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Elenco Dei Padri Della Chiesa

Questo documento presenta un elenco dei principali Padri della Chiesa suddivisi in tre gruppi: Padri greci, Padri latini e Padri apostolici. Include una breve descrizione di ciascuno indicando il nome, la data di morte e il luogo di origine. Riassume inoltre gli scritti più importanti dei Padri apostolici e offre un contesto storico sui Padri apologisti che difesero la fede cristiana dalle prime persecuzioni.
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Elenco Dei Padri Della Chiesa

Questo documento presenta un elenco dei principali Padri della Chiesa suddivisi in tre gruppi: Padri greci, Padri latini e Padri apostolici. Include una breve descrizione di ciascuno indicando il nome, la data di morte e il luogo di origine. Riassume inoltre gli scritti più importanti dei Padri apostolici e offre un contesto storico sui Padri apologisti che difesero la fede cristiana dalle prime persecuzioni.
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Lista dei Padri della Chiesa

Si considera comunemente padri della Chiesa i seguenti personaggi:

(Il numero si riferisce all'anno della sua morte)

Padri greci Padri Latini


San Atanasio sinaíta (700) San Ambrogio di Milano (397)
•San Andrés di Creta (740) Arnobio (330)
•Afraate (IV secolo) San Agostino di Ippona (430)
San Arquelao (282) San Benedetto da Norcia (550)
San Atanasio (373) San Cesareo di Arles (542)
Atenágoras (secolo II) San Juan Casiano (435)
San Basilio Magno (379) San Celestino I (432)
San Cesáreo di Nazianzo (369) San Cornelio (253)
•San Clemente di Alessandria (215) San Cipriano di Cartagine (258)
•San Clemente Romano (97) San Damaso (384)
San Cirillo di Alessandria (444) San Dionisio (268)
San Cirillo di Gerusalemme (386) San Enodio (521)
Dídimo il Cieco (398) San Eucherio di Lione (450)
•Diodoro di Tarso (392) San Fulgencio (533)
San Dionisio il Grande (264) San Gregorio di Elvira (392)
•San Epifanio (403) San Gregorio Magno (604)
•Eusebio di Cesarea (340) San Hilario di Poitiers (367)
San Eustachio di Antiochia (secoloIV)San Inocente (417)
San Firmiliano (268) San Ireneo di Lione (202)
Genadio I di Costantinopoli (secoloV)
San Isidoro di Siviglia (636) (Ultimo
•San Germano (732)
dei genitori latini)
San Gregorio di Nazianzo (390)
San Girolamo (420)
Lactanzio (323)
San Gregorio di Nissa (395)
San Leone Magno (461)
San Gregorio Taumaturgo (268)
•Hermas (secondo secolo)
Mario Mercatore (451)
Mario Victorino (secolo IV)
San Hipólito (236)
Minucio Félix (secolo II)
San Ignacio di Antiochia (107)
Novaziano (257)
San Isidoro di Pelusio (450)
San Optato (secolo IV)
San Giovanni Crisostomo (407)
San Paciano (390)
San Juan Climaco (649)
San Pánfilo (309)
•San Juan Damasceno (749). (Ultimo diSan Paulino di Nola (431)
i genitori d'Oriente San Pedro Crisólogo (450)
San Giulio I (352) San Febadio (secolo IV)
San Justino (165) Rufino di Aquileia (410)
San Leoncio di Bisanzio (secolo VI) Salviano (secolo V)
•San Macario (390) San Siricio (399)
San Massimo il Confessore (662) Tertulliano (222)
San Melitón (180) San Vicente di Lerins (450)
San Metodio di Olimpo (311)
•San Nilo il Vecchio (430)
•Origini (254)

1
San Policarpo (155)
San Proclo (446)
•Pseudo Dionisio Areopagita (secolo VI)
San Serapione (370)
San Sofronio (638)
Taciano (II secolo)
Teodoro di Mopsuestia (428)
•Teodoreto di Ciro (458)

San Teófilo di Antiochia (II secolo)

2I Padri Apostolici
2.1Marco storico dell'età sub-apostolica e periodo.

Nell'anno 70, con la distruzione di Gerusalemme


per ordine dell'imperatore Romano Tito
(successore di Nerone), segna la fine del
giudaismo politico. La Chiesa si disperde,
soprattutto per l'Asia Minore, dove si
formano piccole comunità di seguaci
dai sani insegnamenti di Gesù.

La separazione dal giudaismo sta per avvenire


facendo ogni volta più radicale e
evidente, per esempio, i cristiani
non osservano più il sabato, ma il "Giorno
del Signore" (Dominus Dei o Domenica).

D'altra parte, nelle regioni


dominanti sotto l'impero romano,
in un principio e in modo provvidenziale, il cristianesimo
poteva estendersi senza maggiori difficoltà a causa della
tolleranza e libertà religiosa della cultura romana.

Negli anni '70 gli apostoli avevano


desaparecido già quasi tutti, lasciando a
le comunità fondate da loro, la
responsabilità di mantenere integra la
fede ricevuta e vivere autenticamente il
impegno che ne deriva.

2
Le comunità abbracciavano la fede con grande fervore e
entusiasmo religioso, ma non mancavano i problemi
interni causati da errori e discordie interne. Per
rispondere ai pericoli diventa necessario esortare al
ordinare ai cristiani e soprattutto fornire un'organizzazione
più rigida alle comunità.

2.2Chi sono i Padri Apostolici

Durante questo periodo, cioè, dall'anno 70


nell'anno 140, sorgono i Padri Apostolici, a
grandi evidenze li indicano come
discepoli e successori diretti dei
Apostoli. Fino ad oggi si conservano alcuni di
gli scritti di chi, oltre ad aver
fortificato la fede delle prime comunità cristiane,
fossero i primi depositari della Tradizione Apostolica.

