Il fascismo
in Italia
1919-1939
La crisi dello
Stato liberale
Titolo - Modifica questo testo dalla pagina Master
Il dopoguerra e la “vittoria mutilata”
Nel dopoguerra, l’Italia vive una
profonda crisi sociale e politica.
La vittoria nella Grande guerra non
porta i benefici sperati e si diffonde
il senso di una “vittoria mutilata”:
la mancata assegnazione dei
territori promessi e la situazione
economica precaria alimentano
il malcontento.
Il fascismo in Italia
La crisi del dopoguerra
Delusione per gli esiti
Proteste operaie
della pace
Riconversione Crisi del Occupazione
all’economia di pace dopoguerra delle fabbriche
Aumento della
Deficit di bilancio
disoccupazione
Il fascismo in Italia
L’impresa di Fiume
L’impresa di Fiume (1919),
guidata dal letterato
Gabriele D’Annunzio,
diventa simbolo del
nazionalismo italiano.
L’episodio contribuisce a
creare un clima favorevole
all’ascesa del fascismo.
Il fascismo in Italia
Il confine orientale italiano
(1919-1924).
Il fascismo in Italia
Il “biennio rosso”
Nel 1919-1920, l’Italia, uscita
vincitrice dalla Prima guerra
mondiale, è attraversata da profonde
tensioni sociali e politiche
scaturite dalla difficile transizione
postbellica.
Tali tensioni portano a scioperi e
occupazioni di fabbriche, noti come
“biennio rosso”.
Il fascismo in Italia
La crisi dello stato liberale
Le elezioni del 1919 evidenziano la crisi del sistema liberale.
I partiti di massa socialisti e popolari guadagnano terreno, ma
il parlamento risulta frammentato e incapace di gestire le tensioni
interne.
Nel tentativo di stabilizzare la situazione, Giolitti torna al potere
nel 1920. La sua politica di mediazione non riesce però a placare
gli animi, mostrando i limiti della vecchia classe politica liberale.
Il fascismo in Italia
L’avvento
del fascismo
Titolo - Modifica questo testo dalla pagina Master
La fondazione dei Fasci e le elezioni del 1919
Benito Mussolini fonda
i Fasci italiani
di combattimento nel 1919.
Il movimento attrae delusi
di guerra e ceti medi,
proponendo una miscela
di nazionalismo e
rivendicazioni sociali.
Il fascismo in Italia
La nascita del fascismo
Due anni e mezzo dopo
Il programma dei Fasci
la nascita dei Fasci di
combattimento, nel novembre Sequestro dei beni e fine dei privilegi clericali
del 1921, il movimento è
Nazionalizzazione delle fabbriche d’armi
cresciuto passando da 17.000
Forte imposta progressiva sul reddito
a 300.000 aderenti.
Suffragio universale e voto a 18 anni
Mussolini fonda dunque il Partito Nuova Costituzione ed eliminazione del Senato
nazionale fascista (Pnf). Giornata lavorativa di 8 ore e pensione a 55 anni
Il fascismo in Italia
Le elezioni del 1921 e la marcia su Roma
Dopo il fallimento alle elezioni
del 1921, il fascismo si radicalizza
e inizia la sua ascesa al potere.
Il 28 ottobre 1922, la marcia su
Roma segna l’ascesa al potere di
Mussolini. L’evento, più simbolico che
militare, costringe il re a nominare
Mussolini capo del governo,
inaugurando la dittatura fascista.
Il fascismo in Italia
Gli inizi
della dittatura
Titolo - Modifica questo testo dalla pagina Master
Verso la dittatura (1922-1925)
Dopo la marcia su Roma,
Mussolini diventa capo del
governo, ma non si tratta
ancora di una dittatura.
Nei primi anni, Mussolini
governa attraverso
una coalizione, ma cerca
di aumentare il suo potere
e controllo.
Il fascismo in Italia
Il delitto Matteotti
Nel 1924, il deputato socialista
Giacomo Matteotti viene ucciso
per aver denunciato i crimini
fascisti. Il fatto accelera la
trasformazione del regime
in dittatura: Mussolini se
ne assume la “responsabilità
politica”, iniziando a limitare
le libertà civili e a smantellare
le istituzioni democratiche.
Il fascismo in Italia
Le leggi fascistissime (1925-1926)
Il biennio 1925-1926 è cruciale per l’instaurazione della dittatura:
con una serie di leggi, dette “leggi fascistissime”, il fascismo
modifica radicalmente la struttura dello Stato italiano.
