nutrimento l
7 luglio 2024 anno 15 / n° 41
'anim
seria settimanale
Foglio di insegnamenti
spirituali e catehetici
„
per della Diocesi Ortodossa
Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio (MT. 4, 4)
„ Romena d’Italia
SECONDA DOMENICA DOPO PENTECOSTE
di tutti i Santi Romeni
APOSTOLO. ROMANI 1, 10-16; II CORINZI 5, 17, 20; 6, 1, 3-7, 10; 13, 11
Fratelli, gloria, onore e pace per chi opera il bene, ri: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi suppli-
per il Giudeo, prima, come per il Greco: Dio infatti non chiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con
fa preferenza di persone. Tutti quelli che hanno pec- Dio. Poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a
cato senza la Legge, senza la Legge periranno; quelli non accogliere invano la grazia di Dio. Da parte nostra
invece che hanno peccato sotto la Legge, con la Legge non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché non
saranno giudicati. Infatti, non quelli che ascoltano la venga criticato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci
Legge sono giusti davanti a Dio, ma quelli che metto- presentiamo come ministri di Dio con molta fermez-
no in pratica la Legge saranno giustificati. Quando i za: nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce,
pagani, che non hanno la Legge, per natura agiscono nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle fati-
secondo la Legge, essi, pur non avendo Legge, sono che, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, con sapien-
legge a se stessi. Essi dimostrano che quanto la Legge za, con magnanimità, con benevolenza, con spirito di
esige è scritto nei loro cuori, come risulta dalla testi- santità, con amore sincero, con parola di verità, con
monianza della loro coscienza e dai loro stessi ragio- potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e
namenti, che ora li accusano ora li difendono. Così a sinistra; come afflitti, ma sempre lieti; come poveri,
avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli ma capaci di arricchire molti; come gente che non ha
uomini, secondo il mio Vangelo, per mezzo di Cristo nulla e invece possediamo tutto! Per il resto, fratelli,
Gesù. siate gioiosi, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a
Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatu- vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e
ra; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di il Dio dell’amore e della pace sarà con voi.
nuove. In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciato-
VANGELO. MATTEO 4, 18-23; MATTEO 5,14-16; 10, 32-33, 17-18, 22
In quel tempo, mentr Gesù camminava lungo il si accende una lampada per metterla sotto il mog-
mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato gio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che
Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti
mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite die- agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e
tro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli. Perciò
lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io
altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Gio- lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi
vanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo
loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Guar-
subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguiro- datevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tri-
no. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle bunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete
loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e condotti davanti a governatori e re per causa mia, per
guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel po- dare testimonianza a loro e ai pagani. Sarete odiati da
polo. tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato
Disse il Signore: voi siete la luce del mondo; non può fino alla fine sarà salvato.
restare nascosta una città che sta sopra un monte, né
Appare con la benedizione di Sua Eccellenza Siluan, Vescovo della Diocesi Ortodossa Romena d’Italia
nutrimento per l’anima • 7 luglio 2024 • anno 15 • n° 41
PAROLA DEL GIORNO
L’umiltà riduce la distanza tra noi e Dio la penitenza costui non ha in mente di avvicinarsi a
Gli uomini che tengono ben presente di non essere Dio: altro è infatti innalzarsi a Dio, e altro è sollevarsi
altro che uomini capiscono assai facilmente quanto contro di lui. Chi si china davanti a Dio, da lui viene
sia utile e necessaria, a modo di cura, la penitenza. E` sollevato; chi si erge contro di lui, da lui viene respinto
stato scritto infatti: Dio resiste ai superbi, agli umi- lontano. Una cosa è la solidità della vera grandezza,
li invece dà la sua grazia (1). E nel Vangelo il Signore altra cosa la vanità di un vuoto orgoglio. Chi si gonfia
dice: Chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esal- all’esterno si guasta al suo interno. Chi invece sceglie
tato (2). Il pubblicano attento a confessare le sue colpe di restare umile alla soglia della casa di Dio piuttosto
se ne esce dal tempio più giustificato del fariseo che che abitare nella casa dei peccatori (6), costui Dio lo
per la enumerazione dei suoi meriti si sentiva tran- sceglie perché abiti nei suoi atri e, mentre egli per sé
quillo. Egli ringraziava Dio dicendo: O Dio, ti ringra- non pretendeva nulla, lo fa entrare nella sede beata.
zio che non sono come gli altri uomini: ladri, ingiusti, Per questo con tanta dolcezza e somma verità si can-
adulteri; non sono neppure come cotesto pubblica- ta nel Salmo: Beato l’uomo accolto da te, Signore (7).
