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Settimana 1

Il corso di Sociologia dello Sviluppo, tenuto dal docente Gianluca Scarano, prevede lezioni frontali e seminariali, con una partecipazione attiva richiesta per ottenere crediti. Gli esami per gli studenti frequentanti includono esoneri basati sugli argomenti trattati in aula, mentre il programma esplora il concetto di sviluppo economico, il ruolo delle istituzioni e la sociologia dello sviluppo, analizzando le trasformazioni economiche e le loro implicazioni sociali. Si discute anche l'evoluzione storica dell'economia, con particolare attenzione al mercantilismo e alla teoria di Adam Smith.
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Settimana 1

Il corso di Sociologia dello Sviluppo, tenuto dal docente Gianluca Scarano, prevede lezioni frontali e seminariali, con una partecipazione attiva richiesta per ottenere crediti. Gli esami per gli studenti frequentanti includono esoneri basati sugli argomenti trattati in aula, mentre il programma esplora il concetto di sviluppo economico, il ruolo delle istituzioni e la sociologia dello sviluppo, analizzando le trasformazioni economiche e le loro implicazioni sociali. Si discute anche l'evoluzione storica dell'economia, con particolare attenzione al mercantilismo e alla teoria di Adam Smith.
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Corso di

Sociologia
dello Sviluppo
a.a. 2024/2025
Docente: Gianluca Scarano
[email protected]
Modalità di svolgimento del corso

Lezioni frontali
Alcune lezioni possono avere un impostazione più seminariale per argomenti trattati e/o
per ospiti esperti in materia coinvolti a lezione

Frequentante è chi partecipa ad almeno il 75% delle lezioni (max 5 per 9 cfu e max 4 per 6
cfu)  foglio presenze basato su iscritti al corso (
https://www.unito.it/sites/default/files/come_registrarsi_insegnamenti_sito
_corso_studio.pdf
)
Verifica casuale dei presenti

• Oltre (o in alternativa) ai testi base, per i frequentanti il docente può fornire specifici
materiali didattici relativi agli argomenti trattati in classe
Testi di base
Prove d’esame (frequentanti)

• Studenti da 6 cfu  unico esonero il 28/3/25


• Studenti da 9 cfu  esonero del 28/3 + esonero 2/5 (media voto tra i due)

• Gli esoneri riservati agli studenti frequentanti riguardano esclusivamente gli argomenti trattati a
lezione
• Tre domande aperte in un’ora di tempo

Tutti gli studenti frequentanti se lo desiderano possono conservare il voto ottenuto negli esoneri e
integrarlo con una prova orale data da concordare con il docente) per integrarlo purchè avvenga
entro sessione estiva (entro appello di luglio)

4
Prove d’esame

• Gli appelli ordinari riguardano integralmente il programma basato sui testi di base

• Appelli ordinari:
o 6 cfu  Tre domande aperte da svolgersi in un’ora di tempo
o 9 cfu  Quattro domande aperte da svolgersi in un’ora e un quarto

O in alternativa:
o Tre domande aperte su argomenti comuni da svolgersi in un’ora di tempo
Che cosa si intende per sviluppo economico?
• Prospettiva economica: accumulazione di ricchezza

 Aumento del PIL e della produttività  modelli basati sul comportamento utilitaristico degli
attori per spiegare l’allocazione delle risorse  elevate possibilità di generalizzazione
….ma anche:
- diversificazione delle attività economiche
- crescita dell'occupazione
- innovazione tecnologica e aumento del capitale umano
- maggiore accesso ai beni e servizi essenziali come istruzione, sanità e infrastrutture

• lo sviluppo economico non riguarda solo l'accumulazione di ricchezza, ma anche la sua


distribuzione tra i diversi gruppi sociali
Il ruolo delle istituzioni

• Necessarie teorie e strumenti metodologici per studiare la relazione tra sviluppo e


società, esaminando il ruolo delle istituzioni
• sistema di regole che fondano tali collettività e rendono
possibile il loro funzionamento (come il diritto di proprietà o i
rapporti di lavoro)
• Istituzioni ≠ organizzazioni  collettività concrete che coordinano un
insieme di risorse umane e materiali per il raggiungimento di un
determinato fine (es. l’impresa)
 mentre le organizzazioni possono compiere azioni , ciò non è possibile
per le istituzioni, seppur queste sono soggette a cambiamento
Il ruolo delle istituzioni

