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Prinzi Angela. I Canoni Di Giovanni Rossanese in Onore Di San Bartolomeo Di Grottaferrata

Il documento presenta un numero della 'Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici' che include articoli su vari aspetti della cultura bizantina e neoellenica. In particolare, l'articolo di Angela Prinzi analizza i canoni di Giovanni Rossanese in onore di San Bartolomeo di Grottaferrata, evidenziando il loro contenuto, metrica e stile. I canoni, redatti nel XIII secolo, celebrano la vita e le virtù del santo, con riferimenti alla sua origine e alla sua dedizione monastica.

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Prinzi Angela. I Canoni Di Giovanni Rossanese in Onore Di San Bartolomeo Di Grottaferrata

Il documento presenta un numero della 'Rivista di Studi Bizantini e Neoellenici' che include articoli su vari aspetti della cultura bizantina e neoellenica. In particolare, l'articolo di Angela Prinzi analizza i canoni di Giovanni Rossanese in onore di San Bartolomeo di Grottaferrata, evidenziando il loro contenuto, metrica e stile. I canoni, redatti nel XIII secolo, celebrano la vita e le virtù del santo, con riferimenti alla sua origine e alla sua dedizione monastica.

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DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELL’ANTICHITÀ

SAPIENZA UNIVERSITÀ DI ROMA

RIVISTA
DI

STUDI BIZANTINI
E NEOELLENICI
FONDATA DA S. G. MERCATI
DIRETTA DA A. LUZZI

N. S. 50 (2013)

ROMA 2014
INDICE

Francesca POTENZA, Un canone di Basilio Pegane dal Theotoca-


rion mosquense del 1021/1022 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

Angela PRINZI, I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san


Bartolomeo di Grottaferrata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 161

Rudolf S. STEFEC, Zwischen Urkundenpaläographie und Hand-


schriftenforschung: Kopisten am Patriarchat von Konstanti-
nopel im späten 15. und frühen 16. Jahrhundert . . . . . . . . . . 303

Domenico SURACE, Giovanni Santamaura e l’ortodossia litur-


gica: documenti dal codice Vallic. K 17. Con nuove identifi-
cazioni della sua mano in appendice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 327

Umberto RINALDI, Sulla resa del greco moderno in alfabeto


latino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 367

Pubblicazioni ricevute (a cura di Laura ZADRA) . . . . . . . . . . . . . . . 391


I CANONI DI GIOVANNI ROSSANESE IN ONORE
DI SAN BARTOLOMEO DI GROTTAFERRATA

SOMMARIO : Abbreviazioni bibliografiche, pp. 161-162 – Introduzione: 1. I canoni e


il loro contenuto, pp. 162-165 – 2. Metrica, lingua e stile dei canoni, pp. 166-179 –
3. Criteri di edizione, p. 179-181 – Testo e traduzione, pp. 182-301.

ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE (*)

BDRP = F. BLASS – A. DEBRUNNER, Grammatica del greco del Nuovo Testamento,


Nuova edizione di F. REHKOPF, edizione italiana a cura di G. PISI, Brescia
1982.
Bı¥ov kaıù politeı¥a = G. GIOVANELLI, Bı¥ov kaıù politeı¥a toỹ oΩsı¥oy patroùv hΩmw̃n
Neı¥loy toỹ Ne¥oy, Roma 1972.
D’AIUTO, L’innografia = F. D’AIUTO, L’innografia, in Lo spazio letterario del
Medioevo. Le culture circostanti, I, Roma 2004, pp. 257-300.
D’AIUTO, Tre canoni di Giovanni Mauropode = F. D’AIUTO, Tre canoni di Giovanni
Mauropode in onore di santi militari, Roma 1994 (Suppl. 13 al «Bollettino dei
classici»).
DELEHAYE, Syn. Eccl. Cp. = H. DELEHAYE, Synaxarium Ecclesiae Constantinopoli-
tanae, Bruxellis 1902.
DU CANGE = DU CANGE, Glossarium ad scriptores Mediae et Infimae Graecitatis,
I-II, Lugduni 1866 [rist. anast. Graz 1958].
EE = S. EUSTRATIADES, EıΩrmolo¥gion, Chennevières-sur-Marne 1932 (Agioreitikhù
Bibliouh¥kh, 9).
FOLLIERI, La Vita di s. Fantino = E. FOLLIERI, La Vita di s. Fantino il Giovane,
Bruxelles 1993 (Subsidia hagiographica, 77).
JANNARIS, An Historical Greek Grammar = A. N. JANNARIS, An Historical Greek
Grammar, Chiefly of the Attic Dialect, London 1897.
LAMPE = G. W. H. LAMPE, A Patristic Greek Lexicon, Oxford 1968.
Laud. Barth. = G. GIOVANELLI, S. Bartolomeo Juniore, cofondatore di Grottafer-
rata, Grottaferrata 1962 (testo, pp. 123-139; traduzione, pp. 143-170).

(*) Sono elencate di seguito solo le opere citate in nota più di una volta in
forma abbreviata, secondo le formule e le sigle utilizzate e qui sciolte.
162 Angela Prinzi

LBG = Lexikon zur byzantinischen Gräzität besonders des 9.–12. Jahrhunderts,


Wien 1994-2011.
LUZZI, Studi = A. LUZZI, Studi sul Sinassario di Costantinopoli, Roma 1995 (Testi e
Studi Bizantino-Neoellenici, 8).
PRINZI, La promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata = A. PRINZI, La
promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata voluta dal preposito
Pancrazio e attuata da Giovanni Rossanese, in Rivista di studi bizantini e
neoellenici, n.s. 47 (2010), pp. 57-79.
ROCCHI, De coenobio = A. ROCCHI, De coenobio Cryptoferratensi eiusque biblio-
theca et codicibus praesertim graecis commentarii, Tusculi 1893.
Thesaurus Graecae Linguae = H. STEPHANUS – C. B. HASE – L. DE SINNER –
Th. FIX – G. DINDORFIUS – L. DINDORFIUS, Thesaurus Graecae Linguae, I-VIII,
Parisiis 1831-1865.
TLG Online = Thesaurus Linguae Graecae. Irvine, [Calif.]: University of California
(https://www.tlg.uci.edu: updated to April 22. 2014).
TURYN, Dated Greek Manuscripts = A. TURYN, Dated Greek Manuscripts of the
Thirtheenth and Fourtheenth Centuries in the Libraries of Italy, I-II, Chicago–
London 1972.
Vita Barth. = E. PAROLI, La Vita di san Bartolomeo di Grottaferrata (BHG e
Novum Auctarium BHG 233), Roma 2008 (testo e traduzione, pp. 106-135).

INTRODUZIONE

1. I canoni e il loro contenuto

I quattro canoni per san Bartolomeo di Grottaferrata, editi per la


prima volta nel presente lavoro, sono tràditi dal manoscritto Crypt.
B.b.III (ff. 19v-32r) (1) e costituiscono, insieme all’encomio per lo stesso
Bartolomeo, l’opera originale del monaco criptense Giovanni da
Rossano (2). Quest’ultimo, in occasione della promozione del culto del

(1) Per la descrizione del codice cf. A. ROCCHI, Codices Cryptenses seu abba-
tiae Cryptae Ferratae, Tusculi 1883, pp. 140-142; TURYN, Dated Greek Manuscripts,
pp. 6-11; E. CRISCI, I palinsesti di Grottaferrata: studio codicologico e paleografico,
Napoli 1990, pp. 24 e 205-216.
(2) Un profilo biografico del copista criptense, dettagliato ma dai particolari
talora poco attendibili, è stato tracciato da ROCCHI, De coenobio, p. 39. Le stesse
notizie, riprese quasi ad litteram, sono riportate anche da Giovanelli in Laud.
Barth., pp. 118-119. Per una valutazione critica dei dati biografici relativi al Ros-
sanese cf. S. PARENTI, Aspetti poco noti dell’attività di Giovanni Rossanese copista
a Grottaferrata, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata, n.s. 53 (1999),
pp. 201-212: 201-203.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 163

santo voluta dal preposito Pancrazio, confezionò nel 1230 il codice(3),


copiando, oltre all’encomio e ai canoni, l’aßkoloyuı¥a in onore del santo(4)
e il Bı¥ov (5) tradizionalmente attribuiti a Luca, discepolo di Bartolomeo e
settimo egumeno di Grottaferrata (6).
Ispirati alla precedente produzione agiografica e innografica, i
quattro canoni del Rossanese risultano incentrati essenzialmente su due
tematiche: la rievocazione, più o meno esplicita, di alcuni episodi della
Vita del santo e la celebrazione delle sue virtù.
Il primo dato biografico presente nei canoni è l’origine rossanese di
Bartolomeo (7): evocata attraverso il riferimento alla sua condizione di
je¥nov a Grottaferrata (8), essa viene ricordata più volte mediante l’imma-
gine dell’astro mandato da «oriente» – la Calabria greca – a illuminare
«le regioni occidentali» (9).
Un secondo episodio a cui l’autore si richiama nei canoni è quello del
battesimo (10): menzionato nell’encomio (11), ma taciuto nel Bios, esso
viene ricordato unicamente al fine di illustrare, attraverso una paretimo-
logia, il significato del nome dato al santo in quell’occasione e mutato in
Bartolomeo al momento della monacazione(12).

(3) In merito alla proposta di datazione del manoscritto al 1230 piuttosto che al
1229 cf. PRINZI, La promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata, pp. 60-63.
(4) Si tratta di stixhraù proso¥moia, aßpolytı¥kia e di due canoni editi in Laud.
Barth., pp. 87-112 (testo e traduzione).
(5) Edito ibid., pp. 29-41 (testo) e 49-64 (traduzione) e, più di recente, ripro-
posto in Vita Barth., pp. 106-135 (testo e traduzione).
(6) Sulla discussa paternità del Bı¥ov cf. Vita Barth., pp. 59-63.
(7) Cf. can. II, 274-275; can. III, 106-107. L’origine rossanese di Bartolomeo è
ricordata da Giovanni anche in Laud. Barth., p. 125 (ll. 20-21) e p. 126 (ll. 13-14),
mentre nel Bı¥ov è detto provenire semplicemente dalla Calabria (cf. Vita Barth. 3
[p. 110, l. 1]). L’assenza di un topos così importante quale quello della patria del
santo è stata ampiamente discussa da PAROLI in Vita Barth., pp. 142-143 (nota di
comm. a 3, 1).
(8) Cf. can. I, 15-21. Per la jeniteı¥a o jenı¥a, vero e proprio Leitmotiv nelle Vite
dei santi greci dell’Italia meridionale e della Sicilia, cf. T. ŠPIDLÍK, La spiritualità
dei monaci greci in Italia. Alcuni aspetti peculiari, in La Chiesa greca in Italia
dall’VIII al XVI secolo. Atti del Convegno storico interecclesiale (Bari, 30 aprile-4
maggio 1969), Padova 1973 (Italia sacra, 22), pp. 1201-1204.
(9) Cf. can. II, 53-56, 210-213, 226-228; can. III, 270-273; can. IV, 123-124,
162-168.
(10) Cf. can. I, 146-150 e can. IV 366-367.
(11) Cf. Laud. Barth., p. 125 (ll. 24-27) e p. 127 (ll. 11-12).
(12) Cf. Laud. Barth., p. 127 (ll. 12-13) e can. II, 313-315; can. IV, 347-348, 356-
164 Angela Prinzi

Un terzo evento, sempre relativo all’infanzia di Bartolomeo e a cui


l’autore allude solo negli ultimi due canoni, è la partenza da Rossano e
la rinuncia alle agiatezze e ai privilegi derivanti dalla sua appartenenza
a una famiglia di antica nobiltà (13). Tale tematica, trattata solo en
passant nel Bios(14), è dettagliatamente sviluppata nell’encomio, dove
Giovanni, riprendendo un topos diffuso nei testi agiografici, informa
anche del dissenso inizialmente mostrato dai pur pii genitori del santo
di fronte alla scelta del figlio di abbracciare la vita claustrale(15).
Ricorrente nei primi tre canoni è il riferimento alla costruzione del-
la chiesa criptense (16) che – come sottolineato in can. I, 180-183 e
264-270 – costò grande fatica al santo (17).
A essere ricordate nell’opera sono ancora le dure pratiche asce-
tiche (18) — a cui Bartolomeo, come ricordato dal Rossanese in can. III,
43-49, si dedicò con perseveranza fin dalla fanciullezza — e la sua
elezione a egumeno (19), carica accettata solo a condizione di essere
affiancato da un coadiutore (20) – Cirillo – che ne detenne anche il titolo,
rifiutato dal santo per umiltà ed emulazione del maestro Nilo.

357, 366-367. Il nome di battesimo, Basilio – particolare, questo, probabilmente


ignoto ad altre fonti e mutuato dalla biografia del più famoso omonimo Bartolo-
meo da Simeri (cf. Vita Barth., p. 144) – è ricondotto da Giovanni al verbo basi-
ley¥ein in relazione alla sua capacità di dominare le passioni.
(13) Cf. can. III, 81-82 e 254-255; can. IV, 113-115.
(14) Cf. Vita Barth. 3 (p. 110, ll. 1-2); qui l’agiografo si limita a ricordare l’ori-
gine calabrese del santo e la sua partenza dalla patria per ritirarsi in monastero,
soffermandosi piuttosto sul perfetto esercizio della virtù mostrato da Bartolomeo
nonostante la sua giovane età.
(15) Cf. Laud. Barth., pp. 126 (l. 26)-127 (l. 10).
(16) Cf. can. I, 180-183 e 264-270; can. II, 71-75 e 121-123; can. III, 258-261,
324-325 e 399-404.
(17) Nonostante l’agiografo di Bartolomeo e lo stesso Rossanese – qui come
nell’encomio – accordino al santo gran parte del merito nell’edificazione della
Chiesa, è probabile che egli vi abbia in realtà contribuito soltanto completandola
o abbellendola; come ricorda il Crypt. A.b.V, Lezionario di XII sec., essa, infatti,
venne inaugurata il 17 dicembre 1024, quando Bartolomeo non era ancora egu-
meno (cf. A. ACCONCIA LONGO, Il canone di Bartolomeo per la consacrazione della
Chiesa di s. Maria a Grottaferrata, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata,
n.s. 47 [1993], pp. 133-163:139-141; Vita Barth., p. 67).
(18) Cf. can. I, 136-140 e 275-277; can. II, 189-190 e 196-197; can. III, 190-192,
232-233, 256-257 e 297-298; can. IV, 23-27, 178-182, 317-320 e 324-325.
(19) Cf. can. III, 129-131; can. IV, 145-148 e 275.
(20) Cf. Vita Barth. 5 (p. 112, ll. 10-12).
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 165

Trovano infine spazio nei canoni gli episodi della carestia e del-
l’apparizione di Gregorio Magno (21), dell’intervento del santo presso
l’allora papa Benedetto IX (22) e della sua mediazione tra il principe di
Salerno e i signori di Gaeta (23); non si trova invece alcun riferimento a
tutta una serie di miracula – quello della colonna, del muro e del cavallo
rubato (24) – di cui informano sia la Vita che l’encomio(25).
Alla rievocazione degli eventi più significativi del Bios di Barto-
lomeo si intreccia nei canoni la diffusa celebrazione delle sue virtù: tra
queste, soprattutto la misericordia (26), la paruenı¥a(27) – evocata anche
nell’encomio (28) e in alcuni sticheri prosomi dell’aßkoloyuı¥a in suo
onore (29) – e la grande abilità compositiva, ricordata più volte anche
nell’encomio e nella Vita e a motivo della quale nei canoni viene spesso
paragonato al grande Giuseppe Innografo(30).

(21) Cf. can. III, 204-209 e 210-215.


(22) Cf. can. II, 239-243; can. III, 216-221, 222-227, 262-269, 349 e 385-394.
Sulla vicenda storica di papa Benedetto IX cf. Vita Barth., pp. 73-75; G. ORIO-
LI, La rinuncia di Benedetto IX al secondo pontificato e l’anno di morte di s. Bar-
tolomeo di Grottaferrata, in Bollettino della Badia greca di Grottaferrata s. III, 9
(2012), pp. 169-178; S. LUCÀ, Le Boylaıù di Bartolomeo il Giovane, IV egumeno di
Grottaferrata, conservate nell’Angel. Gr. 41, in Ne¥a Rw¥mh 9 (2012), pp. 82-121:
92-95. La questione relativa a quale delle due abdicazioni del pontefice vada ri-
condotto l’intervento del santo è stata dettagliatamente trattata da PAROLI in
Vita Barth., pp. 76-84 e 88-90.
(23) Cf. can. III, 87-92 e 349. Per una sintetica ma esaustiva esposizione della
vicenda relativa alla liberazione del signore di Gaeta cf. Vita Barth., pp. 84-86.
(24) Al miracolo dell’aia il Rossanese dedica solo un fugace accenno in
can. IV, 360-361.
(25) Cf. Vita Barth. 7 e 8 (pp. 114-116); 14 (pp. 126-127); 16 (pp. 128-131); cf.
Laud. Barth., p. 132 (ll. 1-11; 12-15; 22-33) e p. 132 (l. 38)-p. 133 (l. 12).
(26) Cf. can I, 48; can. II, 263-264 e 317; can. III, 337, 342 e 345-346.
(27) Cf. can. I, 63, 101-102, 103-107; can. II, 91-92, 130-132, 316; can. III, 32-34,
136, 333-334; can. IV, 43, 184, 349-350.
(28) Cf. Laud. Barth., p. 125 (ll. 9-10) e p. 130 (ll. 5-6 e 22).
(29) Cf. il secondo degli sticheri di modo II autentico tràditi dal Crypt. B.b.III
ai ff. 5v-7v ed editi da S. PARENTI, Agiografia e innografia inedita per s. Nilo di
Rossano, in Il monachesimo d’Oriente e d’Occidente nel passaggio dal primo al se-
condo millennio. Atti del Convegno internazionale (Grottaferrata 23-25 settembre
2004), Grottaferrata 2009 (Analekta Cryptoferres, 6), pp. 257-272: 267; cf. anche
il secondo degli sticheri di modo grave (tƒ panypertı¥mw∞ mhtrıù Ueoỹ Lo¥goy wΩv tƒ
paruenı¥a∞ eΩaytoùn aΩrmo¥sav, f. 14r) e quello di modo II plagale del f. 15r (w® parue¥ne,
w® pa¥ter hΩmw̃n), ad oggi ancora inediti.
(30) Cf. can. I, 226-230; can. II, 231-233, 323-324; can. III, 340-341.
166 Angela Prinzi

2. Metrica, lingua e stile

a. Metrica

I canoni del Rossanese si compongono di otto odi, legate nei primi


tre da acrostico (31) – metrico, costituito ciascuno da due dodecasillabi
bizantini (32), nel secondo e nel terzo – e numerate da I a IX, con omis-
sione dell’ode seconda, come usuale già a partire dall’VIII-IX secolo(33).
Il numero dei tropari che le costituiscono è invece superiore a quello
canonico di quattro, affermatosi in seguito alla loro progressiva ridu-
zione rispetto al periodo più antico (34): se nel primo canone la maggio-
razione è di una sola strofe per ode – ad eccezione della IX che ne
computa ben cinque in più rispetto alla norma – nei rimanenti tre si
osserva un progressivo incremento (35). Peculiare dei canoni composti
dal Rossanese è, dunque, anche una certa disomogeneità nel numero
dei tropari non solo tra un inno e l’altro, ma anche all’interno dello
stesso componimento.
Innovativa rispetto alla tradizione innografica risulta anche l’occa-
sionale omissione del ueotokı¥on, tropario “speciale” contenente un’invo-
cazione alla Vergine pur se metricamente identico agli altri tropari della
stessa ode, a chiusura dei quali è introdotto in maniera piuttosto rego-
lare a partire dal IX secolo (36): nelle odi V e IV rispettivamente del
primo e del quarto canone esso è infatti sostituito da tropari celebrativi
di Bartolomeo. Viceversa, l’ode I del secondo si chiude non con uno, ma
con due ueotokı¥a (37).

(31) Nell’acrostico del primo canone, riportato dall’autore all’inizio del com-
ponimento, alla e della congiunzione de¥ corrispondono, nell’articolazione delle
strofi, non uno, ma due tropari (precisamente terzo e quarto dell’ode nona: Aeıù
kopiw̃n [...] e Idoy¥, nỹn [...]) a motivo dell’antistichia tra e e ai nella pronuncia del
greco medievale (cf. E. FOLLIERI, Antı¥stoixa, in Byzantina et Italograeca. Studi di
Filologia e Paleografia, a cura di A. ACCONCIA LONGO – A. LUZZI – L. PERRIA, Roma
1997 [Storia e Letteratura, 195], pp. 387-397).
(32) Costituiti secondo le norme comunemente seguite dai poeti bizantini,
presentano l’unica minima trasgressione prosodica del nome Baruolomaı̃ov.
(33) Cf. D’AIUTO, L’innografia, p. 278.
(34) Cf. ibid., p. 277.
(35) Per il secondo e il terzo canone si registra, infatti, un numero di tropari
che oscilla tra sette e otto, il quarto ne computa invece sette per ogni ode, tranne
l’ultima, che si compone di ben nove strofi.
(36) Cf. D’AIUTO, L’innografia, p. 277.
(37) In tutti e quattro i canoni si osserva, inoltre, l’occasionale omissione del-
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 167

Lo schema metrico dei canoni, composti nel rispetto delle due leggi
fondamentali dell’innografia bizantina – omotonia e isosillabismo – e, in
linea generale, fedeli ai modelli scelti come sequenze irmiche delle odi,
non è del tutto esente da apparenti irregolarità.
Significative risultano, in particolare, le deroghe all’isosillabismo.
Alcune sono dovute alla sostituzione della cosiddetta clausola «datti-
lica» (¯˘˘) con la «coriambica» (¯˘˘¯) e viceversa(38), una deroga a cui
l’autore ricorre diffusamente nei canoni e ammessa nella poesia
accentuativa in virtù dell’equivalenza ritmica, a fine colon, tra le due
sequenze (39). Altre deroghe all’isosillabismo comportano la presenza
di una o due sillabe in più – talvolta anche in meno – rispetto alla
strofe modello e non ricorrono sistematicamente all’interno di una
data ode (40): esse sono in verità poco rilevanti e di fatto non costitui-
scono una violazione sensibile, in quanto potevano essere opportuna-
mente mascherate dalla melodia che larga parte aveva nella
esecuzione di tali componimenti. Molto più interessanti sono, invece,
le apparenti anomalie rispetto al modello che ricorrono puntualmente
in tutti i tropari di una stessa ode: esse lasciano infatti intuire che il
testo dell’irmo noto al Rossanese divergeva, seppur di poco, dal testo

l’abbreviazione marginale solitamente presente nei codici innografici per segna-


lare il ueotokı¥on (cf. can. I, ode VII; can. II, odi III e IX; can. III, odi I e VII).
(38) La clausola «dattilica» è sostituita con la «coriambica» in can. I, 47, 89 e
232; can. II, 10, 20 e 293; can. III, 14, 255, 258, 266, 274, 298, 377, 397, 399, 401,
409, 411, 417, 419, 421, 427 e 441; can. IV, 40, 121, 124, 228, 240, 339, 357 e 386. Si
osserva viceversa la sostituzione della clausola «coriambica» con la «dattilica» in
can. I, 9 e 30; can. II, 270; can. III, 158, 179, 186, 193, 200 e 248.
(39) Cf. D’AIUTO, Tre canoni di Giovanni Mauropode, p. 70.
(40) Cf. can. I: 138-139, 213 e 220-221 (il surplus di sillabe rispetto al modello
potrebbe in tal caso trovare una giustificazione nella menzione dei santi comme-
morati insieme a Bartolomeo l’11 novembre); 234 e 244-245; can. II: 24, 88, 92,
112 e 116 (qui le tre sillabe in più rispetto al modello sono funzionali al completa-
mento dell’espressione do¥ja t√ to¥kw ∞ soy), 122, 130, 148, 158, 174, 254, 270, 280,
287 (il surplus di due sillabe corrisponde al verbo boΔ che completa l’espressione
wΩ v Paỹlov soi uespe¥siov), 291, 337 (le cinque sillabe in più, corrispondenti a
triaùv kaıù e¶sth, sono funzionali al completamento dell’espressione monaùv ki-
nhueı̃sa), 342 (il surplus di sei sillabe corrisponde all’espressione eyßsplagxnı¥av
krh¥nh); can. III: 4, 32 e 53, 161 e 203, 207 e 213, 240, 308; can. IV: 64, 71, 78 e 85;
69-70, 76-77, 83-84, 97 e 111; 132-133 e 144-145, 235, 265, 295, 300, 315, 322 e 329;
332; 345; 380.
168 Angela Prinzi

irmologico edito da Eustratiadis (41). È questo quanto si osserva in due


odi consecutive – IV e V – del primo canone e nell’ode VII del
secondo.
Per quanto riguarda il primo canone, il colon finale di ogni tropario
dell’ode IV – a eccezione del colon 89 in cui la clausola «dattilica» è
sostituita da una «coriambica» – computa tredici sillabe in luogo delle
sedici del modello secondo l’edizione di Eustratiadis(42). Parimenti, il
quart’ultimo colon di ciascun tropario dell’ode V presenta una sillaba in
più rispetto all’irmo pubblicato da Eustratiadis (43). Una situazione
simile si osserva nell’ode VII del secondo canone(44). Che in taluni casi
l’autore avesse presente un testo diverso, seppur lievemente, da quello a

(41) S. EUSTRATIADES, EıΩrmolo¥gion, Chennevières-sur-Marne 1932 (Agiorei-


tikhù Bibliouh¥kh, 9).
(42) Cf. EE, p. 34 (no 46) dove l’ultimo colon dell’irmo è do¥ja tƒ dyna¥mei soy,
Ky¥rie. Giovanni si mostra qui fedele alla tradizione criptense rappresentata dagli
irmologi Crypt. E.g.II (a. D. 1280; cf. A. ROCCHI, Codices Cryptenses seu abbatiae
Cryptae Ferratae, Tusculi 1883, pp. 427-428; S. LUCÀ, Su origine e datazione del
Crypt. B.b.VI (ff. 1-9). Appunti sulla collezione manoscritta di Grottaferrata, in Tra
Oriente e Occidente. Scritture e libri greci fra le regioni orientali di Bisanzio e l’Ita-
lia, a cura di L. PERRIA, Roma 2003, pp. 145-224: 207 e n. 269) e Crypt. E.g.III
(prima metà XII sec., proveniente da Carbone), dove ai ff. 29r e 37v l’ultimo colon
dell’irmo in questione manca della sequenza di tre sillabe corrispondente all’invo-
cazione finale Ky¥rie. La stessa situazione si riscontra, peraltro, anche in ambito
orientale nel ms. Athon. Laur. B. 32, al f. 22r (cf. S. LAMBROS, Catalogue of the
Greek Manuscripts on Mount Athos, vol. II, Cambridge 1900, p. 150, no 4590; ri-
produzioni fotografiche in C. HÖEG, Hirmologium Athoum, Copenhague 1938),
alla base, insieme al Par. Coislin 220, dell’edizione dell’EıΩrmolo¥gion di Eustratia-
dis (cf. EE, pp. b′-g′).
(43) Cf. EE, p. 38 (no 51): sw̃n prostagma¥twn. In tal caso è possibile solo ipo-
tizzare che nel modello del Rossanese il possessivo sw̃n fosse preceduto da un
monosillabo recante un accento non significativo a fini metrici, presumibil-
mente l’articolo tw̃n. Nessuno dei due irmologi criptensi menzionati sopra ri-
porta, infatti, l’irmo seguito da Giovanni per l’ode V: il Crypt. E.g.II (f. 36r) tra-
manda solo il primo dei tre irmi editi da Eustratiadis (inc. Ky¥rie oΩ ueo¥v), men-
tre il Crypt. E.g.III (f. 44r) riporta, oltre a questo, anche quello successivo (inc.
Kth̃sai hΩmãv). Entrambi gli irmi sono riportati anche dal ms. Athon. Laur.
B. 32, al f. 26r-v.
(44) Cf. EE, p. 71 (no 101), dove il penultimo colon dell’irmo è eyßloghtoùv oΩ
ueo¥v. Anche qui Giovanni dimostra di seguire la tradizione criptense: negli irmo-
logi E.g.II (f. 66r) e E.g.III (f. 82r) il colon presenta, infatti, una sillaba in più, cor-
rispondente alla seconda persona singolare del verbo eıßmı¥ (eyßloghtoùv eı® oΩ ueo¥v).
Tale variante, attestata anche dal ms. Athon. Laur. B. 32 (f. 47r), trova riscontro,
peraltro, nei cola 269, 282, 296 che riprendono alla lettera il colon dell’irmo.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 169

noi noto, sembra infine trovare ulteriore conferma nell’ode VI del primo
canone: in essa si registra, in relazione al penultimo colon, la coesi-
stenza di due schemi metrici diversi, uno dei quali corrispondente
appunto a una variante (de¥spota, Ky¥rie) di cui è lo stesso Rossanese a
informarci, riportando per intero nel codice criptense il testo dell’irmo.
Così, mentre il penultimo colon di ciascun tropario, a partire dal
secondo, corrisponde perfettamente a quello del modello come edito da
Eustratiadis (45), quello del primo tropario computa, conformemente
alla variante di cui sopra, sei sillabe invece di sette e presenta, nella
parte iniziale, il suo stesso schema metrico.
Significativa nei canoni del Rossanese risulta, inoltre, l’occasionale
aggiunta di uno o più cola al numero previsto dallo schema metrico di
una data ode: siano essi dotati di una loro autonomia dal punto di vista
metrico oppure modellati sul colon immediatamente precedente o
successivo, tali cola sono comunque sempre tutti pienamente inseriti nel
contesto della strofe e necessari alla compiutezza del discorso. Se ne
trovano in tutto quattro esempi, uno nel secondo canone – il colon 268,
che corrisponde perfettamente tanto per il numero di sillabe quanto per
la posizione degli accenti principali al colon precedente – e ben tre nel
quarto: il colon 308, metricamente diverso rispetto ai cola precedente e
successivo; il colon 363, il cui schema metrico corrisponde perfetta-
mente a quello del colon seguente; i cola 381 e 382, dei quali solo il
secondo è costruito sullo schema metrico del colon 383.
Nell’ode VIII del secondo canone si registra invece la caduta di un
colon (322), riconducibile probabilmente a un saut du même au même
dell’autore determinato da omoteleuto con il colon precedente.

b. Lingua e stile
I canoni presentano, accanto a caratteristiche proprie del greco
seriore, alcuni elementi peculiari della lingua antica riconducibili alla
formazione, classica e retorica, dell’autore(46).
A esprimere il gusto arcaizzante del Rossanese è, in primis, l’ampio
ricorso a tempi e modi verbali che nel greco medievale tendono a
sparire e vengono ripresi dall’atticismo letterario (47): il perfetto, di

(45) Cf. EE, p. 44 (no 59): aßna¥gage Ky¥rie.


(46) Cf. ROCCHI, De coenobio, p. 39.
(47) Cf. BDRP, § 65; FOLLIERI, La Vita di s. Fantino, p. 143.
170 Angela Prinzi

larghissimo impiego in tutti e quattro i canoni; l’ottativo, presente e


aoristo, di cui Giovanni fa un uso più moderato, alternandolo all’impe-
rativo e al congiuntivo nelle apostrofi dirette ai santi e alla Vergine; il
futuro, di utilizzo ancora più limitato (48). Altrettanto circoscritto risulta
l’uso della forma classica di superlativo a suffisso, in declino nella
lingua popolare (49) e di cui si registrano solo otto occorrenze in tutto il
testo (50); ancora meno diffuso è il ricorso al genitivo assoluto, che
occorre unicamente in can. III, 57-59 (Ana¥rxoy Patro¥v... eßpiuymh¥-
santov) e in can. IV, 34-36 (eyßfrainome¥nwn... po¥uwn sw̃n). Diversamente
da quanto solitamente avviene nella koinè e in pieno accordo con l’ere-
dità classica, l’autore conserva nei suoi canoni la coniugazione dei verbi
in -mi che nel greco tardo passano alla coniugazione tematica, fino a
sparire del tutto nel greco moderno (51); nel pieno rispetto delle norme
classiche, inoltre, non omette quasi mai l’aumento, sia esso sillabico o
temporale (52). All’uso classico rimanda anche l’attractio o assimilatio
relativi (53) di can. III, 343; in can. I, 60 si registra, invece, un caso di
attractio inversa(54). Indizio di ricercatezza stilistica e di sensibilità verso
la tradizione classica – e atticizzante in particolare – è la predilezione di
Giovanni per alcune caratteristiche ortografiche e morfologiche proprie
dell’attico: i gruppi consonantici -tt- e -rr- sono preferiti ai corrispettivi
-ss- e -rs-, come anche le forme scempie gı¥nomai e ginw¥skw, con sempli-
ficazione del gruppo consonantico -gn-(55), a gı¥gnomai e gignw ¥ skw. Per
quanto concerne la morfologia, significativo è il ricorso, nel terzo
canone (56), alla cosiddetta declinazione attica, di cui nel Nuovo Testa-
mento si registrano due soli esempi (57).

