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La Cattedrale Di Monreale

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CATTEDRALE DI MONREALE

STORIA
Nel XII sec. Guglielmo II “Il Buono”, re normanno,
commissionò la costruzione dell’intero complesso che
comprende: la Basilica, il Convento e il Palazzo reale. 
La leggenda tramanda che, in seguito alla caccia, mentre
Guglielmo riposava sotto un albero, la Vergine Maria gli
apparve in sogno e lo spronò ad erigere un tempio in suo
onore nel luogo dove era nascosto il tesoro del padre, Guglielmo II "Il Buono"
luogo che gli fu svelato da ella stessa. 
Storicamente però, ci è noto che la costruzione del
complesso è da attribuirsi ai rapporti tra Stato e Chiesa in
Sicilia. 
Infatti, quando Guglielmo II divenne re, nel 1166 in seguito
all’assassinio di Guglielmo I, aveva appena tredici anni e il
suo precettore era l’inglese Walter of the Mill, italianizzato
in Gualtiero Offamilio che, negli stessi anni del regno di
Guglielmo, era arcivescovo di Palermo e aveva una
grande autorità.  Il duomo di Monreale o cattedrale di Santa
Maria Nuova, si trova in piazza Guglielmo II, al
numero1, Monreale, Palermo. 
STORIA
Gualtiero
Offamilio
Non appena Guglielmo II raggiunse la maggiore età e assunse
il potere, esplose una grande rivalità tra i due e venne così accentuato il
conflitto tra Stato e Chiesa di Palermo. Questo, fortunatamente, trovò
espressione, non nelle armi, ma nell’edificazione di monumenti, efficace
espressione del potere. È chiaro dunque che la città e l’Italia tutta, non
poterono che beneficiare da questa situazione, riscoprendo il patrimonio
artistico notevolmente accresciuto. 

A dare il via alla sfida fu Guglielmo II, avviando i lavori di


costruzione del complesso monrealese che sorse in breve tempo, dal
1174 al 1184 circa. Già nel 1176 il tempio dedicato alla Vergine fu
consegnato dal sovrano ai monaci benedettini di Cava dei Tirreni guidati
dall’abate Teobaldo che divenne poco dopo vescovo. Nel 1183, papa
Lucio III elevò Monreale a sede arcivescovile; per formare il territorio
della nuova arcidiocesi se ne tolse parte a quella della vicinissima
Palermo che fino a quel momento era stata l’unica sede arcivescovile di
tutta l’isola. Questo causò a Gualtiero Offamilio la perdita di molti redditi
derivanti dai terreni sottrattigli. Favorito dai benefici concessigli dal re,
La Vergine Maria chiede a l’abate arcivescovo di Monreale si trasformò presto nel più grande
Guglielmo II di erigere un proprietario terriero, dopo il sovrano, naturalmente. In risposta, Gualtiero
tempio in suo onore. demolì la vecchia cattedrale, costruita nel VI secolo, per farne erigere
un’altra più grande e più ricca, che venne consacrata nel 1185 e
completata molti anni dopo.
STORIA

Papa Pio XI
A vincere la guerra fu Guglielmo II con il Duomo di Monreale, a cui affiancò da una parte il palazzo reale, dall’altra il
monastero, segno di incontro tra i due poteri, lo Stato e la Chiesa. Incontro reso esplicito dalla presenza dei due troni, quello
regale e quello arcivescovile, inseriti nella zona più importante del tempio, intorno all’altare, tra il transetto e la solea,
e collegati sia con il palazzo del re sia con il convento.

Nel 1926 Papa Pio XI l'ha elevata alla dignità di basilica minore. 
Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (UNESCO) nell'ambito dell'Itinerario arabo-normanno di Palermo, Cefalù
e Monreale. 
ARCHITETTURA ESTERNA 
La cattedrale di Monreale è lunga 102 metri e larga 40. Il suo esterno mostra una facciata principale inserita all’interno di due torri
asimmetriche di altezza e forma differenti tipiche dell’arte normanna. La torre campanaria è più bassa dell’altra per essere stata in parte
abbattuta da un fulmine; su questa inoltre vi è presente un grande orologio con la scritta “tuam nescis” (“non conosci la tua”). Nella
porzione superiore, una grande finestra ogivale a vetri colorati con ai lati un intreccio di archi e dischi di misure e decorazioni differenti.
Un timpano triangolare ne sormonta la navata centrale. 