Accrescono i poteri del governo e indeboliscono il Parlamento
Leggi Creano l’Ovra e il Tribunale speciale per la difesa dello Stato
fascistissime
Limitano le autonomie locali e istituiscono la figura del podestà
Reprimono le opposizioni e sciolgono i partiti non fascisti
Il fascismo in Italia
Il Gran consiglio del fascismo
Nel 1928 Mussolini rafforza ulteriormente
il suo potere con la creazione del Gran consiglio
del fascismo, l’organo di consulenza politica
e di indirizzo del regime. Esso ha il compito
di nominare il Duce, consolidando la fusione
tra Stato e partito.
Questo organismo giocherà un ruolo chiave
nella legittimazione delle decisioni di Mussolini,
compresa l’adozione delle leggi razziali e l’entrata
in guerra al fianco della Germania nazista.
Il fascismo in Italia
Lo Stato fascista e l’organizzazione del consenso
Lo Stato fascista si basa su un
complesso progetto di educazione
e di controllo.
Ogni momento della vita delle
persone doveva essere organizzato
e controllato: la scuola, i mezzi di
informazione, il tempo libero, lo
sport ecc. Tutto, insomma, doveva
essere “fascistizzato”.
Il fascismo in Italia
La politica
economica
degli anni ’30
Titolo - Modifica questo testo dalla pagina Master
Le politiche economiche fasciste
La politica economica fascista è caratterizzata
dall’interventismo statale.
Per rafforzare la moneta rispetto alla sterlina, nel
1926 Mussolini fissa la “lira a quota novanta”
(cioè il cambio di 90 lire per 1 sterlina).
Le politiche protezionistiche e le bonifiche
agrarie non risolvono i problemi strutturali
dell’economia italiana.
Il fascismo in Italia
La “battaglia del grano”
Lanciata nel 1925, la “battaglia
del grano” mira a rendere l’Italia
autosufficiente nella produzione di
cereali, attraverso incentivi agli agricoltori
e l’introduzione di dazi sui cereali esteri.
Questa politica porta a un incremento
della produzione, ma non raggiunge
l’autosufficienza.
Il fascismo in Italia
Interventismo statale e corporativismo
Negli anni ’30, il concetto di autarchia si estende ad altri settori, nel
tentativo di ridurre la dipendenza dalle importazioni e compensare
le sanzioni internazionali seguite all’invasione dell’Etiopia (1935).
Con la Carta del Lavoro del 1927,
il regime tenta di organizzare
l’economia attraverso il sistema
corporativo, che prevede
la collaborazione tra lavoratori e
imprese sotto l’egida dello Stato.
Il fascismo in Italia
La Grande depressione e i limiti delle politiche autarchiche
La Grande depressione del 1929
colpisce duramente anche l’Italia.
Mussolini cerca di proteggere l’industria
nazionale con un aumento dei lavori
pubblici per stimolare occupazione
ed economia, l’aumento dei dazi doganali
e politiche di autarchia. Tuttavia,
queste misure non riescono a invertire
la tendenza negativa dell’economia.
Il fascismo in Italia
La politica
estera
di Mussolini
Titolo - Modifica questo testo dalla pagina Master
I Patti lateranensi (1929)
Uno degli atti più significativi della politica
estera del fascismo è la firma dei Patti
Lateranensi con la Santa Sede nel 1929.
Questo accordo risolve la “questione
romana”, riconoscendo la sovranità
del Vaticano e stabilendo il cattolicesimo
come religione di Stato, guadagnando
così il sostegno della Chiesa Cattolica.
Il fascismo in Italia
La conquista dell’Etiopia (1935-1936)
L’invasione dell’Etiopia
rappresenta un momento
chiave nel tentativo di costruire
un impero coloniale in Africa.
La conquista provoca sanzioni
internazionali da parte della
Società delle Nazioni, isolando
l’Italia e spingendola verso
l’alleanza con la Germania nazista.
Il fascismo in Italia
L’alleanza con la Germania
L’avvicinamento all’asse Berlino-
Roma culmina con la firma
del Patto d’Acciaio nel 1939,
un’alleanza militare che impegna
Italia e Germania a supportarsi
reciprocamente in caso di guerra.
Ciò segna l’ingresso definitivo
dell’Italia nella Seconda guerra
mondiale al fianco dell’Asse.
Il fascismo in Italia
Le leggi razziali
Nel 1938, l’Italia fascista adotta leggi razziali che escludono
gli ebrei dalla vita pubblica e sociale, ispirandosi ai modelli nazisti.
Queste leggi marcano
una svolta antisemita
che porterà all’internamento
e alla deportazione
degli ebrei durante
la Seconda Guerra Mondiale.
Il fascismo in Italia