Dove Inizia Il Futuro (Fatti e Persone Dell'Antichità)
Dove Inizia Il Futuro (Fatti e Persone Dell'Antichità)
Dove inizia
il futuro
Fatti e persone
dell’Antichità
Vittoria Calvani
Dove inizia
il futuro
Fatti e persone dell’Antichità
© 2020 by Mondadori Education S.p.A., Milano
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Contenuti digitali
Progettazione Fabio Ferri, Lilia Cavaleri
Scrittura Alessia D’Adamo, Paola Masciullo, Chiara Panzeri, TIWI s.r.l.
Realizzazione Groove Factory, IMMAGINA s.r.l., Lumina Datamatics, Studio Moro, TIWI s.r.l.
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I LUOGHI
IL TEMPO
9000 a.C. 8000 a.C. 7000 a.C. 6000 a.C. 5000 a.C.
Invenzione
dell’agricoltura Allevamento Fusione del rame
I CONCETTI
Il colore verde segnala
le zone in cui, dopo decine LA RIVOLUZIONE NEOLITICA
di migliaia di anni trascorsi Undicimila anni fa alcuni piccoli gruppi di cacciatori nomadi che percorrevano
perfezionando la caccia e la la valle dei fiumi Tigri ed Eufrate inventarono l’agricoltura e l’allevamento.
raccolta, l’Homo sapiens sapiens Ciò li trasformò da nomadi in sedentari. Era avvenuta la Rivoluzione agricola,
– il nostro diretto antenato –
sperimentò l’agricoltura e la il più grande mutamento mai registrato nella storia umana.
domesticazione degli animali,
dando luogo alla Rivoluzione SUMERI ED EGIZI FONDANO LA CITTÀ E LO STATO
neolitica.
In Egitto e a Sumer la costruzione di dighe e canali per irrigare i campi rende
necessaria la divisione del lavoro.
Da questa nuova organizzazione derivano conseguenze a catena che
determinano la nascita della città, dello Stato e della figura del re. Nasce così
anche la “civiltà”.
Città
Fusione del bronzo Fusione del ferro
A LT R E C I V I LTÀ
Sumeri C I V I LTÀ S U M E R I C A
M E S O PO TA M I C H E
Scrittura
3500 a.C. 1800 a.C.
Città
M A S S I M A F I O R I T U R A D E L L A C I V I LTÀ E G I Z I A
Unificazione
Egizi
dell’Egitto
Scrittura
3500 a.C. 3000 a.C.
8
1 Agricoltura e allevamento
1 L’evoluzione dell’uomo del clima, la fauna delle regioni temperate reagì va-
Per 6 milioni di anni le specie derivate da alcune riamente. Alcune specie, come le renne, emigrarono
scimmie antropomorfe si erano evolute in Africa svi- verso il Circolo polare artico, altre, come il mammut,
luppando caratteri sempre più simili a quelli che si si estinsero, altre ancora, come il cavallo, si adatta-
sarebbero conservati nell’uomo attuale. rono. Intanto comparivano anche nuovi animali di
Circa 2 milioni di anni fa avevano cominciato a co- media taglia: maiali, pecore, capre, asini, galline.
struire utensili. Poi alcune emigrarono in Europa, in Anche la vegetazione subì sostanziali trasformazio-
Asia e, da lì, in America, dove trovarono un clima ni. La temperatura mite favorì la crescita di alberi da
glaciale, vissero di caccia e raccolta e praticarono frutta, verdure e leguminose e fece proliferare nuove
il nomadismo. piante di altissimo valore nutritivo: i cereali.
Furono loro a compiere l’ultima tappa dell’evoluzione
e ad acquisire i caratteri del Sapiens sapiens, l’“Uomo 3 La svolta: l’agricoltura
moderno”. e l’allevamento
Animali piccoli e cereali comparvero quasi contem-
2 L’ambiente dell’Era temperata poraneamente un po’ ovunque: in Europa, in Asia,
Circa 12 000 anni fa la temperatura del pianeta rico- in America. Però, come mostra il planisfero a pagina
minciò ad alzarsi, i ghiacci iniziarono a sciogliersi, le 6, la zona in cui gli uomini seppero sfruttarli prima e
piogge ripresero a cadere. meglio fu il Medio Oriente. Fu qui che, nel 9000
Finiva l’Era glaciale e aveva inizio l’Era temperata, a.C. circa, i Sapiens sapiens impressero alla loro esi-
nella quale viviamo ancora oggi. A tale evoluzione stenza una svolta.
La selezione
“Selezionare” significa “scegliere”. Dall’Età neolitica in
poi la selezione è diventata un’attività fondamentale per
gli agricoltori e gli allevatori. Con questa tecnica, infatti,
prima essi ottennero prodotti vegetali e animali migliori.
Poi cominciarono a incrociare specie e razze diverse per
ottenere cipolle più dolci, animali più resistenti, nuove
razze canine e così via.
Il lavoro di selezione compiuto dagli abitanti dei villaggi
neolitici ha permesso agli archeologi di datare con esat-
tezza l’inizio dell’agricoltura nelle varie zone del mondo. I
fossili di piante o gli scheletri di animali selvatici, infatti,
presentano visibili differenze dai loro corrispondenti ad-
domesticati. In alcuni casi i secondi sono più grandi e più
grossi, in altri avviene il contrario, mentre alcune specie,
non dovendo più lottare, perdono le corna. Il disegno
riprodotto a destra mostra una campionatura di queste
differenze.
1 Agricoltura e allevamento 9
Un villaggio neolitico
Gli abitanti di questo villaggio del Medio Oriente
lo rappresentarono così sulla parete di una casa.
Sullo sfondo torreggia un vulcano.
Essi – anzi probabilmente le loro donne – rinunciaro- gno di spostarsi continuamente alla ricerca di piante
no a usare subito come nutrimento tutti i chicchi di da raccogliere e di selvaggina da cacciare; i cereali,
cereali raccolti, come facevano da 3000 anni, misero infatti, si possono conservare a lungo prima di essere
da parte i più grossi, li sparsero per terra, seguirono cucinati e l’allevamento mette a disposizione grandi
il germogliare delle piantine e aspettarono la matu- quantità di carne non deperibile. Il secondo motivo
razione delle spighe per mieterle. Così inventarono era che i campi seminati andavano accuditi, mietuti
una tecnica rivoluzionaria: l’agricoltura. Intanto, e difesi da topi e uccelli, nonché da nomadi in cerca
la docilità dei nuovi animali (che non diventavano di cibo. I sedentari trasformarono così le loro tendo-
furiosi nella stagione degli amori) permetteva ai cac- poli in villaggi stabili costituiti da case in mattoni
ciatori di osservarli da vicino e, circa mille anni dopo di argilla cruda, dove cominciò a concentrarsi una
l’invenzione dell’agricoltura, di cominciare a dome- popolazione sempre più numerosa. Con il passare dei
sticarli. Li catturarono, li nutrirono, accudirono le secoli, i più grandi arrivarono a ospitare anche 2000
madri durante il parto, protessero i piccoli e avviarono persone; alcuni furono cinti da mura.
alla riproduzione i capi più sani e più forti. Due o tre Nei grandi villaggi il potere cominciò a concentrarsi
millenni dopo impararono anche i complessi proce- sempre di più nelle mani delle famiglie più numerose
dimenti della mungitura. Era nata un’altra tecnica: e che vantavano gli antenati più prestigiosi.
l’allevamento.
Agricoltura e allevamento rappresentarono il primo
intervento tecnologico umano per modificare
5 Innovazioni tecnologiche
la natura. Scegliendo i capi di bestiame e i chicchi di e scambi
grano migliori, infatti, le comunità del Medio Oriente Proseguendo esperimenti compiuti già nell’Età pa-
operarono una selezione che modificò artificialmente leolitica, gli agricoltori dei villaggi perfezionarono
le caratteristiche fisiche di piante e animali. la ceramica e la tessitura inventando gli strumenti
Sul piano economico, esse passarono dall’economia adatti a consentire gli straordinari risultati che queste
di prelievo, basata sulla caccia e sulla raccolta, all’eco- tecniche raggiunsero nelle età successive.
nomia di produzione, basata sul controllo dei processi Tali strumenti furono il filatoio per filare la lana, il
naturali. Ciò creò le basi per la prima delle grandi telaio per tesserla e la ruota da vasaio per imprime-
svolte compiute dall’umanità: la Rivoluzione agri- re forme regolari alla ceramica e farne piatti, bicchieri,
cola o Rivoluzione neolitica. vasi e pentole.