Nella parte inferiore, inglobata dentro una costruzione a tre portici in


marmo bianco, aggiunta nel 1770, si apre l’ingresso principale. Si
tratta di un Portale a forma ogivale dentro il quale si incastona un
portone in Bronzo, opera di Bonanno di Pisa che la eseguì nel
1185 nella sua città e successivamente fu condotta a Monreale via
nave. È composta da due battenti rettangolari adattati alla forma
ogivale dell’ingresso. Comprende 46 pannelli con immagini a rilievo
rappresentanti episodi della Bibbia e due coppie di leoni e grifoni
nella parte inferiore. L’arcata del portale è caratterizzata da una serie
di bande parallele decorate da ghirlande di fiori, forme umane e
animali scolpiti in bassorilievo, decorazioni classiche e una banda di
mosaico policromo. ​
ARCHITETTURA ESTERNA

Sulla facciata orientata a Nord si apre una porta più piccola, quella usata
attualmente per l’ingresso dei fedeli. È opera di Barisano da Trani nel
1190. In bronzo e molto più piccola e povera, presenta 14 pannelli in ogni
battente, con bassorilievi che rappresentano episodi della vita di Cristo,
vite di santi e animali araldici.

La parte posteriore del Duomo di Monreale è un esempio mirabile dell’arte araba.


Presenta la convessità delle tre absidi con tre livelli di archi intrecciati che si
arricchiscono di decorazioni policrome ottenute dall’uso sapiente di pietra calcarea
brunita, lava grigio-nera e mattoni rossi in bande orizzontali. Gli archi, che originano
da colonnine poggiate su alti basamenti, sono arricchiti da tondi di dimensione e
disegno differente che simulano rosoni ciechi finemente decorati. 
IL CHIOSTRO DI MONREALE
Affiancato al Duomo di Monreale sorge il Chiostro che faceva parte dell’antico convento benedettino, esempio di architettura bizantina
realizzato sul finire del XII secolo. Questa struttura vanta una particolare posizione nell’insieme degli edifici monastici in Italia e nel contesto
Mediterraneo, va infatti considerato come uno dei chiostri più imponenti e qualitativamente prestigiosi apparsi nel XII nonché il più completo
monumento di scultura romanica in Sicilia. 
Il Chiostro di Monreale è una costruzione perfettamente romanica a pianta quadrata di 47 metri di lato, con portico ad archi ogivali rotto
nell’angolo di sud-ovest da un ulteriore chiostro quadrato di dimensioni ridotte chiamato Chiostrino.

All’interno del Chiostrino è collocata la Fontana del Re, con la sua vasca
rotonda dalla quale si innalza una colonna riccamente intagliata a forma
di fusto di palma stilizzato adornato da figure dedite alle arti della
musica e della danza. Al di sopra di queste figure, dodici bocche leonine
lasciano sgorgare acqua nella vasca.

Fontana del re
IL CHIOSTRO DI MONREALE

I 26 archi ogivali disposti su ogni lato sono sostenuti da elegantissime colonnine di


marmo binate, di ornamentazioni alterne (lisce, con intarsi a mosaico, intagliate,
ad arabeschi) le cui basi raffigurano un’ampia varietà di motivi: zampe di leone,
teste di fiere, foglie stilizzate, gruppi di uomini e animali. 

Sulle colonnine poggiano leggiadri capitelli istoriati con diverse scene, molte delle quali
bibliche del Vecchio e Nuovo Testamento come “il peccato originale” o “la risurrezione
di Cristo”.​
Tra i capitelli si distingue “il Capitello dell’Annunciazione”, posto nelle coppie di quattro
colonne nell’angolo nord-est e il “Capitello della Dedica “, nel quale è raffigurato il re
nell’atto di offrire alla Vergine la sua Cattedrale.​
Nei capitelli delle quattro colonnine d’angolo della Fontana del Re sono
rappresentate figure intente in tipiche occupazioni agropastorali che
simboleggiano i dodici mesi dell’anno. Il calendario è ordinato per stagioni:
•A Meridione i mesi dell’Inverno: Dicembre. Gennaio, Febbraio e Marzo;
•A Levante i mesi della Primavera: Marzo, Aprile, Maggio e Giugno;
•A Tramontana i mesi dell’Estate: Giugno, Luglio, Agosto e Settembre;
•A Ponente i mesi della stagione dell’Autunno: Settembre, Ottobre,
Novembre e Dicembre. 
ARCHITETTURA INTERNA 

