GOTICO
INTERNAZIONALE
EMIILIA TANDA 3E
RINASCIMENTO L'architettura tende a
La pittura è
l'arte che
• Con Gotico Internazionale si indica la fase dell'arte enfatizzare lo slancio registra il
delle volte a crociera, nuovo gusto
gotica che va dal 14° al 15° secolo. Nasce negli ambienti
gli edifici si configurano tardo-gotico.
più raffinati di corte e dà luogo alla prima forma d'arte come veri e propri
medievale laica. Coinvolge la pittura e le arti minori e ha intrichi di costoloni, La miniatura
riflessi sulla scultura e sull'architettura. archi rampanti assume un
pinnacoli e trafori. ruolo di
primo piano
divenendo il
veicolo di
diffusione
più
La scultura ha un riscontro immediato
più modesto, le statue della nuova
assumono posture che tendenza
danno slancio alle figure. artistica.
PISANELLO: SAN
GIORGIO E LA
PRINCIPESSA
• Pisanello nasce a Pisa ed è allievo di Gentile da Fabriano. Frequenta
le maggiori corti italiane del tempo e muore a Napoli. La pittura di
Pisanello è accurata, rappresenta disegni che divennero delle opere
d'arte. La maggior parte dei disegni a pietra nera, a inchiostro, a
pergamena sono conservati al Museo di Louvre. Non si limita allo
studio e alla rappresentazione degli animali ma anche al campo
dell'oreficeria e dell'architettura. L’opera più celebre dell'artista è il
San Giorgio e la principessa che ha per oggetto San Giorgio che
dopo aver reso omaggio alla principessa, si appresta a risalire a
cavallo per andare a sconfiggere il drago. Il santo appare con abiti
cavallereschi e anche gli animali in primo piano, cani e cavalli, sono
il frutto di studi dal vero.
BRUNELLESCHI E LA
CUPOLA
• Nasce a Firenze e studiò la lingua latina ma prediligeva il disegno, la
pittura, la scultura e l'architettura e dopo l’attività di orafo, dedicò
tutta la vita all'architettura. Filippo che già era stato consultato
dall'Opera di Santa Maria del Fiore partecipò al concorso per la
realizzazione della cupola. L'immane spazio ottagonale su cui era
prevista la cupola era largo 46 metri. Brunelleschi allora propone di
costruire una cupola capace di sostenersi da sé. Nel 1420
Brunelleschi iniziò la costruzione della grande macchina e a Filippo
venne dato per compagno Ghiberti. La cupola si erge su un tamburo
ottagonale forato da otto grandi finestre. La cupola è maestosa.
DESCRIZIONE DELLA CUPOLA
• La grande struttura è costituita da due calotte ogivali che sono
collegate da otto grandi costoloni d'angolo e da sedici costole
intermedie e sono uniti per mezzo di nove anelli in muratura. Tutte le
parti della cupola sono connesse le une e le altre. La possibilità di
costruire mattoni è dovuta all'impiego della muratura a spinapesce e
all'aver costruito una cupola di rotazione. I mattoni risultano inclinati
verso i loro centri di curvatura. La costruzione della cupola tenne
occupato Brunelleschi per tutta la vita, ci vollero sedici anni per poter
concludere la struttura con l'anello di chiusura. Crea un cannocchiale
che inquadra la cupola che però poco dopo comincia a lesionarsi.
LO SPEDALE DEGLI INNOCENTI
L'edificio si articola intorno ad un chiostro centrale che è affiancato Gli ordini e gli archi sono formati da
dalla chiesa e dal dormitorio per gli orfani. La fabbrica si innalza su fasce di marmo verde e bianco.
un ripiano a cui si sale per mezzo di nove gradini, nove sono le L'Intercolumnio è al pari all'altezza
arcate del porticato, nove sono le campate e nove sono le finestre delle colonne e al porticato. La
campata è di forma cubica e lo spazio
che poggiano sulla cornice della trabeazione. Nei timpani aveva del loggiato ha la stessa misura per
progettato tondi concavi. L'architrave a tre fasce gira all'estremità scandire meglio lo spazio.
volgendo verso il basso.
