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Il Cuore Ha Le Sue Ragioni Che La Ragione Non Conosce

Il documento discute la relazione tra ragione e cuore. Sostiene che la ragione è equilibrio e riflessione mentre il cuore segue sentimenti ed emozioni. È una lotta trovare un equilibrio tra i due nel prendere decisioni.

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Il documento discute la relazione tra ragione e cuore. Sostiene che la ragione è equilibrio e riflessione mentre il cuore segue sentimenti ed emozioni. È una lotta trovare un equilibrio tra i due nel prendere decisioni.

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"Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce".

Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce: è una frase spesso udita, la quale richiama una realtà
che ognuno di noi si trova spesso a vivere, ogni volta che dobbiamo fare una scelta esistenziale, ci troviamo in
conflitto con noi stessi.
La ragione è equilibrio, riflessione, meditazione, razionalità e responsabilità, mentre il cuore, oltre a
pulsare nel nostro petto e a scandire il ritmo della la nostra vita, segue i sentimenti, le passioni, le emozioni.
Nella società in cui viviamo se si segue solo il cuore senza dare ascolto alla ragione si viene definiti come una
persona debole, senza carattere, quindi per compiacere gli altri tante volte siamo costretti a reprimere i nostri
sentimenti con il rischio di apparire persone fredde e senza anima.
È una dura lotta quella fra la ragione ed il cuore, e la vita di tutti i giorni ci mette di fronte a delle scelte, a
delle decisioni, che dovremmo imparare a gestire con razionalità e allo stesso tempo con sentimento, quando
saremo in grado di raggiungere questo equilibrio vuol dire che la nostra ragione e il nostro cuore hanno
raggiunto un’armonia.
Credo che il cuore ci faccia vivere tutto più intensamente, con passione, ma purtroppo non sempre ha ragione,
altrimenti nessuno più soffrirebbe; penso che comunque bisognerebbe seguire ciò che ci dice il cuore sapendo
però che a volte la ragione e la razionalità hanno la meglio.
Quando mi ritrovo davanti a una situazione complicata, cerco sempre di risolvere la situazione nel modo più
logico, cerco di venire a capo del problema usando solo il ragionamento, e questo per me è molto difficile, in
quanto io mi considero una persona impulsiva, che usa più il cuore che la ragione, ma ragionando in modo
razionale purtroppo non si arriva sempre alla soluzione corretta per se stessi, perché siamo uomini, per
cui dotati di emozioni che la ragione non può comprendere.
Cuore e ragione, sempre in conflitto tra loro. Blaise Pascal lo sa bene: guidano l'uomo nel fare determinate
scelte, ad avere delle particolari reazioni, a seconda che ci si lasci sopraffare dall'uno o che si utilizzi
consapevolmente l'altra. Il filosofo parla spesso di questa lotta giornaliera dell'animo; ne dermina le
fondamenta, e arriva alla conclusione secondo la quale è la loro presenza che ci permette di essere
veramente umani, anche se non hanno lo stesso grado di importanza, e anche se c'è uno che, alla fine ha la
meglio.
Partiamo dalla ragione, dall'esprit de géométrie. Secondo Pascal, essa ha la capacità di trovare un senso logico
a tutte le cose che accadono intorno a noi, quelle che rientrano nello schema del sempre uguale, dell'abitudine,
partendo da elementi che, già stabiliti, rendono possibili ragionamenti e dimostrazioni; ciò che prescinde da
essa e che supera i limiti dell'immaginabile, infatti, non può essere spiegato in alcun modo, a tal punto che si
parla di miracolo.
Lo spirito razionale, però, non potrà mai scoprire quello che rende possibile il ragionamento, la
razionalizzazione dei dati colti dai cinque sensi; non potrà mai scoprire quegli elementi prefissati, captati a priori,
carpiti dal cuore e dal suo esprit de finesse. Da questo deriva la celebre frase del filosofo: 'Il cuore ha le sue
ragioni, che la ragione non conosce'. 
È il cuore, dunque, a porre le basi per il ragionamento, perché grazie alla sua facoltà di intuizione, riesce a
recepire spazio e tempo, e a cogliere ogni cosa nella sua completezza, senza l'ausilio di processi ragionati o
quant'altro: l'essere umano, ad esempio, viene considerato dal cuore come essere affascinante e divino; dalla
ragione, invece, come animale che segue un ritmo biologico immutabile.
Non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose.
Quando l'uomo non ha nulla da fare subentra la noia, attraverso la quale si rivela all'uomo la sua insufficienza e
la sua strutturale miseria. Per questo l’uomo è sempre alla ricerca di qualcosa con cui intrattenersi, un qualcosa
che non vuole realmente ma che cerca per non pensare alle domande esistenziali. Pertanto, noi non cerchiamo
mai le cose, ma la ricerca delle cose, non viviamo mai nel presente, ma in attesa del futuro.
Questa continua ricerca del divertimento non genera però una vera felicità. Anche se può sembrare, Il
divertimento non è l'alternativa propria e degna dell'uomo. L'uomo non deve chiudere gli occhi di fronte alla sua
miseria, ma deve saper accettare, lucidamente, la propria condizione e tutto ciò che essa implica.

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