• «Sono in grado di gestire una loro risposta negativa?»
• «Possono veramente affrontare l’investimento?»
• «Sono in grado di garantire l’investimento o di affrontare eventuali
conseguenze negative?»
• «Se non fossero famigliari, chiederei loro di investire?»
Se siete in grado di rispondere serenamente a queste domande,
potete andare avanti nell’individuare, all’interno della famiglia, le
persone che meglio si adattano al ruolo di investitore insieme a voi.
Sceglietele in base a:
• Maturità ed esperienza: sono in grado di capire l’opportunità di
business oppure possono solo giudicare quello che state facendo?
• Situazione finanziaria: hanno una situazione finanziaria che
permette loro di fare investimenti?
• Competenze particolari o contatti: se hanno esperienze rilevanti nel
business, non solo possono aiutarvi nel darvi denaro, ma possono
fornirvi anche preziose informazioni o essere co-interessati ad
aiutarvi.
Network di conoscenze personali
Il network di conoscenze personali è un altro punto dell’OPM.
La cosa più semplice è cominciare a stendere una lista di persone
che fanno parte del vostro network di conoscenze, e valutare quali
possono essere degli investitori:
• il vostro circolo di amici più intimi;
• persone con le quali intrattenete relazioni d’affari, direttamente
oppure attraverso la vostra compagna o il vostro compagno;
• professionisti con i quali vi state relazionando (medici, dentisti,
avvocati, commercialisti, architetti e ingegneri);
• persone relative al vostro circolo sportivo, hobbistico o culturale;
• il vostro capo, i vostri colleghi, i fornitori;
• i compagni di scuola.
Non dimenticatevi che alcuni di questi investitori potrebbero
essere no cash investors, ovvero persone che possono contribuire in
modo importante alla vostra leva o vi possono creare opportunità
strategiche, oppure possono partecipare attraverso quello che
chiameremo crediti di firma.
Prepararsi ai «No»
La lista che avete creato potrebbe includere dalle 25 alle 50
persone, oppure diverse centinaia. Una delle cose a cui dovete
essere preparati è che non tutti sono disposti a fare investimenti che
escono dalle tradizionali istituzioni finanziarie. Preparatevi quindi a
sentirvi dire: «No», soprattutto dai famigliari che non vi vedono
ancora come un investitore. Ma più cresce la vostra esperienza, più
successo potete mostrare e più facile diventa attirare capitale di
terzi.
«Business Angels»
La più famosa storia che riguarda questo tipo di investimento è
quella di un manager di Intel che ha dato un po’ di liquidità e qualche
garanzia personale alla banca per far partire la sua società che
aveva come sede il suo garage. Questa società si chiamava Apple
Computer. I Business Angels non sono altro che persone con una
buona capacità finanziaria che investono in operazioni di business
allo scopo di ottenere un alto ritorno dall’investimento. Di solito
investono dall’1 al 5% del proprio portafoglio in attività ad alto rischio
ma anche ad alto potenziale. Un buon commercialista e un buono
studio legale possono mettervi in contatto con una serie di business
angel.
L’investitore senza soldi
Non è necessario che il vostro investitore abbia del denaro;
potrebbe semplicemente dare quello che viene considerato un
credito di firma, ovvero una fideiussione. Tecnicamente è la banca a
mettere i soldi, e il nostro investitore garantisce unicamente con la
sua firma il rimborso da parte vostra della somma dovuta all’istituto
di credito. È particolarmente utile, per esempio, quando si hanno
200.000 euro investiti in titoli di Stato e non si vuole utilizzare questo
capitale che comunque è in giacenza presso la banca. A quel punto
si può proporre al nostro investitore un rendimento extra da questi
soldi, semplicemente garantendo per voi.
Un altro caso tipico sono le persone con una buona capacità di
produrre reddito ma con pochissimi risparmi. Anche in questo caso,
le banche prestano volentieri denaro garantito da questi soggetti.
Nei precedenti capitoli avete potuto notare come pensano un
investitore o un imprenditore. Ora chiedetevi: quanto è diverso dal
loro il vostro modo di pensare?
11
Diventare milionari lentamente
Ci sono due modi per diventare milionario: uno lento e uno rapido.
Incominciamo da quello lento. Nell’arco della vita, per diventare
milionario in modo tranquillo e sicuro devi mettere da parte un po’ di
più di 1 euro al giorno, per 57 anni, ed essere in grado di farlo
fruttare un 10% all’anno. Quindi, con un po’ di disciplina, è possibile
accumulare 1 milione di euro in contanti. Oppure potresti mettere da
parte 2 euro al giorno per 50 anni, o 3 per 46 anni. Questo per dirti
che se risparmi 1 solo euro al giorno per il resto della tua vita
arriverai senza fatica ad avere una bella cifra che, insieme alla
pensione, permetterà a te e ai tuoi cari di vivere serenamente. Ma
quanti pensionati conosci che hanno 1 milione di euro in contanti?
Io, pochissimi.
I fattori determinanti per riuscirci sono 3:
1. Il tempo. Prima incominci, e prima riesci a far fruttare i tuoi soldi.
2. Il tasso con il quale riesci a farli fruttare. Anche se il 5 o il 10% non
sono dei tassi alti, come hai visto in precedenza quando abbiamo
parlato di ROI e ROE, risparmiando solo 1 euro al giorno e
riuscendo a investirlo al 20% annuo, diventeresti milionario in poco
più di 31 anni.
3. La quantità di denaro che riesci a risparmiare. Ovviamente, se
risparmi più di 1 euro al giorno, diventerai milionario prima.
Dunque, se cominci a risparmiare il 15% del tuo stipendio, prima o
poi diventerai ricco. Il 15% ti sembra troppo? Se non riesci a
risparmiarne il 15% dovresti fare in modo o di aumentare le
entrate o di contrarre le spese. Per chi ha un reddito medio-basso
risparmiare il 15% vuol dire rinunciare a piccole cose che non
cambiano sostanzialmente la qualità della vita, per avere un
beneficio enorme in futuro.
Facciamo un esempio sui costi della procrastinazione.
Supponiamo che tu riesca con costanza a risparmiare 200 euro al
mese per i prossimi 20 anni e che il tuo target di rendimento sia del
20% annuo, e ti assicuro che non è moltissimo, se investi in
immobili. Ti ricordi dell’esempio? Il ROE era addirittura oltre il 170%.
Se hai dei dubbi sul fatto che gli immobili diano un tale rendimento ti
consiglio di frequentare un mio corso di Libertà Finanziaria. Con 200
euro al mese per 20 anni al 20% si raggiungono circa 540.000 euro,
che equivalgono a più di 1 miliardo delle vecchie lire. Adesso
supponi di iniziare con un anno di ritardo, quindi per 19 anni al posto
di 20. Rifacendo i calcoli, ti troverai con 440.000 euro al posto di
540.000, cioè 100.000 euro in meno! E questo sarebbe il costo della
procrastinazione se non iniziassi oggi a risparmiare 200 euro al
mese. Ritardare gli investimenti costa caro. Ogni giorno di ritardo ti
costerebbe quasi 300 euro. Infatti, se dividi 100.000 euro per 273
(giorni lavorativi), perdi più di 300 euro per ogni giorno di ritardo nei
tuoi investimenti, e cioè circa 12 euro all’ora nell’arco di 24 ore,
ovvero 34 euro per ora contando una giornata lavorativa di 8 ore.
Anche questa volta, è la disciplina ciò che può fare la differenza tra
una vita misera e una eccezionale. Adesso facciamo un altro
esempio. Supponiamo che vuoi comprare una nuova macchina e
che decidi di ridurre i tuoi versamenti mensili da 200 a 100 euro al
mese. In 20 anni, invece di avere 540.000 euro in banca, ne avresti
soltanto 316.000, e ti ritroveresti per sempre con una vecchia
macchina. Con 224.000 euro in più, avresti potuto comprarti due
macchine nuove, addirittura una Ferrari e una Porsche.
Un risparmio del 15% del reddito di una persona della classe
media cambia di molto poco il suo stile di vita. Mi dirai: se è così
semplice, perché non siamo tutti milionari? Il vero problema è la
mancanza di disciplina e la procrastinazione… e magari perché
nessuno ci ha pensato o ha fatto i calcoli.
12
Gli strumenti della Libertà
Finanziaria
Diventare milionari velocemente: investire
in immobili
Come avrete capito, non sono un tipo che investe sperando di
guadagnare lentamente. Sono, al contrario, piuttosto aggressivo.
Credo che gli immobili costituiscano in assoluto l’investimento
migliore soprattutto per chi inizia.
Riflettiamoci. La prima regola è che i soldi si fanno quando si
compra, e non quando si vende. Supponiamo che abbiate 100.000
euro da investire. Come si sa gli immobili sono, per la maggior parte
degli italiani, un ottimo investimento.
Quanta ricchezza in immobili potete comprare con un
investimento di 100.000 euro?
Potete comprare una proprietà da 100.000 euro, ma anche,
sottoscrivendo un mutuo del 50%, una da 200.000 euro. Oppure,
con un mutuo del 66%, una proprietà da 300.000 euro, o, con uno
dell’80%, un immobile da 500.000. Per l’acquisto di una proprietà si
ricorre di solito al prestito bancario. Infatti le banche non prestano
denaro per acquistare azioni, obbligazioni, diamanti o oro, ma per
acquistare immobili. Considerate una cosa: se le banche non
pensassero che il business fosse intrinsecamente sicuro, vi
presterebbero i soldi a un tasso basso? Se avete un’azienda, sapete
bene che le banche vi prestano i soldi a un tasso molto più elevato.
Nell’investimento immobiliare il vantaggio della leva è abbastanza
evidente. Se avete comprato un immobile da 500.000 euro con un
mutuo dell’80%, e il suo valore sale del 10%, cioè di 50.000 euro, il
ritorno del vostro investimento iniziale di 100.000 euro, quello che vi
è servito per ottenere il mutuo, è già del 50%. Invece, se le vostre
azioni salgono del 10%, i vostri titoli passano da 100.000 euro a
110.000 euro, con un guadagno di soli 10.000 euro. Questo vale per
la maggior parte degli investitori in azioni. È chiaro che la leva è in
entrambe le direzioni: se tutto va giù del 10% avrò una perdita in
entrambe le situazioni.
Perché l’investimento immobiliare è uno dei migliori?
L’80% dei ricchi investe in immobili
Da un mio studio fatto risulta che se aveste messo 10.000 euro in
fondi d’investimento dal 1995 al 2005, oggi ne avreste 17.870. Il
78,70% in più in 10 anni. Se con la stessa cifra si fosse comprato un
immobile da 100.000 euro, cioè con i 10.000 di anticipo e 90.000
euro di mutuo, oggi, dopo 10 anni, l’immobile varrebbe 168.400
euro. Ciò vuol dire che 10.000 euro avrebbero generato 68.400 euro
di ritorno. Ben il 684% in 10 anni. Anche se calcoliamo qualche
punto percentuale di costo del mutuo, ho sempre una bella
differenza.
Facciamo un altro esempio: supponiamo che abbiate 20.000 euro
da investire. Avete due scelte:
• Investire in un fondo che rende in media il 5% annuo, cosicché
dopo 12 anni avreste 35.917 euro.
• Investire i 20.000 euro in una casa che ne costa 200.000 con un
mutuo bancario di 180.000 euro. Supponiamo che con l’affitto
paghiate solo le rate del mutuo e le spese condominiali della casa,
senza guadagnare neanche 1 euro; se l’immobile si rivaluta del 5%
all’anno, dopo 12 anni la proprietà vale 359.171 euro, e quindi i
vostri 20.000 euro iniziali sono diventati oggi ben 159.171 euro.
Una bella differenza! Senza contare il guadagno in conto capitale
avendo pagato una parte del mutuo. Infatti la rata pagata
dall’affittuario contiene sia gli interessi passivi sia una quota di
capitale.
L’unico investimento per il quale le banche prestano soldi
volentieri
Nel momento in cui comprate un immobile da 100.000 euro, qual
è il valore della proprietà?
Dipende: potreste aver preso una fregatura e aver speso 100.000
euro per un fabbricato che ne vale 90.000. Oppure, al contrario, aver
pagato 100.000 euro per un immobile da 150.000 e aver concluso
quindi un buon affare. Ma provate a ragionare: se il perito della
banca valuta l’immobile 90.000 euro, credete che la banca vi
presterebbe ancora i soldi? No. È difficile prendere grosse fregature
con gli immobili perché lo scarto di qualche punto percentuale può
esistere ma non è mai enorme. Credete che nessuno venda un
immobile da 150.000 euro a 100.000? Be’, in tal caso, quando vi
troverete di fronte a un vero affare la vostra mente non riuscirà a
distinguerlo e a vederlo. Vi direte che è troppo bello per essere vero.
Affari del genere capitano tutti i giorni: persone che devono partire
immediatamente, che cambiano città, Stato, che si separano o che
divorziano, eredi che devono pagare le imposte eccetera. In certe
condizioni di mercato è più facile, in altre meno. Ma esistono. I don’t
wanters, cioè quelli che per qualche motivo devono vendere al più
presto e non vogliono più l’immobile. Rappresentano solo il 3% del
mercato. E ai miei corsi sugli investimenti immobiliari spiego come
trovarli.
Altre particolarità dell’investimento immobiliare
Quando comprate un immobile del valore di 100.000 euro, potete
fare personalmente qualcosa per aumentarne il valore?