La Cattedrale di Monreale ha una struttura a tre navate, conclusi dal transetto e


dalle tre absidi. Le 3 navate sono divise da 18 colonne antiche di epoca romana con
capitelli in stile corinzio, raffiguranti divinità clipeate.
Il pavimento marmoreo, con intarsi di porfido e granito, fu completato nel 500,
mentre il variopinto soffitto in legno fu in gran parte rifatto dopo l’incendio del
1811.

Le pareti della cattedrale sono come un libro che illustra la storia


dell’uomo dalla Creazione alla Salvezza, passando per il Peccato, grazie al
sacrificio di Cristo. I soffitti sono in legno policromo. Il tetto della navata
centrale è a forma di carena di nave, costituito da enormi tronchi scolpiti
con fregi d’oro. Inoltre, la copertura passa dal tipo a capriata, a volta, a
cupola a seconda della sezione da nobilitare. La cattedrale è caratterizzata
anche da elementi tipicamente bizantini come i pulvini, che sono gli
elementi architettonici a forma di tronco di piramide rovesciata posto tra il
capitello e l’arco.​
L'ORGANO DELLA CATTEDRALE
Il primo organo fu costruito nel 1503 quando c’era il cardinale Borgia ma non si
conosce la collocazione di allora.
L’organo agli inizi del 600 viene trasferito sull’ambone dall’arcivescovo Ludovico II
Torres e nel 1668 su richiesta dell’arcivescovo spagnolo Ludovico viene costruito un
secondo organo che verrà collocato sul lato sinistro del presbiterio di fronte il
primo, creando così “organi battenti”. 
Tuttavia nel 1811 gli organi furono distrutti da un grosso incendio.
Nel 1853 quindi, viene inaugurato l’organo a tre tastiere meccanico collocato sul
lato sinistro. Nel 1949 l’organo verrà modificato e verrà tolta la cassa decorata in
legno trasformando in questo modo il prospetto secondo lo stile ceciliano.
Nel 1967 viene inaugurato un magnifico organo a sei tastiere.

Il progetto dell’organo è stato ideato sotto il governo dell’arcivescovo Carpino


ed è iniziato nel 1957; L’ubicazione è stata studiata in modo approfondito da
studiosi ed esperti nel settore, trovando così la collocazione perfetta dove
troviamo una fusione equilibrata tra potenza sonora e ricchezza timbrica. Lo
strumento diviso in sette corpi, è stato collocato in tre posti della basilica,
seguendo un criterio di rendimento e di funzionalità. Per il complesso di circa
10.000 canne costruite in legno è stato adoperato legno pregiato come il
mogano, invece la console di comando è stata realizzata in legno di noce
nazionale intagliato.
CAPPELLA DI SAN CASTRENSE
Lo stile rinascimentale entra per la prima volta a Monreale con questa importante opera,
costruita e decorata dal cardinale Ludovico II Torres, arcivescovo di Monreale dal 1588 al 1609
per sistemarvi le reliquie di San Castrense, patrono della città, e per farne il luogo della sua
sepoltura. 

Non si conosce il progettista, ma si hanno i nomi di due scultori che vi lavorarono: Pietro
Bacchiotta, di origine fiorentina e il palermitano Marco Antonio D’Aprile. Vi si accede dalla
navata laterale destra, attraverso un portale, risalente forse all’origine del Duomo, dalle
imposte di noce, traforate e scolpite con raffigurazioni di Santa Caterina e del Torres.

Lo stretto spazio in cui la cappella è stata ricavata, cioè tra la navata laterale destra e il chiostro
dei benedettini ha conferito una forma oblunga con l’ingresso al centro. Ad un estremo vi è
l’altare e all’altro il sepolcro del Torres, raffigurato in ginocchio, in una statua di marmo chiaro.

