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Era Del Secondo Tempio I

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515-167: L’ERA DEL “SECONDO TEMPIO” PRIMA DELL’ «ABOMINIO DELLA DESOLAZIONE»

Cf. E. CHARPENTIER, op. cit., pp. 76ss


Sotto il dominio dei Persiani: 515 → 13,23-25). A questo proposito Esdra costituisce
Dopo 5 anni di fatiche la costruzione del TAVOLA CRONOLOGICA una commissione di 27 sacerdoti e 83 laici per
Tempio viene terminata. Ma gli anziani che 515: Dedicazione del redigere liste di proscrizione: “Tutti quanti
avevano conosciuto lo splendore del Tempio di Tempio ricostruito. avevano sposato donne straniere dovettero
Salomone non possono trattenere le loro lacrime, → Tritoisaia( Is 56-66). rimandarle insieme coi figli avuti da loro” (Esd
tanto meschino appare il nuovo (cf. Esd 3,10- → Abdia. 10,44)… In questo modo “raggruppata attorno
13). Galvanizzato dalle promesse del Nuovo → Gioele (V- IV sec.a.C.). al tempio, al riparo delle mura della città santa,
Esodo il popolo dell’Esilio era rientrato nella sua 465: Artaserse I diviene re purificata da ogni elemento straniero, la
terra. Ma il futuro sognato si rivela amaro. La vita di Persia fino al 423. comunità giudaica vive sotto l’autorità del suo
riprende in condizioni di povertà e di disunione: → Malachia. clero e dei suoi dottori nell’osservanza della
ci sono i Giudei rimpatriati da Babilonia, quelli → Proverbi 1-9 e redazio- legge di Dio”. La separatezza e la teocrazia
che erano rimasti nel paese, gli stranieri che, nel ne finale del libro; reggeranno per secoli questa comunità, mentre
frattempo, si erano installati e i Giudei della 445: Prima missione di progressivamente il cosmopolitismo si allar-
diaspora. Si infiltrano odio e divisione, disprezzo Neemia e ricostruzio- gherà nella Diaspora giudaica» (G. RAVASI,
dello straniero; l’idolatria minaccia; la speranza si ne delle mura di Geru- Antico Testamento. Introduzione, Piemme,
spegne… salemme. Opposizione 1991, pp. 161-162).
Un discepolo del Deuteroisaia, il cosid- dei Samaritani. Infatti, anche se il centro del giudaismo
detto TRITOISAIA, cerca di ravvivare la fede e la 432: Seconda missione di rimane Gerusalemme, si assiste ad una
speranza del popolo. Dopo di lui, la parola Neemia. Indipendenza dispersione (in gr. diaspora = dis-seminazione)
profetica continuerà a richiamare Israele alla sua dalla Samaria. di ebrei nel mondo. In particolare si formano
vocazione, grazie a Gioele e Malachia. Nel → Giobbe (V-IVsec.). due grandi centri, che si riveleranno ben presto
frattempo vengono raccolte le scritture 404: Artaserse II re di importanti per il giudaismo: a Babilonia i
precedenti: i rotoli dei profeti, le fonti che Persia fino al 359. numerosi Giudei che vi sono rimasti formano
confluiranno nella Torah (Pentateuco), l’opera 398: Missione di Esdra (se una comunità viva che in alcuni secoli produrrà
deuteronomista (da Dt a 2Re). Anche la rifles- Esd 7,7 si riferisce ad opere molto importanti come il Talmud di
sione dei sapienti, iniziata dopo Salomone e Artaserse II). Esdra Babilonia. In Egitto già si conosce l’esistenza
arricchitasi durante l’esilio grazie al contatto con redige la Torah, che di una comunità ebraica ad Elefantina… Il
la sapienza babilonese, comincia a condensarsi in diviene legge di Stato. cosmopolitismo, inoltre, è stato favorito dal
opere scritte, come il libro dei Proverbi. La Giudea diviene uno rapido diffondersi di una lingua comune,
Dal 445→ Stato teocratico con l’aramaico: è la lingua internazionale
Neemia, un ebreo divenuto coppiere di una propria moneta. dell’impero persiano per il commercio e la
Artaserse I, viene mandato in Giudea nel 445 e → Giona. diplomazia. Anche in Giudea questa lingua
nel 432. Le sue due missioni, nonostante le → Rut. soppianta a poco a poco l’ebraico, che rimane
ostilità del principe di Ammon e del governatore 333-323: Alessandro solamente come lingua liturgica.