(48) In tutto il testo dei canoni esso ricorre infatti solo sei volte: can. I, 44 (aßl-
loiw¥ sei), 127 (makarioỹmen) e 175 (lh¥cq); can. III, 80 (prosoı¥sw) e 201 (aßroỹmen);
can. IV, 20 (eßkfra¥somen).
(49) Cf. BDRP, § 60.
(50) Cf. can. I, 166 (ueyterpe¥state) e 256 (eyßsebesta¥tw∞); can. III, 135 (eyßw-
de¥staton), 267 (sofw¥tatov), 297 (aßskhtikw ¥ taton) e 401 (xrysaygesta¥taiv);
can. IV, 165 (thlayge¥staton) e 369 (lamprota¥tw∞).
(51) Cf. BDRP, § 92.
(52) Fa eccezione solo la forma poetica fh̃ per e¶fhn (can. IV, 235).
(53) Cf. BDRP, § 294.
(54) Cf. ibid., § 295.
(55) Cf. ibid., § 34, 1, 2 e 4.
(56) Cf. can. III, 76 (aßna¥plewv), 197 (panı¥lewv), 188, 234 e 329 (ı™lewn).
(57) Cf. BDRP, § 44.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 171

Caratteristico del greco postclassico è invece l’uso dell’infinito


sostantivato, largamente impiegato nel testo dei canoni(58): eccezion
fatta per la forma toù dy¥nasuai – a cui il Rossanese ricorre soltanto in
can. I, 242 e can. III, 443 – tutte le altre occorrenze riguardano l’infi-
nito sostantivato al genitivo senza preposizione(59), che appartiene al
livello più elevato della koinè(60) ed è utilizzato in quattro casi con
valore finale (61). Diffuso è anche l’uso dell’articolo sostantivante il
participio (62) mentre in quattro soli casi (63) esso si accompagna ad
avverbi di tempo e di luogo (64). In ossequio alla consuetudine del
greco seriore, Giovanni ricorre ampiamente alla forma di superlativo
a prefisso (65) – costruito nella maggior parte dei casi con pan-, solo
occasionalmente con yΩper- e tris- (66) – e una sola volta al grado posi-
tivo dell’aggettivo con valore superlativo (67). Relativamente frequente è
l’uso di verbi vicari di eıß mı¥ , come yΩ pa¥ rxw, xrhmatı¥ zw, eyΩ rı¥ skw,
tygxa¥nw (68); al posto del classico genitivo assoluto, l’autore utilizza
talvolta il nominativus pendens o absolutus (69) e l’accusativo asso-
luto (70). Alla sintassi del greco tardo rimanda anche l’impiego – limi-
tato a una sola occorrenza – del praesens pro futuro (can. II, 255

(58) Cf. ibid., §§ 398-404.


(59) Toỹ + infinito si trova in dipendenza da preposizione solo in can. II, 165
(proù toỹ pla¥sai).
(60) Cf. BDRP, § 400.
(61) Cf. can. I, 140 (toỹ kerdh̃sai) e 263 (toỹ megaly¥nein); can. III, 229 (toỹ le¥-
gein) e 326 (toỹ sw¥zesuai).
(62) Cf. BDRP, § 413.
(63) Cf. can. I, 61 (tw̃n ka¥tw) e 238 (tw̃n aßnwta¥tw); can. II, 208 (toù prı¥n) e 313 (hΩ
prw¥ hn).
(64) Cf. BDRP, § 266, 1.
(65) Cf. FOLLIERI, La Vita di s. Fantino, p. 141.
(66) Impiegati rispettivamente solo in can. I, 295 (yΩpe¥rtimon); can. II, 264 e
can. IV, 395 (yΩpera¥gaue); can. III, 263 (yΩpe¥rtimov); can. II, 22 (trı¥solbe); can. IV,
170 (triso¥lbie) e 190 (Trisagı¥a).
(67) Cf. BDRP, § 244, 1. In can. II, 396 (wΩraı̃on) il superlativo è espresso con il
grado positivo dell’aggettivo in conseguenza della citazione di Sal 44, 3 dove
Ω raı̃on ha, appunto, questo valore.
w
(68) Cf. JANNARIS, An Historical Greek Grammar, § 2107.
(69) Cf. can. III, 212-213 (aßll aßnastre¥fwn ... pro¥kritov).
(70) Cf. can. II, 219-220 (Reystw̃n me fỹnta, rΩeystaù fronoỹnta). Per l’accu-
sativo e il nominativo assoluti cf. JANNARIS, An Historical Greek Grammar,
§§ 2143-2144.
172 Angela Prinzi

eyß logoỹmen) (71), della perifrasi costituita dal participio presente


insieme a una voce del verbo eıßmı¥ (can. IV, 182 eßkdexo¥menov h®sua)(72) e
di ı™na con l’indicativo futuro (can. III, 79-80 ı™n w∞ßda¥v... prosoı¥sw)(73).
Peculiari del greco postclassico sono infine l’infinito presente in -oı̃n
invece che in -oỹn (can. I, 203 plhroı̃n) per i verbi contratti in -o¥w(74);
l’utilizzo del numerale dy¥ o come indeclinabile (can. I, 321 dy¥ o
patrw¥nwn) (75); la forma, anch’essa indeclinabile, dell’aggettivo plh¥rhv
in can. I, 113 e can. IV, 376 (76); l’impiego di a¶mfw con il significato,
appunto tardivo, di «ogni» (can. IV, 49)(77); l’ipercorrettismo nell’uso
di eßn con il dativo per esprimere il complemento di moto a luogo(78),
di cui si registrano due soli esempi (79); l’uso, proprio del greco neote-
stamentario (80), di h®v in luogo di h®sua per la seconda persona singo-
lare dell’imperfetto di eıßmı¥ (81); la forma eßpe¥fanen in can. I, 36, senza
allungamento (82); la forma doı̃v (can. III, 56) per il congiuntivo aoristo
di dı¥dwmi, in luogo del classico d√v(83); il ricorso al diminutivo depo-
tenziato toù poı¥mnion in can. II, 124. Diffuso è, infine, l’impiego, già
attestato in autori classici, del nominativus pro vocativo (84).
La lingua dei canoni si caratterizza inoltre per la presenza di forme
rafforzate di superlativo, realizzate attraverso l’uso simultaneo di
prefisso e suffisso (85), e per l’impiego di calchi dal latino. Tra questi si
registrano le due occorrenze di prı¥gkic (= lat. princeps)(86), di cui il

(71) Cf. BDRP, § 323.


(72) Cf. ibid., § 353.
(73) Cf. ibid., § 369.
(74) Cf. ibid., § 91.
(75) Cf. ibid., § 631b ; FOLLIERI, La Vita di s. Fantino, p. 141.
(76) Cf. BDRP, § 137, 1.
(77) Cf. ibid., § 64, 6 ; FOLLIERI, La Vita di s. Fantino, p. 135.
(78) Cf. FOLLIERI, La Vita di s. Fantino, p. 173 n. 248.
(79) Cf. can. II, 76 (eßn w∞ü) e can. IV, 310 (eßn do¥jaiv).
(80) Cf. BDRP, § 98.
(81) Cf. can. II, 173 e can. IV, 248.
(82) Cf. BDRP, § 72, 1.
(83) Cf. ibid., § 95, 1.
(84) Cf. D’AIUTO, Tre canoni di Giovanni Mauropode, p. 74 n. 34.
(85) Cf. can. III, 15 (trismaka¥riste) e 231 (pagkra¥tiste); can. IV, 58 (paneyme-
nesta¥th).
(86) Cf. can. III, 87 (prigkipı¥oiv) e 349 (prı¥gkipev).
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 173

LAMPE registra un allotropo di seconda declinazione (prigkı¥piov / prig-


kipı¥ov)(87); te¥mplon (= lat. templum) (88), a cui il Rossanese ricorre in
can. III, 402 (te¥mploiv) in riferimento all’iconostasi; prw ¥ jimov (= lat.
proximus)( ), registrato s.v. pro¥jimov nel LAMPE, p. 1159, nel TLG Online
89

– stando al quale parrebbe attestato solo nove volte, a partire


dall’VIII-IX secolo – e nel LBG, p. 1409, che rimanda, per le sue occor-
renze, alla voce prw ¥ jimov (90).
A rendere particolarmente interessante il lessico dei canoni è, però,
più che la presenza di latinismi, il frequente impiego sia di termini di
occorrenza rara nel greco tardo e medievale sia di veri e propri neolo-
gismi che l’autore sembra coniare sulla scorta della sua formazione
retorica.
Rientra nella prima categoria il verbo aßntirrapı¥zw, a cui Giovanni
ricorre in can. II, 240 (aßnterrapı¥suh) e di cui il Thesaurus Graecae
Linguae (s.v., col. 982), il LBG (s.v., p. 135) e il TLG Online registrano
soltanto due occorrenze; lo stesso numero di attestazioni è dato per
l’aggettivo ey¶poliv, impiegato in can. IV, 60 (eyßpo¥lidav)(91). Di impiego
assai limitato è anche il verbo aßnteisoikı¥zw a cui l’autore ricorre in
can. III, 164 (aßnteisoikı¥zq) e che sembrerebbe non attestato prima del
IX secolo: i repertori ne registrano infatti solo sette occorrenze(92), la
prima delle quali nella prima omelia di Niceta David Paflagone(93).
Limitato è anche il numero di attestazioni di eßjile¥oy per eßjileoỹ
(can. IV, 70), solo cinque – stando al TLG Online – tra i secoli IX-X e
XIII-XIV. Ancor più circoscritto risulta l’uso delle forme ibride neı¥moiv
(can. III, 167) – impiegato due sole volte tra l’VIII-IX e il XIII-XIV(94)
secolo – ed eßgrh¥gorke (can. III, 179), di cui il TLG Online registra una
sola occorrenza (95). Attestata unicamente nel testo dei canoni sembra

(87) Cf. LAMPE, s.v., p. 1131.


(88) Cf. ibid., s.v., p. 1387.
(89) Cf. can. III, 223.
(90) Cf. LBG, s.v., p. 1466.
(91) Cf. ibid., s.v., p. 626.
(92) Cf. Thesaurus Graecae Linguae (s.v., col. 865); LBG (s.v., p. 120) e TLG
Online.
(93) Cf. Nicetas David Paphlagon, Homeliae septem (ed. F. LEBRUN, Nicétas le
Paphlagonien. Sept homélies inédites, Leuven 1997, p. 165, l. 14).
(94) Cf. TLG Online.
(95) Cf. Eust. Thessal., Commentarii ad Homeri Iliadem (ed. M. VAN DER VALK,
174 Angela Prinzi

essere, invece, la forma di ottativo aoristo ley¥ssaiv (can. III, 356),


coniata verosimilmente sulla scorta del già raro ley¥sseie(n), di cui il
TLG Online registra due sole occorrenze in tutta la grecità, nel III-IV
secolo.
Limitate risultano anche le attestazioni del sostantivo aßbysso-
to¥kov (96), impiegato, oltre che dal Rossanese in can. II, 21 (aßbysso-
to¥ kon), soltanto otto volte tra l’XI e il XIII secolo; altrettanto
circoscritto sembra essere l’uso dell’aggettivo ue¥arxov, che Giovanni
preferisce al più diffuso uearxiko¥v evidentemente metri causa: atte-
stato non prima del IX secolo, esso, stando al TLG Online, sembre-
rebbe ricorrere solo un’altra volta nel greco bizantino a parte
l’occorrenza nel testo dei nostri canoni (97). Sempre a esigenze di
natura metrica potrebbe essere ricondotto l’uso, abbastanza frequente
nei canoni, del sostantivo Neı¥lwn in luogo di Neı̃lov, al genitivo,
dativo e accusativo (98): trattasi di una forma assai rara, di cui il TLG
Online registra solo tre occorrenze in tutta la grecità, la più antica del-
le quali rimonta al X-XI secolo e, più precisamente, a Paolo, secondo
abate di Grottaferrata (99). Limitata risulta anche la frequenza, nel
greco medievale, dell’aggettivo aßjio¥lektov e della forma avverbiale
eßmpo¥uwv (100): del primo – impiegato dall’autore in can. III, 299 (aßjio¥-
lekton) e registrato già nel Thesaurus Graecae Linguae (s.v., col. 1087)
– il LBG (s.v., p. 144) e il TLG Online riportano, a partire dall’XI
secolo, solo cinque attestazioni, mentre il secondo risulta impiegato,

Eustathii archiepiscopi Thessalonicensis Commentarii ad Homeri Iliadem pertinen-


tes, Lugduni Batavorum 1979, vol. III, p. 17, l. 12).
(96) Cf. LBG, s.v., p. 3 e TLG Online.
(97) Cf. can. II, 372 (uea¥rxoy).
(98) Cf. can. II, 36; can. III, 90 e can. IV, 170 (Neı¥lwnov); can. I, 222; can. II,
27, 201, 212; can. III, 272 e can. IV, 264 (Neı¥lwni); can. III, 82 (Neı¥lwna). Come
una mera scelta di stile potrebbe essere spiegato, invece, il ricorso al nominativo
Neı¥lwn in can. II, 373, can. III, 183 e IV 386 – equivalente alla forma Neı̃lov tanto
per il numero di sillabe quanto per la posizione dell’accento – come anche l’uso
del genitivo Neı¥lwnov nella rubrica del quarto canone.
(99) La forma di accusativo Neı¥lwna ricorre nel contacio per san Nilo, al co-
lon 17 (cf. S. GASSISI, Poesie di san Nilo iuniore e di Paolo, abbati di Grottaferrata,
Roma 1906 [Innografi Italo-greci, 1], p. 55).
(100) Cf. Thesaurus Graecae Linguae, s.v., col. 899; LBG, s.v., p. 494 e TLG On-
line.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 175

oltre che nei canoni del Rossanese (101), una sola volta in due opere di
carattere agiografico (102). A due sole occorrenze sembra essere limitato
anche l’uso, tra il XII e il XIV secolo, dell’avverbio syntro¥mwv (103),
impiegato in can. I, 253 e 306 e can. II, 252, 340 e 390; così pure il
sostantivo ka¥tofryv, a cui Giovanni ricorre in can. I, 232 (ka¥tofryn) e
utilizzato solo quattro volte in tutta la grecità medievale(104). Proprio
in can. II, 247 sembra invece conoscere la sua prima attestazione
l’avverbio aßsyley¥twv, formato a partire dall’aggettivo aßsy¥leytov già di
per sé raro, registrandone il LBG (s.v., p. 222) una sola occorrenza.
Limitate risultano anche le occorrenze della forma di superlativo a
prefisso panteylo¥ghtov: registrata dal KRIARAS (s.v., p. 293) (105) e
impiegata due volte nei canoni (106) – il Thesaurus Graecae Linguae
(s.v., col. 167) e il TLG Online ne riportano, infatti, solo dodici, dal IV
secolo, a cui risalgono la prime attestazioni, fino al XIV. Altrettanto
circoscritto sembra essere l’uso del participio tmw ¥ menov, formato a
partire dal verbo tma¥w (che il Thesaurus Graecae Linguae e il TLG
Online riconducono a te¥mnw): impiegato dal Rossanese in can. IV, 193
(tmwme¥nh), di tale forma participiale risultano, dal II al XIII secolo,
solo cinque attestazioni (107). Rientra, inoltre, tra i termini rari utiliz-
zati dall’autore un gruppo di composti con patr-: patro¥moiov, che
ricorre in can. II, 128 e di cui il LBG (s.v., p. 1248) e il TLG Online
registrano in tutto nove occorrenze, una delle quali proprio nell’en-
comio del Rossanese (108); patro¥pappov, attestato – oltre che in can. III,

(101) Cf. can. II, 50; can. III, 340.


(102) Cf. Cosmas Vestitor, Oratio III de translatione corporis mortui Joannis
Chrysostomi (ed. C. I. DYOBOUNIOTES, Kosmã Bestı¥twrov aßne¥kdota eßgkw¥mia eıßv
thùn aßnakomidhùn toỹ leica¥noy toỹ eßn aΩgı¥oiv patroùv hΩmw̃n Iwa¥nnoy toỹ Xrysosto¥-
moy, in Epethrıùv Etaireı¥av Byzantinw̃n Spoydw̃n 2 [1925], pp. 55-83: 67, l. 7); Vita
s. Ioannis Chrysostomi (ed. H. SAVILE, Toỹ eßn aΩgı¥oiv patroùv hΩmw̃n Iwa¥nnoy aßr-
xiepisko¥poy Kwnstantinoypo¥lewv toỹ Xrysosto¥moy tw̃n eyΩriskome¥nwn [...], Eto-
nae 1612, vol. VIII, pp. 294-371: 363, l. 42).
(103) Cf. LBG, s.v., p. 1712 e TLG Online.
(104) Cf. Thesaurus Graecae Linguae, s.v., col. 1367; LBG, s.v., p. 813 e TLG On-
line.
(105 ) Cf. E. KRIARAS (E. Kriarãv), Lejikoù th̃v mesaiwnikh̃v Ellhnikh̃v
dhmw¥doyv grammateı¥av, 1100-1669, I-IX, Uessalonı¥kh, 1968-1985.
(106) Cf. can. I, 163 e can. IV, 272 (panteylogh¥toy).
(107) Cf. TLG Online.
(108) Cf. Laud. Barth., p. 126 (l. 36).
176 Angela Prinzi

16 (patro¥pappe) – solo altre quattro volte (109); patropro¥blhtov, che


ricorre soltanto in can. II, 103 (patroproblh¥toy) e in altri tre casi(110);
la forma avverbiale patroproblh¥twv(111), di cui il Thesaurus Graecae
Linguae (s.v., col. 618), il LBG (s.v., p. 1248) e il TLG Online regi-
strano solo cinque occorrenze. Numerose risultano invece le attesta-
zioni del verbo lh¥bw, che Giovanni impiega quattro volte, due nel
testo dei canoni (112) e – come risulta dal LBG (s.v., p. 931) – due
nell’encomio (113); eccezion fatta per l’opera del Rossanese, le numerose
occorrenze che di lh¥bw il TLG Online registra rimandano esclusiva-
mente a testi di natura grammaticale e lessicografica, dove viene
ricondotto al verbo lamba¥nw, da cui esso mutua tanto il significato
quanto le forme del futuro, dell’aoristo e del perfetto. Attestata unica-
mente nei lessici, peraltro solo quattro volte, risulta altresì la voce
verbale y™dw (114), ricondotta per il suo valore semantico ai verbi yΩmne¥w e
a∞¶dw (115). Interessante risulta infine l’uso del verbo aßnymnologe¥w in
can. II, 332 (aßnymnologw̃men), non tanto in virtù del numero delle sue
attestazioni – neanche, del resto, così limitato – quanto perché quasi
specialistico del lessico innografico: il LBG (s.v., p. 141) e il TLG
Online ne registrano infatti ventisette occorrenze, tutte in opere che
rimandano appunto all’ambito innografico se si eccettua la Oratio
relativa a Niceta il Giovane attribuita a Teodoro Muzalone (BHG
2302) (116).
Ancora più cospicua e interessante è la presenza di termini, per la
gran parte composti, che non sembrano trovare altra attestazione se
non nell’opera del Rossanese, in prosa o in versi. Un primo esempio è
dato dall’aggettivo pammy¥ristov, di cui si registrano in tutto tre occor-
renze, due nei canoni (117) e una nell’encomio(118), l’unica finora segna-

(109) Cf. LBG, s.v., p. 1248 e TLG Online.


(110) Cf. LBG, s.v., p. 1248.
(111) Cf. can. IV, 195.
(112) Cf. can. II, 57 (lh¥bontav) e can. III, 154 (proslh¥bwn).
(113) Cf. Laud. Barth., p. 126 (l. 22) e p. 128 (l. 38).
(114) Cf. can. II, 244 (y™doysan).
(115) Cf. TLG Online.
(116) Cf. F. HALKIN, Hagiographica inedita decem, Turnhout 1989 (Corpus
Christianorum. Series Graeca, 21), p. 129, ll. 10-11.
(117) Cf. can. III, 177 e can. IV, 39 (pammy¥riste).
(118) Cf. Laud. Barth., p. 136 (ll. 39-40).
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 177

lata (119). La stessa osservazione vale per un altro aggettivo, aßristaı¥netov,


anch’esso segnalato nel LBG (s.v., p. 196), impiegato dall’autore non
solo in can. III, 205 (aßristaı¥neton), ma anche nell’encomio(120). Con rife-
rimento esclusivo al Rossanese sono registrati nello stesso repertorio
anche i sostantivi parua¥nandrov e ueiomarty¥rhtov (121): oltre che nei
canoni qui editi (122), infatti, essi ricorrono rispettivamente ai vv. 14 e 3
di due diversi componimenti in dodecasillabi bizantini vergati in minu-
scola ai ff. 2r e 3r del Crypt. B.b.III (123).
Altri neologismi, molti dei quali composti, sembrano invece
trovare la loro esclusiva attestazione nel testo dei canoni di cui si
offre infra l’editio princeps. Alcuni parrebbero introdotti dal Rossa-
nese metri causa: il neutro y™pnwma (can. I, 85) e la forma di genitivo
plurale aßmpla¥kwn (can. IV, 209), utilizzati in sostituzione delle forme
classiche y™pnov e aßmplakı¥wn al fine di rispettare la legge dell’isosilla-
bismo; gli aggettivi nazhrı¥v (can. IV, 244) – attestato nei repertori
solo nella forma nazhraı̃ov / naziraı̃ov(124) – e sy¥rrakov (can. II, 286),
coniati verosimilmente per la stessa esigenza metrica e per la cui
possibile interpretazione si veda infra (125 ); l’accusativo ıΩ so¥ suenon
(can. II, 117) che, diversamente dalla forma classica ıΩ sosuenh¥ ,
permette all’autore di conservare lo schema metrico dell’irmo rispet-
tando la legge dell’omotonia fedelmente osservata nei cola 109, 125,
133, 141, 149 e 157. Frutto della vena creativa del Rossanese sembra
vadano infine considerati aßrxı¥prwta (can. I, 313), il vocativo ueyter-
pe¥state (can. I, 166) (126) – forma classica di superlativo a suffisso da
un non altrimenti attestato *ueyterph¥ v –, myrorry¥ tora (can. III,

(119) Cf. LBG, s.v., p. 1183.


(120) Cf. Laud. Barth., p. 129 (l. 24).
(121) Cf. LBG, s.v., pp. 1237 e 668.
(122) Cf. can. I, 58; can. III, 383 e can. IV, 161 (parua¥nandre); acrost. can. III
(ueiomarty¥rhton).
(123) Per il componimento al f. 2r cf. TURYN, Dated Greek Manuscripts I, p. 7;
Ph. EUANGELATOU–NOTARA, Sylloghù xronologhme¥nwn « shmeiwma¥twn » eΩllhnikw̃n
kwdı¥kwn 13oy aıß., Athena 1984, p. 30; per il secondo cf. invece Laud. Barth., p. 18.
(124) Cf. LAMPE, s.v., p. 896; LBG, s.v., p. 1065; Thesaurus Graecae Linguae,
s.v., coll. 1345-1346; TLG Online.
(125) Cf. p. 229 n. 14 (sy¥rrakov) e p. 289 n. 35 (nazhrı¥v).
(126) Cf. supra, p. 170 e n. 50.
178 Angela Prinzi

146) (127 ), per una possibile esegesi del quale si veda infra (128 ),
dı¥sgryfa (can. III, 180) – che l’autore sembra coniare premettendo al
già rarissimo gryfo¥v (129) il prefisso dis- –, eyßyphko¥oyv e karhklı¥toyv
(can. IV, 315 e 321).
Dal punto di vista stilistico, i canoni si caratterizzano innanzi-
tutto per l’accumulazione di invocazioni ed epiteti riferiti sia al santo
che al Signore e alla Vergine: tale procedimento, molto diffuso tra gli
innografi di non eccelso talento, conferisce ai tropari un aspetto
frammentario e spesso ripetitivo (130). Indice di non raffinata abilità
compositiva è anche la presenza di forme solitamente non utilizzate
nella produzione innografica: l’elisione, alla quale egli ricorre con
una certa frequenza (131), e la forma distratta pa¥ı̈v in can. III, 186.
Riconducibili alla formazione classica e retorica del Rossanese sono
altresì alcune forme poetiche riscontrabili nei canoni, ovvero ı¶an per
oı¶an o mı¥an (can. II, 89) (132), min per hΩmı̃n (can. III, 19) e fh̃ per e¶fhn
(can. IV, 235).
Tra le figure retoriche più di frequente impiegate nel testo sono
l’enjambement tra cola spesso accompagnato dall’iperbato (cf. ad es.
can. I, 226-227: ¶Aismata ... panterph̃), e la paronomasia (cf. can. IV,
46-47: Eyürev ... ey®rov e 311-313: lamprynueı¥v ... lampry¥naiv ... lampry¥-
nontav ... lampra¥n ... la¥mcin, dove, oltre al poliptoto, si riscontra anche
la figura etimologica). Altre figure retoriche presenti nei canoni sono
l’enallage (un esempio è in can. III, 403 e in can. IV, 369, dove in
entrambi i casi l’aggettivo è sostituito con un sostantivo) e il poliptoto

(127) La correzione di myromyry¥tora, forma anortografica probabilmente de-


terminata dalla diplografia della sillaba my-, nel composto myrorry¥tora trova con-
forto nella metrica: diversamente dalla prima, infatti, quest’ultima forma permet-
te di rispettare sia l’omotonia che l’isosillabismo rigorosamente osservati nei cola
degli altri tropari dell’ode a esso corrispondenti.
(128) Cf. traduzione p. 249.
(129) Il LBG, s.v. grı̃fov, p. 330 ne registra una sola attestazione in J. e P. ZE-
POS, Ius Graecoromanum, I-VIII, Aalen 1962 (I, l. 5, p. 392); è interessante osser-
vare che il neutro toù gryfo¥n si trova qui associato al composto dysxere¥v, impiega-
to anche in Vita Barth. 4 (p. 112, l. 18) in relazione alla difficile esegesi di alcuni
passi scritturistici.
(130) Cf. D’AIUTO, Tre canoni di Giovanni Mauropode, p. 74 n. 36.
(131) Cf. can. I, 323; can. III, 180, 208; can. IV, 265.
(132) Attestata quarantuno volte in tutta la grecità, a partire da Omero e fino al
XII secolo, nei lessici tale forma è ricondotta a mı¥an e a oı¶an (cf. TLG Online).
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 179

(cf. can. I, 79 e can. IV, 312). In can. I, 61 l’autore esprime il contrasto tra
la dimensione terrena e quella celeste mediante una costruzione che
comporta l’accostamento di ka¥tw e y™cov. In can. II, 235 egli ricorre invece
a un tipo di brachilogia piuttosto insolita: essa impone, infatti, di sottin-
tendere non già un participio precedentemente espresso, bensì il verbo
della proposizione principale in forma di participio sostantivato(133).

3. Criteri di edizione
Dei canoni di Giovanni Rossanese si offre qui di seguito l’edizione
critica con traduzione italiana arricchita da note di commento limitata-
mente ai soli luoghi che necessitano di particolare esegesi. In calce al
testo greco, come usuale, trova posto un duplice apparato, delle fonti
(scritturistiche e loci similes) e critico.
Il testo, così come trasmesso dal manoscritto, è sostanzialmente
corretto: le rare anortografie che esso presenta sono state emendate con
debita segnalazione in apparato.
Trattandosi di un codex unicus e, in particolare, di un autografo(134),
ho preferito dar conto in apparato anche degli errori – in verità spora-
dici – derivanti dalla pronuncia bizantina (135) e degli scambi – più
frequenti, sebbene non diffusissimi – tra accenti acuti, gravi e circon-
flessi (136), rettificati in due casi verosimilmente dallo stesso autore(137).
La particolare accuratezza del Rossanese nell’ortografia si evince

(133) Cf. BDRP, § 479, 1 e n. 3.


(134) Cf. a tal proposito E. V. MALTESE, Ortografia d’autore e regole dell’editore:
gli autografi bizantini, in Rivista di studi bizantini e neoellenici n.s. 32 (1995),
pp. 91-121.
(135) Escludendo i luoghi in cui è probabilmente l’autore stesso a intervenire
con correzioni nell’interlinea (cf. can. I, 134: de¥spina, con i corretta in oi; can. III,
67: paruenomh¥twr, con w corretta in o e 89: e¶mplewi, con wi corretto in oi;
can. IV, 256: kra¥jomen, con o corretta in w e 394: Oıßktı¥rmwn, con w corretta in o),
gli errori si riducono infatti a cinque, tre di itacismo (cf. can. I, 232: yΩcipe¥tin per
yΩcipe¥thn; can. II, 278: ı¶de per eı®de; can. III, 55: xorı¥ai per xoreı¥ai) e due di scam-
bio tra o e w (can. II, 210 (rΩoysı¥on per rΩoysı¥wn) e can. III, 331: hΩma¥rtwmen per
hΩma¥rtomen).
(136) Cf. can. I, 29, can. II, 45 e 75, can. IV, 119 (ueı̃an per ueı¥an); can. I, 204
(diplhùn per diplh̃n); can. I, 324 e can. IV, 280 (triplhùn per triplh̃n) can. II, 222 e
313 (ueı̃a per ueı¥a); can. II, 254 (basileı̃an per basileı¥an) can. III, 379 (bauỹn per
bauyùn) e 401 (xrew̃n per xrew ¥ n); can. III, 16 (Baruolomaı̃oy per Baruolomaı¥oy) e
134 (mỹron per my¥ron); can. III, 432 (aßktı¥si per aßktı̃si) can. IV, 24 (a¶ula per
a®ula), 76 e 295 (ıßsxỹn per ıßsxyùn), 192 (eΩniaı̃a per eΩniaı¥a).
(137) Cf. can. II, 141 (hΩmaùv corretto in hΩmãv) e 146 (ueı̃wn corretto in ueı¥wn).
180 Angela Prinzi

anche dall’uso appropriato dei segni diacritici: rara è l’omissione degli


spiriti e degli accenti tonici (138) – registrata anch’essa in apparato – come
pure l’impiego dell’accento acuto in luogo di quello grave su parole non
seguite da un segno di interpunzione (139); compare la coronide a segna-
lare la crasi (140); l’apostrofo non viene mai omesso.
Nell’accentazione delle enclitiche e delle parole toniche che le
precedono sono state seguite, in accordo con il manoscritto, le regole
tradizionali del greco classico (141), da cui ci si è discostati nell’accenta-
zione delle properispomene seguite da un’enclitica (142): rispettando
anche in tal caso l’autografo, è stato infatti omesso l’accento d’enclisi,
non avvertito nella pronuncia del greco medievale e privo di valore nella
metrica accentuativa dell’innografia bizantina(143). Per lo stesso motivo
è stata conservata la grafia pãter al vocativo singolare: ricorrendo siste-
maticamente nel testo (144), essa sembra infatti rientrare nell’usus scri-
bendi dell’autore che evidentemente considerava l’alpha come lunga
invece che come breve. Per la stessa ragione si è scelto di conservare – in
can. II, 383 e can. III, 201 – la grafia eßkpanto¥v, di cui si registrano
peraltro diciassette attestazioni, tutte tra il XIII e il XIV secolo(145).
La congiunzione te, usata diffusamente nel testo, è sempre atona e
l’aggettivo o pronome indefinito tiv / ti si comporta sempre come nel
greco classico.