Tra i seimila e i cinquemila anni fa, i discendenti di
questi artigiani applicarono la ruota ai carri da tra-
4 Da nomadi a sedentari sporto, costruirono il forno chiuso per cuocere il
Delle tante comunità che popolavano il Medio vasellame e inventarono il chiodo (di legno), che
Oriente, all’inizio solo pochissime si dedicarono permise alla falegnameria di compiere straordinari
all’agricoltura; tutte le altre continuarono a vivere di progressi. Inoltre, attraverso la ceramica, i popoli ne-
caccia, pesca e raccolta e a praticare il nomadismo. olitici scoprirono il vetro: la sabbia e la silice presenti
Gli agricoltori invece divennero sedentari. Il motivo nell’argilla, infatti, si trasformano con la cottura in
principale stava nel fatto che non avevano più biso- composti vetrosi.
10 U1 Le civiltà dei fiumi
Le invenzioni neolitiche
La ceramica e la ruota Il forno chiuso
Alle donne dei villaggi si deve anche l’invenzione 9000 anni fa circa, qualcuno cominciò a fonder-
della prima forma di pane non lievitata, che sostituì li in pozzetti scavati nel terreno e riempiti di braci
le farinate bollite e si avviò a diventare l’alimento mantenute intorno ai 1000 gradi soffiandoci sopra
base dell’umanità. attraverso canne di bambù. Una volta fusi, il rame e
Mentre l’economia dei sedentari si differenziava da l’oro venivano versati in uno stampo di cui assumeva-
quella dei nomadi, tra i due gruppi cominciò a cre- no la forma. All’incirca 6000 anni fa fu scoperto un
arsi una fitta rete di scambi. I nomadi portavano nei nuovo metallo estremamente malleabile, lo stagno,
villaggi pelli, lana, capi di bestiame e prodotti arti- il quale, fuso insieme al rame, produsse una lega lu-
gianali creati con pietre provenienti da zone lontane cente quasi quanto l’oro, ma molto più resistente: il
(le preziose lame di ossidiana per pugnali e coltelli, bronzo. Con il bronzo furono fabbricati vasellame
oggetti di onice e di alabastro, collane di lapislazzuli, infrangibile, elmi, scudi, asce, coltelli, punte di freccia.
piccoli ornamenti in rame battuto a freddo); i seden- Il progresso decisivo fu poi compiuto tra i 4000 e
tari fornivano grano, orzo, birra, tessuti. i 3200 anni fa, quando un popolo nomade prove-
niente dalle steppe russe, il popolo ittita, si stabilì
6 La fusione dei metalli in Asia Minore e diffuse in tutta quell’area la nuova
Questi scambi furono molto fruttuosi, come dimostra tecnologia del ferro, il quale aveva due pregi: era
la vicenda della fusione dei metalli. Tra le tecniche facile da reperire in grandi quantità ed era molto più
neolitiche, la ceramica non interessava i nomadi per- resistente del bronzo.
ché trasportandola si rompeva. La loro attenzione era Con esso furono costruite armi micidiali che resero
concentrata invece sul rame e sull’oro, due minerali assai più cruenta la guerra, ma anche aratri resistenti
che affioravano qua e là sulla superficie terrestre; da che permisero di dissodare terreni più duri, estenden-
tempo essi li scaldavano sulla brace per ammorbidirli do l’area delle terre coltivate e accrescendo ulterior-
e li battevano per ottenere lamine e piccoli oggetti. mente le risorse alimentari.
La fusione del ferro La fusione del ferro richiede alte temperature; la fornace
è pertanto costruita in mattoni e rivestita internamente
di argilla per trattenere meglio il calore e arrivare a una
temperatura superiore a quella con la quale si fondono
insieme il rame e lo stagno per ottenere il bronzo.
Un lavorante separa i minerali
di ferro dai residui di carbone
per poi gettarli nella fornace.
Un uomo aziona un mantice
di pelle di capra per aumentare
la temperatura all’interno del forno. Il vero e proprio fabbro
è colui che batte il ferro
finché è incandescente.
L’assistente lo butterà
poi nell’acqua fredda,
quindi esso verrà
di nuovo infilato
nel forno, battuto
e così via per decine
di volte, finché non
raggiungerà lo spessore
e la robustezza decisi
dal fabbro.
La formazione
2 della città e dello Stato
Mesopotamia Egitto
La canalizzazione
M
O
N
T
I
Z
A
L’inondazione
G
R
maggiore
O
Nilo
S
L’inondazione
ale
ca n
deserto
terre coltivabili
Il limo
deserto
La canalizzazione Il raccolto
14 U1 Le civiltà dei fiumi
2 Il re: comandante,
Il re
giudice e sacerdote Questo anonimo re
sumerico porta una
I Sumeri e gli Egizi affrontarono la canalizzazione e lunga barba, segno
la costruzione degli argini con una tecnica che oggi di saggezza, e un berretto
di lana, l’equivalente
gli economisti chiamano problem solving: essa consiste di una corona.
nell’analizzare un problema in tutti i suoi aspetti e nel La sua espressione
dare a ognuno di essi una soluzione che vada d’ac- preoccupata indica
le grandi responsabilità
cordo con tutte le altre. In questo caso le soluzioni che gli vengono attribuite
furono tutte rivoluzionarie, spazzarono via la vecchia dal suo popolo.
società e ne fondarono una nuova.
Rendendosi conto che l’avvio dei cantieri avrebbe sua vita. Per questo motivo, secondo la mentalità
mobilitato per la prima volta migliaia di persone, essi antica, il re doveva avere un potere sovrumano che
infatti affidarono il comando delle operazioni a gli permettesse di dialogare con queste forze, placarle,
un singolo uomo al quale attribuirono un potere renderle benigne.
sovrano perché organizzasse il lavoro di tutti al fine A Sumer gli furono attribuiti i poteri di sommo
di realizzare lo scopo supremo: bonificare e irrigare sacerdote, in Egitto egli fu addirittura considerato
i campi per il bene comune. Gli concessero quindi un dio in terra.
di usare la forza, assegnandogli innanzitutto il ruolo Questo, secondo gli storici, fu il ragionamento che
di comandante, sia per costringere a cooperare chi condusse Sumeri ed Egizi a creare la figura del re,
si rifiutava di obbedire sia per difendere il villaggio chiamato in Egitto faraone.
dagli attacchi dei nomadi o degli altri villaggi; inol-
tre gli riconobbero il diritto di emanare le leggi che
avrebbero regolato la vita dei sudditi nominandolo
3 La divisione sociale del lavoro,
supremo giudice di tutte le controversie. il tributo, la città, lo Stato
Domare i fiumi aveva però un significato ben più C’era un altro problema. Per costruire, riparare e am-
profondo di quello puramente utilitario: per la pri- pliare dighe e canali occorrevano da una parte conta-
ma volta, infatti, l’uomo si proponeva di combattere dini-manovali e dall’altra una serie di “specialisti”:
contro il Fiume, la Pioggia, il Vento, la Palude, il ingegneri e sorveglianti armati, ma anche sacerdoti,
Deserto e le altre forze naturali che dominavano la per compiere le decine di riti quotidiani che servivano
La ziggurat sumerica
Era la forma data dai Sumeri
al tempio-magazzino ed era costituita da
tre gradoni di fango sovrapposti e rinforzati
con mattoni di terracotta, ognuno dei quali
era coperto da una terrazza. Sull’ultimo
sorgeva il tempio. Negli altri erano ricavate
le stanze che contenevano le provviste.
Questa architettura aveva un significato
simbolico e uno pratico. Simbolicamente
rappresentava “la montagna” ovvero
il luogo che tocca il cielo. Sul piano pratico,
I magazzini contenevano
collocando il tempio in alto, lo si proteggeva
provviste alimentari
dalle inondazioni, che, nonostante le dighe,
Scale e prodotti artigianali.
continuavano a minacciare la Mesopotamia.
2 La formazione della città e dello Stato 15
a mantenere viva la comunicazione con gli dèi. essere mantenuti. Per questo motivo il re decise
Per soddisfare questa esigenza, i compiti vennero sud- che ogni famiglia contadina versasse una parte dei
divisi in base a un sistema chiamato oggi divisione suoi prodotti (grano, olio, birra, datteri, lana, lino
sociale del lavoro. ecc.) in un apposito magazzino, la “Grande Casa”,
Questo sistema fu l’ultima tappa di un processo ini- in modo che queste provviste potessero essere ridi-
ziato molto tempo prima: la trasformazione di una stribuite agli specialisti per nutrirli e vestirli. Nacque
società di uguali, nella quale “tutti facevano tutto”, in così il tributo, una tassa imposta dal re ai contadini
una società in cui la maggioranza produceva il cibo e tanto più grande quanto più grandi erano il loro
e svolgeva i lavori manuali, mentre una minoranza campo e le loro greggi. Inoltre la “Grande Casa” fu
organizzava e dirigeva il lavoro degli altri. posta sotto la protezione degli dèi e affiancata da un
Inoltre, perché potessero svolgere i loro compiti, da tempio affidato ad altri specialisti: i sacerdoti.
quel momento gli specialisti furono esentati dai lavori Il re, le leggi, il tempio e il tributo segnarono la nasci-
agricoli. Di conseguenza, dato che non producevano ta dello Stato. Ai villaggi organizzati in questo modo
più direttamente ciò che consumavano, dovettero gli storici danno il nome di città.
