La Cattedrale Di Monreale
La Cattedrale Di Monreale
STORIA
Nel XII sec. Guglielmo II “Il Buono”, re normanno,
commissionò la costruzione dell’intero complesso che
comprende: la Basilica, il Convento e il Palazzo reale.
La leggenda tramanda che, in seguito alla caccia, mentre
Guglielmo riposava sotto un albero, la Vergine Maria gli
apparve in sogno e lo spronò ad erigere un tempio in suo
onore nel luogo dove era nascosto il tesoro del padre, Guglielmo II "Il Buono"
luogo che gli fu svelato da ella stessa.
Storicamente però, ci è noto che la costruzione del
complesso è da attribuirsi ai rapporti tra Stato e Chiesa in
Sicilia.
Infatti, quando Guglielmo II divenne re, nel 1166 in seguito
all’assassinio di Guglielmo I, aveva appena tredici anni e il
suo precettore era l’inglese Walter of the Mill, italianizzato
in Gualtiero Offamilio che, negli stessi anni del regno di
Guglielmo, era arcivescovo di Palermo e aveva una
grande autorità. Il duomo di Monreale o cattedrale di Santa
Maria Nuova, si trova in piazza Guglielmo II, al
numero1, Monreale, Palermo.
STORIA
Gualtiero
Offamilio
Non appena Guglielmo II raggiunse la maggiore età e assunse
il potere, esplose una grande rivalità tra i due e venne così accentuato il
conflitto tra Stato e Chiesa di Palermo. Questo, fortunatamente, trovò
espressione, non nelle armi, ma nell’edificazione di monumenti, efficace
espressione del potere. È chiaro dunque che la città e l’Italia tutta, non
poterono che beneficiare da questa situazione, riscoprendo il patrimonio
artistico notevolmente accresciuto.
Papa Pio XI
A vincere la guerra fu Guglielmo II con il Duomo di Monreale, a cui affiancò da una parte il palazzo reale, dall’altra il
monastero, segno di incontro tra i due poteri, lo Stato e la Chiesa. Incontro reso esplicito dalla presenza dei due troni, quello
regale e quello arcivescovile, inseriti nella zona più importante del tempio, intorno all’altare, tra il transetto e la solea,
e collegati sia con il palazzo del re sia con il convento.
Nel 1926 Papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore.
Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (UNESCO) nell'ambito dell'Itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù
e Monreale.
ARCHITETTURA ESTERNA
La cattedrale di Monreale è lunga 102 metri e larga 40. Il suo esterno mostra una facciata principale inserita all’interno di due torri
asimmetriche di altezza e forma differenti tipiche dell’arte normanna. La torre campanaria è più bassa dell’altra per essere stata in parte
abbattuta da un fulmine; su questa inoltre vi è presente un grande orologio con la scritta “tuam nescis” (“non conosci la tua”). Nella
porzione superiore, una grande finestra ogivale a vetri colorati con ai lati un intreccio di archi e dischi di misure e decorazioni differenti.
Un timpano triangolare ne sormonta la navata centrale.
Sulla facciata orientata a Nord si apre una porta più piccola, quella usata
attualmente per l’ingresso dei fedeli. È opera di Barisano da Trani nel
1190. In bronzo e molto più piccola e povera, presenta 14 pannelli in ogni
battente, con bassorilievi che rappresentano episodi della vita di Cristo,
vite di santi e animali araldici.
All’interno del Chiostrino è collocata la Fontana del Re, con la sua vasca
rotonda dalla quale si innalza una colonna riccamente intagliata a forma
di fusto di palma stilizzato adornato da figure dedite alle arti della
musica e della danza. Al di sopra di queste figure, dodici bocche leonine
lasciano sgorgare acqua nella vasca.
Fontana del re
IL CHIOSTRO DI MONREALE
Sulle colonnine poggiano leggiadri capitelli istoriati con diverse scene, molte delle quali
bibliche del Vecchio e Nuovo Testamento come “il peccato originale” o “la risurrezione
di Cristo”.
Tra i capitelli si distingue “il Capitello dell’Annunciazione”, posto nelle coppie di quattro
colonne nell’angolo nord-est e il “Capitello della Dedica “, nel quale è raffigurato il re
nell’atto di offrire alla Vergine la sua Cattedrale.
Nei capitelli delle quattro colonnine d’angolo della Fontana del Re sono
rappresentate figure intente in tipiche occupazioni agropastorali che
simboleggiano i dodici mesi dell’anno. Il calendario è ordinato per stagioni:
•A Meridione i mesi dell’Inverno: Dicembre. Gennaio, Febbraio e Marzo;
•A Levante i mesi della Primavera: Marzo, Aprile, Maggio e Giugno;
•A Tramontana i mesi dell’Estate: Giugno, Luglio, Agosto e Settembre;
•A Ponente i mesi della stagione dell’Autunno: Settembre, Ottobre,
Novembre e Dicembre.