(138) Cf. can. I, 26 e 99 (toyv), 41 (eßstin), 59 (aytoỹ) e 234 (pasav); can. II, 272
(peiran); can. III, 93 (pasan), 154 (oΩlon), 253 (kai) e 415 (Ghuetai); can. IV, 76
(e¥kthntai), 83 (paresxe), 157 (pro) e 300 (despothn).
(139) Cf. can. I, 41 (plh¥n); can. II, 50 e can. III, 360 (h™n); can. IV, 313 (th¥n).
(140) Cf. can. IV, 290 (proyßte¥ueika).
(141) L’unica eccezione è rappresentata da can. IV, 141 (aßpqw¥rhsav soy); altro-
ve, infatti, nel caso di proparossitone seguite da un’enclitica, l’accento d’enclisi
viene sempre riportato dall’autore.
(142) Cf. can. I, 61 (eßjh̃re se), 91 (oy®san se), 93 (eßpikaloỹmai se); can. II, 287
(Paỹlov soi); can. III, 7 (megaleı̃a soy), 245 (klh̃ron me), 373 (timw̃ntav se);
can. IV, 112 (pouoỹntav se), 143 (prãjin soy), 224 (prosfwnoỹntav soi), 245
(klh̃ron me).
(143) Cf. E. FOLLIERI, I calendari in metro innografico di Cristoforo Mitileneo, I:
Introduzione, testo e traduzione, Bruxelles 1980 (Subsidia Hagiographica, 63),
pp. 48-49.
(144) L’unica incertezza è rappresentata da can. I, 60: in tal caso infatti il ma-
noscritto presenta la forma compendiata per il vocativo priva di accento. Nel te-
sto è stata comunque adottata la grafia pãter per analogia con il resto delle oc-
correnze.
(145) Cf. TLG Online.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 181

È stato ripristinato tacitamente, laddove necessario, lo iota


subscriptum, presente nel manoscritto in maniera irregolare; nei casi in
cui viene annotato, figura comunque sempre come ascritto. Esso risulta
sistematicamente omesso, quale secondo elemento del dittongo impro-
prio wi, nel verbo sw ¥ zw e nei suoi composti, secondo una tendenza che
si osserva già nei manoscritti più antichi del Nuovo Testamento(146): ho
pertanto scelto di conservare tale grafia.
Irregolare risulta anche l’uso della dieresi su iota e, più raramente,
su ypsilon, accolta, secondo l’uso moderno, solo nei casi in cui dette
vocali non formino dittongo con quella precedente(147).
Nella presentazione del testo ho preferito seguire la suddivisione in
cola offerta dal manoscritto. Non mi è sembrato opportuno proporre
un ulteriore raggruppamento dei cola in versi in base al senso e alla
posizione prevalente delle pause logiche nei tropari a causa delle diso-
mogeneità riscontrate nella struttura metrico-sintattica dei tropari del-
le varie odi.

Università di Roma «Tor Vergata» Angela PRINZI

(146) Cf. BDRP, § 4, 26 ; JANNARIS, An Historical Greek Grammar, § 996, 262.


(147) Cf. can. I, 117 (aßglaıμaiv); 118 (aßglaı̈sueı¥v); 284 (ueoyμfantoi); can. II, 401
(kauwraıμsaiv); can. III, 186 (pa¥ı̈v); 192 (a¶ÿlov); can. IV, 152 (kathgla¥ı̈sav); 163
(kauwraıμsasa).
Kano¥nev eıßv toùn o™sion kaıù a™gion pate¥ra hΩmw̃n Baruolomaı̃on Rysia¥nwn
th̃v Kryptofe¥rrhv eßn Rw ¥ mq fe¥rontev aßkrostixı¥da.
Do¥ja, Ueoto¥ke, oΩ ko¥smov eıßv seù eßlpı¥zei kaßgwù deù xa¥riv

Widhù a′, h®xov b′. Deỹte laoı¥, a∞¶swmen a∞®sma

Deỹte pistoı¥,
a∞¶swmen y™mnoyv, calmoyùv kaıù w
∞ß daùv
tƒ mo¥nq Ueomh¥tori,
h™tiv h®n pro¥jenov
5 xarmonh̃v o™loy ko¥smoy,
tekoỹsa toùn swth̃ra
kaıù lytrwthùn hΩmw̃n.

™Oloi laoıù
Xristoùn despo¥thn sebo¥menoi,
10 thùn Ueoto¥kon a∞¶smasin
eßgkwmia¥swmen,
wΩ v kalh¥n, wΩv plhsı¥wn
ayßtoỹ kaıù dyname¥nhn
a© Ueoùv dy¥natai.

15 Je¥non yΩmı̃n,
laoıù Rwma¥nwn, pate¥ra Ueoùv
de¥dwke kaıù para¥dojon,
sofoùn kaıù a™gion,
eßjaposteı¥lav sw ¥ zein
20 e¶rgoiv, tro¥poiv kaıù lo¥goiv.
ayßtoùn doja¥sate.

8-9 cf. Dn 3, 90

heirm. a′ EE, p. 37 (no 51) h®xov b′ add. in marg. cod.


Canoni per il nostro santo e venerabile padre Bartolomeo di Rossano,
di Grottaferrata presso Roma recanti l’acrostico:
«Gloria, o Madre di Dio, e grazie; il mondo spera in te e anche io»

Ode I, modo II

Orsù fedeli,
cantiamo inni, salmi e odi
alla sola Madre di Dio
che procurò
5 la gioia del mondo intero,
generando il nostro Salvatore
e Redentore.

Popoli tutti
che venerate Cristo Signore,
10 lodiamo
la Madre di Dio con canti
poiché è buona, poiché sta accanto
a Lui e può
ciò che Dio può.

15 A voi,
popoli dei Romani, un padre straniero Dio
ha donato e mirabile,
saggio e santo,
avendolo inviato a salvarvi
20 con opere, esempi e parole:
glorificatelo!
184 Angela Prinzi

¶Anaj Uee¥,
pagkra¥tor, y™ciste dhmioyrge¥,
Pãter, yıΩe¥, para¥klhte,
25 sw̃ze toyùv la¥trav soy
kaıù toyùv fo¥bw∞ timw̃ntav
thùn mo¥nhn Ueoto¥kon
kaıù toùn soùn o™sion.

Ueı¥an timh¥n, (ueot.)


30 Ueoùn wΩv mo¥nh gennh¥sasa,
kaıù kat’ aßjı¥an eı¶lhfav
o™lhv th̃v ktı¥sewv.
yΩperte¥ra kate¥sthv
ayßtw̃n tw̃n ueı¥wn uro¥nwn.
35 Do¥ja tƒ do¥jq soy.

Widhù g′. Th̃v pı¥stewv eßn pe¥tra∞ me sterew


¥ sav

Epe¥fanen oΩ y™cistov Ueoỹ Lo¥gov,


sarkoy¥menov hΩlı¥oy eßk soỹ oΩ me¥gav
h™liov, eßj hΩlı¥oy dikaiosy¥nhv
patro¥v, o©v sw¥zei me w Ω v pa¥ntwn pry¥taniv
40 kaıù Ueoùv oyßx e™terov
plhùn ayßtoỹ eßstı¥n.

O saùrj pageıùv eßn mh¥tra∞ soy Ueoùv Lo¥gov


kaıù me¥nwn aßnalloı¥wtov ueı¥a∞ fy¥sei,
ayßtoùv peritropaùv hΩmw̃n aßlloiw¥sei
45 tƒ dejiΔ ayßtoỹ sw̃n di’ eßntey¥jewn.
eßj ayßtoỹ gaùr eı® kaıù syù
eyßsplagxnı¥av phgh¥.

37 cf. can. II, 294; can. III, 11 et 430 38 Ml 3, 20 40-41 Is 45,


21 42 Gv 1, 14

24 pãter: cf. supra, p. 180 26 toyùv ego: toyv cod. 29 ueı¥an ego: ueı̃an
cod. heirm. g′ EE, p. 38 (no 51) 41 eßstı¥n ego: eßstin cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 185

O Signore Dio,
o onnipotente, altissimo Creatore,
o Padre, o Figlio, o Paraclito (1),
25 salva i tuoi adoratori
e coloro che con timore rendono onore
alla sola Madre di Dio
e al tuo santo.

Onore divino, (alla Vergine)


30 poiché Tu sola hai generato Dio,
hai ricevuto e a buon diritto
da tutto il creato;
fosti posta al di sopra
degli stessi Troni divini.
35 Gloria alla Tua gloria.

Ode III

Si è manifestato l’altissimo Verbo di Dio,


incarnandosi dal Tuo sole (2) il grande
sole, dal Padre sole di giustizia,
Lui che mi salva poiché Signore di tutti
40 e non c’è altro Dio
al di fuori di Lui.

Il Dio Verbo impiantatosi nel Tuo grembo


e che resta immutato nella natura divina,
Lui stesso muterà i nostri abbattimenti
45 con la Sua destra per mezzo delle Tue suppliche:
da Lui infatti sei anche Tu
fonte di misericordia.

(1) Per i significati particolari di para¥klhtov con riferimento allo Spirito San-
to cf. LAMPE, s.v. (c), p. 1018.
(2) Il Rossanese associa qui la Theotokos al sole verosimilmente sulla scorta
di Sal. 18, 16 (En t√ hΩlı¥w∞ e¶ueto toù skh¥nwma ayßtoỹ). Tale immagine viene ripropo-
sta dall’autore anche in can. II, 294 e can. III, 430. Per h™liov riferito alla Vergine
cf. LAMPE, s.v., p. 606, 7.
186 Angela Prinzi

Toùn me¥gan eßn eßle¥ei kaıù swfrosy¥nq,


tw̃n aßskhtw̃n toù kle¥ov kaıù monazo¥ntwn
50 toù kay¥xhma kaıù sth¥rigma eßgkrateı¥av,
Baruolomaı̃on dhù pa¥ntev yΩmnh¥swmen,
w
Ω v Xristoỹ uera¥ponta
kaıù mhtroùv ayßtoỹ.

©On me¥gan eßrhmı¥thn eßpemarty¥reiv,


55 ueo¥sofon patrãsi kaıù aßskhth¥n soy,
toùn my¥sthn Neı¥loy ueı̃on Baruolomaı̃on
nỹn eΩorta¥zontav eßpaı¥noiv, a∞¶smasi
sw ¥ zoiv dh¥, parua¥nandre,
taı̃v eyßxaı̃v ayßtoỹ.

60 Toùn e¶rwta o©n e¶nueon e¶sxev, pãter, (ueot.)


eßjh̃re se tw̃n ka¥tw. proùv y™cov d’ e¶sthv,
eßj oyü thùn Ueoto¥kon aßrwgoùn e¶sxev,
th̃v paruenı¥av soy krath̃ra a¶sylon.
h©n yΩpeùr hΩmw̃n aßeıù
65 kaıù nỹn pre¥sbeye.

Widhù d′. Elh¥lyuav eßk Parue¥noy

O me¥gav se
kaıù mega¥lhv boylh̃v oΩ prwta¥ggelov
kaıù yıΩoùv syna¥narxov
yΩperoysı¥wv eßskh¥nwsen.
70 o™lon me, toùn a¶nurwpon
sw¥ zei krayga¥zonta. «Do¥ja tƒ dyna¥mei soy».

60-61 cf. Laud. Barth., p. 127 (ll. 37-38) 67 cf. Is 9,5 68-69 cf. Gv 1, 14

59 ayßtoỹ ego: aytoỹ cod. 60 pãter: cf. supra, p. 180 heirm. d′ EE, p. 34
(no 46)
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 187

A Bartolomeo, grande in misericordia e temperanza,


degli asceti la gloria e dei monaci
50 il vanto e sostegno dell’astinenza,
orsù inneggiamo tutti,
quale servo di Cristo
e di sua Madre.

Lui, grande eremita dotato di sapienza nelle cose divine


55 e tuo asceta hai chiamato a dare testimonianza presso i padri,
l’iniziato di Nilo, san Bartolomeo;
salva, dunque, coloro che ora lo festeggiano con inni, con canti,
o Vergine che non ha conosciuto uomo,
per mezzo delle sue preghiere.

60 L’amore che hai avuto ispirato da Dio, o padre, (alla Vergine)


ti distolse dalle cose terrene; verso l’alto ti sei sollevato,
da cui hai avuto la Madre di Dio quale ausiliatrice,
vaso inviolabile della tua verginità;
pregaLa per noi
65 ora e sempre.

Ode IV

Il grande
e primo nunzio di sommo consiglio
e Figlio coeterno
dimorò in Te in maniera sovrasostanziale;
70 Egli salva interamente me, l’uomo
che grida: «Gloria alla Tua potenza».
188 Angela Prinzi

Katw ∞¥ khsav
eßn aΩgı¥wn lampro¥thsin, a™gie,
kaıù syùn Neı¥lw∞ ma¥kari
75 yΩpeùr tw̃n pı¥stei kaıù po¥uw
∞ soy
mnh¥mhn thùn panı¥eron
eßndojazo¥ntwn, dyna¥mei synike¥teye.

Eny¥stazon
aßmfıù Neı̃lon toùn ma¥kara ma¥karev,
80 aßll’ oyßxıù kaıù pro¥sfatov
Baruolomaı̃ov. oΩ ne¥hlyv
sfo¥dra d’ eßnnykte¥reye
proùv taùv grafw̃n eßpily¥seiv w
™ v tiv a¶ggelov.

Oyßk e¶dwkav
85 oyßsiw̃dev soı̃v o¶mmasin y™pnwma,
aßll’ hßgry¥pneiv pa¥ntote
e™wv oyü to¥pon eßfey¥rhke
a¶jion toỹ po¥uoy soy
Xristoỹ, toỹ pambasile¥wv, pneỹma, sw̃ma toù so¥n.

90 Kyrı¥an moy (ueot.)


kaıù tw̃n pa¥ntwn kyrı¥an w
Ω v oy®san se,
wΩ v kyrı¥an pro¥maxon
eßpikaloỹmai se ly¥trwsin
e¶xein nỹn kaıù pa¥ntote
95 kaıù paggeneı̃ se tƒ krı¥sei prostatey¥oysan.

78-83 cf. Vita Barth. 4 (p. 112, ll. 16-19) 82-83 cf. Laud. Barth., p. 129
(ll. 12-13) 84-85 cf. Sal 131, 4

87 eßfey¥rhke ego: eßfey¥rhkav cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 189

Hai posto la tua dimora


nello splendore dei santi, o santo,
e insieme al beato Nilo,
75 per coloro che con fede e zelo
glorificano la tua santissima memoria,
prega con forza.

Stavano sonnolenti
intorno al beato Nilo i beati,
80 ma non allo stesso modo il giovane
Bartolomeo: il novizio
trascorreva tutta la notte
nell’interpretazione delle Sacre Scritture come un angelo.

Non hai dato


85 ai tuoi occhi un sonno essenziale,
ma vegliavi sempre
fino al momento in cui lo Spirito trovò quale luogo
degno per l’oggetto del tuo desiderio
– ovvero Cristo, Re dei Re, – il tuo corpo(3).

90 Poiché Tu sei Signora mia (alla Vergine)


e Signora di tutti,
quale sovrana ausiliatrice
Te imploro per ottenere il perdono
ora e sempre,
95 e d’avere Te quale patrona nel giorno del Giudizio universale.

(3) Tra le aßskh¥seiv esercitate da Bartolomeo, Giovanni rievoca qui le aßgry-


pnı¥ai durante le quali egli si dedicò allo studio delle Sacre Scritture – come ricor-
dato nel tropario immediatamente precedente – e alla preghiera. La correzione di
eßfey¥rhkav in eßfey¥rhke al colon 87 – con -e scritto forse dall’autore in forma ab-
breviata verosimilmente nella bozza di lavoro e sciolto nel mundum in -av in ma-
niera errata – permette di cogliere il senso della parte finale del tropario: il Rossa-
nese, infatti, intende precisare che fu proprio mediante l’assidua preghiera che
Bartolomeo poté santificare il suo corpo, liberandolo dalle scorie della materiali-
tà, e renderlo tempio dello Spirito Santo (cf. LAMPE, s.v. sw̃ma, p. 1362, 5).
190 Angela Prinzi

Widhù e′. O toỹ fwtoùv xorhgoùv kaıù tw̃n aıßw


¥ nwn

O toỹ pantoùv poihthùv


kaıù eßk parue¥noy gennhueıùv y™steron
paruenikw̃v
toyùv proelome¥noyv
100 aßre¥skein soi, Xriste¥,
kaıù Baruolomaı̃on
parue¥noiv syne¥tajav.
Soıù tƒ tekoy¥sq Ueoùn
Baruolomaı̃ov oΩ septoùv hy¶xeto
105 diapantoùv
ayßtoùn synthrh̃sai
parue¥nwn eßn xoroı̃v
meu’ wü n eßn tƒ do¥jq
tƒ sƒ megaly¥netai.

110 Maka¥rwn e¶nua xoroıù


symparestw¥v, tw̃n eßfetw̃n e¶tyxev.
ueı¥oy fwtoùv
aßga¥phv wûn plh¥rhv,
perı¥swze hΩmãv
115 taı̃v saı̃v prostası¥aiv.
pollaù gaùr kaıù dy¥nasai.

O aßglaıμaiv fwtoùv
aßglaı̈sueıùv tw̃n aßretw̃n, o™sie,
kaıù nỹn fwtıù
120 synw ∞,
ù n aßprosı¥tw
katay¥gason hΩmãv
toyùv ca¥llontav po¥uw ∞
kaıù toyùv yΩmnopo¥loyv soy.

116 cf. Sap 11, 23

heirm. e′ EE, p. 38 (no 51) 99 toyùv ego: toyv cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 191

Ode V

O Creatore di ogni cosa


e nato successivamente da una vergine,
coloro che vivendo in maniera verginale
si proposero
100 di riuscire graditi a Te, o Cristo,
e (con essi) Bartolomeo,
hai annoverato tra i casti.

Te che hai generato Dio


il venerando Bartolomeo pregava
105 sempre
di conservarlo
nelle schiere dei casti
insieme ai quali nella Tua gloria
è magnificato.

110 Stando presso il luogo in cui si trovano le schiere dei beati,


hai ottenuto ciò che desideravi;
essendo pieno della luce divina
della carità,
salvaci
115 con il tuo patronato
poiché puoi anche molto.

Essendoti adornato dello splendore della luce


delle virtù, o santo,
ed essendo ora insieme
120 alla luce inaccessibile,
illumina noi
che cantiamo con zelo
e che siamo tuoi innografi.
192 Angela Prinzi

Sw̃n ueı¥wn o¶ntwv fwnw̃n


125 w
Ω v memnhme¥noi eyßsebw̃v, pa¥nagne,
xrewstikw̃v
seù makarioỹmen,
zwh̃v eßpityxeı̃n
ueı¥av aßjioỹntev
130 kaıù makario¥thtov.

Widhù v′. ¶Abyssov aΩmarthma¥twn eßky¥klwse¥ me

¶Exei se
oΩ ko¥smov a™pav zwh¥n, fw̃v, ske¥phn kaıù kle¥ov,
klı¥maka proùv y™ciston Ueo¥n.
e¶pide, de¥spoina,
135 aßjı¥wson kaıù hΩmãv th̃v sh̃v do¥jhv.

¶Idete
Baruolomaı̃on toùn me¥gan eßn eßrhmı¥taiv
kaıù eßn aßskhtaı̃v eßklekto¥n,
oΩpo¥saiv eßpa¥laisen
140 eßn ulı¥cesi thùn zwhùn toỹ kerdh̃sai.

Sue¥nov soi
mh¥thr dwreı̃tai toỹ Lo¥goy bı¥on kratỹnai
toùn aßggelikoùn kaıù ıΩero¥n.
di’ oyü kaıù nenı¥khkav
145 toùn do¥lion toỹton, ueıùv yΩpeùr po¥dav.

Sy¥nesin
eßn diakrı¥sei basilikhùn basiley¥v soi
oΩ kaıù prokale¥sav se sept√
baptı¥smati de¥dwke
150 Bası¥leion kaıù pauw̃n basiley¥ein.

133 cf. Laud. Barth., p. 130 (l. 18) 148-150 cf. Laud. Barth., p. 127 (ll. 11-12)

heirm. v′ EE, p. 44 (no 59) 134 de¥spina ante corr. cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 193

In quanto piamente memori, o tutto puro,


125 delle tue parole davvero sante,
com’è doveroso
ti chiamiamo beato
ritenendoti degno di aver conseguito
una vita santa
130 e la beatitudine.

Ode VI

In Te ha
il mondo intero vita, luce, protezione e gloria,
una scala verso l’altissimo Dio:
volgi lo sguardo, Signora,
135 rendi degni anche noi della Tua gloria.

Vedete
Bartolomeo il grande tra gli eremiti
ed eletto tra gli asceti,
tra quanto grandi afflizioni lottò
140 per guadagnarsi la vita eterna.

A te la Madre del Verbo


dona il potere di fortificare
la vita angelica e santa;
per mezzo di esso hai anche sconfitto
145 questo ingannatore, calpestandolo.

Intelligenza
nel discernimento degna di un sovrano ti ha donato il Re,
che ti ha anche chiamato da principio per mezzo del santo
battesimo Basilio,
150 a dominare anche le passioni.
194 Angela Prinzi

¶Edwkav (ueot.)
hΩmı̃n, kyrı¥a, Baruolomaı̃on pate¥ra,
fwsth̃ra, dida¥skalon sofo¥n.
toy¥toy litaı̃v hΩmãv
155 dia¥swson eßk pantoı¥wn kindy¥nwn.

Widhù z′. Eıßko¥nov xrysh̃v eßn pedı¥w∞

En soı¥, aßgauh¥,


taùv eßlpı¥dav moy aΩpa¥sav aßneue¥mhn
kaûn h™marto¥n soi, mhù aßpw¥ sq me,
kataisxymme¥non mhù deı¥jqv me.
160 dı¥doy deù boh¥ueian pãsan,
eßkplhroỹsa deh¥seiv moy,
proùv do¥jan soy kaıù toỹ yıΩoỹ
panteylogh¥toy Ueoỹ.

Lampra¥, pamfah̃,
165 kaıù ghuo¥syna¥ eıßsi soỹ ueı¥oy bı¥oy,
Baruolomaı̃e ueyterpe¥state,
lamproıù soıù lo¥goi, taù e¶rga soy.
lampraùn aßrwgoùn gaùr eßploy¥teiv
thùn panta¥nassan de¥spoinan,
170 h™nper eyßlo¥ghse Path¥r,
yıΩoùv kaıù pneỹma toù zw̃n.

Pepoı¥uamen oy®n
kaıù bebaı¥wv prosdokw̃men, ueı̃e pãter,
o™ti mega¥lhn do¥jan eı¶lhfav
175 kaıù e¶ti lh¥cq thùn kreı¥ttona.
o™uen oıΩ soıù paı̃dev bow̃men.
«En tƒ do¥jq soy mnh¥suhti
pa¥ntwn yΩco¥uen oy©v oΩrãv
prouy¥mwv ca¥llontav».

159 cf. Sal 118, 31

heirm. z′ EE, p. 39 (no 53) 173 pãter: cf. supra, p. 180


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 195

Hai dato (alla Vergine)


a noi, Signora, Bartolomeo quale padre,
astro, saggio maestro;
per intercessione delle sue preghiere
155 salvaci da ogni genere di pericoli.

Ode VII

In Te, buona,
ho riposto tutte le mie speranze
e se ho peccato contro di Te, non respingermi,
non rendermi confuso e umiliato;
160 dammi invece tutto l’aiuto,
esaudendo le mie preghiere
a gloria Tua e del Figlio
di Dio da tutti benedetto.

Splendide, luminosissime,
165 fonte di gioia sono le vicende della tua santa vita,
o Bartolomeo graditissimo a Dio,
splendidi i tuoi discorsi, le tue azioni;
quale splendida patrona vantavi infatti
la Signora Regina del mondo,
170 la quale benedissero Padre,
Figlio e Spirito vivente.

Abbiamo dunque confidato


e fermamente ci attendiamo, santo padre,
che tu abbia conseguito una grande gloria
175 e che un giorno conseguirai quella maggiore;
perciò noi, tuoi figli, gridiamo:
«Nella tua gloria ricordati
di tutti coloro che dall’alto vedi
cantare inni con fervore».
196 Angela Prinzi

180 Idrw̃si syxnoı̃v,


ko¥poiv, po¥noiv kaıù aßgw̃si synesth¥sw
thùn Kryptofe¥rrhv panteja¥koyston
monhùn eßn Rw¥mq thùn pa¥ntimon.
pa¥ntav oy®n pistw̃v prosio¥ntav,
185 ske¥pe, ua¥lpe, perı¥swze
eßj aßnagkw̃n kaıù symforw̃n,
eßpeylogoỹntav Ueo¥n.

Zwh̃v hΩ phgh¥,
zw¥ wso¥n moy thùn cyxhùn nekroỹsa pa¥uq,
190 zwarxikhùn gaùr seù eıßrga¥sato
krh¥nhn o©n pa¥ntarxon te¥tokav.
o©n mhù dialı¥poiv presbey¥ein
yΩpeùr galh¥nhv toỹ klh¥roy soy
kaıù th¥nde poı¥mnhn kybernãn
195 Baruolomaı¥oy toỹ soy.

Widhù h′. ¶Efrije paı¥dwn eyßagw̃n

¶Ekteinon,
ko¥rh, proùv Ueoùn
soyùv w ß le¥nav oıüv karpoùv soùv hßgkalı¥suh
kaıù ge¥gone diploỹv
200 oΩ aΩploỹv di’ a¶kran aßgauo¥thta.
eßf’ w∞ü de¥ se e¶sthse toỹ ske¥pein hΩmãv,
mhù dialı¥pqv eıßv seù toyùv eßlpı¥zontav
plhroı̃n te aßnaı¥sxynton de¥ov eyßo¥ptwv,
wΩ v xarΔ kardı¥av
205 yΩmneı̃n se eıßv aıßw̃nav.

199-200 cf. can. II, 334-337 heirm. h′ EE, p. 39 (no 53)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 197

180 Tra incessanti fatiche,


sofferenze, pene e lotte hai fondato
il famosissimo monastero
di Grottaferrata presso Roma, da tutti onorato;
tutti coloro che, dunque, con fede vi si accostano
185 benedicendo Dio,
proteggi, conforta, salva
da sofferenze e sciagure.

Fonte di vita,
vivifica la mia anima morta per il peccato,
190 poiché quale sorgente che dà la vita Ti rese
Colui che, sommo Re, hai generato;
non smettere di pregarLo
per la serenità della Tua eredità
e di guidare questo gregge
195 del Tuo Bartolomeo.

Ode VIII

Tendi,
o Vergine, a Dio
le Tue braccia tra le quali il Tuo frutto è stato stretto
e divenne duplice di natura
200 Colui che era semplice per somma bontà;
e poiché pose Te a proteggerci,
non smettere di far sì che coloro che sperano in Te
soddisfino visibilmente la (loro) sollecita devozione
cosicché con la gioia del cuore
205 a Te inneggino nei secoli.
198 Angela Prinzi

¶Iasin
po¥noy kardiw̃n
aßkesw¥dynon para¥sxoy wΩv tekoỹsa
cyxw̃n toùn ıßatroùn
210 kaıù swma¥twn, a¶llwn aΩpa¥ntwn kakw̃n,
aßnypoı¥stwn dhù kindy¥nwn aßniarw̃n,
aßgallia¥seiv aı¶rontav eßk ulı¥cewn,
wΩ v po¥uw∞ aßnymnw̃men soùn to¥kon,
wΩ v hΩmãv di’ e¶rgwn
215 Baruolomaı̃ov a¶gq.

Kay¥xhma
me¥son aßskhtw̃n,
wΩ v aßpay¥gasma lamproỹ Neı¥loy Roysı¥wn
eßdeı¥xuhv pamfegge¥v.
220 hüv kaıù poı¥mnhv sh̃v yΩperpre¥sbeye nỹn
syùn MhnΔ kaıù Bı¥ktori kaıù Ueodw ¥ rw∞ sof√
kaıù t√ eßle¥oyv Iwa¥nnq Neı¥lwni oΩmoỹ,
eßjaı¥reton eıßv h©n eßlpı¥zwn aßny¥mneiv
kaıù nỹn syùn aßgge¥loiv
225 doja¥zeiv Ueoto¥kon.

218-219 cf. Laud. Barth., p. 124 (l. 20) 221-222 cf. Laud. Barth., p. 136
(ll. 33-37)

215 a¶gq ego: a¶gei cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 199

Una cura
che allevia il dolore
dei cuori che soffrono offrici, poiché hai generato
il medico delle anime
210 e dei corpi, di tutti quanti gli altri mali,
e di insopportabili pericoli molesti,
(offrici) gioie che sollevano dalle afflizioni,
affinché con desiderio celebriamo con canti Tuo Figlio,
affinché con le sue opere
215 Bartolomeo ci guidi.

O vanto
tra gli asceti,
come un riflesso lucentissimo dello splendente Nilo di Rossano
ti sei mostrato;
220 per il di Lei e tuo gregge intercedi ora
con Menna, Vittore e il saggio Teodoro,
e con Giovanni il Misericordioso (4) insieme a Nilo,
sperando specialmente in Colei che celebravi (in terra) con canti
e ora con gli angeli
225 glorifichi come Madre di Dio.

(4) Per la commemorazione dei megalomartiri Menna e compagni, di san


Teodoro e Giovanni il Misericordioso cf. DELEHAYE, Syn. Eccl. Cp., coll. 211, 16-
214, 4 (ad diem 11 novembris); coll. 214, 5-215, 8 (ad eundem diem) e coll. 215, 10-
218, 2 (ad diem 12 eiusdem mensis). Con loro – a cui Bartolomeo è associato qui e
in can. IV, 269-270 e 380-383 – il santo criptense condivide il dies festus che, nel
caso di Menna, Vittore e Teodoro, il Sinassario di Costantinopoli fissa appunto
all’11 novembre. Solo più tardi – come risulta dalla copia trecentesca del Typikòn
criptense (ms. Crypt. G.a.I) redatta dall’egumeno Biagio II – la celebrazione della
loro memoria venne anticipata al giorno precedente, così da riservare l’11 novem-
bre a Bartolomeo (cf. Laud. Barth., p. 166 n. 89). La commemorazione di Giovan-
ni il Misericordioso è invece fissata all’11 novembre oltre che nell’antico Me-
naeum novembris (il codice Crypt. D.a.III), trascritto da Nilo II nel 1114, anche nel
cosiddetto Typikòn di S. Sofia (fine IX secolo: cf. A. DMITRIEVSKIJ, Opisanie litur-
gičeskich rukopisej, chraniaščichsja v bibliotekach Pravoslavnogo Vostoka, I-III,
Kiev 1895-1917 [I, p. 122]) e nel Sinassario di Costantinopoli a partire dalla sua
recensione più antica, H* (databile alla metà del secolo X: cf. LUZZI, Studi, p. 5) e
nelle successive B* e D*, di XI secolo (cf. ibid., p. 185 n. 25).
200 Angela Prinzi

¶Aismata
q®sav panterph̃,
wΩ v eßkmageı̃on Iwshùf yΩmnogra¥foy
sofoùn sofoỹ semno¥n,
230 tq̃ panse¥mnw ∞ y™mnoyv kaıù ueı¥oiv polloı̃v,
aßretaùv wün h¶nuisav eßn sı¥mbloiv toı̃v soı̃v,
thùn yΩcipe¥thn ka¥tofryn Xristoỹ aßreth¥n,
toùn e¶leon, pı¥stin, eßlpı¥da, aßga¥phn
kaıù pa¥sav a¶llav a™ma
235 aıüv Xristoùv eßpeskı¥rta.

Ge¥gonav (ueot.)
ge¥noyv ghgenw̃n,
aßll’ eßph¥ruhv eßn timaı̃v tw̃n aßnwta¥tw
tw̃n uro¥nwn serafı¥m.
240 t√ aßpeı¥rw ∞ o™lwv synh¥fuhv wΩv pỹr,
aßeizw¥w∞ wΩ v aßeı¥zwov eßk nekrw̃n,
diaiwnı¥zeiv, e¶xeiv deù toù dy¥nasuai.
eßja¥leicon pãn sfa¥lma po¥noiv yΩmnoy¥ntwn
toùn yΩperhrme¥non Ueoùn
245 kaıù seù tw̃n pa¥ntwn.

Widhù u′. Cyxaı̃v kauaraı̃v kaıù aßrrypa¥ntoiv

Wv mh¥thr semnh¥,


t√ s√ yıΩ√ synunh¥skoysa,
trı¥thn eßjanı¥stasai,
diaiwnı¥zoysa
250 thùn aßua¥naton zwh¥n te kaıù ueı¥an tryfhùn
eßn tƒ do¥jq toỹ yıΩoỹ.
presbey¥oysa semnw̃v parrhsı¥a∞,
feı̃sai tw̃n syntro¥mwv soi fuogghùn
profero¥ntwn aı®non proùv so¥n.