SAGRESTIA VECCHIA DI
SAN LORENZO
E’ un ambiente al quale si accede dal transetto della Basilica di
San Lorenzo ed è composto da uno spazio cubico al quale è
sovrapposta una cupola che ha dodici finestre ed è rafforzata da
nervature che le conferiscono l'aspetto di un ombrello. Le
nervature sono lame murarie e tra loro si impostano delle volte
unghiate. Poi c’è una lanterna su sei colonnine coronata da un
cupolino percorso da scanalature che si avvolgono a elica. Sul
lato opposto dell'ingresso si apre un ambiente a pianta
quadrata, composto dal sovrapporsi di due cubi uguali coperti
da una cupoletta che è affrescata a imitazione di un cielo
stellato. Tutte le pareti sono scandite dalle paraste che risaltano
contro il bianco dell'intonaco. La trabeazione con la cornice
decorata da cherubini rossi e blu ricopre entrambi gli ambienti.
CAPPELLA DE’ PAZZI
E’ costruita all'interno della Basilica di Santa Croce ed
è attribuita a Brunelleschi ma fu costruita in gran
parte dopo la sua morte. L'ambiente principale si
dilata in un rettangolo la cui copertura comprende
una cupoletta centrale affiancata da due volte a
botte e decorata da tondi di terracotta. Il problema La facciata è divisa in due parti. Quella
delle paraste di diversa altezza gravate dalla inferiore comprende un portico con
trabeazione viene risolto con una panca in muratura colonne corinzie. Quella superiore è
costituita da una parete piena di coppie di
che consente di avere un'altezza costante su tutte le
paraste che sostengono una trabeazione
pareti.
con un fregio. La scarsa accuratezza
nell'esecuzione dei particolari, la
mancanza di certezze quanto a datazione,
hanno portato a dubitare della paternità
del Brunelleschi
BASILICA DI SAN LORENZO
Brunelleschi aveva progettato un edificio a tre navate
con cappelle laterali ma fu costretto a escludere le
cappelle. I lavori furono ripresi e conclusi da Ciàccheri
dopo la sua morte. Dopo anni vennero aggiunte le
cappelle. L'arco che introduce alle cappelle laterali è
inquadrato dall’ordine costituito da paraste sulle quali
corre una trabeazione che sovrasta i capitelli delle
colonne che dividono la navata centrale.
Questi archi sono tangenti alla trabeazione dell'ordine maggiore su
pilastri. Filippo seguì i lavori delle cappelle che affiancano l'abside e
delle due cappelle fra loro comuni. Problematico risultò
l’inserimento del transetto nel corpo longitudinale dove un sistema
di pilastri regge quattro grandi archi per il sostegno della cupola.
ROTONDA DEGLI ANGELI
La Rotonda degli Angeli ha una pianta in cui un ottagono cupolato si
trasforma in una architettura a sedici lati con nicchie. Fra l'ottagono e
l’esadecagono si dispongono otto cappelle. Nella pianta della lanterna della
Cattedrale i contrafforti si assottigliano in corrispondenza dei passaggi
ricavati entro due superfici. Ciascuna faccia del prisma è occupata da una
finestra vetrata introdotta da semicolonne. Le colonne e gli archi sono inquadrati da paraste
corinzie angolari dove si appoggiano contrafforti
con i riccioli delle volute. Le edicole celebrano
l'approdo alla forma circolare. Si tratta di strutture
semicilindriche circondate da nicchie inquadrate da
semicolonne. Furono edificate perché si
comportassero come contrafforti, rinforzando il
tamburo con la loro grande massa e opponendosi
con la grande massa
BASILICA DI SANTO SPIRITO
Nella Basilica, la linea curva modella l'intero edificio che ha una
forma basilicale con una navata centrale dotata di soffitto e le
navate laterali con campate che proseguono tutt’attorno al
perimetro della basilica determinando un addensamento di
colonne nella zona del presbiterio. Le cappelle laterali sono
semicircolari e sono introdotte da archi. Le paraste sono sostituite
da semicolonne.
C’è un equilibro nell’edificio e continuità tra i vari
elementi architettonici. Per Filippo avrebbe dovuto
mostrare la forma convessa delle cappelle ma i
successori di Brunelleschi preferirono procedere
secondo le norme delle superfici piane Le cappelle
che circondano l'edificio non costituisce solo una
novità, ha anche una funzione statica.