• Istituzioni come ponte tra economia e società


• Consentono di storicizzare i fenomeni economici, collocandoli in uno
spazio e in un tempo determinati, e insieme di specificarne il posto
nella società  possibilità di valutare come i comportamenti economici
siano influenzato dal contesto istituzionale e a loro volta influenzino
quest’ultimo
• Le scelte individuali non avvengono nel vuoto!
 comportamento dell’attore non motivato esclusivamente da scelte
utilitaristiche
Il concetto di sistema economico

• Non si parlerà dunque di economia in generale, ma per esempio di economia


capitalistica, feudale, delle società primitive

• Sistema economico = modalità spazio-temporali attraverso le quali le istituzioni


orientano e regolano le attività economiche

• Minori generalizzazioni ma maggiori strumenti teorici delimitati a livello spazio-


temporale
Cos’è la sociologia dello sviluppo
• disciplina che analizza i processi di trasformazione economica delle società

• Interrogativi che riguardano cause, conseguenze e varietà di tali trasformazioni


 Tutte le società assumono i medesimi modelli di sviluppo?
 Qual è il ruolo delle disuguaglianze sociali e territoriali?
 Es. il livello complessivo di istruzione influenza lo sviluppo economico?
Ma anche….la crescita economica può influenzare il comportamento politico?

• Quali conoscenze vengono acquisite?


• Consapevolezza critica nell’interpretazione delle dinamiche dello sviluppo economico e nella
lettura dei dati economici e sociali
• Approccio interdisciplinare che non trascura prospettiva storica
Quale sarà il
nostro
punto di
partenza?
L’affermazione della società
capitalistica come
trasformazione economica
principale della società
contemporanea
Perché siamo nel campo
della sociologia economica?

• Disciplina che consente di studiare fenomeni economici prendendo in


considerazione variabili sociali
• Focus: rapporti di interdipendenza tra fenomeni economici e sociali

• Studio del processo di ‘modernizzazione economica’


 condizioni economiche che hanno favorito lo sviluppo capitalistico
Profilo storico degli studi riguardanti
sviluppo capitalistico

Lo sviluppo economico in Italia

Programm
a L’innovazione economica e l’economia
della collaborazione

Temi e problematiche contemporanee


del cambiamento tecnologico
Quando nasce l’economia?

• il termine economia è di origine greca (da oikos «dimora»


e nomia «insieme di norme»)
• usato da Aristotele nel senso di «amministrazione del patrimonio
domestico»
• Nel XVII secolo si inizia a parlare di «economia politica»: studio
dei caratteri e dei problemi economici di una società-stato
• limitata emancipazione delle attività economiche dalle
regolamentazioni politiche
La spiegazione di Polanyi

• L’economia come disciplina nasce quando le attività


economiche si emancipano da controlli e vincoli sociali e sono
regolate dal mercato
l’economia viene analizzata come fenomeno che si autoregola in base
a principi propri, che sono quelli del mercato  produzione e
distribuzione di un bene dipendono dall’interazione tra domanda e
offerta di quel bene  dinamica in cui sono impegnati soggetti volti a
massimizzare le possibilità di guadagno individuale

• Karl Polanyi tra i primi a indagare il legame tra disciplina economica e


mercato, servendosi dello studio di società primitive e arcaiche
analisi istituzionale dell’economia  comprendere «il posto delle
economie nelle società»
Reciprocità e redistribuzione
• produzione e scambio di beni, prima ancora che dai principi di mercato
possono essere regolati da quelli di reciprocità e redistribuzione
• Reciprocità: si producono e distribuiscono beni e servizi sulla base di
obblighi di solidarietà condivisi nei riguardi degli altri membri del gruppo
parentale o della tribù

• Redistribuzione: le norme sociali prevalenti possono prescrivere che al


capo del villaggio o della tribù vengano consegnati determinati prodotti.
Questi vengono immagazzinati, conservati e successivamente redistribuiti
in occasioni cerimoniali particolari e secondo regole variabili, che
implicano gradi diversi di disuguaglianza
 economie dei grandi imperi burocratici (impero romano), centro politico,
uso della moneta, si amplia il volume delle attività economiche
 il comportamento economico non è più soltanto definito da obblighi sociali
condivisi, ma da specifiche regole formali fatte valere dal potere politico, pur
L’affermazione del mercantilismo