Il tributo
Sumer Egitto
Campo di Bitkar-Nusku
Canale del carico
Palude della
città di Hamri
Irrigazione di Bur-Rim-Mas-Hu
del con
Canale la
Collina dei
cinquanta
uomini
Canale della tavola Corso d’acqua
Campo tra i canali,
la tenuta e un Campo
di Ku-ri-li
campo di 8 gul del sacerdote
Campo del palazzo di Baru
Bit-Nad
della tavola
del sacerdote
Campo arduk
Canale laterale
di Baru
Un guerriero
in-M
Ca m p o d i
nu
della città
el-
Irri
iB
ga
ed
zi on
ion
Campo
e
gaz
di Campo di
Irri
Qatnu Lu-Du-U
Te
r ra
di n
essun
Qatnu o Ba-Lu
Campo di Qatnu
Campo di Har-Ra-[ ]
Villaggi
Canali
La “testa”
significa
un uomo.
La “terra” è intesa come
una regione del Paese.
2 La formazione della città e dello Stato 17
l’uomo
2
lo scettro
6
3 L’impronta dei calcoli comincia 10 Lo scriba, che conosce i segreti
a essere impressa sull’esterno della bulla. della scrittura, diventa un personaggio
prestigioso e potente.
3
7 3750 anni fa il pittogramma del “re”
10
si trasforma in un segno astratto formato
da 12 “chiodi” o cunei. Nasce la scrittura
cuneiforme.
= bar – ca
= ra – na
18
3 La civiltà egizia
2 Il faraone, un “dio sulla Terra” menti tutta la comunità sarebbe stata esposta al male.
Gli Egizi furono uno dei popoli più religiosi della Non poteva invecchiare e perdere le forze né la sua
storia e gli unici a sentire il bisogno di avere accanto capacità di generare figli, altrimenti ne avrebbe ri-
addirittura “un dio sulla terra”: il faraone. Era lui che sentito l’intera natura. Il suo benessere era essenziale
faceva straripare il fiume tutti gli anni, assicurava la per il benessere dei suoi sudditi e il loro impegno per
riproduzione degli uomini e del bestiame e induceva assicurarglielo non conosceva limiti e non terminava
il Sole a risorgere tutti i giorni. con la sua morte: ogni faraone defunto doveva ave-
Il faraone non si limitava a far da ponte tra gli uomini re a disposizione un sepolcro confortevole e un
e l’Universo, ma era egli stesso l’Universo. Non era corpo intatto per l’eternità. Altrimenti il suo spirito
il sommo sacerdote degli dèi: era un dio e dialogava vendicativo avrebbe oscurato l’Egitto estendendosi
da pari a pari con gli dèi. come un’ombra orrenda e travolgendo il suo erede
Ma se era l’universo, egli non poteva ammalarsi, altri- e tutti i suoi sudditi.
■ Vestire in modo semplice, come i suoi 1 1 Il cobra, pronto a sputare veleno negli
sudditi, ma ornarsi di cinturoni, nastri occhi del nemico.
e gioielli. A ciò aggiungere i simboli 2
2 Il copricapo di lino.
della regalità. 1
3 Il collare d’oro e turchesi.
■ Sposare molte principesse di sangue
4 4 Il bastone ricurvo del pastore e la frusta
reale per essere sicuro di avere un gran 3 per mietere il grano, simboli di Osiride.
numero di figli (un faraone può averne
più di cento); almeno uno di essi 5 I bracciali d’oro.
sopravvivrà e potrà succedergli. 6 I nastri colorati.
■ Dimostrare periodicamente la sua forma 7 Il gonnellino di lino plissettato.
fisica. Da giovane dovrà lottare nel deserto 8 I sandali.
contro un leone e ucciderlo. Se arriverà a
trent’anni di regno, durante una particolare
5
cerimonia che richiama folle enormi, dovrà
compiere di corsa un determinato circuito.
■ Ogni mattina deve compiere i riti
6
tradizionali: presentare offerte agli dèi
e lavare le loro statue. Suo padre, il dio
Horus, sarà il primo a essere onorato, ma 7
non bisogna dimenticare mai Amon-Ra.
Se il faraone non chiede al Sole di sorgere,
il mondo finirà.
■ Ogni anno deve compiere cerimonie
che provocano l’inondazione, perché solo
lui ha il potere di dare ordini al grande
fiume Nilo. 2
2
■ Deve amministrare le città e i villaggi
del suo Regno e giudicare le controversie
dei suoi sudditi nei tribunali. In questo sarà 8 3
quasi sempre sostituito dal suo “primo
ministro”, il visìr. 3
■ Per dimostrare la sua potenza, ogni
tanto guiderà l’esercito in qualche gloriosa
spedizione militare; per esempio contro
i Nubiani, le genti di colore che abitano ■ Quando vuole divertirsi può andare
a sud e che controllano le miniere d’oro, nelle paludi a tirare con l’arco, giocare
oppure contro gli abitanti della costa siro- a una specie di “dama” con dodici pedine,
palestinese che possiedono enormi boschi ascoltare la musica dell’arpa o guardare
di legname. le danzatrici acrobatiche della sua corte.
20 U1 Le civiltà dei fiumi
3 La mummia e l’imbalsamazione
Per conservare il corpo dei faraoni intatto per l’eterni-
tà i medici egizi usarono la tecnica dell’imbalsamazio-
ne. Appena il faraone moriva essi lo svuotavano degli
organi interni (stomaco, fegato, intestino, polmoni
ecc.) che riponevano in vasi di alabastro chiamati
“canòpi”. Estraevano anche il cervello, che però
veniva gettato via, in quanto gli Egizi non vi attri-
buivano alcuna importanza. Dopo questa operazione,
nel corpo restava solo il cuore, perché i miti raccon-
tavano che, quando il defunto avrebbe compiuto il Il figlio del morto tocca Anubi tiene dritta la mummia.
suo viaggio nell’aldilà, esso sarebbe stato pesato dalle la bocca della mummia.
divinità infernali per valutare quante buone azioni
aveva compiuto.
Il corpo umano però è composto per il 75 per cen-
to di acqua. Poiché tutto ciò che è umido marcisce
molto rapidamente era necessario trovare qualcosa
che assorbisse tutto quel fluido.
A questo scopo gli imbalsamatori usavano il natron,
un composto chimico salino che si trovava sulle rive
dei laghi intorno a Menfi. Il corpo veniva deposto
nel natron per settanta giorni; quindi veniva lavato e
avvolto dalla testa ai piedi con bende di lino candi-
do cosparse di resine e cera d’api. In copto, la lingua Un sacerdote brucia La regina e una figlia
derivata dall’Egiziano, la parola “mummia” significa l’incenso e asperge piangono.
l’acqua santa.
appunto “cera”. Per secoli invece si credette che le
mummie fossero cosparse di bitume, tanto che, in La preparazione della mummia
mancanza di carbone e di legname, migliaia di esse fu- Il “primo imbalsamatore” era un sacerdote che portava la maschera
di Anubi, il dio-sciacallo del regno dei morti. Era coadiuvato
rono usate come combustibile dalle ferrovie egiziane. da numerosi assistenti che avevano già sezionato
Intanto gli artigiani avevano preparato la maschera il corpo, tolto e riposto i visceri nei loro appositi vasi (canòpi),
bendato la salma (da una pittura tebana)
È costituita da 2 300 000 Per 4000 anni fu l’edificio Sapendo che occorsero 20 anni per
blocchi di pietra; i più grandi più alto del mondo. costruirla, si calcola che venisse sistemato
pesano ognuno 50 tonnellate. al suo posto un blocco ogni 4 minuti
in una giornata di lavoro lunga 10 ore.
Nelle epoche
successive le piramidi
sono giudicate
troppo dispendiose
e le tombe reali
vengono scavate
nella roccia delle
Nelle cave i blocchi di pietra vengono montagne di Tebe.
staccati dalla roccia riscaldando la pietra Sono veri e propri
in punti determinati e versando su di essa appartamenti con
acqua fredda. camere e scale.
