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La Mafia

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LA MAFIA

E la lotta alla mafia


Cos’è la mafia ?
Mafia é un termine che indica un tipo
di organizzazione criminale retta da
violenza, omertà, riti d’iniziazione e
miti fondativi. Indica una qualsiasi
organizzazione di persone dedite ad
attività , segreta e duratura, che
impone la propria volontà con mezzi
illegali e violenti, per conseguire
interessi a fini privati e di
arricchimento illegale anche a danno
degli interessi . Questo tipo di
organizzazioni nasce in Italia, quasi
esclusivamente nella parte
meridionale della .
Come e dove nasce la mafia

Nasce intorno ai primi dell’Ottocento


col nome di “Cosa Nostra” in Sicilia,
favorita dalla povertà e dalla
lontananza delle istituzioni. I grandi
proprietari terrieri chiedevano un
“pizzo” (una sorta di tassa) in cambio
di protezione. Se il pizzo non veniva
pagato, coloro che dovevano
riscuoterlo distruggevano le colture
del contadino o ne uccidevano il
bestiame. Nel peggiore dei casi il
contadino o qualcuno a lui caro
perdeva la vita.
Le famiglie mafiose
Le famiglie, dette “Clan”, hanno una
suddivisione ben precisa: ogni persona
all’interno della famiglia ha un compito
e un ruolo ben definito. Si basa su un
sistema familiare patriarcale in cui
l’uomo più anziano, il padre di famiglia,
amministra gli affari del clan. Vi è poi chi
ha il compito di riscuotere il pizzo, chi
quello di punire coloro che si oppongono
al potere della famiglia e così via. Le
donne un tempo non venivano
informate sugli affari di famiglia, erano
figure marginali che si occupavano della
casa e dei figli, ad oggi non è più così,
vengono coinvolte molto spesso e
talvolta prendono addirittura il posto del
marito in caso di morte o
incarcerazione.
Diverse associazioni mafiose in
Italia
L’antimafia
Nel corso degli anni sono numerose le
persone che hanno cercato di
combattere il fenomeno criminale
della mafia. Queste costituiscono
l’antimafia, coloro che non si sono
piegati all’omertà. Tra questi le figure
che oggi più sono simbolo
dell’antimafia sono ovviamente i due
magistrati Giovanni Falcone e Paolo
Borsellino. Come si può purtroppo
immaginare, numerosi esponenti
dell’antimafia, come gli stessi Falcone
e Borsellino, hanno perso la vita nella
lotta contro la mafia
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
erano due magistrati siciliani che hanno
dedicato la loro vita alla lotta contro la
mafia. Entrambi persero la vita proprio
per mano di Cosa Nostra in due
attentati. Giovanni Falcone fu vittima
della strage di Capaci, attentato
terroristico del 23 maggio 1992, assieme
alla sua scorta e alla moglie che era in
macchina con lui. Paolo Borsellino,
invece, perde la vita il 19 luglio 1992,
sotto casa della madre. La loro lotta
contro la mafia fu talmente importante
che ancora oggi sono simbolo
dell’antimafia per il loro coraggio
nell’abbattere l’omertà nonostante i
rischi che questo comportava, arrivando
a perdere la vita per giustizia
Leonardo Sciascia
Leonardo Sciascia nasce in Sicilia a
Racalmuto (Agrigento) l’8 gennaio
1921. Dopo aver frequentato le scuole
elementari a Racalmuto, segue la
famiglia a , dove si iscrive all’istituto
magistrale “IX maggio”. Nel 1950
inizia la vera e propria attività
letteraria. Oltre all’attività di scrittore
Sciascia porta avanti anche quella di
giornalista, collaborando a fasi alterne
con “La Stampa” e il “Corriere della
Sera”. Muore a Palermo il 20
novembre 1989 per un male
incurabile.
“Una storia semplice” di Leonardo
Sciascia
Il romanzo inizia con una telefonata alle 9:37 del
mattino del 18 marzo marzo, vigilia della festa di
San Giuseppe. Al telefono un ex diplomatico
italiano, dalla voce calma e suadente, che chiede
del questore. Il telefonista passa la telefonata
all’ufficio del commissario, che sta infilandosi il
cappotto; risponde in sua vece il brigadiere. Si
tratta di Giorgio Roccella e dice di aver trovato
una cosa nella sua abitazione, una cosa non
meglio specificata. Chiede che si vada da lui il
prima possibile: abita in contrada Cotugno. Il
commissario appare lievemente turbato: quel
Giorgio Roccella non era in paese da tempo, si
pensava fosse addirittura morto: ha una casa in
città ormai abbandonata, come pure
abbandonato e é il villino di campagna da dove
era arrivata la telefonata. Sembra strano, molto
strano che sia tornato in paese. “ se vuole vado a
controllare” dice il brigadiere. Ma il commissario
dice che è solo uno scherzo, certamente; magari
se aveva tempo poteva passarci l’indomani.

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