L’ Εὐαγγέλιον di
Ιησοῦς Χριστὸς
Θεοῦ Υἱός Σωτήρ
e … La lingua
greca
Le lingue della Bibbia
La bibbia è la sacra scrittura…
Ma quale scrittura umana? Le lingue e le scritture umane con le quali essa fu
registrata nell’arco di un millennio sono tante, dall’ebraico, all’aramaico per il VT,
dall’aramaico (?) al greco per il NT, ognuna legata ad un ambiente culturale e
soggetta ad influenze linguistiche di popoli vicini (cananei, fenici, babilonesi,
siriaci, persiani).
Di questa ricchezza ci rimane conferma ancora nella liturgia cristiana:
Amen e alleluia derivano dall’ebraico
Osanna e Abbà derivano dall’aramaico
Kyrie eleison derivano dal greco
Noi ci soffermeremo ovviamente sul greco analizzando
• Le lingue della Bibbia (in generale)
• Il greco dei Vangeli (in generale)
• Il greco di Luca (in generale)
• Il greco del Prologo Teologico di Luca (in dettaglio)
Prima di iniziare un piccolo accenno alla permanenza della lingua greca nel lessico
paleocristiano:
• Cristo (Χριστός lat. Christus lett. “unto”, da χρίω, “ungo”):). E’ la traduzione
dell’ebraico masiah (da cui “messia”), che indica il sovrano consacrato con
l’unzione per volontà divina ed è applicato a Gesù di Nazaret, riconosciuto come
l’atteso salvatore di Israele e dell’umanità intera. In riferimento a Cristo i primi
cristiani impiegavano anche l’immagine del pesce, il cui nome greco ἰχθῦς era
letto come acronimo di Ιησοῦς Χριστὸς Θεοῦ Υἱός Σωτήρ (Gesù Cristo, Figlio di
Dio, Salvatore)
• Kerygma (κήρυγμαannuncio da κηρύσσω): con questo termine si indica
comunemente il contenuto del primo annuncio del Cristianesimo, cioè la
resurrezione dai morti di Gesù il Cristo, figlio di Dio, come compimento delle
promesse messianiche di salvezza universale.
• Vangelo (εὐαγγέλιον =”buona notizia”; lat. evangelium): il termine, originalmente
impiegato per indicare lieti eventi (vittorie, nascite di personaggi illustri) indica
l’annuncio dell’avvento del Regno di Dio operato da Cristo. In senso più specifico
indica i quattro libri tutti pervenuti in greco, che raccontano, in prospettiva di
catechesi, episodi della vita di Cristo: l’infanzia (solo in Matteo e Luca) e
soprattutto la predicazione, i miracoli operati, la morte e resurrezione. I Vangeli
nascono all’interno delle Chiese locali nel corso del I secolo d. C., come risposta
all’esigenza di ordinare e fissare per iscritto un ricco materiale di fatti e detti di
Gesù tramandati oralmente o in scritti oggi perduti. Si ritiene che il Vangelo più
antico sia quello di Marco, scritto per la comunità romana poco dopo la metà del I
secolo.
• Trinità (Ἁγία Τριάς, lat. Trinitas): caratteristica identificante della fede
cristiana, precisata nei primi secoli della Chiesa attraverso il ricorso ad una
terminologia filosofica greca, è la fede in un unico Dio in cui sussiste tuttavia
la distinzione fra tre Persone (ὑποστάσεις) che condividono la medesima
natura (ϕύσις) divina: a) il Padre creatore (πατήρ, pater) ; b) il Figlio (υἱός,
filius), cioè il Verbo (λόγος, verbum, secondo la terminologia del Vangelo di
Giovanni) o parola divina generata fuori dal tempo, che si manifesta agli
uomini in Gesù Cristo attraverso l’assunzione della natura umana nel parto
verginale di Maria; c) lo Spirito Santo (ἅγιον πνεῦμα, sanctus spiritus),
propriamente l’amore che unisce il Padre al Figlio, comunicato da Cristo agli
uomini dopo la sua resurrezione.