3 La civiltà egizia 23
5 La società “piramidale”
creata dalla divisione del lavoro
L’immagine della piramide è stata spesso usata dagli storici per rappresentare le ge-
La società
rarchie della società egizia. Ecco come essa può essere visualizzata, partendo dal suo
egizia
L’eredità
Nelle famiglie egizie l’eredità non era regolata
da leggi precise. In genere i padri tendevano
a lasciare ai figli maschi la terra e alle figlie
femmine la casa, i mobili e i gioielli. Nulla però
impediva che una figlia ereditasse la terra,
specialmente se non aveva fratelli, e diversi
documenti attestano che alcune ereditarono
anche proprietà immense.
Le donne lavoravano anche come Altre occupazioni femminili erano La corte del faraone e i templi
prefiche, assunte per piangere ai quelle di giardiniera, tessitrice, impiegavano cantanti, musiciste,
funerali (sopra a sinistra) e come profumiera (sopra). danzatrici e acrobate.
sacerdotesse (sopra a destra).
3 La civiltà egizia 25
La schiava
domestica
Una schiava versa I mobili egizi
del vino al suo signore. 1 Lampada a olio 9
I pochi schiavi erano su fusto di legno.
impiegati 2 Sedia. 8
soprattutto
3 Sgabello.
nelle case
dei potenti. 4 Vaso decorativo.
5 Cassapanca. 10
6 Poggiatesta (reggeva il cuscino).
7 Letto.
8 Cassapanca per riporre i vestiti.
9 Lampada a olio in alabastro.
10 Tavolo da gioco.
26 U1 Le civiltà dei fiumi
Il fuoco
La birraia
La donna sta pressando
una poltiglia d’orzo
perché fermenti nell’acqua
Il pane della giara (statuina da una
tomba tebana).
3 La civiltà egizia 27
OSIRIDE • Era il dio THOT • Dio dalla testa ANUBI • Dio dalla testa
della morte, della rinascita, di ibis, l’uccello del Nilo, era di sciacallo, era il signore
dell’oltretomba e della terra. l’inventore del linguaggio dei morti e proteggeva
Aveva insegnato agli uomini e della scrittura e proteggeva i preparatori di mummie.
a seminare e raccogliere. gli scribi.
HORUS • Il dio dalla testa HATOR • Era rappresentata BES • Il dio nano era
di falco era figlio di Osiride con la testa coronata di il protettore della famiglia.
e Iside. Aveva ereditato tutto corna di vacca che cingevano
l’Egitto e proteggeva il disco della Luna. Era la dea
il faraone. dell’amore, della danza, della
musica e della felicità.
2 Le civiltà del mare
UNITÀ
I LUOGHI
Re
no
Oceano
Atlantico
GALLIA
Dan
ubi Mar Nero
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PENISOLA
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o CRETA
Tiro Golfo
Persico
Menfi
EGITTO
N
ilo La civiltà mediterranea nacque
nelle isole dell’Egeo: a Creta
Mar e nelle Isole Cicladi (tra l’Asia
Tebe
L’area delle civiltà si stava estendendo verso Occidente. Dalle Rosso e la Grecia), che erano state
rive dei grandi fiumi del Medio Oriente (zona verde) il primo “ponte” tra il Medio
essa ormai arrivava fino alle coste del Mare Mediterraneo Oriente e l’Europa già in Età
e del Mar Nero (zone arancio), dove popoli agricoli neolitica, quando i popoli
di origine mediorientale cominciavano a fondare città-Stato anatolici avevano “esportato”
governate da un re e sorrette finanziariamente dal tributo. le tecniche agricole in Europa.
IL TEMPO
2000 a.C. 1200 a.C.
C I V I LTÀ C R E T E S E E C I V I LTÀ M I C E N E A
N A V I G A Z I O N E D ’ A L T O M A R E
1250 a.C.
Guerra di Troia
I CONCETTI
La civiltà mise radici I PRIMI POPOLI MEDITERRANEI
in regioni fortemente
montuose ma affacciate Quattromila anni fa nell’isola di Creta nasce una civiltà di origine asiatica che, attraverso
sul mare: la Grecia intensi traffici con i primi abitanti della Grecia, gli Achei o Micenei, influenza profondamente
e la zona chiamata la loro cultura e quella dei Greci, loro discendenti.
Fenicia (lungo la costa
Il Mediterraneo cessa di essere un ostacolo e diventa un’“autostrada degli scambi”.
siro-palestinese).
800 a.C. 700 a.C. 600 a.C. 500 a.C. 400 a.C. 300 a.C.
E TÀ B U I A C I V I L T À G R E C A
508 a.C.
COLONIZZAZIONE GRECA Costituzione ELLENISMO
E FENICIA democratica
ad Atene
Polis greca 334-323 a.C.
Alfabeto Impero
490-479 a.C.
Guerre di Alessandro
persiane
431-404 a.C.
Moneta Guerra
coniata del Peloponneso
30
1 Creta, l’isola al centro Da ciò e da altri indizi, gli storici hanno tratto la cer-
del Mediterraneo, è la culla tezza che i Cretesi fossero gruppi di emigranti asia-
tici approdati nell’isola all’inizio del III millennio a.C.
delle civiltà del mare
La culla della civiltà mediterranea fu Creta, un’iso-
la grande quasi quanto la Corsica, collocata sotto la
2 I Cretesi: navigatori,
Grecia al centro del Mediterraneo orientale ed equi- mercanti e pirati
distante da tutte le sue coste, comprese quelle della Quando si stabilirono nell’isola questi emigranti por-
Sicilia. tarono con sé tecniche e organizzazioni che il loro
Secondo la mitologia essa era stata scelta da Zeus, il paese d’origine aveva ricevuto dai vicini Sumeri ed
re degli dèi greci, per amarvi Europa, la bellissima Egizi; perciò diedero ai pastori-contadini che vive-
fanciulla che egli aveva rapito sulle coste della Feni- vano nell’isola un immediato slancio economico e
cia, in Asia Minore, dopo essersi trasformato in toro. culturale. Svilupparono l’agricoltura, ma furono abili
Successivamente l’isola era stata il regno del potente soprattutto nella navigazione e nei commerci.
Minosse – da cui la civiltà cretese ricevette anche il Costruirono navi dotate di chiglia, una tavola ver-
nome di civiltà minoica –, il quale vi fece costruire ticale che le rendeva più stabili rispetto alle onde,
un labirinto per rinchiudere il Minotauro, un mostro di due timoni, di parapetti laterali per impedire
dal corpo di uomo e dalla testa di toro. che venissero allagate durante le tempeste, e di vele
Oggi si dà molto credito ai miti, che spesso hanno per prendere il vento, facendo propria un’invenzione
rivelato di essere la versione fantasiosa di autentiche egiziana per la navigazione sul Nilo.
realtà storiche. Con queste navi affrontarono per primi la naviga-
Il toro, per esempio, è presente in molti aspetti sia zione d’alto mare orientandosi di giorno con il sole
dell’arte minoica sia di quella dell’Anatolia. e di notte con la Stella polare; avendo scoperto che
ITALIA
Micene SIRIA
tessuti rame
va suti
tes
, vasi
si,
Il palazzo di Cnosso
•
lungo 150 metri e largo 100.
• Al centro noterai il vasto cortile
in cui si svolgevano le “danze
dei tori”.
• I diversi quartieri (sala del trono,
appartamenti del re, della regina,
e dei nobili, luoghi di culto,
magazzini, cucine) erano
collegati da scale monumentali
e da portici.
• Le stanze erano tutte affrescate.
ITALIA
Troia Ninive
GRECIA
Assur
Atene
Tig
ASSIRIA
i r
Micene Euf
SICILIA Ugarit Mari rate Susa
Pilo
CIPRO FENICIA Babilonia Lagash
Cnosso
Mallia Biblo Uruk
CRETA Festo Ur Golfo
Persico
Ma r Medi terra neo
Antica talassocrazia cretese
Rotte cretesi
Rotte micenee
EGITTO Le rotte commerciali cretesi verso l’Italia
coincidono con le rotte micenee
Nilo
4 La tribù degli Achei cavalli, ingaggiavano duelli individuali con i nemici.
Poiché le città erano spesso in lotta fra loro, i palazzi
fonda la civiltà micenea reali furono costruiti come fortezze inespugnabili.