Certo che sì! Per esempio, ridipingere le pareti. Mi è capitato
spesso di vedere case acquistate a 100.000 euro, ridipinte, e
vendute a 120.000 euro. Ma com’è possibile che 300 euro di vernice
possano aumentare di 20.000 euro il valore della casa? Semplice: in
una società dove si vuole tutto subito, spesso la gente è pigra e non
si vuole occupare di determinate faccende. Ma potreste anche rifare
l’impianto elettrico, cambiare il bagno, installare una porta blindata o
un allarme, rifare i serramenti, dare semplicemente una bella ripulita
oppure sistemare il giardino, incrementando di molto il valore di un
immobile. È come vendere un’auto con la carrozzeria sporca o pulita
e lucidata. Si avrà l’impressione che valga di più.
Le regole per acquistare immobili
Vorrei condividere con voi qualche semplice regola.
1. Comprate immobili solo nelle vostre immediate vicinanze e
interessatevi esclusivamente ad appartamenti o piccole villette.
State alla larga dal resto, soprattutto da terreni e immobili non
abitativi, almeno all’inizio.
2. Prendete un territorio e diventate esperti di esso; leggete le riviste
di settore, confrontate le valutazioni, verificate i prezzi al metro
quadro. Andate nelle agenzie immobiliari di zona e informatevi.
3. Individuate venditori altamente motivati: chi ha problemi di soldi,
chi lascia la casa per trasferirsi, chi non ha voglia di occuparsene,
chi è malato, chi eredita, chi ha problemi legali (state attenti, in
questo caso, e fatevi consigliare da un avvocato perché si
possono fare affari vantaggiosissimi a patto di gestirli
sapientemente dato che hanno un rischio aggiuntivo che va
conosciuto e gestito), chi sta divorziando, o chi sta dividendo
società o chi le sta vendendo. Ci sono molti modi per trovare
venditori altamente motivati come, per esempio, i giornali di
annunci gratuiti, sui quali possiamo anche fare un’inserzione
oppure possiamo informarci presso gli agenti immobiliari, gli amici
e i conoscenti, il direttore della banca, le aste giudiziarie, i
commercialisti e gli avvocati.
4. Decidete quale tecnica di leva utilizzare, come per esempio
denaro di terzi. Se non avete soldi né capacità di credito avete
bisogno di partner che possano aiutarvi. Ma quando si ha un buon
affare tra le mani non è mai difficile trovare qualcuno pronto a
investire e a dividere gli utili.
Perfino i più ricchi al mondo hanno bisogno di partner per le loro
operazioni.
5. Fate un’offerta scritta, mai accordi verbali. Fatevi consigliare da un
legale o contattatemi per avere maggiori informazioni sui corsi e
sugli investimenti immobiliari.
6. Comprate un immobile senza soldi e rivendete il compromesso. È
una cosa assolutamente fattibile nonostante spesso gli agenti
immobiliari non sappiano nemmeno che cosa voglia dire comprare
e vendere un compromesso, e cioè stipulare un contratto dove ci
si impegna ad acquistare un immobile (senza intestarselo) e
rivendere il contratto senza mai diventare proprietari dell’immobile.
È solo una questione di conoscenze: se pensate di poterlo fare,
allora troverete anche i venditori disposti a cedervi l’immobile e i
compratori disposti a comprarvelo.
Come investire in immobili senza soldi: il finanziamento al 100%
Adesso passiamo in rassegna le credenze limitanti. «Sì, ma non
esistono i mutui all’80% o al 100%.» Cercate su internet alla voce
«mutui»: ne trovate quanti volete.
«Non esistono affari di questo genere.» Questa è una delle
credenze limitanti che sento anche dagli agenti immobiliari, ovvero
chi fa questo per mestiere. Il nostro cervello è un sistema cibernetico
e va alla ricerca di quello che gli viene chiesto.
Lo stesso succede con gli immobili: se cercate gli affari il vostro
cervello sarà settato sull’individuarli. Incomincerete a notare se le
persone parlano di ciò che vi interessa per vedere se potrebbero
essere potenziali partner, oppure inizierete a leggere annunci sui
giornali o passando davanti a una vetrina con un cartello vendesi
valuterete se è il caso di fare una telefonata. Diventare esperti in un
settore o in una zona richiede pochissimo tempo, basta prendere
uno di quei giornalini gratuiti e cominciare a vedere qual è il valore di
un monolocale, di un bilocale, di un trilocale e così via. È necessario
sapere qual è il valore di un immobile al metro quadro nelle varie
zone e cominciare a fare offerte.
La regola numero uno nell’investimento immobiliare è che i soldi
si fanno quando si compra e non quando si vende. L’immobile
dovrebbe essere acquistato ad almeno il 30% di sconto.
L’altra regola è fare offerte, ovvero non accontentarsi di quello che
propongono le agenzie e i privati ma contrattare sempre per cercare
di ottenere un prezzo migliore.
Se il prezzo richiesto è 100, se offro il 100% otterrò il 100% di
chiusura. Se il prezzo richiesto è 100 e io offro il 90%, otterrò l’80%
di chiusura del contratto. Se offro l’80% otterrò circa il 20% di
possibilità di chiudere il contratto. Offrendo il 70% otterrò il 5% di
chiusura di contratti per acquistare un immobile. Quindi non abbiate
paura: fate offerte con almeno il 30% di sconto. Verranno rifiutate 9
volte su 10. Ma quando una verrà accettata, sapete che quello è un
affare.
Gli speculatori immobiliari
In italiano speculatore ha un’accezione negativa, indica infatti
qualcuno che ottiene un guadagno a discapito di qualcun altro. In
realtà quella dello speculatore è una figura importantissima in
qualunque mercato, dato che la sua attività contribuisce a calmierare
i prezzi e offre liquidità al mercato.
In che modo? È semplice: uno speculatore compra a un prezzo
basso, tipicamente aggiunge valore all’immobile e lo rivende a un
prezzo leggermente al di sotto del prezzo di mercato. Perché?
Perché per l’investitore immobiliare ciò che conta sono il ROI e il
ROE. E più velocemente riesce a vendere gli immobili, più i due
indicatori saliranno. Per questo motivo lo speculatore deve e vuole
vendere velocemente. Il mercato immobiliare sale non a causa degli
speculatori, ma per gli investitori immaturi che comprano a
qualunque prezzo case con un valore reale più basso, sperando che
si rivalutino nel tempo. Esattamente ciò che accade in borsa: quando
entra la massa significa che è ora di uscire o di cambiare strategia.
Inoltre lo speculatore offre liquidità, ovvero rende un bene non
liquido, come un immobile, liquido, e questo livella i prezzi ed evita
brusche oscillazioni del mercato.
Pensate a che cosa succederebbe se ci fossero solo persone che
acquistano gli immobili per abitarli e vendessero un immobile solo
per acquistarne un altro. Il mercato si fermerebbe e i costi sarebbero
disomogenei perché è lo speculatore che cerca le opportunità anche
dove non ci sono e impiega dei capitali per costruire, ristrutturare o
modificare la destinazione d’uso di un immobile per renderlo
abitabile. Chi non specula avrebbe difficoltà a vendere se non
trovasse acquirenti e se ci fosse meno richiesta sul mercato. È
giusto che a fronte di queste due importanti funzioni lo speculatore
venga remunerato.
Altri tipi di investimento senza soldi
I buoni affari non sono lì ad aspettarvi: vanno cercati; è un lavoro
che ha bisogno di perseveranza e di un po’ d’impegno, ma dà la
libertà finanziaria. Avere soldi e impegnarsi per generare nuove
entrate vuol dire avere poi più tempo e più soldi per migliorare la
qualità della nostra vita e di quella dei nostri cari. Non c’è alcuna
magia, nel cercare e trovare proprietà con uno sconto significativo
sul valore attuale di mercato. Per esempio, io uso i giornali di
annunci gratuiti, i giornali specialistici di case, a volte gli agenti
immobiliari e, molto spesso, capto notizie di persone che vogliono
liquidare un immobile, oppure che non ci hanno magari neanche
pensato e quando chiedi loro se vogliono vendervelo, accettano. Le
aste giudiziarie che si tengono in tribunale o i fallimenti sono un altro
buon sistema per fare affari. Potete anche mettere annunci sui
giornali come: «Privato acquista rapidamente appartamenti o uffici»,
e lasciare il vostro numero di telefono. Se nessuno vi contatta
provate a modificare leggermente il testo e fate degli esperimenti.
Anche internet e i siti immobiliari sono un’ottima opportunità per
individuare le possibilità di acquisto.
Sviluppa subito le conoscenze dell’investimento immobiliare.
Iscriviti a un corso che ti spieghi come fare e che ti dia la
conoscenza degli investimenti immobiliari che dovresti altrimenti
acquisire in anni di esperienza.
13
Diventare ricchi
velocemente:
investire in aziende
Chi è un imprenditore?
Un imprenditore è colui che risolve problemi in cambio di profitto.
È un problem solver. Se tu venissi pagato in base al numero di
problemi risolti, vorresti avere la responsabilità di tanti o pochi
problemi di altri? Le aziende sono di gran lunga, secondo me, il
sistema più veloce per fare tanti soldi. Però sono anche il sistema
più complesso. Infatti, un buon imprenditore deve avere capacità di
marketing, legali e finanziarie, commerciali e di comunicazione fuori
del comune. Deve essere un leader, gestire le altre persone, avere
una visione su dove vuole portare l’azienda. Fortunatamente queste
sono tutte abilità che possono essere imparate. Se usata bene,
l’azienda fornisce un’enorme leva, ed è quindi per questo motivo che
le persone ricche di solito sono imprenditori. È capitato spesso di
vedere aziende con 1 o 2 dipendenti decollare e nel giro di poco
tempo impiegare 100 o 200 persone, e un investimento di poche
migliaia di euro trasformarsi in un capitale di milioni di euro.
In estrema sintesi una società parte dall’iniziativa di un singolo o
di alcuni soci che hanno idee da sviluppare, un capitale e che sono
disposti a rischiare nella società.
Le idee da sviluppare sono le più svariate, e internet ne ha
enormemente ampliato la gamma. Si va da quelle relativamente
semplici nelle quali i neoimprenditori propongono servizi già diffusi
sul mercato e da loro svolti precedentemente come dipendenti di
altre società, fino alle iniziative relative a prodotti/servizi totalmente
innovativi per cui non esiste ancora neanche un mercato: come, per
esempio, nel mio caso. Quando ho deciso di costituire una società di
formazione finanziaria, quella realtà fino a quel momento non
esisteva sul mercato italiano. Il vantaggio più grande è di essere
stato il primo e quindi di avere avuto il tempo di organizzarmi e di
crearmi un brand, lo svantaggio è che non sempre è semplice, da
prodotti o servizi totalmente nuovi, creare una domanda.
Per far nascere una società bisogna quindi assemblare 3 elementi
fondamentali:
1. le persone: i soci che hanno deciso di costituire la società, e
quindi gli imprenditori o l’imprenditore;
2. le idee: che cosa la nuova società vuole offrire sul mercato;
3. il capitale: ovvero l’investimento iniziale su cui la società può
contare con certezza perché versato dai soci.
I 3 elementi, messi insieme, creano una catena che verrà messa
in tensione con l’inizio dell’attività. La resistenza della catena è pari a
quella dell’anello più debole.
I soci operativi di una società ideale dovrebbero essere diversi
nelle caratteristiche personali, ma di estrazione socio-culturale
simile.
Una società dovrebbe essere costituita da 3 aree operative che si
spartiscono la gestione dei settori principali. È preferibile che il socio
finanziatore (quando esiste) non sia operativo, per non alterare gli
equilibri interni tra i soci operativi. I 3 reparti si dividono in chi vende,
chi produce e chi controlla.
1. Chi vende deve essere portato al contatto umano, ottimista,
capace di reagire positivamente agli inevitabili no (anche i migliori
venditori ricevono più no che sì), in grado di trattenersi dal fare ai
clienti promesse che l’azienda non è poi in grado di mantenere.
Importanti sono perciò la comunicativa personale e la capacità di
pianificare strategie di vendita e di marketing.
2. Chi produce deve possedere spiccate capacità ed esperienze
tecniche per poter gestire l’area della produzione, che si tratti di
prodotti o di servizi. Deve saper gestire tempi e risorse e
possedere doti manageriali.
3. Chi controlla deve porre attenzione nel mettere sempre a
confronto i costi e i benefici di ogni attività dell’impresa. La sua
funzione è spesso quella di frenare (ma non in modo miope) gli
eccessivi entusiasmi e la propensione alle spese del responsabile
commerciale.
I finanziamenti alternativi
In Italia il principale finanziamento alternativo al capitale sociale è
stato in passato quello richiesto alle banche. Oggi con la
globalizzazione e l’avvento di nuove forme di investimento (venture
capital, quotazioni in borsa eccetera) il problema del finanziamento
delle società ha altri possibili sbocchi. Non tutti i finanziamenti sono
uguali, in quanto chi finanzia ha obiettivi precisi di ritorno del suo
investimento, che possono non coincidere con quelli dei soci.
Bisogna quindi avere molto chiara in mente la differenza esistente
tra il «capitale di rischio» (fornito dai soci e potenzialmente a fondo
perduto) e i prestiti di varia natura, che dovranno essere restituiti a
volte proprio quando se ne ha maggior bisogno. Vi ricordo che le
banche prestano soldi a chi li ha o a chi è in grado di dimostrare la
capacità di restituirli.