no. Digiuno due volte la settimana e pago le decime Non credere poi che chi si umilia stia sempre in basso,
di quanto possiedo. Ebbene a lui fu preferito quello dal momento che è stato detto sarà esaltato. Ma non
che si era fermato a distanza e non osava nemmeno credere che questo tipo di esaltazione si verifichi da-
alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicen- vanti agli occhi degli uomini, per qualche superiorità
do: O Dio, abbi pietà di me peccatore (3). Il fariseo non connessa col mondo terreno. Nelle parole: Beato l’uo-
tanto godeva della sua pretesa integrità, quanto del mo accolto da te, Signore è incluso e svelato il livello
confronto coi difetti altrui. Di certo gli sarebbe stato di altezza spirituale di questa accoglienza. Ha messo
più utile mostrare apertamente al medico, dal quale gradini di ascensione - prosegue il Salmo - nell’intimo
era venuto, i mali di cui soffriva, anziché nasconde- del suo cuore, nella valle del pianto, nel luogo stabilito
re le sue piaghe e prendere vanto dal confronto con da lui (8). Dove dunque ha collocato l’inizio dell’asce-
quelle altrui. Non ci stupisce perciò se quel pubbli- sa? Nel cuore, cioè nella valle del pianto. Questo è il
cano, che non ebbe vergogna a mostrare la sua parte significato di: Chi si umilia sarà esaltato. Come infatti
malata, se ne tornò più guarito dell’altro. Nel mondo l’ “ ascesa “ è l’esaltazione dell’uomo, così la valle ne in-
del visibile, per raggiungere zone elevate, bisogna dica l’umiltà, i suoi gemiti nel profondo delle conval-
senza dubbio portarsi in alto; Dio invece, che è la li. Come infatti il dolore è compagno del pentimento,
somma altezza, si raggiunge abbassandosi per mezzo così il pianto lo è del dolore. Si attaglia benissimo al
dell’umiltà, non innalzandosi. Per tale motivo dice il tema il seguito del Salmo: Chi ha dato la legge darà
profeta: Il Signore è vicino a quelli che hanno il cuore la benedizione (9). La legge è stata data per mettere
contrito (4). E ancora: Eccelso è il Signore. Egli volge in luce le ferite provocate dal peccato, ferite che la
lo sguardo verso le umili cose e guarda da lontano le benedizione della grazia può risanare. La legge è sta-
cose eccelse (5). Le cose eccelse sta qui ad indicare “ ta data per manifestare al superbo la sua debolezza
i superbi “; le une quindi le guarda per accoglierle, le e per indurre il debole a penitenza. La legge è stata
altre per respingerle. Dicendo che alle cose eccelse data perché nella valle del pianto dicessimo [con l’A-
volge lo sguardo da lontano mostra a sufficienza che postolo]: Vedo nelle mie membra una legge che muove
a quelle umili fa attenzione da vicino. E tuttavia aveva guerra alla legge che è nella mia mente, e che mi rende
definito poco prima “ eccelso “ il Signore stesso. Ma schiavo della legge del peccato, che si trova nelle mie
Dio, lui solo, non è superbo per quanto grande sia la membra; e gridassimo piangendo con lui: Sono uno
lode con la quale viene esaltato. Non ritenga dunque sventurato! Chi mi libererà da questo corpo di morte?
la superbia di potersi celare agli occhi di Dio perché Ci venga in soccorso, esaudendoci, colui che rialza chi
Dio, conosce le cose eccelse, e non creda che la sua sia è caduto, libera i prigionieri, ridona la vista ai ciechi
un’altezza congiunta a Dio, perché le cose eccelse Dio (10), la grazia di Dio per mezzo di Gesù Cristo il Signo-
le guarda da lontano. Chi pertanto rifiuta l’umiltà del- re nostro (11)!