Gli Achei erano una tribù nomade proveniente dalla Nel 1250 a.C. la potenza del popolo miceneo era tale
Russia che si era stabilita nella Penisola greca intorno che tutti i re si coalizzarono per attaccare Troia, una
al 2000 a.C. Apparteneva a un gruppo di popoli che ricchissima città situata sullo Stretto dei Dardanelli,
parlavano lingue indoeuropee, alle quali appartiene al confine tra l’Asia Minore e l’Europa. Secondo il
anche l’italiano. Per molti secoli erano rimasti isolati mito quella spedizione, terminata con la vittoria degli
e avevano vissuto stentatamente. A partire dal 1600 Achei, fu causata dal desiderio di vendicare il rapi-
a.C., però, avevano cominciato a essere visitati dai mento della bella Elena, moglie di uno dei re mice-
mercanti cretesi. Questi scambi avevano fatto decol- nei, ma fu certamente più forte la speranza di tornare
lare la loro economia e li avevano indotti a elaborare a casa con un immenso bottino. Essa divenne così
un proprio sistema di scrittura, la cosiddetta Lineare leggendaria che le imprese dei suoi eroi furono can-
B, che, al contrario di quella cretese, oggi sappiamo tate dagli aedi, i poeti ambulanti che recitavano in
leggere e tradurre. versi a memoria o improvvisando, senza l’aiuto di un
Anch’essi costruirono navi e commerciarono in pro- testo scritto. In seguito queste avventure confluirono
prio, solcando il Mediterraneo e toccando tra l’altro in due poemi composti intorno al X secolo a.C. e
le coste dell’Italia. attribuiti a Omero: l’Iliade e l’Odissea. Tuttavia quella
Grazie alle ricchezze accumulate con i commerci, gli gloria durò poco. Nel 1200 a.C., anche la Grecia fu
Achei fondarono numerose città governate da altret- squassata da una serie di terremoti e invasa da nuovi
tanti re. Dalla città più potente, Micene, gli Achei, Indoeuropei: i Dori.
oggi, sono chiamati anche Micenei.
6 La natura del territorio
5 I Micenei sono guerrieri spinge i Fenici alla navigazione
e costruttori di fortezze e al commercio
I Micenei consideravano la guerra la più nobile delle Intorno al 1200 a.C., mentre la civiltà micenea mo-
attività. Le sorti della battaglia erano affidate al re e riva e le tribù della Seconda migrazione indoeuropea
al gruppo degli aristocratici che, su carri trainati da sconvolgevano la geografia dei Paesi mediterranei,
1 I primi popoli mediterranei 33
emersero altri protagonisti delle civiltà del mare: i (lettera) dell’alfabeto corrisponde non a un oggetto o
Fenici, che abitavano la costa siriana e avevano fon- a una idea, come avveniva per i geroglifici, ma a un
dato una serie di città indipendenti, come Biblo, unico suono. Combinando le lettere dell’alfabeto, si
Sidone, Tiro, ciascuna governata da un re. potevano scrivere le parole. Resta però ai Fenici la
Il loro territorio era costituito da una sottile striscia gloria di aver diffuso queste due invenzioni in tutto
di terra stretta tra il mare e le montagne; di conse- il Mediterraneo. Conoscere l’alfabeto, in particolare,
guenza era del tutto inadatto alle attività agricole. significò per i Greci e per i popoli italici passare dai
Però era ricco di insenature e le sue montagne erano 2000 segni del sistema pittografico e dai 600 del si-
ammantate di foreste di conifere. La conformazione stema sillabico a una ventina di segni che potevano
della costa e la ricchezza di legname incoraggiarono essere appresi facilmente. L’alfabeto rese “demo-
i Fenici a tralasciare l’agricoltura e a sviluppare la cratica” la scrittura, divulgando uno strumento
navigazione e il commercio. che fino ad allora era stato il privilegio di pochissimi
potenti.
7 I Fenici fondano empòri
commerciali lungo le coste Come nacque l’alfabeto
2 La civiltà greca
La posizione della Grecia rispetto all’Italia
1 Una civiltà comune
Il crollo della potenza dei Micenei nel 1200 a.C.
NORD
non significò la fine della loro civiltà. Sebbene
avessero perso l’uso della loro scrittura, la Lineare
Oceano
Atl a n t ic o
B, per quattro secoli essi trasmisero ai Dori l’or-
Mar Ne ro
ganizzazione in città-Stato, che lentamente rico-
struirono la loro economia e che intorno all’800
OVEST EST
a.C. rientrarono nella Storia impadronendosi
dell’alfabeto diffuso dai Fenici nel Mediterraneo.
Le città-Stato erano piccole, rivaleggiavano nei
M ar M e d i t err a neo commerci e si scontravano in guerre continue. A
unirle, oltre alla lingua, era una civiltà comune:
SUD
architettura, alimentazione, abbigliamento, reli-
gione, festività e santuari costituivano il terreno
d’incontro di una popolazione altrimenti divisa.
Un tipico paesaggio
greco
Mare, montagne e uliveti:
ancora oggi la Grecia
presenta in molte zone
questo tipo di paesaggio.
2 La civiltà greca 35
In cucina vi è
un fuoco acceso
che serve
per cucinare.
Camera da letto.
3 In quali dèi credevano dal trono. Cronos generò Zeus il quale, aiutato dai
Secondo i Greci il mondo era cominciato con un fratelli e dalle sorelle, affrontò i Titani in battaglia
grande disordine, che essi chiamavano Caos. Il di- e li sconfisse. Depose Cronos e divenne il re dei
sordine durò finché da Caos nacque Gea (la Madre nuovi dèi.
Terra), la quale partorì Urano (il Cielo) che divenne I nuovi dèi scelsero di abitare sul Monte Olimpo,
poi suo marito. Ebbero molti figli, tra cui i quattordici nel Nord della Grecia, la cui cima è invisibile perché
Titani. Uno di loro, Cronos, il Tempo, guidò una sempre coperta di spesse nubi, e vennero chiamati
ribellione dei suoi fratelli contro il padre e lo depose dèi olimpici.
AFRODITE • Dea
dell’amore e della bellezza,
era nata dal mare su una
conchiglia. Aveva sposato
Efesto ma non lo amava.
2 La civiltà greca 37
4 I templi dei Greci Sulla spianata c’era un altare sul quale si praticavano
I Greci costruirono statue che rappresentavano i loro i sacrifici. Essi consistevano nell’uccidere anima-
dèi e templi per ospitarle. Le statue erano collocate li come agnelli o buoi e nell’arrostirli: il fumo e il
nelle celle interne che erano chiuse a chiave e alle profumo – dicevano i Greci – arrivavano agli dèi ed
quali avevano accesso solo i sacerdoti. Le processioni erano il loro nutrimento; le carni, invece, venivano
di tutta la popolazione e i privati in visita dovevano consumate dagli uomini durante il banchetto rituale
fermarsi fuori, sulla spianata antistante il tempio. che seguiva il sacrificio.
Cella
Il cuore del tempio,
accessibile solo ai sacerdoti.
È qui che viene custodita
la statua della divinità, spesso
decorata da oro e gioielli.
Frontone
È il coronamento
della facciata del tempio,
chiuso dai due
spioventi del tetto
e dalla trabeazione.
Metope
Occupano la facciata
che sta sotto il frontone.
Sono decorate con rilievi
colorati.
Timpano
Lo spazio triangolare
all’interno del frontone
occupato da bassorilievi.
Pronao L’altare
Una seconda fila di colonne Due uomini sacrificano
interne introduce al pronao, un vitello sull’altare collocato
anticamera della cella. Lo spazio davanti al tempio.
tra queste colonne è chiuso (Coppa del V secolo a.C.,
da porte. Parigi, Museo del Louvre.)
38 U2 Le civiltà del mare
La processione
La settimana lavorativa greca non prevedeva giorni di riposo.
In compenso le feste religiose equivalevano a duecento giorni
all’anno. Nelle feste le processioni avevano un posto centrale. Erano
particolarmente amate dalle donne, per le quali rappresentavano
una delle poche occasioni per uscire in pubblico.
IL L’ambiguità
DOCUMENTO dell’oracolo
Tipo di documento: Autore: Erodoto
Narrazione storica Titolo dell’opera: Storie
Data: V secolo a.C.
Le discipline olimpiche
Ecco le principali discipline in cui si
cimentavano gli atleti durante i giochi olimpici,
così come appaiono dalle “pitture vascolari”,
cioè dalle pitture eseguite dai ceramisti su vasi,
tazze, anfore, bicchieri. Lotta
Salto in lungo
Pugilato Corsa
40 U2 Le civiltà del mare
1 7 La società greca
I problemi degli adulti dell’antica Grecia non erano
gli stessi che i tuoi genitori devono affrontare oggi.