LORENZO GHIBERTI
• Lorenzo Ghiberti svolge la maggior parte della propria attività Nel 1401 ci fu la prima
importante occasione di
a Firenze dove muore. La sua formazione avviene presso la Ghiberti per verificare la sua
bottega orafa di Bartolo di Michele, dove apprende l'arte del maturità artistica. Partecipa a
disegno e quella della fusione in stampi e a cera. Soggiorna a un concorso per la realizzazione
del Battistero di San Giovanni,
Roma e a Venezia e la sua attività principale di orafo affianca
uno dei monumenti a cui i
subito quella di architetto. fiorentini sono molto legati.
Al concorso prendono parte i migliori artisti del
tempo, la Quercia, Brunelleschi e anche Ghiberti. Il
tema consiste nella realizzazione della formella di
bronzo dorato raffigurante la scena del Sacrificio di
Isacco.
FORMELLA DI GHIBERTI
La composizione del Ghiberti secondo una tradizione di equilibrio e compostezza è di ispirazione
classica, la roccia che divide la scena sottolinea i due momenti della narrazione a sinistra, sul lato
opposto c'è Abramo Isacco e le figure sono realizzate con tecnica e abbondanza di particolari.
L'angelo che si materializza dal nulla
costituisce una presenza simbolica.
L'attenzione raggiunge livelli
raffinatissimi come nella piccola
rappresentazione della lucertola
sulla roccia ai piedi di Abramo.
FORMELLA DI BRUNELLESCHI
Nella formella di Brunelleschi la scena concentrata nel perimetro di un triangolo è costituita su
una piastra di base con sette diversi pezzi fusi e saldati al centro della composizione dove Isacco
cerca di svincolarsi dalla presa del padre che gli si avventa contro con la forza della disperazione.
Significative appaiono le figure dei servi che nei due lobi
inferiori risultano quasi simmetriche, i personaggi sono intenti
alle proprie faccende. Alle novità brunelleschiane la giuria
composta da 34 mercanti preferisce le maggiori garanzie di
equilibrio compositivo di tecnica e affidabilità organizzativa
offerte da Ghiberti per questo lo proclama vincitore.
PORTA NORD BATTISTERO DI FIRENZE E LA
FLAGELLAZIONE
Per realizzare l’opera Ghiberti attrezza una bottega e
diverrà uno dei punti di riferimento artistico di Firenze.
Dopo ben 21 anni di lavoro la porta è conclusa e firmata
Esemplare è la formella con la flagellazione che
presenta Cristo. Alla sinuosità della postura si
contrappone il modellato del corpo. Le figure dei
due carnefici che flagellano Gesù sono ruotate
verso i margini opposti della cornice mistilinea
Si compone di 28 formelle con cornice rappresentanti
scene della vita e la passione di Cristo.
PORTA PARADISO DEL BATTISTERO
Decide di finanziare una terza porta e anche il soggetto di essa. Sceglie alcune storie tratte
dall’Antico Testamento. La sua straordinaria tecnica si concentra sulla modellazione dei
personaggi e sulla rappresentazione di paesaggi e architetture rinascimentali. A tal fine l'artista
utilizza una nuova tecnica detta stiacciata. La porta del paradiso è sostituita nel Battistero con
una copia di bronzo dorato, conservata nel Museo dell'opera del Duomo di Firenze.
Per creare l’ultima formella che rappresenta l'incontro al
Tempio fra la regina di Saba e il re Salomone si ispira alla
tipologia romana dell'arco trionfante a tre fornici, la
scelta è sottolineata anche dal convergere delle linee dei
capitelli e delle trabeazioni verso un unico punto sulla
mediana verticale. Vediamo uomini e soldati realizzati in
forte rilievo che volgono la testa verso più direzioni.
DONATELLO
Donatello nasce a Firenze e inizia il suo apprendistato
artistico presso la bottega di Ghiberti dal quale
acquisisce tutte le tecniche e la fusione in bronzo. Molta
della sua attività si svolge a Firenze e alla sua crescita
artistica contribuisce la realizzazione di statue per il
campanile di Giotto e per i tabernacoli della Chiesa di
Orsanmichele. Visita molte città e muore ottantenne.