La determinazione dei prezzi
Il margine di gestione, o margine operativo lordo, è il migliore
amico dell’imprenditore. Per i neoimprenditori spesso la strategia
vincente sembra essere quella di presentare prezzi molto
competitivi, a volte solo per perseguire una smodata voglia di
crescere. Non sempre però i prezzi bassi garantiscono la conquista
di nuovi mercati, anche se in molti casi non si ha alternativa. Quando
si opera con margini ridotti, qualsiasi imprevisto porta in passivo la
gestione, e non sempre il capitale iniziale consente la copertura delle
perdite. Il sistema di controllo di gestione è essenziale fin dalle prime
fasi operative di una società per permettere all’imprenditore di
conoscere lo stato di salute della sua società. La cosa più importante
che ho imparato non è tanto sapere quanti sono i costi e quanti i
ricavi, ma saper gestire il cash flow, ovvero il flusso di cassa.
L’errore tipico di tecnici, ingegneri e persone di formazione
tecnico-scientifica, che non hanno esperienza commerciale, è
ritenere di avere avuto un’idea talmente brillante che il mercato sarà
entusiasta nel recepirla. Invece, l’idea quasi mai è così geniale, e
comunque, anche se lo fosse, non è detto che abbia
automaticamente un successo commerciale. Non è il prodotto a
vendere, ma il sistema.
Bisogna sempre tener presente che le società che nascono per
sfruttare idee innovative, oltre alle normali difficoltà che devono
superare nella fase iniziale, dovranno affrontare con successo anche
quelle legate alla creazione del mercato o che si incontrano nella
sostituzione di soluzioni vecchie, ma collaudate e funzionanti.
La mancanza di focus
È importante per ogni società individuare bene la propria
missione. Spesso, all’inizio ha difficoltà ad acquisire clienti, perciò
tende a prendere azioni non focalizzate sull’attività specifica
dell’azienda. Questo non consente alla società di specializzarsi e di
accumulare un know-how che la renda più competitiva.
L’eccesso di focus
La specializzazione è in genere un vantaggio per una piccola
società, ed è necessaria per ricavarsi nicchie di mercato
relativamente al riparo dalla concorrenza di società più grandi. Il
mercato, però, è sempre in evoluzione, e una specializzazione molto
richiesta oggi può diventare rapidamente obsoleta. La
diversificazione delle attività è spesso necessaria per superare
periodi di variabilità del mercato.
Nella vita e nel lavoro è impossibile non commettere errori,
quando si prendono decisioni, però è molto importante evitare quelli
più catastrofici e saper riconoscere rapidamente gli errori commessi
limitandone così i danni. Questa è certamente una delle
caratteristiche più importanti che deve avere qualsiasi imprenditore.
Il sistema di controllo di ogni società deve evidenziare
tempestivamente gli errori commessi e avere la possibilità di
pianificare anche finanziariamente il futuro.
L’inerzia del mercato
Spesso il neoimprenditore è molto ottimista sulla disponibilità dei
clienti a sostituire i loro fornitori abituali. Specie nei servizi, esiste un
consolidato rapporto di fiducia tra fornitore e cliente che rende
difficile la sostituzione di un fornitore. I principali motivi che
contrastano la sostituzione di un fornitore sono:
• contratto di fornitura in vigore non rescindibile;
• servizio ricevuto soddisfacente;
• prezzi e tariffe richiesti ad altri superiori;
• cliente non sensibile alla riduzione dei costi;
• costi legati al cambiamento del fornitore troppo elevati.
Questo insieme di fattori rende l’attività imprenditoriale molto più
difficile di quanto previsto, soprattutto se si opera in un mercato
saturo e molto concorrenziale.
Perché le aziende falliscono? Sembra che l’80% delle aziende
neocostituite chiuda entro 2 anni e un altro 10% entro 5 anni. Il
motivo apparente per cui le imprese falliscono sembra che sia la
sottocapitalizzazione e la mancanza di fondi. In realtà i motivi sono
altri.
1. Mancanza di formazione adeguata dell’imprenditore.
L’imprenditore è deficitario in una o più delle aree importanti
dell’azienda, come il marketing, le vendite, l’amministrazione e il
controllo, la leadership e la gestione del personale.
2. L’imprenditore non ha appropriate relazioni o capacità di crearle. Il
business moderno è basato sulle relazioni, non averle o non avere
la capacità di tesserle non permette all’azienda di vendere,
produrre o reperire capitali.
3. Il giusto mentore. In Italia il mentore non è una figura diffusa
mentre negli USA sì. Il mentore (vedi qui) è quella persona che ha
già l’esperienza che ci serve e a cui possiamo rivolgerci nei
momenti di difficoltà. È qualcuno che si trova già nel posto in cui
vorremmo essere e che ha l’esperienza che vorremmo avere.
Esistono però attività imprenditoriali in cui il mentore è d’obbligo,
come il network marketing.
Creare un’azienda con l’obiettivo che possa nel più breve tempo
possibile diventare una voce attiva dello stato patrimoniale e dare
entrate automatiche dovrebbe essere il focus di ogni imprenditore.
Rendere l’azienda autonoma e in grado di crescere non in modo
indipendente dall’imprenditore dovrebbe essere il passo successivo.
14
Diventare ricchi
velocemente:
il network marketing
Un sistema semplice
Uno dei sistemi più interessanti, e più semplici dal mio punto di
vista, per decidere di diventare imprenditore è il network marketing,
o marketing multilivello. Si tratta di un sistema che si basa
sull’acquisto di prodotti/ servizi, di cui a nostra volta diventiamo
venditori reclutando altri venditori per guadagnare attraverso di loro.
In Italia, questo metodo non gode della fama che meriterebbe
perché purtroppo è stato associato a eventi e a situazioni non
sempre trasparenti e che hanno rovinato l’immagine di questo
sistema. Alcune aziende sono partite e hanno reclutato migliaia di
venditori e poi non sono state in grado di mantenere le promesse
fatte. Esiste, tuttavia, un buon numero di aziende che usano proprio
questo modello con successo. Se andate a una riunione di una
società che utilizza questo metodo di commercializzazione per i
propri servizi e prodotti, vi renderete conto che è un business nel
quale si può diventare ricchi e che ha, di solito, ottimi prodotti. Questi
motivi non sono i soli per cui vi dico di prendere in considerazione il
network marketing. Anche se un gran numero di milionari viene
proprio da lì, la vera ragione è ciò che questo modello sottende.
Una volta individuata un’azienda, verificate il suo piano di
formazione. Trovate persone che vi insegnino le basi e gli strumenti.
Questi vi saranno utilissimi non solo nel business in sé, ma anche
nella vostra vita verso l’indipendenza finanziaria. Chi è coinvolto in
questo tipo di attività ha una serie di caratteristiche.
1. Vuole aiutarti a ottenere dei risultati. I suoi risultati infatti derivano
in gran parte dai tuoi. Quale migliore opportunità di vincere se non
quella di avere persone sinceramente interessate a farti
migliorare?
2. Ama insegnare e imparare. La formazione e il reclutamento di
altre persone che, a loro volta, devono imparare a comunicare e a
trasferire questi concetti, sono alla base del network marketing.
Gestire una struttura di network marketing non è uno scherzo:
richiede qualità e dedizione fuori del comune. Di solito i vertici della
struttura sono manager preparati e competenti, lo so per esperienza
diretta. Il network marketing è una delle migliori scuole di successo
che io conosca. Soprattutto, è una organizzazione meritocratica: chi
insegna ha, a suo tempo, imparato lungo la strada ed è, allo stesso
momento, in grado di insegnare:
• le convinzioni e caratteristiche delle persone di successo;
• la capacità di comunicare e la leadership;
• il superamento di paure e dubbi;
• il superamento del rifiuto;
• la capacità di vendere;
• l’abilità nel gestire e motivare i collaboratori.
Indipendentemente da quanto guadagnate nel network marketing,
queste abilità e competenze vi vengono trasmesse e vi resteranno
per tutta la vita. Potrete perdere tutto, ma quello che sapete non
potrà mai portarvelo via nessuno. Come abbiamo detto, per
diventare ricchi dovete essere o imprenditori o investitori. Utilizzate il
network marketing e vi renderete conto che è un sistema poco
costoso; sviluppatelo e tenetevi in contatto con le persone che
ottengono sistematicamente dei risultati. È importante che nel vostro
ambiente ci siano, soprattutto ai vertici, persone di successo. State
vicino ai membri del vostro staff, vedete che cosa fanno, chiedete
loro che cosa credono di loro stessi, della capacità di generare
denaro, e dove pongono la propria attenzione. Credo che il network
marketing sia un’industria destinata a crescere ulteriormente, perché
dà la libertà di gestire il proprio tempo.
Figura 38
Non tutte le società di network marketing sono buone. Alcune
falliscono come tutti i business. Dovete soprattutto stare attenti a non
diventare dei professionisti delle vendite invece di sviluppare tutte
quelle abilità che vi permettono di farvi diventare veramente degli
imprenditori completi.
Un’altra delle cose buone del network marketing è l’ambiente.
Troverete persone che, come voi, penseranno alla propria libertà
finanziaria e si impegneranno per raggiungere i propri sogni invece
che stare con le mani in mano e continuare a lamentarsi. Inoltre il
network marketing dà la possibilità di diventare imprenditori a un
prezzo che difficilmente si trova in altri business. Per poche centinaia
di euro avrete un piano da seguire per costruire il vostro business,
inoltre troverete quello che a me è costato un sacco di soldi e di
tempo: l’esperienza, le conoscenze, la saggezza e l’aiuto nei
momenti difficili da parte di chi ha già messo in piedi con successo
un’attività come la tua. E questo vale più di tutti i soldi che si
possono guadagnare. Ma come mai se è così «bello» poche
persone arrivano a essere in cima all’organizzazione? Innanzitutto
va detto che il network marketing è un sistema molto meritocratico,
solo chi produce risultati va avanti, mentre sappiamo che nelle
normali aziende non sempre è così. Inoltre purtroppo moltissimi
entrano nel business solo per un motivo: fare soldi. Se non
raggiungono l’obiettivo immediatamente, si scoraggiano ed escono
dall’organizzazione denigrandola. In realtà bisognerebbe lavorare
per incrementare principalmente l’intelligenza finanziaria,
commerciale e gestionale, per creare un ambiente potenziante, per
cambiare le abitudini, per sviluppare le giuste convinzioni; per
diventare insomma un imprenditore migliore con la voglia di aiutare
gli altri e non solo se stesso. È questo che fa la differenza nel
network marketing: il successo della tua squadra è il tuo.
Personalmente credo che il network marketing continuerà a
crescere e a svilupparsi, perché fornisce inedite possibilità di libertà.
Questo tipo di business offre il controllo sulla propria vita, la libertà di
decidere i tempi, di allevare i figli senza rinunciare a guadagnare e di
organizzarsi una propria attività imprenditoriale. Inoltre, entro il 2010,
secondo me ci sarà uno sconvolgimento importante nel sistema
pensionistico sia degli Stati europei sia di quelli americani. Infatti il
2010 è l’anno in cui i cosiddetti baby-boomers andranno in pensione,
dove i sistemi pensionistici europei e americani avranno più
pensionati che lavoratori. Assisteremo pertanto a una drastica
riduzione degli investimenti in borsa causata dal prelevamento delle
ricchezze in risposta alla ricerca di entrate aggiuntive, dal momento
che il welfare non consentirà più di mantenere lo stesso standard di
vita. Questo farà sì che molte persone coinvolte in questo
meccanismo si riverseranno nel network marketing decretando un
definitivo e brillante futuro per questa industria.
15
Diventare ricchi
velocemente:
il trading in opzioni
Ho letto un libro davvero interessante, What works on Wall Street
(Quello che funziona a Wall Street) di James O’Shaughnessy sugli
investimenti a Wall Street, che tratta delle migliori strategie
d’investimento in ogni epoca. L’autore, studiando come gli investitori
prendono le loro decisioni, ha distinto due metodi di investimento: il
metodo intuitivo basato sulle conoscenze e le esperienze degli
investitori, e il metodo quantitativo o attuariale, basato sulle analogie
riscontrate dall’analisi di un grande numero di esempi passati e
attuali. L’autore ha scoperto che la maggior parte degli investimenti
viene fatta su una base intuitiva, perché chi gestisce i soldi, anche di
professione, pensa di avere una conoscenza, un’intelligenza e
un’abilità superiori per individuare le azioni redditizie. La cosa
curiosa è che l’80% dei sistemi che seguono una routine, ovvero che
sono sistematici, ha delle performance superiori agli indici azionari
basati sull’attività degli specialisti del settore. Questo significa che
quelli che non conoscono nulla sugli investimenti azionari, ma
seguono un sistema di investimento con un metodo meccanico, non
intuitivo, battono sistematicamente tutti i professionisti
dell’investimento.
Perché i professionisti della finanza investono
in opzioni
Abbiamo assistito tutti al decollo del mercato finanziario, dovuto
all’era di internet. Erano tutti diventati investitori in borsa. La verità è
che queste persone hanno scherzato con un gioco senza
conoscerne le regole e hanno perso. Ho clienti che ci hanno rimesso
anche l’80% del loro patrimonio; persone che erano abituate ad
avere milioni di euro in banca si sono trovate improvvisamente con il
loro patrimonio distrutto. Mentre il mercato crollava, io non ho mai
guadagnato così tanto. Come mai? Perché mi sono preso la
responsabilità dei miei soldi e li ho investiti con oculatezza,
conoscendo gli strumenti e spendendo in corsi di formazione.