226-230 cf. Vita Barth. 6 (p. 114, ll. 6-7); Laud. Barth, p. 124 (ll. 36-
39) 228 cf. Laud. Barth. p. 124 (l. 36) 233 cf. Laud. Barth., p. 130 (l. 17)

232 yΩcipe¥thn: yΩcipe¥tin cod. 234 pa¥sav ego: pasav cod. heirm. u′
EE, p. 40 (no 53)
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 201

Canti
graditissimi hai intonato,
quale impronta sapiente, venerabile
del sapiente Giuseppe Innografo,
230 inni alla Santissima e a molti santi
le cui virtù cogliesti fior da fiore nei tuoi alveari,
la severa (5) virtù di Cristo che vola in alto:
misericordia, fede, speranza, carità
e tutte le altre insieme
235 per le quali Cristo si rallegrava.

Sei appartenuta (alla Vergine)


al genere dei figli nati dalla terra,
ma fosti innalzata agli onori celesti
dei Serafini che stan sopra i Troni;
240 ti sei unita interamente all’infinito come fuoco,
all’Eterno come eterna fuori dalla condizione dei mortali,
vivi in eterno e hai il potere;
cancella ogni peccato per le fatiche di tutti coloro
che celebrano con inni
245 l’eccelso Dio e Te.

Ode IX

Quale Madre veneranda,


morendo insieme al Tuo Figlio,
risorgi il terzo giorno,
vivendo eternamente
250 la vita immortale e divina delizia
nella gloria del Figlio;
intercedendo solennemente con parresía,
abbi pietà di coloro che tremebondi a Te la voce
rivolgono per la Tua lode.

(5) L’aggettivo ka¥tofryv indica propriamente una persona dalle sopracciglia


inarcate, con un’espressione del volto, quindi, aggrottata e severa. La traduzione
qui proposta si fonda su un’interpretazione in chiave morale del termine, impie-
gato dal Rossanese verosimilmente al fine di connotare la rigorosa condotta etica
di colui che segue uno stile di vita improntato alla virtù cristiana. Per il limitato
numero di occorrenze di ka¥tofryv nel greco tardo e bizantino cf. supra, p. 175.
202 Angela Prinzi

255 Despo¥zonti gh̃v


eyßsebesta¥tw∞ kra¥tori
dı¥doy nı¥kav, tro¥paia
kataù barba¥rwn dhù
kaıù tyra¥nnwn pa¥ntwn kaıù eßxurw̃n kakouelw̃n
260 kaıù toỹ zh̃n eıßrhnikw̃v
pantıù t√ xristwny¥mw ∞ la√ soy,
o™pwv soıù prostre¥xwmen, aΩgnh¥,
toỹ seù megaly¥nein aßeı¥.

Aeıù kopiw̃n
265 proùv do¥jan th̃v ueo¥paidov,
w ® pãter pagge¥raste,
oyßd’ o™lwv y™pnwsav
oyßd’ aßna¥paysin eßjeỹrev seayt√,
e™wv oyü toùn ıΩeroùn
270 eßko¥smhsav naoùn th̃v parue¥noy,
w∞ü per nỹn oıßkeı̃te Ωıerw̃v
toı̃v ueı¥oiv leica¥noiv yΩmw̃n.

Idoy¥, nỹn oıßkw̃n


eßn oyßranoı̃v, ueo¥pneyste,
275 eı¶lhfav tw̃n po¥nwn soy
lampraùv taùv aßmoiba¥v,

256 cf. can. IV, 402 270 cf. can. III, 399-404

266 pãter: cf. supra, p. 180


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 203

255 Al potente che, piissimo,


è signore in terra
concedi vittorie, trofei
sui barbari,
su ogni tiranno e su nemici malevoli(6)
260 e a tutto il Tuo popolo che prende il nome da Cristo
di vivere in pace,
affinché a Te accorriamo, o pura,
per magnificarTi sempre.

Lavorando sempre
265 a gloria della Figlia di Dio,
o padre da tutti onorato,
non ti sei affatto addormentato
né riposo hai dato a te stesso
fino al momento in cui hai adornato
270 il sacro tempio della Vergine,
dove ora (tu e Nilo) dimorate santamente
con le vostre sante reliquie (7).

Ecco, abitando ora


nei cieli, o ispirato da Dio,
275 hai ricevuto la splendida ricompensa
delle tue pene,

(6) Probabilmente Giovanni si riferisce qui alla figura di potente ideale, sia
egli imperatore, re o signore che esercita l’autorità a livello locale; a essa l’autore
si richiama in can. IV, 402.
(7) Il riferimento è all’altare della Cappella dedicata a Nilo e Bartolomeo dall’e-
gumeno criptense Nicola II nel 1131 e affrescata all’inizio del XVII secolo da Dome-
nico Zampieri, detto il Domenichino, per volere del commendatario dell’abbazia
Odoardo Farnese. Sotto l’altare della Cappella le reliquie dei due santi furono cu-
stodite sicuramente fino al 1300, anno a cui risale la copia del già citato Typikon
criptense: ai fogli 15v-16r, dove viene descritto il cerimoniale osservato l’11 novem-
bre di ogni anno, si legge infatti che la processione stazionale prendeva avvio dal-
l’altare della Cappella dei due santi, da cui venivano appunto prelevate le urne ar-
gentee contenenti le loro reliquie (cf. Laud. Barth., p. 83 n. 53 e S. PARENTI, Il mo-
nastero di Grottaferrata nel Medioevo (1004-1462), Roma 2005 [Orientalia
Christiana Analecta, 271], p. 116). Per l’edizione del testo greco tràdito ai fogli
15v-16r cf. PRINZI, La promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata, pp. 72-73.
204 Angela Prinzi

wΩ v tele¥sav soy toùn dro¥mon kaıù pı¥stin thrw̃n.


eßj wü n ste¥fanov triploỹv
aßpo¥keitaı¥ soi do¥jhv kaıù pla¥tov,
280 o™poy toyùv soyùv paı̃dav proslaboỹ
soıù uarroỹntav sw ¥ zein hΩmãv.

Xaraı̃v kauaraı̃v
Roysı¥a, Rw ¥ mh, pa¥triai
po¥leiv ueoyμfantoi,
285 Kryptoferraùv monh¥,
kaıù sygxa¥rhte aßllh¥laiv. kaıù gaùr pre¥pon h®n
wΩ v mhtrãsi uygatrıù
skirtãn eßn taı̃v do¥jaiv Baruolomaı¥oy,
ı™na taı̃v ayßtoỹ litaı̃v Xristoùv
290 filanurw ¥ pwv sw¥soi hΩmãv.

Agnw ¥ mwn mhdeıùv,


aßll’ eyßgnwmo¥nwv a™pantev
dra¥mwmen doja¥zontev
Baruolomaı̃on nỹn,
295 toùn yΩpe¥rtimon pate¥ra, ueı̃on aßskhth¥n,
miga¥dev syùn monastaı̃v,
profe¥rontev timhùn toı̃v patrãsi
Neı¥lw ∞ , t√ sept√ mystagwg√,
kaıù Baruolomaı¥w∞ sof√.

300 Ragdaı¥wv soùn fw̃v


shùn eΩorthùn eßje¥lamcen
a¶llon w™sper h™lion
kaıù katefaı¥dryne
thùn yΩfh¥lion eßjaı¥reton Kryptoferra¥n.
305 katala¥mcai kaıù pistoyùv
syntro¥mwv prosfe¥rontav y™mnoyv
po¥uw∞ kaıù xaraùn hΩmı̃n diplh̃n
brabey¥oiv kaıù ske¥poiv aßeı¥.

277 cf. 2Tm 4, 7 282-286 cf. Laud. Barth., p. 138 (ll. 12-30)

307 diplh̃n ego: diplhùn cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 205

poiché hai portato a compimento la tua corsa e hai serbato la fede;


a motivo di ciò ti è riservata
una triplice corona di gloria e una pianura
280 dove prendi con te i tuoi figli,
noi che a te ci affidiamo per salvarci.

Con gioia sincera


Rossano, Roma, città patrie
tessute da Dio,
285 monastero di Grottaferrata,
rallegratevi pure reciprocamente: e difatti era conveniente,
come per delle madri di una figlia,
esultare nella gloria di Bartolomeo,
affinché con le sue preghiere Cristo
290 per il suo amore verso gli uomini ci salvi.

Nessuno irriconoscente,
ma tutti quanti con animo grato
accorriamo a glorificare
ora Bartolomeo,
295 l’onoratissimo padre, santo asceta,
coloro che appartengono al secolo insieme ai monaci,
recando onore ai padri
a Nilo, la veneranda guida,
e al saggio Bartolomeo.

300 Dirompendo la tua luce


fece rifulgere la tua festa
come un altro sole
e illuminò
l’eletta Grottaferrata in questo mondo;
305 illumina anche noi fedeli
che tremebondi a te rivolgiamo inni
con zelo e procura il premio
di una duplice gioia e proteggici sempre.
206 Angela Prinzi

Ia¥saiv hΩmw̃n
310 taù tw̃n cyxw̃n aßlgh¥mata,
a¶xrante ueo¥suenev
Lo¥goy pala¥tion
taù aßrxı¥prwta galh¥nhv ty¥poiv shmeioỹn
yΩpota¥ttwn t√ kalw̃v
315 ıßuy¥nonti toù kra¥tov, wΩv ue¥miv,
a™pan aßnaideùv kaıù ponhro¥n,
ueo¥paiv, kaıù sw ¥ zwn hΩmãv.

Siwùn nohth¥, (ueot.)


Kryptoferraùv eßja¥koyste,
320 xaı¥roiv, eyßtyxh¥sasa
dy¥o patrw ¥ nwn fw̃v
yΩpeùr h™lion aßstra¥pton proùv uro¥noyv Ueoỹ.
oy©v ıΩke¥tey’ eßsaeıù
prosfe¥rein thùn o¶ntwv parue¥non,
325 ne¥mein thùn xaraùn hΩmı̃n triplh̃n
eßn toı̃v basileı¥oiv yıΩoỹ.

318 cf. Laud. Barth., p. 132 (l. 2)

325 triplh̃n ego: triplhùn cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 207

Guarisci
310 i dolori delle nostre anime,
o pura reggia
del Verbo fortificata da Dio,
che indichi con esempi i primi principi di pace,
sottomettendo a colui che ben
315 esercita il potere, com’è giusto,
ogni impudenza e malvagità,
o Figlia di Dio, e salvandoci.

O Sion spirituale, (alla Vergine)


Grottaferrata famosa,
320 gioisci prosperando
nella luce dei due patroni
che splende più del sole presso i Troni di Dio;
pregali di offrirti per sempre
alla realmente Vergine,
325 di dare a noi la triplice gioia
nel Regno del Figlio.
¥ n, h®xov g′, fe¥rwn aßkrostixı¥da th¥nde.
™Eterov kanw
Baruolomaı¥w∞, patrıù t√ panolbı¥w∞
Fe¥rrhv Kryfı¥av, Iwa¥nnhv Roysı¥wn

O kanw ß∞ dhù a′
¥ n, h®xov g′, w

Widhù a′. Xe¥rson aßbyssoto¥kon pe¥don

Ba¥uov wû n th̃v sofı¥av, do¥v moi,


a¶byssov
eyßsplaxnı¥av, aßgaue¥,
kaıù xarı¥twn aßkhra¥twn
5 fwtoxysı¥an, Xriste¥, kaıù xa¥rin
aßnymnh̃sai Baruolomaı̃on,
toùn sh̃v mhtroùv uera¥ponta,
a∞¶dein te
kaıù proùv do¥jan
10 ayßth̃v kaıù seù doja¥zein aßeı¥.

¶Aidein soi, ueandro¥toke ko¥rh,


a∞¶smata
w ¥,
Ω v aßna¥jiov eßgw
aßllaù xa¥rin faesfo¥roy
15 Baruolomaı¥oy toỹ soỹ para¥sxoiv,
eyßsplaxnı¥av wΩv oy®sa krh¥nh,
kaûn to¥lmhv toù eßgxeı¥rhma.
pı¥stiv gaùr
h© protre¥pei
20 hΩmãv toỹ seù doja¥zein aßeı¥.

Reı̃uron aßbysso¥tokon e¶fyv,


trı¥solbe,
Baruolomaı̃e sofe¥,
th̃v sofı¥av wΩv Ueoỹ Lo¥goy,
25 oyüper mhtro¥uen eßxaritw ¥ uhv.
kaı¥, fwsth̃rov dı¥khn eßkla¥mcav,
syùn t√ mega¥lw ∞ Neı¥lwni

achrost.: a∞¶dw add. alia manu in marg. cod. heirm. a′ EE, p. 70 (no 101)
Altro canone, modo III, recante questo acrostico:
«A Bartolomeo, padre beatissimo
di Grottaferrata, io Giovanni di Rossano canto»

Canone, modo III, ode I

Ode I

Tu che sei profondità di sapienza,


o abisso
di misericordia, o buono,
donami un’inondazione di luce
5 di pure grazie, o Cristo, e la grazia
di celebrare con inni Bartolomeo,
il servo di Tua Madre,
e di cantare
anche in gloria
10 di Lei e glorificare sempre Te.

O Vergine che hai generato Dio uomo, poiché di intonare a Te


canti
non son degno,
per il tuo Bartolomeo
15 portatore di luce concedimelo almeno,
poiché sei fonte di misericordia,
sebbene l’impresa sia un azzardo;
è la fede infatti
che ci spinge
20 a glorificarTi sempre.

Come un fiume nato dall’abisso sgorgasti,


o tre volte beato,
o sapiente Bartolomeo,
come un flusso della Sapienza di Dio Verbo,
25 dalla Madre del quale hai ricevuto in dono la grazia;
e, brillando come un astro,
insieme al grande Nilo
210 Angela Prinzi

q¶dete
t√ kyrı¥w∞.
30 eßndo¥jwv gaùr dedo¥jastai.

Ueı̃e kaıù xristepw ¥ nyme dh̃me,


dra¥mete
laoı¥, ge¥nh kaıù fylaı¥,
proùv timhùn th̃v Ueoto¥koy
35 kaıù tw̃n ueı¥wn pate¥rwn
Neı¥lwnov kaıù Baruolomaı¥oy,
oı© ma¥ndran th¥nd eßja¥koyston
fe¥roysi
tƒ kyrı¥a∞
40 eßndo¥jwv oyü doja¥zetai.

™Osie, panosı¥wn toù kle¥ov,


dı¥doy moi,
Baruolomaı̃e semne¥,
th̃v sofı¥av aßretw̃n te
45 pla¥tov kaıù xa¥rin ueı¥an,
o™pwv eßpa¥jio¥n soi ple¥jw
eßk sw̃n aßnue¥wn ste¥fanon,
pa¥nterpnon
tƒ kyrı¥a∞
50 eßmpo¥uwv h©n eßdo¥jasav.

La¥mpeiv yΩpeùr toùn h™lion, pãter,


h™liov.
hΩ bası¥lissa kaıù ga¥r,
w™ sper se¥lav, Ueoỹ mh¥thr,
55 katape¥mpei fwtı¥zein, ua¥lpein
laoyùv dysmw̃n proserxome¥noyv
kaıù tw̃n ptaisma¥twn lh¥bontav
a¶fesin,
kaıù doja¥zein
60 Xristoùn toùn seù doja¥santa.

45 ueı¥an ego: ueı̃an cod. 51 pãter: cf. supra, p. 180


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 211

cantavate
al Signore;
30 gloriosamente infatti è stato glorificato.

O popolo santo che hai nome dal Cristo,


accorrete
o popoli, stirpi e tribù
a onorare la Madre di Dio
35 e i santi padri
Nilo e Bartolomeo,
che il famoso gregge
conducono
alla Signora
40 nel luogo in cui è gloriosamente glorificata.

O santo, donami la fama


dei più santi,
o Bartolomeo venerando,
sapienza e virtù
45 in abbondanza e grazia divina,
affinché per te intrecci
dai tuoi fiori una degna corona,
graditissima
alla Signora
50 che con ardente desiderio hai glorificato.

Risplendi più del sole, o padre,


come sole;
e la Regina infatti,
Madre di Dio, quale fulgore
55 ti manda a illuminare, riscaldare
popoli d’occidente che si avvicinano
e che dei peccati ricevono
il perdono,
e a glorificare
60 Cristo che ti ha glorificato.
212 Angela Prinzi

™Olwn w Ω v yΩpa¥rxoysan kra¥tov, (ueot.)


kay¥xhma
aßposto¥lwn, profhtw̃n
kaıù stefa¥nwma marty¥rwn,
65 aßskhtw̃n kaıù oΩsı¥wn
aßgge¥lwn, aßrxagge¥lwn do¥jan,
Baruolomaı̃ov e¶melpen,
a∞¶dwn soi
w Ω v kyrı¥a∞.
70 eßndo¥jwv gaùr dedo¥jasai.

™Olhn w Ω v pala¥tion Lo¥goy, (ueot.)


o™siov
Baruolomaı̃ov oΩ soùv
eßpignoy¥v, soi katatey¥xei
75 ma¥ndran ueı¥an kaıù oı®kon,
eßn w∞ü prostre¥xwn, Ueoto¥ke,
a™pav eßk po¥uoy sw¥zetai.
toỹto ga¥r,
wΩ v kyrı¥a∞,
80 eßn y™mnoiv soıù proshy¥xeto.

Widhù g′. Toù stere¥wma tw̃n eßpıù soıù pepoiuo¥twn stere¥wson

Mo¥noy po¥uov se
toỹ basiley¥ontov eıülken,
wΩ v my¥rwn oßpı¥sw deù ayßtoỹ dramo¥nta,
hΩ tekoỹsa Ueoto¥kov doja¥zei se.

85 ¶Anaj po¥lwn se
eßpiuymh¥sav mhte¥ra
ıßdı¥an, eıßrga¥sato timiwte¥ran
aßsygkrı¥twv, Ueoto¥ke, th̃v o™lhv ktı¥sewv.

75 ueı¥an ego: ueı̃an cod. heirm. g′ EE, p. 71 (no 101)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 213

Quale forza di tutti, (alla Vergine)


vanto
di apostoli, di profeti
e corona di martiri,
65 asceti e santi,
gloria di angeli, di arcangeli,
Bartolomeo ti celebrava,
cantando a Te
quale Signora;
70 gloriosamente infatti sei stata glorificata.

AvendoTi riconosciuta tutta come dimora del Verbo, (alla Vergine)


il Tuo santo
Bartolomeo,
per Te edifica
75 un tempio santo e una dimora,
accorrendo alla quale, o Madre di Dio,
ciascuno è salvato dal desiderio;
di questo infatti,
quale Signora,
80 Ti pregava negli inni.

Ode III

Il desiderio dell’unico
Re ti attirava
e poiché corresti dietro ai Suoi profumi
la Madre di Dio che l’ha generato ti glorifica.

85 Il Signore dei cieli,


avendo desiderato Te come propria madre,
Ti rese la più onorata
in assoluto, o Madre di Dio, di tutto il creato.
214 Angela Prinzi

¶Ian rßı¥zhv se
90 Dayıùd wΩ raı¥oy wΩ raı̃an
Ω raı̃ov eıßrga¥sato Xristo¥v. dio¥ soy
w
Baruolomaı̃ov paruenı¥an eßzh¥lwsen.

®W pane¥gkrite
Baruolomaı̃e, toyùv po¥uw∞
95 thùn mnh¥mhn soy a∞¶smasin eßpiteloỹntav,
eßk kindy¥nwn saı̃v litaı̃v eßleyue¥rwson.

Pa¥shv ulı¥cewv,
pa¥shv aßna¥gkhv, pamma¥kar,
oıΩ fı¥loi soy pro¥sfygav eßleyueroỹsin,
100 eΩaytoyùv wΩ v prıùn uana¥twn eßrry¥santo.

Apoble¥pontav
proùv seù kardı¥av eßj o™lhv
oı¶koyv deı̃jon pney¥matov patroproblh¥toy
kaıù proùv soùn klh̃ron, wΩv ue¥leiv, aßna¥gage.

105 Toùn prwto¥tokon


eßk toỹ Patroùv proana¥rxwv
proto¥tokon te¥tokav aßnermhney¥twv.
oyü proùv do¥jan klh̃ron soùn aßnabı¥bason.

Widhù d′. Eka¥lycen oyßranoyùv hΩ aßreth¥ soy Xristeù th̃v kibwtoỹ

Rapı¥zetai
110 hΩ aßnaı¥deia Satãn toỹ deinoỹ.
kaıù gaùr s√ to¥kw ∞ prosbalw¥n,
fwtıù yΩpa¥rxonti kaıù ueı¥w∞ pyrı¥, sko¥tov w¶n,
katestrwme¥nov w ¶ fuh eıßv sh̃cin,
eßv a∞™doy nỹn katapatoy¥menov
115 yΩf’ w ü n pepa¥thke prw¥ hn.
w
® panamw¥mhte, do¥ja t√ to¥kw
∞ soy.

heirm. d′ EE, p. 71 (no 101)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 215

Te sola della stirpe


90 di Davide bello, bella
rese il bel Cristo; perciò
Bartolomeo emulò la Tua verginità.

O eccellentissimo
Bartolomeo, coloro che con zelo
95 celebrano con canti la tua memoria,
libera dai pericoli con le tue preghiere.

Da ogni afflizione,
da ogni sventura, o beatissimo,
i tuoi cari liberano coloro che si pongono sotto la tua protezione,
100 in quanto si sottrassero prima ai vincoli della morte(8).

Rendi coloro che rivolgono lo sguardo


a te di tutto cuore
dimore dello Spirito che procede dal Padre
e conducili, come tu vuoi, alla tua eredità.

105 Il primogenito
dal Padre prima di tutta l’eternità
quale primogenito hai generato in maniera inspiegabile:
alla sua gloria eleva la tua eredità.

Ode IV

È colpita
110 l’impudenza del terribile Satana;
e infatti, scagliatosi contro Tuo Figlio
che è luce e fuoco divino, essendo tenebra,
apparve abbattuto nella putrefazione,
nell’inferno ora calpestato
115 da coloro che in antico ha calpestato;
o immacolata, gloria al Tuo Figlio.

(8) Dietro il generico fı¥loi si cela probabilmente il riferimento a s. Nilo e ai


confratelli di Bartolomeo (Paolo, Stefano, Cirillo) che, morti prima di lui e prece-
dutolo nel Regno dei cieli, provvedono dall’Alto per i fedeli che si pongono sotto
la sua protezione mentre egli è ancora in vita.
216 Angela Prinzi

Iso¥suenon,
oΩmooy¥sion yıΩoùn t√ Patrıù
e¶tekev, pa¥ntwn tw̃n brotw̃n
120 thùn aßnane¥wsin kaıù swthrı¥an pollw̃n.
o©n kaıù na√ soy toy¥tw ∞ dysw ¥ pei,
o©n tey¥jav, Baruolomaı̃ov soi
dw̃ron prosfe¥rei,
toỹ sw¥ zein ayßtoỹ toù poı¥mnion.

125 Toùn me¥giston


eßn patrãsi Neı̃lon, pãter sofe¥,
aßkoloyuw̃n kaıù mimhueıùv
aßparalla¥ktwv, w¶fuhv patro¥moiov eıßkw
¥ n,
oyüper eyßxaı̃v xarı¥twn soi dw̃ron
130 dwreı̃tai kaıù katete¥rfuh soy
˙
tƒ paruenı¥a∞
Xristoùv kaıù mh¥thr hΩ pa¥nagnov.

Wv a¶rista
tw̃n pauw̃n kaıù taùv oΩrmaùv aßnaspw̃n
135 eßj eΩaytoỹ tw̃n ueoyrgw̃n
eßxrhma¥tisav doxeı̃on pasw̃n aßretw̃n
kaıù panagı¥oy pney¥matov do¥mov,
di’ oyüper lı¥an dojazo¥menov,
paraù profro¥nwv
140 soy paı¥dwn geraı¥rq pa¥ntote.

Pasw̃n hΩmãv
aßnagkw̃n kaıù perista¥sewn syù
kaıù peirasmw̃n kaıù uliberw̃n
kaıù kindy¥nwn cyxikw̃n patrikaı̃v proseyxaı̃v
145 seù sebome¥noyv pı¥stei kaıù po¥uw

kaıù ueı¥wn leica¥nwn thùn la¥rnaka

126 pãter: cf. supra, p. 180 141 hΩmaùv ante corr. cod. 146 ueı̃wn ante
corr. cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 217

Un Figlio
di uguale potenza, consustanziale al Padre
hai generato, di tutti i mortali
120 il rinnovamento e salvezza di molti;
pregaLo anche in questo Tuo tempio
che, dopo averlo costruito, Bartolomeo a Te
offre in dono,
di salvare il Suo gregge.

125 Avendo tu il più grande


tra i padri, Nilo, o padre saggio,
seguito e imitato
in modo perfettamente uguale, sei apparso quale immagine
simile al padre,
per intercessione delle cui preghiere ti è fatto dono di grazie
130 e si rallegrarono della tua
verginità
Cristo e la Madre purissima.

Avendo ottimamente
estirpato da te persino gli impulsi delle passioni,
135 sei stato chiamato
ricettacolo di tutte le virtù che divinizzano l’uomo
e dimora del Santissimo Spirito,
per mezzo del quale straordinariamente glorificato,
volentieri
140 dai tuoi figli sei sempre onorato.

Libera da tutte
le sofferenze e difficoltà
e da tentazioni e oppressioni
e dai pericoli dell’anima per intercessione delle preghiere dei padri
145 noi che veneriamo con fede e zelo te
e l’urna delle sante reliquie (9),

(9) Si tratta dello skeỹov realizzato dal monaco Barnaba per volere del preposi-
to criptense Pancrazio (per il quale cf. infra, p. 221 n. 11). Dettagliatamente descritta
al f. 192r del Crypt. B.b.III, l’urna avrebbe dovuto accogliere il capo di Bartolomeo
del quale il proestw¥v aveva disposto la traslazione, avvenuta la sera del 10 novembre
1230 (cf. PRINZI, La promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata, pp. 70-72).
218 Angela Prinzi

eßjileoy¥menov
ly¥troy Xristoùn soùn e¶rwta.

Af’ y™coyv oy®n


150 eyßsebw̃v toyùv soıù prostre¥xontav nỹn
sygkatabaùv kaıù katidw ¥ n,
tw̃n thùn panh¥gyrı¥n soy eßkteloy¥ntwn diplw̃v
kaıù taùv saùv do¥jav eßpekteino¥ntwn
sw̃n paı¥dwn fı¥ltron te dexo¥menov,
155 aßntapodoı¥hv
tw̃n oßrektw̃n thùn eßplh¥rwsin.

Nỹn pro¥sxev moi


eßndeeı̃ t√ o¶nti pa¥ntwn tw̃n sw̃n, (ueot.)
w® ueomh¥tor aßgauh¥.
160 w Ω v toùn pana¥gauon aßjiwueı̃sa tekeı̃n,
tw̃n oıßktirmw̃n thùn a¶rrhton krh¥nhn,
kaıù ble¥caiv eyßmenw̃v kaıù dw ¥ rhsai
taùv saùv paraklh¥seiv,
ıΩmertw̃n d’ o™lwn eßkplh¥rwsin.

Widhù e′. Wv eı®den Hsaıμav symbolikw̃v

165 O gnoy¥v se proù toỹ pla¥sai


Ieremı¥an, w™ sper aΩgia¥sav kaıù se¥,
syùn xoroı̃v aßgge¥lwn xorey¥ein e¶tajen.
w® skeỹov ueı¥av eßklogh̃v,
th̃v aßxra¥ntoy Ueoto¥koy oßpade¥,
170 parrhsı¥an e¶xwn,
yΩpeùr hΩmw̃n deh¥uhti.

heirm. e′ EE, p. 71 (no 101)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 219

rendendoci propizio
Cristo, tuo amore.

Dall’alto dunque
150 scendendo a vedere
coloro che piamente a te ora accorrono
e ricevendo l’amore dei tuoi figli
che celebrano la tua festa in modo duplice(10)
e accrescono le tue glorie,
155 concedi in cambio
la realizzazione dei desideri.

Ora protenditi verso di me (alla Vergine)


che ho bisogno di tutte le Tue attenzioni,
o Madre di Dio benigna;
160 poiché sei stata stimata degna di generare il sommamente buono,
l’indicibile fonte di misericordia,
volgi benevolmente lo sguardo e dona
il tuo conforto
e la realizzazione di tutti i desideri.

Ode V

165 Colui che ti conobbe prima di plasmare


Geremia, avendo quasi fatto santo anche te,
dispose che danzassi con i cori degli angeli;
o vaso di elezione divina,
seguace dell’immacolata Madre di Dio,
170 Tu che ne hai facoltà,
prega per noi.

(10) Con l’avverbio diplw̃v Giovanni intende verosimilmente richiamarsi ai


due momenti centrali della solenne cerimonia che aveva luogo nel dies festus di s.
Bartolomeo: la processione stazionale – che si svolgeva secondo le modalità pre-
scritte dal Typikòn criptense (ms. Crypt. G.a.I, ff. 15v-16r) – e l’esposizione pubbli-
ca della sua reliquia per consentirne l’adorazione da parte dei fedeli (cf. PRINZI,
La promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata, pp. 72-73).
220 Angela Prinzi

Limhùn xeimazome¥nwn
kaıù prostası¥a, ploỹtov aßnafaı¥retov h®v.
oıΩ ploytoỹntev oy®n se maka¥rioi.
175 Menoỹnge, w Ω v mh¥thr Ueoỹ,
pa¥nta dy¥nasai a© ue¥leiv wΩ v Ueo¥v.
lampry¥naiv soyùv doy¥loyv
toyùv aßeı¥ se lampry¥nontav.

Bası¥lissan wΩv oy®san


180 toỹ panto¥v, wΩv toùn Lo¥gon syllaboỹsan Ueoỹ
eßpignoyùv uera¥pwn Baruolomaı̃ov se,
w® de¥spoina, mh̃ter Ueoỹ,
proskaleı̃tai se toỹ sw¥zein toyùv ayßtoỹ
kaıù paı̃dav kaıù my¥stav
185 kaıù pouoỹnta Pagkra¥tion.

Ile¥wsai toùn ktı¥sthn.


o©n wΩv nekroùn ıßkrı¥w
∞ eßphrme¥non oΩrw̃n,
sh̃v sarkoùv nekrw¥sav a¶gan toù fro¥nhma,
stayroỹsai meùn oy®n syùn ayßt√
190 eΩkoysı¥wv di’ aßskh¥sewv pollh̃v,
fwtoùv d’ aßnespe¥roy
seù yıΩoùn aßpeirga¥sato.

Wv eı¶lhfav kyrı¥an


toỹ seaytoùn poih̃sai fı¥lon te¥knon Ueoỹ,
195 taı̃v aßgge¥lwn ta¥jesin aßmillw¥menov,
w® po¥saiv eßn pa¥laiv aßuleı̃v,
eßn nhsteı¥aiv, aßgrypnı¥aiv kaıù calmoı̃v.
oyüper eyßmoirh¥sav
syùn Patrıù nỹn aßga¥llesai.

188-189 cf. Gal 5,24 195-197 cf. Laud. Barth., p. 127 (ll. 31-35)
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 221

Porto per chi è nella tempesta


e guida, ricchezza eri che non può essere sottratta:
beati dunque coloro che sono ricchi di Te.
175 Certamente, quale Madre di Dio,
puoi tutto ciò che vuoi come Dio:
illumina i tuoi servi
che sempre ti danno lustro.

AvendoTi il servo Bartolomeo riconosciuta


180 quale Regina dell’universo,
come colei che ha portato in grembo il Verbo di Dio,
o Signora, Madre di Dio,
Te chiama a salvare i suoi
figli e discepoli
185 e Pancrazio (11) pieno di devozione.

Rendici propizio il Creatore:


vedendoLo innalzato da morto sul patibolo,
avendo profondamente mortificato l’orgoglio della tua carne,
ti sei crocifisso dunque con Lui
190 volontariamente attraverso una lunga ascesi,
ed Egli ti rese figlio
della luce senza tramonto.

Poiché hai ricevuto la facoltà


di renderti amato figlio di Dio,
195 gareggiando con le schiere degli angeli,
in quanto grandi lotte combatti,
in digiuni, veglie e salmodie;
ed essendo stato di ciò felicemente partecipe,
ti rallegri ora insieme al Padre.