L’altare è separato dal resto della Cappella da una balaustra di marmo. Lo sovrasta un ciborio,
un tabernacolo sovrastante l'altare, che si innalza su quattro colonne di marmo policromo e
capitelli di marmo bianco d’ordine corinzio, con cupola dipinta all’interno. Sotto l’altare si
conserva un’urna d’argento con le reliquie di san Castrense. L’urna ha forma rettangolare,
costruita in stile barocco nel 1637 da argentieri palermitani, è sormontata del santo.

Dietro l’altare si ammira un quadro ad olio di Antonio Novelli, raffigurante San Castrense in
piedi, in abiti pontificali. Alle pareti della cappella sono attaccate lapidi di marmo col testo di
bolle pontificie. San Castrense
CAPPELLA DI SAN BENEDETTO 
La cappella di San Benedetto era in
I Benedettini intesero fare di quella
precedenza la cappella di San Cataldo, dopo
cappella il luogo di glorificazione del
lo spostamento in quest’ultima dell’altare di
loro fondatore. La vita del Santo è narrata
San benedetto, in occasione della
nei dieci rilievi dal Marino; cinque per
ristrutturazione della navata centrale , prese il
pareti, a partire dal lato destro vicino
nome di cappella di San Benedetto. In epoca
all’altare e finendo al lato opposto con
normanna divenne l’unico posto destinato
vicende della vita del Santo. Il ciclo della
alla sepoltura dell’ordine benedettino. Nel
vita di San Benedetto si conclude
1607 Antonio Novelli la decorò con affreschi e
sull’altare con la figura del Santo a
con una pala d’altare, che nel 1776 fu
grandezza naturale sorretta da angeli che
sostituita dal un rilievo in marmo del
volge lo sguardo sul simbolo della trinità
Marabitti, raffigurante la gloria di san
che splende sopra di lui. 
Benedetto . Gli affreschi furono sostituiti nel
In alto ai lati due angeli, uno suona il
1728 con dei rilievi in marmo eseguiti da
flauto e l’altro il violino, mentre accanto
Giovanni Marino, rappresentanti scene della
al Santo altri angeli reggono la mitra, il
vite del Santo. 
pastorale e la regola. 
Tutti i rilievi e le sculture di Marino sono in
La composizione marmorea ha tutte le
marmo bianchi ad eccezione di quelli delle
gradazioni del rilievo, è tutta bianca ed
zone superiori e del soffitto, che sono in
è impreziosita di elementi metallici
stucco bianco. Il soffitto è a botte, con lunette
dorati. 
incise nella volta e con grande ovale al centro
con il simbolo della trinità. 
San Benedetto
CAPPELLA DI SAN ALTARE-RELIQUIARIO DI
GIOVANNI BATTISTA  SAN LUIGI DEI FRANCESI 

L'altare-reliquiario di San Luigi dei


Francesi fu eretto nel 1270 per ospitare
le spoglie di Luigi IX di Francia morto a
Tunisi durante l'ottava crociata assieme
al cardinale Rodolfo (Raoul Grosparmi)
vescovo di Albano, fervente sostenitore
della campagna contro gli infedeli. La
struttura dell’altare è composta dal
sarcofago barocco del sovrano francese
contenente le viscere e il cuore del re,
San Giovanni Battista e recante le insegne regie poggiato su
mensole, e dall'edicola sovrastante
contenente il quadro raffigurante il
sovrano, delimitata da colonne
È una nicchia con un mosaico nella calotta, raffigurante il marmoree con capitelli corinzi
santo, e una sua statua bronzea. Si trova in prossimità sormontate da un timpano con volute a
dell’ingresso lungo la parete meridionale. La cappella fu ricciolo e targa intermedia sovrastata
voluta dal sovrano dopo la costruzione della chiesa per da aquila coronata. 
celebrare fattivamente la "nascita" della sede
metropolitana. La statua bronzea del santo è collocata su un Altare-reliquario di San
fusto di un primitivo fonte battesimale. Luigi dei Francesi
ALTARE MAGGIORE