I vantaggi delle opzioni per qualsiasi tipo di investitore
Esistono sistemi per guadagnare se il mercato sale, scende o
procede in modo laterale. La gente, di solito, ha un approccio buy
and pray (ovvero compra e prega). Io invece preferisco investire in
opzioni. Le opzioni sono uno degli strumenti più evoluti delle azioni,
che permettono di guadagnare non solo se l’azione sale, scende o si
muove lateralmente, ma anche indipendentemente dall’oscillazione
del titolo o dal passare del tempo. Se andrete in banca vi diranno
che siete matti e che le opzioni sono rischiose. La cosa rischiosa
invece è non conoscerle, e investire in borsa senza usarle. Sono uno
strumento incredibilmente flessibile, eppure chi non le conosce
crede che siano pericolose. Io vi assicuro che lo sono assai meno
rispetto alle azioni e con un rendimento davvero interessante.
Investire in borsa
L’investimento in borsa, o trading, rappresenta un altro strumento
della Libertà Finanziaria. Investire in borsa comporta una serie di
vantaggi non trascurabili. Il primo è che si può fare in qualunque
parte del mondo, bastano un pc e la possibilità di collegarsi a
internet. Il secondo vantaggio è che si può partire con un capitale
minimo.
Alcune statistiche dicono che l’87% delle persone perde in borsa:
il restante 13% guadagna tutti i loro soldi! Evidentemente chi
conosce il gioco guadagna su quelli che si avventurano senza
sapere le regole.
Perché la gente perde i propri soldi con il trading? Premesso che
sull’argomento trading vi sono migliaia di libri, vorrei illustrarvi alcuni
princìpi che poi potrete trovare nei miei corsi sugli investimenti in
borsa. Perché le persone perdono in borsa? Ho individuato almeno 5
elementi.
1. La gente non ha un piano per fare trading, non sa quando e come
entrare nel gioco.
2. Molti non hanno regole testate e verificate scientificamente e si
basano su quello che dice l’amico o il direttore di banca.
3. Molte persone non sono in grado di pianificare l’uscita
dall’investimento.
4. Molti hanno paura di perdere, ma perdere fa parte del gioco. Il
problema è che la gente fa fatica ad accettare di aver sbagliato e
trasforma una posizione di piccola perdita in una catastrofe
finanziaria.
5. Mai investire senza prima essersi documentati e soprattutto senza
avere un paracadute.
Investire in borsa vuol dire genericamente comprare e vendere
azioni sul mercato. L’azione è una parte di azienda. Quando compro
un’azione Microsoft divento socio di Bill Gates per una quota
infinitesimale. Il mercato, ovvero la somma di tutti gli operatori di
borsa, compra e vende azioni Microsoft, come se fossero merci, per
speculare. Milioni di azioni tutti i giorni vengono vendute e
acquistate. Il prezzo del listino è quello su cui compratori e venditori
si sono accordati quel giorno. Il valore delle azioni cambia in base
alle aspettative di utile che si possono ottenere nel futuro. Più ci si
aspetta che l’azienda crei nuovi prodotti/servizi e renda bene, e più
l’azione tende a salire.
Meno «sana» è l’azienda, meno utili produce, e più si abbassa il
valore delle azioni.
Quello della borsa è un settore affascinante dove paura e avidità
si mischiano alle competenze tecniche.
La maggior parte delle persone che investono in borsa compra un
titolo sperando che salga.
In realtà si guadagna di più quando i titoli scendono e quindi sul
mercato finanziario si può vendere qualcosa che non si è acquistato.
Vi faccio un esempio: vendo Microsoft (MSFT) a 30 $, esiste
qualcuno che di mestiere mi presta il titolo con l’impegno che entro
un tot di tempo lo restituisco. Incasso 30 $ (ho venduto), il titolo
scende e va a 26 $. Io compro il titolo. A questo punto mi trovo con
la seguente situazione:
Figura 39
Chi non ha mai sentito parlare di queste cose dovrà apprendere
un nuovo linguaggio.
Come avrete capito, quando investo in qualunque settore cerco di
farlo con meno capitale possibile, usando le leve finanziarie più alte
che riesco a trovare in modo che il mio denaro lavori al massimo
rendimento.
Per fare questo non uso le azioni bensì le «opzioni».
Ecco perché:
Compro 1.000 azioni MSFT a 30 $.
Investimento totale: 30.000 $.
Rischio teorico: 30.000 $.
Che cosa succede se il titolo sale del 30%?
Azioni MSFT a 39 $.
Utile: 9.000 $.
Posso replicare lo stesso portafoglio iniziale con MSFT a 30 $ se
compro un diritto che a una determinata scadenza mi faccia
acquisire la possibilità di comprare MSFT a 30 $. Il diritto si chiama
call.
Compro 10 opzioni (una opzione equivale a 100 azioni) a 2 $ per
azione (supponendo che questo sia il valore di quel diritto).
Investimento totale: 2.000 $.
Rischio: 2.000 $.
E qui sta la grossa differenza. Rischio meno soldi, e ho quindi
bisogno di meno capitale. Ma non è finita. Che cosa succede se,
come nel caso precedente, il titolo guadagna il 30% e va a 39 $?
Succede che la nostra opzione da 2 $ in prima approssimazione
andrà a circa 9 $.
Il 30% di aumento dell’azione equivale al 350% di aumento delle
nostre opzioni.
Una grande differenza!
Riassumiamo in una tabella questi valori:
Tabella 18
Ma c’è di più. Cosa succede se il titolo scende del 30%?
Tabella 19
Quindi meno capitale, meno rischi, più performance: ecco perché
amo le opzioni!
È vero però che abbiamo il 100% del capitale impiegato. Ecco
perché non investo mai più del 5% del mio capitale in una
operazione in opzioni.
Se non vi è chiaro pensate a una call come un compromesso
sulle case. Mi impegno a comprare la casa entro una certa data a 30
$. Pago per il compromesso 2 $. Se dopo il compromesso vicino alla
casa costruiscono una discarica, il valore della casa crolla e io ho
perso la caparra. Se invece vicino alla casa ci fanno un campo da
golf, la casa non varrà più 30 $ ma bensì 39 $. Quanto vale adesso il
mio contratto che mi permette di comprarla a 30 $? Vale circa 9 $.
Come per gli immobili mi piace controllare un immobile di grande
valore con pochi soldi.
Come abbiamo già detto, la banca ritiene che investire in opzioni
è troppo pericoloso.
In realtà è pericoloso se non sapete utilizzare questo sistema.
Avete mai pensato di utilizzare le opzioni per proteggere l’acquisto
di un’azione?
Supponiamo di aver acquistato 1.000 azioni di Microsoft: abbiamo
visto nell’esempio precedente che, se il titolo perde il 30%, il rischio
di perdita è di 9.000 $.
Compro contemporaneamente 10 opzioni put (una opzione
equivale a 100 azioni) a 2 $ ciascuna.
Investimento totale: 2.000 $.
Rischio: 2.000 $.
Quando compro opzioni put ottengo un diritto che a una
determinata scadenza mi faccia acquisire la possibilità di vendere
MSFT a 30 $. Il diritto si chiama put. Se il titolo scende del 30%, il
diritto di vendere il titolo a 30 $, quando il valore attuale del titolo è di
21 $, ha un costo di 9 $: le opzioni put hanno guadagnato il 350%.
Se ho acquistato contemporaneamente 1000 azioni Microsoft e
10 opzioni put e il titolo scende del 30%, la perdita dell’investimento
si riduce da 9.000 $ a 2.000 $: questa tecnica è chiamata protective
put.
Tabella 20
Come potete notare dalla tabella vi è un minor rischio
complessivo: 2.000 $ contro i 30.000 $ precedenti!
Avete un’assicurazione quando guidate un’auto? E perché
dunque non assicurare i vostri investimenti? Vi ricordo che i ricchi
sono tali perché gestiscono i rischi. Acquistare delle put è un modo
banale per assicurarsi contro il crollo di un titolo. Quanti hanno
investito durante il boom della New Economy senza avere
un’assicurazione? Che fine hanno fatto i loro risparmi?
Un altro aspetto interessante delle opzioni è una strategia
chiamata straddle. Se la call è il diritto di comprare un’azione a un
determinato prezzo entro una determinata scadenza, la put è il diritto
di venderla.
Analizzando i grafici possiamo vedere che guadagnerò se il titolo
scende o il titolo sale oltre il punto di pareggio, ovvero oltre il costo
della put e della call. Vuol dire che se il titolo si muove ma non so se
salirà o scenderà potrò guadagnare in entrambe le direzioni. Troppo
bello per essere vero? No. Infatti anche la straddle ha una serie di
componenti di rischio che però sono facili da calcolare. Se il titolo
non si muove la mia straddle perde soldi. Infatti, le opzioni, a
differenza delle azioni, hanno una data di scadenza, e il loro valore è
influenzato dal numero di giorni che mancano appunto a tale data.
Poiché sono considerati come dei contratti assicurativi, immaginatevi
di avere stipulato l’assicurazione per la vostra auto per 1 anno o per
6 mesi o per 2 mesi. È chiaro che l’assicurazione per 1 anno costerà
di più di quella per 2 mesi. L’opzione da 1 anno a 2 mesi, a parità di
altri fattori, perderà valore.
Figura 40
Figura 41
Figura 42
Ma quando ci si possono aspettare dei movimenti bruschi nella
vita di un’opzione? 4 volte all’anno, ogni 3 mesi, quando le aziende
dichiarano quanti utili hanno prodotto.
Avete mai sentito perdere o guadagnare Yahoo del 10% in un
giorno? Se aveste avuto una straddle che cosa sarebbe successo?
Quando ci sono gli utili, i titoli si muovono in alcuni casi anche
violentemente, offrendo ottime opportunità di guadagno.
Chiaramente è importante quello che viene definito lo stock picking,
ovvero le regole per scegliere un titolo. Più sono definite e testate su
base statistica più il nostro metodo è solido. Quanti di voi che in
questo momento stanno leggendo magari hanno investito e perso in
borsa perché non sapevano che cosa fossero le opzioni e
ignoravano che si potesse guadagnare sia quando il mercato scende
sia quando sale?
Un’altra fantastica opportunità è che, come abbiamo già detto, le
opzioni perdono valore con il passare del tempo.
Per ben il 67% del tempo il mercato va laterale. Per il 20% del
tempo il mercato cresce e per il 13% del tempo scende. Che cosa
succederebbe se avessimo una strategia che ci permettesse di
guadagnare se il mercato va laterale e sale (67% + 20%) o scende e
va laterale (67% e 13%)? Succederebbe che avremmo ragione
l’87% delle volte o l’80%. Quasi 8 o quasi 9 volte su 10.
Mercato Mercato Mercato Probabilità
LATERALE RIALZISTA RIBASSISTA di successo
CASO 1 67% 20% 87%
CASO 2 67% 13% 80%
Ecco che cosa vuol dire fare trading. Mettere le probabilità dalla
propria parte.
Molti non vogliono perdere mai. Perdere facendo trading è
normale, fa parte del gioco e del processo di apprendimento.
Perdendo 1 volta su 5 però si guadagna bene soprattutto se la
perdita si mantiene piccola.
Pensate che bello se voi poteste essere il banco del casinò
oppure se poteste essere la compagnia di assicurazioni. Che cosa
succederebbe? Semplice: che alla lunga guadagnereste!
Allo stesso modo delle compagnie di assicurazioni che incassano
i premi assicurativi dai loro clienti, garantendo loro l’intero valore
dell’auto in caso di sinistro, possiamo incassare i premi delle
opzioni? Certamente sì: possiamo pensare di vendere delle opzioni
per incassare il loro costo. Posso farmi prestare delle opzioni con
l’impegno di restituirle entro una determinata scadenza. La vendita
allo scoperto di un’opzione call così come di un’azione, ha un rischio
potenziale molto alto: se il titolo sale vertiginosamente corro il rischio
di doverlo riacquistare a un prezzo altissimo per poterlo restituire alla
data stabilita.
Vendo 1.000 azioni MSFT a 30 $.
Aumento di 5 volte del titolo = nuovo prezzo MSFT a 150 $.
Devo ricomprare il titolo MSFT a 150 $ per poterlo restituire.
Perdita: 120.000 $.
Allo stesso modo con le opzioni:
Vendo 10 opzioni call MSFT a 2 $.
Aumento di 5 volte del titolo = nuovo prezzo opzione MSFT a 120
$.
Devo ricomprare le opzioni MSFT a 120 $ per poterle restituire.
Perdita: 118.000 $.
Tuttavia il titolo potrebbe salire ancora di più e le nostre perdite
aumenterebbero di conseguenza.
È possibile avere tutti i vantaggi della vendita delle opzioni senza
correre questi rischi? È possibile prendere vantaggio dal passare del
tempo indipendentemente dal fatto che il mercato scenda o rimanga
laterale ovvero che salga o rimanga laterale?
Il bello delle opzioni è che è possibile combinare la vendita delle
opzioni con l’acquisto a basso costo di altre opzioni che mi
proteggano da questo rischio potenzialmente illimitato e guadagnare
per il passare del tempo.
Questa tecnica è chiamata credit spread.
