Gli Artropodi
Bottino Pietro, Gissi Daniel e Vernell Nicola
«Trecentocinquanta milioni di anni fa, allorché sulla Terra
non erano ancora apparsi i Mammiferi né tanto meno
l'uomo, gli Insetti erano già riusciti a conquistare
innumerevoli ambienti ed avevano alle spalle un processo
evolutivo lungo e diversificato, che procede speditamente
ancora ai giorni nostri. Molto tempo prima che si
profilassero i primi segni della civilizzazione e che fossero
inventati i primi strumenti di lavoro, gli Insetti avevano
ormai raggiunto innumerevoli conquiste.»
-J. Zaharadnìk & F. Severa (Gli insetti)
Introduzione
Gli artropodi costituiscono il gruppo di animali più diversificato e
numeroso del pianeta. Esploreremo tre aspetti fondamentali:
1. Tassonomia: scopriremo la classificazione degli artropodi,
comprendendo le diverse classi e famiglie che costituiscono
questo phylum, dai ragni agli insetti, dai crostacei ai miriapodi.
2. Morfologia: analizzeremo le caratteristiche morfologiche
distintive, come l'esoscheletro chitinoso, l'organizzazione
segmentata del corpo e le appendici articolate, che
conferiscono agli artropodi la loro incredibile varietà di forme e
adattamenti.
3. Impatto ambientale: valuteremo l'importante ruolo degli
artropodi negli ecosistemi, dal loro contributo alla
decomposizione della materia organica e all'impollinazione
delle piante, fino ai loro effetti negativi come parassiti e vettori
di malattie.
Questa panoramica ci aiuterà a comprendere meglio la complessità e
l'importanza degli artropodi nella biosfera, mettendo in luce la loro
influenza cruciale sul nostro ambiente e sulla vita quotidiana.
Tassonomia
Tassonomia
La tassonomia è la disciplina che si occupa genericamente
dei modi di classificazione degli esseri viventi e non.
Gli artropodi rappresentano uno dei phylum più vasti e
diversificati del regno animale, comprendendo circa l'80%
delle specie animali conosciute e un milione di specie
descritte.
Si sono adattati a una vasta gamma di ambienti,
colonizzando terra, acqua dolce e ambienti marini. Per
questo motivo la maggior parte delle specie di artropodi è
ancora sconosciuta e non descritta, specialmente quelle
che abitano ambienti poco esplorati come le foreste
tropicali e le profondità oceaniche.
Phylum: Arthropoda
•Subphylum
•Trilobitomorpha
• Classe Trilobita: Trilobiti (estinti)
•Chelicerata
• Classe Arachnida: Aracnidi (ragni, scorpioni, zecche,
acari)
• Classe Merostomata: Limuli
• Classe Pycnogonida: Ragni di mare
•Myriapoda
• Classe Chilopoda: Centopiedi
• Classe Diplopoda: Millipiedi
• Classe Pauropoda: Pauropodi
• Classe Symphyla: Sinfili
•Crustacea
• Classe Malacostraca: Granchi, gamberi, aragoste, isopodi
• Classe Branchiopoda: Dafnie, artemie
• Classe Maxillopoda: Copepodi, cirripedi (balani)
• Classe Ostracoda: Ostracodi
•Hexapoda
• Classe Insecta: Insetti (mosche, api, farfalle, coleotteri,
formiche)
• Classe Entognatha: Collemboli, proturi, dipluri
L'evoluzione degli
artropodi
•L'evoluzione degli artropodi sono affascinanti e
complesse, rappresentando una delle storie evolutive di
maggiore successo nel regno animale. Gli artropodi si
sono evoluti da antichi progenitori marini circa 540
milioni di anni fa durante il Cambriano, e da allora si
sono diversificati in una miriade di forme e specie.