Con Donatello la scultura giunge risultati irripetibili
perché si riallaccia alle tradizioni scultoree greco romane
e le supera infondendo ai suoi personaggi un'umanità
psicologica. Nel corso di oltre un sessantennio di intensa
attività egli sperimenta tecniche e tutti i possibili
materiali riuscendo ogni volta a dare alle proprie opere
un'impronta riconoscibile e innovativa.
LE STATUE DI ORSANMICHELE
La statua di Donatello presenta tracce di
Donatello realizza un bassorilievo con
gusto gotico. All’orgogliosa postura si San Giorgio e la principessa, questi sta
oppone la tranquillità del volto. Donatello trafiggendo il drago simbolo del
peccato. Il bassorilievo crea degli
conferisce al suo San Giorgio dei tratti
effetti di chiaroscuro.
pensosi con le sopracciglia e la fronte
aggrottata.
Il Sant’Eligio di Nanni in marmo
Con il San Giovanni Battista, Ghiberti si cimenta con attinge alla tradizione romana
la fusione in bronzo di una statua e i bordi del del ritratto. Il personaggio ha
mantello, i calzari dorati si rifanno a modelli classici. una postura severa. I bordi del
San Giacomo maggiore di Lamberti denuncia nel mantello, i capelli e la barba
volto privo di particolari una convenzionalità di hanno tracce di doratura
lineamenti.
I PROFETI GEREMIA E ABACUC
L'importanza degli effetti prodotti dal chiaroscuro emerge nelle statue del profeta
Geremia e Abacuc. Luce e ombra sembrano impigliarsi tra le pieghe dei mantelli
come se la stoffa fosse metallica. Per realizzarle si ispira a modelli vivi: il volto di
Geremia è un uomo con guance infossate, labbro inferiore sporgente, occhi incavati
e le sopracciglia aggrottate.
Il vecchio Abacuc è calvo, con volto scavato e un corpo magro, lontano dai
canoni di bellezza e da quelli del gotico internazionale. La grande stagione di
rinnovamento iniziata da Donatello prende le mosse proprio dalla sua
avversione nei confronti del gotico spostandosi verso una verità specifica
DAVID
• La datazione del David potrebbe collocarsi intorno al 1440. La
scultura presenta tratti singolari come lo strano copricapo e i
calzari, potrebbe essere Hermes della mitologia greca.
Donatello conferisce al suo personaggio un'espressione di
naturale pensosità con la testa inclinata verso il basso. Tutto il
peso del giovane grava sulla gamba destra imponendo un
abbassamento del bacino a sinistra. La spalla sinistra è rialzata
mentre la mano impugna una lunga spada e il piede sinistro
poggia sulla testa del nemico ucciso. Il Vasari rimane colpito da
quest'opera e scrive che è così tanto naturale nella morbidezza
che non sia stata realizzata con un modello vivente.
MADDALENA PENITENTE
Donatello realizzò la Maddalena penitente intagliata in legno di pioppo bianco, è
conservata al museo dell'opera del Duomo. La Maddalena penitente appare non
solo sfigurata nel fisico ma anche dilaniata nell'animo, il volto sofferente solcato da
due orbite oculari le mani lunghe congiunte nella preghiera
Anche la scelta di utilizzare il legno non appare
casuale si tratta di un materiale umile nel quale
lo scalpello sembra scavare ombre e luci come
le ferite di un corpo. Il testamento artistico di
Donatello sta proprio nella rivoluzionaria
volontà di trasgredire ogni schema precostituito
per arrivare a comprendere e a rappresentare
attraverso la scultura.
MASACCIO
Masaccio nasce a San Giovanni Valdarno. La formazione artistica e
culturale del Masaccio avviene a Firenze dove egli si trasferisce con la
madre e i fratellini. L'ambiente fiorentino del tempo è ricco di stimoli
artistici di ogni tipo è proprio in questo fervore creativo generale che il
precoce talento del giovane Masaccio trova il terreno fertile e stimolante.
Masaccio lavorò a Pisa dove iniziò insieme a Masolino un polittico per la
basilica di Santa Maria Maggiore, ma a Roma Masaccio morì ventisettenne.
Di questa morte improvvisa ne rimase addolorato anche Brunelleschi.