Oggi si lavora negli uffici, nelle grandi fabbriche,
nei trasporti e quelli che fanno gli agricoltori usano
trattori, trebbiatrici, concimi chimici e diserbanti. I
Greci invece erano quasi tutti contadini. Avevano
però una terra molto arida e montagnosa sulla qua-
le faticavano duramente, anche perché usavano solo
aratri di legno e non avevano concime per i loro
Anfore prodotte 2 campi. Disponendo di scarse pianure, producevano
in serie pochissimo grano e quindi non avevano mai pane a
Come noi oggi usiamo
i containers per sufficienza; in compenso, però, il vino e l’olio erano
trasportare ogni genere ottimi e abbondanti.
di merce, i Greci usavano
anfore di terracotta, rozze,
Chi non era contadino faceva l’artigiano o il mer-
prive di decorazioni e con cante. Alcuni artigiani cuocevano nei forni bellissimi
la base a punta 1 . Questo oggetti in ceramica che poi dipingevano. Altri fon-
particolare serviva a stivarle
nelle navi infilando la punta in uno spesso devano il bronzo e ne traevano statue, coppe e bacili.
strato di sabbia 2 , in modo che non si I mercanti, che erano anche abili marinai, riven-
muovessero. Le anfore venivano riempite di vino,
di olio, di grano, di olive e persino di tessuti. devano la ceramica, il bronzo, il vino e l’olio in molti
Paesi affacciati sul Mare Mediterraneo.
Navigazione
e commerci
Una nave da carico,
all’ancora in un porto,
dalla quale i marinai
scaricano merci provenienti
da luoghi lontani.
Qui sotto, un’anfora
preziosamente decorata.
Questo tipo di vasellame
di lusso era uno dei più
lucrosi prodotti
di esportazione.
2 La civiltà greca 41
8 La società greca
era basata sugli schiavi
Nella nostra civiltà esiste un importantissimo divieto
morale, condiviso da tutti: nessun uomo può avere
potere di vita e di morte su un altro uomo, quindi
nessuno può essere reso schiavo.
Ecco un’altra grande differenza tra noi e i Greci. Essi
trovavano del tutto naturale la schiavitù e, nei primi
tempi, un povero che non riusciva a pagare i propri
debiti a un ricco diventava il suo schiavo. Poi una Il mercato degli schiavi
legge proibì questa sopraffazione ma, in compenso,
essendo diventati grandi e potenti, i Greci compra-
rono decine di migliaia di schiavi di altri Paesi
e li impiegarono nei lavori più pesanti.
IL
DOCUMENTO Elogio della democrazia
Tipo di documento: Tragedia Data: 415 a.C. Autore: Euripide Titolo: Le supplici
Un grande tragediografo greco, Euripide, approfitta di uno scritte, il ricco e il povero hanno uguali diritti in questo
spettacolo per dire il suo parere al pubblico che affolla il teatro. paese. Il debole può rispondere al potente che lo attacca e,
La nostra città non è soggiogata dal potere di un uomo se ha ragione, prevalere su di lui. Quanto alla libertà, essa è
solo. Atene è libera. contenuta nelle parole con cui si apre ogni volta l’Assemblea:
È il popolo che vi regna; a turno i cittadini, diventati an- “Chi vuole, chi può dare un consiglio utile alla patria?”.
nualmente magistrati, amministrano lo Stato. Ciascuno allora può brillare o tacere. Si può immaginare
La ricchezza non gode di alcun privilegio: grazie alle leggi un’uguaglianza più bella?
La dittatura in Germania
dal 1933 al 1945
Un bambino ebreo del ghetto
di Varsavia avviato in un Lager
dai nazisti.
2 I popoli antichi erano soggetti E poiché in Grecia ogni Stato corrispondeva a una
a un re dotato di immensi poteri singola città, compresa la campagna che aveva intor-
Tutti i popoli vissuti prima dei Greci, cioè Sumèri, no, ecco che cosa escogitarono.
Egizi, Cretesi, Micenei, erano sudditi di un re dotato In ogni città, che in greco si chiamava polis, fu co-
degli stessi poteri di un dittatore moderno. struita una piazza, che si chiamava agorà, per avere
Quel tipo di re aveva il controllo totale dello Stato, un luogo in cui ci fosse posto per tutti. Nella piazza
cioè l’organizzazione che ha il compito di provvedere i cittadini cominciarono a riunirsi periodicamente in
al benessere dei cittadini e verso la quale i cittadini Assemblea.
hanno a loro volta tutti i doveri e i diritti previsti La piazza, di cui le nostre città sono piene, è un altro
dalle leggi. patrimonio che abbiamo ereditato dai Greci: prima
In uno Stato di quel genere, però, i doveri erano di loro, nelle “città dei re”, la piazza non esisteva.
moltissimi e i diritti quasi nessuno. L’altro luogo che non poteva mancare in una polis
era l’acròpoli, ovvero la “città (polis) alta”. Si trovava
su una piccola collina sovrastante l’agorà, ospitava i
3 I Greci non vogliono affidare templi degli dèi protettori ed era cinta da mura.
il potere a un re e creano la polis L’acròpoli, infatti, era il cuore sacro della polis: quando
I Greci invece dissero: “Lo Stato non è di un re, ma qualche nemico riusciva a invadere la parte bassa,
dei cittadini. Tutti i cittadini devono partecipare al cittadini e guerrieri si asserragliavano nella città alta
governo. Solo loro hanno il diritto di fare le leggi”. e la difendevano fino all’ultimo sangue.
La polis: una città con la sua campagna parti fertili fornivano cereali, vino e olio; 2. un centro urbano
Il mondo greco era diviso in decine di piccole città. Strette tra le in cui abitavano artigiani e mercanti e in cui i proprietari di terre
montagne e il mare, esse costituivano dei piccoli Stati indipendenti, convergevano periodicamente dalla campagna per partecipare
organizzati secondo uno stesso modello: 1. un territorio le cui all’Assemblea.
Oliveti
Campi di
grano e prati
Porto
Vigneti
Collina Acròpoli
Alcune schiave
alla fontana
(vaso ateniese,
Londra, British
Museum).
46 U2 Le civiltà del mare
Atene democratica
Il disegno ricostruisce una votazione dell’assemblea.
3 Che cosa ci hanno insegnato 47
8 La Costituzione protegge
la democrazia con una serie IL
DOCUMENTO L’ostracismo
di garanzie
Clìstene conosceva bene i vizi degli esseri umani; Tipo di documento: Autore: Plutarco
perciò nella Costituzione inserì una serie di garanzie. Biografia Titolo: Vite parallele
Data: I secolo d.C.
Per evitare che un ambizioso riuscisse a ottenere una
carica corrompendo gli elettori, i massimi responsa- Grosso modo l’operazione dell’ostracismo avveniva così.
bili del governo non venivano eletti, ma sorteggia- Ogni votante prendeva un óstrakon, cioè un coccio, vi scrive-
ti. Inoltre essi duravano in carica solo un anno va il nome del cittadino che voleva esiliare e lo portava in un
e non potevano essere sorteggiati due volte punto della piazza del mercato cinto tutt’intorno da steccati.
Gli arconti (ovvero i magistrati più importanti) contavano
nell’intero arco della loro vita.
prima il totale dei cocci consegnati, perché l’ostracismo
Nonostante questo c’era sempre il pericolo che qual- non era valido se avevano votato meno di seimila cittadini;
cuno tentasse di diventare re o tiranno (noi oggi poi li separavano, ciascuno secondo il nome che portava, e
diremmo “dittatore”) approfittando delle sue glorie colui il cui nome era scritto sul maggior numero di cocci
militari oppure della sua capacità di mentire in mo- veniva esiliato dalla città per dieci anni, pur continuando
do convincente o della sua ricchezza. A ciò Clìstene a mantenere i suoi beni.
provvide con l’ostracismo, un voto popolare con
cui l’uomo pericoloso poteva essere mandato in esilio
per dieci anni. Esempio
Infine, perché potessero partecipare all’ecclesìa anche di óstrakon
con i nomi Aristide
i più poveri, ogni cittadino riceveva un òbolo, cioè dei cittadini
una moneta. Infatti c’erano contadini che arrivavano da esiliare.
dalla campagna e che, per esercitare il loro diritto di Lisimaco
voto, perdevano una giornata di lavoro.
La clessidra ad acqua
Quando il vaso inferiore è pieno,
chi sta difendendo le proprie
ragioni deve tacere.
48
4 Le ultime eredità
IL
DOCUMENTO Perché la storia
Pericle e il Partenone
Celti
ra Padana
Pianu
L iguri
Rimini Gli Etruschi, che hai
già studiato in quinta
Marsiglia Arno elementare, furono
Etruschi il più grande popolo
italico prima dei
Romani.