• Angelo (ἄγγελος, lat. angelus, da ἀγγέλλω, “annuncio”): gli angeli sono
considerati esseri puramente spirituali creati da Dio, che già nell’Antico
Testamento intervengono come messaggeri divini.
• Diavolo (διάβολος=”oppositore”, lat. diabulus, da διαβάλλω): secondo la
dottrina giudaico-cristiana è un angelo (indicato anche come Lucifero e
Satana) ribellatosi a Dio assieme ad altri spiriti, che agisce nella storia come
tentatore maligno dell’uomo, a partire dalla caduta dei progenitori nel
peccato e nella morte, ma la cui sconfitta è stata segnata dalla redenzione
operata da Cristo.
• Paradiso (παράδεισος dal persiano, lat. paradisus “parco, giardino”): indica
figurativamente il luogo originario dello stato di perfezione dell’uomo prima di
conoscere il peccato e la morte (paradiso terrestre), poi lo stato della visione
beatificante di Dio dopo la morte riservato come premio ai giusti, contrapposto
all’Inferno.
• Parusìa: (παρουσία “avvento”): è il ritorno trionfale di Cristo alla fine dei tempi,
allorché sarà sancito il giudizio di salvezza per i giusti e di condanna eterna per i
malvagi, assieme al diavolo.
• Pentecoste (Πεντηκοστή=”cinquantesimo (giorno)”, da πεντήκοντα): è il
cinquantesimo giorno dalla Pasqua, quando sugli apostoli riuniti nel cenacolo
scende sotto forma di lingue di fuoco lo Spirito Santo, atto di nascita della Chiesa.
• Chiesa (ἐκκλεσία= assemblea; lat. ecclesia da ἐκκαλέω, “convoco”) E’ la comunità
dei convocati, di coloro che credono in Cristo e che hanno per questo ricevuto il
sacramento del battesimo. Con la diffusione del Cristianesimo ogni comunità
cittadina o regionale costituisce una Chiesa locale, che sviluppa progressivamente
una propria gerarchia (greco ἱεραρχία= ordinamento delle autorità religiose),
guidata dal vescovo. Il termine, per metonimia, viene poi ad indicare l’edificio in
cui si riunisce l’assemblea.
• Bibbia (τὰ βιβλία= “i libri”; lat biblia): si indica il complesso di testi sacri inclusi
dalla Chiesa nel canone (κανών=”canna di misura, quindi misura, regola”) di quelli
riconosciuti come divinamente ispirati.
• L’Antico Testamento (παλαιὰ διαθήκη=antico patto, alleanza) corrisponde in sostanza
alla Bibbia greca dei “Settanta”, così detta dal numero dei traduttori greci impiegati,
secondo una leggenda. Essa comprende tutti i testi sacri ufficiali degli Ebrei, ma anche
alcuni libri, detti deuterocanonici (di un canone secondario) composti prima della
venuta di Cristo in ambienti giudaici, ma non considerati normativi dagli Ebrei.
• Il Nuovo Testamento (καινή o νεὰ διαθήκη=nuovo patto, alleanza) è composto da
scritti elaborati nelle prime comunità cristiane: i 4 Vangeli, cioè i tre συνοπτικοί,
sinottici “dalla comune visione” (i Vangeli di Matteo, Marco e Luca, che presentano
frequenti parallelismi legati all’impiego di fonti comuni) e il Vangelo più tardo ed
elaborato teologicamente di Giovanni, gli Atti degli Apostoli (una continuazione del
Vangelo di Luca che narra le vicende della Chiesa delle origini e in particolare
dell’apostolo Paolo), le Lettere di San Paolo (scritte dall’apostolo Paolo o a lui
attribuite), le lettere apostoliche (di Pietro, Giovanni, Giacomo, Giuda), ed infine
l’Apocalisse di Giovanni (ἀποκάλυψις=rivelazione), l’unico scritto profetico del Nuovo
Testamento, attribuito dalla tradizione all’evangelista Giovanni.
