STRUMENTI
Il liuto
Lo strumento più diffuso nelle corti rinascimentali è il liuto,
che ha origini popolari. È uno strumento a corde pizzicate,
subito riconoscibile per la forma piegata del manico. Chalumeau
Gli strumenti a fiato
Nelle corti private si usa il flauto traverso. Nel corso
di eventi e cerimonie pubbliche, invece, la musica deve
richiamare l’attenzione e stupire. Per questo diventa
fondamentale il suono potente di altri strumenti a fiato,
Tromba naturale
come la tromba naturale, lo chalumeau, antenato Liuto
del clarinetto, e il cornetto.
AUTORI E
MUSICA SACRA MUSICA PROFANA
FORME
Giovanni Pierluigi Josquin Desprès (1450-1521)
da Palestrina (1525-1594) Autore della Scuola fiamminga, compone musica
Grande compositore di musica polifonica vocale, sia sacra sia profana. Vive per
sacra polifonica vocale molti anni in Italia, operando a Milano, a Roma
senza strumenti (a cappella), e a Ferrara. Le sue composizioni più note sono
è il maggior esponente della le Frottole, brevi composizioni polifoniche
Scuola romana. La forma vivaci e divertenti scritte in italiano.
musicale legata al suo nome
è la Messa, successione di brani Luca Marenzio (1553-1599)
vocali e polifonici. Famoso soprattutto per i suoi Madrigali per più
voci. Il Madrigale è una forma di musica vocale
profana in stile polifonico, ispirato all’amore
Raffaella Aleotti o alla natura, con versi poetici.
(1575-1640 ca.)
È la prima compositrice italiana Adriano Banchieri (1568-1634)
a pubblicare un libro di musica Monaco bolognese, grande studioso, oltre alla
sacra, le Canzoni sacre. musica sacra ha scritto anche musica profana
innovativa. È ricordato soprattutto per i suoi
Madrigali dialogici, brevi composizioni, quasi
Giovanni Gabrieli (1557-1612) recitate, di carattere popolare e divertente.
È il più importante compositore
della Scuola veneziana. Insieme
Thoinot Arbeau (1519-1595)
allo zio Andrea sviluppa e
Autore di riferimento per la danza
rinnova la musica polifonica
rinascimentale. Raccoglie tutte le danze più in
strumentale. Le forme preferite
voga al suo tempo nel trattato Orchésographie.
sono le Canzoni a sonar e
La forma tipica delle danze, dal Medioevo fino
la musica per i cori battenti
al Seicento, è una forma bipartita, cioè divisa
(uno di fronte all’altro)
in due parti diverse e contrastanti.
di San Marco a Venezia.