ARCHITETTURA INTERNA
Non si conosce il progettista, ma si hanno i nomi di due scultori che vi lavorarono: Pietro
Bacchiotta, di origine fiorentina e il palermitano Marco Antonio D’Aprile. Vi si accede dalla
navata laterale destra, attraverso un portale, risalente forse all’origine del Duomo, dalle
imposte di noce, traforate e scolpite con raffigurazioni di Santa Caterina e del Torres.
Lo stretto spazio in cui la cappella è stata ricavata, cioè tra la navata laterale destra e il chiostro
dei benedettini ha conferito una forma oblunga con l’ingresso al centro. Ad un estremo vi è
l’altare e all’altro il sepolcro del Torres, raffigurato in ginocchio, in una statua di marmo chiaro.
L’altare è separato dal resto della Cappella da una balaustra di marmo. Lo sovrasta un ciborio,
un tabernacolo sovrastante l'altare, che si innalza su quattro colonne di marmo policromo e
capitelli di marmo bianco d’ordine corinzio, con cupola dipinta all’interno. Sotto l’altare si
conserva un’urna d’argento con le reliquie di san Castrense. L’urna ha forma rettangolare,
costruita in stile barocco nel 1637 da argentieri palermitani, è sormontata del santo.
Dietro l’altare si ammira un quadro ad olio di Antonio Novelli, raffigurante San Castrense in
piedi, in abiti pontificali. Alle pareti della cappella sono attaccate lapidi di marmo col testo di
bolle pontificie. San Castrense
CAPPELLA DI SAN BENEDETTO
La cappella di San Benedetto era in
I Benedettini intesero fare di quella
precedenza la cappella di San Cataldo, dopo
cappella il luogo di glorificazione del
lo spostamento in quest’ultima dell’altare di
loro fondatore. La vita del Santo è narrata
San benedetto, in occasione della
nei dieci rilievi dal Marino; cinque per
ristrutturazione della navata centrale , prese il
pareti, a partire dal lato destro vicino
nome di cappella di San Benedetto. In epoca
all’altare e finendo al lato opposto con
normanna divenne l’unico posto destinato
vicende della vita del Santo. Il ciclo della
alla sepoltura dell’ordine benedettino. Nel
vita di San Benedetto si conclude
1607 Antonio Novelli la decorò con affreschi e
sull’altare con la figura del Santo a
con una pala d’altare, che nel 1776 fu
grandezza naturale sorretta da angeli che
sostituita dal un rilievo in marmo del
volge lo sguardo sul simbolo della trinità
Marabitti, raffigurante la gloria di san
che splende sopra di lui.
Benedetto . Gli affreschi furono sostituiti nel
In alto ai lati due angeli, uno suona il
1728 con dei rilievi in marmo eseguiti da
flauto e l’altro il violino, mentre accanto
Giovanni Marino, rappresentanti scene della
al Santo altri angeli reggono la mitra, il
vite del Santo.
pastorale e la regola.
Tutti i rilievi e le sculture di Marino sono in
La composizione marmorea ha tutte le
marmo bianchi ad eccezione di quelli delle
gradazioni del rilievo, è tutta bianca ed
zone superiori e del soffitto, che sono in
è impreziosita di elementi metallici
stucco bianco. Il soffitto è a botte, con lunette
dorati.
incise nella volta e con grande ovale al centro
con il simbolo della trinità.
San Benedetto
CAPPELLA DI SAN ALTARE-RELIQUIARIO DI
GIOVANNI BATTISTA SAN LUIGI DEI FRANCESI
Trono reale
ABSIDIOLA DI SAN PAOLO
Una serie di fasce marmoree raffiguranti festoni floreali e intrecci di foglie d'acanto
creano l'effetto concavo sull'asse mediano, chiudono la prospettiva puntando lo
sguardo dell’osservatore sulle volute con vasotti floreali e una grande corona sorretta
da angioletti.
La nicchia centrale custodisce la statua della Madonna del Popolo, la tradizione ritiene
che il simulacro della Vergine sia stato scolpito nel tronco dell'albero di carrubo
all'ombra del quale Guglielmo II di Sicilia si addormentò e sognò Maria, che le indicava
il posto dove avrebbe trovato il tesoro per costruire il magnifico tempio. L'esame della
statua, lo stile, i lineamenti del volto, i panneggi e i dettagli dell'insieme, collocano la
probabile realizzazione del manufatto nel periodo compreso tra il XIV e il XV secolo.