Supponiamo che Microsoft valga oggi 30 $ e che 30 $ sia un
valore massimo al di sopra del quale il titolo fatica ad andare: in
termini tecnici si direbbe che 30 $ è un livello di resistenza.
Vendo l’opzione call incassando il premio di 2 $ e
contemporaneamente compro un’opzione call a basso costo (Out of
the Money) 1 a copertura del mio rischio che supponiamo di pagare
0,50 $.
In questo modo abbiamo ridotto di poco il premio che incassiamo
(1,50 $), ma abbiamo limitato il rischio: se il titolo scende al di sotto
di 30 $ o rimane a 30 $ entro una data stabilita guadagniamo il
premio di 1,50 $.
Vendo 10 opzioni call a 2 $ = incasso 2.000 $.
Compro 10 opzioni call a 0,50 $ = pago 500 $.
Credito operazione = 1.500 $.
Mercato Mercato Mercato
LATERALE RIALZISTA RIBASSISTA
CREDIT SPREAD CALL profitto (+) perdita (–) profitto (+)
CREDIT SPREAD PUT profitto (+) profitto (+) perdita (–)
Questi sono solo alcuni dei modi base per guadagnare con le
opzioni! Più imparerete, più possibilità riuscirete a intravedere.
Ricordatevi che, se sapete come farlo, non esiste niente al mondo
che renda tanto quanto il trading in opzioni.
Certamente le opzioni hanno dei rischi, rappresentati dal fatto che
non sono conosciute se non da pochi specializzati trader al mondo
che con esse ottengono dei risultati che i più non possono
immaginare. Se volete diventare ricchi anche voi sarà necessario
impiegare qualche tempo per imparare la tecnica che spieghiamo ai
nostri corsi, ma, una volta acquisita, i vantaggi dureranno per tutta la
vita!
1 Out of the Money: è la definizione data alle opzioni il cui valore di esercizio è più
alto del valore corrente del titolo (nel caso di una opzione call) ovvero più basso
(nel caso di un’opzione put).
Esempio: il titolo vale 30 €
Valore Esercizio CALL PUT
dell’opzione
30 At the money At the money
32 Out of the money In the money
27 In the money Out of the money
16
Le tue potenzialità
d’investimento
Spesso le persone vengono da me e si lamentano che non hanno
soldi e che non possono guadagnarne, e cercano di convincermi che
la loro situazione non potrà mai cambiare.
Credono che per diventare ricchi ci sia bisogno di tempo (T),
denaro ($) e abilità (A). In realtà hanno soprattutto bisogno di
convinzioni potenzianti (C) e di fare (F), ovvero agire, mettersi in
moto e compiere azioni massicce.
Il potenziale d’investimento è dato dalla moltiplicazione dei fattori
che possiamo mettere in gioco.
Figura 43
Prendiamo in esame questi valori in una scala che va da 1 a 10.
Per rendere tutto più chiaro voglio raccontarvi la storia di due miei
corsisti, Andrea e Gabriella. Conobbi questi due ragazzi alcuni anni
fa, erano appena rientrati da un’avventura in Sud America dove, a
causa della situazione socio-politica esplosiva di quel Paese in quel
periodo, avevano perso quasi tutti i loro capitali ed erano dovuti
tornare in Italia in fretta e furia. Avevano però una cosa ben chiara in
mente, una mappa: volevano diventare liberi finanziariamente e per
riuscirci cominciarono a cercare un coach finanziario e cioè un
allenatore che potesse seguirli fino al raggiungimento del loro
obiettivo. Contattarono la mia organizzazione e vennero da me
chiedendo di essere aiutati.
Figura 44
Come potete vedere dal grafico della figura 43 (vedi qui), Andrea
e Gabriella avevano tanto tempo, buone convinzioni, pochi soldi,
poca abilità e molta voglia di fare.
Cominciai subito ad adoperarmi affinché potessero sviluppare
delle abilità attraverso lo studio, frequentando i miei corsi e
informandosi. In poco tempo le loro potenzialità d’investimento
raddoppiarono!
Figura 45
A questo punto li indirizzai verso l’investimento immobiliare e alla
ricerca di partner che potessero finanziare il loro sogno.
Come si vede nella figura 46 (vedi qui), le abilità crescono e
Andrea e Gabriella hanno un po’ meno tempo perché si dedicano a
formarsi.
Figura 46
Dopo qualche mese acquistano la loro prima casa a un’asta
immobiliare e a questo punto cominciano ad arrivare anche i risultati
economici e le convinzioni si rafforzano. Le abilità continuano a
crescere.
Figura 47
Andrea e Gabriella continuano a crescere e così, in modo
esponenziale, fanno i loro risultati. Più convinzioni che muovono le
loro azioni, più denaro, più abilità: fanno e agiscono sempre di più.
Figura 48
Andrea e Gabriella spesso sono nostri ospiti ai corsi sugli
investimenti immobiliari: vengono a portarci la loro testimonianza.
Sono partiti praticamente da zero e nell’arco di 2 anni hanno
accumulato una bella fortuna. Sono cresciuti, hanno studiato e
hanno investito i soldi nel coaching, vincendo la loro scommessa.
Ma soprattutto oggi sono liberi di decidere il loro futuro.
Quando qualcuno si rivolge a me per essere aiutato a creare un
piano finanziario, faccio sempre compilare un conto economico e
uno stato patrimoniale. Vedere nella disponibilità di cassa una cifra
vicina a quella che chiedo per un programma di coaching e sapere
che due persone investono su di me quasi tutto quello che hanno, da
una parte mi riempie di orgoglio e dall’altra mi conferisce una grande
responsabilità.
Quando mi fermo a pensare a quello che molte persone, di cui
sono stato il coach, sono state in grado di creare, capisco
l’importanza del mio lavoro e del lavoro di coloro che fanno parte
della mia società e che ogni giorno si impegnano insieme a me a
fare in modo che altri non rinuncino ai propri sogni.
Proviamo ora a pensare a chi senza nessuna formazione, negli
anni del boom di internet, ha investito direttamente in borsa o ha
comprato un bel fondo d’investimento.
Figura 49
Perché hanno perso? Non hanno investito in tempo e formazione
e hanno zero conoscenze tecniche e del settore. Chi come me
aveva la tecnica giusta e ha investito tempo e denaro per andare a
formarsi dai migliori esperti al mondo ha potuto trasformare un
imprevisto in un’opportunità.
Tu dove sei?
Figura 50
E ora tocca a te: usa questo strumento per valutare
obiettivamente il tuo potenziale d’investimento. Crea subito un
programma per espandere le tue potenzialità d’investimento.
17
Raggiungere gli obiettivi:
il «goal getting»
Mentre ero in America un trainer mi disse: «Se non hai un
progetto e degli obiettivi per la tua vita, qualcun altro ne avrà per te».
Questa è una delle frasi che mi hanno colpito di più. Inorridisco
all’idea che qualcun altro abbia un progetto per la mia vita. Voglio
essere io il padrone delle mie azioni.
Ogni viaggio, anche di migliaia di chilometri, inizia con un primo
passo. Senza obiettivi, la vita è come se ci scorresse addosso.
Avere obiettivi è come scagliare una freccia verso il centro del
proprio target. Non è importante sapere da dove vieni, ma dove vuoi
andare. Tutte le persone di successo sono orientate verso un
risultato, sanno esattamente quello che vogliono e sono focalizzate
nel raggiungerlo, giorno dopo giorno.
La storia di John
Ero andato negli Stati Uniti per frequentare un corso. Una sera
incontrai nella veranda dell’albergo il mio trainer. Avevamo
cominciato a chiacchierare quando, a un certo punto, John mi
interruppe e mi disse: «Alfio, la cosa migliore che io posso fare per
aiutarti è di non darti più informazioni, ma lavorare un po’ con te sulla
lista dei tuoi obiettivi». Gli obiettivi chiari sviluppano la sicurezza in
se stessi e ampliano le competenze, consentendo alti livelli di
motivazione.
Così John mi disse di andare a prendere la mia lista. Io gli risposi
che non l’avevo ancora scritta. Mi guardò dritto negli occhi e mi
disse: «I understand! Capisco, scommetto che ti saranno rimasti
pochi spiccioli sul conto o che hai debiti, right?» Ma come faceva a
sapere che non avevo soldi? Che ero in bolletta e che avevo usato
gli ultimi soldi rimasti sulla mia carta di credito per iscrivermi a quel
corso?
John aggiunse: «Come fai a essere economicamente libero, se
non hai un progetto? E come fai a sapere a che punto sei
finanziariamente se non controlli la tua situazione?» Quel giorno ho
capito che se volevo ottenere qualcosa nella mia vita, dovevo avere
un buon piano.
Vivere senza obiettivi chiari è come avere una bella barca, con
tutto il vento a disposizione, e non sapere in che direzione spiegare
le vele. La barca rischia di muoversi a seconda di dove soffia il vento
senza una direzione precisa, e quel vento non servirà a niente se
non si sa dove si vuole andare. Se non hai fissato i tuoi obiettivi, non
saprai mai se li hai raggiunti. Avere degli obiettivi è una cosa molto
importante, eppure solo poche persone li hanno scritti, definiti e ci
lavorano ogni giorno.
Ci sono 4 ragioni per cui non si definiscono gli obiettivi:
• Perché non si capisce la loro importanza. Guardati intorno:
quanti amici o famigliari hanno i propri obiettivi chiari, definiti e
scritti?
• Perché non si sa come definirli. Tanti pensano di avere già degli
obiettivi perché credono che i propri desideri o sogni – come quello
di essere felici, di avere una bella famiglia, di possedere molto
denaro – siano già degli obiettivi. Sfortunatamente per loro sono
solo desideri. Un obiettivo è molto diverso da un sogno: è chiaro, è
scritto ed è specifico. Può essere velocemente illustrato a un altro,
lo si può misurare e verificare se lo si è raggiunto o meno.
• Perché si ha paura del fallimento. Un fallimento fa male. Che sia
finanziario o emotivo è stressante. Abbiamo tutti sperimentato
qualche fallimento. Molti fanno l’errore inconscio di non fissare
nessun obiettivo per paura di fallire. Nessun obiettivo, nessun
fallimento.
• Perché si ha paura del rifiuto. Alcuni hanno paura di fissarsi un
obiettivo perché temono che altri possano criticarli o ridicolizzarli.
Spesso è meglio mantenere segreto il tuo obiettivo. Se nessun
altro lo conosce, almeno eviterai conflitti con chi non ti capisce.
Rendilo pubblico solo se pensi che ciò possa essere un incentivo e
se non hai paura del giudizio degli altri.
Nei corsi che ho frequentato, ho affrontato spesso l’argomento
degli obiettivi. Alcuni di quelli che mi ero prefissato non hanno avuto
seguito, principalmente per due motivi:
1. Alcuni miei obiettivi erano in conflitto con i miei valori o le mie
credenze.
2. Non avevo fatto quello che gli americani chiamano chunk down,
ovvero una suddivisione dell’obiettivo in sotto-obiettivi che, una
volta determinati, si possono concretizzare ed essere messi in
agenda, per poter compiere facilmente ogni giorno una sola
azione nella loro direzione. Il mio amico Jean-Christophe Casalini
sostiene che tanti piccoli obiettivi fanno un grande obiettivo. Infatti
da una corsa di 5 minuti, oggi Jean-Christophe è diventato un
maratoneta.
Quali sono gli ostacoli al raggiungimento dei tuoi
obiettivi?
Quando si vuole raggiungere il proprio obiettivo si incontrano 6
ostacoli principali, ma se hai coraggio, disciplina, responsabilità e
serietà puoi tranquillamente superarli e arrivare al successo. Non
importa quanto sei determinato a raggiungerlo, perché incontrerai
sempre ostacoli sul tuo cammino. Vediamoli:
1. La paura: può sviarti e scoraggiarti, può diventare un’abitudine
che si inserisce dentro di te a livello inconscio e ti impedisce di
cambiare.
2. La bassa autostima: l’autostima rappresenta il valore che dai a te
stesso. Una bassa autostima ti dà un’immagine di te che non
corrisponde alla realtà. È come avere un pezzo d’oro in mano ed
essere convinti di possedere un pezzo di carbone. Questo non
vuol dire che una bassa autostima riguardo a un’area della vita si
ripercuote nelle altre. Si può avere una serie di fallimenti in
famiglia, eppure avere successo nel lavoro. Tocca a te individuare
come definirti nelle diverse aree della tua vita.
3. Le brutte abitudini: se subisci un fallimento nel raggiungimento di
un obiettivo, è probabile che tu abbia qualche abitudine negativa.
Abbiamo già trattato il potere che il dialogo interno e il linguaggio
con gli altri hanno sulla nostra vita. Se continui a dirti: «Non posso
farlo» o «Non sono capace», non arriverai mai da nessuna parte.
Inoltre se, dopo aver stabilito un obiettivo, trovi sempre qualche
intralcio, vuol dire che anche lì c’è qualche altra brutta abitudine.
Forse dai importanza a cose che non ne hanno distogliendo
l’attenzione dai tuoi obiettivi, oppure non ti prepari mai abbastanza
per raggiungerli.
4. La mancanza di abilità e di conoscenze: se, per migliorare la tua
carriera, devi per forza imparare una lingua straniera, o come
usare un programma specifico del computer, o avere eccellenti
capacità comunicative, esistono molti libri e organizzazioni che
possono insegnarti quello di cui hai bisogno.