•Gli artropodi si diversificarono in due principali linee
evolutive: i Chelicerati (ragni, scorpioni) e i Mandibolati
(insetti, crostacei, miriapodi). Innovazioni chiave come
l'esoscheletro chitinoso, le appendici articolate e la
segmentazione corporea, insieme all'evoluzione delle ali
negli insetti, hanno permesso agli artropodi di adattarsi a
una vasta gamma di ambienti. Questi adattamenti li hanno
resi uno dei gruppi animali più diversificati e di successo
sulla Terra.
Relazioni
Filogenetiche
La filogenesi è lo studio delle relazioni evolutive tra
organismi, ricostruendo come si sono evoluti e
diversificati a partire da antenati comuni.
• Gli studi molecolari hanno rivelato una stretta
relazione tra insetti e crostacei,suggerendo che gli
insetti potrebbero essere un gruppo derivato di
crostacei (Pancrustacea).
• I chelicerati si sono evoluti indipendentemente dai
mandibulati.
• I miriapodi rappresentano un antico gruppo di
artropodi terrestri.
Morfologia
Un primo sguardo
Gli artropodi si presentano come organismi
invertebrati aventi però un esoscheletro fatto di
chitina, e con un corpo diviso in segmenti ripetuti
(metameri), con una simmetria bilaterale, e con
numero di appendici articolate variabile.
Questo esoscheletro offre protezione e supporto
strutturale. Esso è più sottile nelle articolazioni per
permettere il movimento.
La crescita degli artropodi avviene attraverso mute
periodiche, durante le quali l'esoscheletro vecchio
viene sostituito da uno nuovo.
Ogni segmento corporeo possiede tipicamente un
paio di appendici articolate che possono essere
altamente specializzate per funzioni diverse come
alimentazione, locomozione, e percezione sensoriale
e difesa.
Dimorfismo sessuale
Il dimorfismo sessuale negli artropodi si manifesta attraverso
differenze morfologiche e fisiologiche tra maschi e femmine della
stessa specie. Queste differenze possono includere dimensioni del
corpo, colori, strutture specializzate e comportamenti. Ad esempio:
Insetti: i maschi di alcune specie di scarabei hanno grandi
mandibole o corna, mentre le farfalle maschio possono avere colori
più vivaci rispetto alle femmine.
Aracnidi: nei ragni, i maschi sono spesso più piccoli e possono
avere colori vivaci per il corteggiamento. Negli scorpioni, i maschi
possono avere pedipalpi più sottili.
Crostacei: nei granchi, i maschi possono avere una chela più
grande e addomi più stretti rispetto alle femmine.
Miriapodi: nei millepiedi, i maschi possono avere zampe
modificate per la riproduzione.
Queste differenze sono principalmente dovute alla selezione
sessuale e migliorano il successo riproduttivo.
Uno sguardo all’interno
Gli artropodi possiedono un complesso apparato interno, sebbene
simile al nostro.
Il sistema nervoso degli artropodi è di tipo centrale, costituito da un
paio di gangli per ogni segmento corporeo, collegati da cordoni
nervosi longitudinali. Questo sistema permette il coordinamento
efficace dei movimenti e delle risposte sensoriali.
Gli artropodi, presentano un sistema circolatorio aperto, con un vaso
dorsale contrattile che funziona come una pompa per far circolare
l'emolinfa, il fluido che riempie la cavità corporea (celoma) degli
artropodi.
L'intestino degli artropodi è lineare e solitamente suddiviso in tre parti:
lo stomodeo (parte anteriore), il mesenteron (parte mediana), e il
proctodeo (parte posteriore), che termina con l'apertura anale.
Gli artropodi respirano attraverso un sistema tracheale, in cui l'aria
entra tramite aperture chiamate stigmi o spiracoli e si distribuisce
attraverso una rete di trachee sostenute da rinforzi chitinosi
spiraliformi.
Amore bestiale
La riproduzione negli artropodi è molto diversificata e può avvenire tramite diverse modalità.