CAPPELLA DEL L'opera si pone come esemplare
tardo della corrente del Gotico
CROCIFISSO internazionale; il Precursore con
l'agnello e la croce, nei pilastri le
Ambiente adiacente all'absidiola figure allegoriche delle tre Virtù
sinistra con ingresso sulla parete teologali: Fede, Speranza e Carità
settentrionale, in stile barocco accompagnate dai loro simboli il
d'ispirazione iberica, realizzato su Calice e l'Ancora. Nel pavimento gli
commissione di Giovanni Roano e intarsi marmorei raffigurano la scena
Corrionero. Il sacerdote affidò relativa al profeta Giona e la balena,
l'incarico di disegnare l'ambiente al nel paliotto il Tempio di
frate cappuccino Giovanni di Gerusalemme realizzato da
Monreale che la portò a Salomone secondo il progetto
compimento nel 1686. Le suggerito a Davide. Per le
decorazioni interne hanno per tema decorazioni, nel 1692 Antonio Grano
il sacrificio di Cristo attraverso affrescò l'ambiente con la Battaglia
personaggi, episodi biblici, degli angeli contro Lucifero, opera
raffigurazioni allegoriche, realizzati perduta, e un Cristo deposto,
mediante l’utilizzo di marmi mischi, attribuitogli per stile.
colonne tortili, decorazioni a intarsio Luogo di sepolture del vescovo
in marmo e legno sulle pareti con committente dell’opera e di molti
raffigurazioni di animali, mostri e vescovi della diocesi. Sede oggi del
puttini. Tesoro della basilica.
I MOSAICI
I mosaici del Duomo di Monreale sono ben 130 e
riprendono gli episodi narrati nell’Antico e nel Nuovo
Testamento. Questi mosaici descrivono la creazione della
Terra e dell’uomo e riportano perfettamente la vita e
le opere di Cristo in modo da coinvolgere anche i fedeli al
culto di Dio.
Nel sottarco, intorno al Cristo Pantocratore sono rappresentati nove profeti che
incorniciano e rifiniscono la figura di Cristo.
L'ETIMASIA
Al di sopra del Pantocratore, nell’arco che lo sovrasta, si trova il trono predisposto
per accogliere il Cristo alla fine dei tempi come giudice universale. È un trono
prezioso, color porpora, che richiama all’aspetto divino, sul quale è posto un manto
azzurro, che rappresenta invece l’umanità con cui Dio giudicherà gli uomini. Dietro il
trono svetta la croce con una corona di spine, a sinistra si trova la lancia che lo
trafisse nel costato, e a destra la canna con la spugna dell’aceto che, insieme,
mostrano che Cristo ha ottenuto il diritto di giudicare il mondo attraverso la
sofferenza della croce. L'altro elemento che sottolinea questo aspetto è posto sopra
un cuscino di tessuto prezioso e contiene i quattro chiodi della crocifissione di Gesù.
Sul trono, dove è steso il mantello blu poggia la colomba dello Spirito Santo. Ai lati
del medaglione vediamo un coro simmetrico di Serafini e dei quattro Arcangeli,
Gabriele, Raffaele, Michele e Uriele.
L'etimasia
Dio crea il Cielo e la Creazione del giorno Creazione degli uccelli Creazione del Creazione del mare Creazione dell'uomo Abramo serve alla mensa
Terra e della notte Sole e della Luna degli angeli
I mosaici della navata centrale sono organizzati in due registri per ogni lato e narrano le
vicende dell’Antico Testamento. Nella parete sinistra della navata centrale, il registro
superiore rappresenta gli episodi della creazione del mondo a partire dalla creazione del
cielo e della terra, fino alla creazione del primo uomo e della prima donna. Il registro
inferiore, invece, rappresenta l’episodio della costruzione dell’arca di Noè, del successivo
trasporto degli animali, del patto dell’arcobaleno che Dio fece con Noè, la costruzione della
Torre di Babele, Abramo che si prostra dinnanzi ai tre angeli e infine, l’episodio di Abramo
che serve alla mensa dei tre angeli.
Uccisione di Abele
Tentazione di Eva
Registro inferiore
I MOSAICI DELLE NAVATE LATERALI
Nelle navate laterali e nel transetto sono rappresentati gli episodi
del Nuovo Testamento e ritraggono la vita e le opere di Gesù. Le
due absidi laterali, invece, sono dedicate alle storie della vita di
San Pietro e San Paolo.
A collegare le due pareti laterali è la parete dell’entrata su cui si trovano raffigurati vari
episodi: la creazione di Eva e la sua presentazione ad Adamo, il castigo di Sodoma, il
martirio di San Cassio e San Casto, la vita di San Castrense, la trasformazione della moglie
di Loth in statua di sale.
Creazione di Eva
La Vergine Odigitria
Vergine Odigitria
Sopra la porta di ingresso si trova la Vergine Odigitria, la guida dei pellegrini che
accompagna i fedeli fuori dalla Cattedrale. Viene raffigurata con in braccio il figlio
che tiene, nella mano sinistra, una pergamena che serviva per ricordare ai fedeli di
annunciare il messaggio di Dio al di fuori della Cattedrale dopo aver partecipato alla
celebrazione liturgica. Il bambino con la mano destra fa segno di benedizione e nella
sua aureola è sempre disposta una croce per differenziarla dalle altre aureole.
L’iscrizione in latino sotto al mosaico sembra essere la raccomandazione che il re
chiede per sé stesso alla vergine: “Prega per tutti, ma soprattutto lavora per il re!”
IL TRONO REALE E ARCIVESCOVILE
Prima del presbiterio, addossati a due grandi pilastri, sono
posizionati il trono reale ed il trono arcivescovile.