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3 - L'Evoluzione Della Giustizia e Delle Riforme Ecclesiastiche Ed Economiche Nell'europa Del XVIII Secolo

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3: LA GIUSTIZIA

La giustizia era largamente ingiusta perché frammentata, c’erano diversi tipi di giustizia e di tribunali, era
inoltre inumana perché si serviva della tortura. Nella maggior parte dei Paesi europei erano attivi
tribunali signorili, ovvero i signori locali (feudatari) spesso avevano ancora il controllo locale di alcuni
crimini, e sottraevano parte del potere alla giustizia statale. La Chiesa disponeva di due tipi di tribunali
ecclesiastici, in uno erano giudicati i membri del clero, i quali rispondono prima al papa e poi al re; il
secondo esisteva in Italia e in Spagna (si spostava ovunque fosse diffuso il cristianesimo), era il tribunale
dell’Inquisizione, che trattava casi di eresia, di pensiero non conformista. La tortura era ampiamente
utilizzata come metodo di interrogatorio e la condanna a morte era molto frequente. I monarchi
illuminati tentarono di uniformare la giustizia e di darle un volto umano, ciò portò loro due vantaggi: di
immagine, perché così il sovrano era circondato da un’aura di regionevolezza e tolleranza; politico
poiché consentiva di colpire i giudici, i quali erano generalmente molto autonomi. Il rispetto della
giustizia e dei magistrati derivava dall’applicazione di una pedagogia del terrore. Quindi la clemenza e
l’umanità dei sovrani erano un modo per indebolire la magistratura. Il primo Paese ad abolire la tortura
fu la Prussia nel 1740 mentre quello ad abolire la pena di morte fu il Granducato di Toscana nel 1786. Si
cominciò a parlare di pene non punitive ma rieducative e si costruirono prigioni moderne. Il fine della
detenzione era di rendere i criminali capaci di reinserirsi nella società. I giudici inoltre furono più
obbligati a formulare i loro giudizi entro certi limiti fissati dalla legge.

4: IL GIURISDIZIONALISMO
Nel giurisdizionalismo lo Stato esercita una certa influenza e un certo controllo sugli atti della Chiesa e
sulle materie che non riguardano contenuti religiosi. Bisognava stabilire il rapporto fra potere spirituale
e Stato. Nei Paesi ortodossi le chiese erano sottoposte al controllo del sovrano. Nei Paesi protestanti le
chiese non si erano mai opposte al controllo dello Stato, la nazionalità veniva prima della fede. Nei Paesi
cattolici invece, non solo la Chiesa era la principale macchina culturale e assistenziale e legittimava il
potere di coloro che erano ai vertici della società, ma, in cambio di queste sue funzioni pubbliche, non
pagava delle imposte. In Austria, Maria Teresa cominciò a chiedere alla Chiesa la rinuncia ai privilegi
fiscali, ma dopo il rifiuto non chiese più l’autorizzazione al papa e impose al clero austriaco di pagare le
tasse (procedette alle riforme propria auctoritate, senza consultare la controparte), volle così
sottolineare che il clero austriaco prima faceva parte del popolo austriaco e poi del clero. Suo figlio
Giuseppe II emanò nel 1781 un editto di tolleranza e libertà di opinione religiosa, per lui era importante
che i sudditi si sentissero austriaci. Con lui nacque il giuseppinismo, ovvero la forma più drastica di
giurisdizionalismo. Soppresse gli ordini religiosi contemplativi, dediti alla preghiera, perché reputati
improduttivi e inutilmente costosi.
5: I GIANSENISTI E I GESUITI
L’imperatore e i monarchi ostili al potere dei papi avevano l’appoggio del movimento giansenista. I
giansenisti sostenevano l’indipendenza reciproca fra religione e politica, volevano un cattolicesimo più
austero ed erano convinti che gli Stati dovessero occuparsi di tutto tranne che del servizio divino, il
quale era compito della Chiesa, per loro il sovrano doveva avere il controllo del clero in quanto i membri
di esso erano suoi sudditi. Schierato dalla parte del papa stava la Compagnia di Gesù, i gesuiti
rispondevano direttamente e solo al pontefice. Erano confessori e consiglieri di sovrani e ministri e
detenevano il monopolio dell’educazione superiore delle classi dirigenti, inoltre si occuparono di
diffondere il cristianesimo nei territori delle colonie. Tuttavia, proprio per la loro influenza, cominciarono
a essere espulsi dai vari Stati europei, fino a che nel 1773 il papa fu costretto a sciogliere l’ordine. Si
dovettero rifugiare nei Paesi ortodossi o protestanti e solo nel 1814 la Compagnia fu rifondata.