5. La scarsa disciplina: diventare una persona migliore richiede
molta determinazione, disciplina e costanza. Una scarsa disciplina
porta a risultati inconsistenti, una buona disciplina a buoni risultati.
La disciplina si può apprendere e migliorare.
6. La scorretta gestione del tempo: abbiamo tutti le stesse ore a
disposizione e quindi come si trascorre la giornata può essere
all’origine di fallimenti. Se non sei soddisfatto di come impieghi il
tuo tempo focalizza l’energia verso i risultati che desideri ottenere
e stabilisci obiettivi chiari e verificabili, e dei sotto-obiettivi da
raggiungere entro periodi più brevi. È importante controllare
regolarmente se le tue azioni corrispondono alle tue
«miniscadenze». Se segui questo procedimento, presto sarà così
familiare per te che diventerà un’abitudine.
Stabilire obiettivi è una delle cose più importanti nella vita, ma lo è
anche concedersi piccole ricompense. La ricompensa agli sforzi
gratifica e motiva. Inizia con qualcosa di piccolo che ti possa far
sentire bene.
Le persone di successo agiscono, hanno voglia di sperimentare e
credono che sia possibile realizzare i propri sogni. Come abbiamo
già visto, qualunque cosa in cui credi può diventare realtà. Tu non
credi in quello che vedi, vedi solo quello che già credi. Il tuo sviluppo
personale incomincia quando cambi le credenze che hai su te stesso
e sulle tue possibilità. Vuoi raddoppiare il tuo stipendio? Certo! Ma la
vera domanda è: credi che sia possibile?
Alfio spiega
Le peggiori credenze sono quelle che ti limitano. Se sei
convinto di essere limitato in qualcosa, lo diventerai.
Le convinzioni possono essere acquisite
Una buona notizia è che le convinzioni possono essere acquisite,
e anche modificate, specialmente se non sono potenzianti. Quando
vieni al mondo, non hai ancora nessuna credenza riguardo a te
stesso, a una religione, agli altri, e riguardo al mondo in generale.
Soltanto dopo ti accorgi che molte delle convinzioni che hai su te
stesso sono false e spesso limitanti.
Immagina adesso di andare a un supermercato di convinzioni.
Come in qualsiasi supermercato, puoi comprare il tipo che vuoi e
programmarlo nel tuo subconscio. Quali potrebbero essere quelle
utili per realizzare i tuoi obiettivi? Quando non riesci a raggiungere
un obiettivo, analizza subito le idee limitanti e rifiutale.
Personalmente, avevo delle resistenze nel perseguire i miei
obiettivi, perché mi sentivo in conflitto con me stesso. Facevo un
passo avanti e uno indietro. Il riconoscimento dell’esistenza di
queste resistenze e l’assunzione completa della responsabilità delle
mie azioni mi hanno permesso di cambiare atteggiamento e di
riuscire nel mio intento. Gli obiettivi danno un significato, uno scopo,
indicano una direzione da seguire. Quando sai che stai facendo
progressi e che ti stai muovendo nella direzione giusta, ti senti
veramente felice. E più progredisci e più ti senti felice e fiducioso
delle tue capacità, e ti convinci di essere in grado di raggiungere in
futuro mete ancora più audaci; senti di avere il controllo della tua
vita.
Goal Getting significa «raggiungere l’obiettivo». Come riuscirci? Il
modello per la creazione degli obiettivi è stato elaborato utilizzando
sia le tecniche di Goal Setting sia quelle della Programmazione
Neurolinguistica (PNL). Una delle cose più efficaci della PNL è la
possibilità di estrapolare dei modelli osservando chi ha già ottenuto
eccellenti risultati, come per esempio campioni sportivi, i migliori
trader di borsa, i top manager eccetera. Durante i numerosi corsi che
ho seguito, si parlava molto dell’importanza di «settare» gli obiettivi.
Io li definivo, ma non li raggiungevo. Mancava qualcosa. Ho quindi
modificato la mia procedura, e dal settare i miei obiettivi sono
passato al raggiungerli. Ecco perché ho chiamato questa parte del
corso Goal Getting.
Il modello Goal Getting elaborato si basa su una serie di attività
che ti guideranno a ricercare e a formulare i tuoi veri obiettivi che
dovrai definire affinché siano veramente motivanti e potenzianti.
Il punto di partenza di ogni obiettivo è l’intenso desiderio di
raggiungerlo. Devi sviluppare un desiderio intenso per gli obiettivi
che vuoi raggiungere. Solo così potrai avere l’energia necessaria per
superare qualsiasi ostacolo fino alla meta finale. La buona notizia è
che puoi realizzare qualsiasi cosa desideri fortemente.
A uno dei più ricchi petrolieri americani, Hunt, fu chiesto qual era il
segreto del suo successo. Egli rispose che per riuscire sono
necessarie solo 3 cose:
1. Sapere che cosa si vuole esattamente.
2. Rendersi conto che c’è sempre un prezzo da pagare.
3. Pagarlo.
Formulando i tuoi obiettivi, potrebbero emergere fattori di conflitto,
ma le tecniche illustrate nelle pagine seguenti ti permetteranno di
evidenziarli facilmente, di capirli e di modificarli per trasformarli in
punti di forza, in elementi a supporto dei tuoi scopi.
Scopri la tua PASSIONE
Il primo passo da compiere è capire qual è la tua passione.
Che cosa potrebbe dare un significato importante alla tua vita?
Che cosa ti suscita un’emozione forte e travolgente e, nello stesso
tempo, ti dà la carica?
C’era una volta un uomo che, mentre passeggiava, incontrò dei
muratori che stavano lavorando a una costruzione. Chiese al primo:
«Cosa fai, buon uomo?» Questi rispose: «Faccio il muratore, metto
un mattone dopo l’altro e costruisco un muro, faccio solo il mio
lavoro». Era una persona che aveva un obiettivo. Poi il nostro uomo
pose la stessa domanda a un altro lavoratore. Quest’ultimo, con un
enorme sorriso pieno di energia, gli rispose: «Sto costruendo una
grande cattedrale, un monumento che rimarrà nei secoli, che
rappresenta ciò che l’uomo, se veramente crede in se stesso, può
raggiungere mediante l’aiuto di Dio». Questo sì che era qualcuno
che viveva con passione!
Napoleon Hill, uno dei padri dello sviluppo personale, vissuto un
secolo fa, sostiene che una delle chiavi del successo è scoprire
quello che veramente amiamo fare, e poi trovare il modo di vivere
facendolo. Per la maggior parte i milionari, se intervistati, ti diranno
che non hanno mai lavorato un giorno in vita loro, perché fanno
quello che veramente vogliono.
Scoprendo qual è la tua passione, sentirai una grande spinta
energetica in tutto il tuo corpo.
«Puoi fare quello che decidi di
fare, per il semplice fatto che lo
desideri.»
WAYNE DYER
Sogna il risultato e programma come raggiungerlo
Ricordati che il primo passo per ottenere risultati nella vita è
sognarli, poi desiderarli, volerli, programmare come ottenerli, e
pagare il prezzo per ottenerli.
Se ti fissi degli obiettivi avrai una vita più piena e più equilibrata in
ogni senso.
Determina dove sei
Se hai deciso di prendere il controllo della tua situazione
finanziaria devi sapere a che punto sei. Compila il tuo conto
economico e lo stato patrimoniale. In questo modo capirai qual è il
tuo punto di partenza.
Se vuoi guadagnare di più, prima di tutto considera quanto
guadagni ora, quanto hai guadagnato l’anno precedente, quanto il
mese scorso, e quanto guadagnerai il mese prossimo. Determina
quanto guadagni in un’ora; ti basta dividere il tuo stipendio o quello
che guadagni all’anno per 2000, che sono più o meno le ore
lavorative in un anno. Oppure puoi dividere le tue entrate mensili per
172 che sono approssimativamente le ore lavorative in un mese. Ad
alcuni dei miei clienti, che sono dei professionisti, faccio calcolare
quanto guadagnano ogni settimana in confronto alle settimane
precedenti. Successivamente faccio scrivere loro l’obiettivo per
incrementare le loro entrate.
Ora, se tu non stai guadagnando a sufficienza, prova a porti con
onestà queste domande: «Perché non sto ancora percependo la
cifra che voglio? Che cosa mi trattiene dall’ottenerla?» «Quale
attività potrei svolgere subito per aumentare il mio valore orario?»
«Quali competenze devo avere o sviluppare per esercitare
quell’attività?» «Quali strumenti potrebbero aiutarmi?» «Quali corsi
frequentare?»
Come spesso ripeto, possono privarti della casa, della macchina
o del conto corrente, ma quello che hai imparato nessuno potrà mai
portartelo via. Ricordati che la capacità di imparare e di applicare le
tue conoscenze sul mercato deve essere il tuo più importante aiuto
finanziario.
«Quanto stai risparmiando al mese?» Chi non risparmia e non
impara a investire, e quindi non è responsabile dei risultati dei suoi
soldi, non ha presente la relazione di causa-effetto. Se non risparmi
oggi, costantemente, una parte delle tue entrate, rischi di crearti un
futuro da povero.
Il tuo subconscio funziona meglio con obiettivi chiari, compiti
specifici e misurabili, scadenze determinate e obiettivi verificabili. La
nostra mente inconscia ha bisogno di un sistema composto da
scadenze per ogni compito che ci siamo imposti. Senza questo
sistema, si rimandano sempre tutte le cose più importanti. Invece,
quando ti sei posto un obiettivo, e hai messo da parte tutte le scuse
che ti impedivano di raggiungerlo, è come se schiacciassi il pedale
dell’acceleratore della tua mente.
«Decidete che una cosa si può e
si deve fare e troverete il modo.»
ABRAMO LINCOLN
Le tue azioni attuali si riflettono sul tuo futuro
Alfio spiega
Il tuo comportamento di oggi avrà effetto sulla tua vita di
domani.
Se questo collegamento tra l’azione che compi oggi e il
tuo benessere futuro non ti è chiaro, non ci sarà nessuna
buona ragione perché tu metta in atto o eviti certi
comportamenti.
Credere che le tue azioni quotidiane determinino il tuo benessere
futuro permette di instaurare un rapporto di causa-effetto tra l’oggi e
il domani. Questo è lapalissiano nel controllo del peso: persone che
si alimentano correttamente collegano le scelte che fanno oggi con i
risultati che otterranno domani. Anche chi risparmia una parte dei
propri soldi ogni mese sta facendo la stessa cosa. Quindi, collega le
tue azioni con i risultati che vuoi ottenere e ricordati di pianificare il
tuo futuro, perché quello sarà il posto in cui andrai a vivere!
Sii disciplinato, completa al 100% le attività
È importante portare a termine tutti i compiti che ci eravamo
prefissi.
C’è un’enorme differenza tra portare a termine i compiti al 97% o
al 100%. Infatti, la maggior parte della gente lavora duramente per
arrivare al 97%, poi lascia perdere proprio nella fase finale. Questa è
una delle cose che devi assolutamente combattere. Ogni volta che
completi un obiettivo al 100%, il tuo cervello rilascia una piccola
quantità di endorfina, che ti dà una sensazione di benessere, e ti fa
sentire felice e in pace con te stesso. È una specie di droga naturale.
Per sentirsi vincitori basta completare i compiti al 100%.
Nel momento in cui acquisisci l’abitudine di compiere tutti i passi
che ti eri proposto, la qualità della tua vita si impenna in un modo
che non credevi possibile. Lasciare gli obiettivi in sospeso e non
terminare i compiti precedentemente assegnati è una delle maggiori
cause di stress, di ansia e di infelicità.
Molte persone abbandonano la meta prima ancora di aver provato
a raggiungerla, a causa di ostacoli, difficoltà e problemi che sorgono
non appena decidono di fare qualcosa che non hanno mai fatto
prima.
Le persone di successo cadono e falliscono molto più spesso
di quelle prive di successo
Si deve cadere e rialzarsi fino a trovare la soluzione. Tutto ciò che
vale la pena di fare, all’inizio lo si fa male.
Ricordati che diventi quello che pensi per la maggior parte del
tempo. Il focus delle persone di successo è la soluzione. I poveri
sono di continuo focalizzati su problemi e difficoltà. Se sei orientato
alla soluzione, sei costantemente alla ricerca di un sistema per
aggirare il problema, superarlo, passargli sopra. Se sei fissato sui
problemi, parli sempre di chi te li ha causati e di quanto sei
arrabbiato o ti senti sfortunato per quello che ti è successo.
Prenditi la responsabilità di cambiare adesso
Tra te e ciò che vuoi si frappongono problemi e ostacoli. Il
successo consiste nella tua capacità di risolvere i problemi.
Fortunatamente, risolvere i problemi è una capacità e, come tale,
si può acquisire. Più sei orientato verso la soluzione, e più semplice
sarà trovarne una. Più soluzioni trovi e più semplice e veloce sarà
risolvere i problemi.
Supera gli ostacoli
I due più grossi ostacoli che ti impediscono di raggiungere i tuoi
obiettivi sono la paura e i dubbi.
La paura è quella di fallire, di perdere denaro, di non essere
abbastanza bravi. I dubbi riguardano le nostre capacità. Ricorda che
queste emozioni le hai imparate, non sono innate.