di Samaria, permettono la ricostruzione delle Magno conquista il Sotto il dominio dei Greci: dal 333→
mura di Gerusalemme e segnano l’indipendenza Medioriente, l’Egitto. Le fulminanti conquiste di Alessandro
nei confronti della Samaria. Nel 398 (ma la la Persia, l’India. Magno hanno fondato un vasto impero che si
datazione potrebbe anche essere diversa: 458 o 323: Morte di Alessandro e estende dalla Grecia all’India. Il mondo greco o
427) il sacerdote e scriba Esdra è incaricato dal divisione dell’impero “ellenistico” diventa ormai un modello comune
re Artaserse II di riorganizzare la regione. Con il in tre parti: Grecia sot- di civiltà e uno strumento di unità, con la sua
pugno di ferro ristabilisce la “purezza” della fede to la dinastia degli An- lingua “koiné” (=comune), quella parlata allora
e impone come legge di stato la “Legge del Dio tigonidi; Siria (dal Me- in Grecia, la sua cultura la sua arte, le sue
del cielo”, cioè l’attuale Pentateuco, da lui diterraneo fino all’In- piscine, i suoi stadi… Questo anche quando,
redatto. Su questo fondamento (cf. Ne 8) Esdra dia) sotto i Seleucidi; alla morte di Alessandro, l’impero viene diviso
costituisce uno stato teocratico con al centro il Egitto (con la Palesti- fra i suoi generali. L’Egitto, con annessa la
Tempio, la cui santità si irradia come per cerchi na) sotto i Lagidi. Palestina, cade sotto il dominio dei Lagidi (detti
concentrici, fino a raggiungere tutte le altre → Opera del “Cronista”: anche Tolomei), abitualmente rispettosi delle
strutture sociali e politiche. L’intera città di 1-2 Cronache, Esdra e diversità nazionali e religiose; ma è il rapporto
Gerusalemme è investita pienamente di questa Neemia. con la lingua e la cultura greca che fa
sacralità, tanto è vero che le stesse mura vengono → Cantico dei Cantici (IV- problema: esso è stato vissuto in modi differenti
consacrate (Ne 12,27-43). III sec. a. C.) dagli ebrei del tempo:
«Dall’esterno la sacralità viene trasferita → Deuterozaccaria (9-14). *Ad Alessandria d’Egitto, città fondata nel
alle persone. Nasce, così, l’esigenza di costruire → Qohèlet. Ester? 332 dallo stesso Alessandro, si era sviluppata
la “razza santa” (Esd 9,2): “quelli che appa- 250-150: Prima traduzione una fiorente comunità ebraica, che ha saputo
tenevano alla stirpe d’Israele si separavano da greca dell’AT detta: vivere un fecondo incontro con la cultura greca,
tutti gli stranieri” (Ne 9,2; cf. 13,3). Il dramma “La Settanta” (LXX). realizzando così una nuova forma di giudaismo
s’accende quando si devono purificare le linee 198: il re seleucida Antioco ellenista: esso ha trovato una sua prima e
genealogiche inquinate da elementi non-ebrei. Si III, avendo sconfitto fondamentale espressione nella LXX.
redigono registri genealogici (Ne 7,5; Esd 8,3), gli egiziani a Paneion, *In Palestina la comunità è divisa. Alcuni
vengono espulse 652 persone e il provvedimento sottomette la Giudea. sono tentati dalla civiltà ellenistica, dai suoi
colpisce anche alcuni sacerdoti (Esd 2,59-63; Ne → Tobia giochi, le sue piscine… Altri sono invece
7,61-62). Ma il dramma raggiunge il suo vertice 180 ca: versione originale preoccupati di fronte all’ellenismo dilagante:
con lo scioglimento dei matrimoni misti e il ebraica del Siracide.