• Apocrifi (ἀπόκρυϕος=”nascosto, non autentico”; da ἀποκρύπτω): sono quegli scritti
religiosi ebraici o cristiani non considerati autentici dalla Chiesa, per il loro carattere
apertamente fantasioso o per la visione eretica che sta alla base; esistono in
particolare numerosi vangeli apocrifi, che raccontano fatti e detti attribuiti a Cristo
assenti negli altri vangeli (i vangeli apocrifi dell’infanzia, in particolare, sono alla base
di molte iconografie sacre di età medioevale), atti di apostoli, o altre Apocalissi,
attribuite a vari autori.
• Apostolo (ἀπόστολος “inviato” da ἀποστέλλω, “invio”); il termine indica in senso
stretto i dodici discepoli prescelti da Cristo per annunciare il Vangelo, e più in
generale tutti coloro che sono chiamati all’opera di evangelizzazione.
• Vescovo (ἐπίσκοπος=supervisore; lat. episcopus) E’ il successore degli apostoli,
che è a capo come “pastore” di ogni Chiesa locale, con il compito di sorvegliare
sull’integrità della fede e dei costumi della comunità religiosa, e di ammettere i
nuovi cristiani all’interno della Chiesa stessa amministrando il sacramento del
battesimo.
• Presbitero (πρεσβύτερος= anziano; lat. presbyterus, da cui “prete”) E’ il sacerdote
cristiano, colui che celebra il sacrificio eucaristico, l’agape.
• Diacono (διάκονος = servo; lat. diaconus) E’ il grado inferiore della gerarchia
ecclestiastica, con compiti di proclamazione della Parola di Dio, assistenza ai
poveri e ai malati. Nella chiesa delle origini il termine è anche applicato a donne
come Febe, diaconessa di Cencre, ricordata da San Paolo nella Lettera ai Romani.
• Monaco (μοναχός, lat. monachus, da μόνος, “solo”): è colui che si distacca dalla
vita cittadina per ritirarsi in contemplazione spirituale, praticando l’ascesi
(ἄσκησις, “esercitazione, disciplina spirituale”). I monaci potevano vivere isolati
come eremiti (da ἔρημος, “solo)” detti anche anacoreti (ἀναχώρεται, da
ἀναχωρέω “mi ritiro”), oppure in cenobi (coenobium, da κοινὸς βίος, vita
comune)
• Agàpe (ἀγάπη) termine greco che nei Vangeli viene utilizzato, assieme al verbo
ἀγαπάω, per indicare l’amore cristiano, donativo e non possessivo come
l’ἔρως (in latino ha il suo corrispondente nella parola caritas, talora scritta
anche impropriamente charitas). Agape viene poi anche ad indicare il rito del
banchetto eucaristico in generale.
• Eucaristia (εὐχαριστία=ringraziamento): è l’offerta agli apostoli del pane e del
vino come proprio corpo e sangue che Cristo compie nel corso dell’ultima
cena, preceduta, appunto da un ringraziamento a Dio. Il termine indica poi
generalmente la celebrazione memoriale del rito della cena da parte delle
comunità cristiane e le stesse specie del pane e vino consacrati.
• Battesimo (βάπτισμα=immersione): è il rito di purificazione dai peccati che il
catecùmeno (κατηχούμενος cioè istruito nella dottrina cristiana, la “catechesi”)
compie al momento del suo ingresso nella Chiesa, nella notte di Pasqua,
attraverso l’immersione (in origine) in una vasca piena d’acqua, nel
βαπτιστήριον (baptisterium), a ricordo del battesimo di Cristo nel fiume
Giordano ad opera di Giovanni il Battista. Seguiva immediatamente l’unzione
con il sacro crisma (χρῖσμα=unguento e unzione, da cui “cresima”).
• Martire (μάρτυς=testimone; latino martyr) E’ colui che offre la sua
testimonianza (μαρτύριον; lat. martyrium) di fede in Cristo, anche a costo della
vita. Μαρτύριον viene di conserva chiamato anche l’edificio, in genere di
piccole dimensioni e a pianta centrale, in cui si venerava il martire in oggetto.
• Confessori (confessores): sono propriamente quei cristiani che non sono stati
uccisi, ma hanno subito torture o sofferenze fisiche per testimoniare la loro
fede.