Il dottor Martin Seligman dell’Università della Pennsylvania ha
passato più di 25 anni a studiare un fenomeno chiamato «impotenza
appresa». Seligman ha intervistato migliaia di persone e si è accorto
che più dell’80% della popolazione soffre in modo più o meno grave
di questa sindrome. Chi soffre di «impotenza appresa» ha la
sensazione di non essere in grado di raggiungere i propri obiettivi e
di migliorare la qualità della vita. La manifestazione più semplice di
questa sindrome è contenuta in due parole: «Non posso»;
qualunque sia la possibilità offerta a queste persone, loro rispondono
immediatamente così. Poi passano a elencare tutti i motivi a causa
dei quali non sono state capaci di raggiungere un dato obiettivo:
«Non posso trovare un lavoro migliore» o: «Non posso studiare»,
«Non posso risparmiare», «Non posso diventare ricco», «Non posso
costituire un’attività imprenditoriale da solo», oppure ancora: «Non
posso diventare un investitore». Hanno sempre una ragione che
distrugge subito il loro potenziale. Henry Ford diceva: «Che tu ci
creda o no, comunque, avrai ragione». L’«impotenza appresa»,
come potete intuire dal nome, si impara. È causata, generalmente,
da un eccesso di critiche ricevute durante l’infanzia, da esperienze
negative nella crescita o da fallimenti in età adulta.
Cambia il «Non posso» in «Come posso fare per…» Cambia il tuo
focus.
Sviluppa il «muscolo» del coraggio
Se ti accorgi di far parte della categoria di chi dubita di sé, ti
consiglio di fissare piccoli obiettivi, di stendere un piano preciso per
raggiungerli e di lavorarci. In questo modo svilupperai il «muscolo»
del coraggio e della fiducia in te stesso. Ricordati che le emozioni
sono come i muscoli: più li eserciti, e più diventano forti ed elastici.
Ma, se non li usi, tendono ad atrofizzarsi.
Uno degli altri ostacoli da affrontare è la cosiddetta «zona di
comfort»: il comfort nel lavoro, nella famiglia, magari un certo grado
di responsabilità, fanno sì che si diventi riluttanti a qualsiasi tipo di
cambiamento. La «zona di comfort» è il maggior ostacolo
all’ambizione, al desiderio di mettersi alla prova, al raggiungimento
degli obiettivi.
Si cresce solo quando non si è nella zona di comfort. Il comfort
uccide. Se hai l’obiettivo di vivere una vita «comoda», ti garantisco 2
cose:
• non sarai mai ricco;
• non sarai mai felice.
Felicità è crescere e svilupparsi fino alla massima potenzialità. I
bambini sono felici, proprio perché crescono e si espandono. Più è
alto il grado di incertezza con cui riusciamo a convivere e più
sicurezza e tranquillità riceveremo nella nostra vita.
Unita all’impotenza appresa, la zona di comfort crea un cocktail
mortale. Il modo per uscire dalla zona di comfort e rompere le catene
dell’impotenza appresa è quello di crearsi obiettivi audaci e
stimolanti.
Oggi, molti parlano dell’importanza del pensiero positivo. Pensare
in modo positivo è importante, ma non sufficiente. Pensare in
positivo senza controllo e senza alcuna direzione può trasformare
velocemente un pensiero positivo in una speranza positiva o in un
desiderio positivo. Più che un pensiero positivo, occorrono azioni
positive.
Sii flessibile
Alfio spiega
Sii molto chiaro riguardo agli obiettivi, ma flessibile sul
processo per raggiungerli.
Alcune persone hanno più successo di altre. Osservale, e ti
accorgerai che hanno una vita migliore, che hanno più soldi e che
sembrano soddisfatte.
La qualità più importante che puoi sviluppare, in questo periodo di
rapidi cambiamenti, è la flessibilità; il fattore più importante che
influisce sulla vita di oggi è senz’altro la velocità del cambiamento.
Viviamo in un’epoca di rapidi mutamenti, e questa velocità si
incrementa anno dopo anno. Purtroppo, essi non sono lineari; anzi,
sono discontinui. Pensa solo alle moderne tecnologie: ormai il disco
in vinile non esiste più e le videocassette sono diventate obsolete.
Oggi possiamo ricevere canali televisivi via internet. Senza un
telefono cellulare o un indirizzo e-mail, siamo tagliati fuori dalle
comunicazioni. I cambiamenti sono causa di forte stress, ed è per
questo motivo che patologie come ansia, depressione, stress e
attacchi di panico sono in forte aumento. Ci innamoriamo di una
procedura, di una metodologia e, non appena l’abbiamo imparata,
diventa vecchia.
Sono parecchi i fattori che guidano questi cambiamenti.
• Il primo fra tutti è l’esplosione dell’informazione. Ogni giorno c’è
una nuova scoperta, arriva una nuova informazione, subito
disponibile in tutti gli angoli della Terra, e ciò rende il mercato
soggetto a cambiamenti repentini. Per esempio, chi ha prodotto
carta fotografica per decenni, oggi deve cambiare strategia a causa
della diffusione delle fotocamere digitali. Qualsiasi prodotto, nel
momento in cui è disponibile sul mercato, è già obsoleto, perché
probabilmente ce n’è già un altro in produzione più economico ed
efficiente. Oppure considera l’instabilità politica che stiamo vivendo
dopo l’11 settembre, o ancora gli scandali finanziari che hanno
coinvolto centinaia di migliaia di risparmiatori che avevano investito
in aziende considerate sicure. Per essere flessibile devi
costantemente essere aperto alle nuove idee, alle informazioni, ed
essere consapevole che possono aiutarti, o danneggiarti, nel
raggiungimento dei tuoi obiettivi. Una nuova idea ti può far
guadagnare una fortuna o te la può far perdere. Una sola
informazione al momento giusto ti può far risparmiare un’enorme
quantità di tempo, di denaro e di problemi. Una mancanza di
informazione può costarti una fortuna.
• Il secondo fattore di cambiamento riguarda lo sviluppo di nuove
tecnologie, poiché, come abbiamo visto, qualsiasi cosa che oggi
funziona è già obsoleta. Bisogna sempre essere al passo con le
nuove soluzioni proposte dal mercato.
• Il terzo fattore di cambiamento è la competizione. Ai nostri giorni,
la competizione è diventata globale. La concorrenza è sempre più
determinata, più creativa, più agguerrita che mai e costantemente
alla ricerca di nuovi clienti per aumentare le vendite e ridurre i costi.
Credo che una delle regole della flessibilità sia quella di essere
molto chiari riguardo agli obiettivi ma flessibili sul processo per
raggiungerli. In poche parole, dovrai tenere sempre la mente aperta
e flessibile, essere calmo e curioso, andare alla ricerca di nuove
opportunità e possibilità che ti potranno aprire nuove porte.
Fermati a ogni tappa per celebrare i tuoi successi
Diventa il vincitore di te stesso: esulta quando tagli un traguardo!
Nella vita non basta fissarsi delle mete. Devi concederti un premio
ogni volta che hai superato una tappa nel tuo percorso verso il
miglioramento di te stesso. Una giusta ricompensa per i tuoi sforzi
incrementa la tua autostima e ti motiva a fare passi successivi.
Ricordati anche di riposare prima di intraprendere la prossima sfida.
Ogni volta che hai completato un’attività e che ti riposi, ti stai
avvicinando verso un traguardo più grande.
Per ogni sforzo disciplinato esiste una miriade di ricompense, ma
non devi lasciar passare troppo tempo tra uno sforzo e l’altro. Che
cosa succederebbe al tuo giardino se non ti imponessi la disciplina
di innaffiarlo tutti i giorni? Diventerebbe arido. Ebbene, lo stesso può
succedere alla tua vita.
Quali caratteristiche deve avere un obiettivo?
1. Deve essere specifico e misurabile temporalmente
Dirsi: «Voglio diventare ricco, voglio far carriera, migliorare la mia
situazione finanziaria, o quella amorosa» non sono obiettivi. Sono
solo desideri. Un obiettivo, per essere tale, deve essere in primo
luogo specifico e in secondo luogo misurabile nel tempo. Se invece
dici: «Entro un anno, voglio comprare un appartamento di 120 mq
nel centro di Milano», si tratta di un obiettivo specifico e misurabile.
2. Deve essere espresso in termini positivi
Ti ricordi quando abbiamo parlato delle immagini? Il nostro
cervello va nella direzione delle immagini che ci creiamo e non
riconosce il «Non», cioè la forma negativa. Quindi, una persona che
dice: «Non voglio più essere povero» crea nella propria mente
un’immagine di sé come povero che cerca di negare. Intanto però
l’immagine è stata creata e il danno fatto. Lo stesso vale, per
esempio, con: «Voglio diminuire le spese di 200 euro al mese». In
realtà, questo è un falso obiettivo, perché contiene qualcosa che
vuoi eliminare, non ciò che desideri. Invece: «Voglio avere un cash
flow positivo di 2000 euro al mese entro 6 mesi» è un obiettivo ben
formulato.
3. Deve essere credibile
Un obiettivo deve essere supportato dalle nostre credenze. Per
esempio, guadagnare 1 milione di euro all’anno è una cosa fattibile,
e in tutto il mondo molte persone ci riescono. Ma se un obiettivo è al
di fuori delle nostre convinzioni più profonde, se avvertiamo una
vocina che ci dice che è impossibile, è il segnale che dobbiamo
lavorare o sulla credenza, o sull’obiettivo. Se guadagni 1200 euro al
mese, passare a 2400 potrebbe essere già un ottimo obiettivo da
raggiungere in un tempo relativamente breve. Poi fare un passo
ulteriore diventa più semplice.
Ricordati che si tende a sopravvalutare quello che si può fare in
un anno, mentre si sottovaluta ciò che si può raggiungere in 10 anni.
4. Deve essere motivante
Per esempio, l’obiettivo di guadagnare un euro in più è
sicuramente credibile, ma difficilmente può essere motivante. Ti
impegneresti a fondo per raggiungerlo? No. Allora, trovane uno più
stimolante, per cui valga la pena impegnarti.
5. Deve essere visualizzabile e sensorialmente definito
Creati una grande visione degli obiettivi che vuoi realizzare, e
tienila sempre davanti agli occhi. Immagina le sensazioni che
proverai quando li raggiungerai. Osserva ciò che vedrai, ciò che
sentirai e con chi sarai. Entra nello stato d’animo desiderato, e
incomincia ad agire come se lo avessi già ottenuto. Se, per qualche
motivo, senti una vocina che non è in sintonia con te e che ti critica,
o se, mentre visualizzi il tuo obiettivo, hai la sensazione che ti
manchi qualcosa, analizza le tue convinzioni sulle tue capacità di
raggiungerlo. Personalmente, porto sempre con me un taccuino sul
quale, tutti i giorni, riscrivo i miei 10 obiettivi principali. Questo mi
permette di programmare il mio cervello per andare alla ricerca di
come realizzare i miei obiettivi. E quotidianamente faccio almeno
un’azione che mi conduce nella direzione dei miei sogni.
18
Per approfondire
Un piano d’azione per la tua Libertà Finanziaria
Spesso vengono a trovarmi delle persone che mi chiedono: «Ho
50.000 euro, dove posso investirli?» E io rispondo: «Hai un piano?»
Mi guardano con gli occhi spalancati, prima di dirmi: «Un piano? Io
non ne ho bisogno. Dimmi solo dove devo mettere questi soldi».
Questo non è investire. Per investire ci vuole un piano finanziario,
bisogna capire dove si vuole andare, come è la composizione delle
proprie entrate e delle proprie uscite, ossia individuare con chiarezza
gli impegni da prendere. Diventare ricchi è automatico se si ha un
buon piano economico-finanziario da perseguire con perseveranza e
flessibilità; può sembrare ripetitivo o noioso, ma non deve mai
essere eccessivamente rischioso.
Hai mai giocato a Monopoli? Ti ricordi come si faceva a vincere?
Compravi quattro casette verdi e le cambiavi con un hotel rosso. Si
fa la stessa operazione per diventare ricchi. Ma per molti creare un
piano economico, e perseguirlo con costanza, è spesso difficile,
perché non hanno la disciplina necessaria e non si danno il tempo di
imparare, di leggere o di studiare da quelli che lo fanno già.
Se hai deciso di diventare milionario, mettilo nei tuoi obiettivi. E
vai a verificare quali sono le tue credenze sui milionari.
Se la tua psicologia è in linea con questo obiettivo, prova a
immaginarti una vita di abbondanza, dove puoi vivere nella casa dei
tuoi sogni. Verifica se questa immagine ti va bene e, se ci sono dei
problemi, devi risolverli con gli strumenti che ti ho indicato nella parte
sullo stato emotivo.
Infine, spendi meno di quello che guadagni e investi ciò che
risparmi a un tasso superiore al 10%. Se non credi che questo sia
possibile, riconsidera le tue credenze e leggi libri sugli investimenti.
Trova qualcuno che lo fa già e segui corsi finanziari, come per
esempio il mio di Libertà Finanziaria, che ti insegneranno a investire
i tuoi soldi in modo autonomo.
Adesso tocca a te decidere il tuo obiettivo, visualizzarlo, e iniziare
ad agire risparmiando e investendo.
Ci sono parecchie strade che ti portano verso l’abbondanza. Puoi
decidere di sceglierne una soltanto, o più di una.