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Tre specie di penitenza. l’orbe terrestre. Per gli altri uomini nessuno passa a
La penitenza prebattesimale Cristo, in modo da cominciare ad essere ciò che non
era, se prima non si pente del suo passato non cristia-
Tre sono le opere della penitenza e di esse voi sie-
no. Fu questa la prima forma di penitenza comandata
te come me informati. Esse sono infatti in uso nella
ai Giudei per bocca dell’apostolo Pietro. Fate peniten-
Chiesa di Dio e ben note a chi diligentemente vi pre-
za e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome del
sta attenzione. La prima è in relazione alla generazio-
Signore nostro Gesù Cristo (14): Veniva ingiunta dal
ne dell’uomo nuovo finché col Battesimo, apportato-
Signore la medesima penitenza quando diceva: Fate
re di salvezza, non avvenga il lavacro di tutte le colpe
penitenza perché il regno dei cieli è vicino (15). Di essa
passate. Tale generazione somiglia a quella del parto:
anche Giovanni Battista, il precursore che preparò la
alla nascita del bambino il dolore che, per la pressio-
via del Signore, dice pieno di Spirito Santo: Razza di
ne sulle viscere tormenta la partoriente, passa, e alla
vipere, chi vi ha fatto credere che potrete sfuggire a
tristezza segue la letizia. Chi infatti è ormai arbitro
quel castigo di Dio che sta per giungere? Fate dunque
della sua volontà e intende accostarsi ai sacramenti
frutti degni di penitenza (16).
dei fedeli, non può incominciare una vita nuova se
prima non si pente di quella passata. Da tale peniten- La penitenza quotidiana, comune a tutti.
za sono esonerati solo i bambini, non potendo essi Il secondo tipo di penitenza, cui dobbiamo sottopor-
ancora avvalersi del libero arbitrio. A loro tuttavia, ci tutta la vita mentre viviamo in una carne mortale, è
per la loro consacrazione e remissione del peccato la continua umiltà della preghiera. Ciò anzitutto per-
originale, è di aiuto la fede di coloro che li presenta- ché, nessuno, se non si pente di questa vita temporale,
no, di modo che, come nascendo contrassero da altri corruttibile, mortale, può desiderare una vita eterna
macchie di peccato, così anche ne vengano purificati non soggetta a corruzione e a mortalità. Chi infatti
per mezzo delle domande e delle risposte di altri. E` nasce a vita nuova per la consacrazione battesimale,
proprio vero il lamento del salmista: Ecco, nella colpa pur deponendo ogni peccato della vita passata, non
sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia depone anche, in quell’istante, la mortalità e la corru-
madre (12), analogamente a ciò che è scritto [in un al- zione della carne. E se anche la cosa non stesse così,
tro passo] che al cospetto di Dio, non è puro neppure resta fermo quello che è stato scritto, e che ognuno
un bambino di un solo giorno di età (13). Prescindia- del resto prova in se stesso durante la vita, e cioè che
mo dai bambini sul cui grado e sorte, relativamente il corpo corruttibile appesantisce l’anima e la dimora
alla vita futura promessa ai santi, non è opportuno terrena opprime una mente presa da molti pensieri
indagare oltre, perché ciò supera la misura dell’uma- (17). Il che non avverrà in quella beatitudine in cui la
no. Si crede tuttavia piamente che ad essi giovi per la morte sarà assorbita dalla vittoria (18). Ma intanto non
salvezza spirituale quanto a tale riguardo custodisce, vi è dubbio che, in qualunque condizione di benessere
con salda fermezza, l’autorità ecclesiastica, in tutto ci troviamo, bisogna avere spirito di penitenza in que-
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sta vita per poter correre con trasporto verso l’incor- La necessità della penitenza per i ministri
ruttibile meta della vita eterna. Per questo l’Apostolo della Parola e dei Sacramenti
dice: Fino a quando abitiamo nel corpo siamo in esilio,
Chi, dopo il Battesimo che lo ha purificato dai pec-
lontani dal Signore; camminiamo infatti al lume della
cati del passato, non ha commesso colpe tali da veni-
fede, non nella visione (19). Chi dunque si affretta e
re separato dalla comunione dell’altare, non ardisca
desidera ritornare in patria per contemplare faccia a
insuperbire, quasi vantandosi di una piena sicurezza
faccia quella visione se non chi è capace di pentirsi
raggiunta. Proprio per questo motivo abbiamo fatto