(11) Su Pancrazio, praepositus del cenobio criptense, cf. ROCCHI, De coenobio,


p. 38. Promotore del progetto di avanzamento liturgico del culto di Bartolomeo
al fine di equipararne la memoria a quella del maestro Nilo, Pancrazio estese la
commemorazione del santo a un periodo post-festivo di otto giorni (oßktwh¥meron),
commissionando al Rossanese l’allestimento del Crypt. B.b.III e l’ampliamento
del fino ad allora limitato dossier agiografico e innografico in suo onore (cf. PRIN-
ZI, La promozione del culto di Bartolomeo di Grottaferrata, pp. 57-70).
222 Angela Prinzi

200 Fe¥rrhv Krypth̃v thùn poı¥mnhn


syù tetokw ù v syùn Neı¥lwni, prokrı¥tw∞ patrı¥,
kaıù tyxw ù n eßn uro¥noiv Ueoỹ parı¥stasuai,
nỹn sfo¥dra aßnte¥xoy ayßth̃v,
wΩ v aßsa¥leyton threı̃suai kaıù ayßthùn
205 eßv pe¥rata xro¥nwn
eßj aΩpa¥shv aıΩre¥sewv.

Eyßdo¥khsav, kyrı¥a, (ueot.)


katoikeı̃n uhrw̃n eßn o¶rei aßlsw¥dei toù prı¥n,
o© kaıù po¥lin e¶sthsav, lytrwth¥rion
210 Roysı¥wn, eßj oyü kaıù toyùv soyùv
katape¥mpeiv, Baruolomaı̃on sofoùn
syùn Neı¥lwni ueı¥w∞,
katala¥mpein eΩspe¥ria.

Widhù v′. Ebo¥hse¥ soi ßıdwùn oΩ pre¥sbyv

Rwh̃v eßkfỹsa
215 Dayıùd eßk rßı¥zhv,
Ueoùn aßua¥naton te¥tokav,
ü∞ syzƒv kaûn unh¥skqv,
w
wû n zwhù gaùr synanistΔ se.

Reystw̃n me fỹnta,
220 rΩeystaù fronoỹnta,
aßrey¥stwn e¶rwta po¥roiv moi.
hΩ boylhù gaùr ueı¥a,
Ueoto¥ke, mhù aΩmarta¥nein.

Hmãv de¥, pãter,


225 tolmhrw̃v drw̃ntav
toỹ aßnymneı̃n se¥, toùn h™lion
eßj eΩw
¥ av dy¥sin
katala¥mponta, periua¥lcaiv.

207-208 cf. Laud. Barth., p. 125 (ll. 34-35)

210 Roysı¥wn ego: rΩy¥sı¥on cod. heirm. v′ EE, p. 71 (no 101) 222 hΩ ego: h™
cod. | ueı¥a ego: ueı̃a cod. 224 pãter: cf. supra, p. 180
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 223

200 Avendo tu generato insieme a Nilo, padre prescelto,


il gregge di Grottaferrata
e avendo ottenuto di stare presso i Troni di Dio,
ora con forza sostienilo,
così da mantenerlo tranquillo e lontano
205 fino alla fine dei tempi
da ogni eresia.

Ti sei compiaciuta, Signora, (alla Vergine)


di abitare su un monte un tempo boscoso e pieno di fiere,
che hai reso città, o redenzione
210 di Rossano, da cui invii anche i tuoi figli,
il sapiente Bartolomeo
insieme a san Nilo,
a illuminare le regioni occidentali.

Ode VI

Nata dalla linfa


215 della radice di Davide,
hai generato Dio immortale,
con il quale vivresti se pure morissi:
essendo vita infatti Ti fa risorgere insieme a Lui.

A me che, nato da materia instabile,


220 ho pensieri mutevoli,
concedi l’amore per cose immutabili,
poiché santa è,
o Madre di Dio, la volontà di non peccare.

Scalda noi, o padre,


225 che audacemente procediamo
a celebrare col canto te, il sole
che da Oriente
illumina l’Occidente.
224 Angela Prinzi

Syne¥sei ueı¥a∞
230 pefwtisme¥nov,
Ue√ prostre¥xeiv kaıù ge¥gonav
uhsayroùv sofı¥av,
Iwshùf a¶llov yΩmnogra¥fov.

Kanw ù n eßte¥uhv
235 toı̃v kanonı¥zein,
toùn ko¥smon o™lon kaıù se¥swkav,
eßk Sataùn aΩrpa¥sav
kaıù Ue√ dw̃ron prosene¥gkav.

Rapı¥zei pa¥pan,
240 aßnterrapı¥suh
rΩomfaı¥a∞ sƒ, polydy¥name,
oΩ Sata¥n, aıßsxy¥nq
dra¥kwn e™rcav eıßv gh̃n, w
Ω v e¶dei.

™Ydoysan poı¥mnhn (ueot.)


245 th¥nde soùn to¥kon
kaıù se¥, paney¥splagxne de¥spoina,
aßsaley¥twv froy¥rei
kaıù timı¥wv eıßv ko¥smoy pe¥rav.

Widhù z′. Seù toùn eßn pyrıù drosı¥santa

Fw̃v se nohtoùn ginw¥skomen


250 fw̃v w Ω v tekoỹsan a¶rrhton
kaıù parue¥non metaù to¥kon diameı¥nasan.
eßjaitoỹmen syntro¥mwv
tw̃n ptaisma¥twn syggnw¥mhn
kaıù basileı¥an oyßranw̃n,
255 ı™n eyßlogoỹmen kaıù se¥.

239-243 cf. Vita Barth. 9 (p. 116, ll. 5-17); Laud. Barth., pp. 134 (ll. 12-19)-135
(l. 3)

heirm. z′ EE, p. 71 (no 101) 254 basileı¥an ego: basileı̃an cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 225

Illuminato
230 dalla sapienza divina,
verso Dio corri e sei stato
un tesoro di sapienza,
un altro Giuseppe Innografo.

Quale paradigma sei stato posto


235 per coloro che si dispongono a sottomettersi alla regola monastica,
hai anche salvato il mondo intero,
avendolo strappato a Satana
e offerto in dono a Dio.

Colpisce il Papa,
240 ma è stato a sua volta colpito
dalla tua spada, o grandemente potente,
Satana, strisciando con vergogna
a terra come un serpente, come era opportuno(12).

Questo gregge che canta (alla Vergine)


245 Tuo Figlio
e Te, Signora sommamente misericordiosa,
custodisci in pace
e onorato fino alla fine del mondo.

Ode VII

Ti conosciamo quale luce intelligibile,


250 poiché una luce ineffabile hai generato
e sei rimasta vergine dopo il parto;
chiediamo tremebondi
il perdono dei peccati
e il regno dei cieli
255 dove glorificheremo anche Te.

(12) Il riferimento è all’intervento di Bartolomeo, “medico delle anime”, pres-


so Benedetto IX (per la bibliografia relativa alla vicenda storica del pontefice cf.
supra, p. 165 n. 22).
226 Angela Prinzi

™Ina kaıù taùv litaùv toỹ ma¥karov


Baruolomaı¥oy, pa¥nagne,
proùv eßja¥nysin deh¥sewn proba¥lwmen,
nỹn uarroy¥ntwv bow̃men.
260 «Mhdamw̃v aßpostre¥cqv
th̃v aßntilh¥cewv th̃v sh̃v.
syù gaùr phghù th̃v xarãv».

¶Anwuen eyßspla¥gxnwv e¶pide


soyùv doy¥loyv, yΩpera¥gaue,
265 kaıù dio¥ruwsin ptaisma¥twn sygkata¥bhui
parasxeı̃n deome¥noiv
uerapo¥ntwn sw̃n fı¥ltrw ∞,
eyßsebw̃v melodoỹntav.
«Eyßloghtoùv eı® syùn Patrı¥,
270 Xriste¥, kaıù pney¥mati».

Soỹ, pãter, eßpignw


¥ monev
peı̃ran labo¥ntev, a∞¶doysin
aßretw̃n soy taù mege¥uh uewrı¥av te,
hΩ Roysı¥wn shù pa¥tra,
275 kayxwme¥nh sparga¥noiv
kaıù taı̃v kalw̃n aßnastrofaı̃v
eßpeylogoỹsa Ueo¥n.

Eı®de se kaıù Rw¥ mh pro¥maxon


eyßuy¥nonta toyùv a¶rxontav
280 kaıù kayxãtai proterh¥masin eßnue¥oiv toı̃v soı̃v
kaıù diplw̃v trefome¥nh,
nohtw̃v aıßsuhtw̃v te,
«Eyßloghtoùv eı®, oΩ Ueoùv
oΩ tw̃n pate¥rwn» boΔ.

279 cf. Laud. Barth., p. 126 (ll. 17-19) 281-282 cf. Laud. Barth., p. 125
(ll. 32-33) 283-284 cf. Esd 7, 27; Tb 8, 5; Dn 3, 26 et 52

271 pãter: cf. supra, p. 180 272 peı̃ran ego: peiran cod. 274 rΩysı¥wn
ante corr. cod. 278 Eı®de ego: ¶Ide cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 227

Per muovere le suppliche del beato


Bartolomeo, o purissima,
all’esaudimento delle preghiere,
ora con fiducia (a Te) gridiamo:
260 «Non privarci mai
della tua protezione,
poiché tu sei fonte di gioia».

Dall’alto misericordiosamente rivolgi lo sguardo


ai tuoi servi, o sommamente benigno,
265 e acconsenti a concedere
il perdono dei peccati a quelli
tra i tuoi servi che pregano con fervore,
cantando con devozione:
«Benedetto sei insieme al Padre,
270 o Cristo, e allo Spirito».

Coloro che, o padre, ti conobbero


per esperienza, cantano
la grandezza delle tue virtù e della contemplazione,
(a te inneggia) la tua stirpe di Rossano,
275 vantandosi dei tuoi natali
e per il ritorno di benefici
benedicendo Dio.

Ti vide anche Roma come un combattente in prima fila


a dirigere i governanti (13)
280 e si vanta delle tue vittorie ispirate da Dio
e doppiamente nutrita,
spiritualmente e materialmente,
grida: «Benedetto sei, Dio
dei padri!».

(13) Il Rossanese si riferisce qui al ruolo di guida morale dei potenti assunto
da Bartolomeo in varie occasioni. Non è inoltre escluso che l’autore voglia allude-
re, più nello specifico, a due episodi spesso ricordati nei canoni: l’intervento del
santo come “medico delle anime” presso papa Benedetto IX e la mediazione tra il
principe di Salerno e il signore di Gaeta (cf. supra, p. 165 nn. 22 e 23).
228 Angela Prinzi

285 üWnper eßpela¥uoy pro¥teron


sy¥rrakov tw̃n oıßkeı¥wn soy
nỹn mnhmo¥neyson, wΩv Paỹlov soi uespe¥siov boΔ
kaıù prono¥ei ıßdı¥wn,
paraky¥ptwn yΩco¥uen
290 kaıù synergw̃n diapantoùv
e¶rgoiv doja¥zein Ueoùn.

¶Anarxon fw̃v proa¥narxon (ueot.)


fwtoùv eßk proana¥rxoy fye¥n,
eßj hΩlı¥oy deù parue¥noy sarkwueıùv hΩmı̃n,
295 di’ ayßth̃v sw̃son pa¥ntav
eyßsebw̃v melodoỹntav.
«Eyßloghtoùv eı®, oΩ Ueoùv
Baruolomaı¥oy patro¥v».

Widhù h′. Aste¥ktw∞ pyrıù eΩnwue¥ntev

Noh¥santev ueı¥a∞ dyna¥mei


300 oıΩ ueoforoy¥menoi profh̃tai, Ueoto¥ke,
proeskı¥rtwn uespiwdoỹntev
kaıù dedojasme¥n’ aßmfıù soỹ pa¥nt’ eyßlo¥goyn,
y™mnoyn toùn toy¥toiv se ne¥monta
ble¥pein kaıù proble¥pein,
305 w® kexaritwme¥nh.

286-287 cf. 1Tm 5, 8 294 cf. can. I, 37; can. III, 430

heirm. h′ EE, p. 71 (no 101) 300 ueofory¥menoi ante corr. cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 229

285 Dei tuoi cari di cui un tempo,


vestito con loro dei cenci umani (14), non ti sei preoccupato,
ora ricordati, come grida Paolo ispirato da Dio,
e provvedi alle loro necessità,
osservando dall’alto
290 e cooperando sempre
a glorificare con le opere Dio.

O luce eterna precedente il tempo (alla Vergine)


nata da una luce che precede il tempo,
o Tu che ti sei incarnato per noi dal sole di una vergine,
295 per Sua intercessione salva tutti
coloro che con devozione cantano:
«Benedetto sei, Dio
di padre Bartolomeo».

Ode VIII

Avendoti percepita con i sensi grazie alla potenza divina,


300 i profeti ispirati da Dio, o Madre di Dio,
sussultavano di gioia predicendo
e glorificandoti benedicevano tutte le cose relative a Te,
celebravano con inni Colui che dava loro la facoltà
di vedere e prevedere Te,
305 o piena di grazia.

(14) Il termine sy¥rrakov, uno dei numerosi neologismi coniati dal Rossanese
(cf. supra, p. 177), sembrerebbe derivare dalla fusione di sy¥n e rΩa¥kov con assimi-
lazione progressiva della nasale alla liquida. Il sostantivo rΩa¥kov, letteralmente
«straccio», potrebbe essere inteso come un’allusione all’umiltà dell’abito mona-
stico (cf. Bı¥ov kaıù politeı¥a, cap. XVII, p. 65, ll. 37-45) che Bartolomeo, quale
membro della comunità criptense, aveva condiviso con i fratelli. Le parole di Gio-
vanni andrebbero, dunque, intese come un monito affinché il santo provveda ai
suoi confratelli – della cui sorte mortale durante la vita terrena (pro¥teron) non si
era curato, evidentemente confidando nella Provvidenza divina – ora che è nel-
l’alto dei cieli e può intercedere per loro presso Dio, soprattutto se in difficoltà,
come ricordato nel passo della prima Lettera di s. Paolo a Timoteo indicato in ap-
parato.
230 Angela Prinzi

Nefe¥lhn fwto¥v se nooỹntev,


kexaritwme¥nh, soıù bow̃men. «Ueoto¥ke,
dı¥doy dro¥son kaıù fa¥ov me¥ga
eßj aΩmartiw̃n prıùn pephrwme¥noiv
310 mãllon eßfetw̃n eßkplh¥rwsin,
proùv do¥jan soỹ to¥koy,
shùn kaıù Baruolomaı¥oy».

H ueı¥a soy klh̃siv hΩ prw¥hn


seù kataù daimo¥nwn basiley¥ein kaıù pauw̃n
315 aΩpa¥ntwn krateı̃n eßdh¥loy.
xa¥riv gaùr eßph¥nuei soi paruenı¥av,
pa¥ntwn aßretw̃n, eßle¥oyv de¥,
h©n kaıù soı̃v eßn y™mnoiv
eßjaı¥reton eßjq¥teiv.

320 Soỹ meùn t√ fwtıù eßkklhsı¥a


katastraptome¥nh, oßfeile¥tiv h®n aßnymneı̃n se
<x ˘ ¯ x x ˘ ˘ ¯ >
Iwshùf gaùr a¶llov hû Iwa¥nnhv
w¶ fuhv, yΩmnogra¥fov a¶ristov.
325 syùn oıüv kaıù presbey¥oiv
soỹ sw ¥ zesuai thùn poı¥mnhn.

Rwma¥leov, o¶lbiov e¶fyv,


w® Baruolomaı̃e, ko¥smov aßretaı̃v eßnue¥oiv.
pammaka¥riste soı̃v pãter te¥knoiv
330 kaıù hΩmı̃n para¥sthui, s√ fwtı¥zwn
fa¥ei, wΩv e¶rgwn lampro¥thsin
aßnymnologw̃men
Xristoùn toùn eßpıù pa¥ntwn.

313-315 cf. can. I, 148-150 323-324 cf. Laud. Barth., p. 131 (ll. 20-21)

313 ueı¥a ego: ueı̃a cod. 322 versus deest 329 pãter: cf. supra, p. 180
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 231

PercependoTi come una nube di luce,


o piena di grazia, a te gridiamo: «O Madre di Dio,
dona rugiada e grande luce
a quelli prima accecati dal peccato,
310 ancor più la realizzazione dei desideri,
a gloria del Tuo Figlio,
Tua e di Bartolomeo».

Il tuo santo nome di un tempo


ti mostrava a regnare sui demoni
315 e a dominare su tutte quante le passioni(15);
infatti rifulgeva in te la grazia della verginità,
di tutte le virtù e della misericordia,
che specialmente chiedevi
anche nei tuoi inni.

320 La Chiesa, abbagliata dalla tua luce,


era tenuta a celebrarti
<x ˘ ¯ x x ˘ ˘ ¯ >
infatti come un altro Giuseppe (Innografo) o Giovanni (Damasceno)
ti sei mostrato, un ottimo innografo;
325 insieme a loro prega anche
che il tuo gregge si salvi.

Saldo, beato ornamento sei stato,


o Bartolomeo, per le virtù ispirate da Dio;
beatissimo padre, assisti anche noi
330 tuoi figli, illuminandoci con la tua
luce, affinché con lo splendore delle opere
celebriamo
Cristo sopra ogni cosa.

(15) Il riferimento è al presunto nome di battesimo del santo, Basilio, di cui il


Rossanese ripropone qui la paraetimologia (cf. can. I, 148-150 e supra, p. 163 e
n. 12).
232 Angela Prinzi

O w û n eßpıù pa¥ntwn aßna¥rxwv


335 Ueoùv basiley¥wn, Pathùr me¥gav,
Lo¥gov me¥gav kaıù pneỹma me¥ga
ktı¥zon pãn pneỹma, monaùv kinhueı̃sa triaùv kaıù e¶sth
qüper ueolo¥goi me¥lpoysi
kaıù yΩperycoỹsi
340 syntro¥mwv syùn aßgge¥loiv.

Yda¥twn para¥sxoy krobboy¥v moi, (ueot.)


stenagmoyùv drimeı̃v moi, Ueoto¥ke, eyßsplagxnı¥av krh¥nh,
eyßspla¥gxnoy mh¥thr, ıΩlasthrı¥oyv
eyßmenh̃ moi to¥kon toùn soùn poioỹntav,
345 o™pwv yΩmnw̃, aßgallo¥menov,
synyperycw̃n se
tƒ ueoktı¥stw ∞ ktı¥sei.

Widhù u′. En no¥mw∞ skiΔ kaıù gra¥mmati

Seù mo¥nhn eyΩrwùn aßsy¥gkriton


ka¥llov kaıù a¶jion eΩaytoỹ,
350 Lo¥gov oΩ pantoyrge¥thv
eyßdokı¥a∞ o¶ntwv patrikƒ
kaıù synergı¥a∞ synuro¥noy
pney¥matov, saùrj gegonw¥v,
fy¥sin eßue¥wse thùn sh¥n,
355 h©n Pathùr nỹn e¶xei sy¥nuronon.

337 cf. Greg. Naz., Oratio XXIX, 2 (ed. P. GALLAY–M. JOURJON, Grégoire de Na-
zianze. Discours théologiques 27-31, Paris 1978 [Sources Chrétiennes, 250], p. 180,
ll. 1-2) 353 cf. Gv 1, 14

heirm. u′ EE, p. 71 (no 101)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 233

Lui che è Dio, che regna su tutte le cose


335 eternamente, Padre grande,
grande Verbo e grande Spirito
che crea ogni spirito, «Uno» in movimento(16), si costituì anche
come «Trinità»
come i teologi celebrano con canti
e tremebondi esaltano grandemente
340 insieme agli angeli.

Dammi sorgenti d’acqua, (alla Vergine)


dammi acuti lamenti, o Madre di Dio, fonte di misericordia,
Madre del misericordioso, quali strumenti di espiazione
che rendano a me benevolo tuo Figlio,
345 affinché Lo celebri con inni, glorificandoLo,
esaltando grandemente Te
insieme al creato creato da Dio.

Ode IX

Avendo trovato Te sola quale bellezza


incomparabile e degna di Lui,
350 il Verbo creatore dell’universo,
con l’approvazione di colui che è veramente Padre
e la cooperazione dello Spirito
assiso insieme sul trono, fattosi carne,
santificò la Tua natura,
355 Te che il Padre ha ora assisa insieme sul trono.

(16) È qui sottinteso dall’autore il riferimento alla «Diade» (cf. can. I, 199-200)
che, come si desume dalle parole con cui il Nazianzeno conclude il discorso sulla
monarchia trinitaria (monaùv aßp’ aßrxh̃v eıßv dya¥da kinhueı̃sa, me¥xri tria¥dov e¶sth),
rappresenta lo stadio intermedio nel processo di costituzione della Trinità a par-
tire dall’Unità. Ripresa solo parzialmente dal Rossanese, l’espressione è citata al-
la lettera da Giorgio Acropolita (cf. Georgius Acropolita, In Gregorii Nazianzeni
sententias, II, 2 [ed. A. HEISENBERG, Georgii Acropolitae opera, I-II, Lipsiae 1903,
p. 70, ll. 2-3]).
234 Angela Prinzi

Idoy¥ se fylaıù gh̃v sy¥mpasai


se¥bontai pa¥ntimon wΩv Ueoỹ
mhte¥ra syùn aßgge¥lwn
aßnwta¥taiv ta¥jesi. kaıù gaùr
360 Patroùv wΩv ny¥mfhn teloỹsan,
mh¥tran d’ oy®san yıΩoỹ,
pney¥matov oı®kon aßgauoỹ,
pãsa ktı¥siv megaly¥nei se.
Wv a¶llov eßn gƒ eßjh¥stracav
365 h™liov kauaro¥thti sy¥,
Baruolomaı̃e pãter,
sterro¥thtı¥ te. e¶rgwn aßgauw̃n
thùn prãjin gaùr uewrı¥av
ue¥menov ba¥sin sterra¥n,
370 panse¥ptoy pney¥matov plhsueı¥v,
Ueoùn o¶ntwv eßmega¥lynev.
Nao¥n se uea¥rxoy pney¥matov
Neı¥lwn oΩ me¥gav oıßkodomeı̃.
sy¥, pỹr d’ aßna¥cav me¥ga
375 kaıù kardı¥a∞ ue¥menov Ueoùn
kaıù zw̃n proùv po¥loyv mete¥sthv.
ı™na parwùn aßnu’ hΩmw̃n,
eßjileoỹ hΩmı̃n Ueoùn
wΩ v ıßsxyùv o©n eßmega¥lynev.
380 Anh̃luev proùv oy©v eßpo¥uhsav
uro¥noyv toỹ aßuloue¥toy Xristoỹ,
eßn oıüv mhtrıù sygxaı¥rei,
h©n eßlpı¥da e¶uoy eßkpanto¥v.
wΩ v parrhsı¥an oy®n e¶xwn,
385 yΩpeùr tw̃n sw̃n oıßketw̃n
mhù dialı¥poiv eßktenw̃v
toỹ presbey¥ein, pãter pa¥nsofe.

384 cf. Laud. Barth., p. 125 (ll. 16-17)

366 et 387 pãter: cf. supra, p. 180 379 ıßsxyùv ego: ıßsxỹv cod. 383 eßkpanto¥v:
cf. supra, p. 180
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 235

Ecco, le tribù della terra tutte insieme


Ti venerano quale Madre di Dio
da tutti onorata insieme alle più alte schiere
degli angeli; e difatti
360 poiché sei sposa del Padre
e sei grembo del Figlio,
e dimora dello Spirito benigno,
tutto il creato Ti magnifica.

Come un altro sole brillasti sulla terra


365 per purezza tu,
padre Bartolomeo,
e per fermezza; avendo posto infatti
il compimento di buone opere
come solido fondamento della contemplazione,
370 essendo pieno del Santissimo Spirito,
magnificavi veramente Dio.

Te il grande Nilo edifica


quale tempio dello Spirito di Dio;
tu, acceso un grande fuoco,
375 posto nel cuore Dio,
ancor vivo migrasti nei cieli;
trovandoti là a differenza di noi
rendici propizio Dio che magnificavi
per quanto puoi.

380 Sei asceso ai Troni


che desiderasti di Cristo giudice remuneratore,
sui quali Egli si rallegra con la Madre
la quale ponesti come assoluta speranza;
poiché dunque hai parresía,
385 per i tuoi servi
non smettere di intercedere
con fervore, o padre oltremodo saggio.
236 Angela Prinzi

Deyte¥ran aßpekdexo¥menoi
e¶leysin toỹ despo¥toy Xristoỹ,
390 syntro¥mwv deỹte pa¥ntev
toùn Baruolomaı̃on toùn septoùn
kauiketey¥swmen o™pwv
eßjeymenı¥sq hΩmı̃n
toùn eyßdia¥llakton Ueoùn
395 kaıù thùn ske¥phn kaıù kyrı¥an hΩmw̃n.

Wv pa¥ntwn wΩraı̃on te¥jasa


ka¥llei wΩraiote¥ra syù
eßkfa¥nuhv e¶rgwn ktı¥stoy.
aßprepeı¥av o™lav taùv hΩmw̃n,
400 th̃sde th̃v poı¥mnhv soy, ko¥rh,
kauwraıμsaiv xrew ¥ n,
eıßv do¥jan soỹ kaıù toỹ yıΩoỹ,
ı™n’ eßv aßeı¥ se megaly¥nwmen.

396 cf. Sal 44, 3

401 xrew¥n ego: xrew̃n cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 237

Attendendo con impazienza il secondo


avvento di Cristo Signore,
390 orsù tutti tremebondi
supplichiamo
il venerando Bartolomeo che
ci renda propizi
Dio che facilmente si placa
395 e la nostra protezione e Signora.

Avendo generato il più bello tra tutti (gli uomini),


Tu per bellezza apparisti più bella
di tutte le opere del Creatore;
abbellisci, come si conviene,
400 tutte le brutture nostre,
di questo tuo gregge, o Vergine,
a gloria Tua e del Tuo Figlio,
affinché ti magnifichiamo per sempre.
™Eterov kanwù n eıßv toùn o™sion pate¥ra hΩmw̃n Baruolomaı̃on
fe¥rwn aßkrostixı¥da.
Toùn ueiomarty¥rhton, aßskhthùn me¥gan Baruolomaı̃on aıßne¥ein ky¥dov me¥ga
® Hxov d′

Widhù a′. Anoı¥jw toù sto¥ma moy kaıù plhrwuh¥setai Pney¥matov kaıù lo¥gon
eßrey¥jomai tq̃ basilı¥di Mhtrıù

Toùn a¶rrhton to¥kon soy,


xa¥rin, parue¥ne mhtro¥uee,
Xristo¥n, o™lon e¶fesin
kaıù glykasmoùn o¶nta,
5 tre¥mein po¥roiv moi,
poueı̃n, tre¥xein oßpı¥sw
kaıù a∞¶dein, ghuo¥menon taù megaleı̃a soy.

O bı¥ov moy, pa¥nagne,


rΩy¥pwn kaıù mw¥ mwn eßmpe¥plhstai,
10 dioù nỹn prostre¥xw soi.
ka¥uaron, h™liov gaùr
o¶ntwv yΩpa¥rxeiv,
hû my¥rison soı̃v my¥roiv,
ı™na my¥rwn a¶nuesi ste¥cw toùn soùn aßskhth¥n.

15 Neı̃le trismaka¥riste,
Baruolomaı¥oy patro¥pappe,
sy¥, Baruolomaı̃e, deù
parue¥nwn xaı¥rwn xoroı̃v,
xa¥rin ne¥moiv min
20 yΩmneı̃n se nỹn aßjı¥wv
qüper kaıù Pagkra¥tiov, soùv paı̃v, eßfı¥etai.

fe¥ rwn ego: fe¥r(ont)ev cod. heirm. w∞ßdhù a′ EE, p. 99 (no 141)
16 Baruolomaı¥oy ego: Baruolomaı̃e ante corr. cod. Baruolomaı̃oy post corr. cod.
Altro canone per il nostro santo padre Bartolomeo recante l’acrostico:
«Gran vanto è esaltare il testimone di Dio, il grande asceta Bartolomeo»

Modo IV

Ode I

Concedimi la grazia
o Vergine Madre di Dio, di temere
il Tuo ineffabile Figlio,
Cristo, che è tutto desiderio
5 e dolcezza,
di desiderarLo, di correre dietro a Lui
e cantarLo, Lui che si rallegra delle Tue grandi opere.

La mia vita, o purissimo,


è stata piena di sordidezze e di peccati,
10 perciò ora accorro a Te:
mondami, giacché sei
veramente sole,
ovvero ungimi con i Tuoi unguenti profumati,
affinché incoroni del fior fiore degli unguenti il Tuo asceta.

15 O Nilo tre volte beato,


o padre di padre Bartolomeo (17),
e tu, o Bartolomeo,
che gioisci con le schiere dei puri,
concedimi la grazia
20 di celebrarti ora degnamente con inni
come anche Pancrazio (18), tuo figlio, desidera.

(17) Ricorrendo a un sostantivo raro come patro¥pappov (per il quale cf. supra,
p. 175 e n. 109), il Rossanese intende alludere al rapporto di paternità spirituale
esistente tra Nilo e Bartolomeo, suo te¥knon, da un lato, e tra quest’ultimo e i suoi
confratelli – di cui è a sua volta path¥r – dall’altro.
(18) Per la figura di Pancrazio cf. supra, p. 221 n. 11.
240 Angela Prinzi

Ueo¥nymfe, pa¥rasxe
xa¥rin eßj y™coyv kaıù xa¥ritav
monƒ Kryptofe¥rrhv sƒ,
25 poime¥ni kaıù monastaı̃v
kaıù toı̃v proje¥noiv
toỹ nỹn panhgyrı¥zein
kaıù pãsi toı̃v ca¥lloysin prouy¥mwv e¶leon.

Era¥smiov pe¥fykav,
30 Baruolomaı̃e, t√ ktı¥santi.
dioù proginw¥ skwn se
kaıù proorı¥zei aΩgnoùn
syùn Iwa¥nnq
parue¥non se parue¥nw ∞
35 t√ fı¥lw∞ kaıù nỹn a∞¶deiv eyßxaristh¥ria.

Idoy¥, nỹn parı¥stasai


syùn aßrxagge¥loiv t√ bh¥mati
Xristoỹ toỹ panta¥naktov,
xorey¥wn, xaı¥rwn, bow̃n.
40 «Idoy¥, pa¥reimi
syùn toı̃v eßsuloı̃v paisı¥ moy,
toı̃v prıùn kaıù toı̃v nỹn oy®sin. oy©v diafy¥latte».

31-32 cf. Rom. 8, 29 33-35 cf. Laud. Barth., p. 126 (l. 29: Ioannes Calybi-
ta); p. 130 (ll. 22-23: Ioannes Baptista)
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 241

O sposa di Dio, concedi


la grazia dall’alto e grazie
al Tuo monastero di Grottaferrata,
25 al gregge e ai monaci
e ai (nostri) ospiti (19)
di riunirsi ora in festa
e (concedi) misericordia a tutti coloro che cantano con zelo.

Sei stato amato,


30 o Bartolomeo, dal Creatore:
perciò preconoscendoti,
ti predestina puro
insieme a Giovanni (20),
te vergine insieme all’amato vergine,
35 e ora intoni canti di ringraziamento.

Ecco, ora stai


con gli arcangeli presso il tribunale
di Cristo Signore dell’universo,
danzando, gioendo, gridando:
40 «Ecco, mi presento
insieme ai miei buoni figli,
quelli che lo sono stati prima e quelli che lo sono ora: custodiscili!».

(19) Con il riferimento ai pro¥jenoi il Rossanese intende forse riallacciarsi alla


tradizione, risalente a s. Nilo e propria dello spirito della comunità monastica
criptense, relativa al terzo voto pronunciato dal santo all’atto della monacazione
(cf. E. FOLLIERI, Il terzo voto di Nilo da Rossano, in Ad contemplandum Sapien-
tiam. Studi di Filologia, Letteratura, Storia in memoria di Sandro Leanza, Soveria
Mannelli 2004, pp. 253-259).
(20) È probabile che l’autore, giocando sull’omonimia dei due santi, voglia qui
richiamarsi sia a Giovanni Battista che a Giovanni Calibita, presso il cui mona-
stero, a Orito, Bartolomeo abbracciò la vita monastica e venne educato nelle arti
del trivium (cf. Vita Barth. 3 [p. 110, ll. 1-2], dove l’agiografo si limita a ricordare
che, fin dalla tenera età, venne affidato a un monastero; Laud. Barth., p. 126
[l. 24] e p. 127 [ll. 22-26], dove il Rossanese precisa che Bartolomeo era stato
educato nella grammatica e nella retorica presso il monastero di Orito). In due
diversi luoghi dell’encomio, del resto, il santo criptense si trova associato, per la
sua paruenı¥a, sia al primo che al secondo (cf. supra, apparato critico ll. 33-35,
p. 240). È, inoltre, possibile che dietro il riferimento a Giovanni si celi la figura
dello stesso Evangelista, patrono delle vergini, a cui Cristo dalla Croce affidò la
Vergine Maria (cf. Gv 19, 26-27).
242 Angela Prinzi

O so¥v, pammaka¥riste,
bı¥ov paido¥uen dih¥rurwtai
45 kaı¥, paı̃v w
¶ n, taù ge¥rontov
h¶skeiv syne¥sei pollƒ,
o™uen pa¥ntev se
eßuay¥mazon oΩrw̃ntev
kaıù kataplhtto¥menoi Ueoùn eßdo¥jazon.