relativo allontanamento di mogli e figli (Ne
temono, infatti, che ciò faccia perdere le proprie radici, la propria identità (si veda il Siracide)…
Il TRITOISAIA. I capp. 56-66 di Isaia raccolgono gli oracoli profetici di uno o più discepoli del “Terzo Isaia”, che
riflettono un tempo successivo al ritorno dall’esilio fino a prima della venuta di Neemia. Al centro di questi capitoli, il
profeta presenta la sua missione in Is 61,1-3: la “consacrazione” ricevuta da Dio lo abilita ad inaugurare l’anno giubilare,
espresso con dei termini che richiamano Lv 25 (→ Anche Gesù, in Lc 4,16-21, utilizzerà Is 61,1-3 per presentare la sua
missione). L’anno di misericordia del Signore si diffonde a partire da Gerusalemme, sposata e rinnovata dall’amore
salvifico di Dio. Le sue mura saranno ricostruite e diventerà uno splendore (60–62). In essa i poveri e gli umili (anawîm)
godranno di una particolare attenzione da parte dell’Altissimo (57,14-19 e 66,2). L’anno di misericordia comporta anche
una purificazione del popolo, per questo Dio rimprovera le ingiustizie sociali, le ipocrisie nel culto e l’infedeltà
all’Alleanza (capp. 57–59). I richiami del profeta portano frutto ed il popolo confessa i suoi peccati, aprendosi al perdono
(63,7–64,11). Ma, alla fine, sopra ogni cosa, sono la gioia e la tenerezza di Dio che prevalgono: Egli si presenta come una
madre che desidera consolare i suoi figli (66,10-14). E non solo… nessuno viene escluso dall’amore di Dio e dalla
partecipazione alla sua Alleanza. In 56,3-7, infatti, il profeta apre la possibilità di aderire al culto di Gerusalemme anche
agli eunuchi (considerati impuri a causa della loro mutilazione) ed agli stranieri (impuri perché non appartenenti alla
“nazione santa”). Questa svolta, in netto contrasto con Dt 23,2-9, permette di superare una visione particolarista ed
esclusivista della salvezza, per aprirsi ad una dimensione universalista. Lo stesso Tempio, nella sua santità, viene definito
“casa di preghiera per tutti i popoli” (Is 56,7 → Mc 11,17) e, addirittura, Dio si riserverà il diritto di prendersi dei
sacerdoti e dei leviti anche fra i convertiti dalle nazioni (cf. 66,21).
GIOELE. Molto incerta, è la datazione di questo profeta. Anche a causa di un linguaggio di stile “apocalittico” (che
vedremo in seguito). Di certo si sa solo che è postesilico (V-IV sec.). Gioele invita con forza alla penitenza ed alla
preghiera, in attesa della venuta del “Giorno del Signore”. Famoso è il cap. 3, che san Pietro citerà il giorno di Pentecoste.
MALACHIA. All’incirca dal 480 al 450 è il probabile periodo in cui può aver predicato il profeta Malachia. Fra le
requisitorie con cui Dio si rivolge al popolo, di particolare interesse è quella nei confronti di chi “tradisce la donna della
sua giovinezza… la donna legata a te da un patto” (cf. Ml 2,13-16 → Mt 19-1-9). Inoltre Malachia annuncia la venuta del
profeta Elia, prima del giorno del giudizio (Ml 3,23-24) e questo passo porterà nel giudaismo successivo all’attesa del
ritorno di Elia per l’era messianica (→ in Mt 17,9-13 Gesù riferisce questo ruolo a Giovanni Battista).
Il DEUTEROZACCARIA (Zc 9-14). Con questo profeta, siamo già in epoca greca. Il testo di 9,1-17, infatti, sembra
alludere alle conquiste di Alessandro Magno. Ma non è in lui che bisogna riporre la speranza: il cambiamento radicale
non può che venire da Dio, il quale stabilirà il suo regno di pace, attraverso il suo “messia”. La novità del Deuterozaccaria
è quella di presentare questo messia non solo con i tratti regali e gloriosi, ma anche con quelli umili e sofferenti del Servo
di YHWH. Alcuni suoi passi caratteristici saranno applicati a Gesù nei vangeli (es: il RE “UMILE” (‘anî), che cavalca un
asino, distrugge gli arsenali militari e annunzia la pace universale: Zc 9,9-10 → Mt 21,5; il “TRAFITTO” che diviene fonte
di purificazione per il popolo Zc 12,10-13,1→ Gv 7,37-39 e 19,34-37).