7: LE RIFORME ECONOMICHE
Ci furono due principali modifiche in campo economico. La prima cercò di rendere il sistema fiscale più
equo. Prima il sistema fiscale si basava sulla ripartizione, il re e le assemblee dei ceti sociali si
accordavano sull’ammontare del denaro che lo Stato doveva spendere e poi il totale veniva ripartito per
ogni regione, con questo sistema si tendeva a una tassazione più pesante su coloro che non erano
esentati dal pagare le imposte, poiché la ripartizione veniva decisa dalle élite privilegiate. Quindi si cercò
di capire quanto ogni zona potesse fornire, uno strumento fondamentale furono i catasti: registri in cui
sono elencate tutte le proprietà private del regno, dove sono collocate e quanto producono. Si stabiliva
quanto una zona poteva produrre e chiedere quanto poteva fornire. Il problema era il bisogno di
aggirare le libertà di coloro che erano esentati dalle tasse, poiché questo nuovo sistema non era
accettato dai più tradizionalisti e dai più ricchi. I proprietari terrieri chiesero altre libertà, oltre
all’esenzione dalle tasse, quella di recintare le terre e la liberalizzazione del prezzo del grano, ovvero
stabilire loro il prezzo del grano senza considerare il limite imposto dallo Stato, ciò avrebbe portato
malcontento tra le classi più povere poiché i proprietari avrebbero venduto il grano al prezzo più
conveniente loro possibile. Inoltre chiesero l’abbandono dello statalismo, ovvero del controllo dello
Stato nell’economia, nel commercio, nella produzione e nella fornitura di beni e di servizi; chiedevano di
lasciare il mercato svilupparsi liberamente. Si sviluppò, inoltre, la fisiocrazia, una corrente economica
che sosteneva il governo della natura. La fisiocrazia contrasta col mercantilismo, il quale sostiene che
bisogna mantenere le ricchezze all’interno del Paese e queste ricchezze possono solo passare da un
paese a un altro; la fisiocrazia sostiene che solo in natura abbiamo una produzione ex novo di materie, di
beni. I fisiocratici sostenevano una tassazione uguale per tutti e la libertà del commercio del grano,
poiché, secondo loro, lasciare che i capitali affluissero senza intralci all’agricoltura era l’unico modo per
creare una ricchezza nuova. Coloro che dovevano mantenere l’ordine pubblico erano contrari alla
liberalizzazione del prezzo del grano e alle innovazioni fisiocratiche. Le monarchie illuminate cercarono
di limitare i privilegi della nobiltà, ma non erano aperte alla libera circolazione delle opinioni.
8: VERSO LA “MONARCHIA AMMINISTRATIVA”
Queste innovazioni portarono i monarchi illuminati a un riassestamento dei poteri, delle gerarchie e dei
privilegi. Dovevano indebolire le magistrature che ritardavano le riforme, consultando direttamente il
popolo, però facendo in questo modo rischiavano di mettere in moto un rimescolamento delle classi
sociali molto pericoloso. Uno dei primi tentativi di consultazione del popolo in vista di un cambiamento
complessivo della legislazione fu attuato dalla zarina Caterina II: moglie di Pietro III, il quale fu eliminato
da sua moglie nel 1762; sovrana illuminata, aveva come consigliere Diderot. Nel 1767 convocò
un’assemblea a cui incaricò di codificare le leggi, tuttavia fu un fallimento perché l’assemblea non arrivò
mai a una conclusione, quindi fu sciolta. La zarina escluse completamente dall’assemblea i servi della
gleba, ciò portò a una sollevazione, tra il 1773-1774, guidata da Emeljan Pugačëv, apparteneva a una
setta religiosa che criticava i costumi morali della Chiesa ortodossa, era inoltre un cosacco del Don,
membro di una minoranza etnica del mondo slavo che non fu mai veramente accettata dal mondo
russo; la rivolta fu domata dall’esercito imperiale.