50 Marı¥a, toù pa¥ntimon


toỹ basile¥wv pala¥tion,
oΩ uro¥nov oΩ py¥rinov
o©n uro¥noi se¥bontai
eyßlaboy¥menoi
55 kaıù xaı¥roysi xoreı¥ai,
xara¥n moi kaua¥rsion doı̃v aıßwnı¥zoysan.

Widhù g′. Toyùv soyùv yΩmnolo¥goyv Ueoto¥ke

Ana¥rxoy Patroùv soỹ ka¥lloyv, ko¥rh,


kauw ù v ueopa¥twr soùv Dayıùd
e¶fh eßpiuymh¥santov,
60 Lo¥gov eıßsdyùv syna¥narxov
skhnoı̃ kaıù saùrj geno¥menov,
ueoyùv brotoyùv aßperga¥zetai.

Rwnny¥etai paı̃v Baruolomaı̃ov


na√ prosaxueıùv t√ s√ uermw̃v
65 kaıù th̃v sofı¥av o¶rganon
proùv sw̃n xarı¥twn te¥teyktai,
paruenomh̃tor de¥spoina.
dioù proùv seù kaıù kate¥fyge.

43-49 cf. Vita Barth. 3 (p. 110, ll. 2-7); Laud. Barth., p. 127 (ll. 13-14)
57 cf. Sal 44, 12 61 cf. Gv 1,14

55 xoreı¥ai ego: xorı¥ai cod. heirm. w∞ßdhù g′ EE, p. 100 (no 141) 67 parue-
nomh¥twr ante corr. cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 243

La tua vita, o beatissimo,


si è distinta fin dall’infanzia
45 e, seppur fanciullo, esercitavi l’ascesi di un anziano provetto
con molta saggezza,
per cui tutti
si meravigliavano vedendoti
e stupiti glorificavano Dio.

50 Maria, reggia del Re


da tutti onorata,
trono di fuoco
che i Troni onorano
temendoTi
55 e di cui gioiscono i cori angelici,
donami una gioia purificatrice in eterno.

Ode III

Poiché il Padre eterno desiderò la Tua bellezza, o Vergine,


come il Tuo santo antenato
Davide disse,
60 il Verbo coeterno, entrato in Te,
vi dimora e fattosi carne
santifica i mortali.

È fortificato il Tuo figlio Bartolomeo,


dopo esser stato condotto ferventemente al Tuo tempio
65 ed è divenuto strumento di sapienza
per mezzo delle Tue grazie,
o Signora, Vergine e Madre;
perciò ricorse a Te.
244 Angela Prinzi

Thrw̃n eßntolaùv taùv toỹ swth̃rov


70 filoy¥menov w ¶ fuhv kaıù ayßto¥v,
o™uen Triaùv oıßkı¥an se
hßgaphme¥nhn e¶deije
litaı̃v th̃v ueomh¥torov
kaıù soỹ patroùv Neı¥loy, pa¥nagnon.

75 Ymneı̃n xaritw ¥ saiv me, pamma¥kar,


xarı¥twn aßna¥plewv wΩv w ¶ n,
seù kaıù toùn soùn dida¥skalon,
lo¥gwn eßjaporoỹnta me,
∞ß daùv eßpajı¥av soi
ı™n’ w
80 prosoı¥sw soùv wûn w Ω v sy¥mpoliv.

Rwsueıùv eßn Xrist√, patrı¥da fey¥geiv


kaıù Neı¥lwna ueı̃on eßkzhteı̃v.
w∞ü proseluw ¥ n, aßxw
¥ ristov
eßge¥noy kaıù oΩmo¥tropov
85 w Ω v eßj ayßtoỹ gnwrı¥zesuai
de¥ndron se pa¥nskion, pa¥gkarpon.

Hnı¥ka prosh̃luev prigkipı¥oiv


rΩwnny¥oysi sue¥nei se Xristoỹ
xarı¥twn xeı̃rev e¶mpleoi
90 toỹ ueofo¥roy Neı¥lwnov
kaıù zhlwthùn eßkfaı¥noysin
ayßtoỹ kaıù pa¥ntwn aΩgı¥wn se.

Thùn poı¥mnhn soy pãsan, Ueoto¥ke, (ueot.)


kindy¥nwn kaıù ulı¥cewv pasw̃n
95 kaıù aßnagkw̃n eßkly¥trwsai
oΩratw̃n aßora¥twn te,
o™pwv xarΔ toùn to¥kon soy
kaıù seù pansuenw̃v geraı¥rwmen.

81-82 cf. Laud. Barth., p. 128 (ll. 15-17) 87 cf. Vita Barth. 10 (pp. 116-118);
Laud. Barth., p. 135 (ll. 7-24)

89 e¶mplewi ante corr. cod. 93 pãsan ego: pasan cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 245

Osservando i comandamenti del Salvatore,


70 sei apparso anche tu stesso amato,
per cui la Trinità te, purissimo, mostrò
quale dimora amata
per intercessione delle preghiere della Madre di Dio
e del tuo padre Nilo.

75 Dona a me che sono povero di parole, o beatissimo,


poiché tu sei pieno di grazie,
la grazia di cantare
te e il tuo maestro,
affinché ti offra canti degni
80 in quanto sono tuo concittadino.

Fortificato in Cristo, fuggi la patria


e cerchi san Nilo;
giunto presso di lui, ne diventasti inseparabile
e simile nel modo di vivere,
85 così che sei da lui stesso riconosciuto
come un albero tutto coperto di ombra, tutto coperto di frutti.

Quando ti presentasti ai principi,


ti fortificarono con il potere di Cristo
le mani piene di grazie
90 di Nilo foriero di Dio
e ti mostrarono emulo
di Lui e di tutti i santi.

Riscatta tutto il Tuo gregge, o Madre di Dio, (alla Vergine)


dai pericoli e dall’afflizione e da tutte
95 le sofferenze
visibili e invisibili,
affinché con gioia celebriamo il Tuo figlio
e Te con tutte le forze.
246 Angela Prinzi

Widhù d′. O kauh¥menov eßn do¥jq.

O Patrıù sy¥nuronov Lo¥gov


100 sarkwueıùv eßk soỹ, pa¥nagne,
kaıù oΩmoiwueı¥v soi
de¥dwke brotoı̃v te¥kna gı¥nesuai
toỹ proana¥rxoy Patro¥v te.
nỹn d’ eıßv e¶sxata
105 kaıù Baruolomaı̃ov soùv yıßoùv Ueoỹ ge¥gonen.

Nỹn filo¥xristov lao¥v se


sh̃v Roysı¥wn kaıù po¥lewv
Rw¥mhv eßjakoy¥stoy
po¥lewn mhtroùv wΩv kaıù pa¥ntwn te
110 nỹn geghuo¥twv xorey¥ei,
aßgallo¥menov
eßn tƒ mnh¥mq soy, ueı¥wn xarı¥twn plhroy¥menov.

Anable¥cate proùv y™cov


kaıù proùv po¥lin perı¥opton,
115 toùn Baruolomaı̃on,
toùn eßn aßskhtaı̃v peribo¥hton,
kaıù katama¥uete pw̃v dhù
thùn tapeı¥nwsin
aßgaph¥sav, Xristoỹ mauhthùv fı¥lov de¥deiktai.

120 Synie¥ntev deù toù y™cov,


eßp’ oßkrı¥bantov kra¥jate,
te¥kna, pa¥ntav fı¥loyv
le¥gete, khry¥ttontev, ma¥uete
Baruolomaı̃ov pw̃v fı¥lov,
125 pw̃v, w Ω v a¶ÿlov,
met’ aßgge¥lwn aßyμlwv Ue√ nỹn parı¥statai.

heirm. wß∞ dhù d′ EE, p. 95 (no 135)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 247

Ode IV

Il Verbo assiso sul trono insieme al Padre


100 incarnatosi da Te, o purissima,
e fattosi simile a Te,
ha concesso ai mortali di divenire figli
del Padre che esiste prima dell’eternità;
e ora, in tempi recenti,
105 anche il Tuo Bartolomeo è divenuto figlio di Dio.

Ora il devoto popolo


della tua Rossano e della città
di Roma famosa
quale madre di città e di tutti,
110 ora ti celebra con gioia,
rallegrandosi
nella tua memoria, colmato di grazie divine.

Guardate verso l’alto


e alla città visibile da ogni parte,
115 a Bartolomeo
celebre tra gli asceti
e osservate come,
avendo amato l’umiltà,
è stato reso amato discepolo di Cristo.

120 Conoscendo l’Altissimo,


gridate presso la tribuna,
o figli, dite, annunciandolo,
che voi tutti siete (suoi) amici, apprendete
in che modo Bartolomeo è caro (a Dio),
125 come, poiché puro spirito,
ora sta spiritualmente insieme agli angeli presso Dio.
248 Angela Prinzi

Kaıù tı¥ d’ aûn o©v pa¥nta ble¥pq


proorı¥sav hΩgı¥asen
w
™ sper Samoyh¥l se
130 me¥llonta die¥pein perı¥pyston
lyxnı¥an eßn Rw ¥ mq me¥sq,
w
Ω v poly¥fwton
seù fwsth̃ra fwtı¥zein polloy¥v se kate¥phjen.

H zwh¥ soy, pãter, my¥ron


135 eyßwde¥staton e¶blysen.
paruenı¥a ga¥r soy
kaıù aΩgiwsy¥nh kaueı¥lkyse
toùn aΩgio¥thtov o™lhv
xorhgoùn o¶nta,
140 toùn para¥klhton. o™v se xarı¥twn eßmfo¥rhsen.

Tw̃n tetta¥rwn aßretw̃n se


plh̃rev a¶ggov para¥klhtov,
xa¥risin eyΩrw¥n se
th̃v aßxeirogra¥foy ueo¥paidov
145 th̃v Ueoùn Lo¥gon tekoy¥shv,
myrorry¥tora
kaıù dida¥skalon poı¥mnhv aΩgı¥av prote¥uhke.
˙˙
Thùn parue¥non hΩ parue¥nov (ueot.)
Triaùv fy¥sei pefı¥lhken.
150 eyßdokı¥a∞, e¶rgw

kaıù tƒ synergı¥a∞ toỹ pney¥matov,
oΩ Ueoùv Lo¥gov sarkoỹtai,
o©v kaıù sw¥ zei me
Ueoùv a¶nurwpov, o™lon proslh¥bwn toùn a¶nurwpon.

130-131 cf. Mt 5,15; Mc 4, 21; Lc 8, 16 et 11, 33. Sic etiam in Vita Barth. 6
(p. 112, l. 1) et in Laud. Barth., p. 131 (ll. 13-14) 152 cf. Gv 1, 14

127 ble¥pei ante corr. cod. 134 pãter: cf. supra, p. 180 | my¥ron ego: mỹron
cod. 146 myrorry¥tora ego: myromyry¥tora cod. 154 o™lon ego: oΩlon cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 249

Ed ecco, Colui che tutto vede


avendoti predestinato santificò
come Samuele te
130 che ti accingevi a guidare il celebre
candeliere in mezzo a Roma,
te come astro splendente,
te stabilì a illuminare molti.

La tua vita, o padre,


135 fece zampillare un unguento profumatissimo;
infatti la tua verginità
e santità attirarono a sé
Colui che è dispensatore
di tutta la santità,
140 il Paraclito: Egli ti riempì di grazie.

Avendoti il Paraclito trovato


come vaso pieno delle quattro virtù,
per le grazie
della figlia di Dio Achiropita (21)
145 che generò Dio Verbo,
te come dispensatore di unguenti
e come maestro del santo gregge pose.

La Trinità, vergine per natura, (alla Vergine)


ha amato una vergine;
150 con il compiacimento, l’opera
e la cooperazione dello Spirito,
Dio Verbo si incarna,
Lui che anche mi salva,
Dio uomo, assumendo l’intera natura umana.

(21) Si tratta dell’immagine della Vergine secondo la tradizione non dipinta


dalla mano dell’uomo, venerata nella Cattedrale di Rossano fin dal VI secolo e a
cui sia Nilo che Bartolomeo furono molto devoti. Lo stesso Giovanni spiega in un
luogo dell’encomio (cf. Laud. Barth., p. 125 [ll. 34-38]) il significato del termine
«achiropita».
250 Angela Prinzi

Widhù e′. Eje¥sth taù sy¥mpanta

155 H xa¥riv eßjh¥nuei soi


tetra¥kerwn deù de¥deixe,
fronh¥sei, aßndreı¥a∞, swfrosy¥nq,
dikaiosy¥nq me¥shn eßlay¥nonta
kaıù pı¥stin, aßga¥phn ueoyrgo¥n,
160 eßlpı¥da, tapeı¥nwsin
seù perizw ¥ nnysi.

Nikãv toùn nikh¥santa


toyùv ma¥karav propa¥torav
kaıù aßnteisoikı¥zq paradeı¥sw∞,
165 tƒ oyßranı¥w∞ po¥lei toỹ zw̃ntov Ueoỹ
ı™na, perifa¥neian labw ¥ n,
neı¥moiv yΩmnhtaı̃v toı̃v soı̃v
do¥jan fw̃v kaıù tƒ poı¥mnq soy.

Mega¥lhv hyßmoı¥rhsav
170 th̃v do¥jhv, w® pagge¥raste,
lı¥uov eyΩreueıùv eßn po¥lei zw¥ntwn,
eßklelogme¥nov, hßgaphme¥nov Ue√.
kra¥tynon thùn poı¥mnhn soy sterra¥n,
e¶ntimon h©n te¥tokav,
175 aßklo¥nhton wΩv fı¥lon soi.

¶Egnwstai toı̃v pe¥rasin


oΩ bı¥ov soy, pammy¥riste.
syùn t√ didaska¥lw ∞ gaùr hßgry¥pneiv

178 cf. can. I, 78-83

heirm. wß∞ dhù e′ EE, p. 100 (no 141)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 251

Ode V

155 La grazia fioriva in te


e te ha reso dotato di quattro potenti baluardi,
(te) che con sapienza, fortezza,
temperanza, giustizia percorrevi la via maestra(22)
e ti cinge
160 di fede, carità che santifica,
speranza, umiltà.

Vinci colui che vinse


i beati progenitori
e in cambio sei accolto in Paradiso,
165 nella Città celeste del Dio vivente,
dove, avendo ricevuto splendore,
dona a chi a te inneggia
e al tuo gregge gloria e luce.

Hai felicemente ottenuto la grande


170 gloria, o amatissimo,
trovato quale pietra preziosa nella città dei viventi,
scelto, amato da Dio;
rinsalda la compattezza del tuo gregge,
che hai generato onorato,
175 saldo poiché a te caro.

È stata conosciuta da tutti i confini della terra


la tua vita, o padre che stilli soavissima fragranza;
con il maestro infatti vegliavi

(22) Il tropario appare, nella parte iniziale, denso di metafore: i quattro ba-
luardi, a cui rimanda l’aggettivo tetra¥kerwn (colon 156), rappresentano le quattro
virtù cardinali elencate nei cola 157-158 e la me¥sh (sott. oΩdo¥v), al colon 158, allude
alla retta via percorsa da Bartolomeo assistito dalla grazia divina. Uno degli ano-
nimi revisori del mio contributo, che ringrazio, mi ha suggerito la possibilità di
considerare tetra¥kerwn un’alterazione di tetra¥oron, «quadriga» (evidentemente
da intendersi in riferimento allo stesso Bartolomeo): questa, pur essendo una
congettura perfettamente in linea con lo stile altamente metaforico del tropario,
risulta, però, a mio parere difficile da giustificare tanto più trattandosi di un co-
dice autografo.
252 Angela Prinzi

kaıù pney¥matov se xa¥riv eßgrh¥gorke


180 dı¥sgryf’ aßmfeka¥lypte deù soı¥,
e¶kpaglon dida¥skonta
kaıù uayma¥zein se peı¥uonta.

Gnoyùv Neı¥lwn proble¥cei se


hßgaphme¥non e¶sxhken,
185 w™ sper Iwa¥nnhn bronth̃v Lo¥gov
e¶mfytov pa¥ı̈v Ueoỹ. pala¥tion
oyüper polye¥raston oßfueı¥v,
ı™lewn toı̃v te¥knoiv soy
syùn soı̃v yΩmnhtaı̃v e¶rgasai.

190 Askh¥sei aßulh¥sav gaùr


taùv sa¥rkav kateda¥mazev,
a¶ggelov wΩv a¶ÿlov hßgry¥pneiv.
dioù kaıù my¥rw∞ ke¥xrisai pney¥mati
ueı¥w
∞ , di’ oyü my¥rize hΩmãv
195 pa¥ntq oßdwdo¥tav ge
proùv do¥jan seù doja¥santov.

Neye¥tw panı¥lewv (ueot.)


soùv oßfualmoùv pante¥forov,
hΩmãv eßpoptey¥wn soy toyùv doy¥loyv.
200 eıßv seù gaùr pãsan eßlpı¥da h¶ramen,
aı¶romen, aßroỹmen d’ eßkpanto¥v,
pa¥nagne, pany¥mnhte,
mhù kataisxy¥nqv hΩmãv.

182 cf. can. I, 78-83 185 cf. Mc 3, 17 192 cf. Vita Barth. 15 (p. 128, ll.
5-6); Laud. Barth., p. 127 (l. 33) et p. 129 (ll. 12-13)

201 eßkpanto¥v: cf. supra, p. 180


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 253

e la grazia dello Spirito ti teneva sveglio


180 e ti disvelava i passi due volte enigmatici,
mentre tu insegnavi in modo straordinario
e persuadevi ad ammirarti (23).

Poiché Nilo ti conobbe per preveggenza,


ti ha avuto caro,
185 come il Verbo, figlio connaturato di Dio,
ebbe caro Giovanni figlio del tuono;
apparso quale Sua reggia prediletta,
rendiLo propizio ai tuoi figli
insieme a coloro che ti celebrano con inni.

190 Poiché, avendo praticato l’ascesi, con l’ascesi


sottomettevi la carne,
vegliavi come un angelo incorporeo;
perciò sei stato anche unto con unguento profumato dallo Spirito
Santo, per mezzo del quale ungi noi
195 maleodoranti dappertutto,
a gloria di Colui che ti ha glorificato.

Acconsenta del tutto propizio (alla Vergine)


il Tuo occhio che tutto osserva,
osservando noi, i Tuoi servi;
200 poiché a Te ogni speranza abbiamo levato,
leviamo e leveremo in ogni tempo,
o purissima, degna di ogni lode,
non deludere le nostre attese.

(23) Ricorrendo a una sintassi fortemente intricata, il Rossanese allude qui al-
la perspicacia dimostrata da Bartolomeo nell’interpretazione dei passi difficili
della Scrittura.
254 Angela Prinzi

Widhù v′. Thùn ueı¥an tay¥thn kaıù pa¥ntimon teloỹntev eΩorthùn oıΩ ueo¥fronev

Baruolomaı̃on toùn o™sion,


205 toùn eßn toı̃v aßskhtaı̃v aßristaı¥neton,
eyüron oıΩ pe¥nhtev
lim√ paramyuı¥an eßjaı¥reton,
tre¥font’ aßmfiennỹnta
kaıù kataua¥lponta.

210 Ana¥gkhv leı¥canon fey¥gein se


peı¥uei tw̃n e¶ndon oı¶ktwn toù me¥geuov,
aßll’ aßnastre¥fwn se
Grhgo¥riov, pate¥rwn oΩ pro¥kritov,
limoỹ ly¥sin penh¥twn,
215 trofhùn Xristoùv pe¥mpei.

Romfaı¥a dı¥stomov pe¥fhnav,


eßkte¥mnwn shpedo¥nav wΩv a¶rista
mega¥loy sw¥matov
kaıù ıßathùr aßkesw¥dynov,
220 eßj a∞™doy tw̃n eßsxa¥twn
aßna¥gwn pro¥sfyga.

Ueoùv uew̃n eßxrhma¥tizen


oΩ to¥te Rw¥mhv prw ¥ jimov, eyüre deù
seù wΩ v yΩpe¥rteron
225 ka¥twuen y™cov aßna¥gonta,
a∞™doy monh̃v proùv po¥lon,
Xristoùn proùv a¶nakta.

204-209 cf. Laud. Barth., p. 133 (ll. 11-12) 210-215 cf. Vita Barth. 13
(pp. 122-126, ll. 1-36); Laud. Barth., p. 133 (ll. 13-27) 216-221 cf. can. II,
239-243 216-217 cf. Vita Barth. 9 (p. 116, l. 14); Laud. Barth., p. 134 (l. 40)
217-219 cf. Vita Barth. 9 (p. 116, ll. 13-14); Laud. Barth., p. 134 (l. 40) 222 Dt
10, 17 223-227 cf. can. II, 239-243

heirm. v′ EE, p. 100 (no 141) 216 Romfaı¥a ego: Romfaı̃a cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 255

Ode VI

In san Bartolomeo,
205 il più degno di lode tra gli asceti,
i poveri trovarono
straordinario conforto nella fame,
poiché li nutriva, li vestiva
e li riscaldava.

210 La grandezza della pietà interiore


ti persuade a fuggire il resto della sofferenza(24),
ma avendoti Gregorio, il prescelto tra i padri,
fatto tornare indietro,
Cristo ti manda come liberazione dei poveri dalla fame,
215 come nutrimento.

Come una spada a doppio taglio apparisti,


tagliando nel miglior modo possibile le putrefazioni
di un grande corpo
e come un medico che allevia il dolore,
220 risollevando dalle più remote zone dell’inferno
chi in te cerca rifugio.

Era detto «dio degli dei»


colui che era allora preposto a Roma, ma trovò
te superiore
225 poiché lo innalzavi dal basso verso l’alto,
dalla dimora degli inferi al cielo,
a Cristo Signore.

(24) Nel ricordare il celebre episodio della carestia e della successiva appari-
zione di Gregorio Magno (per il quale cf. supra, p. 165 n. 21), Giovanni indica qui
con precisione quale fu la ragione che spinse Bartolomeo a darsi, in un primo
momento, alla fuga: testimone della sofferenza che la carestia aveva causato fin
da subito tra la popolazione, non avrebbe potuto continuare ad assistere – peral-
tro inerme, iniziando a scarseggiare le risorse del monastero (cf. Vita Barth. 13
(p. 124, ll. 10-12) – al triste quadro sociale che si andava delineando.
256 Angela Prinzi

Oyß frhùn aßrh¥gei moi, pa¥nagne,


oyß gnw̃siv oyßk ßısxy¥v moi toỹ le¥gein soy
230 taù aßristey¥mata,
Baruolomaı̃e pagkra¥tiste,
a© e¶tlhv po¥noiv po¥uw∞
Xristoỹ panta¥naktov.

Lita¥zoiv Lo¥gon toùn ı™lewn,


235 fwtoùv hßrme¥ne pỹrge, ueo¥lekte
kaıù pneymate¥mfore,
eı™neka poı¥mnhv poime¥nov te
patroùv hΩmw̃n timı¥oy,
sw ¥ zwn pagkra¥torav.

240 O nh¥piov xersı¥ soy katexo¥menov (ueot.)


aßfro¥nwv me wΩv nh¥pion pra¥ttonta,
seù mo¥nhn e¶xonta
ske¥phn, zwh¥n, fygh¥n, pro¥maxon
synetı¥sai, kyrı¥a,
245 sw¥ zwn soùn klh̃ron me.

Wdhù z′. Oyßk eßla¥treysan tq̃ ktı¥sei oıΩ ueo¥fronev

Myripno¥oyv aßperga¥zetai prostre¥xontav


pa¥ntav oΩ to¥kov soy,
pa¥nagne de¥spoina.
o™lov glykasmo¥v eßstin,
250 o™lov gaùr e¶fesiv,
my¥ron, o™uen soi
Baruolomaı̃ov pro¥seisi
kaıù myrı¥zei pa¥nta ko¥smon.

239 cf. can. II, 279

240 katexo¥ menov ego : kate¥ xesuai cod. heirm. wß∞ dhù z′ EE, p. 100
(no 141) 253 kaıù ego: kai cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 257

Non mi aiuta la mente, o purissimo,


né la conoscenza né la forza a narrare i tuoi
230 atti di valore,
o Bartolomeo potentissimo,
ciò che sopportasti con fatica per desiderio
di Cristo Signore dell’universo.

Implora il Verbo propizio,


235 o baluardo di luce innalzato, o eletto da Dio
e pieno di Spirito,
per il gregge e il pastore,
nostro padre onorato,
salvando coloro che esercitano il sommo potere.

240 Il bambino tenuto tra le tue braccia(25) (alla Vergine)


a me che dissennatamente agisco come un bambino
faccia comprendere, o Signora,
che ho Te sola
come protezione, vita, scampo, difesa,
245 Lui che salva me, Tua eredità.

Ode VII

Il Tuo Figlio
rende profumati tutti coloro che a Lui accorrono,
o Signora purissima;
è infatti tutto dolcezza,
250 tutto desiderio,
unguento profumato, per cui a Te
Bartolomeo si avvicina
e unge con unguento profumato tutto il mondo.

(25) La correzione di kate¥xesuai in katexo¥menov deriva probabilmente dal fat-


to che il Rossanese, copiando da una minuta, ha sciolto in maniera errata come
infinito medio quello che era in realtà un participio, la parte finale del quale ave-
va forse abbreviato per sospensione nella bozza di lavoro.
258 Angela Prinzi

Aphrnh¥sato sygge¥neian kaıù sy¥mpanta


255 Baruolomaı̃ov oΩ soùv
kaıù soỹ oßpı¥sw, Xriste¥,
aßskeı̃n hßkoloy¥uhse
kaıù sh̃v mhtroùv proùv timhùn
oı®kon te¥teyxe
260 Rw¥mq paggh¥rw ∞ pa¥ntimon
wΩ v Ueo¥n, se eyßlogoỹnta.

Iere¥wn oΩ prıùn a¶rxwn kaıù hΩgoy¥menov


Rw ¥ mhv yΩpe¥rtimov,
traỹma plhgeıùv ıΩeroùn
265 prosh̃lue deo¥menov
kaıù toı̃v eßle¥gxoiv soỹ,
wΩ v sofw ¥ tatov,
aßnarrwsueı¥v, eßkray¥gazen.
«O Ueoùv eyßloghtoùv eı® ».

270 O eßk po¥lewv Roysı¥wn a¶llov h™liov


oΩrmh¥sav, e¶lamce
syùn Neı¥lwni t√ patrıù
Rw¥mhn o™lhn dy¥sin te
kaıù taı̃v ayßgaı̃v tw̃n eyßxw̃n
275 katefw¥tisen
yıΩoyùv polloyùv oı© ca¥lloysin.
«O Ueoùv eyßloghtoùv eı® ».

Nỹn proky¥cav oyßrano¥uen, w® pagge¥raste,


ske¥poiv thùn poı¥mnhn soy
280 pa¥ntwn eßj aßniarw̃n,
lytroy¥menov a™pantav
toyùv soıù prostre¥xontav
kaıù krayga¥zontav.
«O tw̃n pate¥rwn ky¥riov
285 kaıù Ueoùv eyßloghtoùv eı® ».

262-269 cf. can. II, 239-243 284-285 cf. Esd 7, 27; Tb 8, 5; Dn 3, 26 et 52

284-285 pate¥rwn-eı® om. cod. et conieci ex heirm.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 259

Rinnegò la famiglia e ogni cosa


255 il Tuo Bartolomeo
e seguì Te, o Cristo,
nel condurre una vita ascetica
e in onore di Tua Madre
ha costruito una dimora
260 nell’antichissima Roma, da tutti onorata
poiché benedice Dio, Te.

Il venerando capo dei sacerdoti e guida


di Roma,
colpito da una santa ferita
265 si avvicinò (a te) bisognoso (di cura)
e fortificato dai tuoi rimproveri,
come il più gran sapiente,
gridava:
«Dio sei benedetto!» (26).

270 Essendosi mosso l’altro sole


dalla città di Rossano, illuminò
insieme al padre Nilo
Roma e tutto l’occidente
e con il fulgore delle preghiere
275 illuminò
molti figli che cantano:
«Dio sei benedetto!».

Ora, essendoti sporto dal cielo, o amatissimo,


proteggi il tuo gregge
280 da tutte le pene,
riscattando tutti quanti
coloro che a te accorrono
e gridano:
«O Signore dei padri
285 e Dio sei benedetto!».

(26) Il Rossanese allude qui a Benedetto IX e all’importante ruolo che – come


raccontato sia nel Bios sia nell’encomio di Bartolomeo (cf. apparato delle fonti
can. II, 239-243) – il santo criptense ebbe nella sua vicenda personale; per la bi-
bliografia relativa alla storia del pontefice cf. supra, p. 165 n. 22.
260 Angela Prinzi

Aretw̃n soy t√ mege¥uei thùn yΩfh¥lion


eßkplh¥tteiv, pa¥nsofe,
kaıù tw̃n aßskh¥sewn deù
po¥leiv taùv prosgeı¥oyv te
290 kaıù thùn oyßra¥nion,
oı© symme¥lpoysin.
«O tw̃n pate¥rwn pro¥pappov
wû n Ueoùv eyßloghtoùv eı® ».

Ihsoỹn toùn yΩpera¥rxion kyh¥sasa,


295 par’ oyüper a™pasa
aßrxhù toı̃v pe¥rasin h®n,
toùn aßskhtikw¥taton
Baruolomaı̃on toùn soùn
aßjio¥lekton
300 aßjı¥wv eßgkate¥sthsav
toỹ yΩmneı̃n se syùn aßgge¥loiv.

Widhù h′. Paı̃dav eyßageı̃v eßn tq̃ kamı¥nw


No¥moyv yΩperbe¥bhkav oyßsı¥av


broteı¥av, w® panteja¥koyste bası¥lissa.
tı¥kteiv parueney¥oysa
305 zq̃v deù metaù ua¥naton,
eıßv oyßranoyùv aßnı¥ptasai
diaiwnı¥zoysa.
sygxaı¥rein gaùr deı̃ t√ yıΩ√ se,
o©v eßk dejiw̃n se
310 pare¥sthsen eıßko¥twv.

¶Euanev synunh¥skoysa t√ to¥kw ∞,


wΩ v oy®san deù kibwtoùn toỹ aΩgia¥smatov,
aßnasth¥sav, aı¶rei se
toỹ symbasiley¥ein se

295-296 cf. Gv 21, 6 et 22, 13

heirm. wß∞ dhù h′ EE, p. 100 (no 141)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 261

Con la grandezza delle virtù stupisci


tutta la terra, o sapientissimo,
e con la grandezza delle pratiche ascetiche
le città terrene e
290 quella celeste,
coloro che insieme cantano:
«O progenitore dei padri,
Tu che sei Dio sei benedetto!».

Tu che hai portato in grembo Gesù che trascende ogni principio,


295 presso il quale ogni
principio era fino ai confini (della terra),
il Tuo Bartolomeo,
campione dell’ascesi,
degnamente scelto,
300 degnamente hai posto
a cantarTi insieme agli angeli.

Ode VIII

Hai travalicato le leggi della natura


mortale, o celeberrima Regina:
generi pur essendo vergine
305 e vivi dopo la morte,
sei volata in cielo
vivendo in eterno;
bisogna infatti che Tu gioisca insieme al Tuo Figlio
che Ti pose giustamente
310 alla Sua destra.

Moristi morendo insieme al Figlio,


ma poiché sei arca di santità,
dopo essere risorto, Te innalza
a regnare insieme a Lui, Te
262 Angela Prinzi

315 qü Triaùv o™lh ge¥ghue,


plhroỹsa sy¥mpanta
a© ue¥leiv, parrhsı¥an gaùr e¶xeiv.
tre¥fein, ske¥pein, sw¥zein
toyùv eıßv seù pepoiuo¥tav.