della sua vita di esilio? Da questo dolore del penitente
il precedente discorso. Mantenga piuttosto l’umil-
erompe la desolata voce del salmista che così risuo-
tà, che è quasi l’unica disciplina cristiana: Non insu-
na: Ohimè, come è lungo il mio esilio! E perché tu non
perbiamoci quindi, noi che siamo terra e cenere (23),
pensi che si tratti di uno non ancora battezzato che
finché non sia trascorsa per intero questa notte in
parla così, fa’ attenzione a quel che segue: Ho dimo-
cui vagano tutte le bestie della foresta, ruggiscono
rato tra le tende di Cedar; io che sono per la pace ho
i leoncelli in cerca di preda, e chiedono a Dio il loro
dimorato con chi detesta la pace; quando parlavo con
cibo (24). Chiese questo cibo lo stesso Giobbe, quan-
loro mi contestavano oltre ogni misura (20). Questo
do disse: La vita umana sulla terra è una prova, e il
parlare non è solo dell’uomo battezzato, ma anche di
Signore aggiunse in proposito: Satana ha ottenuto di
un evangelizzatore fermissimo e di un martire molto
vagliarvi come il grano (25). Quale uomo sano di men-
forte. Dice infatti l’Apostolo: Sappiamo che se andrà
te non si affliggerebbe? Chi non vorrebbe sottrarvi-
in disfacimento questa nostra abitazione sulla terra,
si con la penitenza? Chi non cercherebbe, chiedendo
riceveremo tuttavia nei cieli da Dio un’abitazione non
con tutta umiltà l’aiuto divino, di poter essere esau-
costruita da mani di uomo, che sarà eterna. Perciò
dito, finché non cessino tutti questi motivi di tenta-
noi sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di
zione e l’ombra del terrestre? E quella luce che non
rivestirci della nostra abitazione celeste: a condizione
viene mai meno, il giorno sempiterno, illumini anche
però di essere trovati già vestiti, non nudi. In realtà
noi. Metterà in luce i segreti delle tenebre e renderà
quanti siamo nella condizione terrestre sospiriamo
manifeste le intenzioni dei cuori. Allora ciascuno avrà
come sotto un peso, ma non vorremmo essere spoglia-
da Dio la dovuta lode (26). Se qualcuno poi si gloria di
ti bensì sopravvestiti, perché ciò che è mortale ven-
aver signoreggiato il suo corpo così da renderlo croci-
ga assorbito dalla vita (21). Desideriamo in sostanza
fisso al mondo per ogni malvagio agire, e di castigarlo
non essere nella condizione in cui siamo. Che cosa è
riducendo a servitù le sue membra perché il peccato,
infatti il nostro lamento se non il rammarico di sen-
non obbedendo ai suoi desideri, non regni più nel suo
tirci in questa condizione? E quando cesserà una tale
corpo mortale; se venera l’unico vero Dio, senza la-
situazione di vivere se non quando, disfatta questa
sciarsi andare ad alcun rito idolatrico né irretire da
casa terrena, ci toccherà in sorte una dimora celeste
culti demoniaci e non accoglie invano il nome del Si-
che nell’animo e nel corpo comporterà una nuova di-
gnore suo Dio; se aspetta con sicura fede la pace eter-
mensione per tutto l’uomo? Questa necessità di mu-
na e corrisponde ai genitori il dovuto onore; se non
tamento fa dire anche al santo Giobbe che non tanto
si è macchiato di sangue omicida, né imbrattato nella
ci sono tentazioni nella vita quanto che la stessa vita
fornicazione, nella frode del furto, nella doppiezza
è una tentazione. Egli si esprime così: Non è forse una
dell’ipocrisia, nella bramosia dei beni o della moglie
tentazione la vita dell’uomo sulla terra? Nello stesso
altrui; se anche nei suoi beni non eccede con il lusso,
brano egli tocca in modo mirabile anche il mistero
né inaridisce per l’avarizia, se non è litigioso, né offen-
dell’uomo caduto, dicendo: Come lo schiavo che fug-
sivo o maldicente, e vende infine tutti i suoi averi dan-
ge dal suo padrone e si rifugia nell’ombra (22). La vita
done ai poveri il ricavato, se è uno che segue Cristo
presente infatti più che vita è da chiamarsi ombra di
piantando la radice del suo cuore nel tesoro del cielo,
vita. Non senza motivo Adamo, fuggitivo dopo l’offe-
che cosa è possibile aggiungere ad una giustizia così
sa fatta a Dio col peccato, si nascose dal suo cospetto
perfetta? Diciamo tuttavia a costui che non se ne van-
riparandosi tra le foglie degli alberi, che danno recessi
ti. Capisca che tutte queste cose gli sono state date,
ombrosi: Come uno che fugge dal suo Signore - è stato
che non esistono per merito suo. Di quel che ha, che
scritto - si rifugia nell’ombra.