2.3Principali Padri Apostolici

In un principio non furono più di cinque i


scrittori a cui è stato dato il titolo di 'Pater'
Eavi Apostolici" pubblicando le loro opere. Tali
scrittori erano: L'autore della Lettera di
Bernabé, San Clemente di Roma, San Ignacio
di Antiochia, San Policarpo di Smirne e Il Pastore di
Hermas. Mas tarde si aggiunsero anche a questi: Papia di
Hierápolis e gli autori della Didaché.

2,4Scritti dei Padri Apostolici

Gli scritti dei Padri


apostolici, per il loro contenuto e
espressione, dimostrano intime
relazioni con la Sacra Scrittura
e, soprattutto, con le lettere dei
apostoli. A somiglianza di questi,
sono redatti in greco, e
hanno, in generale, la forma
epistolare; per questa ragione possono

3
classificarsi sotto la denominazione generale di 'letteratura'
pastorale" della Chiesa primitiva. La grande unità e relazione
tra tutti questi scritti si deve al suo origine: Un medesimo
Spirito è colui che detta.

Gli autori si sforzano di spiegare ai


fedele, con parole chiare e semplici, la
magnificenza dell'opera salvifica di Cristo;
inculcano il dovere dell'ubbidienza verso i
superiori ecclesiastici; e prevengono contro
il pericolo dell'eresia e dello scisma. Ma ancora
è distante dai Padri apostolici il
pensiero di formulare i principi
fondamentali del cristianesimo in forma
scientifica, o la dottrina di un dogma particolare; questo sarà
opera degli apologisti del II secolo.

I suoi scritti, tuttavia, hanno un valore straordinario


per essere i monumenti più antichi della Tradizione in
materia di fede e di costumi.

Gli scritti che fino ad oggi si sono conservati dei Padri


apostolici sono:

• La Didaché
• la Lettera di San Clemente di Roma ai Corinzi
• le sette lettere di San Ignazio di Antiochia,
•i frammenti di Papia di Ierapoli,
• l'Epistola di San Policarpo di Smirne ai
Filippesi
• il Pastore di Erma, e
• la Lettera di Barnaba.

2.5Biografia dei Padri Apostolici, le loro opere e i loro


contributi alla Chiesa

4
2.5.1La Didaché o Dottrina dei dodici apostoli
2.5.2San Clemente di Roma
2.5.3San Ignacio di Antiochia
2.5.4Papia di Hieràpolis
2.5.5San Policarpo di Smirne
2.5.6Il Pastore di Erma
2.5.7La Carta di Barnaba
3I Padri Apologisti

Gli Apologisti furono i primi difensori pubblici di


la fede, erano saggi cristiani, che con i loro scritti
difesero la dottrina della Chiesa e il culto cristiano. E
così hanno messo in evidenza la Santità della Chiesa.

3.1Marco Storico e periodo dei Padri Apologisti

Dalla metà del II secolo fino alla fine


del III secolo sorgono nella Chiesa i
Padri Apologisti.

Si tratta di un'epoca particolarmente


interessante, poiché questi uomini
dovettero affrontare grandi pericoli, che
amenazavano, ognuno a modo loro, l'esistenza stessa di
la Chiesa. Un doppio pericolo, di natura esterna, è
rappresentato dal rifiuto del Vangelo da parte dei
giudei, e per le crudeli persecuzioni delle autorità
civili.

I primi cristiani avevano la coscienza di essere i


continuatori del "vero Israele", e di
essere, a sua volta, il gruppo nel quale si erano
realizzate completamente le antiche promesse.
San Giustino dice riguardo ai cristiani:
Questa razza è nuova e antica: è antica,
perché quanti hanno vissuto prima di Cristo la
hanno prefigurato, è nuova perché tutto
quello che Dio aveva stabilito inizia
a realizzarsi". Le prime persecuzioni di

5
La chiesa in Palestina è stata causata dall'odio dei
giudei verso i cristiani, e in questo periodo l’ebraismo
manteneva il suo antico atteggiamento di inimicizia, allo stesso
il tempo in cui la sua dottrina e le sue usanze furono
penetrando nel campo cristiano, diventando necessaria
un'attività di difesa e chiarimento.

D'altra parte, erano stati diffusi tra i gentili


calunnie perverse contro i cristiani, accusandoli di
ateismo, cannibalismo, infanticidio, incesto, stregoneria, e
molte altre cose, poiché li consideravano come un
gruppo chiuso in sé stesso, e praticante di strani rituali,
rigidi nella loro vita morale e ostinati nel rifiuto del
culto agli dèi, per cui attiravano su di sé l'ira, il
disprezzo, l'odio e le calunnie del popolo. È così che
nell'ambiente intellettuale dell'epoca, alcuni filosofi e
scrittori pagani, avendo conosciuto meglio la natura
del cristianesimo, si opposero a lui, come per
esempio, il "De morte peregrini" di Luciano di Samosata,
che cos'è una caricatura della situazione dei cristiani, in
tono satirico, riducendo i cristiani a una setta di
ingenui e sciocchi, che si lasciano ingannare da alcuni
quanti imbroglioni.

Oltre alla persecuzione esterna, un altro pericolo


più insidioso e molto più grave fu la
appa di eresie nel seno stesso di
Chiesa. Si tratta fondamentalmente di due
errori: Il gnosticismo e il montanismo. Il
il gnosticismo cercava di dare una spiegazione
razionale della fede, adattandola alla cultura del suo
tempo e accogliendo i miti delle religioni
orientali. Per questo non esitano a mutilare
gravemente i libri sacri, rifiutano arbitrariamente
i passaggi che li infastidiscono, e inventano rivelazioni di
le cui soli loro sarebbero stati depositari. Il montanismo, che
è chiamato così dal suo fondatore Montano, si aspettava da un
momento a otro il fine di tutte le cose e proponeva ai
cristiani il completo allontanamento dal mondo, concepito
come luogo di perdizione; si mostrano molto rigorosi
di fronte a coloro che avevano peccato, e chi non si attaccava a
Le sue idee erano considerate strane dalla Chiesa.