• Lapsi (lett. coloro che sono scivolati): coloro che chiedevano di essere
riammessi all’interno della Chiesa, dopo aver rinnegato la fede cristiana per
salvarsi dalle persecuzioni. La riammissione dei lapsi costituisce un problema
assai discusso nelle prime comunità cristiane.
• Ortodossia (ὀρθοδοξία=”retta opinione”): è la fede sostenuta dalla chiesa
cattolica (καθολική=universale, unitaria). Con lo scisma d’Oriente del 1053
venne ad indicare la dottrina sostenuta dalle chiese orientali in dissidio con la
Chiesa cattolica di Roma
• Eresia (greco αἵρεσις=”fazione, dottrina” lat haereses): è una dottrina religiosa
considerata erronea dalla Chiesa cattolica; i suoi adepti sono quindi chiamati
“eretici”.
• Domus ecclesiae: sono i primi luoghi di ritrovo dei cristiani, messi in origine a
disposizione da facoltose famiglie. Per quanto non avessero caratteristiche
distintive particolari dal punto di vista architettonico, erano adattate
nell’articolazione degli spazi interni alle esigenze del culto. A Dura Europos (Siria)
se ne è trovato l’esempio forse più antico (III sec.), caratterizzato dalla presenza
di affreschi di carattere sacro ed di una piccola vasca battesimale.
• Catacombe (lat. catacumbae, dal toponimo romano κατὰ κύμβας /
κύμβης=”sotto la cavità”): sepolcreti sotteranei (ipogei da ὑπὸ γῆς), presenti in
varie città (Roma, Napoli, Siracusa) e realizzati da poeai specilizzati, i fossores,
scavando gallerie a più piani nel sottosuolo tufaceo. I corpi venivano deposti in
loculi scavati nelle pareti, o addirittura nel pavimento (formae), talora inseriti in
una nicchia (arcosolium); nelle gallerie si aprivano camere sepolcrali (cubicula)
riservati ad un’unica famiglia. Benché impiegate da pagani e da ebrei, le
catacombe furono abitualmente utilizzate dai cristiani, che rifiutavano
l’incinerazione per rispetto per il corpo e allo stesso tempo non potevano
permettersi le più costose inumazioni all’aria aperta (subdiali, da sub divo=”sotto
il cielo”). Pare che le catacombe non siano realmente servite come luoghi di
rifugio durante le persecuzioni, ma il fatto che ospitassero anche i corpi di martiri
li fece diventare, specie dal IV secolo, luoghi di importante devozione, tanto che
attorno alle sepolture più importanti si realizzarono cappelle vere e proprie.
• Basilica (da βασιλική=”(aula) regia”) il termine latino, in origine indicante un
edificio pubblico romano destinato all’amministrazione della giustizia, diviso
in navate da colonnati interni, viene poi ad indicare dal IV secolo un grande
edificio di culto, che si ispira nella struttura monumentale ai modelli profani.
• Cattedrale: E’ la chiesa episcopale, dotata di battistero, in cui è collocata la
καθέδρα (lat. cathedra), il seggio che rappresenta la autorità del vescovo
come maestro di fede.
• Padri apostolici: sono i primi scrittori cristiani (I-II sec. d. C.) non compresi nel
canone biblico.
• Padri della Chiesa: sono i successivi scrittori cristiani latini (come S. Ambrogio,
S. Gerolamo, S. Agostino) e greci (come S. Cipriano, S. Giovanni Crisostomo, S.
Basilio Magno, S. Gregorio di Nissa), fino al VII-VIII secolo, su cui si basa la
tradizione dottrinale della Chiesa. I loro scritti vengono globalmente indicati
con il termine “Patristica”.
