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Storia Delle Religioni Politeismi

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Storia delle religioni

Politeismi
 Politeismo
• Termine di origine greca che significa «molti dei» e che viene usato in
Francia (XVI sec) con significato teologico contrapposto «monoteismo».
• In ambito storico-religioso è un termine classificatorio e descrittivo di forme
religiose che ammettono l’esistenza contemporanea di più divinità a cui si
deve un culto.
• Per poter classificare una religione come politeista, essa deve aver chiaro
cosa sia una «divinità» o una nozione simile. Ciò richiede un’idea di
trascendenza o di superiorità delle divinità sulla realtà umana, verso la
quale essi sono attivi. Tale idea sembra abbia avuto origine in area
mesopotamica e da lì si è diffusa.
La critica di Filone
• Il modello storico-religioso ideale di politeismo si ha con la religione greca.
Su quel modello si fonda la critica di Filone d’Alessandria (ebreo ellenizzato
– prima metà del I sec. d.C.),che usa il termine polytheia per affermare la
superiorità del monoteismo ebraico sulle altre forme religiose del mondo
antico.
• Il politeismo era una proiezione celeste della forma greca della democrazia,
«la peggiore tra le peggiori forme di costituzione».
 Caratteristiche culturali del politeismo
• Il politeismo è espressione delle civiltà superiori che hanno una scrittura,
le specializzazioni, una divisione del lavoro, la gerarchia sociale (Angelo
Brelich, Politeismi).
• Fornisce i fondamenti dell’identità e dell’unità attraverso
l’organizzazione gerarchica di un pantheon e l’identità riconoscibile degli
dei.
• Le divinità sono immortali, anche se non esistono da sempre, sono legate
per via genealogica e tramite parentela.
• Possiedono un’identità che li rende personali, dotati di una personalità
che li connota e li rende diversi tra loro.
• Ogni dio è oggetto di una mitologia ed è destinatario di un culto.
L’attività di un dio è circoscritta alla sua sfera di competenza, nel rispetto
di un ordine gerarchico, perché lo svolgimento delle funzioni che
competono ad ogni dio risponda all’ordine cosmico.
• Il pantheon è espressione di un mondo, che da una situazione di caos
indifferenziato, va verso una condizione di ordine cosmico, realizzato
progressivamente dagli dei che vengono all’esistenza.
• L’ordine cosmico rimane qualcosa di superiore agli stessi dei.
 L’ideologia tripartita degli indoeuropei
Si parla di «cultura indoeuropea» come un’ipotesi (non come realtà storica, dato che
mancano le conferme archeologiche) che un certo numero di lingue europee e
asiatiche abbiano un ceppo comune.

G. Dumézil (1898-1986)
elabora un’ideologia tripartita
degli indoeuropei (1958)

I popoli indoeuropei avrebbero articolato il loro sistema sociale sulla base di tre
funzioni:
Funzione sacerdotale: governa il patrimonio mitico e rituale occupato dagli
specialisti del sacro. Amministra la giustizia e il potere. Da essa deriva anche la forma
regale e sovrana (i popoli indoeuropei approdano in una fase successiva, rispetto ad
altre civiltà).
Funzione militare: si esprime nell’attività bellica. Ad essa compete la difesa del
gruppo e la sua espansione. In essa agivano i giovani attraverso prove iniziatiche.
Funzione economica: abbracciava tutte le attività economiche e produttive,
comprese le funzioni mediche. Questa funzione nella sua articolazione ed espansione
sarà destinata ad una espansione inarrestabile.
Sovranità Forza Fecondità

India vedica Mitra e Varuna Indra Due Nasatya (o


Asvin)

Iran (dopo Vohu Manah e Xsathra Armaiti,


Zoroastro) Asa Haurvatat
Ameretat
Roma Jupiter Mars Quirinus
precapitolina

Scandinavia Odiin Thor Freyr (Nyodr)

Grecia Zeus, Apollo (Ares), Eracle Dioscuri


(Castore e
Polluce)
Demetra e Core
 La religione nel mondo antico costituisce una produzione culturale, un
luogo in cui se ne intrecciavano altre svariate forme.
 Il fatto che le religioni antiche siano percepite come superate, come
sconfitte dal cristianesimo e dalla civiltà, si tratta di una visione
evoluzionistica, a cui ha contribuito il pensiero cristiano e anche molta
parte della cultura laica.
 Affermare che la religione dei greci e dei romani siano superate equivale
a dire che la poesia di Omero e di Virgilio siano superate.
 I parametri culturali non si misurano sulla base del tempo e
dell’evoluzione e questo vale anche per la religione.
 Rimane rilevante il fatto che le culture antiche avevano la capacità di
accogliere nel proprio pantheon divinità straniere. Questa disposizione
all’apertura ha fatto sì che il mondo antico non abbia conosciuto quella
violenza a carattere religioso che invece ha insanguinato le culture
monoteiste (cfr. M. BETTINI, Elogio del politeismo. Quello che possiamo
imparare oggi dalle religioni antiche, il Mulino, Bologna, 2014, 16)

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