6
3.2Chi sono i Padri Apologisti e quali sono i loro
scritto

In queste circostanze, lo Spirito Santo, che assiste


invisibilmente alla sua Chiesa, secondo la promessa di Cristo
quando gli disse a Pietro: "Tu sei Pietro, e su questa pietra
edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non
prevaleceranno contro di essa" (Mt. 16, 18), suscitò alcuni
uomini cristiani che hanno difeso la fede della Chiesa con
le sue scuse, che erano scritte con lo scopo di
smentire le calunnie che si propagavano riguardo a
cristianesimo e informare riguardo alla vera
natura di questa "nuova religione". A differenza dei
scritti dei Padri apostolici, che erano diretti a le
comunità cristiane per la loro istruzione e edificazione,
queste scuse erano generalmente rivolte a un pubblico non
cristiano.
Questi autori vengono solitamente raggruppati sotto il
nome di "Apologeti", anche se non sempre
la sua intenzione si limitava alla semplice
apologetica o difesa del cristianesimo: in
molti di questi scritti ci sono anche una
veritiera intenzione missionaria e catechetica,
con l'intento di guadagnare sostenitori per il
cristianesimo tra coloro che si interessavano a
il peculiare modo di vivere dei cristiani.

L'apologia si presenta in due forme: per iscritto


difensivo, diretto direttamente alle autorità politiche
e allo stesso imperatore, e indirettamente all'opinione
pubblica, soprattutto ai pagani colti; e anche in
forma di dialogo, per mettere in evidenza le differenze tra il
giudaismo e cristianesimo, e la superiorità di quest'ultimo.

Gli apologisti, nel tentare di esprimere il messaggio cristiano


in un modo chiaro e attraente per i non cristiani, lo
fanno il possibile secondo le caratteristiche mentali della
propria epoca. L'apologetica rappresenta così il primo
tentativo di adattare il cristianesimo ai modi di pensare di
la cultura greca. In questo tentativo di adattare il cristianesimo
nella mentalità grecoromana, si dà priorità a

7
quegli aspetti che potrebbero essere compresi con maggiore
facilità all'interno di quella mentalità, come ad esempio, la
bontà di Dio manifestata nell'ordine dell'universo, la sua
unicità, l'eccellenza morale della vita cristiana e la
speranza nell'immortalità. Per questo motivo, i misteri di
la salvezza per Cristo crocifisso e risorto, che i
i pagani più difficilmente potevano comprendere, rimangono
come in secondo piano. Da qui la contribuzione più
importante della apologetica cristiana primitiva è che
Dio è il Dio universale e salvatore di tutti i popoli,
senza che di fronte a Lui esista la distinzione tra giudei e greci.
Gli apologeti, nel raccogliere la dottrina dell'unico Dio e
salvatore di tutti gli uomini, assicurarono il trionfo
definitivo del cristianesimo di fronte al politeismo pagano.

3.3Principali Padri Apologisti


Tra i principali padri apologisti abbiamo: San
Justino, San Teófilo di Antiochia, San Ireneo di Lione, e San
Cipriano

3.4Biografie dei principali padri apologisti, i loro


opere e i loro contributi alla Chiesa

3.4.1San Justino
3.4.1 San Justino

Nacque nell'anno 100, discendente di una


famiglia ellenico-pagana. Fu chiamato "il"
filosofo e martire" di Tertulliano e altri
scrittori antichi. Filosofo, per il suo amore
appassionato della verità. Martire, perché
accettò con assoluta fedeltà la rivelazione
divina e diede testimonianza di lei con la vita,
con la parola e poi con il suo sangue. È
considerato il più grande
apologista del secolo II. Fondò una scuola a Roma, nel
che ebbe come discepolo Taciano.

Justino era convinto che il cristianesimo fosse odiato


e perseguito perché era sconosciuto o mal conosciuto, per
eso cercò di esporre la dottrina cristiana, e nei suoi due

otto
apologie, dirette una all'imperatore Antonino Pio e l'altra a
i suoi successori Marco Aurelio e Lucio Vero, supplicava che
quando giudicherà i cristiani si lascerà trasportare dalla
giustizia, pietà e amore per la verità.

San Giustino scrisse anche il dialogo di Trifone, contro i


giudei che sono ostili alla religione
cristiana considerandola come una
deformazione della religione ebraica.
Basandosi sul Vecchio Testamento,
Justino cercò di dimostrare agli ebrei
che la sua religione, sebbene non sia errata,
è incompleta, perché non riconobbero in Gesù Cristo al
Messia promesso. Fu decapitato insieme ad altri sei
martiri a Roma intorno all'anno 165 per ordine di Giugno
Rustico.

3.4.2San Teofilo di Antiochia

Nacque lungo l'Eufrate ed fu educato nella cultura ellenica.


Si convertì già adulto al cristianesimo e arrivò a essere dopo
vescovo di Antiochia. Scrisse tre libri ad Autolico, in cui
che cerca di mostrare al suo amico la verità del cristianesimo.
Nel primo libro si tratta dell'essenza di Dio, della
provvidenza, della fede nella resurrezione e della stoltezza di
l'idolatria; nel secondo dell'interpretazione dell'Antico
Testamento; e nel terzo parla dell'eccellenza morale
del cristianesimo. Secondo Teofilo solo l'anima pura può
conoscere Dio. "L'anima dell'uomo è come uno specchio,
che solo quando è pulito riflette l'immagine di chi si
coloca di fronte a lui”. Degli altri libri che scrisse non si
non conserva nessuno. È stato il primo a usare la parola
"Trinitas" applicandola alla divinità e il nome di "Madre"
come titolo della Chiesa. Morì nell'anno 180.

3.4.3San Ireneo di Lione

Nacque intorno all'anno 130. È uno dei


Padri più importanti dei primi tre
secoli. Fu discepolo di San Policarpo di
Smirne, ed essendo presbitero della Chiesa

9
de Lione fu inviato a Roma per trattare con Papa San
Víctor e alcune questioni relative al montanismo. A sua
al ritorno a Lione scoprì che Potino, il suo vescovo, era stato
vittima della persecuzione insieme ad altri concittadini, e
fu nominato per succedergli come vescovo di quella città.