Riproduzione sessuata: è la forma più comune tra gli artropodi e coinvolge la produzione di gameti
(spermatozoi e ovuli) da parte di individui distinti. Gli artropodi hanno generalmente sessi separati (maschio
e femmina) e la fecondazione può essere interna o esterna.
• Fertilizzazione interna: presente in molti insetti, aracnidi e miriapodi. Il maschio introduce direttamente
gli spermatozoi nel corpo della femmina tramite organi copulatori specializzati. Questo tipo di
fertilizzazione aumenta le possibilità di successo riproduttivo, proteggendo i gameti dall'ambiente esterno.
• Fertilizzazione esterna: comune in molti crostacei, dove i gameti vengono rilasciati nell'acqua e la
fertilizzazione avviene esternamente. Questo metodo è spesso accompagnato da comportamenti di
corteggiamento sincronizzati per aumentare le probabilità di incontro tra i gameti.
Riproduzione asessuata: è un fenomeno relativamente raro rispetto alla riproduzione sessuata, ma è
presente in diverse specie.
• Partenogenesi: gli ovuli si sviluppano in nuovi individui senza essere fertilizzati. La partenogenesi è
comune in alcuni insetti (come afidi e alcuni tipi di vespe) e può variare tra partenogenesi obbligata (dove
gli individui non si riproducono mai sessualmente) e facoltativa (dove gli individui possono riprodursi sia
sessualmente che asessualmente a seconda delle condizioni ambientali).
• Poliembrionia: si tratta di una modalità riproduttiva in cui un singolo ovulo fertilizzato si divide per
produrre più embrioni geneticamente identici. Questo fenomeno è osservato in alcuni insetti, come certi
tipi di parassitoidi.
Ermafroditismo: sebbene raro, alcuni artropodi possono essere ermafroditi, ovvero possiedono organi
riproduttivi sia maschili che femminili. Un esempio sono alcuni crostacei come i cirripedi, che possono
autofecondarsi o fecondare altri individui.
Oviparità: la maggior parte degli artropodi depone uova da cui nascono i piccoli. Le uova possono essere
deposte in ambienti protetti o lasciate nell'ambiente.
Ovoviviparità: le uova si sviluppano all'interno del corpo della madre, ma non ricevono nutrimento
direttamente da lei. I piccoli nascono vivi e già sviluppati.
Viviparità: gli embrioni si sviluppano all'interno del corpo della madre e ricevono nutrimento direttamente
da lei, similmente ai mammiferi. Questo è raro ma presente in alcuni artropodi come alcuni scorpioni.
Impatto ambientale
Artropodi decompositori
Gli artropodi sono onnipresenti e costituiscono una componente
importante della biodiversità terrestre. Sono gli organismi di maggior
successo sulla terra e influenzano la vita dell'uomo in numerosi modi.
Ad esempio gli insetti giocano un ruolo vitale nell'ecosistema
come decompositori.
Tra gli insetti decompositori troviamo:
• collemboli che insieme agli acari sono il più importante gruppo di
Artropodi detritivori del terreno, mangiano detriti vegetali;
• blattodei: sono gli scarafaggi, si nutrono di detriti vegetali;
• embiotteri: vivono sotto i sassi in tubi di seta che costruiscono loro,
mangiano detriti vegetali;
• dermatteri: hanno abitudini notturne, sono onnivori e predatori;
• coleotteri: nel terreno sono allo stadio larvale, ci sono specie
predatrici e altre coprofaghe o xilofaghe;
• ditteri: sono nel terreno in prevalenza con larve che si nutrono di
detriti vegetali, alcune di loro sono predatrici.
Insetti impollinatori
Gli insetti impollinatori sono quegli insetti che, visitando i fiori per
nutrirsi di nettare o raccogliere il polline, contribuiscono alla
riproduzione delle piante. Molti gruppi di insetti possono contribuire
all’impollinazione, in modo sistematico o saltuario.
La presenza di insetti impollinatori nell’ambiente permette il
trasferimento di polline dalle parti maschili dei fiori alle parti femminili
di altri fiori compatibili, facilitando così la riproduzione delle piante e la
produzione di semi e frutti.