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MAGNA
GRECIA
di
Ecco come si
Sar
configurava l’Italia
al tempo in cui
Gre
cominciavano
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a colonizzarne alcune
zone costiere
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al
in Sicilia, in Sardegna
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IL TEMPO
800 a.C. 700 a.C. 600 a.C. 500 a.C. 400 a.C. 300 a.C.
M O N A R C H I A R E P U B B L I C A
753 a.C. 509 a.C. 486-367 a.C.
Fondazione Fine della Lotta della plebe
di Roma Monarchia 264-146 a.C.
e fondazione della Guerre puniche
Repubblica 493-275 a.C.
Conquista dell’Italia
ELLENISMO
IN GRECIA
P O L I S
334-323 a.C.
776 a.C. Alessandro Magno
Prima olimpiade
490-479 a.C.
Guerre persiane
I CONCETTI
LE ORIGINI DELLA POTENZA DI ROMA
Il 753 a.C. è una data d’inizio fornita dai Romani
stessi nelle loro leggende. In quell’anno, infatti,
Romolo
e Remo avrebbero scelto il colle Palatino per
tracciarvi un solco quadrato e fondarvi una città.
Roma costruisce le sue fortune sulla capacità
di favorire gli scambi tra civiltà e durante la
Repubblica conquista l’Italia e il Mediterraneo.
LA RIFORMA DI AUGUSTO
Le istituzioni repubblicane non sono adatte a
governare l’enorme impero conquistato dai Romani.
Augusto le riforma, trasformando la repubblica in
un principato.
Nascita
200 a.C. 100 a.C. di Cristo 100 200 300 400 500
I M P E R O
133 e 123 a.C. 88-31 a.C. 476 d.C.
Gracchi Guerre Fine dell’Impero
civili romano
d’Occidente
Principato
di Augusto
E S P A N S I O N E D E L C R I S T I A N E S I M O
146 a.C.
Conquista romana
della Grecia
52
1 La civiltà etrusca
Te
a
ve
Vulci ti
re
Tarquinia Veio c
Val di Chiana, della Maremma e del Delta del Po. Cere Roma
o
Dèi e indovini
L’insegnamento etnico:
2 essere aperti agli stranieri
Troia
Sicilia
Cartagine
Creta
Ma r Me dite r r a ne o
Il viaggio di Enea
2 L’insegnamento etnico: essere aperti agli stranieri 55
2 Roma è una città ideale ampi diritti alle città vinte. Molto tempo dopo un
per gli scambi tra civiltà imperatore, che si chiamava Claudio, fece entrare nel
Il fatto è che i Romani avevano una precisa con- governo i Galli, che abitavano nella Francia attuale e
vinzione: la loro città aveva avuto fortuna proprio che un tempo erano stati nemici dei Romani.
perché, sin dalla sua nascita, aveva accolto genti di Roma quindi non fu mai una città “pura” e tanto
ogni provenienza e perfino schiavi fuggitivi; non era meno ostile agli stranieri.
stata chiusa e soffocante, ancorata a pregiudizi, ostile Fu invece sicuramente una città ideale per gli “scam-
alle novità. bi tra civiltà”. Uno storico greco antico, Polibio,
Pensa, per esempio (e questa non è leggenda, ma che, sebbene appartenesse a un popolo vinto, ammi-
storia) che ai tempi delle origini Roma ebbe dei re rava molto la grandezza di Roma, diceva: “I Romani
sabini, tre re etruschi e uno di origine greca. sono più pronti di ogni altro popolo ad abbandonare
Quando conquistarono l’Italia, i Romani diedero una vecchia abitudine per adottarne una migliore”.
2 3
anfiteatro
cisterna
teatro
acquedotti
cardo
foro mercato
terme fontana
cisterna
decumanus
torre porta
2 L’insegnamento etnico: essere aperti agli stranieri 57
Vittorie navali
Le navi da guerra antiche avevano la prua rinforzata
dai rostri, cioè da doppie lame taglienti. Ammainando
le vele e manovrando solo con i rematori, bisognava lanciare
la propria nave contro il fianco dell’altra e sfondarla.
I Romani, non sapendo fare questa manovra, inventarono
i corvi, delle passerelle mobili munite di rampini, simili agli
artigli di un uccello. Con essi bastava affiancarsi alla nave
nemica, calare il corvo e andare all’arrembaggio.
58 U3 La civiltà romana
Sconfitte terrestri
Incredibilmente un esercito che sembrava invincibile come quello romano fu annientato da quello di Annibale.
2 L’insegnamento etnico: essere aperti agli stranieri 59
7 Dove si dimostra l’importanza le province trassero vantaggi dal sistema romano: fare
dell’integrazione buoni affari era facile, le religioni e i costumi locali
venivano rispettati, le città si ingrandivano, le cam-
Annibale avrebbe dovuto marciare subito contro la
pagne fruttavano.
città che odiava e occuparla finché era indifesa. Inve-
Molti popoli passarono dalle capanne alle case di
ce, siccome aveva un esercito costituito non da cit-
mattoni, dai terreni paludosi alle vigne e ai campi
tadini ma da mercenari, cioè da soldati di vari Paesi
di grano.
che combattevano solo per denaro, dovette aspettare
dei mesi perché le sue truppe volevano riposarsi e
divertirsi dopo le molte battaglie. Inoltre, non arri-
vavano da Cartagine i soldi per pagare i soldati, che
ben presto cominciarono a ribellarsi. Alcuni addirit-
tura lo abbandonarono. Per un po’ Annibale non si
preoccupò: i mercenari, prima o poi, creavano sempre
qualche problema. Intanto mandava ambasciatori alle
città italiche alleate di Roma offrendo loro grandi
vantaggi: era sicuro che esse avrebbero abbandonato
la città vinta e avrebbero marciato con lui per darle
il colpo finale.
Invece ciò non accadde. Esse, anzi, misero tutti i pro-
pri uomini a disposizione di Roma e ricostituirono
le legioni. Grazie a questo e a un grande generale,
Scipione l’Africano, Roma passò al contrattacco.
Nel 202 a.C. Scipione sbarcò in Africa costringen-
do Annibale ad abbandonare l’Italia per soccorrere
Cartagine. I due eserciti si affrontarono a Zama e i
Romani ottennero una vittoria che risolse la guerra.
8 Le province conquistate
formano l’Impero romano
Dopo aver vinto Cartagine, Roma non ebbe più ri-
vali capaci di arrestare la sua espansione. Le legioni
marciarono contro i regni asiatici a est e contro le
tribù ispaniche a ovest. Un altro grandissimo generale,
Giulio Cesare, conquistò l’intera Gallia e sbarcò an-
che in Inghilterra. A tutte queste regioni conquistate,
che i Romani divisero in province, si dà il nome di
Impero romano. Roma era ancora una repubblica
e in questo caso imperium significava “dominio”. Più
tardi avrebbe assunto anche un secondo significato.
Le province non ebbero i vantaggi di cui godevano L’esercito cittadino di Roma
le città italiche. A volte i loro governatori le oppri- Le legioni romane, a differenza dell’esercito cartaginese, erano
costituite interamente da cittadini di Roma e delle città italiche.
mevano con gravi ingiustizie e Roma domò spietata- Si armavano a proprie spese e combattevano per la grandezza
mente numerose rivolte. Nel complesso, però, anche della propria città.
60 U3 La civiltà romana
Re n
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Ocean o Atlant ic o
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Gallie
Lione
Milano
Roma
Italia
Macedonia
Taranto
Asia
Gr e c i a
M inor e
Cartagine Corinto Atene Eufra
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Zama Si r i a
A f ri ca
Mare Mediterraneo
Cirenaica
Egi t t o
Nilo
Possedimenti romani: verso il 400 a.C. verso il 200 a.C. verso il 100 a.C.
L’insegnamento sociale:
3 a tutti gli stessi diritti, ad alcuni
la stessa speranza
1 La società è divisa le loro forze e, insieme, scacciarono l’ultimo sovrano,
tra patrizi e plebei Tarquinio il Superbo, fondando la repubblica.