San Ireneo è stato considerato uno dei primi


teologi della Chiesa, in quanto fu uno dei primi
scrittori dell'antichità cristiana che rifletté con una
una certa sistematizzazione dei temi fondamentali della fede
cristiana e elaborò una prima sintesi della dottrina
cristiana. Se la conosce specialmente per i suoi scritti
contro i gnostici. Scrisse molti libri, ma solo due
hanno raggiunto noi: "Denuncia e confutazione del falso
gnosi
Dimostrazione della predicazione apostolica
anche "Epideixi". Morì nell'anno 200.

3.4.4San Cipriano
Nacque a Cartagine, in Africa, nell'anno 205. Dopo il suo
conversione al cristianesimo, attorno all'anno 246, decise di portare
una vita austera, distribuì i suoi beni tra i poveri e
si fece sacerdote. Fu eletto vescovo quando era a
punto di esplodere la persecuzione di Decio nell'anno 250, per
il quale dovette fuggire in un posto sicuro per continuare
guidando la sua comunità attraverso i suoi scritti e
azioni. Si è opposto alla validità del battesimo amministrato
per gli eretici. Scrisse molte opere, tra le più
importanti sono: "Ad Donatum", "Ad Demetrianum", "De
Ecclesiae unitate "De Lapsi", e circa 83 lettere.
Il maggior contributo che Cipriano ci ha dato è la sua dottrina sulla
Chiesa, che consideravo come l'unico cammino di
salvezza, e la confronta con l'arca di Noè, e anche con
la moltitudine di grani che formano un solo pane Eucaristico.
Soffrì il martirio durante la persecuzione di Valeriano nel
anno 258.

3.5Scrittori Ecclesiastici Apologisti

10
Esistono anche apologisti che non
adempiono alle quattro condizioni per
essere considerati Padri della Chiesa e
sono chiamati "scrittori ecclesiastici",
poiché aiutano in grande modo a
chiarire il mistero di Cristo, come per
Tertulliano, Origene, Clemente
de Alessandria, Lactancio, Eusebio di
Cesarea, Taciano, tra gli altri. Tra questi
soberano Clemente di Alessandria, Tertulliano e Origene

3.5.1Clemente di Alessandria

Nacque nell'anno 150 ad Alessandria, Egitto, o secondo altri, in


Atene, da genitori pagani. Cercando qualcosa che spegnesse il suo
per conoscere la verità, abbracciò il cristianesimo e viaggiò per
Grecia, Italia, Siria, Palestina ed Egitto, stabilendosi per
fine ad Alessandria, catturato da un grande maestro del
dottrina cristiana, San Panteno, capo della famosa Scuola
Catechistica di quella città. Lì ricevette l'ordinazione
sacerdotale, e al partire il suo maestro per le Indie, Clemente
le è successo nella direzione di quella prima scuola
cristiana nell'anno 189. Tra i suoi discepoli c'era
Orígenes, a cui affidò la Scuola, quando dovette
fuggire sotto la persecuzione di Settimio Severo. Scrisse la
opera: "Esortazione ai greci", ai quali si propone
convincere per indurli alla vera religione,
facendogli vedere l'idiozia delle credenze pagane.
Morì nell'anno 215.

3.5.2Tertulliano
Nacque intorno all'anno 150 da genitori pagani, in
Cartagine, Africa. Divenne un avvocato famoso a Roma, e
conosceva perfettamente il latino e il greco. Convertito al
cristianesimo all'età di circa 40 anni,
tornò a Cartago e lì si dedicò all'attività letteraria,
mettendo tutto il suo talento al servizio della nuova fede,
difendendola dagli attacchi dei perseguitori e dei

11
eretici. È il primo scrittore latino cristiano e fondatore di
la teologia latina. Con Tertulliano iniziò a farsi strada il
vocabulario teologico che è diventato patrimonio della
Iglesia Occidentale. Difende senza concessioni la purezza di
le tradizioni cristiane, ma poi abbandonò la
comunione con la Chiesa cattolica per diventare montanista
che rispondeva al suo cristianesimo molto rigido. Morì nell'anno
220.

3.5.3Origini}
Nacque nell'anno 185 ad Alessandria, dove suo padre
Leonida patì il martirio e per trenta anni guidò
la celebre Scuola Catechistica di Alessandria, portandola a
il suo maggiore fiorire. È, dopo San Agostino, il
massimo rappresentante della antica letteratura cristiana.
Fu un scrittore voluminoso, che occupava a volte fino a
venti copisti. San Epifanio gli attribuisce 6000 libri,
Eusebio più di 2000 e San Girolamo cita più di 800. Tra
i più importanti abbiamo: "Contro Celso", "De
"Principiis" e "Esortazione al martirio", rivolta a due amici,
esortandoli a resistere con costanza. Origene morì in
Palestina come risultato del suo incarceramento e tortura
sotto l'imperatore Decio nell'anno 253.

4L'età dell'oro dei Padri - Secoli IV e V


4.1Marco storico dei Padri della Chiesa del IV secolo e
V
La fine del periodo dei Padri apologisti inizia con
un periodo di fioritura che inizia
con il concilio di Nicea nell'anno 325, e
si conclude con il concilio di Calcedonia nel
anno 451. È l'epoca di un gigantesco
impegno per la completa evangelizzazione del
mondo antico, a cui si fa riferimento come età
d'oro dei Padri.
All'inizio del IV secolo, nuovi panorami
si aprono alla vita della Chiesa. Dopo quasi tre secoli
dopo le persecuzioni inizia un lungo periodo di pace che

12
facilitò straordinariamente l'espansione e lo sviluppo del
cristianesimo. La data chiave di questo cambiamento si colloca nel
anno 313, quando l'imperatore Costantino, grato al
Dio dei cristiani per la vittoria militare che gli garantì il
dominio dell'Impero romano, promulgò il editto di Milano,
con il quale sono state revocate le leggi contrarie alla
Chiesa. Da quel momento in poi, il cristianesimo restava
riconosciuta come religione e veniva permesso ai suoi adepti
lavorare nelle strutture dello stato. Più tardi, il
l'imperatore Teodosio, nell'anno 380, proibì il culto
pagano, e il cristianesimo fu dichiarato come religione ufficiale
dell'impero Romano.
Con l'arrivo della pace religiosa, i
i cristiani poterono edificare le proprie
chiese. Furono erette le grandi
basiliche a Roma, come quelle di San
Juan de Letrán, San Pietro e San Paolo;
e in Palestina, la basilica di
Natività a Betlemme, e quelle del Santo Sepolcro e Monte dei
Olivi, a Gerusalemme. Allo stesso tempo, si intraprese la
evangelizzazione progressiva della gente di campagna. In questo
l'opera di evangelizzazione si distinsero i monaci, come San
Antonio Abate e San Benedetto.