cosa infatti non ha ricevuto? E se l’ha ricevuto, perché
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se ne mostra orgoglioso come se non l’avesse ricevuto te giustizia. Anche nel dare non bisogna oltrepassare
(27)? Costui elargisca con giudizio il denaro del Signo- la misura del giusto, e nel parlare neppure si parli più
re: provveda al prossimo come lui stesso sa di essere di quanto sia necessario soprattutto quando ciò non
stato beneficato. Né creda che basti conservare inte- è necessario. E` vero che sono belli i piedi di coloro
ro quanto ha ricevuto, perché rischia di sentirsi dire: che recano un lieto annunzio di pace, che annunziano
Servo cattivo e infingardo.. . avresti dovuto dare in cose buone (30), tuttavia anch’essi, a contatto con la
prestito il mio denaro così io, ritornando, l’avrei riti- terra asciutta prendono quella polvere che poi, giu-
rato con gli interessi (28), e rischia quindi di vedersi stamente, viene scossa a condanna di coloro che con
privato anche di quello che aveva ricevuto e di venir volontà cattiva disprezzano questa offerta. Il fatto è
gettato fuori, nelle tenebre. Se quelli che riescono a che ogni giorno bisogna fare penitenza a causa del-
conservare integro quello che hanno ricevuto devono la mutabilità e dell’ignoranza insita nella vita stessa;
temere una tale gravissima pena, quale mai speranza ed ancora per quella malizia quotidiana che magari
possono avere quelli che lo disperdono in modo em- fosse contenuta nella misura della quale è stato det-
pio e scellerato? Se sei occupato nelle cose umane, sii to: A ciascun giorno basta la sua malizia (31). Ci viene
fedele alle tue incombenze, ma per un acquisto spi- peraltro comandato di sopportarla e di portarla sino
rituale, non materiale; non restare legato agli affari alla fine e di mantenerci fedeli a Dio agendo con fer-
mondani e tuttavia, in quanto devi militare per Dio, mezza per dare nella sopportazione molto frutto. Ma
non essere pigro e abominevole in un ozio inoperoso. dobbiamo infine fare penitenza quotidiana anche per
Diano dunque, se possono, tutte le loro elemosine con la polvere stessa insita nel mondo presente e che ade-
letizia; sia quando elargiscono qualcosa per il sosten- risce ai piedi dei missionari nei viaggi del loro mini-
tamento materiale dei poveri sia quando, dispensan- stero. I danni possono verificarsi perfino nell’attività
do il pane celeste, costruiscono nel cuore dei credenti così assorbente del ministero. Conceda il Signore che
fortezze inespugnabili contro l’assalto del demonio. siano ricompensati da maggiori vantaggi.
Dio ama chi dona con gioia (29). Nelle difficoltà non ci
si lasci infiacchire dal fastidio di doverle sopportare: Sant’Agostino, Discorso 351
è necessario che esse ci siano perché l’uomo sappia di Valore della penitenza (frammento)
essere solo uomo. Non ci si lasci prendere dalla colle-
ra con chi ci affronta con odiosità; con chi, spinto dal Note: 1 - Gc 4, 6; 2 - Lc 18, 14; 3 - Lc 18, 10-14; 4 - Sal 33, 19; 5 -
Sal 137, 6; 6 - Sal 83, 11; 7 - Sal 83, 6; 8 - Sal 83, 6-7; 9 - Sal 83, 8;
bisogno, ci chiede con insistenza fastidiosa; con chi ci
10 - Cf. Sal 145, 7-8; 11 - Rm 7, 23-25; 12 - Sal 50, 7; 13 - Cf. Gb 14,
chiede aiuto nel suo lavoro, indifferente al fatto che 4 [sec. LXX]; 14 - At 2, 38; 15 - Mt 4, 17; 16 - Mt 3, 7-8; 17 - Sap 9,
noi si è molto più occupati di lui; con chi infine, reso 15ù; 18 - Cf. 1 Cor 15, 54; 19 - 2 Cor 5, 6-7; 20 - Sal 119, 5-7; 21 - 2
Cor 5, 1-4; 22 - Gb 7, 1-2 [sec. LXX]; 23 - Cf. Sir 10, 9; 24 - Sal
cieco dall’interesse o dalla sua miserevole ottusità 103, 21; 25 - Lc 22, 31; 26 - Cf. 1 Cor 4, 5; 27 - Cf. 1 Cor 4, 7; 28 -
mentale, oppone resistenza ad un discorso di eviden- Cf. Mt 25, 26-30; 29 - 2 Cor 9, 7; 30 - Rm 10, 15; 31 - Mt 6, 34.
PENSIERO DEL GIORNO
„Disse Abba Elia: se la mente non canta con il corpo,
il lavoro è in vano. E anche: chiunque ami la tribolazione
avrà gioia e sollievo in seguito”.
Detii dei Padri del Deserto
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