Il presbiterio, rialzato di alcuni gradini rispetto al


resto del piano di calpestio della chiesa, occupa
interamente l'area della crociera, nella quale è
cinto da transenne neogotiche, e dell'abside
maggiore. Ospita, nella crociera in stile neogotico
e, sotto l'arco absidale, contrapposti, il trono reale
e la cattedra episcopale. L'altare maggiore
barocco è una raffinata opera del 1771, eseguita
su commissione dell'arcivescovo Francesco Testa.
Nei cinque medaglioni in argento e bronzo sulla
mensa sono raffigurati episodi della vita della
Vergine: Annunciazione, Visitazione, Maternità,
Sposalizio e Fuga in Egitto. Nel paliotto due angeli
sorreggono la Natività di Maria delimitata da
putti, delimitata dalle scene della Pentecoste e
dell'Assunzione.
Francesco Testa

Trono reale
ABSIDIOLA DI SAN PAOLO

Sulla parete sinistra della campata dinnanzi


all'absidiola di San Paolo (protesi), è documentato il
passaggio in direzione del primitivo Palazzo Reale.
L'architettura richiama grossomodo le linee della
cappella meridionale ad eccezione dei giochi di cortine
e sipari drappeggiati sorretti da putti nell'atto di
svelare l'elaborato tabernacolo con foggia di
tempietto, nonché dal fitto commesso di tarsie e
pietre dure che simulano le trame dei panneggi sotto
l'occhio di due altri angeli - che sulla cornice cavalcano
altrettanti pellicani.
ABSIDIOLA DI SAN PIETRO
Sulla parete destra della campata antistante all'absidiola di
San Pietro (diaconico), nel 1492, per volere del cardinale
Giovanni Borgia, fu aperto il vano d'ingresso all'attuale
sacrestia.
L'architettura voluta dal vescovo Giovanni Roano e
Corrionero è espressione del barocco siciliano, le forme e i
contenuti attuali definiscono la Cappella della Madonna del
Popolo. La sopraelevazione della struttura in marmo è
costituita da colonne ioniche con capitelli corinzi sormontate
da una  cornice, esternamente, grandi volute con mensole
reggono putti alati. 

Una serie di fasce marmoree raffiguranti festoni floreali e intrecci di foglie d'acanto
creano l'effetto concavo sull'asse mediano, chiudono la prospettiva puntando lo
sguardo dell’osservatore sulle volute con vasotti floreali e una grande corona sorretta
da angioletti.
La nicchia centrale custodisce la statua della Madonna del Popolo, la tradizione ritiene
che il simulacro della Vergine sia stato scolpito nel tronco dell'albero di carrubo
all'ombra del quale Guglielmo II di Sicilia si addormentò e sognò Maria, che le indicava
il posto dove avrebbe trovato il tesoro per costruire il magnifico tempio. L'esame della
statua, lo stile, i lineamenti del volto, i panneggi e i dettagli dell'insieme, collocano la
probabile realizzazione del manufatto nel periodo compreso tra il XIV e il XV secolo.
CAPPELLA DEL L'opera si pone come esemplare
tardo della corrente del Gotico
CROCIFISSO internazionale; il Precursore con
l'agnello e la croce, nei pilastri le
Ambiente adiacente all'absidiola figure allegoriche delle tre Virtù
sinistra con ingresso sulla parete teologali: Fede, Speranza e Carità
settentrionale, in stile barocco accompagnate dai loro simboli il
d'ispirazione iberica, realizzato su Calice e l'Ancora. Nel pavimento gli
commissione di Giovanni Roano e intarsi marmorei raffigurano la scena
Corrionero. Il sacerdote affidò relativa al profeta Giona e la balena,
l'incarico di disegnare l'ambiente al nel paliotto il Tempio di
frate cappuccino Giovanni di Gerusalemme realizzato da
Monreale che la portò a Salomone secondo il progetto
compimento nel 1686. Le suggerito a Davide. Per le
decorazioni interne hanno per tema decorazioni, nel 1692 Antonio Grano
il sacrificio di Cristo attraverso affrescò l'ambiente con la Battaglia
personaggi, episodi biblici, degli angeli contro Lucifero, opera
raffigurazioni allegoriche, realizzati perduta, e un Cristo deposto,
mediante l’utilizzo di marmi mischi, attribuitogli per stile.
colonne tortili, decorazioni a intarsio Luogo di sepolture del vescovo
in marmo e legno sulle pareti con committente dell’opera e di molti
raffigurazioni di animali, mostri e vescovi della diocesi. Sede oggi del
puttini. Tesoro della basilica. 
I MOSAICI
I mosaici del Duomo di Monreale sono ben 130 e
riprendono gli episodi narrati nell’Antico e nel Nuovo
Testamento. Questi mosaici descrivono la creazione della
Terra e dell’uomo e riportano perfettamente la vita e
le opere di Cristo in modo da coinvolgere anche i fedeli al
culto di Dio. 