• Concili ecumenici: sono le riunioni di vescovi di Oriente ed Occidente a
rappresentanza della Chiesa universale (οἰκουμένη= “terra abitata”) per
fissare fondamentali dottrine di fede e sancire la scomunica (ἀνάθεμα) a chi
continuava a sostenere affermazioni in contrasto. I più importanti,
direttamente sostenuti dall’autorità imperiale, sono:
• a) il Concilio di Nicea del 325, che affermò Cristo come generato e
ὁμοούσιος (lat. consustantialis, della stessa οὐσία, essenza, lat. substantia)
rispetto al Padre, condannando le dottrine del presbitero di Alessandria Ario,
che negava l’originaria divinità di Cristo, sostenendo che Cristo era creatura e
in quanto tale inferiore al Padre;
• b) il Concilio di Costantinopoli del 381, che completò il Σύμβολον
(affermazione comune, da συμβάλλω) di Nicea (l’attuale Credo, detto anche
“simbolo niceno-costantinopolitano”) con la dottrina sullo Spirito Santo come
terza persona (ὑπόστασις) della Trinità;
• c) il Concilio di Efeso del 431, che rifiutando la separazione fra natura divina
ed umana di Gesù sostenuta dal vescovo di Costantinopoli Nestorio,
proclamò la Vergine Maria θεοτόκος (madre di Dio), in quando l’unione delle
due nature in Gesù faceva sì che partorire l’uomo fosse allo stesso tempo
anche partorire Dio;
• d) il Concilio di Calcedonia del 451, in cui si rifiutò la dottrina monofisita
(=una sola natura) del monaco costantinopolitano Eutiche, che sosteneva
l’annullamento della natura umana in quella divina di Cristo (ciò provocò la
separazione di comunità che in Medio Oriente ancor oggi sostengono il
monofisismo).
Il greco della Bibbia
Dal 1886 si parla, riguardo alle lingue bibliche di tre lingue: infatti all’ebraico e al
greco già noti , una come lingua della TANÀKH e una dei libri
deuterocanonici e del nuovo testamento, si è aggiunto l’aramaico biblico (Esdra
e Daniele).
Un’altra conoscenza che nel tempo è mutata è quella di considerare le lingue
bibliche come lingue specifiche, cioè solo della Bibbia, in quanto sono stati
rinvenuti vari papiri “laici ”che le usano. Questo è molto importante per il greco
biblico dei Settanta e del NT che è stato riconosciuto con molte caratteristiche
simili al greco comune usato in età ellenistica.
Il testo del VT ha subito infatti una prima traduzione, la Settanta, fatta nel III-II
secolo a.C. perché fosse accessibile agli abitanti ellenistici delle comunità
dell’Egitto e dell’Asia in genere. La lingua usata è particolare anche perché
contiene una certa quantità di semitismi, derivati sia dall’ebraico che
dall’aramaico.
Il testo del VT e quello del NT hanno subito a partire dal III secolo d.C. varie
traduzioni in latino (L’itala, la Vetus, …). Ad esse si aggiunge la Vulgata,
traduzione latina della Bibbia, in larga parte effettuata da San Gerolamo (347-
420) sulla base dei testi originali ebraici, che viene ad avere valore normativo
per la Chiesa Cattolica occidentale, dopo il Concilio di Trento.
STRUTTURA DELLA BIBBIA (τὰ βιβλία=i libri)
ANTICO TANÀKH TORAH (“ ּתֹוָר הlegge, insegnamento”) o, in greco,
TESTAMENTO ( ךנתacronimo da Πεντάτευχος (pentatèuco=libro in cinque volumi)
(testamentum=alle Torah, Nebhi’îm e 1) Genesi; 2) Esodo; 3) Levitico; 4) Numeri; 5)
anza) Ketubhîm) Deuteronomio.
Sono gli scritti o MIKRÀ In questi libri si è riconosciuta la fusione di quattro
sacri utilizzati tradizioni letterarie: a) Jahvista (X-IX sec. a. C,
(“ ארקמciò che si legge”)
dagli Ebrei di E’ la raccolta ufficiale caratterizzata fin dall’inizio dall’uso del nome di Jahvè
lingua greca in età dei testi sacri per gli oltre che da uno stile vivace e popolare; 2) Elohista
ellenistico-romana. Ebrei, tutti composti (IX-VIII sec.) caratterizzata dall’uso del nome di
Essi corrispondono in lingua ebraica. ’Elohîm; 3) Deuteronomista (VII sec.), caratterizzata
alla cosiddetta Essi corripondono al da lunghi discorsi e da un richiamo all’alleanza; 4)
Bibbia dei testo masoretico, (da Sacerdotale (VI-V) risalente ad un ambiente
Settanta, che masorah, tradizione) sacerdotale, con particolare attenzione alla cronologia
nasce dalla fissato prima del X e al culto.