Anche al di fuori dei territori sottoposti all'Impero


Romano si propagò con forza il cristianesimo, ma poi
si fermò per la proliferazione di eresie intorno ai due
grandi misteri centrali della fede: Quello della Santissima
Trinidad e la della Incarnazione.
Il mistero della Santissima Trinità si
discutere nel IV secolo e all'inizio del secolo
seguente contro l'arianesimo, il quale
negava l'uguaglianza sostanziale tra il
Padre e il Figlio, ponendo Gesù Cristo inferiore
al Padre. Questa eresia fu combattuta nel
Concilio di Nicea e quello di Costantinopoli I
negli anni 325 e 381.
Il mistero dell'Incarnazione viene discusso in
il quinto secolo contro il nestorianesimo e il
monofisismo. Il nestorianesimo faceva di
Gesù Cristo un uomo perfettissimo,

13
abitato dalla divinità, ma solo uomo. Questa eresia
fu condannata nel Concilio di Efeso, nell'anno 431, in
dove si dichiara la divinità di Gesù e la Maternità
divina di Maria.
Il monofisismo affermava che dopo la
unione del Verbo con la carne, la
la natura umana di Cristo era stata
"assorbita" dal Verbo, o almeno
diminuite, il che è condannato nel
Concilio di Calcedonia, nell'anno 451,
dove si dichiara il dogma dell'unione ipostatica delle
due nature di Cristo: Umana e Divina, nella seconda
persona della Santissima Trinità.
Quasi tutte le grandi controversie
le teologiche si sono originate in Oriente
cristiano, e lì in effetti si riassunsero
per i quattro primi Concili
ecumenici. L'unica discussione
teologica sviluppata in Occidente fu
promossa da Pelagio, che negava la
esistenza del peccato originale, e affermava che la grazia non
era necessaria per fare del bene; questa eresia fu confutata
per San Agostino, la quale fu condannata da un Concilio
provinciale.
Grazie all'influsso dello Spirito Santo sui Santi Padri
in modo che potessero adempiere alla missione di difendere
e esporre la genuina fede della Chiesa, ricevuta di generazione in generazione
in generazione dai tempi apostolici; e a i
Concili ecumenici in cui si riunirono i vescovi
per chiarire questioni teologiche così gravi, la fede della
Iglesia uscì indenni e rafforzata, e fecero in modo che fosse più
consapevole e vissuta nella pratica.
Ci sono molti Padri della Chiesa in questo periodo, ma
i più importanti sono quelli a cui viene attribuito
il titolo di "Dottore ecclesiastico" sia nei Padri
Orientali o Greci, come nei Padri Occidentali o
Latini.

14
4.2I Padri Orientali o Greci: Biografie e contributi a
la Chiesa
4.2.1San Basilio Magno
Nacque a Cesarea di Turchia nell'anno 329.
Basilio significa Re e apparteneva a una
famiglia di santi. Ha studiato ad Atene e
Costantinopoli. Fu retore, monaco e vescovo
di Cesarea; un grande predicatore e interprete
dalla Bibbia, maestro di ascetica e legiferante
del Monacato Orientale, per questo si è
considera come il precursore della vita
monastica in Oriente.
Dopo aver ricevuto l'ordinazione sacerdotale, Basilio
fu chiamato a guidare la diocesi di Cesarea di Cappadocia, e
dovette dedicarsi a difendere il dogma cristiano contro il
arrianesimo, che era diventato potente grazie al supporto del
imperatore Valente. Basilio, proprio come San Atanasio, seppe
appoggiarsi all'autorità del Romano Pontefice per
smascherare questo errore.
Il tema che trattavo con più frequenza e con più forza
era quello della carità e quello dell'aiuto ai fratelli
necesitados. Di San Basilio sono quelle famose parole:
Ascolta me cristiano che non aiuti il povero: tu sei un
vero ladro, se potendo aiutare non aiuti". Ma non
si accontentava solo delle parole: alle porte di
Cesarea diede vita a una autentica città della carità con
hospizi, orfanotrofi, ospedali, laboratori e scuole
artesanali. Basilio morì in Cappadocia, Turchia, nell'anno
379.

4.2.2San Gregorio Nazianzeno

Nacque nello stesso anno di San Basilio, nel


329. Fu un'anima contemplativa, portata, a

15
pesare suo, al campo dell'azione; e un uomo di studio
e poeta, che per la sua eccellente dottrina e eloquenza
meritò l'appellativo di "teologo". Proclamò apertamente
la divinità dello Spirito Santo e tracciò i primi tratti
della Cristologia che poi si svilupperebbe nel quinto secolo. Il suo
discorso di addio appassionato, quando dovette
abbandonare Costantinopoli, di cui era vescovo da
anno 381, a causa dei diversi schieramenti che dividevano il suo
Iglesia, è molto famoso. Nelle sue poesie morali diceva:
tutto è instabile, affinché amiamo le cose stabili.
Gregorio si ritirò a Nacianzo, dove morì il 25 di
gennaio dell'anno 389 o 390.