Questo servizio ecosistemico è precondizione alla vita, poiché il 75%
delle piante necessitano di essere impollinate dagli insetti per riprodursi
e fruttificare.
Gli insetti impollinatori non sono solo api e sirfidi, ma anche farfalle,
falene, alcuni coleotteri e vespe. Molte specie chiave impollinatrici sono
soggette a una minaccia sempre crescente dovuta a una varietà di
disturbi umani come la distruzione e il degrado degli habitat, la
diffusione di pesticidi, la diffusione di malattie e di parassiti, i
cambiamenti climatici, le piante invasive e la competizione con gli
impollinatori non-nativi.
I benefici degli artropodi per l’uomo
•Nell’agricoltura
Quando si parla di insetti in agricoltura in genere il discorso assume subito una
connotazione negativa, individuando solo la minaccia che i vari fitofagi possono portare
alle nostre piante coltivate. Bisogna invece considerare che moltissimi insetti sono utili
al coltivatore, alcuni svolgono compiti indispensabili senza contare che ogni organismo
ha comunque un ruolo nell’ecosistema. Proprio questa varietà di specie rappresenta un
valore importante, a garanzia della stabilità dell’ecosistema. Gli insetti, in particolare,
rappresentano un microcosmo immenso tutto da scoprire e comprendono tantissime
specie, dai più svariati comportamenti. Si va da organismi fitofagi (che si nutrono di
piante o parti di esse) a quelli saprofagi (decompositori e detritivori), agli xilofagi (che
si nutrono di legno), ai coprofagi (che si nutrono di escrementi), ai necrofagi (che si
nutrono di carcasse), fino a veri e propri predatori (che si nutrono di altri insetti e non
solo).
•Per la ricerca
Lo studio di alcuni artropodi ha portato benefici anche nel campo della genetica e della
biologia. Un esempio è il Drosophila melanogaster, comunemente conosciuto come “il
moscerino della frutta”. Questo insetto è stato utilizzato per studi genetici sin dall’inizio
del XX secolo, risultando di fondamentale utilità allo scienziato inglese Thomas
Morgan per approfondire gli studi genetici mendeliani. In particolare le sue ricerche
hanno permesso di studiare l’ereditarietà legata ai cromosomi sessuali e la scarsa
capacità di ricombinazione di geni vicini fra loro. Ciò è stato possibile perchè questo
moscerino ha soltanto 4 cromosomi (3 autosomici e 1 sessuale) di dimensioni “giganti”
rispetto alla norma, e quindi facilmente visibili e studiabili nel dettaglio, in particolare
durante lo sviluppo dell’embrione. In quanto insetto ha un periodo di sviluppo
dell’organismo maturo breve, ed elevata fecondità. Inoltre il sequenziamento dell’intero
genoma ha permesso di conoscere con esattezza i geni che promuovono la crescita delle
varie parti anatomiche dell’insetto, con lo sviluppo di esperimenti genetici diretti ad
alcune di esse. La già naturale propensione alla mutazione spontanea dell’organismo
può essere favorita con interventi di ingegneria genetica. Oltre a ciò, questo moscerino
è studiato per i geni legati allo sviluppo degli occhi, le cui singole “cellette” sono
chiamate ommatidi.
Effetti negativi
degli artropodi
-Vettori di malattie
Spesso i vettori di malattie sono artropodi come zanzare, zecche,
mosche, pulci e pidocchi, e possono trasmettere malattie infettive
in modo attivo o passivo:
-i vettori biologici possono portare con sé agenti patogeni che
possono moltiplicarsi all’interno del loro organismo e venire
successivamente trasmessi a nuovi ospiti, in genere tramite
morso o puntura;
-i vettori meccanici possono trasportare l’agente infettivo sulla
superficie del proprio corpo e trasmetterlo per contatto fisico.