320 ¶Eueto¥ se ky¥riov wΩv po¥lin


eßp’ o¶royv aßnakeime¥nhn, pammaka¥riste,
di’ eßntı¥mwn e¶rgwn se.
pa¥ntav oy®n prostre¥xontav
proùv toùn kyrı¥av pa¥ntimon
325 oı®kon o©n e¶sthsav
toỹ sw¥zesuai mhù pay¥sq presbey¥ein
syùn s√ didaska¥lw ∞
kaıù maka¥ri Stefa¥nw∞.

™Ilewn wΩv fy¥sei Ueoùn o¶nta


330 Ωıle¥oy syùn tƒ pana¥gnw∞ toı̃v prosptaı¥oysi.
pa¥ntev gaùr hΩma¥rtomen,
o™loi soỹ deo¥meua.
Thùn parrhsı¥an e¶xeiv gaùr
syùn parueney¥sasi
335 xoroı̃v te syùn marty¥rwn, aßgge¥lwn,
ue¥lq pa¥ntav sw¥zein
paney¥splagxnov w û n fy¥sei.

Nỹn eßn oyßranoı̃v w


Ω v sygxorey¥wn
aßgge¥lwn metaù marty¥rwn aßposto¥lwn te,
340 oy©v eßmpo¥uwv q¶nesav
Iwshùf wΩv pa¥nsemnov,
tw̃n oıßktirmw̃n soy mnh¥suhti,

320-321 cf. Mt 5, 14. Sic etiam in Vita Barth. 4 (p. 110, ll. 8-9)

328 B. Stefano disc. di S. Nilo add. manu rec. in marg. cod. 331 hΩma¥rto-
men ego: hΩma¥rtwmen cod. 336 ue¥lq ego: ue¥lei cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 263

315 per la quale tutta la Trinità si è rallegrata,


adempiendo tutto ciò
che vuoi, poiché ne hai piena facoltà:
nutrire, proteggere, salvare
coloro che in Te hanno confidato.

320 Te stabilì il Signore come una città


posta su un monte, o beatissimo,
te, attraverso opere di gran valore;
non astenerti dall’intercedere per salvare
tutti coloro che accorrono
325 alla dimora della Signora da tutti onorata
che innalzasti
insieme al maestro
e al beato Stefano (27).

Rendi propizio Dio, benevolo per natura,


330 insieme alla purissima verso coloro che peccano:
poiché tutti abbiamo sbagliato,
tutti abbiamo bisogno di te.
Poiché hai parresía
con i casti
335 e con i cori dei martiri e degli angeli,
voglia Egli salvare tutti
essendo sommamente misericordioso per natura.

Ora, poiché danzi nei cieli


insieme ad angeli, martiri e apostoli
340 che con devozione esaltasti
come il venerabilissimo Giuseppe (Innografo),
ricordati della tua misericordia,

(27) Come precisato nella nota marginale del f. 61r, si tratta del primo disce-
polo di Nilo, anche lui di origine rossanese, al conseguimento della perfezione
monastica del quale sono dedicati i capitoli 26-31 della Vita Nili (cf. Bı¥ov kaıù poli-
teı¥a, pp. 73-78). Un riferimento tutt’altro che esplicito al beato Stefano viene rin-
tracciato da Giovanelli anche in un luogo dell’encomio (cf. Laud. Barth., p. 126
[ll. 27-28]): tra gli e™teroi pneymatikoıù monaxoı¥ che il giovane Bartolomeo ebbe
modo di conoscere e da cui rimase profondamente affascinato vi sarebbe stato,
infatti, anche Stefano che Nilo mandava spesso a Rossano per qualche incom-
benza dall’oratorio di S. Michele arcangelo (cf. ibid., p. 149 n. 29).
264 Angela Prinzi

prıùn wü nper e¶drasav


kaıù bra¥beye galh¥nhn t√ ko¥smw∞,
345 e¶leov toù me¥ga
toı̃v seù sebazome¥noiv.

Kle¥ov me¥ga e¶stin eßpaineı̃n se,


pate¥ra Baruolomaı̃on toùn aßoı¥dimon,
o™nper pa¥pai, prı¥gkipev
350 prw¥hn eßseba¥suhsan
kaıù nỹn aßgge¥lwn pro¥kritoi
soıù sygxorey¥oysi
ghuo¥menoi, symme¥lpoysi d’ y™mnoiv
t√ seù syùn aßgge¥loiv
355 synta¥janti despo¥tq.

Ley¥ssaiv eyßmenw̃v, krh¥nh tw̃n oı¶ktwn, (ueot.)


hΩlı¥oy hΩ yΩperla¥mpoysa kaıù ua¥lpoysa,
ua¥lcaiv toyùv oıßke¥tav soy,
poı¥mnhn th¥nd’ eßja¥koyston,
360 Baruolomaı̃ov h©n po¥uw ∞
s√ aßnepla¥sato
aßkra¥danton, sthrı¥zwn eıßv te¥lov,
o™pwv eyßlabw̃v se
geraı¥rq eıßv aıßw̃nav.

Widhù u′. ™Apav ghgenhùv skirta¥tw

365 ¶Etekev Ueoùn


eßn xro¥nw∞ toùn a¶xronon
kaıù yΩpeùr e¶nnoian,
dysıù meùn eßn fy¥sesin

349 cf. supra, can. II, 239-243 et can. III, 87

heirm. wß∞ dhù u′ EE, p. 100 (no 141)


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 265

di quel che un tempo facesti,


e decreta pace per il mondo,
345 grande misericordia
per coloro che ti venerano.

Grande vanto è lodare te,


il celebrato padre Bartolomeo,
per il quale pontefici, principi (28)
350 ebbero un tempo sacro rispetto
e ora i primi tra gli angeli
insieme a te danzano
rallegrandosi e insieme cantano con inni
al Signore che ti pose
355 fra le schiere degli angeli.

Volgi benevolmente lo sguardo, o fonte di misericordia, (alla Vergine)


Tu che riscaldi e risplendi più del sole,
scalda i Tuoi servi,
questo gregge famoso
360 che Bartolomeo con devozione
Ti plasmò
saldo, rafforzandolo fino alla fine,
affinché con devozione
Ti onori nei secoli.

Ode IX

365 Generasti nel tempo


Dio eterno
e oltre il pensiero umano,
in due nature

(28) Con la generica allusione a pontefici e principi il Rossanese intende ri-


chiamarsi qui ai due importanti episodi del Bios di Bartolomeo più volte ricorda-
ti nei canoni: l’intervento presso papa Benedetto IX e la mediazione tra il princi-
pe di Salerno e il signore di Gaeta (cf. supra, p. 165 nn. 22 e 23).
266 Angela Prinzi

aßll’ yΩposta¥sei miΔ, sebo¥menon


370 toùn eßk Patroùv aßmh¥tora,
soỹ d’ eßj aßpa¥tora.
o©n dysw¥pei
sw ¥ zein toyùv timw̃ntav se
kaıù ayßtoùn syùn Patrıù kaıù t√ pney¥mati.

375 ™Onper wΩv brotoùn


kate¥xeiv, syne¥xei se
kaıù pãn ktistoùn eßn xeirı¥.
ktı¥zetai aßtreptw̃v gaùr
ptwxoùn di’ oı®kton bauyùn oΩ ploy¥siov,
380 ı™na ptwxoùn aßna¥jq me
po¥lin proùv y™ciston
kaıù uew ¥ sq.
Xaı¥roiv oy®n, parua¥nandre,
kaıù xara¥n moi proje¥nei thùn a¶lhkton.

385 Sy¥nesin laxw¥ n,


eßle¥gxonti pro¥seisi
soı¥, panaoı¥dime,
oΩ th̃v Rw¥mhv pro¥edrov.
aßgge¥llei ptw̃sin, lamba¥nei ı¶asin
390 kaıù tƒ monƒ prosa¥ptetai
th̃v ueomh¥torov
kaıù aßskh¥seiv
pleı¥stav eßndeija¥menov,
pneỹma xaı¥rwn Ue√ paradı¥dwsi.

395 Me¥gav aßlhuw̃v


eßgnw¥ suhv kaıù a™giov
kaıù syùn aΩgı¥w∞ na√
s√ toùn ueomh¥torov

369-371 cf. Cyr. Alex., Glaphyra in Pentateuchum (PG 69, col. 104B,
ll. 26-29) 378-380 cf. 2Cor 8, 9 385-394 cf. can. II, 239-243

379 bauyùn ego: bauỹn cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 267

ma in una sola ipostasi, avendo onorato


370 Colui che per parte di Padre era privo di madre
e da parte Tua privo di padre;
persuadiLo
a salvare coloro che onorano Te
e Lui insieme al Padre e allo Spirito.

375 Colui che fatto uomo


in Te contieni, racchiude Te
e tutto il creato nella Sua mano;
infatti senza esitare si fa
povero per profonda misericordia Lui, ricco,
380 per condurre me povero
verso la città eccelsa
e rendermi santo.
Gioisci, o Vergine che non ha conosciuto uomo,
e assicurami la gioia imperitura.

385 Avendo preso coscienza (del suo errore)


si avvicina a te che lo rimproveri
o celebratissimo,
il patriarca di Roma:
annuncia una caduta, riceve una cura
390 e si avvicina al monastero
della Madre di Dio
e avendo dato prove
numerose di ascesi,
con gioia rimette lo spirito a Dio (29).

395 Come veramente grande


sei stato conosciuto e santo
e con il tuo santo tempio
erigi con desiderio

(29) Il riferimento è, ancora una volta, all’episodio dell’intervento di Bartolo-


meo presso Benedetto IX; per la bibliografia relativa alla vicenda storica del pon-
tefice cf. supra, p. 165 n. 22. La questione della presunta morte a Grottaferrata di
Benedetto IX, ritiratosi in monastero dopo l’abdicazione, è stata dettagliatamen-
te trattata da PAROLI in Vita Barth., pp. 77-82.
268 Angela Prinzi

eßgeı¥reiv po¥uw∞, katakally¥nav ayßtoùn


400 sth¥laiv pollaı̃v eıßko¥si te
xrysaygesta¥taiv, lampraı̃v,
te¥mploiv ueı¥oiv,
pe¥plwn w Ω raio¥thsi
shrikw̃n, Ωıerw̃n bı¥blwn plh¥uesin.

405 ¶Endon toỹ naoỹ


keı¥mena taù sw¥mata
yΩmw̃n taù pa¥ntima,
bry¥oysin ßıa¥mata
toı̃v prosioỹsi pı¥stei kaıù po¥uw∞ poll√
410 taù deù Ue√ pamfı¥ltata
pney¥mata, uro¥nw∞ Ueoỹ
parestw̃ta,
a¶fesin uera¥poysi
kaıù zwhùn eßjaitoỹntai toı̃v ca¥lloysin.

415 Gh¥uetai laoùv


skirtw̃n d’ eßpaga¥lletai
paı¥dwn tw̃n sw̃n oΩ xoro¥v,
syùn poime¥ni poı¥mnh shù
kaıù zw̃nti po¥uw∞ Pagkra¥tiov oΩ uermo¥v.
420 oıüv aßntidı¥doiv xa¥ritav
kaıù swthrı¥an cyxw̃n,
aıßthma¥twn
te¥lov proùv panta¥naktov
do¥jan Lo¥goy, Patroùv kaıù toỹ pney¥matov.

425 ¶Anacon hΩmw̃n


toù fw̃v toù eßgka¥rdion,
fw̃v hΩ tekoỹsa Xristo¥n,
taı̃v Baruolomaı¥oy dhù
toỹ aßskhtoỹ soy, uermoỹ uera¥pontov,

399-404 cf. Vita Barth. 6 (p. 114, ll. 16-18); Laud. Barth., p. 131 (ll. 35-40)

415 Gh¥uetai ego: Ghuetai cod. 416 eßp aßga¥lletai ante corr. cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 269

quello della Madre di Dio, avendolo abbellito


400 con molte colonne e icone
splendenti come l’oro, fulgide,
con iconostasi divine,
con bei paramenti sacri
di seta, con un gran numero di libri sacri(30).

405 Giacendo i vostri corpi


dentro al tempio,
da tutti onorati,
fanno scaturire guarigioni
per coloro che si avvicinano con fede e con gran devozione
410 e, carissime a Dio,
le anime vostre, stando
presso il trono di Dio,
chiedono il perdono per i servi
e vita per coloro che cantano.

415 Si rallegra il popolo


esultando e gioisce
il coro dei tuoi figli,
il tuo gregge insieme al pastore
e con viva devozione l’ardente Pancrazio(31);
420 dà loro in cambio grazie
e salvezza delle anime
esaudimento
delle richieste a gloria dell’Onnipotente,
Verbo, Padre e Spirito.

425 Accendi la luce


che sta nei nostri cuori,
Tu che generasti Cristo che è luce,
per intercessione delle preghiere
di Bartolomeo,

(30) In merito all’effettivo ruolo svolto da Bartolomeo nella realizzazione della


Chiesa criptense cf. supra, p. 164 n. 17.
(31) Per la figura di Pancrazio cf. supra, p. 221 n. 11.
270 Angela Prinzi

430 eyßxaı̃v, presbeı¥aiv, h™lie,


hΩlı¥oy o¶xhma,
ı©n’ aßktı̃si
saı̃v bı¥on lampry¥nantev,
aßnaxuw̃men eıßv po¥lwn bası¥leian.

435 ¶Anassa pasw̃n (ueot.)


friktw̃n po¥loy ta¥jewn,
hΩ gh̃v eßja¥rasa
ly¥pav te kaıù da¥krya
xaraùn deù pãsan aßntepeisa¥jasa,
440 polemistaùv aßma¥ldynon,
toyùv th̃v eıßrh¥nhv eßxuroyùv
kaıù galh¥nhn
bra¥beye, toù dy¥nasuai
wΩ v mhtrıù Ueoỹ gaùr soıù pare¥petai.

430 h™lie: cf. can. I, 37; can. II, 294

432 aßktı̃si ego: aßktı¥si cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 271

430 Tuo asceta, fervido servitore, o sole,


o carro del sole,
affinché avendo noi illuminato la nostra vita
con i raggi della Tua luce,
siamo condotti al Regno dei cieli.

435 Signora di tutte (alla Vergine)


le terribili schiere del cielo,
tu che allontanasti dalla terra
dolori e lacrime
e introducesti invece ogni gioia,
440 abbatti i nemici,
gli avversari della pace
e decreta
serenità, poiché a te
come Madre di Dio spetta il potere.
™Eterov kanwùn eıßv toùn o™sion pate¥ra hΩmw̃n Baruolomaı̃on Kryptofe¥rrhv toùn
toỹ ma¥karov Neı¥lwnov mauhthùn kaıù Roysianı¥thn, h®xov pla¥giov d′.

Widhù a′. ®Aisma aßnape¥mcwmen laoıù t√ uaymast√ Ue√ hΩmw̃n t√ aßpalla¥janti

Ne¥moiv
xa¥rin, de¥spota Xriste¥,
toùn soùn ueı̃on uera¥ponta
o™pwv yΩmnh¥swmen,
5 semnoùn Baruolomaı̃on,
sofı¥av die¥jodon,
eßpajı¥wv tw̃n po¥nwn
tw̃n soıù fı¥lwn
kaıù panaidesı¥mwn.

10 ™Apav
noỹv eßn po¥lw ∞ kaıù brotoıù
se¥, ueomh̃tor, a∞¶smasin
eßgkwmia¥zoysi,
xrewstikw̃v yΩmnoỹsi,
15 hΩmeı̃v deù syùn a™pasin,
a¶jioi meùn oyßk o¶ntev,
prosfwnoỹmen.
«Xaı¥roiv, Ueoto¥ke».

Tı¥ soy
20 nỹn eßkfra¥somen, sofe¥,
Baruolomaı̃e pa¥nsemne;
Thùn megalo¥noian,
thùn a¶skhsin, toyùv po¥noyv,
taù a®ula, taùv pa¥lav te
25 taùv pollaùv aßgrypnı¥av
a©v eßte¥leiv,
eßkth¥kwn thùn sa¥rka.

heirm. a* EE, p. 225 (no 323) 24 a®ula ego: a¶ula cod.


Altro canone per il nostro santo padre Bartolomeo di Grottaferrata,
discepolo del beato Nilo e Rossanese, modo plagale IV

Ode I

Concedi
la grazia, o Cristo Signore,
di cantare
il Tuo santo servo,
5 il venerando Bartolomeo,
via di sapienza,
come si conviene alle fatiche
a Te care
e degne di ogni lode.

10 Ogni
intelligenza nel cielo e i mortali
Te, o Madre di Dio, elogiano
con canti,
debitamente celebrano
15 e noi insieme a tutti loro,
pur non essendone degni,
diciamo:
«Gioisci, o Madre di Dio».

Che cosa diremo


20 ora di te, o sapiente,
o Bartolomeo sommamente venerabile?
La tua magnanimità,
l’ascesi, le fatiche,
le gare e le lotte,
25 le molte veglie
che compivi,
consumando la tua carne.
274 Angela Prinzi

Pa¥ntwn
tw̃n oΩsı¥wn aßretaùv
30 eßnue¥wv eßndysa¥menov
kaua¥per pte¥rygav,
eıßv y™cov eßpeta¥suhv,
toù yΩperoyra¥nion
xw̃ron, eyßfrainome¥nwn
35 e¶nua po¥uwn
sw̃n, a¶rrhtov do¥ja.

Pa¥shv
prospaueı¥av seaytoùn
eßma¥krynav, pammy¥riste,
40 Baruolomaı̃e kleine¥.
dioù proùv aßpaueı¥av
aßne¥dramev y™cwma
ueı̃on kaıù paruenı¥av,
eßgkrateı¥av
45 kaıù aΩgiwsy¥nhv.

Eyürev
ey®rov ueı¥wn aßretw̃n,
swfrosy¥nhn kthsa¥menov
dikaiosy¥nhn a¶mfw,
50 fro¥nhsin kaıù aΩndreı¥an,
aΩgneı¥an, prao¥thta,
thùn tapeinofrosy¥nhn,
parrhsı¥an
eßn oıüv eßxrh̃n to¥poiv.

55 Ble¥caiv, (ueot.)
eßpible¥caiv eyßmenw̃v,
paney¥splagxne, pana¥gaue
kaıù paneymenesta¥th

53 cf. can. II, 384


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 275

Poiché
delle virtù di tutti i santi
30 ti sei santamente rivestito
come di ali,
in alto ti sei librato,
verso il luogo
celeste dove, rallegrandosi
35 i tuoi desideri,
è indicibile gloria.

Da ogni
inclinazione passionale
allontanasti te stesso, o santo che stilli dappertutto soave profumo,
40 o celebre Bartolomeo;
perciò corresti verso la santa vetta
dell’imperturbabilità
e della verginità,
della continenza
45 e della santità.

Trovasti
gran copia di virtù sante,
possedendo sapienza
e ogni giustizia,
50 saggezza e fortezza,
purezza, mitezza,
l’umiltà,
la parresía
nelle circostanze in cui era necessario.

55 Guarda, (alla Vergine)


volgi benevolmente lo sguardo,
o sommamente misericordiosa, buonissima
e assolutamente benigna
276 Angela Prinzi

kaıù mo¥nh Ueoto¥ke,


60 eßpıù soyùv eyßpo¥lidav
kaı¥ se parwrgiko¥tav
kaıù soyùv oı¶ktoyv
dacileı̃v para¥sxoiv.

Widhù g′ . Oyßk e¶stin a™giov wΩv oΩ Ky¥riov kaıù oyßk e¶sti

Ueoùn mo¥nh e¶tekev


65 toùn syna¥narxon
Patroùv kaıù toỹ pney¥matov
dy¥o eßn fy¥sesin,
eßn miΔ d’ yΩposta¥sei
aßsy¥gxyton me¥nonta.
70 o™nper eßjile¥oy hΩmı̃n.

Ueoùv hΩmı̃n de¥dwken


eıßv para¥klhsin
megı¥sthn se, pa¥nagne.
mhù parable¥cqv me
75 diaù pleı¥stav aßnoı¥av.
ıßsxyùn gaùr oyßk e¶kthntai
proùv dy¥namin xarı¥twn tw̃n sw̃n.

Ueoùv oΩ kale¥sav se,


o©v prow¥risen
80 ayßtoùv kaıù hΩgı¥asen
qüper kaıù Samoyh¥l.
dio¥ soi kaıù sofı¥an
pare¥sxe kaıù dy¥namin
kataù pauw̃n daimo¥nwn te.

heirm. g′ EE, p. 226 (no 323) 76 ıßsxyùn ego: ıßsxỹn cod. ⎢ e¶kthntai ego:
e¥kthntai cod. 81 qüper ego: q®per cod. 83 pare¥sxe ego: paresxe cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 277

e sola Madre di Dio,


60 verso gli abitanti della tua bella città(32)
sebbene ti abbiano indotto alla collera
e concedi loro
la Tua copiosa misericordia.

Ode III

Tu sola generasti Dio,


65 coeterno
del Padre e dello Spirito
in due nature
ma rimanendo ben distinto
in una sola ipostasi:
70 rendiLo a noi propizio.

Dio ci ha donato,
per la nostra grandissima consolazione
Te, o purissima;
non mi sdegnare
75 per le moltissime stoltezze;
infatti non hanno forza
contro il potere delle tue grazie.

Dio che ti chiamò,


Lui che ti predestinò
80 è lo stesso che anche ti santificò
come pure Samuele;
perciò a te diede
e sapienza e potere
su passioni e demoni.

(32) L’autore si riferisce verosimilmente alla città di Rossano e ai suoi abitanti


per i quali viene appunto invocata la benevolenza della Vergine. Quest’ultima, co-
me sembra suggerire l’uso del possessivo so¥v, potrebbe essere identificata con
l’Achiropita (cf. can. III, 144-145) ricordata, peraltro, nel quarto canone altre due
volte (cf. can. IV, 119-124; 352-355).
278 Angela Prinzi

85 Sarkoùv a™pan skı¥rthma


hΩgemo¥ni soy,
toùn noỹn d’ ay® yßpe¥tajav
∞ pney¥mati.
aΩgı¥w
di’ oyü fw̃v xrhmatı¥sav,
90 «Oyßk e¶stin» e¶callev
«plh¥n soy a™giov».

Gennaı¥wv ™ıstaso
kat’ aßntı¥fronov
kthsa¥menov e¶noikon
95 toùn me¥gan Ueoùn hΩmw̃n
toùn seù proorı¥santa,
o©v kaıù a™gion
seù aßne¥deije.

Dayıùd thùn prao¥thta,


100 pãter a™gie,
kaıù pate¥rwn a™pasan
aßnamaja¥menov
aßreth¥n, ueofro¥nwv
«Oyßk e¶stin» e¶callev
105 «plh¥n soy ky¥riov».

Thùn o¶ntwv pa¥nagnon (ueot.)


kaıù ueo¥paida
eßktenw̃v ıΩke¥teye
yΩpeùr th̃v poı¥mnhv soy
110 h©n kaıù nỹn eßjile¥oy
kraty¥nesuai pa¥ntote
toyùv pouoỹntav se.

90-91 cf. Is 45,21 99 cf. Laud. Barth., p. 130 (ll. 7-8) 104-105 cf. Is 45, 21

100 pãter: cf. supra, p. 180 105 ky¥riov ego: k(y¥ri)e cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 279

85 Ogni impulso della carne


al tuo controllo
e la mente sottomettesti
allo Spirito Santo;
con ciò divenuto luce
90 «Non c’è santo» cantavi
«all’infuori di Te».

Coraggiosamente fronteggiasti
il nemico
avendo a dimorare in te
95 il nostro grande Dio
che ti predestinò,
Lui che ti consacrò
come santo.

Avendo impressa su di te,


100 o padre santo,
la mitezza di Davide,
e dei padri ogni
virtù, piamente
cantavi: «Non c’è altro Signore
105 all’infuori di Te».

La veramente purissima (alla Vergine)


e Figlia di Dio
supplica con ardore
per il tuo gregge,
110 e rendiLa ora propizia
a rafforzare sempre
i tuoi devoti.
280 Angela Prinzi

Widhù d′. Eıßsakh¥koa Ky¥rie th̃v oıßkonomı¥av soy

Arnhsa¥menov a™pasan
sxe¥sin gennhto¥rwn
115 kaıù kth̃sin a¶staton,
toùn aßkı¥nhton eßpo¥uhsav
w∞ü prosekollh¥uhv
aßdia¥staton.

Xa¥rin ueı¥an deja¥menov


120 eßj aßxeirogra¥foy,
Baruolomaı̃e sofe¥,
Roysia¥nwn, ko¥smoy ske¥phv te,
par’ ayßth̃v eßsta¥lhv
fw̃v fwtı¥zon dysma¥v.

125 Kataù dra¥kontov w™plisav


mo¥noy palamnaı¥oy
uymo¥n, pansy¥nete,
thùn semnhùn d’ eßpiuymı¥an soy
proùv toùn o¶ntwv po¥uon
130 aßnepte¥rwsav.

Toù aßmh¥xanon ka¥llov se


y™cov proùv aıßue¥rion
aßnebı¥base.
krataioùv oy®n kaıù faneıùv Ueoỹ
135 th̃v gh̃v sfo¥dra h¶ruhv
yΩpera¥nwuen.

113-114 cf. Laud. Barth., p. 126 (ll. 34-38) e pp. 126 (l. 40)-127 (l. 1)
119-120 cf. Laud. Barth., p. 126 (ll. 6-7) 120-122 cf. Laud. Barth., p. 125
(ll. 21-23) 123-124 cf. Laud. Barth., p. 126 (ll. 23-24)

heirm. d′ EE, p. 226 (no 323) 119 ueı¥an ego: ueı̃an cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 281

Ode IV

Avendo rifiutato ogni


possesso dei genitori
115 e bene instabile,
desiderasti l’Immutabile,
al quale ti congiungesti
inseparabilmente.

Avendo ricevuto la grazia divina


120 dall’Achiropita,
o Bartolomeo sapiente,
protezione di Rossano, del mondo,
da Lei stessa fosti inviato
quale luce che illumina le regioni occidentali.

125 Contro il serpente


unico ingannatore armasti
l’animo, o sommamente saggio,
e al tuo sacro desiderio
verso il vero oggetto del desiderio
130 hai dato le ali.

L’irresistibile bellezza
ti sollevò
verso la celeste Altezza;
ed essendoti dunque mostrato forte di Dio,
135 ti sollevasti totalmente
al di sopra della terra.
282 Angela Prinzi

En ghıμnoiv thùn oı¶khsin


te¥wv eßn aΩgı¥oiv,
pãter, poioy¥menov,
140 proùv Ueoùn toùn o¶ntwv e¶rwta
aßpqw¥rhsa¥v soy
thùn dia¥noian.
Uewrı¥a∞ thùn prãjin soy,
pãter, katela¥mprynav.
145 Xristoùv o™uen se
kybernãn poı¥mnhv toyùv oı¶akav
aßjioı̃ se do¥mwn
th̃v mhtroùv ayßtoỹ.
Kryptofe¥rran eßja¥koyston
150 poı¥mnhn syù proùv do¥jan
th̃v ueomh¥torov
w™ sper ny¥mfhn kathgla¥ı̈sav,
aßll’ ayßth¥ se o¶ntwv
aßntedo¥jasen.
Widhù e′. ™Ina tı¥ me aßpw
¥ sw
155 H proù pa¥ntwn aıßw¥nwn
boylhù toỹ gennh¥torov eßn soıù peplh¥rwtai.
proù katabolh̃v gaùr
eßjele¥ghv toỹ ko¥smoy t√ ktı¥santi,
ı™na swthrı¥a
160 la¥mcq eßk soỹ pa¥sq tq̃ ktı¥sei
kaıù xaraù kaıù galh¥nh, parua¥nandre.
H pana¥mwmov ny¥mfh
hΩ kauwraıμsasa sy¥mpanta xa¥risin
aßnate¥llei dh¥ se
165 thlayge¥staton a¶stron eßk po¥lewv,
Kalabrw̃n eßk gaı¥hv
kaıù syùn patrıù Neı¥lwni ueı¥w∞
proùv eΩspe¥ria ste¥llei fae¥uonta.

139 et 144 pãter: cf. supra, p. 180 141 aßpqw¥rhsa¥v soy ego: aßpqw¥rhsav soy
cod. Cf. supra, p. 180 n. 141 heirm. e′ EE, p. 219 (no 314) 157 proù ego: pro
cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 283

Quando eri ancora nel mondo terreno,


avendo eletto la tua dimora
tra i santi, o padre,
140 verso Dio, tuo vero amore,
levasti
il tuo pensiero.

Con la meditazione il tuo agire,


o padre, rendesti splendido:
145 perciò Cristo ti rende degno
di dirigere il timone del gregge
della dimora
di Sua Madre.

Il famoso gregge
150 di Grottaferrata, tu, a gloria
della Madre di Dio
hai reso splendido come una sposa,
ma esso stesso veramente
ti ha a sua volta glorificato.

Ode V

155 Prima di tutti i secoli


la volontà del Padre si è compiuta in Te:
infatti prima della creazione del mondo
sei stata scelta dal Creatore,
affinché
rifulgano da Te per tutto il creato
160 salvezza, gioia e pace, o Vergine che non ha conosciuto uomo.

La sposa tutta immacolata


che abbellì l’universo di grazie
ti fa sorgere
165 quale astro luminosissimo dalla città,
dalla terra dei Calabri
e insieme al santo padre Nilo
ti manda splendente nelle regioni occidentali.
284 Angela Prinzi

¶Hkoystaı¥ soi taù ueı¥oy


170 Neı¥lwnov, triso¥lbie, uaymatoyrgh¥mata
aßretw̃n, aßste¥rev
pamfaeı̃v di’ w ü n me¥gav w
Ω v h™liov.
˙˙
aßnefa¥nh ko¥smw∞
kaıù toy¥toy ta¥xov eßjopı¥sw
175 oßpadoùv aßnefa¥nhv stere¥mniov.

¶Erwv ueı̃ov se, pãter,


eı™lkyse proùv e™nwsin Xristoỹ panta¥naktov.
o™uen eßn nhsteı¥aiv,
proseyxaı̃v, aßgrypnı¥aiv, deh¥sesi,
180 nyktoùv kaıù hΩme¥rav,
diapantoùv toùn soùn nymfı¥on
eßkdexo¥menov h®sua, maka¥rie.

©On pouh¥sav eßpla¥khv,


parue¥ne, maka¥rie, Baruolomaı̃e sofe¥,
185 kaıù hßga¥phse¥ se
kaıù xarı¥twn aßrrh¥twn eßne¥plhsen.
ayßtoùn litaney¥soiv
yΩpeùr hΩmw̃n tw̃n shùn eßk fı¥ltroy
gerairo¥ntwn panse¥baston koı¥mhsin.

190 Trisagı¥a parue¥ne


kaıù parue¥nwn hΩ fy¥sei kaıù yΩperoy¥siov
morfhù eΩniaı¥a,
xarakth̃rsi tmwme¥nh, aßge¥nnhte
gennhteù kaıù pneỹma
195 patroproblh¥twv, sw̃ze ko¥smon
o©n eßjeı¥lw parue¥noy gennh¥mati.

176 pãter: cf. supra, p. 180 192 eΩniaı¥a ego: eΩniaı̃a cod. 196 eßjeı¥lw ego:
eßjh¥lw cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 285

Sono stati da te ascoltati,


170 o tre volte beato, i prodigi
delle virtù di san Nilo, astri
lucenti attraverso i quali come un grande sole
apparve al mondo
e di lui subito
175 ti mostrasti poi stabile compagno.

L’amore divino te, o padre,


attirò all’unione con Cristo Signore dell’universo;
perciò nei digiuni,
nelle preghiere, nelle veglie, nelle suppliche,
180 notte e giorno,
ricevevi sempre
il tuo sposo, o beato.

Colui che, avendoLo desiderato, abbracciasti,


o casto, o beato, o sapiente Bartolomeo,
185 ti amò
e ti ricolmò di grazie ineffabili;
pregaLo
per noi che con devozione
celebriamo il giorno della tua venerabilissima morte.

190 O tre volte santo e casto


e dei casti per natura modello sovrasostanziale
e uno
pur diviso nei caratteri (33), o ingenerato
e generato e Spirito
195 che procede dal Padre, salva il mondo
che liberasti col parto di una Vergine.