4.2.3San Giovanni Crisostomo


Nacque ad Antiochia, probabilmente nel
anno 349. Negli anni giovanili portò una
vita monastica nella propria casa, e
poi, quando morì sua madre, si ritirò
al deserto dove è stato per 6
anni. Da lì fu chiamato in città e
fu ordinato diacono, e dopo 5
anni fu ordinato sacerdote
diventando un collaboratore geloso
nel governo della Chiesa di Antiochia.
La specializzazione pastorale di Juan era la predicazione, in
che si distingueva per le sue qualità oratorie e la sua profonda
cultura, da lì il soprannome di Crisostomo, cioè
"boca de oro", che le fu dato poi dai bizantini.
Fu chiamato a succedere al patriarca Netario nella cattedra di
Costantinopoli. Iniziò immediatamente un'attività
pastorale e organizzativa che suscitò ammirazione e
sconcerto. Juan era un predicatore insuperabile, ma non
era diplomatico, e per questo non si curò delle intrighe della
corte bizantina. Fu deposto illegalmente da un gruppo di
obispos diretti da Teofilo, vescovo di Alessandria, e
desterrato con la complicità dell'imperatrice Eudòsia;
immediatamente dopo fu chiamato dall'imperatore
Arcadio, ma dopo due mesi è stato di nuovo
desterrato. Durante questo ultimo viaggio, il 14 settembre
del anno 407, morì. Dei suoi numerosi scritti, si ha un

16
piccolo volume sul sacerdozio, che è un'opera
classica della spiritualità sacerdotale.

4.2.4San Atanasio

Nacque ad Alessandria d'Egitto nell'anno 295, e


è la figura più drammatica e disconcerta
della ricca galleria dei padri della Chiesa.
Impegnato a difendere la dottrina ortodossa
durante la grande crisi arriana
immediatamente dopo il concilio di
Nicea pagò la sua eroica resistenza all'eresia
con cinque esili decretati dai
imperatori Costantino, Costanzo, Giuliano
y Valente.

Arrio, un sacerdote uscito dal seno stesso della chiesa di


Alessandria minacciava di attaccare il cuore stesso del
cristianesimo, e per questo San Atanasio dice: "se Cristo
non è Figlio di Dio, e Lui stesso non è Dio, a che serve
ridotta la redenzione dell'umanità?"; "se il Verbo di
Dio non è Dio, uguale in tutto a suo Padre, come potrà
Divinizarnos?”. San Atanasio, nella sua prima opera, che è
un'apologia contro i pagani, riguardo all'Incarnazione
del Verbo, esboza le grandi linee della sua Cristologia: "Il
Verbo di Dio si fece uomo affinché noi ci
facciamo Dio". A parte scritti di circostanze, come
l'Apologia a Costantino, Apologia contro gli Ariani,
Storia degli Arriani per i Monaci, i decreti del
Concilio di Nicea, i Sinodi e altre ancora, la sua opera principale
è un trattato in tre libri contro gli Arriani. Verso la fine
di sua vita, progetta una teologia dello Spirito Santo nei suoi
quattro lettere a Serapione. Una vita di San Antonio Abate; e
un trattato della verginità fanno di San Atanasio il dottore
del ascetismo e un maestro della perfezione cristiana. Morì
nell'anno 373.

4.2.5San Cirillo di Gerusalemme

Nacque da genitori cristiani nell'anno


315. Aveva qualche simpatia per i

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arrianos, ma si separò da loro molto presto e si unì a
i semiarriani, che abbandonò anch'essi,
aderendo alla dottrina ortodossa di Nicea. Più tardi
combatté ripetutamente la dottrina degli ariani,
parlando in questo modo della Trinità: "Nostro
la speranza è nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. No
predichiamo tre Dei. Non accettiamo nella Trinità né
confusione, né separazione come fanno altri". Queste
le ultime parole sono senza dubbio un'allusione evidente ai
partiti di Arrio. Per questo motivo è stato molte volte
desterrato, sotto gli imperatori Costanzo e Valente, e il
primo Concilio Ecumenico di Costantinopoli, in cui
partecipò Cirillo, riconobbe la legittimità del suo episcopato.
Le prime incertezze del suo pensiero teologico,
ritardarono in occidente il riconoscimento della sua santità.

In effetti, la sua festa fu istituita solo fino al 1882. Il Papa


Leone XIII gli conferì il titolo di "Dottore della Chiesa" per
le 24 Catechesi che Cirillo compose probabilmente a
inizi degli suoi episcopato, e che lui dirigeva ai
catecumeni che si preparavano per ricevere i
sacramenti. Delle prime 19, tredici sono dedicate a
l'esposizione generale della dottrina, e cinque, chiamate
mistagogiche, vale a dire, che iniziavano nel mistero di
religione cristiana, sono dedicate al commento dei riti
sacramentali dell'iniziazione cristiana. Le catechesi di
San Cirillo le comunicava alla comunità cristiana nel
tre principali Santuari di Gerusalemme, vale a dire, nei
stessi luoghi della redenzione, in cui, secondo la
espressione del predicatore, non solo si ascolta, ma si
e si tocca”. San Cirillo di Gerusalemme guidò la sua Chiesa
dal 350 fino alla sua morte, nel 386.

4.2.6San Cirillo di Alessandria


Nacque nell'anno 370, e dal 412 ebbe saldamente
nelle sue mani le redini della Chiesa d'Egitto. Chiude
gloriosamente l'età d'oro della letteratura patristica in
Oriente. Fu un forte avversario di Nestorio, a cui fece
condannare nel Concilio che presiedette a Efeso; ed è il grande
teologo dell'Unione Ipostatica.