• In Europa a partire dal Medioevo si afferma progressivamente lo scambio di mercato come


strumento di organizzazione dell’attività economica, a spese di reciprocità e redistribuzione
• Disgregazione di strutture feudali e civiltà comunale favoriscono l’affermazione degli stati
nazionali e il mercantilismo
• Le monarchie europee erano interessate a promuovere l’attività
commerciale e la penetrazione coloniale per rafforzarsi nella competizione
internazionale
• L’obiettivo primario era quello di garantire un afflusso di moneta
metallica (oro, argento)
 finanziamenti e concessioni a compagnie commerciali
 favorite le importazioni di materie prime a buon mercato
 sostegno alla produzione nazionale di manufatti con dazi protettivi nei
riguardi della concorrenza estera
L’affermazione del mercantilismo

• Con il pensiero mercantilista si fa strada invece una valutazione più


autonoma e «scientifica» dei fenomeni economici, in precedenza
studiati in termini etico-giuridici
 attenzione rivolta al ruolo della moneta nel processo di formazione
della ricchezza reale
 sostegno a una politica protezionistica dell’economia nazionale
tendente a limitare le importazioni (con dazi, restrizioni) e a sostenere le
esportazioni (con sussidi e rapporti commerciali vantaggiosi con le
colonie)
• Visione poco sistematica e molto pragmatica
Mercato e comportamento economico

• Nel corso dell’800 scambio di mercato diventa lo strumento primario da cui dipende la
produzione e distribuzione di beni e servizi nei paesi più sviluppati
comportamento economico non risponde più a obblighi sociali e/o politici, ma
unicamente all’utilità individuale («speranza di guadagno» o «timore della fame»)

• L’ordinamento politico si limita a garantire dall’esterno i diritti di


proprietà e la libera contrattazione
• l’emancipazione e l’autonomizzazione delle attività economiche dai
condizionamenti sociali e politici rende possibile l’economia come
scienza (Polanyi)
Adam Smith
Adam Smith e La ricchezza delle Nazioni

• Negli anni precedenti alla Ricchezza, Smith si dedica allo studio del comportamento
individuale come socialmente condizionato
• L’azione economica ha fondamenti sociali nella misura in cui l’azione umana è influenzata
dalle norme sociali
• il desiderio di migliorare le proprie condizioni non è un dato permanente del comportamento
umano, ma è alimentato dal bisogno di approvazione sociale
• Il guadagno è solo uno degli strumenti possibili per ottenere approvazione sociale
• Lo è in una società commerciale, dove la ricchezza diventa strumento primario per ottenere
riconoscimento sociale
• In altre società possono essere utilizzati altri strumenti, come il potere politico, la forza fisica ,
la capacità militare
Adam Smith e La ricchezza delle Nazioni

• La ricerca dell’interesse individuale e il funzionamento del mercato possono favorire il


benessere collettivo solo se sono controllati da precise regole istituzionali (culturali,
giuridiche, politico-organizzative)
 lo studio di tali vincoli istituzionali è essenziale per comprendere le «cause della ricchezza
delle nazioni»
 dalle caratteristiche delle istituzioni può discendere una maggiore o minore crescita della
ricchezza delle nazioni

• Per esaminare i rapporti tra economia e società e il ruolo delle istituzioni


occorre soffermarsi sui meccanismi di distribuzione del reddito e i loro
legami con la produzione
La produzione dei beni
• La domanda dei consumatori determinerà in ultima istanza ciò che viene
prodotto, dati i costi di produzione di ciascun bene
• Nel lungo periodo la quantità di beni prodotti sarà pari al livello della
domanda che rende possibile remunerare il costo di produzione = ‘prezzo
naturale’ ≠ ‘prezzo di mercato (dipende da oscillazione di breve periodo
tra domanda e offerta)
• Prezzo naturale/costo di produzione dipende da: rendita della terra +
salari del lavoro + profitti dei fondi impiegati per coltivare, preparare e
portare al mercato la merce
• Il valore di queste componenti dipende a sua volta dal mercato che
determina i loro ‘prezzi’…. andiamo a vedere come
La determinazione del salario