(33) Tale invocazione alla Trinità che, sebbene distinta nelle persone (Dio-
Padre, Dio-Verbo, Dio-Spirito), conserva l’unità e l’indivisibilità nella natura (cf.
Anast. Syn., Doctrina Patrum de Incarnatione Verbi [ed. F. DIEKAMP, Münster
1907, p. 276, ll. 5-8: All’ oyßx hΩ fy¥siv lamba¥nei merikhùn y™parjin eßn t√ aßto¥mw ∞ gino-
me¥nh, proslaboỹsa deù taù ıßdiw ¥ mata kaıù toỹ eΩnoùv eßge¥neto xarakth¥r. a©v yΩposta¥seiv
aßpoteleı̃, kaıù loipoùn taù a¶toma kaloỹntai, oyßx hΩ fy¥siv]), ricorda l’immagine della
«monade» in movimento verso la «triade» proposta dal Rossanese in can. II, 337.
286 Angela Prinzi

Syù, parue¥ne, gennw̃sa (ueot.)


toùn patro¥uen texue¥nta aßmh¥tora
eßk soỹ deù aßna¥ndrwv,
200 aßpato¥rwv eßn xro¥nw∞, toùn a¶xronon
toỹton yΩpeùr xro¥noy
law̃n pistw̃n seù sebome¥nwn
gennwme¥nwn dysw¥pei w Ω v ey¶splagxnov.

Widhù v′. Ila¥suhtı¥ moi sw̃ter pollaıù gaùr

Ane¥teilav, aßgaue¥,
205 thùn oyßranı¥an mhtro¥polin,
thùn bry¥sin tw̃n aßgauw̃n,
thùn shùn mhtropa¥ruenon,
h™nper soi prosa¥gomen
kaûn aßmpla¥kwn plh¥reiv,
210 eıßv presbeı¥an aßkataı¥sxynton.

Sygxaı¥rei soi pãv laoùv


di’ y™cov ueı̃on toỹ ka¥lloyv soy
sygxaı¥roysi d’ ay® Xrist√
t√ seù dhù doja¥santi
215 di’ w™ ran aΩgneı¥av soy,
ayßtoùv deù sygxaı¥rei,
pãter, soıù kaıù sy¥mpav a¶ggelov.

Pollaı¥ soy aıΩ aßretaı¥,


prosta¥ta, pãter maka¥rie,
220 w
ü n soy Ueoùv eßrasueı¥v,
ayßt√ se proseı¥lkyse,
dioù kaıù doja¥zei se.
pre¥sbyn oy®n se pa¥ntev
proùv ayßtoùn kaıù proballo¥meua.

201 xro¥noy ego: xro¥nw


∞ cod. heirm. v′ EE, p. 220 (no 315) 217 et 219
pãter: cf. supra, p. 180.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 287

Tu, Vergine, che generi (alla Vergine)


Colui che fu generato dal Padre senza madre,
e da Te senza concorso d’uomo,
200 senza padre nel tempo, prega questi, eterno,
per i popoli fedeli che, generati, ti venerano
poiché misericordiosa.

Ode VI

Hai fatto sorgere, o buono,


205 la metropoli celeste,
la fonte dei beni,
la tua Vergine e Madre
che a te rechiamo,
sebbene pieni di colpe,
210 per averne fiduciosa intercessione.

Gioisce insieme a te ogni popolo


per la divina altezza della tua bellezza,
e gioiscono ancora insieme a Cristo
che ti glorificò
215 per la grazia della tua castità
e Lui stesso gioisce,
o padre, insieme a te, e ogni angelo.

Molte furono le tue virtù,


o patrono, o padre beato,
220 delle quali essendosi il tuo Dio innamorato,
ti attirò a Lui
e perciò ti glorifica;
a te, dunque, quale intercessore
presso di Lui noi tutti ci appelliamo.
288 Angela Prinzi

225 Epeıù deù te¥knwn pathùr


kaıù te¥knwn aßrı¥stwn ge¥gonav
yΩpe¥sxoy de¥ s’ eßsaeıù
syne¥sesuai ske¥pwn ayßtoy¥v,
mhù deù tw̃n nỹn la¥uoio,
230 aıßtw̃n swthrı¥an
t√ poime¥ni kaıù tq̃ poı¥mnq soy.

Kaıù po¥lewv deù th̃v sh̃v


dysw¥ pei, pãter paney¥splagxne,
ge¥noyv te soỹ synexoỹv
235 qü Paỹlov oΩ me¥gav fh̃ soi,
kaıù proùv soỹ taùv pte¥rygav
ua¥lcaiv kaıù syna¥jaiv,
ı™na xaı¥rwntai tq̃ do¥jq soy.

™Wv ma¥karev, pãter, soıù


240 gene¥tai toı¥oy tyxo¥ntev kaloỹ,
kaıù ma¥karv deù shù patrıùv
kaıù po¥liv hΩ sxoỹsa se,
Rw¥mh hΩ pagge¥rastov,
nazhrıùv deù ple¥on,
245 yΩpeùr w
ü n aßeıù kaıù pre¥sbeye.

233 et 239 pãter: cf. supra, p. 180 235 qü ego: h® cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 289

225 Poiché sei stato padre di figli


e di figli ottimi
e ti sei impegnato per sempre
ad assisterli proteggendoli,
non dimenticartene ora,
230 chiedendo la salvezza
per il pastore e per il tuo gregge.

E anche per la tua città,


prega, o padre sommamente misericordioso,
e per la stirpe dei tuoi congiunti,
235 come il grande Paolo diceva
e sotto le tue ali
scaldali e radunali,
affinché gioiscano della tua gloria.

Poichè hai avuto, o padre,


240 beati genitori di tal bene (34),
e beata la tua patria
e la città che ti ebbe,
Roma amatissima
e ancor più in quanto sede monastica(35),
245 intercedi sempre anche per esse.

(34) Il Rossanese ricorre qui al classico dativo di possesso (cf. BDRP, § 189): il
verbo tygxa¥nw è infatti utilizzato come vicario di eıßmı¥ (cf. supra, p. 171) e costrui-
to con soi.
(35) L’autore definisce Roma nazhrı¥v, letteralmente «nazirea» (per il neologi-
smo cf. supra, p. 177) verosimilmente a motivo della presenza, sul territorio ro-
mano, della comunità monastica di Grottaferrata: come si legge in DU CANGE,
s.v. nazhraı̃ov, coll. 983-984, il sostantivo indica, infatti, colui che è consacrato a
Dio, il monaco, e in can. III, 258-260 proprio Roma viene indicata dal Rossanese
come sede prescelta per la fondazione dell’Abbazia criptense. È altresì possibile
che Giovanni definisca Roma nazhrı¥v intendendo alludere, più in generale, ai
tanti monasteri greci (e non solo) presenti sul suo territorio (sui quali cf.
J.-M. SANSTERRE, Les moines grecs et orientaux à Rome aux époques byzantine et
carolingienne [milieu du VIe s.- fin du IXe s.], Bruxelles 1980).
290 Angela Prinzi

Wraı̃a, Lo¥gon Ueoỹ (ueot.)


wΩ raı̃on pa¥ntwn kaıù te¥tokav,
ktı¥sewv kreı¥ttw gaùr h®v.
wΩ raı¥oyv aßpo¥deijon
250 o™loyv soy toyùv pro¥sfygav,
Ueoỹ do¥jan o¶ntwv
kaıù proùv sh¥n, panypere¥ndoje.

Widhù z′. Paı̃dev Ebraı¥wn eßn kamı¥nw


Xaı¥roiv, pana¥gaue kyrı¥a,


prosfwnoỹntav soi fwnhùn thùn Arxagge¥loy
255 xaritw ¥ saiv, w
Ω v soùv oΩ pana¥gauov ue¥lei
yıΩoùv w∞ü pa¥ntev kra¥jwmen.
«Xaraùv dı¥doy toı̃v penuoỹsi».

Xaı¥roiv, pana¥xrante parue¥ne,


hΩ pãn da¥kryon eßja¥rasa kaıù ly¥phn
260 kaıù xaraùn aßretw̃n kaıù xa¥ritav oßmbroỹsa
toı̃v eyßsebw̃v kaıù me¥lpoysin.
«O Ueoùv eyßloghtoùv eı® ».

Xaı¥roiv, pana¥gaste pate¥rwn


Baruolomaı̃e, syùn Neı¥lwni t√ ueı¥w∞.
265 lyphue¥ntev gaùr pro¥skairon, aßga¥llesu’ aıßwnı¥wv
«Eyßloghtoùv eı® » ca¥llontev
«pneỹma, Lo¥ge, Pãter ueı̃e».

Xaı¥roiv syùn oıüv kaıù hßjiw


¥ uhv,
MhnΔ, Bı¥ktori kaıù ueı¥w∞ Ueodw¥rw∞,
270 eßleh¥moni ueı¥w
∞ pa¥pa∞ kaıù Martı¥nw ∞
synanelueı̃n proùv y™ciston
do¥jan toỹ panteylogh¥toy.

254 cf. 1Ts 4,16 269-270 cf. can. I, 221-222

heirm. z′ EE, p. 220 (no 315) 256 kra¥jomen ante corr. cod. 267 pãter:
cf. supra, p. 180
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 291

Bella, hai generato (alla Vergine)


il Verbo di Dio, il più bello tra tutti gli uomini
poiché eri la migliore del creato;
rendi belli
250 tutti coloro che in Te cercano rifugio
veramente a gloria di Dio
e Tua, o gloriosissima.
Ode VII
Gioisci, o buonissima Signora,
dona la grazia a coloro che a Te rivolgono le parole dell’Arcangelo,
255 secondo la volontà del Tuo buonissimo
Figlio al quale tutti, orsù, gridiamo:
«Dona gioia a coloro che soffrono».
Gioisci, o Vergine Immacolata,
tu che dai sollievo a ogni lacrima e dolore
260 e fai piovere la gioia delle virtù e grazie
su coloro che piamente cantano:
«Dio sei benedetto».
Gioisci, o Bartolomeo,
il più degno d’ammirazione tra i padri, insieme a san Nilo;
265 infatti avendo temporaneamente sofferto, esultate in eterno
cantando: «Benedetto sei,
Spirito, Verbo, Padre santo».
Gioisci con Menna,
Vittore e san Teodoro,
270 con il santo presule Misericordioso e con papa Martino(36),
con i quali sei stato anche stimato degno di ascendere all’eccelsa
gloria di Colui che è sommamente benedetto.

(36) Per l’associazione a Bartolomeo dei santi Menna e Vittore, Teodoro, Gio-
vanni il Misericordioso cf. supra, p. 199 n. 4. L’autore vi affianca qui anche Marti-
no I, anticipando di un giorno – secondo la tradizione italogreca – la celebrazione
della sua memoria. Festeggiata in Oriente il 13 aprile (cf. DELEHAYE, Syn. Eccl.
Cp., coll. 599,17-602,4), essa, infatti, fu attratta in area occidentale al 12 novem-
bre, data tradizionale della commemorazione dell’illustre omonimo vescovo di
Tours, con conseguente confusione tra la festa di quest’ultimo e quella di Martino
I (cf. Bibliotheca Sanctorum, I-XII, Roma 1961-1969: VIII [1966], coll. 1293-1298).
292 Angela Prinzi

Xa¥riv pollh¥ soy eßjexy¥uh,


pammaka¥riste, xeı¥lesi makarı¥oiv.
275 poimhùn w¶fuhv kaıù gaùr Xristoỹ th̃v eßkklhsı¥av
kaıù y™mnoiv ueı¥oiv y™mnhsav
thùn yΩperdedojasme¥nhn.

Xaı¥roiv, semneù Baruolomaı̃e,


xaraùn bra¥beysai mega¥lhn toı̃v timw̃si
280 thùn shùn mnh¥mhn triplh̃n metaù xarãv, soı̃v te¥knoiv,
poime¥ni, poı¥mnq ca¥lloysin.
«O Ueoùv eyßloghtoùv eı® ».

Xaı¥roiv, xarãv pa¥shv doxeı̃on, (ueot.)


o™ti te¥tokav xaraùn o™loy toỹ ko¥smoy.
285 mhù oy®n mo¥noyv hΩmãv parq̃v tay¥thv aßmoı¥royv,
xarmonh̃v plh¥roy pa¥shv deù
wΩ v yΩpereyloghme¥nh.

Widhù h′. Moysikw̃n oßrga¥nwn symfwnoy¥ntwn kaıù law̃n

Ueoto¥ke, mh̃ter toỹ yΩcı¥stoy,


thùn eßlpı¥da a™pasan eıßv se¥ moy
290 proyßte¥ueika, uarrw̃n eıßv seù
tyxeı̃n th̃v swthrı¥av
syùn sy¥mpasi syggo¥noiv,
ı™na se doja¥zw
eıßv pa¥ntav toyùv aıßw̃nav.

295 Isxy¥n, y™mnhsin kaıù kra¥tov, ma¥kar, e¶uoy


toùn Xristoùn oyüper kaıù tq̃ dyna¥mei
kate¥balev toỹ ponhroỹ
taùv mhxanaùv aΩpa¥sav
«Ymneı̃te» kra¥zwn «pa¥nta
300 taù e¶rga, toùn despo¥thn
eıßv pa¥ntav toyùv aıßw̃nav».

282 Tb 11,14 299-301 Dn 3, 57

heirm. h′ EE, p. 220 (no 315) 280 triplh̃n ego: triplhùn cod. 295 Isxy¥n
ego: Isxỹn cod. 300 despo¥thn ego: despothn cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 293

Molta grazia si effuse,


o beatissimo, sulle tue beate labbra;
275 e infatti sei apparso come pastore della Chiesa di Cristo,
e con inni santi celebrasti
colei che è stata grandemente glorificata.

Gioisci, venerando Bartolomeo,


tributa grande gioia a coloro che onorano
280 la tua triplice memoria (37) con gioia, ai tuoi figli,
al pastore, al gregge che cantano:
«Dio sei benedetto».

Gioisci, ricettacolo di ogni gioia (alla Vergine)


poiché hai generato la gioia di tutto il mondo;
285 non lasciare che noi soli ne restiamo privi
ma colmaci di ogni letizia
poiché oltremodo benedetta.

Ode VIII

O Madre di Dio, o Madre dell’Altissimo,


ogni mia speranza in Te
290 ho riposto, confidando
di trovare in Te la salvezza
insieme a tutti i fratelli,
affinché Ti glorifichi
per tutti i secoli.

295 Tua forza, canto di lode e potenza, o beato, hai considerato


Cristo e con il Suo potere
abbattesti tutte
le macchinazioni del Maligno,
gridando: «Celebrate, opere tutte
300 (del Signore), il Signore
per tutti i secoli».

(37) La memoria di Bartolomeo è qui probabilmente detta triplh̃ in quanto


nella sua celebrazione figurano coinvolte appunto tre categorie di persone: i figli
spirituali del santo (te¥kna), i monaci (poı¥mnh), il proestw¥v del monastero crip-
tense (poimh¥n).
294 Angela Prinzi

Wv gh̃ pı¥wn, pãter, shù kardı¥a


xa¥rin spo¥roy ueı¥oy dejame¥nh,
pistw̃n eßkatostey¥ei te
305 kardı¥aiv fe¥rei sta¥xyn
saı̃v didaxaı̃v, pamma¥kar,
bow¥ntwn. «Anymneı̃te
kaıù yΩperycoỹte
thùn a¶narxon Tria¥da».
310 Anabaùv eßn do¥jaiv toỹ despo¥toy,
lamprynueıùv d’ eßlla¥mcesi taı̃v ueı¥aiv,
lampry¥naiv toyùv lampry¥nontav
lampraùn th¥nde soy la¥mcin,
toùn soùn kaloùn poime¥na
315 aßmnoyùv d’ eyßyphko¥oyv
eıßv do¥jan aıßwnı¥an.
Katabaùv aßskh¥sei, kataba¥seiv
tapeinoùv eßge¥noy paraù pa¥ntav,
kata¥basin pneymatikhùn
320 eıßv y™cov eßphrme¥nhn.
soyùv paı̃dav karhklı¥toyv
yΩcoı̃v proùv y™cov me¥ga
yΩmnoỹntav toùn despo¥thn.
Ekfygwù n toùn ko¥smon, eßstayrw
¥ uhv
325 syùn Xrist√, pamma¥kar, s√ despo¥tq.
aßne¥sthv oy®n kaıù syùn ayßt√
kaı¥ ge nỹn syndoja¥zq
yΩmnw̃n Pate¥ra, pneỹma
kaıù Lo¥gon sarkwue¥nta
330 eßk th̃v aßeiparue¥noy.
Iwakeıùm eßj ¶Annhv tw̃n xarı¥twn (ueot.)
syù gennhueı̃sa xa¥riv, yΩpere¥bhv.
patroùv gaùr progege¥nnhsai
Ueoỹ eßk basile¥wv,
335 oyü uro¥noiv basiley¥eiv
kaıù yΩperycoỹsai
mh¥thr wΩv Ueoỹ mo¥nh.

302 pãter: cf. supra, p. 180 305 fe¥rei ego: fe¥rein cod.
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 295

Poiché come un terreno fertile, o padre, il tuo cuore


accolse la grazia del seme di santità,
produce il centuplo e porta una spiga
305 con i tuoi insegnamenti, o beatissimo,
al cuore dei fedeli che gridano:
«Celebrate con canti
ed esaltate grandemente
l’eterna Trinità».

310 Asceso alla gloria del Signore,


e illuminato dallo splendore della santità,
illumina coloro che fanno rifulgere
il tuo fulgido splendore,
il tuo buon pastore
315 e gli agnelli docilissimi,
a gloria eterna.

Essendoti umiliato con l’ascesi,


sei stato umile oltre tutte le mortificazioni,
oltre la mortificazione spirituale
320 che ti ha innalzato verso l’alto;
innalza verso la grande Altezza
i tuoi figli che a capo chino
esaltano il Signore.

Avendo fuggito il mondo, fosti crocifisso


325 con Cristo tuo Signore, o beatissimo;
risorgesti dunque anche insieme a Lui
e ora insieme a Lui glorifichi,
esaltandoli, Padre, Spirito,
e Verbo incarnatosi
330 dalla sempre Vergine.

Tu, grazia generata (alla Vergine)


per mezzo di Gioacchino dalle grazie di Anna, lo superasti:
fosti generata infatti prima di tuo padre,
dal Dio Re,
335 sui Troni del quale regni
e sei grandemente esaltata
quale sola Madre di Dio.
296 Angela Prinzi

Widhù u′. Eje¥sth eßpıù toy¥tw


∞ oΩ oyßranoùv

Mega¥lh, Ueoto¥ke, hΩ shù timhù


h©n kaıù a¶ggelov eßpaporeı̃ eyßfhmeı̃n.
340 w™ sper eıßkoùv
h¶geire Xristoùv ga¥r se soùv yıΩoùv
eıßv thùn ayßtoỹ aßna¥paysin,
kibwto¥n, wΩv ca¥llei soi oΩ Dayı¥d.
∞ü kaıù symbasiley¥eiv
w
345 kaıù syzq̃v aıßdı¥wv,
dio¥ se pa¥ntev megaly¥nomen.

Bası¥leiov toù prw̃ton eßpiklhueı¥v,


basileyùv tw̃n pauw̃n aßnade¥deijai,
ste¥fei dipl√
350 o™uen stefanoỹsai, paruenik√
nikhtik√ deù ma¥lista,
xa¥ritav labwùn kataù dysmenw̃n
eßj Axeiropoih¥toy,
Roysı¥wn th̃v kyrı¥av
355 kaıù oyßranw̃n. h™nper ıΩle¥oy moi.

Bası¥leiov toù prw̃ton eßpiklhueı¥v,


basiley¥eiv pauw̃n kaıù pateı̃v toùn eßxuro¥n,
nikhtikoùn
ste¥fanon eßkeı̃uen prw̃ton labw¥n,
360 Baruolomaı̃ov d’ e¶peita,
y™data eßkxe¥wn kaıù kremanny¥v.
dakry¥wn oßxetoyùv gaùr
kaıù y™data eßle¥oyv
toı̃v pãsin eßpixe¥eiv,
365 dio¥ se pa¥ntev makarı¥zomen.

341-343 cf. Sal 132, 8 347-348 cf. can. I, 148-150

heirm. u′ EE, p. 220 (no 314) 356-357 cf. can. I, 148-150 360-361 cf.
Vita Barth. 14 (pp. 126-128); Laud. Barth., p. 132 (ll. 22-33)
I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 297

Ode IX

Grande è, o Madre di Dio, il tuo onore


che anche l’angelo ha difficoltà a celebrare:
340 come era opportuno
infatti Cristo, Tuo figlio, Ti innalzò
a suo riposo,
a sua arca, come a Te canta Davide;
insieme a Lui e regni
345 e vivi in eterno,
perciò tutti Ti magnifichiamo.

Chiamato un tempo Basilio,


ti sei mostrato sovrano delle passioni,
perciò con una duplice corona
350 sei stato incoronato, della verginità
e soprattutto della vittoria,
avendo ottenuto il successo sui nemici
dall’Achiropita,
Signora di Rossano
355 e dei cieli; rendiLa a me propizia.

Chiamato prima Basilio,


signoreggi sulle passioni e calpesti il nemico,
avendo inizialmente ricevuto da ciò la corona
dei vincitori
360 e poi, come Bartolomeo,
versando acqua e fermandola;
poiché rivi di lacrime
e acqua di misericordia
su tutti riversi,
365 perciò tutti ti chiamiamo beato.
298 Angela Prinzi

Bası¥leiov baptı¥smatov proklhueı¥v,


basileyùv w Ω v wΩraı̃ov keko¥smhsai
tw̃n aßretw̃n
ko¥smw∞ lamprota¥tw∞, lı¥uwn ayßgaı̃v,
370 Baruolomaı̃e kra¥tiste,
y™data eßkxe¥wn sympaueiw̃n.
dioù Xristo¥v se ste¥fei
syùn aßulhtaı̃v kaıù pa¥paiv
pollw̃n stefa¥nwn aßjiw ¥ sav se.

375 Hme¥ran patrikhùn kaıù martyrikhùn


do¥jhv plh¥rhv, xarãv, eyßfrosy¥nhv te
kaıù fwtismoỹ,
nỹn eßpiteloỹntav hΩmãv, swth¥r,
Baruolomaı̃oy prw ¥ tista,
kle¥ov o©v pate¥rwn kaıù aßskhtw̃n
380 Neı¥loy, Mhnãv kaıù Bı¥ktorov
Bikentı¥oy, do¥jhv tw̃n aßulhtw̃n,
Iwa¥nnoy eßle¥oyv,
Ueodw ¥ roy Stoydı¥toy.
taı̃v ıΩkesı¥aiv sw̃ze sy¥mpantav.

385 ™Apanta taù ure¥mmata poı¥mnhv yΩmw̃n,


aßskhtaı¥, Baruolomaı̃e, Neı¥lwn sofoı¥
froyreı̃u’ hΩmãv,
wΩ v eßsfragisme¥na t√ zwhr√
Xristoỹ pantı¥mw ∞ aı™mati
390 kaıù th̃v Ueoto¥koy aßntilabaı̃v,
tw̃n mo¥rwn yΩperbh̃nai,
tyxeı̃n th̃v basileı¥av,
qüper yΩmeı̃v kaıù nỹn presbey¥ete.

366-367 cf. can. I, 148-150 380-383 cf. can. I, 221-222


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 299

Battezzato con il nome di Basilio,


come un bel re sei stato ornato
del fulgidissimo ornamento
delle virtù, di pietre splendenti,
370 o Bartolomeo potentissimo,
versando l’acqua della compassione;
perciò Cristo ti incorona
insieme agli atleti e ai papi (38),
avendoti ritenuto degno di molte corone.

375 Noi che ora celebriamo, o Salvatore,


il giorno dei padri e martiri
pieno di gloria, di gioia, di allegria
e di luce,
per le suppliche di Bartolomeo innanzitutto,
che è gloria di padri e di asceti,
380 di Nilo, di Menna e Vittore,
di Vincenzo, gloria degli atleti,
di Giovanni il Misericordioso,
di Teodoro Studita (39),
salva tutti.

385 Proteggete noi


tutte creature del vostro gregge,
o asceti, Bartolomeo, Nilo sapienti,
cosicché, suggellate dal preziosissimo sangue
vivificante di Cristo
390 e dall’ausilio della Madre di Dio,
vinciamo la morte,
otteniamo il Regno,
ove voi ora intercedete.

(38) Il precedente accostamento di Bartolomeo a Martino I (cf. can. IV, 270)


suggerisce verosimilmente al Rossanese il riferimento più generale ai papi nel
quale sono incluse tutte le figure di santi pontefici, a partire da quelli dei primi
secoli della storia della Chiesa.
(39) Cf. supra, p. 199 n. 4. Insieme a Menna e Vittore viene menzionato qui
anche Vincenzo, altrove taciuto.
300 Angela Prinzi

Oıßktı̃rmon, pantepo¥pta kaıù aßgaue¥,


395 yΩpera¥gaue de¥spota, fy¥lajon
taı̃v ıΩeraı̃v
tw̃n patriarxw̃n kaıù tw̃n aßulhtw̃n
kaıù aßskhtw̃n deh¥sesi
pa¥ntwn eßk kindy¥nwn kaıù aßlgeinw̃n,
400 eßxurw̃n bleptw̃n, aßble¥ptwn
thùn poı¥mnhn Kryptofe¥rrhv
syùn t√ poime¥ni kaıù soı̃v kra¥torsin.

Skirth¥sav hßgallı¥atai oyßrano¥v,


Xeroybı¥m, Serafı¥m, uro¥noi sy¥mpantev,
405 o™t’ eßk tafh̃v
h¶ruhv trihme¥rwv proùv oyßranoy¥v,
meu’ w ü n pãn stı̃fov a™gion
zh̃n, symbasiley¥ein se syùn yıΩ√
yΩcı¥stw∞ kaıù sygxaı¥rein
410 kaıù pa¥ntav hΩmãv sw¥zein,
ı™na skirtw̃ntev seù doja¥zwmen.

Thùn ma¥ndran soy, paney¥splagxne, aßgauh¥, (ueot.)


h™nper Baruolomaı̃ov soi te¥teyxe
soùv aßskhthùv
415 sw¥ zoiv eßj aΩpa¥shv bla¥bhv eßxurw̃n
timı¥an, aßkata¥lyton
me¥xri te kaıù te¥rmatov hΩmerw̃n,
t√ me¥llonti d’ aıßw̃ni
syùn toı̃v hΩmw̃n patrãsi
420 th̃v basileı¥av thùn aßpo¥laysin.

394 Oıßktı¥rmwn ante corr. cod.


I canoni di Giovanni Rossanese in onore di san Bartolomeo 301

O Signore misericordioso, che tutto vedi e sei benigno,


395 o sommamente buono, proteggi
per intercessione delle sante
preghiere di patriarchi, di atleti
e di asceti
da ogni pericolo e sofferenza,
400 da nemici visibili, invisibili
il gregge di Grottaferrata
insieme al pastore e ai tuoi potenti(40).

Esultando ha gioito il cielo,


Cherubini, Serafini, tutti quanti i Troni,
405 per il fatto che dal sepolcro
sei stata innalzata il terzo giorno ai cieli,
a vivere insieme a ogni loro santa schiera,
e regnare insieme all’Altissimo
Figlio e a gioire con Lui
410 e a salvare tutti noi,
affinché esultanti ti glorifichiamo.

Il tuo monastero, o sommamente misericordiosa, o buo-


na, (alla Vergine)
che ti ha costruito Bartolomeo
tuo asceta,
415 preserva da ogni male causato dai nemici,
onorato, saldo
fino alla fine dei giorni
e in futuro
insieme ai nostri padri,
420 (assicurandogli) il godimento del Regno (dei cieli).

(40) Con il riferimento ai kra¥torev, per i quali viene qui richiesta la protezio-
ne da ogni pericolo, Giovanni intende verosimilmente richiamarsi alla figura
idealizzata di coloro che esercitano rettamente il potere; cf. anche can. I, 255-259
dove viene implorata per il kra¥twr la vittoria sui nemici.

Common questions

Basati sull'IA

The canons use metaphor and symbolism extensively to convey theological messages. Saint Bartholomew, for example, is metaphorically depicted as "a temple of God's Spirit," signifying his pure and holy nature . Light is another prevalent symbol; Bartholomew and divine entities are often described in terms of illumination, representing spiritual enlightenment and divine wisdom . The canons also use organic metaphors, like depicting saints as trees bearing fruit, symbolizing their spiritual fecundity and nurturing role within the faith . These metaphoric descriptions serve to communicate complex theological ideas in a way that is vivid and relatable, enhancing the spiritual narrative while reinforcing doctrinal tenets .

The document illustrates the spiritual significance of the Virgin Mary as a maternal and protective figure within Christianity. Described as the "rejoicing Mother whom the angels fear," she is depicted with divine qualities, being associated with the "temple of God's Spirit" and carrying Christ in her womb . Her ongoing intercession and protection are central themes, emphasizing her role in providing spiritual guidance and safeguarding the faithful . This depiction underscores the Virgin's elevated status in the theological hierarchy as both a mediator and a bearer of divine grace .

The Greek used in Giovanni Rossanese's canons is characterized by the inclusion of rare terms and neologisms that reflect the author's rhetorical background. This includes usage of obscure verbs like 'aßntirrapı¥zw' and 'aßnteisoikı¥zw', as well as hybrid forms like 'neı¥moiv' and 'eßgrh¥gorke', which are scarcely found in other texts . The text also features Latinisms such as 'prı¥gkic' and 'te¥mplon,' and employs enhanced superlative forms using both prefixes and suffixes . The document mentions linguistic peculiarities like the use of nominativus pro vocativo and indeclinable forms, showcasing a blend of classical and post-classical Greek forms .

The document sources portray sainthood as deeply intertwined with divine grace and intercession. Saints like Bartholomew are depicted as channels of divine power and wisdom, who intercede on behalf of humanity. Their depicted life virtues, such as humility and purity, make them beloved by God and reputable figures in Christian theology . The narrative suggests that through their intercessory prayers, saints protect and uplift the faithful, serving as intermediaries between heaven and earth. Divine grace is manifested in their ability to guide, protect, and inspire believers through their active role in the heavenly hierarchy .

The document portrays Saint Bartholomew as a significant spiritual figure who, through his deeds and intercession, represents a connection between the divine and the earthly realms. Bartholomew is depicted as having a prominent position among the ascetics, being celebrated for his humility and spiritual magnification of God . His role is further highlighted as a spiritual protector who intercedes fervently, thus safeguarding and spiritually aiding others . Moreover, his spiritual strength and wisdom are conveyed as he is shown as a figure of light and guidance for the Christian community .

Giovanni Rossanese's rhetorical education significantly influences his use of neologisms in the canons. This is apparent in his innovation of terms such as 'aßntirrapı¥zw' and 'aßnteisoikı¥zw', which appear infrequently in other contexts. The document implies that Rossanese's background in rhetoric allowed him to creatively formulate new expressions that accommodate and expand the canon's theological and poetic scope . His linguistic creativity aligns with classical traditions but also shows an adaptive reuse of language, reflecting both his education and the intellectual currents of his time .

Humility is portrayed as a central virtue in Bartholomew’s life, as it is intricately linked with his spiritual accomplishments and heavenly favor. The narrative suggests that Bartholomew's humility allows him to be a beloved disciple of Christ. This virtue is contrasted with worldly ambitions, highlighting his preference for humility over earthly power which leads to his elevated spiritual status . By depicting Bartholomew as being celebrated among ascetics and acknowledged by the heavenly realm, the document underscores humility as a defining trait that facilitates divine connection and spiritual leadership .

The linguistic style of the canons incorporates Latin elements mainly through the use of Latin loanwords, such as 'prı¥gkic' for 'princeps' and 'te¥mplon' for 'templum.' These Latinisms are interwoven with the Greek text, illustrating the influence of Latin on Greek during this period . Additionally, the canons make use of stylistic and grammatical parallels with Latin, displaying a broader cultural and linguistic symbiosis .

The stylistic approach in the canons focuses on an exalted and celebratory tone when addressing life and eternal reward. They emphasize ascetic ideals, portraying spiritual purity, and earthly sacrifices as pathways to heavenly rewards. Bartholomew’s life is depicted with admiration, using hyperbolic language that sets an example of piety and devotion for achieving divine recognition . The metaphors of joyful celebration and references to divine light and grace underscore the eternal rewards awaiting the devout, depicted as both spiritual fulfillment and celestial honor . This stylistic choice underscores the theological message of sacrifice leading to eternal blessing .

The document provides evidence of Latin-Greek cultural exchange through linguistic borrowings and adaptations within the canons. The inclusion of Latin loanwords such as 'prı¥gkic' and 'te¥mplon' into Greek text indicates a blending of language that reflects broader cultural interactions and influences during this period . Additionally, the usage of grammatical structures and stylistic elements common to Latin indicates an exchange of rhetorical and literary conventions, showcasing a fusion of intellectual traditions in the medieval period .

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