L’OPERA DEL “CRONISTA”(1-2Cr, Esd e Ne) è opera di una scuola levitica di Gerusalemme che, all’inizio
dell’epoca greca, fa una rilettura teologica della storia d’Israele da Adamo fino ad Esdra. Si idealizza la figura di Davide,
re secondo il cuore di Dio, che ha fatto di Gerusalemme la capitale del Regno e la città santa in vista del Tempio. Egli è
anche l’organizzatore del culto. Presso il Cronista, Sacerdoti e leviti godono di grande importanza. Probabilmente in
un’ultima redazione si fa confusione tra Artaserse I (465-425 a.C., quello di Neemia) e Artaserse II (405-358 a.C., quello
di Esdra), invertendo cronologicamente le loro missioni. Da notare, inoltre, che Ne 8 è logicamente il seguito di Esd 8,36.
GIONA. Anche se è collocato nella lista dei 12 “profeti minori”, questo libro racconta una “storia esemplare”
(come Rut, Tobia, Giuditta ed Ester). Un profeta riluttante non vuole andare a predicare la conversione a Ninive, capitale
dell’Assiria e fugge ad Ovest verso Tarsis. Attraverso vicende avventurose e fiabesche (si pensi al pesce che inghiotte
Giona, immagine ripresa da Collodi), Dio lo porta a compiere la sua missione: Ninive si converte e può così essere
salvata. Dio, infatti, ha compassione di tutti, anche dei tradizionali nemici di Israele! Una bella lezione di universalismo
dopo le chiusure integraliste di Esdra e Neemia! → Nel NT il “segno di Giona” è sia un appello alla conversione, sia
un’immagine di morte e risurrezione (cf. Lc 11,29-30 e Mt 12,40).
RUT. In nome della “purezza della razza ebraica” si erano dovute ripudiare le donne straniere, insieme ai figli avuti
da loro! Ma era questa la volontà di Dio? Facendo “accurate ricerche” sulla storia genealogica d’Israele, ci si accorge che
Rut, una straniera moabita, grazie alla sua delicatezza verso la suocera ebrea Noemi, aveva scelto di far parte del popolo
di Dio e così era finita per diventare addirittura la bisnonna di Davide! → Anche Mt 1,5 citerà Rut come antenata di Gesù.
TOBIA. I due protagonisti di questo libro deuterocanonico (perché è stato scritto in greco) sono Tobi e suo figlio
Tobia (= buono è YHWH). Essi incarnano il modello dell’ebreo fedele della Diaspora, che, nonostante le difficoltà,
continua a credere nella Provvidenza e ad osservare la legge d’Israele. Racconto molto bello ed edificante anche per
quanto riguarda il matrimonio e l’amore umano (tanto è vero che spesso viene utilizzato nelle liturgie nuziali).
Quando Dio parla il linguaggio degli innamorati: IL CANTICO DEI CANTICI (= il cantico per eccellenza)
Un meraviglioso poema celebra l’amore di una coppia in tutto il suo spessore (dall’eros all’agape) e si trova a
pieno titolo nel canone delle scritture ebraiche, pur nominando solo una volta e indirettamente il nome di YHWH (Ct 8,6).
Come mai? Anzitutto il Ct, che attinge abbondantemente dalle poesie universali d’amore (egiziane, mesopotamiche,
cananee..), vuole dire che l’amore fra un uomo e una donna, in quanto tale, è Opera/Parola di Dio, secondo Gen 2,23-24 e,
come tale, può diventare un autentico paradigma per la conoscenza di Dio amore (→ Deus Caritas est). Inoltre, il
Cantico, richiamando la formula dell’Alleanza in 2,16; 6,3 e 7,1, allude all’amore appassionato fra Dio e il suo popolo.

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