1: “WHIGS” E “TORIES”
Nel 1600 la dinastia regnante in Inghilterra erano gli Stuart, i quali volevano governare senza il
Parlamento (nato nel 1215 con la Magna Charta Libertatum), il quale era l'organo di controllo del re.
Carlo I governò dal 1625 al 1649, aveva aspirazioni assolutistiche, per questo motivo il Parlamento prese
dei provvedimenti per controllare il re; fino al 1640 non convocò mai il Parlamento, fu convocato per la
prima volta nell’aprile (Short Parliament) ma la convocazione non andò a buon fine e dopo solo tre
settimane venne sciolto, venne convocato una seconda volta (Long Parliament). Carlo I fu giustiziato
pubblicamente e alla sua morte venne instaurata la Repubblica di Cromwell (1649-1658). Dopo la morte
di Cromwell, gli Stuart tornarono al potere con Carlo II e Giacomo II. Con la Glorious Revolution (1688-
1689) Guglielmo d’Orange cacciò Giacomo II, dovette firmare il Bill of Rights (1689), un elenco di leggi e
libertà che i sovrani dovevano rispettare.
Nel 1700 venne rinnovato l’equilibrio fra Parlamento e Re. Il Parlamento era bicamerale, diviso in due
partiti Whigs e Tories. Gli Whigs avevano una prospettiva contrattualista, distinguevano fra persona
fisica e carica istituzionale; i Tories avevano una prospettiva legittimista, il re ha il potere perché è colui
che detiene la sovranità su quel territorio e non perché ha firmato un patto coi cittadini. Durante la
Glorious Revolution (oppure Bloodless Revolution) i due partiti si alleano e chiedono aiuto a Guglielmo
d’Orange, mentre Giacomo II scappa col figlio in Scozia.
Il Parlamento inglese è bicamerale, costituito dalla Camera dei Comuni, elettiva, e la Camera dei Lord,
ereditaria e di nomina regia. Il sistema elettorale non è lo stesso in tutto il paese, il suffragio cambia da
zona a zona. Il Parlamento aveva il monopolio del potere legislativo e aveva dalla sua parte i diritti
contenuti nel Bill of Rights, che i sovrani dovevano rispettare; era rinnovato ogni tre anni. Dopo la
Glorious Revolution e con William of Orange, gli Whigs diventano il partito vicino al re, questo li spinge
ad assumere lo stile, le regole e la mentalità tory; mentre i Tories diventano il partito di opposizione,
cominciano a recarsi tra la gente e ad ascoltare le voci critiche; quindi entrambi i partiti si evolvono
perché acquisiscono pov diversi.
Nel 1702 la regina Anna sale al trono dopo la morte del cognato, nel 1707 con lo Union Act fu sancita
l’unificazione dei Regni d'Inghilterra e di Scozia. Con l’Act of Settlement venne stabilito che solo
protestanti potessero salire al trono, alla morte della regina Anna nel 1714, che morì senza figli, diventò
re un principe protestante tedesco, Giorgio I elettore di Hannover. Il periodo che seguì fu un periodo di
assestamento ma anche senza contrasti. I contrasti tra sovrano e Parlamento iniziarono con Giorgio III, il
quale voleva partecipare al governo, al contrario dei suoi predecessori che erano a tutti gli effetti
tedeschi che non parlavano nemmeno inglese; sotto il regno di Giorgio III si svilupperà la rivoluzione che
porterà all’indipendenza delle colonie americane.

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