SANT’ANNA METTERZA
Con l'opera Sant'Anna Metterza inizia la collaborazione artistica tra il
giovane Masaccio e Masolino, sempre provenienti dal Valdarno. Questo
dipinto rappresenta la Madonna in trono con il bambino, Sant'Anna è
messa come terzo personaggio circondata da angeli. A Masaccio si deve
la realizzazione dell'angelo di destra e della Vergine con il bambino. Il
corpo di Maria è definito con grande sicurezza.
Anche il piccolo Gesù nudo presenta un chiaroscuro molto accentuato e
Masolino colpito dalla nuova e straordinaria concretezza della pittura del suo
collega cerca di imitarla con la sua Sant'Anna, la mano sinistra infatti tesa in
avanti a protezione del bambino risulta quasi priva di un braccio.
IL POLITTICO DI PISA
La tavola centrale è quella della Madonna in trono con
il bambino e i quattro angeli. La Vergine non nasconde
la propria fisicità che è messa in evidenza del chiaro
oscurato. Maria qui non era rappresentata secondo i
consueti canoni di giovinezza e il suo volto appare
stanco e segnato. Il bambino è colto nell'atto di
mangiare un acino d’uva. La struttura stessa del trono è
innovativa e dimostra che Masaccio nutriva nei riguardi
dell'architettura dell'antico un interesse. Nella
crocifissione, posta nella parte superiore della Pala, i
quattro personaggi si stagliano contro un irreale fondo
oro. A destra San Giovanni frontale ha un'espressione
sconfortata. Al centro Il Cristo è rappresentato nella
CACCIATA DAL PARADISO
I due personaggi appaiono in una compostezza severa e classicheggiante: Eva con la
gamba sinistra avanzata di un passo regge il frutto proibito, il suo corpo chiaro e
levigato presenta due seni appena accennati e troppo alti per sembrare simili a quelli
di Adamo. La donna è colta mentre si accinge ad offrire il frutto del peccato al
compagno, l'altro ha gli occhi che sembrano guardare lontano.
Eva ha un volto ovale mentre il volto di Adamo
riecheggia la sua squadrata regolarità. La placida
nudità corrisponde a un'interpretazione puntuale
delle scritture nelle quali il giardino dell'Eden è
descritto come luogo di delizie e di innocenza dove il
signore fece germogliare dal suolo ogni albero gradito
alla vista e con frutti buoni da mangiare.
TRINITA’
L'ultima opera è impiegata al fine di misurare dando l'effetto ottico di
sfondare la parete. L'affresco collocato nella terza campata della navata
della Basilica di Santa Maria Novella presenta una struttura narrativa su
diversi piani. In primo piano in basso Masaccio raffigura un sarcofago
con sopra uno scheletro, sopra lo scheletro vi sono due figure
inginocchiate in preghiera dietro alle quali si apre la cappella dipinta.
Donatello è sorretto alle spalle da Dio che si colloca in terzo piano
dietro il Cristo. Inserisce la candida colomba dello Spirito Santo. La
cappella è introdotta da una coppia di paraste corinzie che
sostengono una trabeazione dell'architrave tripartito. L'arco
frontale è ripetuto nel fondo della cappella e si conclude con una
piccola abside. Con Masaccio possiamo considerare superata la
tradizione pittorica del Gotico Internazionale.
BEATO ANGELICO E
L’ANNUNCIAZIONE
Beato angelico nasce a Firenze attivo come miniaturista e pittore. Il pannello superiore
dell’Annunciazione è occupato da una porzione di edificio messa in prospettiva con la linea
d'orizzonte. Il capitello composito nasconde anche una finestra che si affaccia sul giardino
retrostante dalla quale entra la luce che si proietta sulla parete di destra.
Le vele sono dipinte di un azzurro punteggiato da stelline d'oro. Il
fronte esterno è decorato con una fascia in pietra scolpita a girali e
due patere laterali. L'angelo si inchina verso Maria con le mani
conserte sul petto in segno di rispetto. A sinistra c’è il paradiso con
Adamo ed Eva nell'atto di esserne cacciati dall'angelo. Organizza lo
spazio secondo giuste regole della prospettiva inserendo la rondine.