traduzione in sec. d. C. e tuttora in NEBHI’ÎM (“ םיאיבנi profeti”)
greco della uso presso gli Ebrei Profeti anteriori (si tratta di testi narrativi in cui
tanàkh ad compaiono figure di profeti): Giosuè; Giudici; I e II libro
Alessandria di Samuele; I e II libro dei Re
d’Egitto nel III Profeti posteriori (si tratta di vere e proprie opere di
secolo a. C., cui si carattere profetico): Isaia; Geremia; Ezechiele; I dodici
aggiungono, fino al profeti, cioè Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea,
I sec. a. C., nuovi Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.
testi religiosi, KETUBHÎM ( “ םיבותכscritti”: opere di carattere vario)
alcuni dei quali Salmi; Giobbe; Proverbi; Ruth, Cantico dei cantici;
composti Qohelet (Ecclesiaste); Lamentazioni; Ester; Daniele;
originariamente in Esdra-Neemia, I e II libro delle Cronache
greco. SCRITTI Siracide; Sapienza; I e II libro dei Maccabei; Tobia,
Essi costituiscono DEUTEROCANONIC Giuditta, Baruch
l’elenco dei testi I
anteriori a Cristo Scritti della Bibbia dei
che la Chiesa Settanta, che gli Ebrei
cattolica considera non considerano testo
come divinamente sacro, ma che sono
STRUTTURA DELLA BIBBIA (τὰ βιβλία=i
NUOVO libri)
VANGELI (da εὐαγγέλιον, buon Vangeli sinottici (συνοπτικός
TESTAMENT annuncio) E “dalla stessa visuale”): 1) Vangelo
O ATTI DEGLI APOSTOLI secondo Matteo, 2) Vangelo
Corrisponde secondo Marco (il vangelo più
all’elenco degli antico), 3) Vangelo secondo Luca
scritti cristiani Vangelo di Giovanni
considerati dai Atti degli apostoli
cattolici come (continuazione del Vangelo di
divinamente Luca)
ispirati. CORPUS PAOLINO Lettera ai Romani; I e II lettera ai
Sono tutti Lettere tradizionalmente Corinti;
pervenuti a noi attribuite a Paolo di Tarso, Lettera ai Galati; Lettera agli
in lingua l’apostolo delle genti. Efesini; Lettera ai Filippesi;
greca. Lettera ai Colossesi; I e II lettera
ai Tessalonicesi; I e II Lettera a
Timoteo; lettera a Tito; Lettera a
Filemone; Lettera agli Ebrei (di
autore ignoto)
LETTERE CATTOLICHE scritte Lettera di Giacomo; I e II Lettera
da apostoli o discepoli di Cristo di Pietro; I, II e III Lettera di
Giovanni; Lettera di Giuda
APOCALISSE Apocalisse (ἀποκάλυψις=
rivelazione) di Giovanni. E’ l’unico
scritto profetico del Nuovo
Testamento
La formazione dei Vangeli
L’indicativo presente
La formazione dei Vangeli
La lingua dei Vangeli
La lingua in cui ci sono pervenuti i vangeli è il greco biblico.
Gli studi sul vangelo di Matteo avanzano la possibilità che esso
sia stato scritto in aramaico o in ebraico.
Alcuni autori come Luca e lo scrittore della Lettera agli ebrei
scrivono in greco molto buono.
Tutti usano una lingua
• parlata,
• impregnata degli elementi del suo tempo,
• con influenze della lingua della Settanta e
• con influenze del pensiero semitico.
Il greco biblico: generalità
Biblico? Solo 22 parole ormai sono
presenti solo nel NT.
Lingua d’uso quotidiano, ma con un
forte slittamento semantico
Il verbo greco: l’aspetto e l’aoristo
Felice incontro tra greco e semitico:
armonia e universalità + analisi e
paratassi.