18
Oltre a essere il difensore del Verbo incarnato e della
Maternità divina di Maria, titolo di gloria per il vescovo
di Alessandria è stato quello di aver elaborato in questa occasione un
autentica e chiara teologia dell'Incarnazione. Afferma che "il
Emanuele ha sicuramente due nature: la Divina e la
Umano. Ma il Signore Gesù è uno, unico vero figlio
naturale di Dio, allo stesso tempo Dio e Uomo; non un
Uomo deificato, simile a quelli che per grazia diventano
partecipa della divina natura, ma Dio Vero, che
per la nostra salvezza apparve in forma umana.
particolare interesse questa è la quarta delle sette omelie che
pronunciò durante il Concilio di Efeso.
In un importante esempio di predicazione mariana, che dà
inizio a un ricco fiorire della letteratura in onore
della Vergine, Cirillo celebra le grandezze divine della
missione di Maria, che è veramente Madre di Dio,
per la parte che ha avuto nella concezione e nel parto della
umanità del Verbo fatto carne. In effetti, oltre a
i suoi lavori esclusivamente dottrinali, ne abbiamo 156
omelie su San Luca di carattere pastorale e pratico, e
le lettere pastorali più conosciute, che si trovano in
29 Omelie pasquali. Morì nell'anno 444.

4.2.7San Giovanni della Croce

Nacque a metà del settimo secolo da una famiglia araba cristiana


e morì nell'anno 749. È considerato l'ultimo
rappresentante della patrologia greca per le sue opere
monumentali come: "la fontana della conoscenza". Su
l'attività letteraria è multiforme, passa con autorità di
poesia alla liturgia, e dall'eloquenza alla filosofia e la
apologetica.
Nel periodo dell'imperatore bizantino, Leone XIII Isaurico
inaugurava la politica iconoclasta, cioè l'esilio di
tutte le immagini sacre, il cui culto era considerato
come un atto di idolatria. Da Gerusalemme, sotto il dominio
arabo, si fece sentire una voce a favore del culto delle
immagini, quella del allora sconosciuto monaco Giovanni
Damasceno o di Damasco, che con i suoi tre discorsi in
il favore delle sacre immagini si impose immediatamente
alla attenzione del mondo cristiano. L'imperatore, non

19
poteva attaccare direttamente il monaco, ricorse vilemente a
la calunnia, facendo falsificare una lettera di Juan, in cui
questo avrebbe ordito una congiura per restituire a
Gerusalemme all'imperatore bizantino.

In questa disputa teologica, Juan poté dimostrare tutto il suo


preparazione teologica, messa al servizio, non solo al
patriarca di Gerusalemme, ma di tutta la Chiesa. In effetti, il
secondo Concilio di Nicea (settimo ecumenico), in
riparazione delle ingiurie ricevute dal difensore di
ortodossia, proclamò non solo la sua scienza, ma anche il suo
santità.

4.3I Padri Occidentali o Latini: Biografie e contributi


alla Chiesa
4.3.1San Ilario di Poitiers
Nacque nell'anno 315 ed è chiamato "l'Athanasius di
Occidente". Lottò con eguale ardore contro gli ariani e
resistette con fermezza all'imperatore Costanzo. Esiliato a
Frigia per 4 anni, arrivò nelle Gallie (Francia), dove
si mise al corrente della dottrina dei Padri greci, e
compose il "De Trinate", che difende, con la testimonianza di
la Scrittura, la divinità e la generazione eterna del Verbo.
L'opera avrà molta influenza sul 'De Trinate' di
San Agostino. Fu picchiato pubblicamente più volte, e
rinvigorì la fede dei cattolici deboli e vacillanti dell'Asia
Minore. Al suo ritorno in Gallia, Ilario restaurò lì la
ortodossia. Nella sua opera Esegetica commenta San Matteo e i
Salmi, e spiega i misteri dell'Antico Testamento. Il
affermava l'unità della natura divina così come la
distinzione personale tra il Padre e il Figlio: "Ciò che li rende
differenti è la relazione di origine, poiché il Padre ha
ingendrato il Figlio senza diminuzione del suo essere, e il Figlio
riceve in sé tutto dal Padre, essendo totalmente uguale a Lui.
San Hilario morì nell'anno 368.

4.3.2San Ambrogio

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Nacque a Treviri, nell'anno 340. Apparteneva alla nobiltà
romana e era governatore delle province del Nord di
Italia. Era solo un catecumeno quando il popolo di Milano lo
fu scelto come vescovo per acclamazione nell'anno 374. Divenne
immortale non solo come predicatore e poeta ma come
difensore intrepido della fede. La sua influenza fu decisiva nella
situazione religiosa del suo tempo e diede il colpo di grazia al
pagano agonizzante. Promosse con ardore la pietà
cristiana, combatté con ardore contro gli ariani e impedì il
ristabilimento dell'idolatria nel senato di Roma.
San Ambrogio contribuì molto alla conversione di San
Agustín. Lasciò molte omelie e trattati, tra cui quello di
la Virginità, e vari inni che ancora si cantano nella
chiesa. Morì nell'anno 397.

4.3.3San Girolamo

Nacque nell'anno 343, e studiò le


lettere umane a Roma. Percorse le
Galia (Francia) e Palestina, dove
trattò con i dottori più eruditi di
gli ebrei. Per un certo periodo si
fissò ad Antiochia, dove il vescovo
Paulino lo nominò sacerdote. Da lì fu chiamato a Roma.
per Papa San Damaso, e su ordine preparò l'edizione
latina della Bibbia, che si chiamò "la Vulgata", e che fino a
oggi serve come testo nella Chiesa.

Alla morte del Papa, Gerolamo tornò in Palestina, dove


continuò e concluse la versione latina delle Sacre
Scritture nel suo monastero di Betlemme. Con i suoi vasti
conoscenze nelle lingue greca, caldea ed ebraica poté
come nessuno nel suo tempo, penetrare il senso dei
testi sacri. Oltre alla Vulgata, San Girolamo lasciò
molte e preziose opere dogmatiche e storiche e un gran
numero di lettere importantissime. Morì nell'anno 420

4.3.4San Agostino
Nacque nell'anno 354. È considerato il
massimo Dottore della Chiesa di quelli