• Il ’prezzo naturale’ del salario equivale al valore minimo necessario perché i


lavoratori possano riprodursi, cioè un salario di sussistenza  ‘salario
di sussistenza’
• Meccanismi che spingono verso il salario di sussistenza:
• capacità di organizzazione di lavoratori e datori di lavoro  I primi sono
propensi a coalizzarsi per elevare il salario, i secondi per diminuirlo 
relazione asimmetrica che favorisce i datori di lavoro
• movimenti demografici  Se i salari diminuiscono troppo, si innesca una
reazione che porta, attraverso il calo delle nascite, alla riduzione
quantitativa della forza lavoro e quindi al ristabilimento dell’equilibrio
La determinazione dei profitti

• anche i profitti sono determinati dal rapporto tra domanda e offerta nel
mercato
quale mercato?  Il mercato degli impieghi del capitale

• Il saggio di profitto non cresce con lo sviluppo economico


• Sarà più alto nelle società più povere e più basso in quelle più
sviluppate
con lo sviluppo delle attività economiche diventa più difficile trovare
impieghi redditizi per gli investimenti!

• Minore investitori = minore concorrenza = profitto più alto


La determinazione della rendita della terra

• La rendita tenderà a corrispondere a quella parte del valore del


prodotto (alla cui produzione la terra contribuisce) che eccede i salari e
i profitti necessari per produrlo
• salari e profitti alti o bassi sono le cause del livello dei prezzi; una
rendita alta o bassa è l’effetto di tale livello
• La rendita emerge solo quando il prezzo dei beni prodotti è abbastanza
alto da coprire i costi necessari a garantire salari e profitti
Come emerge la società capitalistica ?

• Affinché la remunerazione dei ‘fattori produttivi’ possa essere stabilita attraverso la fissazione
di ‘prezzi’ sono indispensabili regole istituzionali tali da definire il comportamento degli
attori:
 che in seguito al processo di espropriazione dei contadini si formi una classe di
lavoratori salariati le cui condizioni di vita dipendono dalla vendita del loro lavoro sul
mercato;
 che si affermi una classe di capitalisti che concentrano nelle loro mani le risorse
necessarie ad avviare e condurre il processo produttivo, e le cui condizioni di vita
dipendono dal profitto conseguito con l’investimento del capitale;
 che i proprietari terrieri traggano a loro volta il sostentamento dalla possibilità di
affittare la terra ai capitalisti agrari, che la coltivano pagando loro una rendita

• Emersione della società capitalistica  istituzioni che consentono all’economia di emanciparsi


da controlli sociali e politici
• Nuove classi sociali che si fondano su queste istituzioni
Una visione ottimistica

• Smith reputa la teoria del valore basata basata sui costi di produzione non
problematica per l’ordine sociale
• le modalità di appropriazione del valore prodotto dal lavoro non considerate fonte di
conflitti dirompenti tra le classi sociali
• Secondo Smith a certe condizioni, le istituzioni capitalistiche sono le più
appropriate per assicurare insieme benessere ed equità, efficienza economica e
consenso
…..Quali sono queste condizioni?  indagine sulla ricchezza delle nazioni
Lo sviluppo economico

• Il tema dello sviluppo economico è al centro della sua indagine sulle cause
della ricchezza delle nazioni  il ruolo delle istituzioni non da considerarsi
come un dato, ma diventa una variabile
• mettere in luce il contributo del mercato non solo alla ripartizione
efficiente di risorse date, ma anche alla creazione di nuove risorse
• Il mercato può avere una funzione dinamica, può sostenere lo sviluppo
economico, se è regolato da istituzioni appropriate
le istituzioni capitalistiche sono più appropriate per sostenere lo sviluppo
economico, ma lo sono quanto più si avvicinano a quelle del «capitalismo
concorrenziale»
Lo sviluppo economico è lo strumento principale che consente al
capitalismo concorrenziale di evitare le tensioni tra economia e società, di
tenere insieme efficienza economica e consenso sociale
I vantaggi del capitalismo concorrenziale