Sono realizzati con la tecnica dell’opus sectile che


prevede l’accostamento di vari elementi in marmo o in
pasta vitrea, che sono intagliati per avere una
specifica forma che si vada ad incastrare con gli altri
pezzi. I mosaici all’interno del Duomo possono essere
divisi in vari gruppi in base alla loro posizione sulle
pareti e in base al loro significato.
IL CRISTO PANTOCRATORE
Il Cristo Pantocratore è la rappresentazione principale dell’abside centrale del Duomo, risalta
immediatamente appena si entra grazie alla sua dimensione e ai colori utilizzati: infatti, Egli
sembra scrutare dall’alto ogni angolo della cattedrale con uno sguardo severo ma benevolo.
Viene rappresentato con un abito rosso, per simboleggiare la passione e il divino, il mantello
blu rappresenta il suo aspetto umano, mentre tutto intorno prevale l’oro che rappresenta la
luce divina. Viene raffigurato a mezzo busto e dietro il Suo capo è disposta una aureola che
incorpora una croce per distinguerla da quella degli altri santi. Con la mano destra, Cristo
compie il gesto della benedizione con tre dita della mano avvicinate a simboleggiare la
trinità e l’unità di Dio. L’indice e il medio, invece rappresentano l’aspetto umano e divino di
Cristo. Nella mano sinistra, invece, sorregge un libro con scritto: “Io sono la luce del mondo,
chi mi segue non cammina nelle tenebre”. 

Nel sottarco, intorno al Cristo Pantocratore sono rappresentati nove profeti che
incorniciano e rifiniscono la figura di Cristo.
L'ETIMASIA
Al di sopra del Pantocratore, nell’arco che lo sovrasta, si trova il trono predisposto
per accogliere il Cristo alla fine dei tempi come giudice universale. È un trono
prezioso, color porpora, che richiama all’aspetto divino, sul quale è posto un manto
azzurro, che rappresenta invece l’umanità con cui Dio giudicherà gli uomini. Dietro il
trono svetta la croce con una corona di spine, a sinistra si trova la lancia che lo
trafisse nel costato, e a destra la canna con la spugna dell’aceto che, insieme,
mostrano che Cristo ha ottenuto il diritto di giudicare il mondo attraverso la
sofferenza della croce. L'altro elemento che sottolinea questo aspetto è posto sopra
un cuscino di tessuto prezioso e contiene i quattro chiodi della crocifissione di Gesù.
Sul trono, dove è steso il mantello blu poggia la colomba dello Spirito Santo. Ai lati
del medaglione vediamo un coro simmetrico di Serafini e dei quattro Arcangeli,
Gabriele, Raffaele, Michele e Uriele. 

L'etimasia

Ai lati del medaglione vediamo un coro simmetrico di Serafini e dei


quattro Arcangeli, Gabriele, Raffaele, Michele e Uriele. ​
LA VERGINE COL BAMBINO
Nella fascia sotto al Cristo Pantocratore, si trova la Vergine col
Bambino, accompagnata dalla scritta “Panacròntas” (in greco “tutta
immacolata”) ed è affiancata dagli apostoli e da due angeli che volgono lo
sguardo verso di essa. La vergine è seduta su un trono dorato e indossa
un abito blu con un velo marrone con ornamenti dorati, mentre il
bambino è coperto da un abito dorato che richiama il colore dell’aureola
e dello sfondo.