Una teoria della fine dell’Ottocento dice: «Distribuite equamente la
ricchezza a tutti gli abitanti della Terra, e ben presto questa
ricchezza ritornerà nelle mani di chi l’ha sempre posseduta». E io
sono assolutamente d’accordo. Diventare ricchi non è una fortuna, è
una abitudine, un modo di vivere e di vedere il mondo, di investire i
propri soldi e il proprio tempo. La maggior parte di quelli che vincono
somme astronomiche alle lotterie si ritrova povera come prima,
nell’arco di pochi anni. Come mai? Perché se non sono stati capaci,
prima, di gestire i centesimi, non riescono, in seguito, a gestire i
milioni.
19
Come proseguire ora
il tuo viaggio verso
la Libertà Finanziaria
La sfida per diventare ricco:
1. Compila la tua situazione finanziaria fino a oggi.
2. Invita un ricco a cena fuori una volta al mese (se non lo conosci,
cercalo).
3. Trova un mentore per ogni settore che ti interessa (uno per gli
immobili, uno per la borsa, uno per la creazione e gestione delle
aziende).
4. Leggi biografie di persone ricche e leggi i libri sul denaro e gli
investimenti, anche quelli pubblicati all’estero.
5. Frequenta corsi tenuti da persone di successo.
6. Studia la comunicazione e la vendita.
7. Paga prima te stesso (risparmia almeno il 15% al mese del tuo
reddito).
8. Controlla le tue spese e le tue entrate tutti i mesi.
9. Fissa obiettivi finanziari e compi azioni per perseguirli.
10. Individua gli investimenti adatti a te.
11. Trova persone che condividono la tua stessa visione.
12. Sviluppa le tue entrate automatiche.
13. Progetta dove vuoi essere finanziariamente tra 5 anni, tra 3 anni e
tra 1.
14. Fatti la domanda: «Come posso passare dalla situazione attuale a
quella che voglio raggiungere tra un anno?»
Figura 51
MODELLI DI COMPORTAMENTO FINANZIARIO
LA MASSA CLASSE MEDIA e RICCHI
«SENZA SOLDI» PICCOLI
INVESTITORI
Chi sono Impiegati e Impiegati e Imprenditori e
operai con operai con investitori
stipendi medio- stipendi medio-
bassi alti o che hanno
ricevuto
un’eredità
Obiettivo Arrivare fino alla Andare in Libertà
finanziario fine del mese pensione con un
buon patrimonio
Educazione Scuole medie e Scuole superiori, Imparano da altri
superiori laurea, corsi di ricchi come
specializzazione investire o hanno
o iscrizione a il loro sistema
ordini imparato dagli
professionali errori che hanno
fatto
Conoscenze Mancanza di Possiedono Hanno elevate
specifiche specializzazione competenze di conoscenze
e ricerca di media specialistiche e
elevare le specializzazione, sono in grado di
proprie acquisite dai individuare le
competenze classici canali persone con tali
formativi (scuola competenze per
d’obbligo, assumerle
università)
Standard Mancanza di Presentano Hanno standard
standard standard medi elevati e non
accettano
standard inferiori
Amicizie Chi come loro Colleghi di Ricchi
«tirano fino alla lavoro o altre
fine del mese» persone
appartenenti alla
stessa classe
Capacità di Con gli amici Buona capacità Capacità
relazionarsi del bar e i di relazionarsi eccezionali di
compagni di con i propri pari, comunicazione,
scuola ma difficoltà a motivazione e
gestire le influenza
tensioni
Credenze Depotenzianti Limitanti e «in Potenzianti,
linea» con le credono di poter
aspettative dei ottenere quello
pari che pianificano
Abitudini Hanno abitudini Hanno abitudini Hanno abitudini
«depotenzianti» «neutre» di «successo»
Sanno quello Sanno quello Sanno quello Sanno
che vogliono? che NON che vorrebbero, esattamente
vogliono ma NON quello che
agiscono per vogliono e
farlo diventare pianificano come
realtà ottenerlo
dividendolo in
attività
elementari
Velocità di Lenta e Guardano i pro e Rapidissima e se
decisione cambiano idea i contro sbagliano
velocemente facendosi mille cambiano idea
domande velocemente
Responsabilità La colpa è degli La colpa è del Sono
altri mercato responsabili al
100% dei loro
risultati e di quelli
delle altre
persone che
dirigono
Gestione del Passano il loro Il tempo viene Sono disciplinati
Tempo tempo libero a scandito da e responsabili del
fare attività di eventi esterni, loro tempo
«scarso valore» per esempio:
e inefficaci al l’orario d’ufficio
raggiungimento
di un benessere
economico
Errori L’errore più Hanno fatto Hanno fatto errori
grosso è che errori, ma non e sono stati
non hanno fatto hanno tratto capaci di
errori esperienza dagli apprendere dagli
stessi stessi
Strategia Speranza Generare un Ritorno % > al
d’investimento rendimento costo del denaro
Obiettivo Diventare ricchi 5-10% 50-500%
rendimento subito
Rischio Non hanno idea Accettano un Basso e sanno
di cosa sia rischio moderato gestirlo
Metodologia Se non Imparano una Imparano ogni
funziona, cosa che giorno e
continuano a funziona e continuano a
farlo continuano a innovare
farla, ma non metodologie e
importa che processi
cosa succede o d’investimento
se non funziona
più
Orizzonte Il «27» del Medio-lungo Hanno un tempo
temporale mese termine diverso e
pianificato in
anticipo per ogni
investimento
La maggiore Lo stipendio Gli investimenti Il tempo
risorsa
Perché Per il weekend Per andare in Non lavorano,
lavorano? pensione sono i soldi che
tranquilli lavorano per loro
I «consiglieri» Gli amici Il direttore di Altre persone
spiantati e la banca e ricche, Financial
famiglia l’impiegato della Coach (Alfio
Cassa di Bardolla),
Risparmio che si professionisti
basa su quello specializzati in
che legge su Il settori molto
Sole 24 Ore verticali, loro
stessi
Origine delle TV Il Sole 24 Ore, Il Corsi tenuti da
informazioni Mondo, persone che
Financial Times, hanno ottenuto
Finanza & sistematicamente
Mercati, risultati o libri
Investire specializzati,
«Pari», cioè
persone che
sono ricche
Libri e librerie Leggono poco e Leggono best- Hanno una
di solito non seller e hanno grande libreria.
hanno una una libreria di Leggono
libreria media biografie di
grandezza personaggi
famosi, di altre
persone ricche,
libri tecnici che
possono aiutarli
a sviluppare le
capacità di cui
hanno bisogno
«Indicatori Essere riusciti a 1 milione di euro Entrate
chiave» risparmiare 50 «passive»
euro questo superiori alle
mese spese correnti
Focus Stipendio Entrate Flusso di cassa
mensile (cash flow =
Entrate – Uscite)
Gestione del Quanto ho nel Guardano le Cash flow è la
cash flow mio portafoglio? entrate e le base della
uscite ricchezza
Definizione di Beni di Qualunque cosa Qualunque cosa
attività consumo (per abbia un valore produca cash
es. automobile) di mercato flow
Quantità di Una, il lavoro Due, il lavoro Hanno entrate
entrate come prima multiple derivanti
entrata e una da affitti,
casa in affitto investimenti,
aziende, royalty
La Casa Vorrebbero La loro più La casa è un
averne una importante debito, non
attività un’attività
Gli investimenti Ne vorrebbero Focus sul Focus sul
immobiliari momento della momento
vendita: dell’acquisto: «I
«Comprano e soldi si fanno
aspettano quando si
sperando nella compra, non
crescita di quando si
valore» vende»
Origine Stato Investono in Creano prodotti
dell’investimento prodotti e/o servizi da
finanziari creati vendere ai poveri
da altri o alla classe
media
Investono in BOT; CCT; BTP; Fondi Azioni: ma sono
Lotto & d’investimento, azionisti «IPO»
SuperEnalotto «Blue Chip», (prima che le
Appartamenti aziende vadano
mono/bilocali in borsa).
Gestiscono
grandi progetti
immobiliari e/o
creano aziende
Attitudine verso Sono invidiosi Sono invidiosi Ammirano gli altri
le altre categorie dei ricchi e dei ricchi e ricchi
credono che credono che
abbiano rubato siano più furbi
per diventarlo
Attitudine a Si sentono poco Si sentono poco Vendono e
vendere e a portati alla portati alla promuovono il
promuovere il vendita e alla vendita e alla loro valore e i
proprio valore promozione in promozione del loro
generale loro valore prodotti/servizi
Di fronte ai Si rassegnano Fanno di tutto Sono più grandi
problemi per non dei loro problemi
affrontare i e credono che
problemi dietro ogni
problema ci sia
un’opportunità
Il loro valore Valgono poco Si sentono in Amano ricevere il
sul mercato imbarazzo a loro valore di
chiedere il loro mercato
valore
Creare valore Creano scarso Creano valore Creano un alto
valore per gli medio per gli valore per le altre
altri altri persone
Corrispettivo Scelgono di Scelgono di Scelgono di
essere pagati al essere pagati in essere pagati per
minimo salariale base al tempo i risultati che
ottengono
Capacità di Non hanno Fanno gestire il Sono focalizzati
gestire il denaro denaro da denaro dagli altri sulla gestione del
gestire o non loro denaro
gestiscono il
proprio denaro
Gestione Non danno Vogliono Prima danno e
scambi di ricevere prima di poi ricevono
interesse dare
Ostacoli- Non hanno Sono focalizzati Sono focalizzati
opportunità interesse o sugli ostacoli sulle opportunità
focus di alcun
tipo riguardo al
denaro,
all’investimento
o ad azioni
imprenditoriali
Capacità di Non sembrano Sembrano poco Hanno capacità
generare fiducia affidabili affidabili di creare fiducia
in se stessi e
nelle loro
proposte
% di reddito 0% 10-20% Almeno l’80%
prodotto dagli
investimenti
% di reddito 100% 80-90% Meno del 20%
prodotto dalla
propria
professione
Zona di comfort Vivono nella Hanno una zona I ricchi fanno di
loro zona di di comfort dalla tutto per ampliare
comfort anche quale non ed estendere la
se sta loro escono zona di comfort e
stretta per uscirne il più
possibile
Fortuna I poveri credono La classe media I ricchi credono
nella fortuna spera nella di poter creare la
fortuna propria fortuna
Identità Identità da Identità da Identità da ricco
povero classe media
Che cosa Cos’è il Il mercato è Il mercato è
pensano del mercato? perfetto e non si imperfetto e si
mercato? possono avere possono avere
extrarendimenti extrarendimenti,
basta avere più
conoscenza e
voglia di
impegnarsi
Che cosa La vita mi capita La vita dipende Io creo la mia
credono della da me ma anche vita
vita? dagli altri
Che cosa Si lamentano Si giustificano Si prendono la
pensano della totale e completa
propria responsabilità
situazione
finanziaria?
Il «gioco» della Non giocano Giocano per non Giocano per
ricchezza perdere vincere
Situazione Se fosse così Hanno già Mai come in
esterna facile allora inventato tutto! questo momento
perché non lo ci sono state
fanno tutti? opportunità per
diventare ricchi
Bibliografia
ALLEN , ROBERT G., Multiple Streams of Income, Wiley, New York
2000.
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Per proseguire il tuo viaggio
verso la Libertà Finanziaria…
Ora che hai scoperto come funziona la ricchezza e che anche tu
puoi diventare finanziariamente libero…come proseguire?
Ora, è il momento di agire.
Puoi farlo da solo, seguendo ciò che ho spiegato nel libro:
cambiare la tua psicologia sul denaro per renderla più efficace,
gestire meglio il tuo cash flow, crearti entrate automatiche e attività.
Oppure puoi accelerare il tuo apprendimento seguendo i seminari
o usando i corsi audio-video dedicati alla Libertà Finanziaria™.
Sul sito internet Alfio Bardolla Training Company
(www.alfiobardolla.com) potrai trovare informazioni sui seminari
studiati per aiutare le persone a mettere in pratica gli insegnamenti
di questo libro.
Visita anche: www.isoldifannolafelicita.com
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(con Alessandra Croce)
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I soldi fanno la felicità
Proprietà Letteraria Riservata
© 2006 Sperling & Kupfer Editori S.p.A.
Tutte le Figure e le Tabelle dell’interno: © Alfio Bardolla
Tutti i diritti riservati
I edizione Sperling Paperback aprile 2013
Ebook ISBN 9788873397977
COPERTINA || ART DIRECTOR: FRANCESCO MARANGON | GRAPHIC
DESIGNER: ANDREA BONELLI
Indice
Il libro
L’autore
I soldi fanno la felicità
Ringraziamenti
Introduzione
1. Che cos’è la «Libertà Finanziaria»?
2. Perché la Libertà Finanziaria
3. La psicologia del denaro
4. Il punto di partenza: la tua mappa sul denaro
5. Gli ostacolitra voi e la ricchezza
6. Il linguaggio del denaro
7. La ruota dei criceti
8. Che cosa significa leva
9. Una caratteristica importante di imprenditori e investitori: commettono errori
10. Utilizzare il denaro di terzi
11. Diventare milionari lentamente
12. Gli strumenti della Libertà Finanziaria
13. Diventare ricchi velocemente: investire in aziende
14. Diventare ricchi velocemente: il network marketing
15. Diventare ricchi velocemente: il trading in opzioni
16. Le tue potenzialità d’investimento
17. Raggiungere gli obiettivi: il «goal getting»
18. Per approfondire
19. Come proseguire ora il tuo viaggio verso la Libertà Finanziaria
Bibliografia
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