• Lo sviluppo economico è favorito quanto più le istituzioni capitalistiche si


avvicinano a una situazione di concorrenza piuttosto che di monopolio
• condizioni di monopolio non sono vantaggiose perché alterano i prezzi e le
quantità
• La tendenza a ridurre il profitto con l’aumento della concorrenza
incentiva l’imprenditorialità del capitalista, alla ricerca di un
allargamento del mercato e una restrizione della concorrenza 
accrescere la produttività con innovazioni tecnologiche e organizzative

• Ciò richiede che in ogni attività produttiva vi sia un numero elevato di capitalisti
che investono fondi in concorrenza tra loro
• Necessità di ridurre ostacoli istituzionali alla mobilità del capitale e del
lavoro
• critica alle politiche protezionistiche
La divisione del lavoro
• La divisione del lavoro aumenta la produttività – cioè la quantità di lavoro che
lo stesso numero di persone può svolgere – per tre ragioni:
 accresce l’abilità di ogni singolo operaio che si può così specializzare in una
determinata mansione
 riduce il tempo che si perde passando da un lavoro a un altro
 facilita l’invenzione di macchine che riducono il tempo di lavoro

• La divisione del lavoro dipende dall’ampiezza del mercato:


• Tanto maggiori saranno gli investimenti, maggiore sarà la concorrenza,
maggiore l’esigenza di specializzazione produttiva  incentivata la divisione
del lavoro all’interno delle singole unità produttive
• L’accumulazione del capitale è dunque una condizione necessaria per la
crescita della produttività, perché favorisce l’allargamento del mercato e la
divisione del lavoro
Definire l’assetto del capitalismo concorrenziale:
due condizioni
• l’impegno diretto del capitalista, come imprenditore, nella gestione
dell’impresa:
I manager, infatti, amministrano denaro non proprio e hanno pertanto
meno incentivi a comportarsi in modo efficiente di quelli del
proprietario-imprenditore

• una politica unilaterale di alti salari da parte degli imprenditori  salari


più alti stimolano la produttività
Il ruolo dello Stato
• Lo stato deve quindi limitarsi ad assolvere tre funzioni essenziali:
1. assicurare la difesa nazionale,
2. garantire l’amministrazione della giustizia
3. provvedere a opere pubbliche necessarie per l’attività economica e
all’istruzione

• Attività che non possono essere svolte adeguatamente dal settore privato
perché il profitto non potrebbe mai rimborsare la spesa a qualsiasi individuo
o a un piccolo numero di individui
• l’efficienza delle istituzioni pubbliche è dipendente, per Smith, dalla capacità
di organizzare l’attività di chi vi lavora sulla base di meccanismi
di responsabilizzazione che leghino il più strettamente possibile
remunerazione e impegno professionale
Sviluppo economico e consenso secondo Smith

• Queste istituzioni producono più sviluppo e con lo sviluppo aumenta il


benessere di tutte le classi sociali
• il mercato concorrenziale riduce le disuguaglianze  bassi profitti e alti
salari
• La ‘capacità diffusiva’ dello sviluppo riduce anche le disuguaglianze
territoriali:
• ciascun paese avrebbe potuto importare ciò che era prodotto dagli altri a
costi minori, specializzandosi a sua volta in quelle produzioni in cui poteva
essere più competitivo  le istituzioni di altre aree territoriali sarebbero
state influenzate verso il raggiungimento di maggiore libertà commerciale
L’economia classica

• gli economisti classici pongono le basi dell’economia politica moderna  l’uso del
termine «classica» sta proprio a indicare che si tratta della scuola di pensiero che
stabilisce le fondamenta della scienza economica moderna
• Si enfatizza il loro approccio liberista, ovvero la convinzione che il mercato, se
lasciato libero da vincoli, tenda all’equilibrio e all’efficienza
• Adam Smith è considerato il padre dell’economia classica , dopo di lui
studiosi come Malthus e Ricardo avranno una visione pessimistica rispetto
a Smiith sulle possibilità di crescita delia ricchezza e di diffusione del
benessere
• Con Malthus e Ricardo l’attenzione verte sui limiti naturali allo sviluppo
economico  vincoli che riguardano la tendenza alla crescita della
popolazione, a fronte di una disponibilità ridotta e decrescente delle
risorse che la terra può dare

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