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tempi. Ha modellato le dottrine della Chiesa del Medioevo
Media. Visse nel peccato e nell'eresia fino all'età di 33 anni
anni. È diventato grazie alle preghiere di sua madre Santa
Mónica e le esortazioni di San Ambrogio, il quale lo
bautizzò. Dopo la morte della sua incomparabile madre,
distribuì i suoi beni ai poveri e si ritirò nella solitudine.
Fu consacrato Vescovo di Ippona, nel Nord Africa, il
40 anni, ed è il padre degli religiosi agostiniani.
Incansabile scrittore, combatté senza tregua il manicheismo,
che insegnava che esistono due principi eterni: il bene e
il male, la luce e le tenebre, in lotta permanente; contro il
donatismo, che insegnava che la Chiesa non deve perdonare a
i peccatori, e che come cattolici, possono essere soltanto
ammesse le persone che sono totalmente pure. Sant'Agostino fu
chiamato "Dottore della Grazia" per le sue lotte contro il
pelagianismo. Le sue opere più celebri sono: la Città di
Dio, che è la più eccellente apologia dell'antichità
cristiana e uno dei più profondi saggi della filosofia
della storia; e la sua autobiografia chiamata "Le Confessioni",
in cui espone la sua anima con sincerità e candore.
Nella sincera adesione alla verità cristiana e nella
l'attività pastorale multiforme trova la pace del cuore
a cui anelava il suo spirito tormentato dagli affetti
terreni e per la sete di verità, come lui stesso afferma:
Ci hai creati per te, Signore, e il nostro cuore è
inquieto finché non troverò riposo in te". Morì nell'anno 430.

4.3.5San Leone Magno


Nacque in Toscana alla fine del IV secolo. È ricordato nel
testi di storia per il prestigio morale
e politico che si è dimostrato di fronte alla minaccia
degli Unni di Attila e dei Vandali
di Genserico. Essendo eletto Papa nel
anno 440, León, nei suoi ventuno anni di
pontificato, ha portato a termine l'unità di
tutta la Chiesa intorno alla sua sede,
impedendo usurpazioni di giurisdizione,
arrancando di radice gli abusi di potere,
frenando le ambizioni del patriarcato

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costantinopolitano e del vicariato di Arles. I suoi cento
quarantuno epistole trattano importanti questioni di
disciplina e fede. Le sue vittorie segnalate sui manichei,
gli ariani, i nestoriani, gli eutichiani o monofisiti,
i donatisti e i novaziani, che erano contrari a
potestà della Chiesa di riammmettere i peccatori e
perdonare i peccati mortali, danno prova del loro zelo.
Di spirito molto comprensivo e previdente, non si ferma in
particolari di una questione dottrinale e, tuttavia,
partecipa attivamente all'elaborazione dogmatica del
grave problema teologico trattato nel Concilio ecumenico
di Calcedonia, richiesto dall'imperatore d'Oriente per
condannare il monofisismo, che negava la natura di
Cristo. Leone fu il primo Papa che ricevette dalla posterità
l'epiteto di "Magno", ovvero "il grande", non solo per i suoi
qualità letterarie e la fermezza con cui mantenne nel suo
vita al decadente impero d'Occidente, ma per la solidità
dogmatica che dimostra nelle sue lettere, nei suoi sermoni e
nelle frasi liturgiche dell'epoca. Papa San Leone
Magno morì nel 461.
4.3.6San Pedro Crisólogo

Nacque a Imola nell'anno 380. Merito il


apelativo di Crisologo, cioè "uomo di la
palabra d'oro", per essere l'autore di stupendi
sermoni, ricchi di dottrina. Di lui si conservano
176 omelie, brevi, di stile popolare molto
espressive, in cui spiega il Vangelo, il
"Padre Nostro" o propone esempi di santi
per imitarli ed esaltare le virtù del
vero cristiano. Scelto vescovo di Ravenna nel 424, Pietro
Crisólogo si dimostrò immediatamente un buon pastore, prudente e senza
ambiguità dottrinali. Ascoltava con uguale condiscendenza e
carità tanto ai umili quanto ai potenti.

In un momento particolarmente storico, in cui a


desgarramientos dell'Impero romano, diviso internamente e
attaccato esternamente dalle migrazioni barbariche, si univano le
proteste della chiesa di Costantinopoli, che pretendeva il primato
gerarchico, negando naturalmente quello di Roma, la risposta del vescovo
de Ravenna è una chiara professione di fede. Morì nell'anno 450.

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4.3.7San Gregorio Magno

Nacque nell'anno 540. È stato chiamato il


fondatore del Medioevo, ed è uno dei
i più grandi pontefici della Chiesa. Fu
prefetto della sua città natale, ma si dimise a
tutti gli onori del mondo per consacrarsi
come monaco al servizio di Dio. Fu acclamato
Papa per il popolo, e il suo pontificato di 14
anni è stato uno di quelli che ha lasciato maggiormente il segno
nella storia della Chiesa. Ha lavorato
attivamente per la conversione dei Longobardi che erano
occupato il Nord Italia e riuscì a mantenere la pace instabile
tra i Bizantini, padroni del centro e del sud di
Penisola. Fu il vero padre di Roma nelle
calamità che ha subito questa città.

La sua opera liturgica perdura ancora in più di un punto e ha dato


gran sviluppo del canto liturgico chiamato "Gregoriano".
Morì nell'anno 604.

4.3.8San Isidoro di Siviglia

Nacque nell'anno 560. È l'ultimo dei


padri latini, che riassume in sé tutto
il patrimonio delle acquisizioni
dottrinali e culturali, che l'epoca
dei Padri della Chiesa trasmesso a
i secoli futuri. Si è formata con la
lettura di San Agostino e San Gregorio
Magno. Fu uno scrittore enciclopedico
molto letto nel Medioevo, soprattutto
per le sue opere etimologiche, che
constano di 20 libri di cultura classica
y patrística.
La sua principale preoccupazione come vescovo era quella di raggiungere una
madurez culturale e morale del clero spagnolo, per questo fondò

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un collegio ecclesiastico, prototipo dei futuri seminari.
Fu autore di molti libri che trattano di ogni tipo di conoscenza
umano, dall'agronomia alla medicina, di
teologia fino all'economia domestica. Fu il vescovo più
popolare e autorizzato del suo tempo. Presiedette il quarto
Concilio di Toledo nell'anno 633, e morì nell'anno 636.

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