Inoltre, l’aureola della Vergine è leggermente più


grande rispetto a quella degli angeli proprio per
sottolineare la propria importanza. L’intera
abside è ricoperta da figure di angeli e santi. 
I MOSAICI DELLA NAVATA CENTRALE

Dio crea il Cielo e la Creazione del giorno Creazione degli uccelli Creazione del Creazione del mare Creazione dell'uomo Abramo serve alla mensa
Terra e della notte Sole e della Luna degli angeli

I mosaici della navata centrale sono organizzati in due registri per ogni lato e narrano le
vicende dell’Antico Testamento. Nella parete sinistra della navata centrale, il registro
superiore rappresenta gli episodi della creazione del mondo a partire dalla creazione del
cielo e della terra, fino alla creazione del primo uomo e della prima donna. Il registro
inferiore, invece, rappresenta l’episodio della costruzione dell’arca di Noè, del successivo
trasporto degli animali, del patto dell’arcobaleno che Dio fece con Noè, la costruzione della
Torre di Babele, Abramo che si prostra dinnanzi ai tre angeli e infine, l’episodio di Abramo
che serve alla mensa dei tre angeli. 

Costruzione dell'Arca di Noè Creazione della terraferma


I MOSAICI DELLA NAVATA CENTRALE

Nella parete destra della navata centrale, nel registro


superiore si trovano altri episodi importanti come: la
tentazione e il peccato originale, la cacciata dal
Paradiso, le fatiche di Adamo ed Eva e l’uccisione di
Abele. Nel registro inferiore sono raffigurati episodi
che riguardano il sacrificio di Isacco e che hanno
come protagonista Giacobbe.  ​ Il peccato originale

Uccisione di Abele
Tentazione di Eva

Registro inferiore
I MOSAICI DELLE NAVATE LATERALI
Nelle navate laterali e nel transetto sono rappresentati gli episodi
del Nuovo Testamento e ritraggono la vita e le opere di Gesù. Le
due absidi laterali, invece, sono dedicate alle storie della vita di
San Pietro e San Paolo.

San Paolo San Pietro

Crocifissione di San Pietro

Gesù guarisce il Gesù guarisce la donna curva


lebbroso

Gesù salva San Pietro Gesù resuscita la figlia di Giairo


L'ENTRATA DELLA CATTEDRALE

A collegare le due pareti laterali è la parete dell’entrata su cui si trovano raffigurati vari
episodi: la creazione di Eva e la sua presentazione ad Adamo, il castigo di Sodoma, il
martirio di San Cassio e San Casto, la vita di San Castrense, la trasformazione della moglie
di Loth in statua di sale.  

Creazione di Eva

Presentazione Eva a Adamo

La Vergine Odigitria
Vergine Odigitria
Sopra la porta di ingresso si trova la Vergine Odigitria, la guida dei pellegrini che
accompagna i fedeli fuori dalla Cattedrale. Viene raffigurata con in braccio il figlio
che tiene, nella mano sinistra, una pergamena che serviva per ricordare ai fedeli di
annunciare il messaggio di Dio al di fuori della Cattedrale dopo aver partecipato alla
celebrazione liturgica. Il bambino con la mano destra fa segno di benedizione e nella
sua aureola è sempre disposta una croce per differenziarla dalle altre aureole. ​
L’iscrizione in latino sotto al mosaico sembra essere la raccomandazione che il re
chiede per sé stesso alla vergine: “Prega per tutti, ma soprattutto lavora per il re!”   ​
IL TRONO REALE E ARCIVESCOVILE
Prima del presbiterio, addossati a due grandi pilastri, sono
posizionati il trono reale ed il trono arcivescovile. 

Il trono arcivescovile, meno decorato, è sormontato da un


mosaico che raffigura il re che, sempre con la benedizione
di Dio rappresentata dalla mano benedicente che
scende dall’alto, consegna il Duomo alla Vergine. 

Mosaico sopra il trono arcivescovile


Sopra il trono del re si trova un mosaico che raffigura il
re stesso che viene incoronato da Cristo per
sottolineare il fatto che il potere del re derivi
direttamente da Dio. 

Mosaico sopra il trono del re


FINE
PowerPoint realizzato
da:
Aloisio Matteo
Consoli Carla
Costanzo Mattia
Fabiano Ginevra
Fernando Benedetta
Roberto Savoca
3D

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