LEON BATTISTA ALBERTI
Leon Battista nacque a Genova nel 1404. Dalla città ligure si
trasferì a Venezia e poi a Padova. Dopo la morte del padre si
ritrovò in strettezze economiche, divenne abbreviatore
apostolico e cominciò il suo soggiorno romano.
Nel 1433 divenne uno dei più colti e raffinati umanisti, per lui
l'antichità era fonte inesauribile di insegnamento, era il passato che
giustificava il presente. Il suo desiderio di conoscenza è riassunto nel
simbolo dell'occhio alato e fiammante che accompagna il suo
autoritratto nella placchetta bronzea.
OPERE TEORICHE SULLE ARTI
Alberti fu architetto e pittore e nella doppia veste di artista e
letterato compose i primi tre grandi trattati dell'età moderna sulla
pittura: De Re aedificatoria, De Statua e De Pictura. Le solenni
prospettive architettoniche con la corretta individuazione delle
zone in luce e quella in ombra si rifanno all'antico e ricordano i
suoi edifici. Alberti ritiene che scopo della pittura sia alla ricerca
della bellezza in base a una facoltà che ciascun uomo possiede. La
bellezza è un accordo e armonia. Soltanto la bellezza ha la facoltà
di preservare le opere d'arte dalla violenza distruttrice degli
uomini. Egli riduce la statua in un insieme di coordinate spaziali è
condensata in coppie numeriche. Il disegno viene evitato. E’ nel
De re aedificatoria che si precisano le differenze tra l'operare di
Brunelleschi e le concezioni di Alberti in relazione agli ordini
architettonici.
TEMPIO
MALATESTIANO
Il primo intervento architettonico attuato d’Alberti è costituito dal
rifacimento del Tempio Malatestiano che avrebbe dovuto trasformarsi in
un monumento celebrativo della memoria di lui. La trasformazione
dell'Interno viene considerata come possibile intervento dovuto da lui.
Infatti l'unica navata affiancata da cappelle introdotte da grandi arcate a
sesto acuto presenta una soluzione ornamentale. Alberti incapsula
l'edificio in un moderno involucro di pietra bianca senza curarsi di
quanto già esisteva. Ritiene che l'attività dell'architetto debba essere
teorica,. l'esecuzione del Tempio fu affidato a dei Pasti, a lui si deve la
testimonianza del progetto originario. Una grande cupola emisferica
avrebbe completato l'edificio dividendone l'elemento unificante. Alberti
creò la facciata di Chiesa Rinascimentale. Le semicolonne dividono la
superficie della porzione della facciata in tre parti, quella centrale che è
all'interno di un'ampia arcata, le laterali ripropongono il motivo delle
arcate dei fianchi
FACCIATA DI SANTA MARIA
NOVELLA
Alberti progettò la facciata della Basilica di Santa Maria Novella. La
porzione inferiore aveva già i portali laterali, archi acuti. Alberti fu
costretto ad armonizzare il vecchio e il nuovo. L'arco introduce a
una breve volta a botte cassettonato che poggia su superfici murarie
scandite da coppie di lesene corinzie scanalate. Le semicolonne
vennero proposte affiancate alle paraste d'angolo. Per l'intera altezza
della navata centrale la porzione della facciata venne organizzata
come un tempio classico. Quattro paraste corinzie dalla tipica
zebratura marmorea sorreggono una trabeazione sovrastata da un
timpano con mensole a dentelli all'interno e due ampie volute ornate
nascondono gli spioventi del tetto delle navate laterali. L'intera
facciata di Santa Maria Novella è inscrivibile in un quadrato.
CAPPELLA DEL SANTO
SEPOLCRO
• Su progetto di Alberti si costruisce la cappella del
Santo sepolcro nella chiesa Fiorentina di San
Pancrazio, essa era un ambiente esteso
longitudinalmente lungo il fianco sinistro della
Chiesa, coperta da una volta a botte attraversata
da nervature che poggia su una trabeazione. La
cappella ospita un modello dell'edicola di San
sepolcro nell'omonima basilica di Gerusalemme.
Immaginandone l'aspetto originario tardo antico
Alberti le dà una interpretazione artistica.
L'edicola Albertiana perfettamente inquadrata si
presenta come un piccolo edificio a pianta
rettangolare concluso da un abside
semicilindrica.