Non vorrei che, leggendo questo Capitolo, tu pen- Subito dopo, però, i patrizi si liberarono dei plebei
sassi che Roma fosse una città idilliaca, dove ogni escludendoli dal potere. Poiché pochi governavano
esigenza veniva accolta con inchini e sorrisi. Roma, senza alcun controllo su tutto il popolo, Roma fu
anzi, fu molto spesso una città violenta. Però riuscì per un certo periodo una repubblica oligarchica.
sempre a risolvere i suoi problemi e a vivere lunghis- I plebei erano orgogliosi e combattivi e non erano
simi periodi di benessere e di serenità. affatto disposti a rinunciare ai loro diritti di cittadini,
Uno di questi problemi era che la società romana era perciò scatenarono le lotte della plebe, che dura-
nettamente divisa: da una parte c’erano i patrizi, cioè rono più di un secolo, attirando molti patrizi dalla
gli aristocratici di antica origine che avevano le terre loro parte e strappando ai più ostinati una vittoria
più grandi e migliori, dall’altra i plebei, i contadini dietro l’altra.
con i campi più piccoli, che non potevano vantare an- Da queste lotte nacque una Costituzione “mista”
tenati illustri. Nel 509 a.C. i Romani, come prima di del tutto originale che riusciva a bilanciare i poteri dei
loro avevano fatto i Greci, decisero che non volevano patrizi con quelli dei plebei e che permise a Roma di
più essere governati da un re; patrizi e plebei unirono crescere più di ogni altra città del mondo.
2 Anche i Romani hanno guerra o erano poveri ed erano disoccupati. Se, con
una bacchetta magica, qualcuno avesse fatto sparire
gli schiavi, ma essi possono improvvisamente tutti gli schiavi, nel giro di poche
sperare nella libertà ore l’Impero romano si sarebbe trovato senza pane,
Come i Greci, anche i Romani si avvalevano del senza amministrazione, senza niente. Un’economia
lavoro degli schiavi. basata interamente sul lavoro degli schiavi si chiama
Dopo la formazione dell’Impero, questi ultimi di- economia schiavista.
vennero milioni, essendo soprattutto prigionieri di Tu condividi certamente l’idea che quella della schia-
guerra. Quando una città non si arrendeva, infatti, i vitù è una pratica disumana: uno schiavo non poteva
Romani la prendevano con la forza e riducevano in sposarsi, la sua testimonianza era accettata solo sotto
schiavitù gran parte degli abitanti, donne e bambini tortura e il padrone aveva il diritto di decidere se
compresi. I mercanti di uomini seguivano le legioni trattarlo in modo umano o come una bestia.
nella loro avanzata, compravano i prigionieri dai con- Anche in questo campo i Romani dimostrarono una
soli, li selezionavano in base alle loro caratteristiche, grande apertura. Infatti, unici in tutto il mondo an-
poi li rivendevano nei mercati di schiavi. tico, gli schiavi romani, dopo anni di servizio inec-
Con il passare dei secoli, agli schiavi furono affidati cepibile, potevano essere liberati. Si trasformavano
indistintamente tutti i lavori, mentre i liberi o erano in liberti, prendevano il nome del loro padrone e
ricchi e si occupavano esclusivamente di politica e di diventavano cittadini romani a pieno diritto.
Gli schiavi greci sono ritenuti i più intelligenti e perciò sono anche Tra gli schiavi agricoli, i più
i più costosi. Lavorano nelle grandi famiglie romane come dottori, intelligenti dirigono le ville
bibliotecari, parrucchieri, camerieri e cuochi. Alcuni aiutano i loro dei latifondi e comandano
padroni nelle botteghe. Altri insegnano nelle scuole. centinaia di altri schiavi.
Gli schiavi dello Stato eseguono la Le condizioni peggiori sono quelle degli Gli schiavi più atletici vengono
manutenzione degli edifici pubblici. schiavi delle miniere. L’aria malsana, addestrati accuratamente e impiegati
I più colti lavorano negli uffici; le fatiche e i maltrattamenti li condannano nei combattimenti degli anfiteatri.
tra questi alcuni diventano molto a una morte precoce.
potenti.
Le ribellioni sono abbastanza frequenti. Una, La cerimonia di liberazione di uno schiavo si chiama
violentissima, scoppiò tra gli schiavi-pastori siciliani; “manomissione”, perché il padrone lo tocca con una
un’altra fu guidata dal gladiatore Spartaco. mano. Da quell’istante egli diventa un liberto.
63
L’insegnamento politico:
4 non temere il cambiamento
Nei primi secoli della Repubblica Durante le Guerre puniche la stragrande Finite le guerre, molti possessori
le fattorie erano di modeste proporzioni maggioranza dei contadini dovette di piccole fattorie non riuscirono
e venivano mantenute dal lavoro di una abbandonare le fattorie e servire nelle a riparare i danni e affogarono nei debiti.
sola famiglia, aiutata al massimo da legioni. Privi di braccia, i campi restarono Dopo qualche anno le loro terre furono
uno o due schiavi. I proprietari ne incolti; molte fattorie furono addirittura incamerate dai proprietari più ricchi,
ricavavano a sufficienza per nutrirsi devastate dalle battaglie e dai soldati che le trasformarono in fattorie enormi,
e per vendere al mercato le eccedenze. in marcia di entrambi gli eserciti. condotte da migliaia di schiavi.
64 U3 La civiltà romana
Giulio Cesare
Cesare veniva da una famiglia aristocratica impoverita che sosteneva
di avere come antenati il figlio di Enea, Iulo (ovvero “Giulio”), e
quindi la dea Venere, che di Enea, secondo la leggenda, era la madre.
Ricordi l’albero genealogico di pagina 54? Attraverso Iulo, i Giulii
discendevano anche da Romolo.
Nel corso dei secoli, tuttavia, questa famiglia non aveva dato alla
Repubblica personaggi di grido. La stessa casa di Cesare non si
trovava in una zona elegante, ma nella Suburra, il quartiere mal-
famato di Roma, dove egli nacque intorno al 100 a.C.
Durante l’infanzia Cesare ebbe come maestro uno schiavo intel-
ligente e colto, proveniente dalla Gallia, che gli insegnò non solo
il latino e il greco, ma anche molte notizie sui propri compatrioti
che tornarono molto utili al suo allievo quando conquistò la
Gallia. Pare che da adolescente Cesare soffrisse di attacchi di mal
di testa e di epilessia. Era un abile cavaliere, ma era capace anche
di marciare a piedi per giorni interi senza stancarsi.
Divenne calvo molto presto e questo fu sempre un suo cruccio,
che cercò di mascherare tirandosi i capelli dalla nuca alla fronte.
Fu un grandissimo generale, adorato dalle sue truppe che portò
sempre alla vittoria. Contemporaneamente era un perfetto uomo
di mondo, elegante, spregiudicato, ricco di umorismo, capace
di perdonare i vizi altrui, nella perfetta consapevolezza di averne
altrettanti. Non avendo denari, si era alleato a un senatore ric-
chissimo che aveva finanziato la sua carriera politica. Nessuno dei
suoi avversari politici, però, aveva fatto i conti con la sua grande
ambizione e con la sua acutissima intelligenza.
tendevano a risanare le finanze statali e a dare fidati, fece di loro la classe dirigente dell’Impero.
sicurezza ai diseredati: congedò 300 000 legionari La classe media, formata da mercanti, bottegai e
per rendere meno costoso e più snello l’esercito, an- artigiani, sostenne Augusto perché la pace favoriva
nullò i debiti dei privati verso lo Stato e diede l’avvio le attività e gli affari.
a grandi opere pubbliche – acquedotti, templi, strade, Anche la plebe fu avvinta da un legame strettissimo
edifici – impiegando come manodopera i disoccupati con l’imperatore, che presiedeva come tribuno le As-
di Roma e delle colonie italiche. semblee, organizzava grandiosi spettacoli gratuiti e,
quando il prezzo del pane si alzava eccessivamente,
ordinava distribuzioni gratuite di grano.
6 Nuove categorie sociali Infine Augusto compì un gesto rivoluzionario esaltan-
saranno la forza dell’Impero do il ruolo dei liberti, gli schiavi “manomessi” che
Successivamente Augusto varò una grande riforma avevano curato i suoi affari di famiglia, ai quali affidò
che diede una nuova sistemazione alle categorie so- l’amministrazione del fisco, il patrimonio personale
ciali dell’Impero. dell’imperatore, mentre l’erario, le casse pubbliche
Al Senato tolse la maggior parte dei poteri politici; dello Stato, restava amministrato dai senatori. Il fisco
però compensò astutamente i singoli senatori con divenne però molto più ricco e importante dell’era-
incarichi inutili ma onorifici e redditizi. Inoltre man- rio. Inoltre molte casate nobili lo imitarono e, nel giro
tenne il loro diritto ormai secolare al governo delle di pochi anni, i liberti diventarono una categoria
province. Poiché i cavalieri gli apparivano molto più sempre più vasta di privilegiati.
I sostenitori dell’Impero
Gli schiavi
La plebe che, come questo
che avrà spettacoli e grano schiavo-bambino,
gratuito. potranno aspirare
a diventare ricchi
e potenti come liberti.