Le zanzare sono i vettori di malattia più noti. Tra gli altri, ci sono
le zecche, le mosche, i flebotomi (pappataci), le pulci, le cimici
triatomine e alcuni molluschi gasteropodi d’acqua dolce.
-Danni alle colture
Gli insetti possono danneggiare le colture in diversi modi.
Alcuni si nutrono delle foglie e dei frutti delle piante, causando
danni diretti alla pianta stessa. Altri insetti si nutrono delle radici
o dei rizomi delle piante, indebolendo così la loro salute e il loro
sviluppo. Alcuni insetti possono anche trasmettere malattie alle
piante, riducendo la loro produttività e qualità.
Curiosità
«L’organo
luminoso della
Miriapodi: circa 13.000 lucciola è 2 volte
specie conosciute più efficiente di
«L’80% di tutte una luce a
le specie animali LED.»
sono artropodi.»
Crostacei: circa 67.000 Insetti: circa 900.000
specie conosciute specie conosciute
«Gli studiosi
ritengono che
«Gli insetti
esistano più di
hanno iniziato a
10 milioni di
volare 150
specie di insetti
milioni di anni
Aracnidi: circa 143.750 sconosciute.»
prima del primo
uccello.» specie conosciute
Le mimaridi sono i più piccoli insetti
volanti grandi tra 0,5 e 1,0 mm «Lo spruzzo del
«Gli scienziati coleottero
studiano il volo bombardiere africano
dei coleotteri raggiunge i 100°C
applicando loro grazie
dei minuscoli all’idrochinone e al
computer.» perossido di
idrogeno.»
Il millepiedi di fuoco è l’animale con più
zampe articolate ben 750
L’accelerazione dei cercopoidei è 400
volte superiore a quella di gravità
«Gli artropodi hanno «Il centopiedi
evoluto gigante è un
indipendentemente predatore
più di 40 tipi di formidabile che
occhi, il più comune può persino
è quello composito.» uccidere un
L’insetto stecco gigante è l’insetto più pipistrello in
lungo al mondo, con i suoi 34 cm volo.»
«Una femmina di
L’ape melifera batte le ali più di 250 volte «Gli scorpioni
afide partorisce
al secondo d’acqua hanno un
ogni giorno 12
lungo tubo
piccoli che in
respiratorio posto
alcuni casi sono
nella parte
allevati da delle
posteriore del
colonie di
corpo che usano
formiche.»
come boccaglio.»
«Uno dei più
antichi scorpioni
si stima
misurasse 2,5 m, «Tra tutti gli
era il organismi
Jaekelopterus pluricellulari, i
rhenaniae.» crostacei hanno
il maggior
numero di geni,
Il granchio del cocco ha una stretta di fino a 30mila.»
3.000 N, dieci volte superiore a quella
dell’uomo
L’arthropleura fu il più grande artropode
mai esistito lungo circa 3 m
Bibliografia
• Biologia concetti e collegamenti, Reece, Taylor, Simon, Dickey, PEARSON
• Il grande libro di tutti gli animali, Enciclopedia illustrata, CRESCERE EDIZIONI
• Gli insetti, Zahradnik, Severa, DE AGOSTINI
• Insetti, Biblioteca della natura, CRESCERE EDIZIONI
• Guida alle formiche d’Europa, Lebas, Galkowski, Blatrix, Wegnez, RICCA EDITORE
• Super insetti, McGavin, GRIBAUDO
• Insetti gli incredibili, Lasserre, De Angelis, DE AGOSTINI
Sitografia
https://www.movito.unito.it/chi-sono-e-quale-ruolo-svolgono/
consultato il 25/05/2024
https://www.ortodacoltivare.it/insetti/ruolo-insetti.html
consultato il 25/05/2024
https://www.skuola.net/biologia/evoluzione/detritivori.html
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https://library.weschool.com/lezione/usare-organismi-modello-per-sperimentazione-animale-nella-ricerca-4826.html
consultato il 25/05/2024
https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2142_allegato.pdf
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